23.10.12

diario dal festivaldeisapori ed 2012 ( 15-21 ottobre ) a tempio pausania

 Si  è svolta   a Tempio Pausania, da lunedì 15 a domenica 21 ottobre 2012, la prima edizione del Festival dei Sapori, rassegna enogastronomica organizzata dal Centro Commerciale Naturale Commercio Duemila, insieme alla Confcommercio Nord Sardegna e al Comune di Tempio.
dalla  pagina  facebook di festivaldeisapori
La manifestazione, finanziata dalla Camera di Commercio, rientra nelle attività di marketing urbano che la stessa Camera di Commercio promuove nell'intero territorio nazionale, con la finalità di rilanciare il commercio nelle aree urbane attraverso i prodotti del territorio, apprezzati e ricercati da un numero importantissimo persone.
Il mercato enogastronomico è infatti tra i principali "motivi di turismo", invoglia cioè flussi importanti di turisti a visitare una determinata destinazione in virtù della presenza in loco di mostre, rassegne ed eventi del settore.
La rassegna ha  visto  il coinvolgimento dei ristoranti del territorio che in questa occasione proporranno ai visitatori un menu fisso composto da antipasti, primo, secondo e dolce ad un costo di 25,00 €, coperto incluso, bevande escluse.
Durante la settimana si sono viste  nel centro cittadino diverse attività collaterali  di cui trovate le foto  e un diario delle  varie  giornate   sulla pagina facebook  di   www.festivaldeisapori.it (  da  cui  ho tratto,  tranne le  foto prive  di discalia  che   sono mie , l'introduzione  e qualche   le news  per  le  giornate  che  ho seguito  come ad esempio corsi di cucina per gli appassionati della materia, corsi di tecnica di intaglio di frutta, verdura e vegetali, un concorso di cucina per amatori, presentazioni di prodotti, percorsi del gusto, il mercato dei prodotti biologici. Infine nei due giorni conclusivi, sabato e domenica, si terrà il Salone del Vino, con diverse cantine vitivinicole di tutta la Sardegna e una mostra mercato di prodotti di eccellenza del territorio isolano.
La proposta enogastronomica viene quindi intesa come strumento promozionale, far conoscere le bellezze del territorio attraverso un piacevole percorso di gusti, profumi e sapori.
Io  a  causa   del mal di  testa e mal di denti  all'arcata  sottostante   dovuto  , all'estensore  \ divaricatore  dentario  (  foto  al centro )  

 con un gancio  attaccato sul dente    cui  va collegato un elastico che parte dalle  molle  al centro dell'apparecchio  che non sono  riuscito a  fotografarmi   , visto che non sto  :1) ne  bevendo alcolici  , salvo  il  bicchiere di moscato di lunedì   dopo  la rappresentazione  teatrale sul vino  , nè prendendo alimenti  che posso  ulteriormente  rafforzarla  ., 2)  problemi di salute  che  c.... proprio  quando  ci sono i frutti migliori  arance  , mandarini   , clementine , mele-granate  ,  doveva  venirmi  il  riflusso gastro esofageo. 3) lavoro 

 ho  potuto seguire  solo alcune manifestazioni  

                                                        Lunedi 15 


 Palazzina Comando - Rinaggiu
h 19.00 - La Storia del Vino

Gianluca Medas – voce narrante
Andrea Congia – chitarra classica

È un’alleanza stretta da tempo immemore quella dell’uomo con il Vino, e in omaggio a questa il Centro Commerciale Naturale “COMMERCIO 2000”, ospiterà la Compagnia Figli d’Arte Medas per celebrare la storia dello squisito nettare: Lunedì 15 Ottobre, alle ore 19:00,  Gianluca Medas   (  foto  al centro )  raccontato  di quando Dioniso danzava sulla terra rivelando ai mortali il segreto dell’inebriante bevanda. L’evento avrà luogo presso la Palazzina Comando Compendio Fonti di Rinaggiu, a Tempio Pausania, e consisterà nella Narrazione della Storia del Vino, dietro la quale sono raccolti il lavoro e la cultura dell’uomo, proponendo la rievocazione dei miti e delle leggende che riguardano questa tradizione e appoggiandosi all’accompagnamento musicale della chitarra classica di Andrea Congia.

