LA CONOSCETE LA FIABA LE TRE VOGLIE ? :-)
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
23.12.07
22.12.07
Presepe virtuale, IX tavola
-Padre, che strano nel cielo sono sparite tutte le stelle, perchè?
-Simone, non so darti una risposta, poco fa era pieno di stelle, adesso è sereno, fa tanto freddo, ma io non riesco a vedere nulla.
-Nonno, voi mi sapete spiegare perchè il cielo è azzurro e non si vedono più le stelle?
-Figliuolo mio, ho i capelli e barba bianca, ma non mi era mai capitato questo fenomeno, tranne quando ci sono le nuvole, adesso è sereno il cielo è anche illuminato dal chiarore della luna, ma non c'è nessuna stella.
Effettivamente era molto strano, i tre si fermano ancora parlottanto, anche se il freddo si faceva sempre più pungente. I tre facevano avanti e indietro, alzando ogni tanto gli occhi al cielo, ma delle stelle ancora nulla.
-Nonno, padre guardate quella luce che bello, sembra una stella grande con la coda.
-Bellissima, sta andando verso il mare in direzione della città bianca, com'è veloce.
-Guardala ancora figliolo, chissà dove andrà.
-Padre ecco il cielo è di nuovo pieno di stelle, adesso posso andare a letto, ho anche visto una stella con la coda.
Tutti contenti stringendosi dentro le vesti, si avviarono per le strade di Celio per far rientro alle case. Felici di avere di nuovo visto le stelle. Franca Bassi
-Simone, non so darti una risposta, poco fa era pieno di stelle, adesso è sereno, fa tanto freddo, ma io non riesco a vedere nulla.
-Nonno, voi mi sapete spiegare perchè il cielo è azzurro e non si vedono più le stelle?
-Figliuolo mio, ho i capelli e barba bianca, ma non mi era mai capitato questo fenomeno, tranne quando ci sono le nuvole, adesso è sereno il cielo è anche illuminato dal chiarore della luna, ma non c'è nessuna stella.
Effettivamente era molto strano, i tre si fermano ancora parlottanto, anche se il freddo si faceva sempre più pungente. I tre facevano avanti e indietro, alzando ogni tanto gli occhi al cielo, ma delle stelle ancora nulla.
-Nonno, padre guardate quella luce che bello, sembra una stella grande con la coda.
-Bellissima, sta andando verso il mare in direzione della città bianca, com'è veloce.
-Guardala ancora figliolo, chissà dove andrà.
-Padre ecco il cielo è di nuovo pieno di stelle, adesso posso andare a letto, ho anche visto una stella con la coda.
Tutti contenti stringendosi dentro le vesti, si avviarono per le strade di Celio per far rientro alle case. Felici di avere di nuovo visto le stelle. Franca Bassi
21.12.07
Senza titolo 2426
CONTRO IL PRESEPE INDECENTE DELLA CASTA MALAVITOSA ITALIANA VOTA E SOSTIENI IL TERZO POLO, STAI DALLA MIA PARTE E NON ALLUNGARE LE MANI
20.12.07
CHI STA VERAMENTE CON I POVERI? La storia di Dom Cappio
Il fiume São Francisco nasce nel Minas Gerais poi scorre per 2800 km verso l'Atlantico dove va a sfociare dopo aver attraversato gli stati di Bahia e Pernambuco e di Alagoas e Sergipe, nel Nord-est e in parte nel famoso semi-arido nordestino, il sertão flagellato dalla seca.
Da qui il progetto della sua «transposição».
Il progetto prevede la costruzione di dighe e canali: due canali per una lunghezza di 700 km porteranno le acque del fiume nel Pernambuco e nel Paraíba, a est, e a nord nel Rio Grande do Norte e nel Ceará, quello che più spinge e trarrà i maggiori vantaggi.
Doveva costare 4.5 miliardi di reais (3 milirdi di dollari) ma è già salito a 6.6 miliardi. Per Lula risolverà i problemi dell'acqua per 12 milioni di sertanejos.
Dom Luiz (che dice di essere un seguace di Gandhi e di aver «sempre votato per Lula»), ma non solo lui, sempre vissuto nel sertão e fra i sertanejos, contesta in radice il progetto, le cifre, gli effetti.
Nel 2005 aveva già fatto uno sciopero della fame di 11giorni* a Cabrobó per le stesse ragioni e l'aveva sospeso solo dopo aver avuto personalmente da Lula - lanciato nella campagna elettorale per la rielezione del 2006- l'impegno a sospendere l'opera e aprire un dibattito nazionale per verificare quali fossero le migliori soluzioni per risolvere il problema dell'acqua nel Nord-est.
Da qui il progetto della sua «transposição».
Il progetto prevede la costruzione di dighe e canali: due canali per una lunghezza di 700 km porteranno le acque del fiume nel Pernambuco e nel Paraíba, a est, e a nord nel Rio Grande do Norte e nel Ceará, quello che più spinge e trarrà i maggiori vantaggi.
Doveva costare 4.5 miliardi di reais (3 milirdi di dollari) ma è già salito a 6.6 miliardi. Per Lula risolverà i problemi dell'acqua per 12 milioni di sertanejos.
Dom Luiz (che dice di essere un seguace di Gandhi e di aver «sempre votato per Lula»), ma non solo lui, sempre vissuto nel sertão e fra i sertanejos, contesta in radice il progetto, le cifre, gli effetti.
Nel 2005 aveva già fatto uno sciopero della fame di 11giorni* a Cabrobó per le stesse ragioni e l'aveva sospeso solo dopo aver avuto personalmente da Lula - lanciato nella campagna elettorale per la rielezione del 2006- l'impegno a sospendere l'opera e aprire un dibattito nazionale per verificare quali fossero le migliori soluzioni per risolvere il problema dell'acqua nel Nord-est.
