1.11.10

Lavoro c'è chi resta e resiste oltre a lottare \ chi è costretto ad emigrare -perchè racconto storie

sottofondo  Suzanne (Live 1988) e Hallelujah di LEONARD COHEN

Prima  d'iniziare  a raccontare le  storie  d'oggi  vorrei rispndere  a delle domande  che mi giungono o via email a voce da compaesani  e non (  nipoti   d'amici e a mici d'amici  )  o da facebook  e  fare delle precisazioni  ed eventuali aggiute  alle  faq  precedenti  .
Lo so , potrei anche farne  a meno , in quanto dovrebbero  ( per chi le vuole leggere )   essere sufficenti sia le Faq  con il relativi  aggiornamenti  che  il maifesto del blog  riportato sulla parte  destra del template. Ma , lnon  è per  fare  ( almeno non solo :-) )  la vittima o del vittimismo  , per  far riavvicinare gente  che ha  smesso di scrivere  e di commentare  , ecc ,  perchè l'attualità li annoia e prefriscono leggere  post  dove si parla solo  e direttamente  di me  e   non posyt  contaminati   fra le mie  opinioni e sensazioni  ed il mondo circostante   e le mie letture  ,  la mia musica  , ecc . Ecco che   rispondendo  ( ovviamente quando le domande   e le  critiche  non sono assurde  o  da risposta scontata )   ogni volta in maniera diversa  alle faq  è come se parlassi di me, allo stesso modo raccontando storie poco note ai margini o quasi  .
Infatti   ma uno  dei motivi per  cui racconto storie è perché la storia non è  solo quello accademica  , in quell'anno  successe  quello   le cause  di quellavvenimento sono dovute  a .X  o  Y ha fatto questo perché X   gli impedi di fare  cosi  o gli si  ribello' perché lu i o loro .....  , ecc   la storia la fa  (  è recentemente   , nl nostro pase  ,  lo si è capito \  approfondito ) anche la gente  - le persone con le lro idee  le loro creazioni  e  gli sforzi e lotte per realizzare   metterle  pratica  o di come hanno ottenuto oltre  gli insulti anche apprezzamenti in vita   e  post mortem . Infatti  La storia è la disciplina che si occupa dello studio del passato tramite l'uso di fonti, cioè tutto ciò che possa trasmettere del sapere. Più precisamente, la storia è la ricerca e la narrazione continua e sistematica di eventi nel passato di importanza per la specie umana, compreso lo studio degli eventi nel corso del tempo e la loro relazione con l'umanità.
Il termine storia in italiano e in altre lingue ha anche il significato di racconto letterario o comunque narrazione (orale o scritta) di vicende immaginarie. In questa accezione il termine non sarà discusso in questa voce, anche se la storia di per sé è anche una narrazione elaborata tramite l'immaginazione e proposta a un pubblico interessato di lettori. Ed  io  con  le mie storie     voglio insistere specie sul secondo  significato  .
E poi come dice questa  canzone di F.Moro di cui riporto Il videoclip ufficiale di Pensa   canzone contro la mafia  che lo vide  vincitore di Sanremo Giovani 2007 ed in particolare questo verso 



(...)
Ci sono stati uomini che sono morti giovani
Ma consapevoli che le loro idee
Sarebbero rimaste nei secoli come parole iperbole
Intatte e reali come piccoli miracoli
Idee di uguaglianza idee di educazione
Contro ogni uomo che eserciti oppressione
Contro ogni suo simile contro chi è più debole
Contro chi sotterra la coscienza nel cemento
Pensa prima di sparare
Pensa prima di dire e di giudicare prova a pensare
Pensa che puoi decidere tu
Resta un attimo soltanto un attimo di più
Con la testa fra le mani
Ci sono stati uomini che hanno continuato
Nonostante intorno fosse tutto bruciato
(...)

praticamente  cerco   (  anche  con interviste  video  e via email\ via rete le trovate online  )  di far ivivere  la canzone la storia siamo noi  di De Gregori in quanto a fare  la storia  è anche la gente comune o  gli  sconfitti dalla storia  cronologica  degli eventi ,o che stavano dalla parte sbagliata    E poi dare  fare  arrivare al grande  pubblico  le storie  di quelle persone   che  pur  facendo  la storia   sono  poco sconosciute  perché trascurate dai media  ( salvo che non  siano   coinvolti  in maniera  indiretta   o di striscio  infatti importanti ) che  in prativa  sono o senza voce . Concludo con la risposta  a queste due ultime email , arrivate proprio in questo momento  :<< come ami non parli di  bambini e  adolescenti anche loro fanno a " storia "  intesa  come l'intend tu ala maniera  di Verga  cioè il ciclo dei vinti
Ecco le due  storie  d'esse la prima al  femminle 

da LA  NUOVA SARDEGNA  ONLINE DEL 31\10\2010
Minatrici con orgoglio: Patrizia e Valentina, il cuore di Carbosulcis

Sveglia all'alba e poi nel buio delle gallerie dove esperienza e capacità fanno la differenza. Le trovi sempre in prima linea, ai controlli, al bullonamento o ai sistemi di sicurezza

                           di Giuseppe Centore

NURAXI FIGUS. Valentina e Patrizia non l'hanno scelta. È lei che ha scelto loro, come i padri e i nonni. Un abbraccio non più opprimente come cinquanta anni fa, ma forte e deciso, che ti toglie il fiato, perché sotto c'è buio e fango. L'aria, i colori, e il sole sono fuori, in alto, e sono da cercare in ogni momento libero, per ricaricare occhi e mente. Se non fosse per le loro intense pupille che bucherebbero una parete di roccia, sarebbero due quarantenni impegnate nei turni in fabbrica. E invece sono donne speciali; sono le uniche due minatrici d'Italia, "operative" in sottosuolo. Scendono con protezioni, stivali speciali, casco, respiratore ed erogatore d'ossigeno d'emergenza, ma sotto i guanti hanno le unghie smaltate e case ricche di vezzi femminili, quasi a compensare l'ipocrita mascolinità del loro lavoro. Hanno il cuore a Nuraxi Figus, Carbosulcis, la miniera che resiste al passato scommettendo sulle nuove tecnologie.
Valentina Zurru e Patrizia Saias
Un ritratto. A Valentina Zurru, 43 anni, padre minatore, ultima di sette figli, piace la campagna, il nuoto e correre in bici. Patrizia Saias, 49enne, divorziata con due figlie di 19 e 13 anni (Eleonora e Francesca) divisa tra famiglia e lavoro, ha tempo solo per riposarsi. Le loro storie, diverse come non mai, hanno solo un punto in comune: la voglia di vivere normalmente ciò che normale ancora oggi non è. «È un lavoro come tanti, con qualche disagio in più ma con mille soddisfazioni. Forse dobbiamo sfatare qualche luogo comune, ci guardiamo intorno, vediamo tanti uomini che manifestano tutte le debolezze possibili in miniera».
Gli inizi. Valentina, lunghissimi capelli neri, tenuti dentro al casco con una elaboratissima crocchia, è arrivata in Carbosulcis due anni dopo il diploma. «Mi sono diplomata nell'85 al minerario Asproni, già allora ero l'unica donna nella mia classe, e dopo ho fatto tante domande, per le piattaforme Agip, persino in banca. Ma un anno dopo mi ha chiamato Carbosulcis e ho subito accettato». Suo padre, come quello di Patrizia ha fatto il minatore, ma non c'è stato in questi casi alcun passaggio di testimone. «Difficile trovare famiglie del Sulcis-Iglesiente che non abbiano avuto rapporti con le miniere». Negli anni Sessanta, decine di migliaia di operai, oggi meno di cinquecento. Valentina è stata assunta come grisouista, addetta ai controlli ambientali, poi è passata ad occuparsi di bullonatura, il sistema che consente di mantenere in piedi le volte della miniera senza armarle.
«Si sostengono con bulloni di acciaio lunghi due metri che vengono inseriti nella roccia, con una certa velocità di rotazione e accompagnati da una speciale resina: se si sbagliano i tempi e le procedure, l'inserimento è fallito e va ripetuto. Io verifico che le attività siano corrette e indico ai colleghi se devono o meno ripetere l'intervento». Patrizia è un tecnico di gestione ambientale, espressione riduttiva per indicare chi si occupa di tante cose: ventilazione, polveri, sistemi di sicurezza nelle diverse fasi e aree di lavorazione, responsabilità da far perdere il sonno. «Qualche anno dopo essere stata assunta ho avuto problemi di salute e mi hanno fatto salire negli uffici, sino alla Presidenza, ma poi ho chiesto io di tornare sotto, mi ero affezionata, l'ho fatto un anno dopo la nascita di Francesca e dopo ho capito che i sacrifici erano più che compensati dalla bellezza di questo lavoro».
I colleghi. Gelosia? Invidia? Patrizia risponde diplomaticamente. «I miei colleghi non amano essere governati o consigliati da una donna; vedono le gerarchie come muri, da non valicare mai. Per me non è così. Se c'è da portare un tubo pesante, non mi tiro indietro, se non altro per dimostrare che non siamo un battito di ciglia o un filo di rossetto. Il mio incarico mi obbliga a girare tutta la miniera, anche le zone non più coltivate, per verificare che sia tutto in regola, qualche volta forse sembro antipatica, ma è fondamentale, soprattutto quando sei sotto, dire quello che pensi, senza giri di parole. In galleria non si deve discutere, si deve fare ciò che è previsto, e se non lo sai o puoi fare, devi salire, per te e per i tuoi compagni».



..............

 dall'unione UNIONE SARDA DEL 31\10\2010
Goiorgio Pisano  ( pisano@unionesarda.it )



tutte  quelle persone Negli ospedali esiste una strana specie di schiavo. Indossa il camice bianco, tiene lo stetoscopio appeso al collo e un campionario di penne nel taschino. Segue il capo (primario o direttore di clinica che chiama ossequiosamente professore) con la stessa composta devozione delle pie donne a Sant'Efisio. Se interrogato, risponde muovendo la testolina come un giocattolo a molle, le mani preferibilmente dietro la schiena perché dà un tocco di autorevolezza. Aria assorta, sorrisetto distaccato. E una speranza: conquistare la libertà.                                                   Marco valerio Melis, 40 anni ( foto a destra ) chirurgo oncologo alla New York University School of Medicine, conosce bene quel tipo di vita perché l'ha sperimentato subito dopo la laurea, 1994 a Cagliari. «Gli specializzandi vengono usati quasi esclusivamente come scribacchini in reparto o come divaricatori in sala operatoria. L'insegnamento di fatto non esiste. Qualunque forma di crescita professionale è ostacolata a tutti i livelli». Dopo quattro anni di questo tran tran si è accorto di «andare incontro a un processo semi-irreversibile di atrofia cerebrale». Ed è stato allora che ha cercato un'uscita d'emergenza, la via di fuga. «Lasciare la mia città non era una scelta pianificata, voluta. Non m'interessava raggiungere chissà quale posizione accademica od ospedaliera. Volevo semplicemente diventare un buon chirurgo e mi vergognavo di farmi chiamare così visto che fino a quel momento non avevo mai operato in vita mia».