Un Racconto che si arrampica su per i tralci arricciolati, seguendo la sinuosa curva degli acini per tuffarsi nelle fini nervature delle foglie a cuore: una storia che nasce nella notte dei tempi e che rivela come la preziosa coltivazione della Vite, in Sardegna, abbia preceduto persino l’arrivo dei fenici. Bevanda euforizzante, avvolgente, inebriante, il Vino rinvigorisce l’uomo, educandolo alla moderazione: chi voglia realmente possedere lo spirito di questa bevanda divina, sentiero che apre all’uomo la strada al rapimento estatico, non può concedersi eccessi, pena la perdizione e lo smarrimento. 
Il Mito, le Leggende, gli Dèi: echi di un mondo antico raccolti e raccontati da Gianluca Medas per riscoprire un sapore e un profumo della nostra Terra, l’aroma di un patto millenario sancito con la Natura rievocato in una Storia accompagnata dal suono di una chitarra stuzzicata dal tocco di Andrea Congia  ( foto a  sinistra  ) e  video sotto





                                                                                 Venerdì 19 

h 18.30 - Percorso del Gusto per le vie del centro. Degustazioni, musica e shopping a cura di Classe ‘68 e Comitato Commercianti Centro Città.Io fatto  la  fila  (  anche  se sono a dieta  ,  ma cosa  non si fa   per  solidarietà ed  aiutarli finanziariamente   e moralmente   per  gli amici  e  colleghi  di lavoro \  dipendenti   che  fanno parte  della classe di fidali  che  organizza le feste dell'anno prossimo  ho fatto la fila  per  i  ravioli  fritti e  la creeps  alla nutella  e  le   quella  delle  castagne  arrosto     assaggiando  ( oltre  a fare  foto  con il cellulare   vedere  a  sinistra e  sotto  )






 i dolci offerti  dal comitato della  classe  '68  per  la festa (  non ricordo se  quella  d'agosto o di settembre  ) del 2013 in attesa  delle castagne 

                                                                 Sabato  20 mattina 
 piazza  del biologico  e  dei km  zero  con i produttori  ( nessuno , sic  , di tempio e  dintorni  ) ma di  Sassari e  dintorni, alghero  , sorso . Pane  , frutta   e ortaggi  biologici e di stagione  

                                                                      Domenica 21



Dopo un po'  , era brutto tempo e non avevo voglia d'uscire  ,  di cazzeggio  in rete , mi decido d'andare  a vedere la mostra fotografica di  Maurizio mandarino -- vedere  sopra  la locandina    e la mia  foto  a sinistra -- giovane professionista specializzato in fotografia commerciale e d'autore che ha la caratteristica  di non avere il classico negozio fotografico ma lavora come freelance  online .I ed  affermare  profilo  del  suo sito  << svolgo la mia attività principalmente nel nord Sardegna nel settore matrimoniale ed in quello commerciale, mediante collaborazioni con agenzie pubblicitarie, enti, aziende ed editori  >>  trovate sotto alcune foto della mostra.



Una  serata   con musica  la musica (  Swing, Pop, Ska, Blues, Rock&Roll, Jazz con discrezione !! ) dei nero su bianco   che  vede    : Roberto Acciaro: Pianoforte e Voce; Enrico Sotgiu: Percussioni e Voce; Gianvito Carbini: Chitarra acustica.



