31.12.17

chi lo dice che i mussulmani o islamici odino e dia fastidio il presepe ed il natale ragiona con luoghi comuni "A Natale non ci sono pelle, né lingua né cultura che non entrino nell'abbraccio di Dio". il caso Ad Aleppo anche i musulmani vogliono il presepe

ringrazio l'amica   e  utente  di  questo blog  Daniela  Tuscano (   che mi manda  tutti i suoi articoli da pubblicare   e che  pubblico     causa difficolta  con google e  blogspot  )  e della nostra  pagina facebook ( dove  li  pubblica  )    per  avermi segnalato   questo articolo  .



Gli Occhi della Guerra sostiene i cristiani di Aleppo. Se anche tu vuoi farlo Dona online o tramite bonifico Iban: IT67L0335901600100000077352 Banca Prossima Causale: ilgiornale per i cristiani
Per conoscere tutti i progetti per aiutare i cristiani di Aleppo, guarda qui

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In un’epoca in cui si parla spesso (troppo spesso) di scontro di civiltà fra islam e cristianesimo, la Siria ha rappresentato da sempre un esempio di convivenza millenaria fra fedi diverse. Il terrorismo di matrice salafita ha cercato di distruggere il mosaico siriano inserendo nel Paese il germe di un odio interreligioso che non esisteva, anche grazie alla politica del clan Assad che ha governato la Siria per decenni e che ha protetto questa costruzione nazionale dalla deriva estremista religiosa. La guerra civile e l’avanzata del terrorismo islamico hanno sicuramente ferito la Siria, così come la pacifica convivenza fra le comunità religiose presenti sul suo territorio. Ma cristiani e musulmani, in molte parti del Paese, ancora convivono: e il Natale di quest’anno ne è stato la dimostrazione.Come già descritto in questa testata, ad Aleppo è il secondo Natale senza guerra, festeggiato fra chiese riaperte, altre mai chiuse, alberi addobbati, processioni festose e presepi. Ma, come ricordato su Italia Oggi da monsignor Georges Abou Khazen, padre francescano della Custodia di Terra Santa e vicario apostolico di Aleppo, la povertà, la mancanza di lavoro e le macerie rendono la situazione ancora estremamente complessa. Ma è proprio nella tragedia che la convivenza fra cristiani e musulmani si è fatto più forte. «Durante il conflitto abbiamo sviluppato nuovi modi di incontro tra cristiani e musulmani. E oggi grazie a questo siamo impegnati insieme in molti progetti per aiutarci a vicenda». Monsignor Khazen, intervistato dalla testata italiana, parla di un Natale di gioia, nonostante tutto, in cui sono gli stessi musulmani a manifestare sentimenti di amicizia verso i cristiani. «I musulmani in questi giorni di Natale vengono da noi e ci dicono: perché non avete ancora fatto il presepe? Girano ogni chiesa per visitarli con le loro famiglie, desiderano profondamente vivere anche loro la gioia del Natale. Che non è una sfida all’altro, ma la festa di tutti gli uomini».La convivenza fra comunità religiose è quello che vuole rimarcare padre Georges Abou Khazen. “È una convivenza e una collaborazione che continua. La guerra, i morti, le tante difficoltà ci hanno messi insieme e ci sono molti progetti d’ aiuto che facciamo insieme a loro”. Fra questi progetti, anche quello di “Una goccia di latte per Aleppo”, progetto benefico di Aiuto alla Chiesa che soffre cui ha aderito anche Il Giornale. La tragedia della guerra non ha fatto distinzioni fra musulmani e cristiani. E non sono fatte distinzioni neanche per la ricostruzione. Cristiani e musulmani devono tornare a convivere, anche se le ferite della guerra e del terrorismo islamico hanno scalfito la bellezza del vivere insieme fra cristiani e musulmani. Molti cristiani sono fuggiti e non torneranno, molti sono morti, e sarà difficile ricostruire la comunità cristiana di Aleppo. Ma il ritorno alla normalità si vede anche in questi piccoli gesti, nel ritorno del Natale. “In alcune parti della città, quelle non distrutte, sono state ornate di luci le case, davanti al municipio è stato messo un grande albero di Natale” dice monsignor Khazen a Italia Oggi, “il Natale non è una sfida ai non credenti. Anche i musulmani lo aspettano, guai se non facciamo i presepi, ci vengono a dire: perché non lo avete fatto? Il Natale è una festa di pace, gioia e speranza per tutti. I musulmani vengono a visitare le nostre chiese, vogliono sentire e toccare la stessa gioia che viviamo noi”. Un miracolo di Natale? No, non è una favola, ma è il miracolo della Siria. Un Paese che ha resistito a una guerra orrenda e che cerca disperatamente di nuovo la pace. Hanno provato a distruggere il suo mosaico di culture, ma non ci sono riusciti. Ed ora Aleppo, da emblema della devastazione, torna a essere simbolo di speranza.
 e  per questo  suo intervento  sui fatti  accaduti  , uno dei tanti sempre  più frequenti purtroppo  in italia ,   stavolta  alla scuola primaria Beato Odorico da Pordenone di Zoppola