Prima alla University of Chicago, poi a Tampa (in Florida) e infine nella Grande Mela. «Ritmi pazzeschi. In una settimana imparavo quello che in Italia richiedeva un anno». Oggi si occupa di chirurgia laparoscopica dei tumori dell'esofago, del fegato e del pancreas. Ha anche realizzato uno dei pochi centri americani per la chemioterapia ipertermica intraoperatoria. «Qui chi lavora viene premiato, chi non lavora viene allontanato oppure resta per sempre al primo gradino della carriera».
Abitare a New York, dove una scuola elementare privata di livello medio costa fino 2.500 dollari al mese, non è semplice. Per l'affitto di un appartamento a Manhattan serve il doppio. Quello di Marcovalerio Melis era un bilocale che una parete di cartongesso ha miracolosamente trasformato in tri vano. Così c'è posto per tutta la famiglia: moglie e due figli. «A parte scuola e casa, la vita non è carissima. Si può risparmiare su alcune cose: l'automobile, per esempio, è assolutamente inutile in una città come questa».
C'è un'aggravante: Melis non vuol rientrare, non gli interessa. Dalla Sardegna gli hanno proposto un incarico di prestigio e lui ha risposto no. Sta meglio in un mondo che pure non è il suo, vuole crescere i figli in una società che ignora la «mentalità italiana di sentirsi sempre un po' più furbi degli altri, oppure campare cercando scorciatoie». La conclusione, che stranamente non prevede le tradizionali lacrime d'emigrato, è disarmante: «Di sicuro è triste accorgersi d'essere felici in un'altra nazione ma mi consolo pensando che sarebbe ancora più triste essere infelici a Cagliari».
Non c'era neppure un briciolo di speranza?
«Dipende da cosa si vuole fare nella vita. In Italia, con una specializzazione di chirurgo in tasca non ci sono difficoltà ad avere uno stipendio magari non altissimo e la prospettiva di un'esistenza senza scosse. Però a me non interessava».
Invece lei?
«Io volevo fare il chirurgo sul serio. A Cagliari, strada tutta in salita. Non ci sono maestri e i pochi che sanno non insegnano. È un sistema, il nostro, che tarpa le ali anche ai più volenterosi».
Si rischia, secondo il suo parere, l'atrofia cerebrale.
«In Italia il compito degli specializzandi consiste solo nel compilare le cartelle cliniche o tenere i divaricatori in sala operatoria, mansioni che non richiedono una laurea e tantomeno una specializzazione. Io ambivo a qualcosa di più stimolante».
È vero che i medici italiani sono in qualche caso leggermente analfabeti?
«Nella sanità italiana ci sono alcuni centri di eccellenza che non hanno nulla da invidiare ai migliori ospedali americani, e anche a Cagliari ci sono degli ottimi professionisti. Ma si tratta di eccezioni, la regola è un'altra. Purtroppo. Gli avanzamenti di carriera sono legati ad anzianità di servizio o a clientelismo, dunque mancano gli stimoli a migliorarsi».
Negli Stati Uniti?
«L'amore per la professione ha un risvolto economico che spinge ad aggiornarsi continuamente. Il medico incompetente non ha scampo: viene bombardato di denunce, perde molto danaro e spesso anche il posto di lavoro. Quello competente ha più consulenze, più pazienti: essere bravi, da queste parti, è davvero un affare. Poi, ci sono gli esami».
Che esami?
«In Usa bisogna sottoporsi periodicamente a verifiche per confermare non solo la specializzazione ma addirittura l'abilitazione medica. Vale per tutti, capi inclusi. E si tratta di prove tutt'altro che formali».
Ha detto d'aver imparato in un giorno quello che in Sardegna...
«...mi insegnavano in un anno. Esatto. In Italia ho frequentato per cinque anni sempre lo stesso reparto senza mai fare nulla in prima persona. Ho osservato sempre lo stesso chirurgo fare sempre le stesse cose».
In Usa è diverso?
«Ogni mese cambiavo servizio chirurgico (chirurgia generale, toracica, pediatrica, cardiochirurgica, traumi, trapianti eccetera) e ad ogni rotazione mi trovavo di fronte a casi totalmente diversi. Come chirurgo italiano non avevo la più pallida idea di come interpretare un elettrocardiogramma, tantomeno come gestire un'aritmia. A Chicago, nel secondo mese di specializzazione, lavoravo di giorno in chirurgia vascolare e la notte facevo la guardia anche nella terapia intensiva di cardiochirurgia».
In caso di difficoltà?
«Potevo chiedere aiuto a un medico strutturato o a uno specializzando anziano. La differenza, rispetto all'Italia, è che in prima battuta dovevo cavarmela da solo e non stare a guardare quello che facevano altri».
O nuoti o affoghi: è questa la logica?
«Esattamente questa. Ma avevo la possibilità di imparare moltissimo, macinare ore e ore di lavoro che diventavano poi determinanti al momento delle selezioni».
Non c'è un pizzico di rancore in quel che dice?
«Non ho motivo di serbare rancore. In Italia non ho subìto torti o ingiustizie, nessuno mi ha costretto ad andarmene. Sappiamo tutti come funziona il nostro sistema sanitario: chi vuole restare deve anche accettarne le regole; l'unica alternativa è fare le valigie. Certo, resta il dispiacere di vedere premiare i mediocri e ignorare i meritevoli. Ma questo vale in molte professioni, non solo nella mia».
Gli esterni, in America, sono ben accetti?
«Che domanda: qui sono tutti outsider. Io ho lavorato con chirurghi italiani, australiani, camerunensi, canadesi, egiziani, indiani, kuwaitiani, tedeschi, per non parlare dei tantissimi con passaporto statunitense ma arrivati da immigrati».
Scintille, mai?
«Questo è un Paese aperto. Certo però che mi riesce difficile immaginare un australiano direttore della clinica chirurgica a Cagliari».
Cosa le piace della vita in Usa?
«Il dinamismo. Qui tutto è possibile, nulla è definitivo, qualsiasi cosa può migliorare. Mi piace l'etica del lavorare duro e onestamente, mi piace l'idea che ognuno sia artefice del proprio destino. C'è più tolleranza e più senso civico. L'amicizia non è mai così profonda come lo è per noi italiani. Gli americani sono più individualisti e cementano i rapporti personali con maggiore difficoltà».
Ha vissuto anche in quartieri malfamati, giusto?
«A Chicago. In Usa i confini fra quartieri sicuri e quartieri a rischio sono abbastanza netti. Noi abitavamo in una brutta zona, seppure vicinissimo alla University of Chicago. A volte si sentivano degli spari oppure vedevi un'ambulanza che portava via il tuo vicino in overdose. Ho visto colleghi stupirsi di trovarmi ogni giorno al lavoro tutto intero. Ho cambiato cinque case in dieci anni: anche questa è l'America».
Cosa rimpiange?
«Non mi piace guardarmi indietro. Vorrei condividere con la mia famiglia rimasta in Italia le tappe importanti e la quotidianità. Mi mancano le serate con gli amici di sempre, la pausa-pranzo al Poetto con caffè, sole e mirto».
La figura del capo.
«Negli Stati Uniti deve sfruttare al meglio le potenzialità dei suoi collaboratori, risponde di successi e insuccessi del suo staff. In Italia mi pare una figura più propensa a sfruttare il lavoro della sua squadra per tornaconto personale, tipo mettere la firma su relazioni fatte preparare a specializzandi e cose del genere. In sintesi: in Italia il compito del capo è rendere difficile la vita dei dipendenti, negli Stati Uniti è risolvere problemi creati dai sottoposti».
Cosa bisogna fare per conquistare la benevolenza del capo?
«In Italia non lo so. In America contano i risultati e quelli soltanto, contano le persone concrete e affidabili».
Sbagliato dire che in campo medico i rapporti gerarchici sono medievali ?
«Perché sbagliato? Se consideriamo schiavo chi è sottoposto alla volontà altrui senza alcuna possibilità di affermare il proprio pensiero e la propria dignità, allora gli specializzandi sono da considerare assolutamente schiavi. Il problema è che in Italia a volte si rimane succubi del proprio primario per tutta una carriera».
Si sente realizzato?
«In un settore come il mio, chirurgia oncologica, non mancano i momenti di depressione. Altra faccia della medaglia sono le tante storie a lieto fine oppure accorgersi che per farsi vedere da te arrivano non solo da tutto lo Stato di New York ma anche dal New Jersey e dalla Pennsylvania».
Chirurgo per chirurgo, non era meglio ricostruire tette e chiappe?
«Tutti facciamo scelte sbagliate. Scherzo, ma francamente credo che alla lunga sia piuttosto noioso passare le giornate a impiantare protesi».
Le hanno proposto di rientrare: perché ha rifiutato?
«Devo ammettere che fino a poco tempo fa il mio sogno era proprio quello di tornare, magari aiutare a crescere colleghi più giovani. Alla lunga ci ho ragionato sopra e alla fine ho cambiato idea: mi intristisce la guerra sanitar-giudiziaria contro chirurghi che hanno la sola colpa di essere bravi ma non sardi. Mi intristisce l'idea di lavorare guardandomi sempre alle spalle. Mi intristisce l'obbligo di dover appartenere per forza a questa o quella conventicola altrimenti non ti fanno vivere».
Dunque è un no definitivo?
«Nella vita credo di essermi messo in gioco molte volte, saltando spesso senza rete. Oggi ho due figli, più precisamente due diavoletti mimetizzati da angeli di quattro e sei anni: insieme a mia moglie, alla quale debbo davvero tantissimo, sono loro la mia priorità assoluta».
Che c'entra, i suoi figli non possono crescere in Italia?
«Preferisco che stiano qui. Intanto perché un padre che svolge un lavoro appagante in un ambiente tranquillo è certamente un padre più presente e meno nevrotico. Poi, penso anche che in questo Paese possano avere una educazione più solida e, più in là, maggiori opportunità di lavoro. La mia è un'opinione del tutto personale ma ritengo che al giorno d'oggi la società americana sia più sana ed integra di quella italiana».
Avvilente scoprire la vita lontano dalle radici.
«Cagliari è una città bellissima. Ci sono nato e cresciuto, ci ho conosciuto mia moglie. La mia famiglia, i miei amici - che ritrovo ogni estate - sono lì. D'altra parte, a pensarci bene, la casa non è necessariamente quella in cui si nasce. Io, per esempio, l'ho trovata in una città fantastica che è diventata la mia vita».