Lettera di Natale
Buon Natale
Cari genitori, questa è la "mia lettera di Natale" che ogni anno metto per voi sotto il piatto virtuale. Anche se sono un po' cresciutella lo faccio lo stesso. Io non ci faccio caso, desidero scrivervi. Vi sento sempre vicino. So che voi per tutti questi anni mi avete aiutato insieme a nonna Betta e a zia Teresa e so che mi aiuterete sempre. L'amore e il coraggio che mi avete lasciato in eredità, mi ha aiutato a superare tutte le grandi avversità, che giorno dopo giorno ho dovuto affrontare. Ogni giorno sento la vostra voce. Il ricordo spesso va a quando ancora piccola ve ne combinavo di tutti i colori e per voi dei quattro figli ero "la Principessa " e "la pecorella nera".
Ti ricordi mamma, quando, in quel lontano Natale, diedi fuoco a casa per aver fatto l'impianto elettrico delle luci colorate dell'albero di Natale e del Presepio? Ernesto il portiere di via degli Scipioni, con la scopa di saggina, cercava di arrestare la fiamma che correva per tutto il corridoio. Io pietrificata restavo ancora con il cacciavite in mano e gli occhi sgranati, pensando al guaio che avevo fatto. La sera quando babbo tornò dal lavoro vedendo tutta la casa nera, affumicata, mettendosi le mani in testa disse: "Questo l'ha combinato la Principessa". Tu, mamma, con le mani ai fianchi, prendesti le mie difese e gli rispondesti: "Si, è stata lei, ma la colpa è tua." Allora non capii, poi tu precisasti: "Emì, se tu non rinforzavi la valvola di porcellana, che scattava sempre, col filo di rame, la valvola saltava e non si bruciava tutta casa."
Spesso mio nipote Andrea mi chiede, di raccontargli le storielle, di quanto noi quattro figli vi facevamo disperare. Quanti guai, troppi mamma cara.
La sera mio nipote Andrea, d'estate dentro il trullo, si stringe a me e inizia la stessa sinfonia: ride, ride fino a notte fonda, poi s'infila sotto le coperte e crolla.
Penso che quella "pecorella nera" non era poi tanto nera e ha fatto tante cose buone e chissà quante ancora ne dovrà fare. Voi potete essere orgogliosi, di questa strana Principessa. Immagine eseguita con ritagli di giornale, scritto di Franca Bassi
Ti ricordi mamma, quando, in quel lontano Natale, diedi fuoco a casa per aver fatto l'impianto elettrico delle luci colorate dell'albero di Natale e del Presepio? Ernesto il portiere di via degli Scipioni, con la scopa di saggina, cercava di arrestare la fiamma che correva per tutto il corridoio. Io pietrificata restavo ancora con il cacciavite in mano e gli occhi sgranati, pensando al guaio che avevo fatto. La sera quando babbo tornò dal lavoro vedendo tutta la casa nera, affumicata, mettendosi le mani in testa disse: "Questo l'ha combinato la Principessa". Tu, mamma, con le mani ai fianchi, prendesti le mie difese e gli rispondesti: "Si, è stata lei, ma la colpa è tua." Allora non capii, poi tu precisasti: "Emì, se tu non rinforzavi la valvola di porcellana, che scattava sempre, col filo di rame, la valvola saltava e non si bruciava tutta casa."
Spesso mio nipote Andrea mi chiede, di raccontargli le storielle, di quanto noi quattro figli vi facevamo disperare. Quanti guai, troppi mamma cara.
La sera mio nipote Andrea, d'estate dentro il trullo, si stringe a me e inizia la stessa sinfonia: ride, ride fino a notte fonda, poi s'infila sotto le coperte e crolla.
Penso che quella "pecorella nera" non era poi tanto nera e ha fatto tante cose buone e chissà quante ancora ne dovrà fare. Voi potete essere orgogliosi, di questa strana Principessa. Immagine eseguita con ritagli di giornale, scritto di Franca Bassi
Sono passati
tanti anni
e tante cose
ho fatto.
Il merito
è solo vostro per
l'insegnamento
che mi avete dato.
Questa bambina ormai
un pò cresciutella
è tanto stanca
delle cose brutte
che succedono
sulla terra.
Cari genitori
chiedete per regalo
al Padre vostro
che è pure il mio
se non si è stancato
di vedere l'uomo
sempre insanguinato?
E tutti i bambini
perseguitati?
Mi raccomando
questa lettera
datela al Padre vostro.
La vedi Olga è Franca qui in questa lettera
con l'immagine colorata
è sorridente
ha preso in prestito
da una sua amica
Babbo Natale.
Lo sai Padre nostro
che sta figlia è un po'
strana vedi se per la
notte del Santo Natale
la puoi accontentare
Ci sarebbe qualche
situazione sulla terra
da pianificare.
Lei desiderebbe portare
a termine la pendenza
di "Madonna della Grotta"
ma non sa da dove deve iniziare.
E poi vi chiede che i
bambini possano tutti
bere, mangiare e giocare.
Le guerre devono terminare.
lo sappiamo Padre nostro
che il sangue da levare
è troppo.
L'uomo deve da solo
capire che queste
guerre devono finire.
Aiutala Padre nostro
questa figlia nostra
che è anche vostra.
Noi siamo stanchi
di vederla ogni sera
piangere prima di dormire.
Regalagli ancora
dei sorrisi
lei s'accontenta.
Per farla sorridere
ancora Padre nostro
Voi sapete che cosa
serve a questa
nostra figlia.
Franca Bassi
tanti anni
e tante cose
ho fatto.
Il merito
è solo vostro per
l'insegnamento
che mi avete dato.
Questa bambina ormai
un pò cresciutella
è tanto stanca
delle cose brutte
che succedono
sulla terra.
Cari genitori
chiedete per regalo
al Padre vostro
che è pure il mio
se non si è stancato
di vedere l'uomo
sempre insanguinato?
E tutti i bambini
perseguitati?
Mi raccomando
questa lettera
datela al Padre vostro.
La vedi Olga è Franca qui in questa lettera
con l'immagine colorata
è sorridente
ha preso in prestito
da una sua amica
Babbo Natale.