Daniela Tuscano A parte il fatto che in Perù sono cristiani, mi domando - da docente e se le vicende si sono svolte davvero come riportato nell'articolo - perché la scuola permetta che in cattedra salgano persone ignoranti e incompetenti. Screditano l'intera categoria. I bimbi stranieri non c'entrano, state attenti a non cadere nel tranello. Sono un pretesto. "Gesù" non dà fastidio a loro. Dà fastidio alla maestra laicista e politicorrOtta. Se conoscesse veramente la storia, saprebbe che i musulmani rispettano moltissimo Gesù e, se non considerano il Natale una festa religiosa, però la ritengono significativa in quanto ricorda la nascita d'un profeta e celebra pure Maria, profetessa anch'essa (e unica donna menzionata nel Corano). La vera laicità aggiunge, non toglie; del resto, i musulmani stessi - perché era questi che voleva ingraziarsi la maestrina, gli altri non fanno testo - non hanno alcun rispetto per chi rinnega il proprio background. Se amasse veramente ciò che insegna, saprebbe che il non credente Pasolini si definiva "figlio delle chiese e delle pale d'altare", perché senza il cristianesimo non si può comprendere né l'arte, né la letteratura, né la filosofia, né la musica né la stessa politica dell'Italia (e dell'Europa). E non solo: poiché il cristianesimo ha pur sempre origini in Medio Oriente e censurare adesso Gesù, quando siamo in presenza di una forte immigrazione copta da Egitto e Corno d'Oro, non è solo suicida ma stupido. La verità è che sono questi nichilisti a voler abolire il Natale in nome d'un indifferentismo idiota, d'un sincretismo plastificato di estrazione nordamericana. È pertanto bene vengano alla luce tali episodi, nella loro miseria morale e intellettuale, e si prendano i dovuti provvedimenti.








ed concludo facendo miei , anche se credenbte ma non più praticante come un tempo , le parole de il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, con la celebrazione della Santa Messa nella Basilica di San Marco  a natale  del 2017   : << A Natale Dio raggiunge ogni uomo e ogni popolo, - ha commentato - anche i più abbandonati e vilipesi. Non si dà, così, più razza o popolo esclusi dal gesto di Dio. Se Dio si rende presente nell'umanità, allora, nessuno più potrà sentirsi escluso e potrà escludere nessuno; non c'è colore della pelle, non c'è lingua, non c'è cultura, non c'è razza, non c'è continente che non entrino nell'abbraccio di Dio e dei suoi discepoli.>>  (  dall'app mobile    aggregatore  di  news http://www.newsrepublic.net/ )













30.12.17

come sopravvivere alle festività natalizie XII il capodanno ed il primo dell'anno





[....] vedi caro amico cosa si deve inventare
per poterci ridere sopra,
E se quest'anno poi passasse in un istante,
per continuare a sperare. vedi amico mio
che in questo istante ci sia anch'io.
come diventa importante
io mi sto preparando è questa la novità
L'anno che sta arrivando tra un anno passerà
[.... ]

            Lucio  dalla in  "caro amico  ti scrivo ( l'anno che verrà ) "


Vacanze, regali e viaggi di lusso, in attesa del fatidico ultimo giorno dell'anno. Ma non tutti lo celebrano il 31 dicembre. E, dunque, per chi sta programmando di festeggiarlo all'estero, vale il detto: "Paese che vai, Capodanno che trovi".
Per quelli  che   lo celebrano    è una festa come un altra   che  varia  da  popolo a popolo ( anche  se  ormai   con la  globalizzazione  conformastista    si celebra    convenzionalmente  daove   non si celebra  il primo gennaio  ) .  Infatti  il  Capodanno nel Mondo, non per tutti è il  gennaio La tradizione di festeggiare la fine dell'anno è tra le più belle  ( dipende  dai punti di vista   esempio a me  quest'anno  ogni tanto mi succede   quest'anno   lo festeggio come la    la slide  , inviatami tramite  wtzp )  e  antiche  del pianeta, ma non in tutto il mondo si celebra l'ultima notte di dicembre. Ecco dove andare per un "Capodanno alternativo"
Nessun testo alternativo automatico disponibile.




