VE LO RICORDATE IL GIOCO FORZA QUATTRO ? :-)
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
28.11.07
PETIZIONE PER IL DALAI LAMA
La Cina si oppone al Dalai Lama. E l'Italia (con il Vaticano, ovviamente) china la testa
Fausto Bertinotti non concederà l’Aula di Montecitorio per la visita del Dalai Lama atteso a Roma in dicembre. Probabilmente il premio nobel per la pace non sarà ricevuto neanche da Romano Prodi e Massimo D’Alema, per paura di ritorsioni da parte della Cina. La visita del Dalai Lama ha già causato proteste dall'ambasciatore di Pechino. Il Dalai Lama Tenzin Gyatso, capo temporale e spirituale del popolo tibetano, è considerato un "traditore" dalla Cina dopo aver guidato la sollevazione dei tibetani contro il governo comunista cinese alla fine degli anni 50. La rivolta fu repressa dall'esercito cinese e nel 1959 il Dalai Lama fuggì in India dove ottenne asilo politico.
Nemmeno il papa incontrerà il Dalai Lama. In ottobre, un funzionario del Vaticano aveva detto ai giornalisti che il papa avrebbe incontrato il leader spirituale dei buddhisti tibetani il 13 dicembre. La Cina aveva risposto alla notizia dicendo che l'incontro avrebbe potuto "urtare i sentimenti della popolazione". Il pontefice era stato sollecitato a prendere azioni tese a dimostrare che "era sincero" nel suo intento di voler migliorare le relazioni tra Cina e Vaticano.
Ma saremo liberi di fare quello che ci pare in Italia? I cinesi imparino a cucinare qualcosa di decente invece di scuoiare animali e venire qui a dettare legge...
27.11.07
le donne e i media
articolo tratto dawww.girodivite.it/I-media-e-l-immagine-femminile.html tranne le parole non in corsivo
Le donne normali, nelle pubblicità come in tv, sono del tutto assenti, le donne anziane si vedono solo nelle reclame delle dentiere, mentre gli schermi televisivi e i cartelloni pubblicitari abbondano di belle ragazze e modelle magre e dal fisico mozzafiato. Sono sempre di più le donne che occupano posizioni di rilievo nel mondo della comunicazione. Nelle medie e grandi aziende private italiane, le addette stampa sono il 74%, e il 77,8% sono dirigenti delle aree di informazione. Nonostante questo, però, l’immagine della donna veicolata dai media e dalla pubblicità continua ad essere legata a schemi e stereotipi tipici di una cultura profondamente sessista .
Di questo tema si è parlato alcuni giorni fa in Fiera a Bologna nel corso di una tavola rotonda organizzata da INAIL (Istituto Nazionale per l’ assicurazione contro gli infortuni sul lavoro) e dall’ Associazione della Comunicazione Pubblica, oviamente ignorata dai media nazionale che l'hanno considerata una non notizia o una notizia locale
"Negli ultimi dieci anni la comunicazione si è trasformata, passando da strumento di importanza marginale a elemento strategico per il successo delle aziende, sia pubbliche che private - ha spiegato Antonella Ninci, presidente del comitato Pari Opportunità dell’ Inail - in questo cambiamento le donne hanno svolto spesso un ruolo da protagoniste, a volte artefici inconsapevoli di successi e di cambiamenti. Si può quindi affermare che la comunicazione è donna, anche se le donne continuano a guadagnare meno rispetto ai colleghi maschi e le poltrone del potere sono occupate, nella maggior parte dei casi, dagli uomini".
"Purtroppo c’è un altissimo numero di messaggi pubblicitari che ledono l’immagine femminile - ha detto Isabella Rauti, consigliera nazionale di Parità - manca un’ educazione seria basata sui principi non discriminatori e sul rispetto delle differenze di genere. Un esempio fra tanti è quello della pubblicità di una patatina che aveva come testimonial un noto attore di film porno. Un messaggio certamente carico di allusioni sessuali e di volgarità, per il quale è stato chiesto come capo espriatorio ( perchè ce ne sono ben peggiori ) e ha ottenuto,l’intervento del giurì della disciplina pubblicitaria".