Lo sai Padre nostro
che sta figlia è un po'
strana vedi se per la
notte del Santo Natale
la puoi accontentare
Ci sarebbe qualche
situazione sulla terra
da pianificare.
Lei desiderebbe portare
a termine la pendenza
di "Madonna della Grotta"
ma non sa da dove deve iniziare.
E poi vi chiede che i
bambini possano tutti
bere, mangiare e giocare.
Le guerre devono terminare.
lo sappiamo Padre nostro
che il sangue da levare
è troppo.
L'uomo deve da solo
capire che queste
guerre devono finire.
Aiutala Padre nostro
questa figlia nostra
che è anche vostra.
Noi siamo stanchi
di vederla ogni sera
piangere prima di dormire.
Regalagli ancora
dei sorrisi
lei s'accontenta.
Per farla sorridere
ancora Padre nostro
Voi sapete che cosa
serve a questa
nostra figlia.
Franca Bassi
Senza titolo 2420
La neve sara anche bella copme testimoniano queste mie foto ma crea anche un sacco di problemi
la mia via
un altro alto della stessa piazza
la mia via
una delle magnolie di piazza d'italia \ de l'ara una delle piazze principali del mio paese
un altro alto della stessa piazza
OLBIA. Si spegne la linfa dell'evoluzione, il carburante della modernità e la Gallura precipita nel caos. Il blackout che ha paralizzato l'asse che va da Nuoro a Santa Teresa dalle nove del mattino a metà pomeriggio è come un tuffo nella preistoria. Traffico impazzito, supermarket a lume di candela, uffici ridotti a soprammobili, auto intrappolate dai cancelli elettrici, macchine incerte davanti a semafori muti, fabbriche spente. Il maltempo che ha collassato la viabilità, a Olbia si è materializzato con il buio della civiltà. Una città rimasta con la spina staccata.
A salvarsi dal grande buio solo l'ospedale, il Giovanni Paolo II, che è andato avanti senza affanni grazie al gruppo elettrogeno, e l'aeroporto, che ha un sistema di alimentazione interno. Voli regolari nello scalo.
Ma messo piede fuori dal Costa Smeralda è come un viaggio all'indietro nel tempo, in un'isola dimenticata. Semafori spenti, code interminabili, vigili del fuoco come biglie impazzite che svuotano cantine allagate, liberano persone dagli ascensori, aiutano automobilisti in panne, tagliano alberi strappati dal vento. Un'emergenza ininterrotta. Inutile chiamare gli uffici dell'Enel. Squilli di speranza. Dall'altra parte nessuno alza la cornetta del telefono. Dalle nove del mattino cala il buio sulla civiltà. Si inchiodano gli impianti di riscaldamento in un giornata spazzata dal grecale e da una pioggia mista a neve. Vane le file davanti agli uffici postali per cercare di pagare l'ici. I terminali sono solo specchi neri che non danno segni di vita. I commercianti mantengono sollevate le saracinesche nella mattinata senza scontrino, e i bar rispolverano la moka per offrire un caffé alla città surgelata. Anteprima di una civiltà senza energia, meglio di un'austerity da crisi del petrolio.
Olbia resta isolata per tutto il giorno. Chiusa la strada che porta a Tempio, quella per Sassari, la 131 che arriva a Nuoro. Impossibile avventurarsi senza catene in strade simili a piste da sci. L'emergenza diminuisce solo in tarda serata. Ma il bollettino della paralisi viaria passa quasi in secondo piano, in un centro disconnesso dal mondo. Impossibile per quasi tutta la mattina sapere cosa sia accaduto, solo voci di un possibile cedimento di un traliccio dell'alta tensione, per la fitta nevicata, tra Nuoro e Olbia. I tecnici di Enel e Terna, che si occupano dei cavi ad alta tensione, hanno cercato di ripristinare la linea in una lotta contro la bufera di neve.
I vigili del fuoco si sono vestiti da angeli con la tuta verde, centinaia di interventi e centralino impazzito. La città si è svegliata sotto un diluvio inziato la notte prima. L'effetto è sconfortante. Strade trasformate in torrenti, sottopassi simili a piscine e cascate che si gettano dalle corsie diventate letti di fiumi.
Trappoloni per auto in una città che si paralizza dopo mezz'ora. Macchine a passo d'uomo con l'acqua che accarezza gli sportelli. I canali che tagliano le strade principali sono gonfi d'acqua, a un palmo dal salto in corsia. Difficile sfidare le folate di vento gelido e le secchiate di pioggia a piedi.
Ma è allarme in tutta la Gallura costiera. La Olbia-Arzachena è rimasta bloccata per oltre un'ora. Il vento ha abbattuto un albero che si è messo di lungo sulla carreggiata. Per liberare le corsie sono intervenute le squadre dei vigili del fuoco con la motosega. Una provincia messa in ginocchio da un cocktail letale di pioggia, neve e black out. Imprigionati dall'assenza di linea, scaricati dal circuito globale, la rete telematica cancellata dall'assenza di bite, quella stradale da gomme che non mordono l'asfalto surgelato.
Regge solo la via del mare. A Santa Teresa i traghetti per la Corsica non sono partiti. Difficoltà a Golfo Aranci per il Mega Express della Sardinia Ferries, dirottato su Olbia. Regolare il traffico passeggeri e merci all'Isola Bianca. Navi in orario anche tra La Maddalena e Palau.
A salvarsi dal grande buio solo l'ospedale, il Giovanni Paolo II, che è andato avanti senza affanni grazie al gruppo elettrogeno, e l'aeroporto, che ha un sistema di alimentazione interno. Voli regolari nello scalo.