Non è obbligatorio uscire o fare qualcosa , si può ancore " festeggiare " o soli o a casa con i matusa senza sfarzi un abbbraccio un bicchiere di vino alla mezzanotte . Infatti il capodanno o primo dell'ann che dir si volgias : << è il giorno dell'anno in cui più ci sbattiamo per divertirci e più facilmente finiamo per non riuscirci.>> come suggerisce linkiesta.it   a cui  mi sono ispirtato  immettendoci anche delle  mie espeirenze  di vita  avuita nella  nottwe  fra il 31  dicembre  e il 1  gennaio  e    da cui  h deliberatamente  tratto   la  seconda  parte  del post  della guida  di quest'anno  .
Capodanno rientra a pieno diritto in quell’insieme infausto (  ma  anche  non perchè magari ci serve  come volvola di sfogo per lasciarci alle spalle un brutto periodo )   di giorni dell’anno nei quali sentiamo il dovere morale, esistenziale, etico e civile di fare qualcosa di FICO. Di divertirci UN CASINO. Per carità, a volte è davvero spassoso.  Infatti io ne ricordo di capodanni che oserei definire “leggendari”,senza peccare di facile entusiasmo.Mi sono diverttito  anche   in una situazione  , in quanto la compagnia era  divisa  e sparpagliata   ,  a  tre  icioè io  il mio amico e la sua morosa   .  C’erano tutti gli ingredienti che dovevano esserci: gli amici, la musica, il moroso\a, l’alcol, la goliardia, l’euforia, il trastullo, il cazzeggio, l’amica che s’infrattava con l’amico della tipa con cui ti infrattavi tu, i fumogeni, com'è bello far l'amore da Trieste in giù e le luci stroboscopiche persino. Che belli che erano quei capodanni. Non c’erano l’età adulta, le responsabilità, le preoccupazioni, i lutti. Non c’erano neppure i suoceri, i nipoti, i figli da mettere a letto, i cognati,e parentame  vario con e e tutto il corollario di parenti da onorare ( se lo si celebrava in famiglia  )  o le amngiate pantagrueliche    e il dover mettere da parete  i soldi  ( ora sempre  più proibitivo  con 'stpo ...  dell'euro )   per  andare o in ristorante  o fra  amici\che  . Insomma, c'è stato un tempo in cui il Capodanno l'ho amato anche   se   ne  sono uscito male  cadistorsione  ala caviglia  perchè  ero scivolato  ballando   causa pavimento  viscidio  da spumante lanciato addosso   e  a mo'  di   vittoria  da  formula  uno o  portiera dell'auto incastrata  in un altra macchian perchè  quando stavo scendendo in fretta per  via  dela pioggia " torrenziale  " un altera macchina  non ha  frenato   e lo spoertello aperto s'è incasatrato  nel suo fianco, ecc  . Quando è stato naturalmente e sinceramente divertente bene  o amle  .
Da qualche anno a questa parte, però,  saràla vecchiaia  incipiente  ( ormai    sono entrato negli 'anta  )  la ricorrenza inizia a suscitarmi una malcelata insofferenza (non rientrando io in quella schiera di belli, ricchi e tonici che vanno a festeggiare l'arrivo del nuovo anno alle Seychelles o altri paradisi tropicali  , per intenderci; se ce ne fosse anzi qualcuno alla lettura, è invitato ad andare a spulciare la Lonely Planet e a lasciarci in pace a crogiolarci nei nostri programmi treash   nazional-popolari ).
Il problema sostanziale del Capodanno risiede proprio nell’obbligo di divertirsi, costi quel che costi (indifferentemente che siano i nostri risparmi o la nostra dignità). Alzi la mano chi, almeno una volta nella vita, colto alla sprovvista, in assenza di più gradite proposte, orfano degli allettanti e velleitari propositi stilati nei mesi precedenti, non si è trovato a prestare il fianco (e la presenza) a una delle seguenti situazioni (il tutto pur di non incorrere nel moralmente deprecabile “non fare un cazzo a Capodanno”):

1. Il veglione di Capodanno → tutti abbiamo almeno un amico che a più riprese nella vita, prova a convincerci che sia plausibile andare a festeggiare la fine dell’anno in qualche locale che assomiglia a un dopolavoro degli anni settanta, con i tavoli e le sedie di plastica bianca, i festoni, a ballare la macarena e — se sei fortunato — asereyè.   indomma   alla  fantozzi


Così nessuno mette in mezzo la casa,  (  prima o seconda  che sia  ) si mangia, si balla, ci si DIVERTE, tutti insieme a fare il conto alla rovescia eeeehhh…siamo i watussi, siamo i watussi, gli altissimi negri...e questo vantaggiosissimo pacchetto costa solo 35\40 euro a persona.

2. Il capodanno in piazza → questo genere di scelleratezza è comprensibile solo se non si ha ancora il diritto di voto. O se lo si è conquistato da 6 mesi. Se hai superato i 20 anni e ti viene in mente di andare — boh — a Roma/Bologna/Milano/Firenze, per andare a festeggiare il Capodanno in Piazza,o nelle piccole  cittadine  ciò significa in mezzo alla strada, a farti entrate il gelo fin dentro la colonna vertebrale, e stare in piedi, insieme ai cingalesi, per guardare un concerto dei Modà (o, peggio mi sento, di Gigi D’Alessio), io una domanda me la farei. E mi darei pure una risposta chiara.