Le donne normali, nelle pubblicità come in tv, sono del tutto assenti, le donne anziane si vedono solo nelle reclame delle dentiere, mentre gli schermi televisivi e i cartelloni pubblicitari abbondano di belle ragazze e modelle magre e dal fisico mozzafiato. "La risposta a tutto questo è semplice - ha ammesso Roberto Vecchi, autore e regista televisivo - e si chiama audience. I dati Auditel, ad esempio, sono fondamentali per chi fa televisione, ed è innegabile che la presenza di una velina aumenti inevitabilmente il picco di ascolti. Solo una forte pressione da parte di chi si occupa di Pari Opportunità su chi gestisce i media potrebbe portare, forse, ad un’ attenzione e ad un rispetto maggiore nei confronti delle donne".Tesi su cui non solo d'accordo perchè è solo repressiva , meglio insistere su una nuova eduazione etico morale , iniziando dall'infanzia."Commentando una pubblicità della Tim che aveva come testimonial la Canalis, il quotidiano inglese Financial Times ha scritto che l’ Italia ha dimenticato il femminismo - ha aggiunto la Rauti - in effetti nel nostro Paese c’è una sorta di discontinuità storica e sociale nel percorso dell’ emancipazione femminile. E’ necessario proporre un’ idea di plurale femminile, di non adesione ad un unico modello, per uscire dallo stereotipo della donna velina, velona, poco vestita e sempre in atteggiamenti seduttivi".
Infatti sono contento Mi fa piacere vedere che proprio le donne stiano alzando la testa, evidenziando il grave malessere sociale che investe il nostro paese...dai 12 ai 52 anni si cerca di dimostrare sempre la stessa età...questa idea che lo scopo della vita sia rincorrere e rimpiangere i 25 anni, fa perdere di vista ciò che ha davvero importanza...il piacere di crescere, evolversi, acquisire conoscenza, maturità, rispettabilità, sociale e personale ciò che ha spinto gli uomini fin dagli albori ad evolversi e passare dalle clave ai pc sembra non avere più importanza almeno per le donne...medici donne, avvocati donne, commercialiste, insegnanti, astronauti, militari e scienziati donne e la lista potrebbe continuare, lavorano spesso all’ombra...di potenti che stanno imponendo attraverso i media un’idea di società formata da eterni e istupiditi ragazzi che non costruiscono più nulla, non credono più in nulla e che vengono appagati dalle sgambettanti veline, consumatori e null’altro.
Senza titolo 2326
stringimi madre
ho molto peccato
ma la vita è un suicidio
l'amore un rogo
e voglio un pensiero superficiale
che renda la pelle splendida
senza un finale che faccia male
coi cuori sporchi
e le mani lavate
a salvarmi
vieni a salvarmi
salvami
bacia il colpevole
se dice la verità
passo le notti
nero e cristallo
a sceglier le carte
che giocherei
a maledire certe domande
che forse era meglio
non farsi mai
Senza titolo 2325
quando mi autosospendo dal commentare i fatti politici qualcuno si allarma, altri si allertano; vi sono due desideri in gioco....la Fatanuda senza primarie perde la sua funzione, la Fatanuda scivola nell'eros...
certo che la politica di questi giorni la lascerei a qualche medico della mutua, il lavoro mi avvolge, torno a casa e leggo di Elgin e Caroline, poi nuda sfioro le tende, entro nell'acqua.
Senza titolo 2324
26.11.07
Per non dimenticare: 27 anni fa il terremoto in Irpinia
Per non dimenticare: 27 anni fa il terremoto in Irpinia
uno dei video del reportage di agendaoline
se volesse saperne di più e vedere altre foto e video oltre questo link può consultare la sezione approfondimenti presente a fine post . Prima di iniziare con iol post d'oggi vorrei rispondere a tutti\e coloro che mi rimproverano perchè riporto , facendo copia ed incolla anzi che mettere mie impressioni oppure anzi che mettere come fà Pino Scaccia gli url dell'articlo citato .
!) perchè certi eventi i ricordi sono labili , infatti quando è avvenuto taloe evento avevo appena 4 anni e ho soo ricordi indiretti ( appreso da documentari speciali , ecc cartacei e telkevisivi per il deccenale o ilventennale di tale evento ) o ricordi dei miei genitori e parenti . 2) perchè molto spesso , gli url dei giornali online vengono sostituiti da altri , o dopo un detterminato periodo vengono archiviati diventando non più gratuiti e quindi fruibili da tutti ma a pagamento e poi non tutti i siti per la loro politica di copy right permettono di usare l'opzione presene in google e in altri motori di ricerca della copia cache . Ma ora basta con le ciancie inutili e veniamo ai post vero e proprio
23 novembre 1980
Quel tragico ventitré novembre
correndo e scherzando per le strade,
una bella giornata di festa
avvolta dentro un tiepido sole.