31.10.10

gli animali sono meglio dell'uomo ? quel cane randagio vero amico di Sarah scazzi



Lo scritto d'oggi nasce da una mia incoerenza  con quanto scrissi    recentemente  riguardo al mio rifiuto di parlare   ancora del cazzo d'Avetrana .
Ma   dopo aver : 1) letto  tale lettera , da cui nascerà tale discussone , successiva   a repubblica  di Anna Maria Quattromini aquattromini@tiscali.it :
<< 
Nella  triste vicenda di Avetrana c' è un personaggio di cui nessuno si occupa o, almeno, non tanto quanto meriterebbe. Parlo del cane randagio amico di Sarah, che la seguiva dappertutto e che ancora si preoccupa per la sua piccola amica. Da quel 26 agosto staziona vicino a quel maledetto garage dove, forse, ha visto scomparire la sua Sarah e non l' ha più vista uscire. Lui è lì che aspetta, dovrà pure uscire da lì sembra dirci con questa attesa. L' innocenza di un cane non può entrare nella traviata mentalità umana, nelle perversioni umane. Lui pensa solo alla sua piccola amica. Quanto ci insegna quel cane!
>>
2) l'aver   cliccato   su tale  Url presente  insieme al video sulla mia "comunity" di facebook  ( d'altronde  nelle grandifamiglie , non puoi sempre  imporre la tua linea  , ma devi fare i conti \ tener  conto   anche con il dissenso e con la diversità   degli altri\e  )  dove  riporta  la lettera integrale della mamma  di Scazzi un'appello  di una donna che   è stata  , e   ,  ritornerà a  farlo   vista  la sua riservtezza  ,  lontana da partecipare  ai salotti mediatici  dai media tv  ) fatto nella  trasmissione Matrix (  finalmente    ameno da  questo scorcio   una dele trasmissioni  pacate  in mezzo al  fango  e sciacallaggio mediatico  su  questa  vicenda  )   lo trovate  sotto 


è troppo   importante e significativo  per il suo contenuto  in mezzzo a tanta  spazzatura e fatti  insignificanti  riportati  dai giornali e tv  sul caso  della povera Sarah .
Ma il post  d'oggi  non verte  sul commento  al  tale video e a tale intervento  ( ci sarà tempo  maghari  per parlare  di perdonismo  o perdono  in generale  ovviamente  ) . Quindi  no comment, i motivi li sapete  , non partecipo ai giochi al massacro o  le  " doppie  uccisioni " delle  vittime  e  poi  : <<  (...) cos'altro ti serve da queste vite \ ora che il cielo al centro le ha colpite \ ora che il cielo ai bordi le ha scolpite.  (...)   >> 
Ecco quindi che preferisco  concentrarmi  Sul primo  fatto .Esso  è  " una continuazione "  dei posta volte  provocatori  di Danny ( alias  per  Danilo Pilato ) uno   degli ex confondatori del blog gemello    che  poi  a causa  d'incompresoni sulla  strada  e sul viaggio    e caratteri che hanno  iniziato a divergere e ad  andare incotrasto lui  dopo quasi  5 anni  ha  fatto cosi  : 
<<
(...)
Abbiamo girato insieme
e ascoltato le voci dei matti
incontrato la gente più strana
e imbarcato compagni di viaggio
qualcuno è rimasto
qualcuno è andato e non s'è più sentito
un giorno anche tu hai deciso
un abbraccio e poi sei partito.
Buon viaggio hermano querido
e buon cammino ovunque tu vada
forse un giorno potremo incontrarci
di nuovo lungo la strada.
(...)
>>  
 citazione musicale  ( videotesto )  beh a volte  capita  come dimostra il film  di cuik sotto riporto il finale  sia  l'omonimo racconto 




  in quanto  a volte penso e  condivido con lui che noi uomini ( intendo a scando d'equivoci   entrambi i sessi ) siamo come  animali nè più ne meno  cosi   siamo stati rapressentati  come   nelle allegorie della letteratura  Greco\ Latina   come  Fedro o questo  brano del filosofo Aristotele  ( e poi medievali  e seguenti  e nella   cultura popolare   ( tipo   lavora  come  una   formica  ,  è un grillo , si comporta come una cicala  , sei  forte  come u leone  , se dormi come un ghiro , ecc  ) .
Oppure  che altre  volte  lo diventiamo  nella  nostra  brutalsu questa pagina del loro sito ità , efferatezza ( vedere    certi delitti o certe vecchie  ma ancora pericolose  ideologie degenerate * ), cinismo , indifferenza   in cui siamo homo hminis lupis  e togliamo fuori , non necessariamente  ammazziamo fisicamente ma  moralmente \  psicologicamente   il peggio (  a volte  è capitato al sottoscritto  nel  suo passato  in cui si toglieva  i pesi dela coscienza    con  la vendetta  ,  a vote  fatta   nel mucchio ed  a casaccio  o peggio per un non nulla  ) di noi dele nostre  bruttezze   fatte dell'abuso dell'istinto e dell'orgoglio . M  allo stesso tempo siamo anche  dolci , teneroni  , mammoni , tanto da  sconfinare  nel nel melenso , stucchevole  , "  buonismo   d'accatto cioè  a tutti i costi con tutti\o   "  , sdolcinato all'eccesso  , ecc .
Inoltre  << L'aspetto umano non implica intelligenza umana e, viceversa, l'intelligenza umana non implica necessariamente che si debba avere un corpo umano. Ai sapienti importa solo
l'intelligenza,  poco essi si curano dell'apparenza,mentre al contrario gli uomini del volgo badano solo all'aspetto esteriore e non si danno pensiero dell'intelligenza".
(Lìeh Tze -  autore  e saggio cinese).>> . La lettura   di un articolo su donna moderna    non ricordo se  sul cartaceo  letto  da qualche parte   o comoprato  (   (  se  in ospedale  o sala d'aspetto dela fisiatra  o  del   o oppure da qualche altra parte magari durante  un viaggio a Sassari  ) oppure  sul sitop dela rivista  stessa , un mediocre  articolo  artiolo doi Donna  moderna  . L'editoriale   il cui titolo  : che meraviglia riscoprirsi animali. , di cui mi ricordo più o meno l'inizio  <<  L’uomo è un animale. Lo diceva Aristotele. E vale ancora oggi. [...] >>  e avanti ad esaltare tutto ciò che c’è di animale nell’uomo, fino alle passioni e agli istinti. Peccato che ( vedere  url prima citato )  Aristotele dicesse altro ingfatti dai miei ricordi  di studente  liceale  prima  e poi uiversitatio  egli  utilizzava la famosissima formula del “zoon politicon”, ossia l’uomo è un “animale politico” – è uomo solo all’interno di un organismo politicamente organizzato (come una polis, ad esempio).
Complimenti a Donna Moderna, nella speranza che le sue lettrici, sul filo dell’ignoranza ed  immprecisioni  dell'articolo  (  consapevoli o  incosapevoli  che  siano )  che assorbono, possano evitare di intralciare le persone che invece la testa la usano o almeno ci provano . che, forse, è un tantino differente. O no? .   secondo il parere del sottoscritto l’articolo di Donna Moderna è sintomatico e dice tutto sulla nostra società d’oggi. Si cercano emozioni forti, non si cercano più ideali alti. Troppa fatica. E chi ce la fa fare?!? .

Conludo questo post  con le note in sottofondo  radiofonico  di  un battito animale di rafe con  per chi volesse  approfondire tali tematiche   ecco  una bibliografia parziale    degli amici del http://www.uaar.it  ( unione atei  agnostici razionalisti  ) 
  • Desmond Morris. L’animale uomo. Una visione personale della specie umana (titolo originale: The Human Animal). Mondadori, Milano 1994, pp. 224, € 14,46. ISBN 8804451467
  • Massimo Recalcati. Sull'odio  B. Mondadori, ©2004.
  •  Dal dolore alla violenza : le origini traumatiche dell'aggressività / Felicity de Zulueta. - Milano : R. Cortina, 1999. - X, 388 p. ; 23 cm.((Trad. di Cristiana Pessina Azzoni.
  • L'aggressività femminile / Marina Valcarenghi. -Milano : B. Mondadori, [2003].
  • Maschi bestiali : basi biologiche della violenza umana / Richard Wrangham, Dale Peterson ;introduzione di Enrico Alleva e Francesca Matteucci. – Roma :Muzzio, [2005].
  • L''aggressività : psicologia e metodi di valutazione / Carmelo Masala,Antonio Preti, Donatella Rita Petretto. - Roma : Carocci, 2002. - 238 p.
  • Gli dei dentro l'uomo : una nuova psicologia dell'uomo / Jean Shinoda Bolen. - Roma : Astrolabio, 1994. - 328 p.
  • L'empatia / Edith Stein ; a cura di Michele Nicoletti ; presentazione di Achille Ardigo.- 4. ed. - Milano : Angeli, 1999. - 202 p.
  • Saggio sull'uomo : introduzione ad una filosofia della cultura umana / Ernst Cassirer. - Roma : Armando, stampa 1996. - 431 p. ; 22 cm. ((In appendice: Lo strutturalismo nella linguistica moderna ) .
  • Uomo, natura, mondo : il problema antropologico in filosofia / Riccardo Martinelli. - Bologna : Il mulino, [2004]. - 339 p.

  e altri che trovate  qui  su questa pagina del loro sito

30.10.10

la vita è una scatola di cioccolatini detto da un ex con tendenze suicidie


la prima  




 storie   speciali per  gente  normale    e  normali  per gente  speciale  .

  dall'unione sarda  del 30\102010
la prima   dalla cronaca Italiana  . Una   storia  che  potrebbe essetre inclusa  nella rubrica dela settoimana enigmistica  Forse tutti non sanno che... e Strano ma vero, rassegna di brevi notizie sui campi più disparati, storici e scientifici inclusi, non sempre però autentici - spesso dei palesi falsi - ma affascinanti abbastanza per soddisfare la generica curiosità di un pubblico italiano.