3. La “festa” a casa dell’amico, del cugino, della tua amica. Che tu dici: dai, figo, conosciamo gente nuova! Ottimo! Arrivi carico\a di ottimismo e fiducia nel genere umano, con un outfit strategicamente studiato per sembrare figa ma non troppo, un rassicurante total black con minigonna inguinale ma nessuno sbrilluccichio troppo impegnativo. Stivale overknee, ma senza tacco. Splendida e florida di speranza, ti ritrovi in una casa dove c’è una cumpa di amici che si conoscono tutti dalle scuole elementari, seduti attorno a un tavolo, a giocare al mercante in fiera o amenità simili …

4. La “cena” a casa di amici. Che conosci. Sposati. Coppie. Ci sono anche dei bambini. Nessun single dell’altro sesso. Un’amica\o della scuola materna della proprietaria di casa, che si è mollata\o da 2 mesi. Passi la serata ad ascoltare le sue disgrazie. Tracanni vino senza pietà, nel vano tentativo di sopravvivere al palletico. C’è la tv accesa in sala. Il climax della serata sono le stelle filanti accese alla mezza. All’1.15 i primi se ne andranno. Alle 2 sarai a letto. Depressa.e  dire  ma chi  cazzo me lo ha  fatto fare 

5. La cena al ristorante. Il cenone, chiamato così solo per legittimare il fatto che devi spendere 100\150 euro a testa, bevande escluse, per mangiare tendenzialmente di merda. Talvolta rispettando anche uno specifico dress-code, tipo “Gold”. E, sia chiaro, nei 150 euro non è incluso il vestito di paiettes che indosserai solo quella sera e quella sera soltanto. Devi comprarlo a parte.

6. La discoteca, dove la cosa più mass che tu possa trovare ti costa comunque 50 euro consumazione inclusa (peccato che per sopravvivere alla fauna te ne servano ALMENO TRE di consumazioni), per ritrovarti pressata come una sardina sotto sale, a squamare in mezzo ai primati. Questo a meno che tu non investa la tua tredicesima (chi ce l’ha) per prendere un tavolo e sbronzarti, finendo nel migliore dei casi a limonare con qualcuno di cui non ricorderai le generalità dopo 2 ore.

7. La cena con i parenti. Perché sai, a questo punto, invece che passarlo con gli estranei preferisci stare con la tua famiglia! Uhm. Ne sei sicuro? Ciò implica che: ti ingozzerai così tanto da assumere il fabbisogno calorico di tutto il Lussemburgo, giocherai alla tombola, dovrai rispondere, peggio chje a natale  ,  alle domande delle zie del genere: "Hai conosciuto qualcuno?", "Ma non c'è proprio nessuno che ti piace?", infarcite da "Sai chi ha avuto un bimbo?" (discorsi che avete fatto pochi giorni prima, a Natale, ma che saranno riproposti con lievissime variazioni sul tema). Il tutto nell'estenuante attesa della mezzanotte, quando sarai nuovamente tenuto a mangiare una fetta di panettone e a brindare con delle discutibilissime bollicine, vendute nella stessa scatola del succitato panettone. No dico: sicuro sicuro che sia l'opzione migliore?

8. Il Capodanno romantico a due. Questo, a meno che non siate innamorati di fresco, ma proprio di fresco, generalmente si riduce in lei che cucina (perché si sa che a mangiar fuori a Capodanno si mangia male), lui che sceglie un film da guardare dopo cena, una bottiglia di vino, la telefonata dei genitori per fare gli auguri a mezzanotte e una opinabile sessione di mambo orizzontale di buon auspicio, per un altro anno in cui si fornicherà solo per anniversario e compleanni.

9. La Capitale europea, il viaggio che puoi permetterti e che fa figo quando la gente ti chiede "Cosa fai a Capodanno?" - "Vado a Parigi". Certo. Fichissimo. Peccato che spenderai inutilmente il triplo di quanto avresti speso ad andarci in un qualunque altro periodo dell'anno, e che il freddo che patirai, ma il freddo, il freddo guarda che tu non puoi averne l'idea, una cosa che ogni 10 passi dovrai entrare in una caffetteria per non andartene in ipotermia e morire, guarda, sarà veramente indimenticabile.

10. La serata con il gruppo storico di amici.Generalmente funziona che si portano le carte, cluedo, la wii, pictionary e tutto l'armamentario che dovrebbe consentire di non avere un attacco narcolettico prima della mezzanotte. In memoria dei vecchi tempi, si comprano ettolitri di vodka che nessuno berrà, preferendo piuttosto della coca cola zero o della cedrata. La location, di solito, diventa la villa al mare dell'amico che s'immola e la mette a disposizione. Peccato che una villa al mare, a dicembre, disabitata, diventa un'esperienza così hard core che finite a fare il trenino indossando il piumino. E il giorno dopo siete comunque raffreddati.

Insomma, Capodanno è il giorno dell'anno in cui più ci sbattiamo per divertirci e più facilmente finiamo per non riuscirci.Ad ogni modo, 



io , salvo  imprevvisti lo  festeggiero cosi 
Nessun testo alternativo automatico disponibile.


qualunque sia il modo in cui voi scegliate di trascorrerlo, che con buona probabilità farà in definitiva cagare, io vi auguro che sia una buona fine e che sia un buon inizio.

