29.12.23

DIARIO DI BORDO N ° 25 ANNO I. Roma, carte di credito nella Fontana di Trevi al posto del lancio delle monetine.,Il portiere che fece 131 gol. Storia di Rogerio Ceni e degli altri numero uno bomber per caso ., “Io, laureata con un master in design e finalmente stabilizzata come netturbina. Sarà dura, ma sono felice” ., ed altre storie


Roma, carte di credito nella Fontana di Trevi al posto del lancio delle monetine




In tempi di pagamenti "contactless" anche le più antiche tradizioni sembrano cedere il passo. E così si vedono dei turisti "strisciare" la carta di credito al posto del tradizionale lancio della classica monetina dentro la fontana. E' solo una divertente gag organizzata da un gruppo di turiste americane per postarlo sui propri social, ma non si sa mai.


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L’ex estremo difensore del San Paolo è il portiere che ha segnato più reti (e non solo su rigore) nella storia del calcio. Dietro di lui due leggende come Higuita e Chilavert. In Italia il primato appartiene a Antonio Rigamonti


Se giocasse ancora, magari nel campionato italiano, l’asta per aggiudicarselo al Fantacalcio arriverebbe a quote strabilianti rischiando di compromettere amicizie decennali. Altro che Lautaro o Osimhen, al momento della chiamata di Rogerio Ceni


la tensione salirebbe alle stelle e qualsiasi fantallenatore si impegnerebbe un rene pur di averlo nella propria squadra. E già, perché poter disporre di un portiere che in carriera ha segnato 131 reti, 69 su rigore, 61 su punizione e una addirittura in una normale azione da gioco, garantirebbe una vittoria sicura. Più di un attaccante da record o un centrocampista dai piedi buoni capace di mettere insieme un buon bottino di reti e assist.
Del resto Rogerio Ceni, portiere leggendario del San Paolo, era soprannominato M1to e non è un refuso. Uno, infatti, era il suo numero di maglia, e tra tutti i numeri 1 è lui l’unico a essere finito nel Guiness dei primati. Niente male per uno che fino a vent’anni alternava lo sport nelle serie minori al lavoro sicuro in banca a Pato Branco, nello Stato del Paranà in cui era nato. E dove hanno cominciato fuoriclasse del calibro di Pelè, Garrincha e Zico, solo per citarne alcuni. Rogerio si accomodava solitamente in panchina e aspettava serenamente il suo momento. Che sembrava non arrivare mai. Poi, nell’aprile del 1990, si fa male il titolare. L’allenatore gli lancia uno sguardo: “Te la senti?”. Ceni entra in campo e dieci minuti più tardi para un rigore. Ci vogliono però altri sette anni prima che la carriera di Rogerio possa finalmente svoltare: diventa lui il titolare del San Paolo, in allenamento si diverte anche a tirare rigori e punizioni e molto spesso fa centro. “Mister, posso provare anche in partita?”. Segna il primo penalty, poi il secondo, si avvicina furtivo quando la sua squadra ha punizioni potenzialmente pericolose. E pure quelle, tante volte, finiscono alle spalle del collega rivale. Ceni ha un sogno, che corona nel giro di qualche campionato: superare due leggende come Chilavert e Higuita, altri due portieri sudamericani goleador. Finirà per doppiarli.
José Luís Chilavert, l’idolo del Paraguay che adesso si è lanciato anche in politica, si è fermato infatti a 62. Renè Higuita, detto lo scorpione, a “soli” 41. Due storie partite dalla strada, come spesso avviene nel calcio: Chilavert lo chiamavano il “bulldog” e probabilmente non serve spiegare il perché. Basta vedere una sua foto in campo, lo sguardo minaccioso verso gli avversari, la carica che riusciva a dare ai compagni. Che, quando si doveva battere un calcio piazzato, sapevano che dalla sua area sarebbe arrivato lui, José Luís. Raccontano che qualcuno, ogni tanto, provasse a “rubargli” qualche tiro dal limite. Di solito, però, lo faceva una volta e poi mai più.

