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15.9.25

Dietro la splendida medaglia di bronzo alla Maratona ai Mondiali di Tokyo c’è una storia che merita di essere raccontata.È quella di Illias Aouani

da Lorenzo Tosa

 Dietro la splendida medaglia di bronzo alla Maratona ai Mondiali di Tokyo c’è una storia che merita di essere raccontata. È quella di Illias Aouani, italiano, italianissimo, lui che in Marocco è vissuto appena due dei suoi 30 anni da compiere tra qualche giorno. Commoventi le parole con cui ha raccontato la sua impresa, che arriva davvero dal basso, dalle difficoltà, dalle periferie, dalla dignità di una famiglia umile,
di lavoratori. “È uno di quei momenti che si sognano per tutta la vita. A chi mi dirà che non sono italiano, non me ne frega nulla. Questo bronzo arriva dal nulla, dalle case popolari di Ponte Lambro, a Milano e spero che la mia storia sia di ispirazione per tutti: quando ci credi abbastanza, i sogni si possono realizzare. Mio padre sta per andare a lavorare in cantiere e sarà fiero di me. In questa medaglia c’è di tutto: momenti di sconforto, lacrime versate in macchina da solo, ma ce l’ho fatta”. In tanti avrebbero molto da imparare da questo grande atleta.

Infatti secondo l'unione Sarda del 


15 settembre 2025 alle 08:01aggiornato il 15 settembre 2025 alle 08:06

Mondiali di atletica, l’azzurro Aouani bronzo nella maratona: «Medaglia arrivata dalle case popolari»
Quarto podio per l'Italia a Tokyo. A fine gara: «Quando ci credi abbastanza i sogni si possono realizzare >>


Ancora una medaglia, la quarta, per l'Italia ai Mondiali di Tokyo.
Nella maratona Iliass Aouani si prende il bronzo con il tempo di 2h09:53 
Vince il tanzaniano Alphonce Simbu al fotofinish con una volata mozzafiato, in rimonta sul tedesco Amanal Petros. 
«È uno di quei momenti che si sognano per tutta la vita», dice felice l’azzurro, «Sono stato folle da sognare in grande. Una medaglia che mi rende orgoglioso ma non appaga la mia fame. Sono grato per chi ha creduto in me, felice di alzare il tricolore e di aver reso felici tante persone: la mia famiglia, il coach Massimo Magnani e tutto lo staff che mi segue»,  aggiunge il maratoneta nato in Marocco e trasferitosi in Italia a due anni.
«Al quindicesimo chilometro affioravano voci della mia parte oscura che mi vuole far mollare, però le ho messe subito a tacere»,  ha raccontato. 
Intorno a metà gara, «a uno spugnaggio, ho perso una delle due lenti a contatto ma mi sono detto che me ne poteva bastare una. Sono entrato nello stadio ed è stato bellissimo, puntavo all'oro, ma gli altri stati più bravi di me. L'anno scorso ho vissuto la delusione di non essere stato convocato per le Olimpiadi, gli ultimi due mesi sono stati molto complicati anche per qualche infortunio». «Questo bronzo»,  conclude, «arriva dal nulla, dalle case popolari di Ponte Lambro, e spero che la mia storia sia di ispirazione per tutti: quando ci credi abbastanza, i sogni si possono realizzare. Mio padre sta per andare a lavorare in cantiere e sarà fiero di me. In questa medaglia c'è di tutto: momenti di delusione in cui volevo mollare, lacrime versate in macchina da solo, ma ce l'ho fatta». 





14.9.25

vincere non è l'unica cosa che conta. E neanche partecipare. Conta fare quello che è giusto, nella vita come nello sport. Tim Van de Velde tornerà a casa dai Mondiali di atletica di Tokyo senza niente da mettere in bacheca

  da    https://www.fanpage.it/  più  precisamente qui
ho letto  che   ai mondiali di toyo  2025   nei  3  mila  siepi  
Tim Van de Velde si ferma prima del traguardo ai Mondiali e torna indietro  :il siepista belga si è fermatoprima del traguardo ed è tornato indietro quando ha capito che alle sue spalle c’era qualcun altro in difficoltà.





da  https://staticfanpage.akamaized.net/

In  lui      ,  come  i noi   che  leggiamo   tale  notizia  ,  c'è   la consapevolezza di aver nobilitato lo sport al suo massimo, nella sua accezione più pura.


 

 L'atleta belga si è fermato a pochi metri dal traguardo della batteria dei 300o siepi, quando ha ‘sentito' – non c'è termine migliore che renda l'idea – che alle sue spalle c'era qualcun altro in grande difficoltà.
 Allora si è voltato, è tornato indietro e ha accompagnato all'arrivo il colombiano Carlos San Martin dandogli la spalla: i due sono transitati praticamente appaiati sulla linea del traguardo, ultimi ma anche primi, tra gli applausi del pubblico allo stadio e quelli virtuali dei tifosi sui social.
Van de Velde era partito alla garibaldina nella terza batteria dei 3000 siepi ai campionati del mondo di atletica iniziati oggi in terra giapponese, ma dopo aver preso il comando della corsa è rimasto coinvolto in una caduta alla riviera, così come sono caduti in un altro frangente anche San Martin e l'etiope Lamecha Girma, detentore del record mondiale nella specialità e uno dei favoriti per le medaglie. Girma è riuscito poi a risalire e qualificarsi, mentre per gli altri due le cose non sono andate altrettanto bene.
Cosa è successo nei 3000 siepi ai Mondiali di atletica: il bellissimo gesto di Tim Van de Velde
Il 25enne siepista belga stava per finire penultimo la batteria, ma prima di concludere la gara e la sua partecipazione a Tokyo ha percepito le enormi difficoltà alle sue spalle di San Martin, che a malapena era riuscito a superare l'ultimo ostacolo sul rettilineo finale. A quel punto si è voltato e non ha esitato a fare la cosa giusta: tornare indietro e offrire il suo aiuto al collega visibilmente menomato. Van de Valde gli ha dato la spalla e insieme, a braccetto, hanno concluso la gara agli ultimi due posti. Uniti dal dolore fisico e dalla sofferenza morale per l'eliminazione, i due atleti hanno dato una splendida dimostrazione dei valori autentici dello sport.  
"È stato un gesto naturale – ha detto il belga dopo l'arrivo – La sfortuna continua a perseguitarmi, questa è la terza competizione importante in cui mi ritrovo a terra. Sono super deluso, avevo ottime gambe e con questa caduta è crollato tutto. Poi ho avuto tutto il tempo per pensare negli ultimi giri e quando ho visto un altro in difficoltà, mi sono detto ‘perché no'. Dopotutto, la mia gara era rovinata. Non è stato molto, solo un bel gesto". È stato nobile, cheper  una  volta   non è il colore di una medaglia,  quello  che   vale.

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