Mezzo secolo per conoscersi
Per 43 anni si sono scritte senza mai incontra
LORENZO PAOLINI

SAN NICOLÒ D'ARCIDANO Colpo d'occhio: sei tu? E giù abbracci, lacrime, carezze. Sciolto il voto: dopo 43 anni ci conosciamo. Il figlio (di Erika Compagnoni) in un angolo a riprendere la scena con la telecamera, il marito (di Luciana Deidda) nell'altro a fare da spettatore silenzioso. Una carrambata con i controfiocchi. Amiche di penna per quarant'anni, e pace se il concetto sembrava sepolto. Bambine curiose, poi adolescenti in confidenza, donne complici. Siamo al tempo delle lettere, ieri l'altro anche se pare un secolo fa. Quando si sceglievano con cura inchiostro e carta, si poneva attenzione alle sbavature, c'era perfino la gomma bicolor per rimediare agli errori. Mentre sms ed email volteggiavano fra i misteri del futuro. Bambine di due zone diverse, praticamente opposti emisferi. Una nel Terralbese più piatto, l'altra in Valtellina. Unite da una maestra, la signora Adelaide , di cui non si scrive il cognome perché le ex alunne non lo ricordano.


IL CASO La donna insegnava a Bormio, quinta elementare, a inizio anno le annunciano il trasferimento in Sardegna, un'altra quinta. Qualche pianto di commozione, poi il viaggio verso casa. Fra la felicità di esser tornata e una punta di nostalgia per i boschi dello Stelvio, si fa strada l'idea: mettere in comunicazione le due classi, una sorta di ponte ideale fra vite della medesima età eppure diversissime. Vengono scritti tutti i nomi sui bigliettini, come la riffa del santo patrono, qui Sardegna lì Lombardia. Le coppie di amiche le crea il destino. Qualche ambo si scioglie in un lampo, altre coppie resistono all'usura del tempo. Nessuna come Luciana ed Erika però che, per poco meno di mezzo secolo, si erano promesse di darsi un volto. E alla fine ce l'hanno fatta.

LA DECISIONE Un sabato mattina di fine agosto. Luciana Deidda - 53 anni, un bella signora mora che lavora nella disinfestazione a Oristano, micro-yorkshire di nome Camilla - si è alzata dal letto con un brutto presentimento. Ci ha rimuginato un po', poi è tornata dal marito. «Io parto. Se tu venissi, sarei felice. Ma io vado comunque, mi sono scocciata di aspettare». Sembra niente, Bormio. Marito e moglie ne parlano dal giorno del matrimonio. Giampaolo ha imparato presto che dietro quelle lettere, quelle fotografie che arrivano ogni tanto nella buca delle lettere, c'è un'amicizia a prova di bomba nucleare. Dopo centinaia di cartoline, le amiche sconosciute vorrebbero vedersi in faccia. «Prima non avevamo una lira, ci siamo sposati ma dovevamo metter su casa. Poi sono arrivati i figli. Poi gli impegni di lavoro, lui ha un'agenzia di security a Cagliari. Poi dove mettiamo il cane. Avevamo rinunciato a partire anche quando Erika ci aveva offerto di ospitarci per il viaggio di nozze». Quel giorno però Luciana aveva nel petto un'angoscia: «Mi sentivo strana, pensavo che se non fossi andata per abbracciarla non l'avrei potuto più fare». Un presentimento infausto, tempo scaduto. Comunque l'atteggiamento buca ogni obiezione: si parte.
MESSAGGI IN BOTTIGLIA Le malattie terribili dei genitori, gli amori che vanno e quelli che finiscono, le speranze per i figli, l'ansia del lavoro. Ma anni prima si parlava di voti presi a scuola, com'è il tuo paese? , beati voi che vivete vicino al mare , a me piacerebbe conoscere la montagna . «Ci siamo incontrate per caso ma col tempo avevamo imparato a riconoscerci reciprocamente come la mia migliore amica . Mi ricordo quando Erika aveva scritto che si sarebbe sposata a 16 anni, aspettava Davide che per tanti anni ha fatto il calciatore nel Lecco. Poi quando si è separata dal marito a 21 anni mantenendo ottimi rapporti, lui oggi fa lo chef nell'albergo che lei dirige». A 18 anni, otto dopo la prima lettera, il grande passo: «Ci siamo fatte una telefonata e, una volta rotto il ghiaccio, non abbiamo più smesso». Da una stagione all'altra ci si promette reciprocamente una visita, ma la sorte congiura. A dir la verità, Erika fa un passo in più: dodici anni fa suona alla porta della casa di San Nicolò d'Arcidano, sorpresa. È arrivata fin lì per conoscere la sua amica di penna. Ma Luciana, nello stesso giorno, è partita per andare dalla figlia a Roma. Salta l'incontro, potenza del destino avverso.

NESSUN BISTICCIO Sarà che un litigio per via epistolare è più complicato. Maurizio Costanzo, che le ha avute ospiti qualche giorno fa in radio, ha chiesto: mai una discussione? «No, in 43 anni nessun bisticcio. Solo una volta qualche frizione, quando ha deciso di sposarsi. A 16 anni sei troppo giovane, non si deve fare una scelta così da ragazzi. Me l'ha insegnato mia figlia Valentina: mamma, i matrimoni costano, i divorzi pure. Ma Erika la pensava diversamente». Sull'aereo che la portava a Linate non ha avuto perplessità. «Lei sì, temeva che dopo quarant'anni di vita da sorelle senza conoscerci, potessimo non esserci simpatiche. O perlomeno diverse da quello che immaginavamo». Ad aspettare lei e il marito in aeroporto c'era un taxista di Bormio, tutto a carico dell'albergatrice, andata e ritorno e ospitalità e il resto. Ma una coppia sarda non parte a mani vuote: «Avevamo una valigia piena di alimentari, dalle seadas al pane, dalla bottarga ai dolci a ogni salume possibile». In borsetta, un collier d'oro bianco. Un incontro importante, un appuntamento con un affetto finora senza volto. Mentre i rispettivi figli, amici su Facebook, esultavano per il colpaccio. Neanche le curve di Sondalo e Tirano l'hanno piegata e quando sono arrivati davanti all'albergo, racconta di avere urlato: ecco Erika . Il marito si sentiva quasi di troppo, è rimasto defilato per tutto il lunghissimo abbraccio. «In realtà senza di lui non sarei mai andata, è tutte le mie certezze, un uomo che ha capito il mio desiderio e appena ha potuto mi ha accontentata». Il resto è storia di una vacanza troppo breve, il ristorante, la funivia, le foto. «Ma non sono neanche voluta andare alle terme per non perdere minuti preziosi, sono andata lì per conoscerla e quello volevo fare». Nel frattempo la Rai le ha dedicato un servizio, i quotidiani lombardi pure. Quand'è rientrata in paese era giorno di festa, tutti a farsi raccontare questa bella storia d'autunno. Un'amica l'ha accolta in lacrime: «Era una mia compagna di scuola, anche lei aveva una compagna di penna, si sono perse negli ultimi anni. Piangeva e mi diceva: beata te che ce l'hai fatta a incontrarla». Non si esclude nuovo tour, nuove lacrime. Arcidano-Bormio, linea affollata. Chi l'avrebbe detto.
 -----------------
seconda tratta  dalla cronaca di tempio  è la cotinuazione  è la contiuazioe  one della storia  della  vincitrice deki 130 mila €  al quiz  l'eredità (  chi vuole rleggersi l'articolo  o saperne di più  può oltre che leggere l'articolo sotto  rillegersi  qui il precedente ) 

Luras.
Giacomina Satta ha vinto 130mila euro a “L'eredità” su Rai1 per curare suo figlio «Vi presento Michael, ho vinto per lui» Il ragazzo ha 16 anni e ha una grave tetraparesi spastica . «So che la malattia di mio figlio non lascia molta speranza - spiega- ma vado avanti da lurese con la mia indole granitica».Ha vinto un tesoretto. 130mila euro in gettoni d'oro partecipando al quiz televisivo di Raiuno, "L'eredità", condotto nel preserale da Carlo Conti. Ma per Giacomina Satta il tesoro più grande quello che non ha prezzo: suo figlio Michael. Michael compirà sedici anni tra qualche settimana e, dalla nascita, è affetto da una grave forma di tetra paresi spastica, che lo costringe a stare su una sedia a rotelle e che, in questi ultimi anni, si sta aggravando perché legata al presentarsi di altre patologie. «Con questi soldi porterò mio figlio negli Stati Uniti, a Boston. So che sarà difficile ma, come mamma, ho il dovere di provarci». La quarantatreenne, lurese doc, trapiantata da sedici anni a Sassari, è stata ormai ribattezzata mamma coraggio . E di coraggio e tempra Giacomina Satta ne ha da vendere. «So che la malattia della quale è affetto mio figlio non lascia molta speranza - continua la donna - ma questa vincita ha alimentato nel mio cuore quella piccola fiammella che giaceva sopita: ora, voglio farla diventare un grande falò di speranza». Questo viaggio della speranza verso l'America per il piccolo Michael è il primo. In Italia è già stato visitato in diversi ospedali (Genova, Torino e Ferrara). «A Boston faremo una visita specialistica e, solo allora, vedremo cosa si potrà fare», continua la mamma. Giacomina e il marito Saverio sono arrivati ad avere contatti con il Massachusset General Hospital, grazie ad un medico italiano Riccardo Camoriano, che li ha messi in comunicazione con la struttura ospedaliera statunitense. «Il dottor Camoriano, purtroppo, non c'è più. Sarebbe stato felicissimo per questo nostro viaggio negli States». L'emozione si legge, chiaramente, negli occhi di Michael che, guardando la puntata del gioco si è commosso più volte. «Mamma, allora, mi vuoi veramente bene? - ha commentato a freddo il ragazzo - tutto questo per me? Andando a Boston avremo almeno qualche piccola speranza di miglioramento?». A sentire le parole del figlio, a Giacomina Satta gli occhi gli si riempiono di lacrime e sta realizzando, piano piano, che quel sogno che ha cullato per anni, si potrà trasformare in realtà. «Sono andata a L'eredità con il chiaro intento di vincere - spiega la Satta - la mia tensione saliva, ogni volta che superavo una prova. Solo ora che mi sono vista in tv, sto realizzando il tutto. Vincere per mio figlio è stata la mia soddisfazione più grande. Ora ci prepareremo per partire per l'America». Mamma coraggio, fino alla partenza, continuerà a colorare le giornate del figlio con colori allegri, come ha sempre fatto, come è nel suo carattere e, come dice lei, «da buona lurese, tiro avanti con la mia indole granitica».»
A Boston Michael farà una visita specialistica e, solo allora, si potrà capire il da farsi. Giacomina Satta (foto di Piergiacomo Pala) e il marito Saverio sono arrivati ad avere contatti con il Massachusset General Hospital, grazie ad un medico italiano Riccardo Camoriano, che li ha messi in comunicazione con la struttura ospedaliera statunitense. «La mia speranza -dice la mamma coraggio- non si è mai sopita»


SEBASTIANO DEPPERU








le solte cazzate razzistiche . dal novecento non abbiamo imparato niente

Mentre  cazzeggiavou Facebook  un mio amico  sulla mia bacheca mette    la news  del  pompiee .. ehm...  corriere  della sera   che trovate  sotto  . Ora Leggendo tali assurdità non sò che  ..... dire  se non quello che ho   detto nel titolo e perchè  non  si dice  ( ovviamente   sto parlando in senso metaforico e saarcastico ) che  queli del  nord  sono  barbari  perchè hanno avuto incroci con i celti ed i Germani o altre popolazioni del'est  europeo ?
 