Il portiere paraguaiano Chilavert

Il portiere paraguaiano Chilavert

Decisamente più simpatico il colombiano Higuita, capello lungo e baffo da sparviero, non esattamente altissimo e magrissimo anche perché la vita da sportivo non faceva molto per lui. Eppure, malgrado un fisico rivedibile, Renè in porta sembrava una molla. Volava da una parte all’altra e spesso deliziava il pubblico con la sua specialità, il calcio in salto con i piedi dietro la schiena, quasi fosse uno scorpione, appunto. Poi, vabbè, era anche legatissimo a El Patron, il boss del narcotraffico Pablo Escobar, ma ammise le sue colpe e si fece perdonare. In un documentario del 2010 disse: “Non sono orgoglioso di tutto ciò che ho fatto, sono un povero peccatore”. Un po’ fuori tempo massimo, ma non si può avere tutto dalla vita.

Rene Higuita

Rene Higuita

 Nel nostro piccolo, prima che Provedel siglasse il pareggio della Lazio contro l’Atletico Madrid in Champions e addirittura Falconi, portiere del Lecce, si procurasse un rigore che ha consentito ai salentini di pareggiare con il Bologna, la classifica dei portieri con il vizio del gol era – ed è ancora ovviamente – guidata dall’istrionico Antonio Rigamonti, capace di segnare per sei volte con la maglia del Como
Gol di Rigamonti su rigore

Gol di Rigamonti su rigore

 Rigamonti, ricercatissimo nelle figurine quasi quanto il mitico Pizzaballa, giocò per una vita da Nord a Sud e chiuse la sua lunghissima carriera nientemeno che ad Agrigento con la maglia dell’Akragas. Non era facile superare un numero uno del passato come Lucidio Sentimenti (cinque reti) e certo per l’estremo difensore nato a Carate Brianza questo record italiano resterà una medaglia da mostrare ai nipotini. Magari fino a quando qualcuno riuscirà a batterlo, anche se al momento l’unico in attività che può provarci è proprio il laziale Provedel, già a quota due visto che in precedenza aveva sempre segnato di testa con la maglia dello Juve Stabia. A quota uno sono fermi Michelangelo Rampulla, Massimo Taibi, Marco Amelia e Alberto Brignoli. A parte quest’ultimo, che gioca in Grecia, gli altri però hanno smesso da un bel po’. Il buon Rigamonti, insomma, può dormire sonni tranquilli

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Cristina Anemone è tra gli ottanta dipendenti di Amiu Bari che hanno firmato il contratto di stabilizzazione . E ora è contenta perché, dice, “finalmente ho una sicurezza e una stabilità economica e professionale”