Standard   di prodotti locali e  del nord  est    con " incursione  "  al  centro sardegna  :  di vini (  rossi , neri ,  bianchi , dolcii  , liquorosi   , ecc )

 olio (  aromatizzato e non ), salumi , prosciutti  ,formaggi  fra  cui il classico Casu_marzu  \  formaggio con i vermi una bontà  sarda  ,





miele ,dolci tipici ,zafferano



dolci tipici  , sale a cristalli o meglio  fior  di sale  cioè il sale in piccoli cristalli che allo stato più puro   ,  con  varie  essenze    e vini  (  Arancia,Erbe dellla Sardegna, Mirto, Naturale, Oliva, Pepe, Vino Bianco,Vino Rosso ) 



 prodotto da http://www.gourmetsardegna.it/contatto/ Libero de qualsiasi aggiuntivo chimico, non contiene sbiancatori né anti ammassanti, non è sottoposto al ciclo di lavaggio che elimina gli oligominerali, molto utili per l'organismo umano.


 Allegro ho bevuto  un bicchierino malvasia  dolce , uno di  quella secca  ed incuriosito  una  versione  di  Filu 'e ferru  (  Il filu 'e ferru o fil'e ferru è un'acquavite di origine sarda il cui nome, tradotto letteralmente, significa "filo di ferro".In alcune zone, in particolare nel logudorese e in Barbagia, viene detta anche abbardente (o abba ardente) che significa "acqua che arde, che prende fuoco, molto forte".L'origine  del nome risale a qualche secolo fa e deriva dal metodo utilizzato per nascondere gli alambicchi quando l'acquavite veniva prodotta clandestinamente. I contenitori con il distillato e gli alambicchi venivano nascosti sottoterra e, per poterne individuare la posizione esatta in momenti successivi, si conficcava sul terreno un --in alcune zone più d'uno-- fil di ferro  ) acquavite allo zafferano con la pancia piena 





Quell'universo ci appartiene



Foto di Agnese Romanò

...e comunque, la casa è un nido. Anche quando si riduce a livido alveare, anche quando racchiude i suoi abitanti in un bozzolo velenoso d'amianto e ha pareti lisce come una prigione. Dove la vita è imbavagliata, sotterranea, marginale e maligna. La casa è l'abito logoro concesso al povero in nome d'una malintesa pietà. E a quella patetica divisa il povero s'aggrappa, come il nomade ai suoi cartoni. Vuol conservare, con essa, un residuo d'umanità.
Via Preneste, a Milano, non la conosce nessuno. E' lì che, ieri, sono cominciati gli sgomberi. E resta inciso nella mente l'espressionismo di quella donna usurata, che minaccia di lanciarsi nel vuoto se sfratteranno lei e i suoi tre bambini. Sbuca come un minatore dalle viscere del mostro di cemento. Reclama una brulicante e insospettata vitalità dal gelido e impassibile gigante che la inghiotte e al quale, tuttavia, si affida. "Dentro" è l'inferno ma, fuori, è pure peggio: perché c'è chi l'ha confinata lì, e ora vuole gettarla chissà dove, in qualche incomprensibile landa desolata, senza parola e senza fiato. Mondo vuoto, mondo siderale: vortice di mondi. Non chiediamo di lasciarla in quel nido matrigno. Chiediamo le sia concesso un nido autentico, un calore vero, chiediamo le sia offerto un fiore, magari un geranio rosso su cui il sole possa abbandonare una discreta carezza in un'alba cilestrina. Su un balcone ingenuo, con un parapetto solcato da brevi onde. Aperto su un piccolo cortile, con qualche albero verde. Chiediamo venga accompagnata laggiù, lei e i suoi bambini, e non cacciata dall'alveare grigio a colpi di spranga. Chiediamo le venga restituito ciò che le spetta di diritto. Chiediamo possa alzarsi, una mattina, ed esclamare "Bella giornata". Allora tornerà radiosa e variopinta, spanderà gioia intatta, profonderà amore. Sarà persona, finalmente.