 
 


Redazione corriere  della sera  online
16 febbraio 2010 (ultima modifica: 17 febbraio 2010) 

«I meridionali sono meno intelligenti»
Nuova teoria di Richard Lynn: «La causa è mescolanza genetica con popolazioni del Medio Oriente e dell'Africa»


Richard LynnCome dice  sempre  il  titolo  del corriere  Richard Lynn ( foto a sinistra  )  è autore di discusse ricerche sulle differenze mentali in base a razza e sesso.

«I meridionali sono meno intelligenti»
Nuova teoria di Richard Lynn: «La causa è mescolanza genetica con popolazioni del Medio Oriente e dell'Africa»



MILANO - Richard Lynn, docente emerito di psicologia all'università dell'Ulster a Coleraine, in Irlanda del Nord, è famoso per le sue teorie a dir poco provocatorie. Ritiene che esistano differenze nell'intelligenza degli individui in base alla razza e al sesso: una ricerca lo ha portato a dire che le donne sono meno intelligenti perché hanno il cranio più piccolo dei maschi, un'altra che la pelle più chiara corrisponde a una maggiore capacità mentale.
MENO INTELLIGENTI - L'anno scorso lo studioso ha pubblicato uno studio sulla rivista Intelligence che chiama in causa direttamente il nostro Paese. Il titolo è: «In Italy, north-south differences in IQ predict differences in income, education, infant mortality, stature and literacy» («Le differenze nel QI tra nord e sud Italia corrispondono a differenze nel reddito, educazione, mortalità infantile, statura e alfabetizzazione»). Ecco la teoria: il sud Italia è meno sviluppato del nord perché i meridionali sono meno intelligenti dei settentrionali. Anzi, mentre nel nord Italia il quoziente intellettivo è pari a quello di altri Paesi dell'Europa centrale e settentrionale, più si va verso sud più il coefficiente si abbassa. La causa, spiega Lynn, è «con ogni probabilità da attribuire alla mescolanza genetica con popolazioni del Medio Oriente e del nord Africa». Osservazioni che non sfigurerebbero in un pamphlet razzista.
«GRAVI LIMITI» - Lynn liquida secoli di studi sulla questione meridionale teorizzando che al pari della statura, dell'istruzione e del reddito, da nord a sud l'intelligenza media della popolazione scenda fino a toccare il punto più basso in Sicilia. I più intelligenti d'Italia, secondo Lynn, sono concentrati in Friuli. Roberto Cubelli, presidente dell'Associazione italiana di psicologia, ha criticato lo studio per i «gravi limiti teorici, metodologici e psicometrici (inadeguatezza degli strumenti di misura, arbitrarietà della procedura di analisi, mancata definizione di intelligenza), attualmente in discussione presso la comunità scientifica». Inoltre Cubelli attacca lo studioso irlandese per l'uso di «modelli teorici che si sono già rivelati falsi e ingiustificati e che possono legittimare comportamenti individuali e scelte politiche di impronta razzista e di discriminazione sociale».
TEORIE DISCUTIBILI - Lynn non è nuovo a teorie discutibili: negli anni '70 sostenne che gli abitanti dell'Estremo Oriente sono più intelligenti dei bianchi e nel 1994 nel libro «La curva a campana» teorizzò che nella popolazione di colore, una pigmentazione più chiara corrisponde a un quoziente intellettivo più alto, derivato proprio dal mix con i geni caucasici. Nello studio pubblicato da Intelligence, afferma che «il grosso della differenza nello sviluppo economico tra nord e sud può essere spiegato con la variabilità del QI» e che, in sintesi, nel sud Italia la qualità del cibo è più scadente, si studia meno, ci si prende meno cura dei figli e che almeno dal 1400 il Meridione non partorisce «figure di spicco» nelle arti e nella politica


 con questo vi lascio   perchè due parole sono poche  ed una è troppo

29.10.10

BASTA LO SAPPIAMO TUTTI CHE BERLUSCONI E COMPANY SONO PUTTANIERI PARLATE IN PRIMA PAGINA AD ESEMPIO DEI PASTORI SARDI E DEI LORO PROBLEMI

la  canzone dei Mcr ( Modena city ramblers )  che  ho in sottofondo e  di cuiriporto sotto il video    capita  a fagiolo  sul post  che sto scrivendo





Capisco  che non non è solo questione di letto è  abuso di potereed   anche  compito  dei giornali denunciarlo   e parlarne   , fare le pulce  al potere e atutte le sue forme , ma che  bisogno c'è  d'insistere  aprendo le prime  pagine   e dedicando la maggior parte del giornale  al fatto   che B   va  o meno con minorenni   e fede   e company gli le  abbiano   portate  \ procurate   o chehe lei si sia venduta  in cambio di un centro esetico ?   quando è un fatto notorio coem  dice  anche la stessa canzone  che il potere  fa questo  e  altro . Ora  capisco perchè molti\e  giudicano tale   news   disdicevoli ed  imbarazzanti   gossip  . Ma   ora  mi chiedo facendo mia questa  domanda  di Antonella serafini   : <<  Per quanto tempo dovrò sentire notizie sulle abitudini sessuali dei politici? da marrazzo a berlusconi >> ? Ed  facendomii anch'io tle domanda  \ sega mentale che non biasimo e  capisco  come molti  non a torto  giudicano tale   news   disdicevoli ed  imbarazzanti   gosip  . Per quanto tempo dovrò sentire notizie sulle abitudini sessuali dei politici? da marrazzo a berlusconi, una volta ne parla un giornale di un partito, una volta un giornale di un altro. Qualcuno che parla del patteggiamento dell'ex eutelia? >>  interessa  ?  se parla qui   nei commenti  a questo post  sulla pagina   di fb di Antonella  facebook .
Infatti  non  si trova nessuno salvo pochi giornalisti iin ee  come esempio , per  citare  queli su cui bazzico di più e  di    uno sono anche  amico   personale  :
1) il blog  http://segugio.splinder.com/ . 2)  http://www.censurati.it della  citata  Antonella serafini  ., 3)  http://informarexresistere.fr/       un  sito  italiano ma ospitato all'estero  più precisamentre  in francia )   che si parlano di tale  news   inevitabile  ma  non stanno  a scriverne  pagine  e pagiine    o solo di quello e d'altre  magari più importanti soo un rigo . logico che la gente  dice    basta  gossip  nei giornali e  nei tg   o utenti  in rete  qui ad  esempio  ?  purtroppo sono notizie che ha solo chi le va a cercare. E' questa la cosa grave. E che  legendo  i giornali cartacei ( la nuova  e 
la repunbblica  ) online un po'  tutti  mi chiedo :  come l'amica Antonella Serafini  << Domanda per chi riesce a essere obiettivo: Meglio un marrazzo che tradisce la moglie con un trans ma che mantiene assistenza pubblica negli ospedali, o meglio una Polverini che privatizza ospedali e taglia neuropsichiatria infantile con la giunta più cara degli ultimi decenni ?  >> o dei  pastori sardi  che lottano per  i loro dirittti   e  ci se  ne occupa  a livelo nazionale solo quando vengono  caricati  il 19 ottobre  o bloccano i porti ed aaereoporti ? forse perchè ancora  non hanno o ucciso ma   ( conoscendone  molti  su fb  o  di vista come  quello che ha  perso l'occhio  nelle cariche  )  e vedendo le  foto della notte bianca  con la gente   sotto la regione sarda   occupata  non credo lo facciano ,. o forse perchè  la polizia e gli ordini scriteriati  di chi la gestisce  (  vedere il caso Genova2001  )  non hanno creato il  morto  o i morti ? Ecco che hanno  sia un  matto   del mio  paese   quando dice  : << tira  di più la ...  che la politica >> e  altri "non sense"   perchè ubriaco . , sia   quellic he  dicono che oltre  l'italia  è diventata per  quel che riguarda  i tg e la tv ( salvo  poche  perle  )   con le " le armi di distrazione di massa   il paese delle tre  S  Sesso Sport  Salute  . Infatti   nei comenti sul mio fb  una ute nte  scrive  :  << Io sono del parere che dei politici ci dovremmo preoccupare di cosa fanno per lo stato italiano e non con chi vadano a letto..........ormai il nostro parlamento è diventato un giornalino di gossip!!!!!!!!!! >> . E' vero specie  la prima parte   ma  chi se ne frega   se tradiscono o meno la moglie  con un altro\a o vanno  se  single   a  puttane o si fanno le  orgie con o senza moinoenni o capi esteri  , unica  cosa  triste  è che  usano  oltre  i nostri soldi  e  il loro potere come  hanno sempre  fatto  d'altronde  . Unica  differenza  è che  un tempo con il  la  Dc e  il Caf  i cosidetti anni di fango  c'era più discrezione    ovvero vigeva  si fa  ma non si dice  mentre  negli ultimi  20  anni    anche se  negli ultimi 20 quelli di  merda   lo fanno  ormai in maiera sempre più disinvolta  e sfacciata  facendo diventare il paese barzeleta  a livello nazionale  ed  internazionale facendo ,  per  parafrasare Battiato  in povera patria ,  affondare  nel fango lo stivale dei maiali

Autunno questa stagione triste e affascinante ricca di diversità


 in sottofondo  Le quattro stagioni: L'Autunno di Vivaldi ( l'interpretazione    di  Baroque Festival Orchestra, I Solisti Di Zagreb - Konzert Nr. 3, F-Dur, op. 8, RV 293, Der Herbst: I. Allegro )   .

