Immagine: costumi scenografia di franca "Incontro di Francesco e Chiara sui monti della Laga"
L'autunno aveva ricoperto la vallata e i calanchi di un caldo colore. Il fogliame iniziava a marcire e sprigionava nell'aria un buon profumo. Da giorni Francesco aveva lasciato alle sue spalle il Monastero, ancora tanta strada davanti a lui; la sua figura, la sua ombra seguiva, passo dopo passo lungo i sentieri scoscesi, al suo fianco il Rio Torbido trasportava il fogliame a valle, la radura dei rami dei giganti di castagni lasciava filtrare raggi di sole, che si gettavano nel torrente rispecchiando in cielo la luce. Nella parete tufacea s'intravedevano grotte etrusche incastonate nei dirupi come occhi. Francesco era affascinato... il canto dell'acqua e degli uccelli lo distraeva dal lento cammino; tre passi e poi una sosta, lo sguardo verso il cielo a cercare qualcosa che le spiegava le sue incertezze. Passano giorni l'autunno stava ultimando il suo ciclo di morte, alle porte si affacciava il freddo dell'inverno. Dopo giorni di cammino arriva stanco ai piedi del Piccolo Tibet, a una sorgente incontra una fanciulla.
Francesco: -Salve! sei sola, come ti chiami?
Chiara:-Salve anche a te! sono sola, il mio nome è Chiara, avevo un piccolo cane, ma si è ammalato ed è morto, sono dispiaciuta per lui, era un buon compagno di viaggio, adesso in questa terra non mi sento sola. Sono giorni che mi sono fermata a questa sorgente, qui ho trovato qualcosa da mangiare, acqua per dissetarmi e lavarmi, guarda! vedi dietro a quella roccia? c'è una caverna è lì che la sera mi riposo, ma tu come ti chiami e da dove vieni?
Francesco:- Per molti anni credevo di essere un folletto e vivevo nel bosco insieme a Fate e Folletti, in un terra lontanissima, la terra degli antichi Messapi; poi quando sono rimasto solo, ho iniziato a cercare Principessa, una mia amica che giocava sempre con me, invece di trovare lei, ho incontrato due Frati e loro mi hanno spiegato, che io non sono un folletto! ma un fanciullo e mi hanno chiamato Francesco.
Chiara:- Francesco...se non ti disturbo, possiamo riposarci per qualche giorno e poi proseguiamo insieme e attraversiamo l'altopiano, i Monti della Laga prima che la neve chiude il passaggio, ci sono rimasti pochi giorni il freddo la notte è pungente, con il gelo e la neve sarebbe impossibile salire fino all'altopiano, poi oltre mi hanno detto: che c'è oltre le montagne c'è il mare e l'infinito.
Francesco:- Certo che vengo insieme a te, anche se ho fatto tanta strada da solo, delle volte la notte ho paura.
Chiara:- Prendi...prendi sono mele selvatiche, le ho raccolte lungo la strada, sono dolcissime, ti farà bene mangiare qualcosa, per domani troveremo ancora qualcosa lungo il cammino.
Francesco:- Grazie! accetto volentieri, da giorni avevo terminato il pane e le bacche che i frati mi avevano dato, ho solo un po' di formaggio lo lasceremo per domani.
Francesco e Chiara uniti, contenti nel loro cuore cercano intorno un po' di legna e nel bosco, raccolgono rametti, foglie secche e pigne, le depongono in un angolo della grotta, Chiara in silenzio guarda il suo nuovo amico, ogni tanto alza lo sguardo e le dona un dolce sorriso. Nell'angolo della grotta la legna accatastata, due giacigli fatti con foglie colorate, Francesco intento a sistemare il fogliame secco; ormai era diventato bravissimo a sfregare due legni per accendere il fuoco, sicuro che sarebbe stato utile per il freddo e un buon compagno per la notte. franca bassi
Cari amici perdonatemi per gli errori, ho scritto questa notte e lo devo ancora sistemare. Questa è una pagine della trilogia "Francesco e Chiara fanciulli". Adesso fino a lunedì, devo andare a impacchettare la mia vita, in settimana mi attende un altro trasloco, spero presto di collocare e sistemare tutto. Vi auguro un felice fine settimana un grande abbraccio. franca
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