3.1.08

Senza titolo 6

Con il Terzo Polo in Italia rinasce la democrazia.


La casta non si accetta, va cacciata.

Senza titolo 5

  VE LO RICORDATE IL CARTONE ANIMATO CHOBIN ?  :-)


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Un sorriso per il 2008

img176Siamo nell'anno 1939, dal giornale "Modella" lire 1. Ho ritagliato questo simpatico trafiletto. "Cogliete un  bel sorriso", e fissatelo in una foto, e spedite a noi. La commissione....nomi conosciuti. Forse sono po' in  ritardo, solo di qualche anno, ma il sorriso è sempre quello. Il premio era di lire 5.000, non male! per quei tempi.
Bene,  visto che sorridere non costa nulla, iniziamo  un anno nuovo bene, sorridendo, anche se ci sono dei giorni che non ti va.
Il  buonumore ti fa stare bene e si affronta meglio  la giornata di lavoro. Credetemi, non vi sto dicendo nulla di  nuovo è sempre stato così. Franca Bassi

Senza titolo 4

 VI PIACEVA L'OROLOGIO DI TOPOLINO ?  :-)


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31.12.07

Brindiamo al nuovo anno

img151img168immagine Pin-Ups di Gil Elvgren                                

                    
Nei miei 68 anni, ho fatto tanti capodanni di cui alcuni strani. In cima ai monti, nel deserto, dentro un trullo con il Folletto Buzzichino, e tanti altri. Ma questa sera sarà un capodanno speciale, sarò sola, ma non mi sento sola, sarò circondata da tantissimi amici virtuali, una bottiglia mignon di champagne "Veuve Clicquot Ponsardin". Con i miei ricordi lontani, sono contenta di fare un capodanno virtuale insieme a voi, nella mia bella casa, davanti allo schermo del Pc, brinderò con voi per la pace nel mondo, questi sono i miei auguri. Questo capodanno, lo ricorderò per sempre. Buon capodanno amici





Viva la vita


Ho lasciato
il 2007
alle alle mie
spalle
con giorni belli
e giorni amari
ormai sono passati
sono andati via
non torneranno più
io di loro
non ho più
paura.
Guardo avanti
ci saranno
altre lotte
ci saranno
tante gioie.
Devi lottare
devi sperare
devi pregare.
La vita è bella
la devi amare.

franca bassi

auguri! - 1



Un buon anno a te, che leggi queste righe, perchè l'amore di Dio possa penetrare il tuo cuore e trasformarti in lampada per i fratelli che camminano nell'ombra,
Buon anno a te, che piangi e non sai più se sperare...
Buon anno a te, che non hai una casa, un lavoro, chi ti vuole bene....
Buon anno a te, piccola creatura che sei stata gettata via, abbandonata, maltrattata...
Buon anno a te, che a causa dei tuoi errori ,stai leggendo questo augurio dietro a delle sbarre...
Buon anno a te, che anziano e affaticato, ti senti arrivato al termine del tuo cammino...
Buon anno a te, che nonostante sia meno abile, hai il coraggo di vivere la vita e gridalo al mondo intero...
Buon anno a te, che sei consacrato a Dio e vivi portando il Suo amore tra la gente...
Buon anno a voi, coppie di fidanzati e sposi...siate esempio vivente di Cristo....
Buon anno a te, che per lavoro vivi lontano dalla tua famiglia....



Buon anno a tutti voi... da tutti noi, che in unità camminiamo insieme...


Te lo diciamo così, attraverso queste immagini ...

clicca e sarai catapultato nel mio blog  della parrocchia....




Ciao!

By Benny


Senza titolo 2451

Il Governo e il Parlamento devono prendere una posizione chiara sui mutui a tasso variabile.


I collusi col sistema criminale delle banche devono uscire allo scoperto.


Il terzo Polo per i cittadini. Tu vota la Fatanuda

Senza titolo 2450

CAMILLO SBARBARO




Ho ricevuto in regalo il bellissimo volume della Garzanti
"Camillo Sbarbaro, l'opera in versi e in prosa".

Purtroppo il poeta ligure non è tanto conosciuto e viene insegnato poco a scuola. I manuali gli dedicano poche righe mentre invece il suo valore sia a livello di poesia che di poetica è davvero alto. Il tanto celebrato (a ragione) Montale, deve tantissimo a Sbarbaro.