Il perdono al suo investitore, la nuova vita di Nicole Il terribile incidente, il coma, cinque mesi d’immobilità, tre di riabilitazione.



  da  http://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca/2017/12/28/

MONTEBELLUNA. Una serata di festa, all’improvviso il buio avvolge tutto: un terribile schianto nell’auto guidata dall’amico, due giorni di coma, cinque mesi immobile nel letto dell’ospedale, tre di riabilitazione. «Ma poi la vita riprende più bella che mai, forse anche perché hai sfiorato la morte e hai scoperto gentilezza, amicizia, amore, empatia, forza in te stessa, una grande voglia di farcela e non ultimo il perdono»

. È l’inno alla vita di Nicole Smith, 27 anni, nata a Londra e ora residente a Montebelluna.La notte del 22 agosto 2016 è rimasta coinvolta in un terribile incidente. L’auto guidata dall’amico Edward Koroni, 25 anni, albanese con residenza a Gazzo Padovano, esce di strada in via Aldo Moro a Vicenza. Nicole, seduta dietro di lui, viene sbalzata fuori dall’abitacolo in fin di vita. «Di quell’incidente non ricordo nulla», dice oggi. Due giorni di coma, poi il risveglio nella sala della rianimazione. «Attorno a me medico, infermieri, tubicini e monitor», rivive l’inizio della sua sfida. Davanti a lei una lunghissima convalescenza.
«Due le strade», aggiunge Nicole, che studia Scienze della Comunicazione all’università La Sapienza di Roma, «abbattersi e alimentare la rabbia nei confronti di chi ha causato tutto questo. Oppure decidere che sì, la prova è grande ma la vita è una bellezza». Così Nicole riparte con «un’innata energia». Carta e penna e condivide con il suo diario emozioni, paure, successi, insuccessi e persino la ferma volontà di perdonare chi l’ha obbligata a «140 giorni di immobilità nel letto dell’ospedale con il bacino fratturato». «Non sono stati mesi facili», confessa, «ma anche nel tunnel più nero ho capito che si può sempre scorgere la luce. E quella luce prende il nome di gentilezza, amicizia, voglia di vivere, ... e perdono. Sì, perché ho rivisto e perdonato anche Edward, il ragazzo che guidava: è inutile alimentare la rabbia, allora non aiutava alla mia salute. Forse per me il perdono è stato più facile perché mi sono ripresa completamente e relativamente presto. O forse proprio questo atteggiamento ha accelerato i tempi di guarigione. Se sono ancora qui è stato per un miracolo operato da quella forza spirituale che ci guida».Con Edward si sono rivisti non appena è stata in grado di alzarsi in piedi. «Ed è stato un lungo abbraccio riempito da suo continuare a chiedermi scusa. Questa esperienza ha cambiato anche lui: ora è più attento a chi lo circonda». Quella notte si era messo alla guida con in corpo un mix di droga e alcool, «ora è più consapevole». Lo scorso giugno, in un parco di Montebelluna, Nicole ha riunito tutti gli amici per una grande festa che ha chiamato “Inno alla vita”. A tutti oggi ripete: «Dopo averlo vissuto sulla mia pelle, vi dico che rabbia porto solo rabbia, un inutile spreco di energie».

ho fatto un sogno che a certe persone fosse tolta la cittadinanza italiana visto che secondo salvini e company se la devono meritare


canzoni consigliate
patience-Guns Roses
Pink Floyd - Another Brick In The Wall
Stanotte  , per  problemi di stomanco  , mi  sono  svegliato alle  03.30\4      ed  per  cercare  ( cosa  sbagliata   , vero  , ma  non  potevo acendere  la  luce  grande   , essendo la bajour  fulminata  , per   leggere  avrei rischiato di disturbare  i matusa      che  dormono nella stanza  affianco  ) di  riprendere  sonno ho  accesso il cellulare   ed  ecco che leggo   oltre  , alla  news   sotto    , quest'altra news    che cosi ho commentato 
Mi chiedo se Il leghista in questione pare essere un infermiere
Come si comporterà quando, durante lo svolgimento del suo lavoro, si troverà di fronte un paziente non appartenente al suo partito ( partito?) O con il colore della pelle i nazionalità diversa ?
Nausea
                                                                                                                                                                   Saverio Tommasi
16 h ·


L'uomo in foto si chiama Giampiero Borzoni ed è consigliere comunale e segretario della Lega a Vercelli.
Nella notte fra il 19 e il 20 dicembre il padre di Giampiero Borzoni si è sentito male e ha chiamato il 118.
E' arrivata la Croce Rossa per soccorrerlo, ma Borzoni ha insultato uno dei soccorritori, di origine nordafricana, chiamandolo "marocchino di m...", sia durante le operazioni di soccorso - cioè mentre il barelliere stava soccorrendo suo padre! - che poi dopo, al pronto soccorso.
L'operatore della Croce Rossa, però, ha registrato le offese e ha denunciato Borzoni. E solo a quel punto Borzoni si è scusato.
Riassumendo: un operatore della Croce Rossa soccorre tuo padre, ma tu non trovi di meglio che insultarlo per la sua provenienza geografica, mentre lui prova a salvargli la vita.
Onestamente, non ho parole.