Pensavo fra un mese è Natale
e quanti ricordi di amici e miei cari lontani,
vola il mio pensiero tra loro
rincorrendosi con la luce, il mio cuore palpita e mi dice,
questo giorno non finisce mai.
Vai speranza corri anche tu tra loro
non chiudere mai il tramonto,
e non fermarti a guardare,
fai che la notte non insegua più il giorno
e fermi il vento che mi porta il pianto,
e le grida di aiuto di quella povera gente.
Michele Bortone
Lugano, bortmik@freesurf.ch
Sono ormai trascorsi 27 lunghi anni dal terribile sisma che il 23 novembre 1980 rase al suolo alcuni centri dell’Alta Irpinia e della Basilicata, cancellando intere famiglie decimando e stremando le popolazioni locali. Si trattò di un immane cataclisma, le cui rovinose conseguenze non furono causate solo da elementi naturali, bensì pure da fattori di tipo storico-politico e antropico-culturale. Ricordo che nei mesi immediatamente successivi alla catastrofe, non furono pochi gli osservatori e gli analisti politici che si spinsero a formulare l’agghiacciante ipotesi di una vera e propria “strage di Stato”. La furia tellurica investì in modo traumatico e devastante le comunità di Sant’Angelo dei Lombardi, Lioni e Conza della Campania, i centri più gravemente danneggiati dal sisma. Ebbene, da quel funesto giorno sembra separarci un’eternità !
In tutti questi anni, le tematiche collegate al terremoto del 1980 e alla ricostruzione post-sismica sono state oggetto di validi e complessi studi, inchieste e approfondimenti, condotti e pubblicati anche su blog e siti Internet (naturalmente sono state scritte anche scempiaggini). Per cui sembrerebbe che non ci sia molto da aggiungere. Invece, credo che valga la pena di spendere qualche frase in occasione delle consuete e rituali commemorazioni, celebrate nel 27° anniversario del triste evento. Per gli abitanti dell’Alta Irpinia, in modo particolare per i cittadini di Lioni, Sant’Angelo dei Lombardi e Conza della Campania (i tre Comuni più disastrati dell’area del cratere) il terremoto del 23 novembre 1980 ha costituito indubbiamente un avvenimento luttuoso, per cui quel giorno non rappresenta una data qualsiasi del calendario, ma segna un vero spartiacque storico-cronologico e antropologico-culturale. Equivalente all’11 settembre 2001 per gli Americani, oppure all’anno zero, ossia all’avvento di Gesù, per i cristiani.L’espressione “data-spartiacque” indica anzitutto che, a partire da quel momento storico, la nostra vita quotidiana è radicalmente mutata sotto ogni profilo. La realtà delle nostre zone si è trasformata visceralmente sul versante economico e sociale, persino a livello psicologico ed esistenziale, facendoci letteralmente regredire sul piano antropologico e culturale. Il terremoto ha straziato le nostre vite, turbato le nostre emozioni e percezioni, segnando profondamente le nostre menti, i nostri stati d’animo, la sfera interiore degli affetti e dei sentimenti più intimi, perfino i nostri istinti più elementari. Il cambiamento, inteso come imbarbarimento, si è insinuato dentro di noi, negli atteggiamenti e nelle relazioni più comuni, penetrando fino in fondo alle viscere della terra. Una terra sempre più infetta e corrotta dall’inquinamento chimico-industriale, avvelenata dai rifiuti e dalle scorie d’ogni genere. Così pure l’aria e l’acqua, che un tempo erano assolutamente pure e incontaminate.Ciò che invece sembra mantenersi perennemente intatto, immutato e quasi indisturbato, è l’assetto del potere politico-clientelare che continua a ricattare i soggetti più deboli e indifesi, a condizionare la libertà di scelta delle coscienze individuali, influenzando gli orientamenti elettorali dei singoli, vale a dire di vasti strati della popolazione. Pertanto, al fine di non dimenticare l’immane tragedia collettiva che 27 anni or sono fece precipitare nel lutto più doloroso ed insanabile le comunità dell’Alta Irpinia e della Basilicata, vi propongo una suggestiva testimonianza del noto scrittore irpino Franco Arminio. Buona lettura.