Cristina Anemone ha 39 anni. Nel suo curriculum c’è una laurea in Scienze della comunicazione e un master allo Istituto europeo di design di Milano. Dal primo gennaio sarà a tutti gli effetti una dipendente di Amiu, assunta a tempo indeterminato con la qualifica di operatore J (la figura che si occupa della raccolta per strada dei rifiuti). Cristina è tra gli ottanta dipendenti di Amiu che mercoledì hanno firmato il contratto di stabilizzazione . E ora è contenta perché, dice, «finalmente ho una sicurezza e una stabilità economica e professionale». Una storia che rappresenta un’eccezione.
Una laurea, un master, tante esperienze. Alla fine ha accettato un lavoro diverso da quello per cui ha studiato. Non è da tutti.
«Forse, ma io non mi lamento e sono anche molto soddisfatta. Ho lavorato quasi sempre nel settore privato con carichi e orari di lavoro che per me che ho una famiglia e una bambina di tre anni erano insostenibili. Lavoravo anche 10 ore al giorno, finivo tardi, ricordo che facevo la spesa agli orari più impensabili, non avevo tempo per nulla, neanche per un saluto con le amiche. Sinchè sei da sola può anche andare bene, con una famiglia ed una bambina piccola diventa impossibile».
E così lei nel 2021 ha provato il concorso per entrare in Amiu. Per il suo profilo il requisito era il possesso della licenza media. Come ha preso questa decisione?
« Io mi sono laureata in Scienze della comunicazione a Bari e poi mi sono trasferita a Milano dove ho seguito un master allo Ied. Il mio primo incarico è stato quello di Account junior in una società di comunicazione nel capoluogo lombardo. Nel 2008 la crisi economica ma anche questioni familiari mi hanno riportato a Bari dove ho cominciato a fare tanti lavori. Per una grande catena sono stata impiegata a tempo determinato come allievo capo settore. Poi sono stata assunta in una società di Terlizzi, ma quando la sede di Bari ha chiuso sono stata licenziata. Insomma la stabilità economica non arrivata e quando ho saputo del concorso di Amiu ci ho provato. Mi sono candidata per il ruolo di operatore J, ho scartato quello di autista perché non avevo il requisito della patente per i mezzi».
E alla fine è stata chiamata da Amiu.
«Si per i primi mesi sono stata impiegata per sostituire il personale in ferie. Ero una degli operatori che si occupano della raccolta porta a porta e quindi ad esempio di svuotare i carrellati condominiali. È un turno che comincia alle 5 e finisce alle 11.30. L’ho fatto per sei mesi nella zona di Palese, Santo Spirito».
E come è andata?
«All’inizio è stata dura, poi diciamolo le donne non sono tantissime e io non avevo mai fatto questo lavoro, ma quelli della “squadra” mi hanno aiutato, mi hanno accolto bene».
E ora?
«Adesso sono stata destinata in un altro servizio, quello di consegna dei kit ai cittadini dei quartieri come Carbonara dove sarà attivato il servizi di raccolta porta a porta. Il turno comincia alle 13 e finisce alle 19.30. Ed è proprio questo il punto: lavorare su turni mi consente di conciliare il mio impiego con la gestione della famiglia e di una bambina piccola».
Quanto guadagna?
«Per 30 ore settimanali poco più di mille euro, ma va benissimo così. Amiu è un’azienda nella quale ci sono possibilità di crescita».
Cosa le hanno detto i suoi amici quando hanno saputo del suo nuovo lavoro?
«Può sembrare strano, ma sono stati contenti per me. I miei amici sono sui 40 anni e le assicuro che anche per i laureati in Puglia non è semplice trovare una occupazione stabile».

28.12.23

social legioni di complottisti da tastiera stanno mettendo in dubbio non solo la qualità ma anche la veridicità della straordinaria foto di Valerio Minato su Superga, il Monviso e la Luna, premiata dalla Nasa per la sua meraviglia.



Dando un occhiata alle bache dei followeras di fb  ho  appreso   che  Valerio Minato, un fotografo professionista di Biella, classe 1981, ha vinto il premio come foto del giorno della Nasa nel giorno di Natale

 

La foto,che ritrae in un immaginifico incastro la Luna, il Monviso e la basilica di Superga è stato premiato dalla Nasa e dalla Michigan Technological University.  Una  foto   attesa per sei lunghi anni, mostra una scena pittoresca con la Basilica di Superga, il Monviso e una meravigliosa Luna al tramonto nella sua fase crescente.