Poi  dopo che ho ripreso sonno   ho fatto il sogno descritto   dal titolo  cioè che     come provocatoriamente     suggerisce   Ilham Mounssif  in italiana da    20 anni ( ma   ancora  non  ha diritto alla cittadinanza  italiana  )     forse  tolta  la  cittadinanza  a    certa gente  .  
da http://www.giornalettismo.com del 29.12.2017 

Ilham Mounssif
 | 

L’ATTIVISTA ILHAM MOUNSSIF: «PERCHÉ NON SI LEVA LA CITTADINANZA A SALVINI?»

Lei si chiama Ilham Mounssif è nata in Marocco 22 anni fa ma da 20 anni vive in Italia e non ha ancora ottenuto la cittadinanza italiana. Divenne tristemente celebre perché il suo ingresso per lei, premiata dall’Onu, fu respinto alla Camera dei deputati. Respinta perché formalmente marocchina. La giovane era poi stata accolta dalla presidente della Camera Laura Boldrini, con tanto di scuse. Ilham è sarda, è cresciuta in Italia e rappresenta alla perfezione la necessità dello Ius Solinel nostro paese.



Ilham Mounssif@ilham_mounssif
Ricordi di un fatto in sé triste ma che ha segnato per sempre il mio percorso di vita e crescita.Tanti auguri di un sereno 2018, Presidente @lauraboldrini Un anno ricco, intenso (speriamo in positivo) ci attende tutti.
18:40 - 28 dic 2017
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   «Matteo Salvini dice che la cittadinanza va desiderata, maturata e meritata? Allora possiamo anche iniziare a toglierla a lui, visto che sul tricolore e sulla Costituzione i leghisti hanno sempre sputato e hanno detto di tutto», ha spiegato la ragazza nel corso di un’intervista rilasciata a EuroNews. Un’intervista che ha fatto adirare non poco siti leghisti come Il Populista:

Mounsiff, nata in Marocco ma residente in Sardegna da quando aveva due anni, è diventata nota nel marzo 2017 quando fu respinta da Montecitorio perché non aveva il passaporto italiano. E che c’è di meglio se non prendersela con la Lega e con Salvini, anziché con se stessa per non essere in regola?
«Se veramente fossero questi i requisiti lui sarebbe il primo a vedersela negata», ha concluso Mounsiff.  Mounssif ha espresso la sua delusione per la mancata discussione della legge sullo ius soli al Senato. «La conclusione di questo percorso con un parlamento che diserta è proprio triste». «Coloro che soffrono di più per la mancata riforma sono quelli nella mia situazione, noi che siamo cresciuti ma non nati in questo Paese. Non c’è una disposizione che disciplini la nostra situazione».



Ma poi , poco fa , leggendo i nuovi commenti alla discussione sul  mio fb a tale news ho ripensato a questaversione italiana della pietra miliare ( una delle mie prime canzon ascoltate da ragazzo ) di Like a rolling stone di Bob Dylan




e   mi sono accorto che     ha ragione questo mio contatto facebook 
 

Antonio Rossino credere che questo mondo è questa terra sia un fatto privato Nell'era in cui viviamo credo sia solo.... Anzi vorrei che fosse una egoista utopia....

29.12.17

come se i bambini non avessero mai visto un .... pene eretto . il caso di un maesatro di Jesolo contro la mostra sull'Egitto: "Esposta la statuetta del dio della fertilità in erezione"



Jesolo, maestro contro la mostra sull'Egitto: "Esposta la statuetta del dio della fertilità in erezione"
Il docente della Carnia ha scritto agli organizzatori di “Egitto. Dei, Faraoni, Uomini”: "Quando verrò in visita con i miei alunni, chiedo di togliere o coprire la statuetta"





JESOLO. “Quando ho chiesto ai miei nipoti di disegnare qualcosa della mostra sull'Egitto di Jesolo visitata assieme il giorno prima, il più piccolo di 9 anni ha disegnato un antico egizio col fallo eretto spiegandomi che lo aveva visto in una teca. Per questo come insegnante vi chiedo di coprire o togliere la statuetta in questione dalla visione dei miei alunni, suoi coetanei, quando parteciperanno alla visita scolastica prenotata da tempo”.
La statuetta egizia finita al centro della polemica sollevata dal maestro



un contro  senso  questsa 
                                      La richiesta contenuta in un messaggio e-mail inviato dal sito internet della mostra, www.mostraegitto.com, arriva da un maestro elementare friulano residente in un comune della Carnia ed è indirizzata alla direzione della mostra che fa capo alle società produttrici e promoter, Venice Exhibition e Cultour Active. Il docente chiede di censurare, durante la visita della sua scolaresca prenotata a febbraio, una preziosa statua itifallica risalente al III secolo a.C., contenuta nell'allestimento della mostra “Egitto. Dei, Faraoni, Uomini” del Lido di Jesolo.
“Faccio sinceramente i complimenti per la ricchezza del percorso museale realizzato a Jesolo dedicato all'antico popolo egizio, mostra ben articolata e piena di informazioni che considero una tappa didattica importante per l'accrescimento