“Dalle mie parti siamo tutti esperti di terremoto, almeno quelli che quando venne la scossa erano adulti: ventitré novembre 1980, le sette e mezza della sera, la terra fa tremare tutto l’Appennino meridionale, l’epicentro è tra le province di Avellino, Salerno e Potenza, una decina di paesi completamente distrutti (Conza, Laviano, San Mango, Sant’Angelo dei Lombardi, Lioni, solo per ricordarne alcuni) altre centinaia danneggiati più o meno gravemente, tremila persone morte, schiacciate dal peso delle case rotte, adesso penso al fatto che non tutte sono morte subito, c’è chi sarà rimasto in agonia per qualche ora, chi avrà sentito i soccorritori che stavano per raggiungerlo e non ce l’hanno fatta a prendergli le mani, il terremoto dal punto di vista dei morti è una cosa fatta di travi sulla pancia, di buio, di gambe rotte, è un trovarsi nella spina della vita all’improvviso, sei con la bocca davanti alla maniglia della tua stanza, guardi un televisore spento, stavi vedendo la partita, tua moglie era in cucina che preparava la cena, giocavano la Iuventus e l’Inter, ma non sai com’è andata a finire, sai che sta finendo la tua vita e ti fa rabbia che continua quella degli altri, ombre che staranno lì a spartirsi questo curioso bottino che è il tempo che passa, tu sei stato appena riportato tra loro, non puoi sapere che stanno polemizzando sui soccorsi che non sono arrivati, è arrivato il presidente della Repubblica e ha fatto una scenata alla classe politica, quella che ignorava che il cemento della tua casa era disarmato, quella che non si è preoccupata che la casa in cui è morta tua madre era fatiscente nonostante tu vivessi nel mondo che si dice progredito, il mondo che anche nel tuo paese aveva voltato le spalle alla civiltà contadina per sistemarsi nella modernità incivile, è in nome di questa modernità che cominciarono a ricostruire la tua casa e quella degli altri, pensarono perfino che non bastavano le case, ci volevano anche le industrie, ora molte di quelle case sono chiuse come la tua cassa da morto e lo stesso è avvenuto per quelle industrie, non sai che questo fatto a un certo punto è stato utilizzato per combattere quelli che comandavano in queste zone, non sai che le persone del nord Italia che vennero qui ad aiutare furono assai deluse dal sapere di tanti sprechi (si parla di una spesa di sessantamila miliardi di lire, ma i conteggi cambiano a seconda di chi li fa) e diedero credito a un partito che nasceva per dire basta con questa storia del sud, il problema siamo noi, i soldi che facciamo col nostro lavoro non ce li deve togliere nessuno, e infatti nessuno glieli ha tolti, come nessun scandalo a noi ci ha tolto quelli che comandavano e che comandano ancora e che adesso fanno coi fondi europei quello che fecero col terremoto, pure questa è una faccenda scandalosa, ma per ora non fa notizia, manca il detonatore della tragedia, intanto pure l’ingegnere che ha costruito la tua casa caduta non è andato in galera e neppure chi l’ha ricostruita in maniera piuttosto orrenda, il terremoto per te è finito con la fine della scossa, ma per gli altri è continuato molti anni ed è stato una corsa a fare soldi, in questa corsa non c’era tempo per pensare alla bellezza dei paesi, il problema era solo allargali, allungarli e l’opera è stata compiuta con genio e vi hanno partecipato un poco tutti, dal parlamentare che ha fatto la legge per cui si potevano aggiustare anche case che non si erano rotte, all’architetto che ha disegnato con la matita della venalità, al cittadino che si è messo in fila ad attendere quello che gli spettava e se possibile anche qualcosa di più, ora tutti si lamentano, tutti a dire che si stava meglio prima del terremoto, tutti a rimpiangere un tempo in cui si era più uniti e più buoni, a me pare di averla vista questa bontà e questa unione solo fino a quando è durata la paura, fino a quando la gente ha dormito nelle macchine, fino a quando abbiamo cercato di salvarti, poi è andata un po’ come ti ho detto.” (Franco Arminio)
fonte www.girodivite.it
P.s
approfondimenti
- http://it.wikipedia.org/wiki/Terremoto_dell'Irpinia
- tinyurl.com/2a3oxu video dell'edizione straordinaria del tg1 del 23.11.1980
- isole.ecn.org/ska/nov/terrem3.htm comunicato dei Centri sociali autogestiti della Campania
- il terremoto infinito dossier di officina99 Csa di Napoli
- rassegna di flickr sul terremoto del 1980
Senza titolo 2320
Marco Palasciano eseguirà, come nelle scorse edizioni, una serie di concerti nel solco della grande tradizione europea dal medioevo al Novecento, realmente irripetibili poiché di pura improvvisazione; e se si spera che susciteranno lo «stupore del mondo» (che è anche il soprannome dell'imperatore Federico II cui si intitola la Sala) è perché, com'è noto, si tratta d'un totale autodidatta in musica, al pari del proverbiale "pianista sull'oceano".