Si intitola “Cathedral, Mountain, Moon”, non serve, almeno si  spera  aggiungere altro.Ma  ecco  che      arrivano   i  ptrimi  commenti  : << “È falsa come una banconota da tre euro”.,“Photoshop”.,
“È solo uno che aveva molto tempo da perdere”.,“Ma a chi la date a bere? Il Monviso si trova dall’altra parte di Superga”.,“Manca solo E.T. poi il tarocco è completo >>Questi sono   una minima parte delle centinaia di commenti con cui ovunque sui social legioni di complottisti da tastiera  e  non  solo  stanno mettendo in dubbio non solo la qualità ma anche la veridicità della straordinaria foto di Valerio Minato su Superga, il Monviso e la Luna, premiata dalla Nasa per la sua meraviglia.
Ora, sarebbe pure una questione modesta rispetto all’eccezionalità  ed  alla  bravura    dello scatto, eppure è un riflesso impietoso dello stato drammatico di larga parte di questo Paese.
In pratica, qui abbiamo un fotografo di eccezionale talento e costanza che ha trascorso gli ultimi sei anni - SEI anni - della sua vita prima per capire se, come e quando un simile allineamento si potesse verificare, poi a trovare il luogo esatto - uno soltanto tra miliardi possibili - in un bosco di notte a 30 chilometri dalla città, e ritrovarsi esattamente nel luogo giusto, al momento giusto, col grado di sereno giusto affinché questo spettacolo straordinario potesse verificarsi, senza alcun fotomontaggio o intelligenza artificiale, finendo per essere anche premiato dal principale ente scientifico astronomico al mondo.
Però poi arriva manuelino77 o @noncielodikono ed  altra 
gente che fino a ieri mattina non sapevano nemmeno cosa fosse un teleobiettivo, ma oggi ci vengono a dire che è tutto un grande inganno e giurano che siamo ingenui e che uno scatto del genere è semplicemente impossibile. E che potranno farla pure alla Nasa, ma a loro no.
Ora Capisco essere ignoranti in ambito fotografico e tecnico , visto che ad un occhio in esperto può sembrare fotoshop e simili , ma un minimo di documentazione . Ma soprattutto quando si apprende che ha reso una cantoinata o ametti il tuomerrore \ la tua ignoranza o ti rifuggi in silenzio , non che come un idiota continui ad insistere ed adduci teorie assurde. Come Nicolò Oppicelli _ << Ho passato diverse ore a guardarla chiededomi quanto Valerio la avesse sognata e ricercata. Riguardo ai troppi commenti che girano sul web, beh...è facile nascondersi dietro commenti superficiali come generata con AI o "photoshopped", quando si guarda una fotografia straordinaria. Tali commenti ignorano l'incredibile abilità, la passione e l'impegno che stanno dietro la creazione di quella fotografia. La fotografia è una forma d'arte che richiede una visione unica e una dedizione senza pari: ogni scatto cattura un momento irripetibile, una storia non raccontata, un'emozione che parla al cuore. Invece di criticare, dovremmo celebrare la magia che queste immagini portano nelle nostre vite, ricordandoci che dietro ogni fotografia c'è un artista che ha messo a disposizione del mondo una parte di sé. >>
Concordo inoltre con Lorenzo tosa quando dice : <<E allora capisci. Non che ce ne fosse bisogno, ma realizzi, da una vicenda tutto sommato trascurabile come questa, come siamo finiti fino a questo punto, con quale livello fuori scala di abiezione e arroganza dell’ignoranza dobbiamo fare i conti ogni giorno su questioni molto più complesse e vitali, quando si parla di salute pubblica, giustizia, politica, voto.>>Alla  faccia   haters   odiatori   e ei  complottisti     sia vedendo le sue  foto    sul  suo  sito https://www.valeriominato.it/   sia  

 


  il backstage  che  trovate    sopra ( o qui  da suo  Facebook     se   non     si riesce  a  vedere  il  video )    ❤️ 15 Dicembre 2023, ore 18:52. Non perdetevi la chicca che arriva al secondo 20 ✈️  <<<  Condividetelo se vi va per aiutarmi a far capire che siamo circondati di meraviglia anche senza fotomontaggi o intelligenza artificiale 🙏💘 >>  non  mi  sembra  abbiato  usato  montaggi    digitali   . Ma  sopratutto  non è un fotografo  alla   sbaraglio o improvvisato ma uno che  ci mette  passione   e studio  vista  l'abilità   con cui  ha  saputo  immortale  con precisione   oraria  e    derl luogo di tale  fenomeno  . Infatti  ecco la     Spiegazione  di APOD: 25 dicembre 2023 – Cattedrale, Montagna, Luna (nasa.gov) :

 
Singoli scatti come questo richiedono pianificazione. Il primo passo è rendersi conto che un triplo allineamento così sorprendente ha effettivamente luogo. Il secondo passo è trovare la posizione migliore per fotografarlo. Ma era il terzo passo: essere lì esattamente al momento giusto... E quando il cielo era sereno, quella era la cosa più difficile. Cinque volte in sei anni il fotografo ha provato e trovato maltempo. Finalmente, solo dieci giorni fa, il tempo era perfetto e un sogno fotografico si è realizzato. Scattata in Piemonte, Italia, la cattedrale in primo piano è la Basilica di Superga, la montagna al centro è il Monviso, e, beh, sapete quale luna c'è sullo sfondo. Qui, anche se la Luna al tramonto è stata catturata in una fase crescente, l'esposizione era abbastanza lunga per la luce terrestre doppiamente riflessa, chiamato bagliore da Vinci, per illuminare l'intera parte superiore della Luna.

non so  cos'alòtro dire  davanti  a  tale bellezza   

27.12.23

Un soldato americano riconosce i genitori che si baciano a TRIESTE in una foto del 1954

Lo sò che la storia trovata sul web, grazie alla rassegna di : MSN Italia e di bing.com, è  una  storia  adatta    per  san  valentino , ma  certe  storie  non  hanno data    fissa  . 