                La coda nella giornata di mercoledì per accedere alla mostra

 si legge ancora nel messaggio dell'insegnante, “ma non posso esimermi come educatore dall'interrogarmi se sia prematuro mostrare simili rappresentazioni della corporeità umana in palese esibizione erotica a bambini che in molti casi non ne hanno ancora piena consapevolezza. Nel dubbio vi prego di rispettare la mia richiesta che ritengo fin d'ora vincolante per la conferma della visita programmata con gli alunni minori sotto la mia responsabilità”.La statuetta della prima età tolemaica, alta circa 40 cm e realizzata in argilla cruda e bitume, prezioso prestito museale, si trova nell'area della mostra dedicata al culto dei morti. “Nell'antico Egitto”, replicano gli organizzatori della mostra, “fin dall'epoca remotissima del IV millennio a.C., si venerava la divinità Min, raffigurata in varie forme, ma più di frequente con aspetto umano e il pene eretto, appunto itifallico. Rappresentava il dio della fertilità, della riproduzione, del raccolto, del principio maschile e della virilità, particolarmente venerato a Copto, nell'Alto Egitto e, fino al Medio Regno, comunemente fuso al Horus”.“Questa come altre rappresentazioni che ci provengono dalla remota antichità egizia”, spiegano gli organizzatori, “sono dei vividi esempi di culto della civiltà egizia che non devono essere censurati ma spiegati ai ragazzi nel loro valore antico importante per quel popolo. Per questo abbiamo predisposto le audioguide differenziate per fasce d'età con la voce del giornalista e divulgatore scientifico Alessandro Cecchi Paone, in modo da trasmettere anche ai ragazzi in età scolare, grazie a concetti più semplici e a un linguaggio meno complesso, tutta la bellezza e la ricchezza dell'antica popolazione del Nilo”.



un contro senso visto che scrive nella prima parte del messaggio per motivare la suia chiusura mentale : << “Faccio sinceramente i complimenti per la ricchezza del percorso museale realizzato a Jesolo dedicato all'antico popolo egizio, mostra ben articolata e piena di informazioni che considero una tappa didattica importante per l'accrescimento >>.    Non si rende  conto noon solo del ridicolo ma   anche   dellìopportunità   mancata  ,  infatti ,  la  mia      amica  sulla mia bacheca  di facebok  commenta  cosi   quest'articolo  


Silvana Porcu Ma dai! Un'ottima occasione per fare educazione sessuale...con cenni storici!

Vedi altre reazioni

domande agli amici e conoscenti della polizia e delle forze dell'ordine in generale perchè chi comette abusi viene promosso e chi li denuncia viene emarginato ?

leggendo  l'articolo     che  trovate  sotto  


Mi  chiedo   e  provo  a  girare la  domanda  (  anche  se  credo  che  sarà una delle tante  che    volano nel vento  e  che difficilmente  saranno raccolte     da  coloro  a  cui  è  rivolta o  da  qualche  spiritoso coraggioso  )   ad amici  \  che    ricoprono , o  hanno ricoperto , ruoli  non importa   quali   nelle forze dell'ordine    come  nel titolo : perchè  chi comette  abusi   viene   promosso  e   chi li denuncia viene emarginato ? come fanno a spportare e non  .... incavolarsi davanti a << [...] logiche interne della Ps sorprendono. Poliziotti che “hanno gettato discredito sull’intera nazione” non risulta abbiano subito sanzioni disciplinari e, scontata l’interdizione, rientrano ai piani nobili del corpo. Mentre funzionari che si sono macchiati di colpe assai meno infamanti subiscono durissime sanzioni. Vale la pensa ricordare il caso di Filippo Bertolami vicequestore romano che nella sua veste di sindacalista ha fatto denunce scomode sulla gestione della polizia, specie all’epoca di Gianni De Gennaro, Antonio Manganelli e Alessandro Pansa: sprechi, utilizzo di beni, promozioni di agenti condannati come quelli del G8. Poche settimane fa è stato sospeso per undici mesi complessivi perché non avrebbe stampato un documento e perché non si sarebbe recato nell’ufficio del superiore.>>
  la  news   è  questa


da


Dopo la nomina al vertice della Dia di Gilberto Caldarozzi, condannato a 3 anni e 8 mesi per i falsi verbali della scuola Diaz, a un altro dei condannati eccellenti per la “macelleria messicana” del G8, è stato affidato uno degli incarichi più prestigiosi della polizia italiana. Pietro Troiani, il vicequestore passato alla storia come l’uomo delle false molotov, il 21

L'immagine può contenere: spazio all'aperto
foto mia scattata nel  giugno 2016

dicembre è stato nominato dirigente del Coa, il Centro operativo autostrade di Roma e del Lazio: il più grande d’Italia. Come per Caldarozzi tecnicamente non si è trattata di una promozione. Troiani resta vicequestore proprio come Caldarozzi resta primo dirigente. Questa è stata la precisazione del Dipartimento di pubblica sicurezza dopo che Repubblica aveva pubblicato le critiche delle vittime e dei famigliari dei manifestanti massacrati di botte e arrestati con false prove nella scuola Diaz nel luglio 2001.

