1.10.09

Buzzichino...



Grotta di montevicoli 2


Immagine di franca "Grotta di Montevicoli"


Calanchi 1


Immagine difranca "Calanchi" 


Il folletto Buzzichino partito da solo dalla terra dei Messapi, dopo mesi di cammino arriva in autunno a Civita. I suoi sandali sono consumati percorre a piedi nudi i sentirei argillosi dei calanchi della terra di Tuscia; stremato si addormenta nella grotta di San Bonaventura. La notte riposa e sogna tranquillo. All'alba infreddolito per scaldarsi si mette di nuovo in cammino; dopo ore i suoi piedi ormai sono piagati quasi non li sente e da quanto sono sporchi non li vede più. Lungo il sentiero trova un torrente s'immerge e sente prima un grande dolore poi un benessere. Ancora del cammino e arriva a un antico monastero. Due frati le vanno incontro e con amore lo accolgono; ma il folletto impaurito, non sapendo chi fossero si nasconde nella radura, i frati con garbo lo chiamano e lo portano in convento, Buzzichino spiega di essere un folletto del bosco, loro sorridono lo accarezzano e da quel giorno lo chiameranno Francesco. Passano sereni i giorni Francesco viene vestito con abiti più caldi e insieme a Fra Natalino e Fra Realino trascorre giorni pieni di felicità; con loro si sente sereno, vorrebbe fermarsi! ma i due frati lo lasciano andare e le raccomandano che se desidera tornare, loro sono felici di accoglierlo. Ma prima deve comprendere bene le sue radici e quello che desidera fare della sua vita.franca bassi


cella di San BonaventuraGrotta di san Bonaventura


Autunno a CivitaImmagine di franca "Autunno Civita rapita della nebbia" 



  Antiche radici



Sono un Folletto del bosco
amo la natura e la vita!
Sono nato nei boschi
ho giocato con  Principessa
nell'antica terra dei Messapi.
Oggi che sono rimasto solo
il suo insegnamento mi aiuta
ad andare avanti nel mio cammino.
Ogni giorno vado alla ricerca delle mie radici.
Dormo con il freddo nelle caverne
con il caldo nei tronchi degli alberi cavi
nei boschi trovo sempre qualcosa che mi ricorda lei.
Principessa amava il freddo dell'inverno
si vestiva con teli tessuti  in primavera
camminava a piedi nudi nei campi di grano
adorava la bellezza dei colori autunnali.
Quando era triste cercava nella natura
la serenità poi mi donava il suo sorriso
giocava con me alla sorgente fatata
felici insieme scivolavamo dal pagliaio
ormai sono lontani anche per me qui giorni.
Dopo giorni...giorni di cammino
sono arrivato  al torrente Rio Torbido
ho riconosciuto il suo torrente
ho lavato i miei piedi piagati
ho rivolto lo sguardo intorno
mi sembrava già di conoscerlo
tutto mi è amico come se fossi sempre stato
in questa terra.
Le foglie degli antichi castagni
nella valle di Civita si spogliano
e come  farfalle variopinte
la terra scura  ammantano di giallo di rosso
e tutto intorno dolcemente s'addormenta.
Dopo poco ho riposato il mio corpo
nella grotta di San Bonaventura
qui due frati mi hanno trovato
con amore accolto e curato.
Mi hanno spiegato
che non sono un folletto
e mi hanno dato il nome di Francesco.
Ho trascorso mesi nel monastero
di Lubriano ogni giorno il mio sguardo
e rivolto al borgo antico di Civita
quando la neve lenta ha incipriato tutta la valle
 dai calanchi sale la nebbia
silenziosa rapisce l'antico borgo
e lo sospende sulle nuvole.
In primavera  quando la valle si tinge
del giallo delle ginestra
ho ripreso il mio cammino
scoprendo le mie antiche radici.
franca bassi


Calanchi e ginestre Civita



Immagine di franca



 


 



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