Ma messo piede fuori dal Costa Smeralda è come un viaggio all'indietro nel tempo, in un'isola dimenticata. Semafori spenti, code interminabili, vigili del fuoco come biglie impazzite che svuotano cantine allagate, liberano persone dagli ascensori, aiutano automobilisti in panne, tagliano alberi strappati dal vento. Un'emergenza ininterrotta. Inutile chiamare gli uffici dell'Enel. Squilli di speranza. Dall'altra parte nessuno alza la cornetta del telefono. Dalle nove del mattino cala il buio sulla civiltà. Si inchiodano gli impianti di riscaldamento in un giornata spazzata dal grecale e da una pioggia mista a neve. Vane le file davanti agli uffici postali per cercare di pagare l'ici. I terminali sono solo specchi neri che non danno segni di vita. I commercianti mantengono sollevate le saracinesche nella mattinata senza scontrino, e i bar rispolverano la moka per offrire un caffé alla città surgelata. Anteprima di una civiltà senza energia, meglio di un'austerity da crisi del petrolio.
Olbia resta isolata per tutto il giorno. Chiusa la strada che porta a Tempio, quella per Sassari, la 131 che arriva a Nuoro. Impossibile avventurarsi senza catene in strade simili a piste da sci. L'emergenza diminuisce solo in tarda serata. Ma il bollettino della paralisi viaria passa quasi in secondo piano, in un centro disconnesso dal mondo. Impossibile per quasi tutta la mattina sapere cosa sia accaduto, solo voci di un possibile cedimento di un traliccio dell'alta tensione, per la fitta nevicata, tra Nuoro e Olbia. I tecnici di Enel e Terna, che si occupano dei cavi ad alta tensione, hanno cercato di ripristinare la linea in una lotta contro la bufera di neve.
I vigili del fuoco si sono vestiti da angeli con la tuta verde, centinaia di interventi e centralino impazzito. La città si è svegliata sotto un diluvio inziato la notte prima. L'effetto è sconfortante. Strade trasformate in torrenti, sottopassi simili a piscine e cascate che si gettano dalle corsie diventate letti di fiumi.
Trappoloni per auto in una città che si paralizza dopo mezz'ora. Macchine a passo d'uomo con l'acqua che accarezza gli sportelli. I canali che tagliano le strade principali sono gonfi d'acqua, a un palmo dal salto in corsia. Difficile sfidare le folate di vento gelido e le secchiate di pioggia a piedi.
Ma è allarme in tutta la Gallura costiera. La Olbia-Arzachena è rimasta bloccata per oltre un'ora. Il vento ha abbattuto un albero che si è messo di lungo sulla carreggiata. Per liberare le corsie sono intervenute le squadre dei vigili del fuoco con la motosega. Una provincia messa in ginocchio da un cocktail letale di pioggia, neve e black out. Imprigionati dall'assenza di linea, scaricati dal circuito globale, la rete telematica cancellata dall'assenza di bite, quella stradale da gomme che non mordono l'asfalto surgelato.
Regge solo la via del mare. A Santa Teresa i traghetti per la Corsica non sono partiti. Difficoltà a Golfo Aranci per il Mega Express della Sardinia Ferries, dirottato su Olbia. Regolare il traffico passeggeri e merci all'Isola Bianca. Navi in orario anche tra La Maddalena e Palau.
La giornata di emergenza si spegne nel primo pomeriggio. L'energia ritorna a scacchiera nei comuni, verso le 15 l'Enel dà di nuovo la linfa a Olbia, alle 17 ritorna in modo incerto anche a Tempio, poi si estende a tutti gli altri centri, dalla Maddalena a Palau, ad Arzachena. Una luce flebile, ballerina, che con lentezza fa ripartire la macchina dopo una giornata di blackout.
TEMPIO. Mentre nel resto della Gallura la situazione meteo volge per il meglio, sul Monte Limbara permane un clima da Polo Nord, con temperature sempre sottozero e una coltre di neve che avvolge le cime che vanno da Valliciola a Punta Balistreri.
Prosegue, da parte degli agenti del corpo di vigilanza ambientale, il censimento dei boschi che sono stati investiti dalla eccezionale nevicata di domenica notte. I danni al patrimonio ambientale sono comunque ingenti, mentre a godere delle abbondanti precipitazioni sono state le falde acquifere sotterranee e quelle superficiali, con notevoli apporti d’acqua ai tre bacini idrici galluresi. Lo scioglimento delle nevi che ricoprono il monte Limbara, sulle cui cime si sono accumulati in alcuni punti oltre due metri di neve, consentiranno il rapido riempimento della nuova diga sul rio Paggiolu, l’ultimo sbarramento realizzato alle falde della montagna gallurese e, da alcuni anni, sotto continuo monitoraggio per valutarne la tenuta e le perdite naturali dall’alveo, costituito prevalentemente da ammassi granitici. La diga, costruita dalla Zir per rifornire d’acqua le industrie locali, potrebbe invece rivelarsi un vero e proprio serbatoio di acqua purissima per gli abitati di Tempio, Luras e Calangianus, attualmente serviti dalla rete idrica del Monte Lerno in parte integrata con l’acqua che sgorga dal Limbara. I problemi più grossi, invece, sono quelli causati dal crollo del Teatro Tenda, una struttura storicamente deputata ad ospitare le scintillanti sei giorni di danze del carnevale tempiese. Per quest’anno sarà impossibile rimpiazzare la tensostruttura, andata praticamente distrutta sotto il peso della abbondante nevicata, mentre i titolari della società che gestisce il Teatro Tenda stanno valutando le proposte per una nuova struttura, che non potrà essere disponibile prima del prossimo mese di marzo. A carnevale concluso.