22.10.12

la mafia non perdona Alessio Cordaro: “Il nonno boss fece uccidere mia madre”. Il racconto choc Aveva solo 4 anni quando sua mamma, Lia Pipitone, morì in una strana rapina. In realtà, dice oggi, fu una messinscena per nascondere un delitto d'onore



da www.oggi.it del 5\10\2012
Alessio Cordaro svela una storia choc: "Fu mio nonno boss a uccidere mia madre"

Alessio Cordaro ha 33 anni  (  foto sopra  al centro  )  un piercing sul sopracciglio e un buco nel cuore. Perché sua mamma gliel’hanno ammazzata che era una ragazza, e lui un bambino piccolo. E perché a mandare due sicari è stato il nonno. Suo nonno: lui ne è convinto.
DELITTO D’ONORE – Delitto d’onore. Roba, forse, di un altro secolo. In effetti in quel settembre dell’83 c’erano ancora i telefoni a gettone. E Rosalia Pipitone fu proprio per chiamare qualcuno dall’apparecchio a muro che entrò nel negozio di sanitari di via Papa Sergio 61. Sfortunatamente, poco prima di due “rapinatori”.
LA VITTIMA NUMERO 85 - Un colpo, poi un altro e la venticinquenne Lia divenne la vittima numero 85, quell’anno, a Palermo e provincia. E tutti a portare le condoglianze a suo padre, Antonino Pipitone, uno che apriva cantieri, faceva affari, si prestava per trovare lavoro e, come disse lui al giudice, «faceva la cortesia di mettere pace»: insomma, un boss. Anzi, il boss, all’Arenella.
L’INCIDENTE CHE NON TORNA… - Un incidente? Peccato che di solito i rapinatori puntano alla cassa e non si attardano a guardare in giro, specialmente quando il negoziante se l’è già fatta sotto e ha messo l’incasso, 250 mila lire, sul bancone. E di solito se proprio sparano al malcapitato finito “nel posto sbagliato al momento sbagliato”, non dicono prima ad alta voce «mi ha riconosciuto!», neanche dovessero rendere conto di quello che fanno a un’intera città.
IL LADRUNCOLO INCAPRETTATO – Ma facciamo finta di credere alla rapina. Come si concilia la mancata individuazione dei responsabili con l’inesorabile legge del “di solito”? Di solito chi tocca un parente del boss paga per molto meno. Lì vicino fu scippata la moglie di Rosario Riccobono, che all’Aquasanta era “l’autorità”. Il ventenne ladruncolo Claudio Orlando fu subito individuato, si scusò, riportò la borsetta, si chiuse in casa. La prima volta che uscì, dopo giorni, finì incaprettato.
DONNA TROPPO RIBELLE - Quindi? Quindi non è assurdo pensare a quella rapina come a una messinscena. D’altronde, che si doveva fare con quella giovane donna da sempre troppo libera e pure ribelle, che già a diciott’anni era scappata di casa? La pecora nera della famiglia, questa Lia, sposata con un buon uomo ma troppo amica di un altro ragazzo, Simone. Un disonore per il padre, che era arrivato a sputarle in faccia durante una discussione, una minaccia per la credibilità di tutto il clan.
“PROMETTIMI CHE TI OCCUPERAI DI ALESSIO” – No, non è un film. Al marito, che la vedeva come in gabbia e cercava di non perderla concedendole più spazio, e le consentiva, lui sì, persino di andare a passeggiare da sola in centro, due giorni prima di morire Lia aveva detto: «Se mi accade qualcosa promettimi che ti occuperai di Alessio».
TUTTA LA STORIA IN UN LIBRO – Papà Gero l’ha fatto, e se n’è occupato bene, se adesso a raccontare la storia di mamma Lia in un bel libro scritto col giornalista diRepubblica Salvo Palazzolo c’è un uomo solido e socievole, paziente quando lavora al call center, scatenato quando si lancia col paracadute. All’incontro con Oggi, Alessio arriva su una Ducati 1199 Panigale, reduce da un viaggio che non si misura in chilometri. Perché è un viaggio dentro se stesso.
Quando è iniziata la sua ricerca della verità, Alessio?
«Non certo quando Salvo mi ha contattato su Facebook chiedendomi se fossi il figlio di Lia Pipitone e se avessi desiderio di provare con lui a reperire nuove informazioni. Il mio viaggio, in realtà, lo avevo già fatto, avevo già tirato le somme e mi ero arreso a ciò che avevo intuito, senza voler andare oltre. Arrivare al “chi ha ucciso” e al “perché è stata uccisa” tua madre non è un percorso così semplice».
Insomma, in realtà lei non voleva davvero sapere tutto su sua madre.
«Quando ho letto la proposta ho pensato di rispondere “mi spiace, non sono io”, e di chiuderla lì. Poi mi è venuta voglia di conoscere meglio mia madre. Non ne ho ricordi nitidi, e lo rimpiango: ero troppo piccolo, le immagini che ho di mamma sono frutto di narrazioni, comprensibilmente addolcite».
Suo padre, che cosa le disse di mamma Lia?
«La prima versione fu quella dell’incidente in bici. E per tanto tempo mi è stata bene».