Prima d'iniziare il post  d'oggi  rispondo   a tutti\e coloro esterni specialmente  mi chiedono  : << visto che tu \ voi   sei\siete   curioso\i , pettegolo\i apppassionato\i dei fatti di cronaca ,  appassionato\i d'informazione    perchè non si  parla  degli sviluppi del cado di Sarah Scazzi ? o non si  criticano  i protagonisti [ famiglia  dei Misseri e i loro  avvocati  Ndr ] , prima lanci il sasso  e poi nascondi la  mano ,ecc >> .
Rispondo per me    gli altri\e  utenti  , se  vorranno rispondere  o magari va bene  questa mia risponderanno loro  .

So dalle statiche  dei due  blog  specialmente questo  di blogspot  che la curiosità  e la passione   morbosa \ non morbosa  e  comprensibile sul fatto di Avetrana  \  di Sarah Scazzi   è molto  alta . Ma per mia  scelta  etico morale , anche  la  curiosità e l'appassionarsi acriticamente  o criticamente  a  tali vicende  ha (  detto da  un libertario  ) un limite  . Inoltre : 1) le  indagini  investigative  sono concluse quelle giudiziari no, quindi , parlandone o riportando  quello che dicono   i giornali e le  mie  intuizioni,oltre a dire ovvietà e cose scontate   finirei , e non mi va ,   per  rigirare  il coltello nella piaga  dei poveri familiari della ragazza non basta  come sono sconvolti   per la morte  della loro figlia  e ne l sapere  che  una  una \o più parenti  sono tra i presunti  dal punto di vista  giuridico ovviamente  , ma  soprattutto  per  come indegnamente in virtù del loro mestiere   esercitato nella maggior parte dei casi senza  scrupoli e  senza  ritegno (  vedere  nel video sotto riportato la vignetta  di Vauro , la  versione in jpg  e  simili  e   copiandolo da  youtube  con  cattura  schermata non viene   bene   on è ancora disponibile   su suo  sito , su uscio ad  uscio ... ehm.. porta  a porta   sotto se qualcuno  non l'ha capita  gli  spiego :-)



 
2) quello che dovevo dire ai  giornalisti   l'ho già detto nei precedenti post   che  può , ora  più che mai , valere   per  gli avvocati  o ex avvocati  e periti che lucrano e  si comportano in maniera vergognosa  come   se  non peggio di  sciacalli e  le iene che  a  loro confronto sono giustificabili in quanto è  nella loro natura .,e poi  ripetere  più di due volte  è come parlare  al vento  o come diciamo dalle nostre parti lavare l'asino con il sapone   3   )   ci sono casi  in cui di respirare la stessa aria  di un secondino no mi va ( citazione  musicale  )


Ora  dopo  queste [ SPERO ] precisazioni , le prossime domande  sui tali argomento saranno inesorabilmente cestinate , veniamo al post  d'oggi

Esso è dedicato  a   tutti\e  coloro  mi chiedono ( sono queste le  domande \ osservazioni che preferisco  , e che mi dovrebbero essere rivolte, ma  vanno bene anche le altre  sia ben inteso   ) : <<  come mai  tu non scrivi ami di tuoi viaggi o posti che  visiti  ? non viaggi  ma ? ami  viaggi solo con la mente ? , ecc >>
E' vero , viaggio poco sia  perché sono uno spendaccione :-) in cose   voluttarie ( DVD,cd,fumetti\riviste,ecc)  dovute  anche  le mie passioni  , dipendenze ( vedere post precedenti  e  d'archivio )e  a volte  interessamento  come quello Avetrana,uscite  con gli amici , danni che faccio e  mi faccio   , ecc ., sia   problemi di salute  e  di  studio  che    causa  cazzeggio e  distrazioni ( fra facebook e  i nostri blog    ) .
Quindi vi parlerò  dell'autunno  e  di  consigli di viaggi e d'uscite   per  chi non vuole starsene solo  davanti al caminetto o stufa  ad arrostire  castagne



 oppure  magari  preferisce  comprarle  o dai caldarroste  o nelle sagre  che ci sono in questo periodo

da http://abridgeovertrouble.splinder.com/post/23494110

 L'autunno   generalmente  identificato con halloween  festa importata  e pacchiana abbiamo le nostre  tradizioni  come  li molti e molti (   o altre  vedere post  precedenti ) o  dai poeti e dagli artisti come un periodo  cupo ,  angosciante  e tenebroso  sarà pure  umido, , ed  a  volte  mette e  da lamentosi  e   malinconici  \  tristi (   come a volte  succede al sottoscritto  al sottoscritto ) e  come  si nota  da  quest'altra canzone : Autunno di Guccini  ( nel cd  in canna   nel pc   in questo momento )  ma è anche una  stagione ricca  di colori  della vegetazione  che  inizia   a cambiare   per prepararsi a letargo  e al  preludio  del sonno invernale!  .Un periodo  ricco  di sagre e feste in cui nelle piazze  e nelle  vie  o   negli antichi cortili  o nelle  antiche  abitazione  dove  casa  e laboratorio erano tutt'uno ritroviamo :le vecchie  atmosfere,artigiani,contadini,venditori ambulanti  ( anche  se ormai in un rituale  più globalizzato   e poco originale vedere  miei post  precedenti  sul mondo contadino )   aprono al pubblico  le loro attività  da noi   si chiamano cortes apertas (trovate  allla  fine del post  degli url  in merito ).
Ecco  alcune sagre  :
Mostra del tartufo bianco Volterra (PI), fino all'1 novembre .,la castagna in festa Arcidosso (GR), fino al 31 ottobre Regina della manifestazione è lei, la Castagna del Monte Amiata ,nome a Indicazione geografica protetta; Festa dell'olio nuovo Canosa Sannita (CH), 30 e 31 ottobre I colori dell'autunno fanno da cornice al percorso enogastronomico che prevede mini corsi di degustazione di olio e di vino .

Inoltre  l'autunno è un periodo  di frutti particolari come  melograni o mele granate
 
(   foto  tratta dall'articolo sul melograno dell'inserto, pag 43-44 di   la  domenica di repubblica    trovate   sotto  alla  fine    l'url  ) castagne,feije (  foto  sotto ) legumi  (  purtroppo soffro di favismo e  non posso mangiare  fave ) , olio , polenta , frutti di bosco  , tartufi  , funghi, formaggi buon vino specie  novello


e  piatti  particolari e tradizionali




Non so che altro  dirvi se non lasciarvi ai link  e  buon viaggio o buon letargo   alla prossima


Cortes Apertas

http://www.cortesapertas.org/
http://www.paradisola.it/autunnoinbarbagia/ 
http://www.cortesapertas.org/art_darwin.pdf 

La  domenica  di repubblica 24\10\2010
http://download.repubblica.it/pdf/domenica/2010/24102010.pdf




 




28.10.10

due esempi di povertà e di sistema sociale allo sfascio

 Oggi 28\10\2010  leggendo al bar il " giornale  sardo" di Berlusconi l'unione sarda  ho trovato  fra le tante    brutte noizie    questa molto bella


Vince al quiz in tv per dare una speranza al figlio
Farà curare il ragazzo tetraplegico con i 130 mila euro del quiz    di Rai Uno l'“Eredità”      .
Sassari
La  cifra di 130 mila € per dare una speranza al figlio Michael di 16 anni. Giacomina Satta, nata a Luras ma residente a Sassari, ha sbaragliato la concorrenza al quiz “L'Eredità” condotto da Carlo Conti su Raiuno. Porta a casa la somma che consentirà di far curare il ragazzo, affetto da una grave forma di tetraplegia, in un ospedale di Boston, negli Stati Uniti. «Sono al settimo cielo - ha detto - so che sarà difficile curare la malattia, ma ho il dovere di provarci a ogni costo». Per Michael anche l'incontro con il calciatore Amauri, il suo idoloPer Michael c'è stato anche l'incontro con i calciatori della Juvertus e in particolare con il suo idolo, Amauri.
Cenotrentamila euro in gettoni d'oro per dare una speranza a suo figlio Michael. È questa la somma che ha vinto Giacomina Satta ieri sera al programma “L'Eredità” di Carlo Conti. Michael, sedici anni da compiere il prossimo novembre, è affetto sin dalla nascita da una grave forma di tetraplegia e la somma sarà utilizzata per portarlo negli Stati Uniti, a Boston, per tentare di curare la sua malattia. Lì, nella culla mondiale della scienza, dove ha anche sede uno dei centri di ricerca più importanti, il Mit, Michael sarà affidato alle mani esperte degli specialisti.
IN FINALE Giacomina Satta, 43 anni, nata a Luras  (  foto a destra  ) ma residente a Sassari, ha sbaragliato la concorrenza in uno dei programmi di quiz più seguiti, in onda su Rai Uno da lunedì a sabato alle 18.50, riuscendo a togliere lo scettro di campionessa a Marianna e portando a casa il premio in gettoni d'oro. Nel gioco si affrontano sei giocatori a suon di domande di logica e cultura generale. Dopo una strenua lotta, Giacomina si è ritrovata in finale davanti a Omar, 37 anni, di Lizzate. Superato anche quest'ostacolo, rimaneva la prova più difficile, la temutissima “ghigliottina”, dove il concorrente deve scegliere una serie di parole da ricondurre poi a un termine preciso, un test di logica che manda nel pallone molti partecipanti. A quel punto per Giacomina Satta è arrivato un momento di grande gioia e ogni pensiero era rivolto a Michael, l'unico motivo per cui lei si trovava all'Eredità.
IL PROVINO La decisione di partecipare è maturata qualche mese fa. Quando si è presentata al provino della Magnolia, la società di produzione televisiva che gestisce il programma, ha subito rivelato ai responsabili il suo scopo, vincere per aiutare suo figlio. Motivazione nascosta però agli altri partecipanti sino al momento della vittoria, per evitare che venissero turbati. La nuova campionessa, raggiunta telefonicamente, ha dichiarato di essere «al settimo cielo» e di essere ancora sorpresa da quanto accaduto. Felicità doppia, anche perché, oltre ad essere la più anziana tra i partecipanti era l'unica senza un titolo di studio. Gli altri cinque concorrenti, infatti, avevano in tasca almeno una laurea ed erano teoricamente più preparati. Nessuno aveva fatto i conti con una madre tenace e agguerrita, disposta a tutto pur di regalare una speranza al proprio figlio. I costi della sanità americana sono molto elevati e difficilmente una famiglia può far fronte a tutte le spese. Adesso, grazie alla vincita si riaccenderà una speranza.
I DESIDERI DI MICHAEL Per Michael, però, Giacomina ha realizzato anche altri desideri, come quello di incontrare la Juventus e l'idolo Amauri. Nel maggio scorso, grazie all'aiuto di “Make a wish”, un'associazione onlus che ha lo scopo di realizzare i desideri dei bambini affetti da gravi malattie, Michael si era recato per un giorno allo Juventus Center di Vinovo. Tanti i giocatori che erano andati a salutarlo per scambiare due chiacchiere. Per ultimo era arrivato l'attaccante italo brasiliano Amauri che, dopo essere stato accolto dal giovane tifoso, aveva anche ricevuto in dono una maschera con i colori bianconeri fatta da Michael.
SPERANZA La vincita al programma potrebbe aprire scenari ben diversi. «So che sarà difficile curare la sua malattia, ma io ho il dovere di provarci ad ogni costo», ammette Giacomina Satta. La signora, adesso, aspetta di incassare il premio per prendere i contatti con i medici che cureranno Michael. Poi, insieme, saliranno ancora una volta sull'aereo, questa volta con una destinazione ben diversa.
                                ANTONIO MUGLIA