Prosegue, da parte degli agenti del corpo di vigilanza ambientale, il censimento dei boschi che sono stati investiti dalla eccezionale nevicata di domenica notte. I danni al patrimonio ambientale sono comunque ingenti, mentre a godere delle abbondanti precipitazioni sono state le falde acquifere sotterranee e quelle superficiali, con notevoli apporti d’acqua ai tre bacini idrici galluresi. Lo scioglimento delle nevi che ricoprono il monte Limbara, sulle cui cime si sono accumulati in alcuni punti oltre due metri di neve, consentiranno il rapido riempimento della nuova diga sul rio Paggiolu, l’ultimo sbarramento realizzato alle falde della montagna gallurese e, da alcuni anni, sotto continuo monitoraggio per valutarne la tenuta e le perdite naturali dall’alveo, costituito prevalentemente da ammassi granitici. La diga, costruita dalla Zir per rifornire d’acqua le industrie locali, potrebbe invece rivelarsi un vero e proprio serbatoio di acqua purissima per gli abitati di Tempio, Luras e Calangianus, attualmente serviti dalla rete idrica del Monte Lerno in parte integrata con l’acqua che sgorga dal Limbara. I problemi più grossi, invece, sono quelli causati dal crollo del Teatro Tenda, una struttura storicamente deputata ad ospitare le scintillanti sei giorni di danze del carnevale tempiese. Per quest’anno sarà impossibile rimpiazzare la tensostruttura, andata praticamente distrutta sotto il peso della abbondante nevicata, mentre i titolari della società che gestisce il Teatro Tenda stanno valutando le proposte per una nuova struttura, che non potrà essere disponibile prima del prossimo mese di marzo. A carnevale concluso.
NUORO. Blackout totale ieri nel capoluogo della Barbagia e in ogni altro angolo della provincia. Il giorno più lungo e vergognoso della storia recente è cominciato con una coltre di neve spessa dai trenta ai quaranta centimetri, a seconda dei rioni della città, fino a settanta in quel di Sorgono, un metro addirittura tra Lodine e Fonni. Non a caso già dalle primissime ore dell'alba bianca sono cominciati i problemi. Intorno alle 5 due Tir in viaggio sulla "Carlo Felice" sono finiti di traverso nella carreggiata, all'altezza di Campeda, a Macomer. Causa: asfalto gelato. Per fortuna non c'è stata nessuna conseguenza per le persone, ma il traffico è andato subito in tilt, con la 131 paralizzata e una lunga colonna di automobilisti in difficoltà.
Poco dopo, Nuoro si è svegliata completamente isolata, su tutti i versanti, e ricoperta di neve, come non succedeva dagli anni Cinquanta. La situazione climatica aveva mostrato la prima neve sin da domenica sera. Intorno alla mezzanotte le strade erano ancora praticabili ma comunque nascoste dai fiocchi leggeri caduti dopo le 22. Ieri mattina, invece, uscire di casa era praticamente impossibile. Paradossale la situazione: il capoluogo della Barbagia non dispone di alcun mezzo spazzaneve (la Provincia ne ha due, ma entrambi erano impegnati lungo le strade del Gennargentu). Ha soltanto qualche ridicolo sacchetto di sale da spargere qua e là. Tant'è vero che è bastata una nevicata, seppure di carattere eccezionale, per mandare in tilt la città come se nulla fosse.
Ad aggravare la situazione poi ci si è messo pure un blackout generale dell'Enel. Sin dalle quattro del mattino alcuni quartieri di Nuoro (vedi il rione Monte Gurtei) sono rimasti senza luce. Alle sei sono mancati i ponti di collegamento che portano la corrente a Mamoiada, poi anche Olzai, Orani e Sarule sono rimasti al buio, e via via, a turno, tutti i paesi del circondario, dal Marghine alla Baronia. A Lodè il sindaco Graziano Spanu è stato costretto ad evacuare il municipio in balia delle infiltrazioni e a mandare due ruspe sulla strada che porta a Siniscola. Blackout a singhiozzo, invece, in Ogliastra, mentre a Nuoro il servizio di fornitura elettrica è saltato in tutti i quartieri della città intorno alle dieci, aggiungendo così disagi ai disagi già creati dalla coltre bianca, vietata alle automobili, salvo le jeep e qualche vettura con le catene montate e costretta ad affrontare comunque un'emergenza in corso.
All'ospedale San Francesco alcuni infermieri e medici ci sono arrivati soltanto con l'aiuto dei mezzi dei vigili del fuoco della caserma di Funtana Buddia, tempestati questi ultimi di telefonate a non finire. Nei reparti del nosocomio, comunque, non si è registrata nessuna emergenza di particolare rilevanza: il personale smontante, infatti, è stato trattenuto finché non è arrivato il personale di turno. Maggiori difficoltà, invece, ci sono state nell'ospedale di Sorgono, a causa dei collegamenti cancellati. E grosse difficoltà hanno trovato i dializzati in arrivo a Nuoro per la terapia, bloccati lungo la 131 dcn Siniscola-Abbasanta. Il tratto della superstrada che va da Marreri a Ottana, infatti, è rimasto per tutta la mattinata completamente paralizzato. Una partoriente è stata soccorsa all'altezza di Oniferi. E a Oniferi è stato necessario anche un intervento tempestivo dei carabinieri della compagnia di Ottana per una neonata con insufficienza respiratoria, mentre a Orotelli una signora si è tranciata le dita della mano con una serranda: è stata perciò subito trasportata, dai militari dell'Arma, al San Francesco di Nuoro. Una pensionata di Oliena, invece, è stata raggiunta da un furgone della polizia del capoluogo che le ha portato il medicinale necessario per evitarle un ricovero altrimenti improrogabile. Gli agenti della questura barbaricina, poi, hanno assicurato per tutto il giorno il trasporto di medici e dializzati.
Ad aggravare la situazione poi ci si è messo pure un blackout generale dell'Enel. Sin dalle quattro del mattino alcuni quartieri di Nuoro (vedi il rione Monte Gurtei) sono rimasti senza luce. Alle sei sono mancati i ponti di collegamento che portano la corrente a Mamoiada, poi anche Olzai, Orani e Sarule sono rimasti al buio, e via via, a turno, tutti i paesi del circondario, dal Marghine alla Baronia. A Lodè il sindaco Graziano Spanu è stato costretto ad evacuare il municipio in balia delle infiltrazioni e a mandare due ruspe sulla strada che porta a Siniscola. Blackout a singhiozzo, invece, in Ogliastra, mentre a Nuoro il servizio di fornitura elettrica è saltato in tutti i quartieri della città intorno alle dieci, aggiungendo così disagi ai disagi già creati dalla coltre bianca, vietata alle automobili, salvo le jeep e qualche vettura con le catene montate e costretta ad affrontare comunque un'emergenza in corso.