La scorsa serie di cinque concerti, "I dieci mondi dell'umano spirito", era dedicata ai pianeti moralizzati della mitologia astrologica; stavolta, per ciascuna puntata il programma prevede due momenti pianistici di circa 25 minuti l'uno, intervallati da una lettura di testi poetici atti a rievocare Pier delle Vigne, Federico II, il suo perduto arco trionfale e il Museo che ne ospita le statue.
Si raccomanda gentilmente la puntualità assoluta: i concerti inizieranno alle 11.15 anche in assenza di pubblico (a "riscaldamento"), per avere conclusione alle 12.15. Per informazioni: palasciania@iol.it.
PROGRAMMA
Domenica 25 novembre
"UN'ANIMA E IL MONDO"
Nell'intervallo: Dante, "Inferno", c. XIII, vv. 1-78; M.P., "Le strade e le storie di Capua", quadro "Vita di Pier delle Vigne nel racconto di lui medesimo, presso i resti dell'Arco trionfale di Federico II di Svevia".
Martedì 27 novembre
"LA MERAVIGLIA PERDUTA"
Nell'intervallo: M.P., "Tra forti e pianoforti", quadro "L'architetto Ambrogio Attendolo mostra al figlio il Castello di Carlo V e la visita dell'imperatore", scene 1.1, 1.2 e parte della 1.3.
Venerdì 30 novembre
"ALLA CORTE DI FEDERICO II"
Nell'intervallo: Giacomo da Lentini, "Meravigliosamente"; Rinaldo d'Aquino, "Un oseletto che parla d'amore"; Pier delle Vigne, "Amore, in cui disio" e parte di "Amando con fin core".
Martedì 4 dicembre
"NEL TEMPIO DELLE MUSE"
Nell'intervallo: M.P., "Le strade e le storie di Capua", parte del quadro "L'ambiente poetico, filosofico e teatrale della Capua cinque-secentesca nel racconto di Camillo Pellegrino, presso il Museo Campano".
Ho bisogno
Zinnia elegans il fiore della semplicità
Ho bisogno di colore
ho bisogno di pulito
ho bisogno di un fiore
ho bisogno di semplicità
ho bisogno di pulito
ho bisogno di un fiore
che il sorriso mi ridà
ho bisogno del sole
che la pelle scalderà
ho bisogno.
Franca Bassi
Senza titolo 2319
FIRENZE - DOMENICA 2 DICEMBRE A CAMPI SI SVOLGE IL REFERENDUM SULL'INCENERITORE DI CASE PASSERINI (frazione di Campi Bisenzio) - LA CITTADINANZA DEVE DIRE SE VUOLE L'INCENERITORE A CASE PASSERINI E SE VUOLE CHE I RIFIUTI SIANO SMALTITI TRAMITE INCENERIMENTO. VOTA E FAI VOTARE 2 VOLTE NO
NO ALL'INCENERITORE DI CASE PASSERINI
NO A TUTTI GLI INCENERITORI - I CITTADINI CHIEDONO RACCOLTE DIFFERENZIATE SPINTE CON IL SISTEMA DEL PORTA A PORTA - LA PIANA E' MALATA - 173 MEDICI HANNO LANCIATO UN APPELLO IN DIFESA DELLA SALUTE
NE PARLIAMO
Mercoledì 28 novembre (ore 21) a Campi Bisenzio, preso l'auditorium Rodari un
incontro pubblico con tema " le problematiche sanitarie ed i rischi derivanti dagli impianti di
incenerimento.Le anternative messe in pratica" Intervengono la Dott.ssa Patrizia Gentilini, oncologa infantile (isde) ) e il Dott. Federico Valerio (istituto tumori di Genova ISTGE)., Rossano Ercolini
(ass.ne ambientefuturo Lucca)
Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare.