E suo nonno?
«Lo vedevo quindici giorni all’anno, d’estate, e con lui non sono mai stato a mio agio. Sarà che con papà ci eravamo trasferiti dai nonni paterni, a 90 chilometri da Palermo ed ero abituato alla vita di paese, dove erano tutti più sereni… Sarà che era molto rigido, poco espansivo. Visitarlo era un dovere da assolvere. Come quello di andare a trovarlo in carcere, dove mi dicevano che era entrato per delle questioni fiscali o abusi edilizi, non so. Di lui, in famiglia, nessuno mi parlò mai male. Una volta gli dissi un “no”. Avevo 14 anni e volevo un motorino, sapeva che mi piaceva il Malaguti: mi fece trovare un’Aprilia. La lasciai lì. Ho sempre avuto difficoltà ad accettare qualcosa, anche se una volta mi ha trovato un posto da magazziniere: dopo tre mesi ho visto come mi trattavano, con troppo riguardo, e me ne sono andato».
Nel libro lei racconta che a un certo punto suo padre finalmente apre la scatola dei ricordi di sua madre e le mostra i ritagli di giornale sull’omicidio. Intanto alcuni pentiti, siamo nel 2003, fanno il nome di suo nonno come mandante del delitto, c’è il processo e lui viene assolto per insufficienza di prove. Possibile che lei non chiese spiegazioni? 
«Ho avuto timore delle mie reazioni. Quante volte sono partito per chiederglielo e mi sono fermato all’ultimo momento! Credo di avere un carattere forte e di aver avuto un’autonomia superiore a quella dei miei coetanei ma la mia adolescenza non è stata semplicissima: lei sa cosa vuol dire quando a scuola riuniscono i genitori e tu vorresti avere lì tua mamma? In verità, parlavo poco di lei. Si capiva che c’era una ferita aperta solo quando, ritornato a Palermo a studiare alle superiori, succedeva che, anche scherzando, qualcuno dicesse “quella arrusa di to matri”. Puttana non è un complimento».
Scusi se insisto: ma almeno mettere alle strette sue padre? Lui, magari, sapeva…
«Io lo ammiro, perché o fai i bagagli con un figlio di quattro anni e vai dall’altra parte del mondo oppure in questo contesto sbatti contro vicende pesanti. Quando si è aperto con me e mi ha mostrato i fascicoli finalmente ha potuto condividere, penso, un peso. Io ho trovato conferma a quello che già sospettavo: mi era chiaro che qualcosa non tornava».
Sul nonno?
«Su Antonino Pipitone: dobbiamo sempre chiamarlo nonno?».
Pensa che suo padre non le abbia parlato prima per proteggerla?
«Indubbiamente. E poi lui è una persona ermetica. Era giovane, ha cercato la strada migliore per sopravvivere in un ambiente così, magari accettando compromessi. Io fino a prova contraria, credo che il nonno c’entri con quello che è successo. E penso che mio padre sia ancora più convinto di me. Di recente ha partecipato all’esperienza di Addio Pizzo contro il racket: è stato il suo modo di palesare finalmente alla società la sua opposizione a ingiustizie che ha vissuto sulla sua pelle».
All’inizio della sua ricerca verso la verità, non ha temuto di scoprire una mamma diversa, di intaccarne l’immagine?
«Indende “scoprire che tradiva mio padre”? No, nessuna paura. In un contesto del genere, se le cose con papà non andavano bene difficilmente avrebbe potuto parlargli e prendere un’altra strada. No, l’immagine che ho di lei è solo quella di vittima. Magari vittima di una banalità come un tradimento («Certo non è una banalità per la struttura sociale mafiosa», aggiunge Salvo Palazzolo, ndr)».
E con questo libro cosa rischia e cosa si propone?
«Avevo trovato un equilibrio nella mia vita e adesso invece dovrò ricostruirmi da zero. Ma spero che qualche vecchio amico di mamma si faccia vivo per darmi altri tasselli. E magari la magistratura potrà fare luce sul delitto: non ho scritto il libro per puntare il dito contro qualcuno ma se si scopre il “chi” e il “perché” avrei reso giustizia a mia madre».
Aggiunge Salvo Palazzolo: «Posso dire che uno degli ultimi atti del giudice Antonio Ingroia prima della sua partenza per il Guatemala è stata la riapertura delle indagini su Rosalia Pipitone. Chi è sospettato del delitto non è un killer di borgata ma Vincenzo Galatolo, oggi all’ergastolo per tanti omicidi e allora ai vertici di una cosca su incarico di Totò Riina, uno che ebbe un ruolo nella strage Chinnici, uno che fu custode del fondo da cui partirono i sicari di molti omicidi eccellenti. L’altro che i pentiti hanno indicato come killer fu ferito a morte in un conflitto a fuoco, e le sue ultime parole a un prete furono un’invocazione: “Dio potrà perdonarmi per quello che ho fatto?”».
Livio Colombo