All'ospedale San Francesco alcuni infermieri e medici ci sono arrivati soltanto con l'aiuto dei mezzi dei vigili del fuoco della caserma di Funtana Buddia, tempestati questi ultimi di telefonate a non finire. Nei reparti del nosocomio, comunque, non si è registrata nessuna emergenza di particolare rilevanza: il personale smontante, infatti, è stato trattenuto finché non è arrivato il personale di turno. Maggiori difficoltà, invece, ci sono state nell'ospedale di Sorgono, a causa dei collegamenti cancellati. E grosse difficoltà hanno trovato i dializzati in arrivo a Nuoro per la terapia, bloccati lungo la 131 dcn Siniscola-Abbasanta. Il tratto della superstrada che va da Marreri a Ottana, infatti, è rimasto per tutta la mattinata completamente paralizzato. Una partoriente è stata soccorsa all'altezza di Oniferi. E a Oniferi è stato necessario anche un intervento tempestivo dei carabinieri della compagnia di Ottana per una neonata con insufficienza respiratoria, mentre a Orotelli una signora si è tranciata le dita della mano con una serranda: è stata perciò subito trasportata, dai militari dell'Arma, al San Francesco di Nuoro. Una pensionata di Oliena, invece, è stata raggiunta da un furgone della polizia del capoluogo che le ha portato il medicinale necessario per evitarle un ricovero altrimenti improrogabile. Gli agenti della questura barbaricina, poi, hanno assicurato per tutto il giorno il trasporto di medici e dializzati.
Nel frattempo il sindaco del capoluogo di provincia Mario Zidda ha dovuto firmare una ordinanza urgente: chiuse ieri e oggi (salvo ulteriori complicazioni meteorologiche) tutte le scuole di ogni ordine e grado. Impossibile, infatti, fare lezione in classe. E se i ragazzi e le ragazze hanno approfittato della situazione per anticipare le vacanze di Natale e giocare a palle di neve, per i vigili del fuoco è stata una giornataccia. Il centralino della caserma provinciale non ha smesso un attimo di squillare. Numerosissime le richieste d'aiuto, in particolare di anziani e famiglie con bambini al seguito, tanto che tutto il personale è stato richiamato al lavoro. Tantissimi gli interventi effettuati in città (non si contano le utilitarie colpite dagli alberi caduti durante la notte, in via Istiritta come pure in viale Ciusa e via Deffenu), ancora di più quelli nelle campagne dell'intera provincia, dove diversi pastori sono rimasti isolati. Un allevatore, nei salti tra Buddusò e Bitti, ha rischiato l'assideramento. Protezione civile in costante allerta, dunque. Telefoni impazziti negli uffici della prefettura, della questura e del comando dei carabinieri di Nuoro. NUORO. Blackout totale ieri nel capoluogo della Barbagia e in ogni altro angolo della provincia. Il giorno più lungo e vergognoso della storia recente è cominciato con una coltre di neve spessa dai trenta ai quaranta centimetri, a seconda dei rioni della città, fino a settanta in quel di Sorgono, un metro addirittura tra Lodine e Fonni. Non a caso già dalle primissime ore dell'alba bianca sono cominciati i problemi. Intorno alle 5 due Tir in viaggio sulla "Carlo Felice" sono finiti di traverso nella carreggiata, all'altezza di Campeda, a Macomer. Causa: asfalto gelato. Per fortuna non c'è stata nessuna conseguenza per le persone, ma il traffico è andato subito in tilt, con la 131 paralizzata e una lunga colonna di automobilisti in difficoltà.
Poco dopo, Nuoro si è svegliata completamente isolata, su tutti i versanti, e ricoperta di neve, come non succedeva dagli anni Cinquanta. La situazione climatica aveva mostrato la prima neve sin da domenica sera. Intorno alla mezzanotte le strade erano ancora praticabili ma comunque nascoste dai fiocchi leggeri caduti dopo le 22. Ieri mattina, invece, uscire di casa era praticamente impossibile. Paradossale la situazione: il capoluogo della Barbagia non dispone di alcun mezzo spazzaneve (la Provincia ne ha due, ma entrambi erano impegnati lungo le strade del Gennargentu). Ha soltanto qualche ridicolo sacchetto di sale da spargere qua e là. Tant'è vero che è bastata una nevicata, seppure di carattere eccezionale, per mandare in tilt la città come se nulla fosse. Ad aggravare la situazione poi ci si è messo pure un blackout generale dell'Enel. Sin dalle quattro del mattino alcuni quartieri di Nuoro (vedi il rione Monte Gurtei) sono rimasti senza luce. Alle sei sono mancati i ponti di collegamento che portano la corrente a Mamoiada, poi anche Olzai, Orani e Sarule sono rimasti al buio, e via via, a turno, tutti i paesi del circondario, dal Marghine alla Baronia. A Lodè il sindaco Graziano Spanu è stato costretto ad evacuare il municipio in balia delle infiltrazioni e a mandare due ruspe sulla strada che porta a Siniscola. Blackout a singhiozzo, invece, in Ogliastra, mentre a Nuoro il servizio di fornitura elettrica è saltato in tutti i quartieri della città intorno alle dieci, aggiungendo così disagi ai disagi già creati dalla coltre bianca, vietata alle automobili, salvo le jeep e qualche vettura con le catene montate e costretta ad affrontare comunque un'emergenza in corso.