Lo scatto immortala l’addio appassionato alla stazione tra un militare e una ragazza. L’autore è Ugo Borsatti. Quarant’anni dopo l’incontro a Trieste con il figlio della coppia




Un soldato statunitense, figlio di un militare americano e di una donna triestina, riconosce i genitori in uno scatto del 1954 del fotografo Ugo Borsatti: nella fotografia un soldato americano bacia una ragazza sporgendosi dal finestrino del treno in partenza sollevandola da terra.

Il figlio di quel soldato,[  foto a destra  ] dopo aver riconosciuto nei due innamorati che si salutano alla stazione di Trieste suo padre e sua madre, dopo 40 anni arriva nel capoluogo giuliano a conoscere il fotografo.
A raccontare questa vicenda oggi,dopo diversi anni, è la rivista InTrieste, un trimestrale triestino in lingua inglese, che ha intervistato Christopher Swaim, il figlio della “coppia del bacio”.
La loro è una delle tante storie d'amore che hanno contrassegnato l'arrivo degli alleati per liberare il Paese dai nazisti. Il giovane soldato statunitense James Swaim, originario di un paesino dell'Arizona, e la triestina Graziella si conoscono perché quest'ultima per guadagnare qualche spicciolo fa il bucato per i militari Usa.

S’innamorano ma nel 1954 l'Us Army di stanza a Trieste, nove anni dopo la fine della Seconda Guerra mondiale, lascia la città, restituendola all'Italia. Graziella va alla stazione per dare l'addio al suo soldato. Si baciano, mentre gli altri soldati ai finestrini sembrano non accorgersi di quella scena appassionata che richiama il famoso bacio immortalato da Robert Doisneau all'Hotel de Ville.Non è un addio. James e Graziella si sarebbero sposati nel novembre dello stesso anno, a Livorno, e, dopo varie traversie, sarebbero andati a vivere negli Stati Uniti.E’ Christopher, nato oltreoceano nel 1956, due anni dopo quel bacio, a raccontare oggi la loro storia alla rivista InTrieste. Dopo il matrimonio James e Graziella vanno a New York. Il figlio seguirà le orme paterne arruolandosi nell’esercito e arrivando di stanza in Italia, a Vicenza.La scoperta della fotografia che immortala i suoi genitori risale al 1994 e fa scattare in lui la voglia di conoscere l’autore. E’ così che Christopher, grazie all’aiuto di un cugino, si reca a Trieste per incontrare Borsatti, del quale diventerà amico. La storia di James e Graziella sarà oggetto anche di un documentario, in lavorazione



26.12.23

perchè non posso non dirmi cristiano

canzoni  suggerite

Sono nato ed cresciuto nell'ultima frase della guerra fredda e la fine delle vecchie ideologie . Nello scon tro tra atei ( marxisti ) e cattolici pre conciliari ed tra cattolici pre conciliari e cattolici conciliaristi e del dissenso ( cattolici di si sinistra \ cattocomunisti ) . E nel contesto anni 60\70 ed edonismo \ riflusso anni 80 . Aderi alla religione cattolica in quanto era obbligatoria visto che erano in vigore almeno fino al 1985\6 i patti di lateranensi . Poi fra i 14 \16 anni grazie ad un prof di religione non confessionale che
integrava lo studio della religione cattolica con storia dele reliugione  ed in contatto con gente di religione non cattolica passai ad una religione più laica e spirituale  anche  se  attrtraverso uno scoramento  visto  i  crimini    che   sono  stati commessi (  ed  ancora   vengono  commessi ) nel  nome di Dio   o  di  un  divinità  della corso della storia .Poi sono arrivatoi arrivato anche se per strade diverse a credere in manera laica