Kubrick - Una Storia Porno parte 1 una serie tv sdognaera definitivamrente il porno ?

Kubrick è la prima web serie sul mondo del porno . Tre aspiranti videomakers si trovano improvvisamente a dover girare un film hard con imprevedibili conseguenze  .  Kubrick - Una Storia Porno  è Una produzione Magnolia Fiction distribuita da The Jackal

Per farla breve, possiamo dire che Kubrick è una nuova serie TV italiana, e poi ve la guardate qui sotto (allontanando i bambini, avvisati  smile  è permesso al  di sopra  dei 14  ): è online da lunedì 8, per la prima volta. 
Kubrick è prodotto da Magnolia Fiction, una società di produzione abituata a lavorare con il cinema e le maggiori reti televisive, ma che in questo caso ha voluto fare un esperimento dedicato alla sempre maggiore attitudine di seguire programmi televisivi online, e soprattutto le serie a puntate, collaborando con il gruppo The Jackal. E quindi Kubrick viene programmato per ora solo su internet, in tre puntate (durata totale 40 minuti): le successive saranno online nelle prossime settimane, dopo alcune anticipazioni e un backstage diffusi nei giorni scorsi. Kubrick è scritta da La Buoncostume (che poi sarebbero Carlo Bassetti, Simone Laudiero, Fabrizio Luisi e Pier Mauro Tamburini). Ludovico Bessegato ne è l’ideatore e regista (oltre che blogger del Post), e l’aveva raccontata così:
Il porno è un argomento molto complesso e scivoloso: tutti lo guardano, tutti ne parlano, si può dire che sia stato completamente sdoganato nella cultura pop, eppure in molti suoi aspetti resta un tabù. E affrontare un tabù, si sa, è sempre molto difficile, specialmente in chiave di commedia: si corre lungo una linea sottilissima che da un lato attraversa volgarità e doppi sensi, dall’altro un eccesso di pudicizia e autocensura.
Abbiamo fatto quindi un grosso lavoro con gli autori, il produttore e gli interpreti, per cercare il giusto modo di affrontare l’argomento: ci siamo detti che se tre ragazzi devono girare un film porno per pagarsi l’affitto, è assolutamente normale che usino certe espressioni e vivano certe situazioni. Abbiamo semplicemente assecondato quello che la nostra storia richiedeva, evitando però le volgarità fini a se stesse.
Abbiamo scelto lo sguardo di tre personaggi “puri”, giovani come noi (l’età media di chi ha lavorato a Kubrick è 30 anni), che come noi sono nati nel decennio “sbagliato” e ad un certo punto della loro vita si sono trovati di fronte all’horror vacui del post diploma all’accademia. Immedesimarsi è stato facilissimo perché in fondo ogni studente di cinema ha pensato almeno una volta: “Perché non ci mettiamo a fare un porno?”.
I nostri protagonisti lo hanno fatto. E non gli è andata tanto male.
 ecco il cast  