Ma è innegabile che i due incarichi, vice direttore dell’antimafia e dirigente del Coa di Roma della Polstrada, siano considerati “ruoli apicali” in seno alla stessa polizia.
Diverso sarebbe stato assegnare i due funzionari a uffici amministrativi, non di prima linea.
Invece, ancora una volta sembra essere totalmente inevasa la precisa indicazione dei giudici della Cedu (Corte europea dei diritti dell’uomo) che nelle condanne all’Italia per l’assenza, all’epoca, di una legge sulla tortura, chiedevano al nostro paese di provvedere anche al blocco delle carriere e sanzioanre i funzionari che coprirono i torturatori materiali di Diaz e Bolzaneto.
Pietro Troiani, all’epoca in servizio al reparto celere di Roma, ebbe un ruolo decisivo nella vergognosa operazione Diaz.

dal film  Diaz - Don't Clean Up This Blood 2012 diretto da Daniele Vicari ed incentrato sui fatti del G8 di Genova.
Sapeva che a bordo della sua jeep c’erano due molotov recuperate ore prima in corso Italia e ordinò al suo autista di portarle nella scuola mentre era in corso la perquisizione. Il sacchetto con le bottiglie incendiarie passò fra le mani dei massimi dirigenti della polizia italiana dell’epoca e venne alla fine sbandierato come la prova regina per l’arresto dei presunti black bloc.
Le logiche interne della Ps sorprendono. Poliziotti che “hanno gettato discredito sull’intera nazione” non risulta abbiano subito sanzioni disciplinari e, scontata l’interdizione, rientrano ai piani nobili del corpo. Mentre funzionari che si sono macchiati di colpe assai meno infamanti subiscono durissime sanzioni. Vale la pensa ricordare il caso


 di Filippo Bertolami vicequestore romano che nella sua veste di sindacalista ha fatto denunce scomode sulla gestione della polizia, specie all’epoca di Gianni De Gennaro, Antonio Manganelli e Alessandro Pansa: sprechi, utilizzo di beni, promozioni di agenti condannati come quelli del G8. Poche settimane fa è stato sospeso per undici mesi complessivi perché non avrebbe stampato un documento e perché non si sarebbe recato nell’ufficio del superiore.



28.12.17

provocazione o fanatismo vegano ?

premetto  prima  di   raccontare   questa storia  che non ho niente  contro  i vegani sia  che lo facciano  per  moda  sia per scelta  di vita  ( io ho esperienza   con amici  che  rientrano nel  secondo caso  ) mi da fastidio  il loro , ovviamente senza  generalizzare   perchè  :   esistono anche se  sono mosche bianche   vegani non fondamentalisti   .,  tale  situazione  è presente non solo nei vegani  ma  in ogni cosa  che noi  facciuano o crediamo  ,  fondamentalismo fanatico  .

Essa  è presa dalla pagina di faceboook di Enrico rizzi animalista  e  presidente  di https://www.noitaonlus.com/

Queste due tristissime donne lavorano al supermercato Carrefour di Tivoli, a Roma.Hanno pensato bene di sfottere due esseri massacrati, dimenticando che il loro stipendio proviene proprio dal “sacrificio” di quei due poveri animali. Ho scritto all’Azienda Carrefour Italia al fine di prendere gli opportuni provvedimenti.Hanno già risposto, rassicurandomi a tal proposito.


 Fra  i comenti , oltre  a quelli citati     sotto  , alla discussione  del post  che trovate  qui   ( almeno  fin quando l'autore  non rimuoverà  )   mi  è  piaciuto  quello di 

Laura Scalia Non sono vegana ma qui c'entra poco l'esserlo o meno... Si tratta di avere rispetto, anche per ciò che alcuni di noi considerano cibo.
che  ha  portato  la  diuscussione  sull'argomento    e  cercato anche se  senza  riuscirvi alla contreapposizione  vegani  e  carnivori    con il relativo scambio  d'accuse   e  d'insulti  

Infatti  capisco e condivido   lo sdegno  ma concordo conil  commento di   Valentina Locci  quando  dice  : <<  Mamma quanta cattiveria... non si risponde all’ignoranza con la maleducazione ....>>  ed insulti personali aggiungo io  . Io non sono vegano e  sono al 90   % vegetariano   e  mangio pochissima carne   se  non allevata naturalmente  e non industrialmente   e  trovo le foto assolutamente fuori luogo. Indice oltre che di cattivo gusto di una insensibilità non sostenibile ma non per  questo arrivo a minacciare  ed  ad insultare  sul personale  le sciocche  commesse  .  Inoltre Sperare però che vada in fallimento il supermercato  è altrettanto brutto come  la stupida provocazione fatta  da loro  , lì ci lavorano tante altre persone che nulla c’entrano con questo e non si meritano di perdere il lavoro.a  causa  di due imbecilli .  Concludso facendo mio la parte  finale del commento   di   Michele Derudas  : <<  [...] il commento di esprimere un idea è molto diverso da esprimere una o più offese ,imparate a dialogare con persone che hanno idee diverse da voi ....per il resto posso solo augurarvi un ottimo 2018 ....visto che nn vi conosco.....>>

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