Vi consiglio vivamente di leggervi qualcosa, tra l'altro le sue poesie sono molto comprensibili e di un lirismo unico. Come le sue prose e i suoi aforismi.
Per leggere qualcosa di Sbarbaro andate QUI

Segnalo inoltre due link di approfondimento Wikipedia e su Italialibri



Senza titolo 2449

una nuova moda questa delle conferenze stampa di fine anno, parlano tutti di non so cosa; oggi sarà l'ora dei semafori, delle rotonde alla francois, delle agende degli assessori alla cultura....che strazio

Elogio della conoscenza

C'è talmente tanto da sapere che non so da dove cominciare!

Raffaele Greco

30.12.07

Senza titolo 2448

voilà l'etè e il perizoma vola sui panettoni, buon anno e incontriamoci per cacciare tutte le caste che rovinano il nostro paese.....

Senza titolo 2447

Se tu fossi qui


 


Se tu fossi qui


la mia poesia prenderebbe altre forme


sarebbe la fremente attesa


le gambe irrequiete di te


e poi finalmente


lo sguardo appassionato


la parola sussurrata


la voglia di starti vicino


respirarti


di sperdermi nei tuoi occhi


il trasporto a stringerti


il corpo che brucia d’amore


e baciarti


e poi baciarti e ancora baciarti


ah se tu fossi qui


questo sarebbe


e invece non ho che carta e penna


sono assetato nel deserto


che canta il suo miraggio


così nasce la mia poesia


 


Pietro Atzeni

Senza titolo 2446

  VE LO RICORDATE QUESTO FUMETTO ?  :-)


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morte di un poeta

sono talmente  triste per  il barbaro omicidio  di Peppino  marotto  . Ecco cosa dice la nuova  sardegna online   di oggi 30\12\2007



NUORO. Il pastore, la latitanza, il confino, il carcere, le lotte politiche e il sindacato: Peppino Marotto era tutto questo. Che equivale a una vita estremamente dura e tormentata. Nasce nel 1925, quarto di sette figli di una famiglia poverissima. Il padre fa il boscaiolo, e fatica a mettere insieme in companatico. Ancora adolescente viene affidato ad uno zio pastore che dovrà insegnargli il mestiere. Collabora con lui fino alla maggiore età. Nel 1945 parte militare, per rientrare a Orgosolo solo nel febbraio del 1947, quando viene eletto segretario dei giovani comunisti.
Giovane dalla personalità forte, impavido e trascinatore, capeggia da subito i cortei dei contestatori. Così come aveva fatto durante il servizio di leva. Nel 1950 guida un gruppo di operai che erano stati ingaggiati per costruire una strada, proclamando uno «sciopero alla rovescia». Fu l'occasione per farsi notare, ma anche per essere catalogato come un «ribelle», da tenere d'occhio. Nel 1950, con l'assassinio di un barbiere suo compaesano, si apre davanti a Peppino Marotto una vita tormentata e dolorosa. Orgosolo, a più riprese, viene assediata dai carabinieri, che irrompono nelle case, arrestando chiunque osasse protestare. La malasorte tocca anche lui: finisce ammanettato dopo una retata. Senza giustificazioni lo spediscono al confino, a Ustica, inizialmente per quattro anni. L'accusa? «Soggetto socialmente pericoloso».
Il 20 settembre del 1952, a 27 anni, dimezzata la condanna in appello, torna a Orgosolo, dove la situazione, sul fronte della criminalità, si è fatta estremamente seria e pericolosa. Va a lavorare come operaio con una impresa che ha vinto l'appalto per la costruzione di una strada di 5 chilometri. Gli operai, una volta organizzati sindacalmente, lo eleggono segretario della Camera del lavoro. In quelle vesti tenta di riportare la pace per evitare le disamistades. Nasce così l'idea di un Comitato di pacificazione. Il 3 febbraio del 1953, presenti le maggiori autorità del paese e della provincia, si registra il giuramento pubblico.
Nel maggio dell'anno dopo, Marotto racconta a Peppino Fiori, nel libro «La società del malessere», che le forze dell'ordine vogliono riarrestarlo per spedirlo un'altra volta al confino. Si dà alla latitanza, che però dura pochi mesi. Si costituisce e viene spedito in Molise, a Castelmauro, in provincia di Campobasso. Qui lo raggiunge un mandato di cattura per omicidio ed è scaraventato per quattro mesi in isolamento. Al termine gli piove addosso l'accusa di aver preso parte a una rapina e al conseguente conflitto a fuoco. Riconosciuto innocente da questa seconda imputazione, viene invece condannato per la prima a dieci anni di carcere. Resta recluso fino al 1962.
Guadagnata la libertà, parte per la Lombardia, dove lavora come vaccaro. A 39 anni sposa una ragazza di Orgosolo, che va a vivere con lui a Lambrina. Il cuore però è sempre a Orgosolo, per cui decide di ripartire per la Barbagia. «Orgosolo - racconta a Fiori - è un paese che non cambierei con altri. Qui è rimasta una umanità cordiale, generosa, ancora ferma di parola. Ci aiutiamo, c'è il senso della solidarietà nelle situazioni difficili. E sarà che ci sono nato e cresciuto. Qui stai un giorno senza farti vedere, e tutti chiedono. Stai un giorno senza uscire nella città moderna e potresti essere crepato, e nessuno se ne accorge. Senti una voce in campagna e subito capisci. Vedi in paese una luce accendersi, e di quella casa immagini tutto. Esistiamo insieme, ecco la diversità. Certo la vita del pastore barbaricino è vita di solitudine. Ma al contrario della solitudine di un uomo nella città moderna, come l'ho provata io, questa nostra cambia. Sai che la gente c'è, e puoi trovarla. A Lambrinia non trovavo la gente, ognuno era per conto suo, separati da una muraglia di indifferenza. Me ne sono accorto nel 1966».
Col ritorno ad Orgosolo, il Peppino Marotto da sempre pervaso dalla filosofia pastorale, si ributta nell'attività sindacale, alla ricerca della conciliazione tra «merese e socialismu». A 78 anni diventa un sognatore che esprime i propri sentimenti scrivendo poesie, coniugando «Pasca Santa» e «Pasca sociale», «Sa cresia e su mundu sindacale», recitate in occasione del 25 aprile, festa della Liberazione, e Primo Maggio, festa del Lavoro.
Più concretamente, il vero Peppino Mereu è un orgolese che ha vissuto nella sua totalità e nella rifrazione delle parti: come pastore, bracciante, confinato, carcerato, sindacalista, comunista, cantore e poeta. Un orgolese sessantottino indiscutibilmente intelligente, che ha vissuto la propria storia e quella del paese già dalla rivolta di Pratobello, contro l'arbitrio statale e l'occupazione dei militari, cantando la difesa dei pastori per i quali Pratobello era pascolo, pecore, latte, formaggio e carne. La vita.
Ora  sono  talmente  scosso , mi  ritorna in mente  il suo discorso
non retorico al convegno  per il  30 sul  '68   tenuto  a tempio pausania  inb cui hai descritto  senza  retorica    gli avvenimenti di  pratobello  da non riuscire  a  trovare  le parole  per  descrivere  tale  evento che  lascio  a questo video  .