dalla bacheca     fb   di   Dario Di Stefano
Renato Circoforum Curci

È dura doverlo ammettere, ma mi sbagliavo. Io, che per tutta la vita ho avversato fieramente il cristianesimo, convinto come sono che l'essere umano non abbia bisogno delle religioni per comprendere ciò che è bene e male e come regolarsi col prossimo, sbagliavo. I miei conspecifici contemporanei stanno sostituendo il cristianesimo (che fra tutti i suoi difetti aveva degli insegnamenti validissimi di fondo: non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te, siamo tutti fratelli) con un mix di robe orientali male apprese e peggio digerite che puntano ad un individualismo forsennato, feroce e totalizzante, dove l'unica misura del giusto nel fare un qualcosa è che questa ci faccia stare bene.
Distruggi tutto, fottitene di tutti, salta addosso ai tuoi bisogni purché TU stia bene. Insegnamenti per chi vive in un'isola deserta. O in una caverna. Sfortunatamente la maggior parte di noi è a contatto coi propri simili e con loro va trovata, se non un'intesa, quantomeno una convivenza pacifica fondata su un assioma di fondo: siamo tutti sulla stessa barca. Ed è pure tarlata.
Buone feste a tutti, manteniamoci forti ed uniti.



e    quindi mi   condivido    questo  video  di    @atheistpriestess #fede #cristianesimo #verità #eresia ♬ suono originale - Margherita D.

che  ha    provocato    un  interessante   dibattito     facebook 
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Gavino Deidda
Che accozzaglia di banalità
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Gavino Deidda
Giuseppe Scano all' inizio ha detto qualcosa di sensato, poi la solita banalità scontata... Riflettici un po' sopra
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Giuseppe Scano
Gavino Deidda mah ame sembra di no. Ci ho riflettuto
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Omar Arcano
Il cristianesimo è già una forzatura di per sé, ma questa ragazza fa passare una religione per una farsa a scopo politico. Già il suo nickname la dice lunga sulla sua confusione mentale. Voto 3
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Giuseppe Scano
Omar Arcano mah s me sembra il contrario
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Eugenio Bisbabbo Crispo
Questa ha studiato all'asilo degli idioti.
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Eugenio Bisbabbo Crispo
Giuseppe Scano perché è di un'ignoranza abissale
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Giuseppe Scano
Eugenio Bisbabbo Crispo mah ame e sembrato di no
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Giuseppe De Martis
Giuseppe Scano Giuse' , laca paldi ! Non ni ali la pena . Biatu tu cai tanta pazenza, eu no vi la focciu più , mani infadatu da undi no v ' è no vesci . Ciao buone feste
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Giuseppe De Martis
Brava ! È un po complicato capirla ma se si riascoltano le sue parole senza preconcetti e pregiudizi si può convenire che c ' è molta verità in quanto dice .
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Pina Sechi
Una frecciata per i bigotti che difendono il presepio, il crocefisso, il credo religioso solo perchè è "una tradizione".
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Antonio Deiana
No, vabbè, grazie per queste profondissime riflessioni…
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Gigi Casu
Ha perfettamente ragione, tutto giusto!
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Sign OfSound
Non fa una piega. Io la chiamo coerenza cristiana tipo: “l’embrione ha diritto di vita” e poi lasciano affogare i bimbi nel mare senza batter ciglio…
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Giuseppe Scano
Antonio Deiana quei governanti che usano la religione ed la fede come propaganda



a voi capire da che parte sto e del perchè più  come un  tempo non posso non dirmi "cristiano" (  anche  se   in maniera  non  raticante   e    e  in maniera  laica  )   riferimentio  al breve   scritto : <<Perché non possiamo non dirci "cristiani">  Benedetto Croce del 1942
  da  Perché non possiamo non dirci "cristiani" - Wikipedia

nel quale l'autore sostiene che il
 Cristianesimo ha compiuto una rivoluzione «che operò nel centro dell'anima, nella coscienza morale, e conferendo risalto all'intimo e al proprio di tale coscienza, quasi parve che le acquistasse una nuova virtù, una nuova qualità spirituale, che fino allora era mancata all'umanità» che per merito di quella rivoluzione non può non dirsi "cristiana".
«Gli uomini, gli eroi, i geni» che vissero prima dell'avvento del Cristianesimo «compirono azioni stupende, opere bellissime, e ci trasmisero un ricchissimo tesoro di forme, di pensiero, di esperienze»