Senza titolo 2318
Pistoia - Un sit in di protesta è stato attuato sabato scoro dinanzi all'inceniritore di Montale. I cittadini hanno evidenziato i seguenti punti:
NO ALLA RIAPERTURA DELL’INCENERITORE DI MONTALE, AI LAVORI DI AMPLIAMENTO E ALLA COSTRUZIONE DEL TERZO FORNO e PER CHIEDERE UNA URGENTE BONIFICA DEL TERRITORIO
BASTA CON LA TRUFFA DEGLI INCENTIVI MONETARI AGLI INCENERITORI ( CIP6 E CERTIFICATI VERDI ). NON VOGLIAMO PIU’ PAGARE PER FARCI AVVELENARE !
SI A POLITICHE DI RIDUZIONE DEI RIFIUTI, DI RIUTILIZZO, DI RICICLAGGIO E ALLA STRATEGIA RIFIUTI ZERO 2020
SI ALLE RACCOLTE DIFFERENZIATE PORTA A PORTA
SI ALLA DIFESA DELLA SALUTE
NO ALLA SCELTA DELL’ INCENERIMENTO E AGLI IPOTIZZATI INCENERITORI DEL CALICE (PRATO) E DI CASE PASSERINI (FI); E ALL’ AMPLIAMENTO DI SELVAPIANA (PONTASSIEVE).
Comitato contro l’Inceneritore di Montale - Presidio Permanente “Giulio Maccacaro” per la non riapertura dell’ inceneritore di Montale - Costituendo Comitato di Montemurlo - Coordinamento dei Comitati della Piana Fi-Po-Pt - Circolo Legambiente di Agliana/Quarrata – Collettivo Liberate gli Orsi, Pistoia – Associazione “Adelmo Santini ”, Agliana - Amici di Beppe Grillo, Pistoia - Confederazione Cobas, Pistoia – CUB, Pistoia – Sinistra critica, Pistoia.
Fot.in.prop. viale Petrocchi, 152 Pistoia
Senza titolo 2317
Senza titolo 2316
Senza titolo 2315
Pistoia - Il Wwf diffida la ripapertura dell'inceneritore di Montale. "Tramite la nostre Sezioni locali - recita il loro comuicato stampa - avevamo suggerito alla Provincia di Pistoia un percorso per uscire dalla spirale che vede l’inceneritore quale punto strategico della gestione dei rifiuti dell’A.T.O. n. 5. Innanzitutto avevamo chiesto garanzie precise prima di procedere ad un'eventuale riapertura dell’impianto: analisi dei terreni ed indagine epidemiologica su tutte. Contestualmente avevamo chiesto che si investissero forti risorse ed adeguati strumenti sul fronte della raccolta differenziata e della riduzione a monte dei rifiuti. Alla fine, abbiamo dovuto amaramente prendere atto che da un lato si intende procedere alla riapertura dell’impianto, ‘a prescindere’ dalle nostre richieste e da quelle dei Comitati, mentre dall’altro si è deciso di investire soltanto pochi spiccioli sul fronte della raccolta e della riduzione a monte, questioni per noi dirimenti". Gli ambientalisti, tra la'ltro ricordano che l'anno scorso vi è stato uno sforamento delle diossine dall'impianto. La provincia di Pistoia ha giusitificato la riapertura dell'impianto con la storia dei carboni attivi difettosi."A questo modo di gestire la ‘patata bollente’ dei rifiuti il WWF ha ribadito il proprio NO, si legge nel comunicato -accanto ad un convinto SI ad una politica diversa che metta in fuori gioco i cosiddetti termovalorizzatori, gli unici impianti di smaltimento ad essere presi in considerazione in Italia (a discapito di quelli assai meno inquinanti come ad esempio gli impianti di trattamento a freddo)".