 Essa è una storia  interessante  che dimostra  due cose   importanti  : 1) la  vita è tutta un quiz  come diceva  questa famosa  canzone  se  non ricordo male  della   trasmissione  televisiva  ( quello si ch'era varietà ) indietro tutta  ., 2) sia che  abbia vinto lealmente , barando  , o abbiano fatto qualche presunta combina in cerca delc aso umano omeno , come dimostra Quiz Show è un film del 1994 diretto da Robert Redford.  film  sottovalutato  e poco trasmessio inntv perchè scomodo  sotto il promo 


 




Sono conento perchè :  la persona vincitrce , come si diceva stamattina  nel bar  , ne  ha realmente bisogno  e non come  certe altre persone che  magari nehano a lampatura  ( da gettare via)  o  sono ricchi di se . Ma allo stesso tempo  un po' sconfortato  perchè dimostra  come il nostro sistema sociale   stia cadendo sempre  più  in basso  se  per poter  curare il prproprio figlio\a  con una malattia cosi grave  si debba, mentre per  compare   si debba o vendere il proprio come corpo come potrebbe succedere  se passa una legge come questa letta  qui  poco fa tramite  fb

Bolivia: sesso a dodici anni, legge schock passa alla camera Sesso a 12 anni: la Bolivia nell'occhio del ciclone
 

Bolivia: sesso a dodici anni, legge schock passa alla camera



 Una decisione quella presa dal governo boliviano, che ha suscitato l’immediata indignazione di tutte le organizzazioni civili e religiose che da sempre si battono per la tutela dei minori. Proprio in questi giorni è infatti arrivato l’ok da parte della camera dei deputati per la legge che autorizza il sesso consenziente tra i bambini.
Sì perchè stando alla norma in questione, a dodici anni si è perfettamente in grado di gestire la propria vita sessuale senza oltretutto, doverne rendere conto ai genitori. Infatti questa riforma toglierà qualunque autorità ai genitori, che non avranno legalmente voce in capitolo nel caso in cui i loro bambini decidessero di avere dei rapporti sessuali con coetanei consenzienti. Tensioni e accesi dibattiti stanno animando in queste ore la Bolivia, perchè organizzazioni ed enti temono per la sorte dei minori e per il peggioramento dei costumi del paese. Infatti in Bolivia aumentano in maniera allarmante i casi di ragazze madri che si trovano a gestire l’arrivo di un bebè a soli 14 anni. Un dato che desta non poche preoccupazioni anche dal punto di vista medico-sanitario. Così se è già difficile per un adulto osservare tutte le norme precauzionali volte ad evitare pericolosi contagi di virus durante il rapporto sessuale, figuriamoci per dei bambini.
A nulla inoltre è valso il fatto che proprio a dodici anni di solito una bambina ha la sua prima mestruazione, il che suggerisce che la sua vita sessuale sia appena agli inizi e non certo matura. Questo pare non sia un fatto rilevante e i primi commenti dei politici sono stati scoraggianti. Sia il presidente della Camera dei deputati, Hector Arce, che il vicepresidente Linera hanno infatti dichiarato: ”Un governo democratico deve stare attento a raccogliere le critiche ma sono ipocriti, farisei e demagoghi quelli che non hanno apprezzato la norma.”
Ora l’ultima parola spetterà al Parlamento, chiamato a rivedere la norma in seguito alle accese polemiche e speriamo che questa volta si tenga conto di ciò che davvero è il bene dei bambini.


o  come la prima storia  a  cose   più o  meno legali  come questa  del quiz  a premi o delle slot  machine    mentre  i nostri  politici  ....  basta  non fatemi  continuare non voglio   rovinare  il post  d'oggi  buttandola  in politica  etamnto  chi mi legge  sà come  la penso
 


falsi miti e paladini da salotto tv e da web la ,mia esperienza con Simona Sessa


Nei giorni scorsi ho visto,in quanto la vhs s'era rovinata , il  film  Eroe per caso (Hero) è un film del 1992 diretto dal regista Stephen Frears. ( scusate  se il promo è in inglese  , ma non sono riuscito a trovarlo in italiano ) 


Poi ieri sera prima che morfeo m'abbracciasse sento alla radio in Viaggio degli ex Csi  una delle canzoni portanti ( è uno dei perchè ho deciso il titolo compagni di viaggio ) di questo blog , la quale nei mie soliti dormiveglia mi ha stimolato specialmente  questo pezzo  : << (...) Consumano la terra in percorsi obbligati i cani alla catena \ Disposti a decollarsi per un passo inerte più in là\ Coprono spazi ottusi gli idoli \Clonano miliziani dai ritmi cadenzati \In sincrono (...) >>  i miei pensieri e mi  ha quasi dettato la scaletta di questo post .
Ora perchè per i morti \ santi ( quello che si chiama halloween ) ci sarà un super lavoro in azienda oltre che svago , e dovrei  studiare per la la tesi ma   m concedo un attimo di pausa  
Ora perchè per i morti \ santi ( quello che si chiama halloween ) ci sarà un super lavoro in azienda oltre che svago , e dovrei  studiare per la la tesi ma   m concedo un attimo di pausa  e   ne  aproffitto per  raccontarvi quello llo che in rete è un mito un eroe ma che in realtà non lo è come  potete vedere  dala vicenda  soto raccontata 

Dopo aver letto il sito ufficiale oltre che i gruppo di facebook ( trovate gli Url nelle pagine nei miei due blog in particolare   su quello di splinder  e nei collegamenti sotto riportati ) ho ripreso il mio pallino per le interviste e mi ero preparato un intervista che qui ripropongo senza le risposte dell'interessata , leggendo capirete il perchè .
Gli feci prima queste domande e fin qui niente d'eccepire da parte sua
 1 la tua attività imprenditoriale del pin up è nata in contemporanea come si può ricavare dal sito o prima dela tua lotta alla bulimia e anoressia che porti avanti con l’associazione culturale Pin Up del 2000 ? 2) qual'è stata la molla che ti ha fato passare da cubista \ lape dance a pin up ? 3) il rapporto fra pin up e chirurgia estetica ? 4) che differenza oe che punti di contatto ci son fra il pin up e il burlesque 4) Come mai se ti propoi di lottare contro l''anoressia e la bulimia usando la rete d'arrivare al grande pubblico il tuo libro è auto prodotto e non è con una casa editrice grande o indipendente che sia ? 5) in una recente intervista tu affermi : << La vera sensualità per una donna non è la nudità completa ma il vedo e non vedo: un’arte insegnataci dalle Pin Up che a distanza di 50-60 anni sono ancora sogni erotici per tantissimi maschietti. La vera femminilità è insita nel sano pudore e nella malizia.>> quindi   c'è o  non c'è nessun collegamento fra gli spogliarelli \strip tease ( che si praticano in locali come il Moulin Rouge ) e il pin up ? 6) il pin up antidoto della pornografia o erotismo estremo e alla sua dipendenza in continuo aumento fra giovani e non? 7) sulla prostituzione case aperte o case chiuse o strada ? 8) cosa intendi con lo slogan “Donne si nasce ma femmine si diventa..”. “Ritornate a essere Femmine”. e perchè questo slogan ? 9 ) fra gli articoli dela tua attività non vedo ne falli , ne vibratori ne fruste , non sono pin up o aggetto erotioc , ma solo robaccia e non roba di qualità ? 10)progetti per il futuro visto che stai ( tantissimi auguri ) diventando mamma ? 11) qualcosa d'aggiungere o da rettificare ? 12) c'è qualcosa che vorresti chiedermi ?
I problemi sono venuti dopo quanto aggiunto alle domande questa : << che differenza c'è , e come fare a distinguere il mondo delle pin up , da quello dell'hard puro e di quello hard soft ? >>
e ho gettato , che riporto sotto , la bozza \ brutta per l'intervista

Oggi voglio approfondire le tematiche del mondo delle pin up e del loro mondo di ho accenato nel precente post http://snipurl.com/1ckvoq e che hanno influenzato con le loro immagini e non i miie ormoni maschili ... ehm ... il mio immaginario erotico prima di cadere verso 20\23 anni nella porno dipendenza totale e da cui ne sto fra ricadute faticosamente , e soprattutto grazie alla riscoperta dell'eros e dela seduzione femminile ( mi ricollego cosi al mio post uomini e donne ) uscendo..
Infatti esso è per me un antidoto dalla pornodipendenza online e un reagente alle ricadute di quella cartacea , anche se come dimostra questa caso http://www.komix.it/page.php?idArt=2269 tale mondo sfrutta per renderlo più appetibile e per uscire dalla crisi e rendersi più presentabile dato che viene accusato d'essere uno degli elementi dell'economia canaglia sfruttando e mercificando il mondo delle Pin Up e dell'l'erotismo di qualità come quello . Ecco che co esso , ma forse già da prima della cadutra nel vortice della dipendenza l'erotismo è stato uno dei punti di riferimento dela mia infaniza Crepax & Milo Manara , insieme ( ma quella era una via di mezzo uno sconfinamento \ o una simbiosi con la pornografia anche se satirica ed ironica ) di fumetti porno del barbiere che niente hanno a che fare a mio avviso con la sua industrializzazione e deturpamento dela figura e dell'eros femminile , fra cui ricordo il camionista e corna vissute per citare i principali .
Affronto tali tematiche o almeno ci provo intervistando in esclusiva Simona Sessa un personaggio poliedrico , Comunicatrice, scrittrice, giornalista, blogger che ha spazia come potete notare dal suo sito a 360 gradi nella comunicazione e nell’immagine.Attualmente è la prima giornalista, comunicatrice, blogger in chiave sexy Pin Up completamente assorbita con la sua attività nei media e nella comunicazione ,e tante altre cose che trovate qui http://www.simonasessa.com/chi-egrave-simona.html o nei link al mio post precedente .
Ma ora diamo la parola a a Simona Sessa