Inizialmente  avevo  banalmente optato per  l'ovvia   e  stà usata  in questo blog  ( ma   sempre  suggestiva  )   canzone Morte  di un poeta  dei Modena  city ramblers ma   poi  
youtube  alla voce   morte di un poeta  ,  ha  saputo suggerirmi il video che trovate sopra   Concludo  con le dichiarazioni , non ricordo se  alla nuova sardegna  o  all'unione  sarda  di oggi  con un poeta-pastore di Macomer, Salvatore Murgia: «Non ci sono parole sufficientemente forti contro chi uccide i poeti - spiega con convinzione - Bisognerebbe inventarne di nuove per renderli del tutto inoffensivi in eterno».

                             documenti









Andiamo al cinema

img163Ogni Domenica mattina a Roma, il suono delle campane ci chiamava tutti i bambini del quartiere  vestiti a festa di corsa si andava a Messa, si passava per un santino in sacrestia, poi a rincorrerci alla Mole Adriana e giocare a  nascondino dietro le colonne di San Pietro. Il premio del pomeriggio al cinema Mazzini, delle Vittorie, Ottaviano oppure al Pidocchietto, avevamo da scegliere, a me piacevano i film d' avventura; che belle quelle domeniche non ci si annoiava. Se poi volevamo rimanere a casa, c' aspettava er marciapiede per giocare a campana, e li maschietti co' li piattini del la bira e le palline colorate de vetro faceveno le gare, erano artri tempi, li regazzini se divertiveno e la sera sfiniti se corcavano contenti. Scusate se ci sono degli sbagli e l'immagine è un po' sgranata. Franca Bassi


 

Senza titolo 2445

  VI PIACEVA LA PUBBLICITA' DELL'ACQUA FERRARELLE ?  :-)


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in tempo di crisi e di fame busa e non si vuole emigrare meglio addattarsi a tutti i tipi di lavoro anche queli per cui non abbiamo studiato la storia di La scommessa di Paolo Ladu, noto “Cipolla”: lava vewtri da 40 anni

  dala nuova  sardegna   9\1\2025  di Valeria Gianoglio Nuoro La bottega di Paolo Ladu, noto “Cipolla  "è un furgone vissuto, un ampio...