Romilda Marzari
Senza titolo 2314
Prato- Spesso si sente parla re di malsanità ma devo dire che vi sono anche ospedale che fanno l'eccezzione alla regola. Sono alla 17esima settimana di gravidanza, una settimana fà mi hanno effettuato una biopsia per condilomatosi al collo dell'utero (il bambino non ha accussato l'intervento, anzi ogni volta che mi faccio un'ecografia di controllo lui è sempre lì che si muove come un foresennato). Devo dire che tutto lo staff socio sanitario mi ha dato un ottimo sostegno morale, conquistandosi la mia fiducia e sopportando le mie ansie. Ogni piccola perdita mi fà temere di perdere il bambino e lui, invece, si mostra sempre vispo e iperattivo (tutto sua madre). La ginecologa del consultorio che mi segue, tra l'altro, qualche giorno fà mi ha visitata anche se non aveva appuntamento soolo perchè volevo ,la sicurezza che il bambino non avesse risentito dell'intervento. Oggi, poi, noto una perdita di prima amttina. Mi reco al pronto soccorso. Il ginecolo di guardia che mi conosce di già mi rassicura ancora prima di fare l'ecografia. E tutto va bene. Il pupone mio è sempre vispo. La perdita era dovuta alla cicatrice della biopsia.
Importanza del pap - test
Ora bando alla ciance. Esistone delle infezioni virali, quali quella che ho preso io, che se non curate possono trasformarsi in cancro all'utero. Grazie al pap test (tra l'altro previto negli esami di protocollo della gravidanza) i ginecologi sono riusciti a scoprire questo cellule infette che si erano ramificate all'inizio del collo dell'utero. Tali cellule in gravidanza si moltiplicano molto facilmente e si possono trasmettere al feto (una cinese ha trasmesso i suoi condilomi al figlio al momento del parto). Se non si blocca la loro evoluzione possono degenerare in cancro. Ora attendo il risultato della biopsia. Forse dopo il parto, se l'esito sarà di gravità media, mi dovranno asportate perte di utero (anche con mezzo utero sdi ha una vita sessuale normale e si possono fare anche figli se si vuole). Però voglio fare presente che un pap - test ha salvato la salute mia e del mio pupo. E come mi disse l'anestesista in risposta alla mia frase "Io penso solo alla salute del bambino" una gestante deve curarsi per curare anche il figlio che porta in grembo.
Romilda
Senza titolo 2313
la prima : << come ami parli sempre di donne non sarai mica effeminato ? o vuoi per caso cambiare sesso ? o vuoi farti amiche le donne per ..... . >>
La seconda : << dici d'essere a nostro favore , e poi ci getti fango ? hanno fatto bene , si sono presi quello che meritavano , idem la7 che voleva strumentalizzare la cosa .
Rispondiamo ora punto per punto a ciascuna d'esse
La prima .
Innanzitutto sono etero ( e poi se fossi trans , bi sex , o gay\ omo sex non cambia la questione ) ., e se cosi fosse che male c'è di male ? che male c'è se , almeno per ora ( poi magari che sa ) preferisco vivere il mio rapporto con l'Altro sesso senza legami amorosi \ sentimentali ? E poi schierarsi in difesa dei problemi della gente , le donne in questo caso , è vera lotta . Infatti essa è più vera ( scusate se rispondo con slogan o frasi fatte , ma mi viene spontaneo ) quando è di tutti per tutti senza guardare , etnia , sesso, religioni
La seconda
Non sapevo che criticare determinate posizioni del movimento significasse gettargli fango .
Cosa lontana di me , non attacco mai , se non c'è una motivazione e se nel caso mi capita faccio autocritica . replico con questo articolo qui sul giornale di Sardegna di oggi
Noemi Sanna Psichiatra clinico e forense
Le donne sono scese in piazza, ed in piazza hanno portato la loro esasperazione, per fare rispettare il sacro santo diritto a non essere vittime, spesso ignorate, di violenza. Il fenomeno è una drammatica realtà, diffusa in ogni ceto ed in ogni cultura ed è ancora troppo tollerato. Vi sono almeno due circostanze,tuttavia, nelle quali sono proprio le donne che ostacolano la loro piena affermazione sul piano della creatività e del rispetto dei loro diritti. La prima è rappresentata da quel fenomeno che gli studiosi del comportamento umano definiscono “omovestitismo”. Si tratta di una forma di pervesione sociale del comportamento caratterizzato da un acritico e passivo appiattimento ed adattamento della donna alla volontà maschile, anche quando questa è espressione di manifestazioni intrusive ed aggressive che hanno il solo scopo di dominarla e sfruttarla tipico il rapporto tra la “donna di strada” ed il suo protettore . Senza arrivare a questi estremi si tratta di un tipo di donna assai comune che non è in grado di realizzare alcuno dei suoi desideri non sul piano professionale,non sul piano della scelta educativa sui figli, non sul piano della scelta degli amici da frequentare. E’ l’emblema di una passività ben conosciuta in ambito vittimologico di chi è nato vittima e che continua ad essere vittima per tutta la vita.Il secondo tipo di estremizzazione, apparentemente opposto al precedente ma altrettanto pericoloso, è rappresentato da quel comportamento femminile noto come parodia del “maschilismo” aggressivo e deteriore. Sono donne che vivono nei confronti dell’uomo sentimenti esclusivi di ostilità e che, attraverso un meccanismo psicologico di difesa noto come “identificazione all’aggressore”, si comportano come
i peggiori uomini, adottando comportamenti inutilmente aggressivi e distruttivi.La maggior parte delle donne sanno che, al posto del passivo omovestitismo e dell’aggressivo maschilismo, vi è una terza via. uella che permette l’affermazione dei propri valori e dei propri diritti attraverso il miglior uso dell’intelligenza, il maggiore controllo delle emozioni violente, il rispetto degli altri e di se stessi e l’adozione di mezzi più adeguati alla realtà quali la sensibilizzazione sociale, la maturazione culturale e l’adozione di leggi eque ed adeguate.