All'ospedale San Francesco alcuni infermieri e medici ci sono arrivati soltanto con l'aiuto dei mezzi dei vigili del fuoco della caserma di Funtana Buddia, tempestati questi ultimi di telefonate a non finire. Nei reparti del nosocomio, comunque, non si è registrata nessuna emergenza di particolare rilevanza: il personale smontante, infatti, è stato trattenuto finché non è arrivato il personale di turno. Maggiori difficoltà, invece, ci sono state nell'ospedale di Sorgono, a causa dei collegamenti cancellati. E grosse difficoltà hanno trovato i dializzati in arrivo a Nuoro per la terapia, bloccati lungo la 131 dcn Siniscola-Abbasanta. Il tratto della superstrada che va da Marreri a Ottana, infatti, è rimasto per tutta la mattinata completamente paralizzato. Una partoriente è stata soccorsa all'altezza di Oniferi. E a Oniferi è stato necessario anche un intervento tempestivo dei carabinieri della compagnia di Ottana per una neonata con insufficienza respiratoria, mentre a Orotelli una signora si è tranciata le dita della mano con una serranda: è stata perciò subito trasportata, dai militari dell'Arma, al San Francesco di Nuoro. Una pensionata di Oliena, invece, è stata raggiunta da un furgone della polizia del capoluogo che le ha portato il medicinale necessario per evitarle un ricovero altrimenti improrogabile. Gli agenti della questura barbaricina, poi, hanno assicurato per tutto il giorno il trasporto di medici e dializzati.
Nel frattempo il sindaco del capoluogo di provincia Mario Zidda ha dovuto firmare una ordinanza urgente: chiuse ieri e oggi (salvo ulteriori complicazioni meteorologiche) tutte le scuole di ogni ordine e grado. Impossibile, infatti, fare lezione in classe. E se i ragazzi e le ragazze hanno approfittato della situazione per anticipare le vacanze di Natale e giocare a palle di neve, per i vigili del fuoco è stata una giornataccia. Il centralino della caserma provinciale non ha smesso un attimo di squillare. Numerosissime le richieste d'aiuto, in particolare di anziani e famiglie con bambini al seguito, tanto che tutto il personale è stato richiamato al lavoro. Tantissimi gli interventi effettuati in città (non si contano le utilitarie colpite dagli alberi caduti durante la notte, in via Istiritta come pure in viale Ciusa e via Deffenu), ancora di più quelli nelle campagne dell'intera provincia, dove diversi pastori sono rimasti isolati. Un allevatore, nei salti tra Buddusò e Bitti, ha rischiato l'assideramento. Protezione civile in costante allerta, dunque. Telefoni impazziti negli uffici della prefettura, della questura e del comando dei carabinieri di Nuoro. Una sola la raccomandazione delle forze dell'ordine: non mettersi in viaggio. La zona di Campeda, infatti, è rimasta bloccata per tutta la giornata e anche i collegamenti con l'Ogliastra sono saltati. La neve ha bloccato gli automobilisti diretti verso Lanusei, sulla 389. Neve, poi, anche sulla vecchia Orientale Sarda, all'altezza di Silana. Ieri sera sul tardi, poi, i cinque ingressi di Nuoro erano impraticabili per via del ghiaccio. In città, intanto, non sono certo cessati i disagi. Il black out elettrico è finito intorno alle 14, ma soltanto il alcuni rioni; altri rioni, invece, tipo Nuraghe-Carta Loi sono rimasti al buio. Senza luce e soprattutto senza riscaldamento intere palazzine. Con una città intrappolata dalla fanghiglia e dalla vergogna di un lunghissimo 17 dicembre.
Nel frattempo il sindaco del capoluogo di provincia Mario Zidda ha dovuto firmare una ordinanza urgente: chiuse ieri e oggi (salvo ulteriori complicazioni meteorologiche) tutte le scuole di ogni ordine e grado. Impossibile, infatti, fare lezione in classe. E se i ragazzi e le ragazze hanno approfittato della situazione per anticipare le vacanze di Natale e giocare a palle di neve, per i vigili del fuoco è stata una giornataccia. Il centralino della caserma provinciale non ha smesso un attimo di squillare. Numerosissime le richieste d'aiuto, in particolare di anziani e famiglie con bambini al seguito, tanto che tutto il personale è stato richiamato al lavoro. Tantissimi gli interventi effettuati in città (non si contano le utilitarie colpite dagli alberi caduti durante la notte, in via Istiritta come pure in viale Ciusa e via Deffenu), ancora di più quelli nelle campagne dell'intera provincia, dove diversi pastori sono rimasti isolati. Un allevatore, nei salti tra Buddusò e Bitti, ha rischiato l'assideramento. Protezione civile in costante allerta, dunque. Telefoni impazziti negli uffici della prefettura, della questura e del comando dei carabinieri di Nuoro. Una sola la raccomandazione delle forze dell'ordine: non mettersi in viaggio. La zona di Campeda, infatti, è rimasta bloccata per tutta la giornata e anche i collegamenti con l'Ogliastra sono saltati. La neve ha bloccato gli automobilisti diretti verso Lanusei, sulla 389. Neve, poi, anche sulla vecchia Orientale Sarda, all'altezza di Silana. Ieri sera sul tardi, poi, i cinque ingressi di Nuoro erano impraticabili per via del ghiaccio. In città, intanto, non sono certo cessati i disagi. Il black out elettrico è finito intorno alle 14, ma soltanto il alcuni rioni; altri rioni, invece, tipo Nuraghe-Carta Loi sono rimasti al buio. Senza luce e soprattutto senza riscaldamento intere palazzine. Con una città intrappolata dalla fanghiglia e dalla vergogna di un lunghissimo 17 dicembre.