Poi ne  è sorta  uan discussione   via  email  che  sotto riporto  
Simona
scusami ma leggendo quello che scrivi e la tua intervista la butti troppo sull'hard che qui NON C'ENTRA NULLA. Non vorrei rilasciarti una intervista che inserirai in contersti sbagliati. Mi sa che non hai capito cosa faccio e chi sono. Ci penserò se rilasciarti l'intervista. La mia immagine non ha nulla a che fare con quello schifo di hard
IO
infatti hai ragione lo si capisce benissimo dal tuo blog e gruppo di facebook . IL contesto \ post in cui voglio inserire la tua intervista è quello di far capire alla gente la differenza fra tale schifo di mondo che crea dipendenza , e il mondo delle pin up che è la vera l'essenza dell'amore e dell'erotismo .Nell'Introduzione ho descritto , il perché mi sto avvicinando al mondo delle pin up e di come esso sia la strada che ho e sto imboccando per la liberazione totale dalla pornodipendenza e l'avvio ad una concezione vera del sesso e dell'amore . ecco perché quelle domande specie l'ultima quella integrativa , visto che il mondo dell'hard e della pornografia pur di darsi una nuove veste tende ad inglobare modelli non suoi ed estranei come quelli delle pin up , mercificandoli e snaturandoli .
Simona
si ho capito ma io NON VOGLIO ESSERE accostata al mondo dell'hard, nè rilasciarti interviste che lo chiariscono .Scusami ma non me la sento di rilasciarti alcuna intervista e ti chiedo di non parlare più di me quando parli dell'hard. ciao
IO
appunto perché sei una comunicatrice , dovresti spiegare al pubblico che differenza c'è fra le pin up e lo schifoso mondo dell'hard
Simona
Non ho tempo per spiegare nulla a nessuno. Le persone intelligenti sanno la differenza che c'è. Basta farsi una ricerca su internet come dovresti fare tu. Non hgo tempo per cose scontate. DEtto questo non continuare a scrivermi. Ho da pensare ad altro.

Quindi concludo questo post con questa frase finale di una vecchia pubblicità , di quando le pubblicità erano belle ed innovative senza dover ricorrere in maniera cosi gratuita al corpo femminile fin ad arrivare quasi alla pornografia e dove la trasgressione aveva un senso ed era comprensibile , di un vip meno spocchioso e prezzemolo come Renzo Arbore : << meditate gente meditate >> .diffidate da chi si palesa paladino\a e va nei salotti , per poi come ho dimostrato sopra non ha il coraggio o non vuole difendersi rimanendo ( scelta condivisibile ed apprezzabile se fatta con coerenza e non n modo salottiero ) nella nicchia o nella rete ancora poco di nicchia nell'uso e nelle infrastrutture tecniche \ burocratiche perché temuta e considerata pericolosa dal potere

27.10.10

La tv che vuole scioccare i telespettatori sfrutta i bambini e convoca un figlio di camorrista

I bambini dello "Zecchino d'oro" (Ansa)               bambini dello "Zecchino d'oro" (Ansa) 

di Mariano Sabatini
 
Le scelte dei dirigenti Rai che rendono la vita difficile allo storico “Zecchino d’oro”, a cui tutti o quasi (compresi i nostri figli) devono ore di ingenua felicità, non li capirò mai. O meglio, li capisco fin troppo bene. Sono gli stessi che continuano a diramare comunicati entusiastici sugli ascolti dei mostriciattoli che si esibiscono, inciampando tra le ampie gonne e le battutacce di Antonella Clerici, a “Ti lascio una canzone”, il mercoledì, in prima serata, su Raiuno. Il format - tanto per rasserenare gli animi dei lettori di TiscaliNotizie - è caratterizzato dalla medesima assenza di scrupoli che hanno indotto gli autori del “Grande fratello 11” ad assoldare certi figuri.
È scontato, tra persone civili (e io mi annovero tra queste), che un figlio di camorrista – se davvero lontano dal malaffare, e sottolineo “se”, le cronache e il tempo ce lo diranno – e ancor più un transessuale abbiano diritto di presenza in tv. Meno accettabile che siano catapultati per cinque mesi in tv, scelti nell’ambito delle “mostruosità”, in senso latino: in quanto giovane uomo in odore di mafia e in quanto giovane donna avvenente, e con una protuberanza in più. Pescati, entrambi, nel mazzo dei potenziali fenomeni da fiera.
Altrimenti, se la reale motivazione fosse stata sensibilità e desiderio di giustizia sociale, non avrebbero divulgato né il contenuto degli slip di una, né la paternità del Giordano junior. Al contrario, il casting di tipo zoologico ha necessità di far fruttare le sue trovate… E dico di più, che una platea di 6 milioni di telespettatori conviva quotidianamente, per esigenze di spettacolo, con la parola camorra fidelizza l’idea che il “cancro” non sia poi così letale.
Ma torniamo ai bimbi canterini della Clerici. L’altra sera c’era in giuria Roberto Vecchioni, una lunga gloriosa parabola artistica e d’insegnamento. Lui è l’autore di Luci a San Siro ed altri capolavori, tipo le canzoncine, deliziose, dei “Barbapapà”… ma adesso chi le canta più? Ormai i bambini cantano le canzoni da adulti, ha fatto notare il professor Vecchioni. Ed ecco che il genio dell’artista mette il dito nella piaga purulenta. Il massimo stridore, come il gesso sulla lavagna di scuola quando ancora il gesso c’era e non lo dovevano portare da casa i genitori, suscitato da “Ti lascio una canzone” è il protagonismo esasperato a cui vengono spinti bambini e adolescenti dalle ugole d’oro.
Spesso si dice, per giustificare l’operazione, che si tratta di un gioco. Volentieri si chiama in causa lo “Zecchino d’Oro”, benché tra un po’ non lo si potrà più fare perché, per i dissidi con la Rai, i fieri fraticelli dell’Antoniano potrebbero spedirlo su Sky. Ravviso una sottile differenza: “Ti lascio una canzone”, con la connivenza di genitori dalle frustrate velleità di protagonismo, alimenta la brama divistica di piccoli cittadini che dovrebbero avere altri trastulli; mentre lo “Zecchino d’oro” tiene tutto nell’alveo della festicciola, contenuta anche nello spazio di pochissime puntate ravvicinate. Senza l’incontenibile dirompenza della prima serata che dà ebbrezza e quando si dissolve, in un seienne o dodicenne, può lasciare cicatrici indelebili. Obbligandoli a recitare un testo in musica pensato per gli adulti, “Ti lascio una canzone” stravolge la natura profonda dell’infanzia.
Prendiamo l’esempio di una bambina chiamata a replicare un cavallo di battaglia di Iva Zanicchi, Testarda io. Brano struggente, di una donna dimenticata, tradita, maltrattata. Interpretata da una bimba, la performance raggiunge vette di grottesco che non possono non umiliare la piccola cantante: “Non so mai perché ti dico sempre sì” – recitano le parole, con allusione sessuale. – “Testarda io che ti sento più di così e intanto porto i segni dentro me / per le tue strane follie per la mia gelosia/ la mia solitudine sei tu…”. Una bambina! Caspita, una bambina! Tra un po’ vorrà andare a “X Factor” e poi a Sanremo, poi magari tornerà come ospite a “La prova del cuoco”, dove si ricongiungerà con la sua madrina televisiva. Se tutto ciò non dovesse accadere, come probabile, avremo una frustrata in più in circolo.
Aggiungo che la riflessione è uguale per il clone di Canale 5, “Io canto” con Gerry Scotti, ma in quanto copia conforme non merita una recensione dedicata.
22 ottobre 2010

anche nel'ingiustizia giustiza forcaiola come a pena capitale c'è un po' di pieta ogni tanto

da repubblica online  del 26\10\2010

IL CASO

Usa, il farmaco è sconosciuto
bloccata esecuzione capitale

La decisione in Arizona: lo Stato non ha scorte di anestetico per la dose letale, ne trova uno alternativo per eseguire comunque la condanna a morte ma il giudice si oppone: "Non sappiamo quanto potrebbe soffrire"

PHOENIX 
Bloccata esecuzione capitale perché il farmaco è sconosciuto. È successo in Arizona dove un giudice federale ha sospeso l'esecuzione di un detenuto nel braccio della morte dopo i dubbi sollevati sull'anestetico usato durante l'iniezione letale. I legali di Jeffrey Landrigan, 48 anni, condannato a morte per un omicidio del 1989, hanno sostenuto infatti che l'uomo rischiava di soffocare con enormi sofferenze se il thiopental sodico, di cui non si conosce la casa produttrice, non avesse agito in modo appropriato, rendendolo inconsciente prima dell'iniezione degli altri farmaci. Il giudice Roslyn Silver ha accolto le obiezioni degli avvocati e ieri ha ordinato di sospendere l'esecuzione che avrebbe dovuto essere eseguita questa mattina.
La Hospira, il solo produttore dell'anestetico (il thiopental sodico) utilizzato per le esecuzioni capitali negli Stati Uniti, ha annunciato di essere a corto di scorte precisando che non sarà disponibile alcuna dose fino al primo trimestre del 2011. Il 30 settembre l'Arizona aveva tuttavia dichiarato di essersi procurata una quantità sufficiente del farmaco per eseguire la condanna di Landrigan. Di fronte alle richieste di chiarimento avanzate dai legali del condannato, il 20 ottobre le autorità di Phoenix hanno rifiutato di fornire precise risposte davanti alla Corte suprema, pur ammettendo che si tratta di un prodotto importato senza precisare però la provenienza del preparato.
La Corte aveva comunque autorizzato l'esecuzione, ma tre giorni dopo i legali erano tornati alla carica, affermando di temere un "rischio di sofferenza", visto che il farmaco era stato prodotto all'estero e forse non in linea con le norme americane. Il giudice federale Silver ha quindi ordinato alle autorità dello Stato di rivelare immediatamente e pubblicamente l'origine del thiopental. Ieri l'Arizona ha accettato di riferirlo ma solo in presenza del giudice, sostenendo che la difesa non doveva avere accesso a queste informazioni che devono rimanere riservate. Il giudice Silver ha espresso perplessità di fronte al comportamento delle autorità e ha definito plausibile la richiesta dei legali quindi, ammettendo il rischio di sofferenze atroci per l'uso di un preparato ignoto, ha deciso di sospendere l'esecuzione.