e con quest'altro articolo satirico sempre dallo stesso giornale Chicco Gallus ripondo anche alla prima
Ma se al corteo contro la violenza sulle donne non erano ammessi gli uomini, cosa vorrà dire Non sarà naturalmente che si lasci velatamente intendere un ragionamento del tipo «gran parte delle violenze contro le donne le perpetrano gli uomini, tu sei un uomo quindi sei potenzialmente colpevole». Il cosiddetto spannologismo. Il sillogismo a spanne. Non sarà cos , vero Sarebbe lo stesso ragionamento di condanna per categorie che
si sente anche troppo spesso in giro per altri casi. Contro nazionalità intere, contro fedeli di certe religioni, contro categorie di persone prese all’ingrosso. Sei parte di una categoria, di un genere, di un gruppo: sei responsabile. Con lo stesso ragionamento se si fa una manifestazione contro i maltrattamenti ai bambini si dovrebbero cacciar fuori dai cortei le mamme: i maltrattamenti li commettono di solito persone adulte, e le mam-
me sono persone adulte. E i cortei per la tutela degli animali Uguale, la maggior parte dei maltrattamenti li perpetrano gli esseri umani. Fuori tutti
gli esseri umani, quindi. Fanno parte, evidentemente della categoria che fornisce la maggior parte dei colpevoli. Non si sceglie di esser maschi o femmine. Non c’è in questo nè merito nè colpa. Non si è migliori o peggiori. Abbiamo già avuto abbastanza dispiaceri da un certo concetto di peccato
originale, per metterci ad inventarne anche di nuovi.
Senza titolo 2312
Emily Dickinson
Dalla zolla, così,
d’oro e scarlatto
sorgerà più d’un bulbo
che scaltramente fu nascosto
ad occhi esperti
Dal bozzolo, così,
balzerà più d’un verme
con tanti lieti colori
I contadini come me,
i contadini come te
guardano perplessi
(Poesia 66, 1859 ca)
-----------------
Un sepalo ed un petalo e una spina
in un comune mattino d’estate,
un fiasco di rugiada, un’ape o due,
una brezza,
un frullo in mezzo agli alberi —
ed io sono una rosa!
(Poesia 19, 1858 ca.)
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La pallida colonna del soffione
sgomenta l’erba — ed ecco
che l’inverno d’un tratto si trasforma
in un coro di gemiti infinito —
Una sontuosa gemma dallo stelo
spicca seguita da un fiore sgargiante —
sono i soli che danno l’annuncio
delle esequie compiute
(Poesia 1519, 1881 ca.)
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Fiorire - è il fine - chi passa un fiore
con uno sguardo distratto
stenterà a sospettare
le minime circostanze
coinvolte in quel luminoso
fenomeno
costruito in modo così intricato
poi offerto come una farfalla
al mezzogiorno —
Colmare il bocciolo — combattere il verme —
ottenere quanta rugiada gli spetta —
regolare il calore - eludere il vento —
sfuggire all’ape ladruncola
non deludere la natura grande
che l’attende proprio quel giorno —
essere un fiore, è profonda
responsabilità —
(Poesia 1058, 1865 ca.)
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