19.12.07
Il miracolo della notte di Natale
Buone Feste
In attesa di postare le ultime tre tavole del Presepe virtuale, desidero raccontarvi una storia vera accadutami nel lontano 1985. Era il mese di agosto, verso la fine, presi il traghetto a Livorno per la Corsica. Eravamo solo quattro vetture a bordo, ormai le code erano finite. I profumi delle erbe selvatiche portati dalla furia del vento maestrale all'uscita delle Bocche di Bonifacio, mi ripagarono della mia repentina decisione. Per quindici giorni girai l'isola in tutte le direzioni senza stancarmi di riempire i polmoni e appagare il mio spirito per tanta naturale bellezza. In pochi chilometri avevi una perfetta alchimia di terra e mare, i calanchi, le montagne a picco sul mare, all'interno il deserto des Agriatos mostrava tutta la sua arida bellezza. Un giorno mi fermai ad ovest dell'isola, il mare era di un colore alabastro e la parete tagliente a picco ti creava un senso di vertigine, i calanchi imponenti ti incutevano rispetto; tenendomi a un ramo mi sporsi per guardare meglio la parete e vidi alcuni rametti di colore rosso, privi di foglie, sembravano dei coralli fuoriusciti dagli abbissi marini; uno era quasi staccato dalla parete, lo raccolsi e lo misi in un cestino che porto sempre con me durante i miei viaggi. Ogni volta che mi addentro nei boschi raccolgo sempre rametti secchi, sassolini, un pugno di terra e sabbia colorata, poi al ritorno conservo tutto in uno scatola con la scritta: "materiale utile per fare il Presepe." Sin da piccola mi piaceva farlo e già in estate, in primavera ed in autunno raccoglievo materiale per eseguirlo in dicembre. La scatola era preziosa conteneva di tutto e da tutti i miei viaggi, anche dal lontano oriente, portavo sempre via qualcosa per ricordare e rivivere nella memoria quei momenti. Non mi piaceva fare il Presepe andando a comprare al negozio, il mio Presepe doveva racchiudere i profumi della natura e parte della mia vita.
In quell'anno lo feci nel casale della antica terra dei Sabini, sul bordo del camino; misi un po' di sassi del piccolo Tibet per fare la grotta, un po' di sabbia rossa del deserto della Giordania, un po' di erbe secche profumate e aggiunsi il rametto rosso della Corsica, cospargendolo con un pizzico di farina, che rappresentava la neve e per sostenerlo lo misi in una bottiglia di yoga con un po' di terra e sassolini. Ricoprii la base con un po' di muschio, dopo di che il mio presepe era bello e mi sentivo soddisfatta. Passarono i giorni ed il grande camino scaldava la stanza. La notte di Natale il piccolo rametto con mio grande stupore ha messo delle gemme e sono spuntate delle foglioline verdi. Mi piace molto questa storia, io la chiamo piccolo miracolo di Natale, il miracolo della vita. Spesso la racconto, aggiugendo che non bisogna mai disperare, anche quando credi che tutto sia finito, la vita può rinascere. Immagine eseguita con ritagli di giornale, composizione e scritto di Franca Bassi
In attesa di postare le ultime tre tavole del Presepe virtuale, desidero raccontarvi una storia vera accadutami nel lontano 1985. Era il mese di agosto, verso la fine, presi il traghetto a Livorno per la Corsica. Eravamo solo quattro vetture a bordo, ormai le code erano finite. I profumi delle erbe selvatiche portati dalla furia del vento maestrale all'uscita delle Bocche di Bonifacio, mi ripagarono della mia repentina decisione. Per quindici giorni girai l'isola in tutte le direzioni senza stancarmi di riempire i polmoni e appagare il mio spirito per tanta naturale bellezza. In pochi chilometri avevi una perfetta alchimia di terra e mare, i calanchi, le montagne a picco sul mare, all'interno il deserto des Agriatos mostrava tutta la sua arida bellezza. Un giorno mi fermai ad ovest dell'isola, il mare era di un colore alabastro e la parete tagliente a picco ti creava un senso di vertigine, i calanchi imponenti ti incutevano rispetto; tenendomi a un ramo mi sporsi per guardare meglio la parete e vidi alcuni rametti di colore rosso, privi di foglie, sembravano dei coralli fuoriusciti dagli abbissi marini; uno era quasi staccato dalla parete, lo raccolsi e lo misi in un cestino che porto sempre con me durante i miei viaggi. Ogni volta che mi addentro nei boschi raccolgo sempre rametti secchi, sassolini, un pugno di terra e sabbia colorata, poi al ritorno conservo tutto in uno scatola con la scritta: "materiale utile per fare il Presepe." Sin da piccola mi piaceva farlo e già in estate, in primavera ed in autunno raccoglievo materiale per eseguirlo in dicembre. La scatola era preziosa conteneva di tutto e da tutti i miei viaggi, anche dal lontano oriente, portavo sempre via qualcosa per ricordare e rivivere nella memoria quei momenti. Non mi piaceva fare il Presepe andando a comprare al negozio, il mio Presepe doveva racchiudere i profumi della natura e parte della mia vita.
In quell'anno lo feci nel casale della antica terra dei Sabini, sul bordo del camino; misi un po' di sassi del piccolo Tibet per fare la grotta, un po' di sabbia rossa del deserto della Giordania, un po' di erbe secche profumate e aggiunsi il rametto rosso della Corsica, cospargendolo con un pizzico di farina, che rappresentava la neve e per sostenerlo lo misi in una bottiglia di yoga con un po' di terra e sassolini. Ricoprii la base con un po' di muschio, dopo di che il mio presepe era bello e mi sentivo soddisfatta. Passarono i giorni ed il grande camino scaldava la stanza. La notte di Natale il piccolo rametto con mio grande stupore ha messo delle gemme e sono spuntate delle foglioline verdi. Mi piace molto questa storia, io la chiamo piccolo miracolo di Natale, il miracolo della vita. Spesso la racconto, aggiugendo che non bisogna mai disperare, anche quando credi che tutto sia finito, la vita può rinascere. Immagine eseguita con ritagli di giornale, composizione e scritto di Franca Bassi
Senza titolo 2417
Kassim, vittima di una extraordinary rendition, è al trentesimo giorno di sciopero della fame (dal 16 novembre) in un carcere marocchino.
Sulla sua vicenda puoi leggere qui www.giustiziaperkassim.net oppure su quest'altri siti 1 2
potete approfondire anche su
Sulla sua vicenda puoi leggere qui www.giustiziaperkassim.net oppure su quest'altri siti 1 2
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