con

Dario Aita
Flavio Furno
Lorenzo Patané
Elena Radonicich
Lorenzo Richelmy
Margherita Vicario
e con
Immanuel Casto
Lucia Mascino
Andrea Di casa
ideato e diretto da Ludovico Bessegato
scritto da www.labuoncostume.it

Fotografia: Beppe Gallo
Scenografia: Mauro Vanzati
Costumi: Maria Sabato
Aiuto Regia: Francesco Capone
Operatore: Luca Ranzato
Story Editor Magnolia Fiction: Marzio Paoltroni, Marco Zampetti
Produttore Esecutivo: Alessandra Lera
Produttore Creativo: Ludovico Bessegato
Prodotto da Rosario Rinaldo



dalla  prima puntata  e  dai vari promo ed anticipazioni  della seconda   che si vedrà da  stanotte  sembra di si , comunque aspettiamo la fine per dare un giudizio complessivo e globale .Per il momento su youtube i giudizi sono entusiastici : << Questa serie merita di essere vista, lo si fa volentieri e fa anche "schiattare" come si dice dalle mie parti. Per citare Immanuel Casto...Chi mi devo scopare per vedere la prossima puntata? >> tanto  d'ottenere  anche  l'approvazione  ed  un ottima recensione di  http://mondodonna.blogosfere.it/

21.10.12

Kateri, la prima santa pellerossa E' la patrona dell'ecologia insieme a San Francesco d'Assis

leggendo  sui media  la news  che trovate   sotto  e  in particolare  la sua  biografia  che ho trovato sul sito   farwest.it   sua biografia   mi sono  marzullato   .Infatti  la scelta  dei due pontefici del fare prima beata  ( Giovani paolo II )  e poi   Santa (  Benedetto XVI ) Kateri Tekakwitha   si può spiegare  con il fatto   che si voglia  portare la religione cattolica   dove non ha  ancora  attecchito  bene , chiedere  perdono  e far  dimenticare (  più la seconda  secondo  me )  le malversazioni e le angherie ( ovviamente  senza generalizzare   ) che fecero i religiosi  cattolici   ma non solo  verso  le popolazioni  dei nativi Americani

da http://www.tgcom24.mediaset.it/  del 21\10\2012


dal web 




 Si chiama Kateri Tekakwitha: è la prima santa pellerossa, nata nel 1656 nell'attuale Stato di New York, morta in Canada a soli 24 anni. Canonizzata da Papa Benedetto XVI all'inizio dell'anno della fede, Gah-Dah-Li Degh-Agh-Widtha, era stata beatificata nel 1980 da Giovanni Paolo II. La giovane pellerossa non è l'unica nuova santa: insieme a lei il papa ha proclamato oggi altri sei santi con rito solenne.
In lingua mohawk il suo nome significa "Colei che ha la sua strada nelle sue mani": a causa del vaiolo le si sfigurò il viso e perse la vista, tanto che fu costretta a camminare tenendo le mani protese in avanti per allontanare gli ostacoli. Kateri è anche la patrona dell'ecologia insieme a San Francesco d'Assisi, la sua festa viene celebrata il 14 luglio, la stessa data di quella del santo del Cantico delle creature. Le sue reliquie sono conservate presso la Missione San Francesco Saverio di Kahnawake, vicino a Montreal.
Di lei si racconta che rimase orfana a quattro anni, sopravvivendo a un'epidemia di vaiolo che decimò il suo villaggio, il suo fisico si fece fragile, indebolita nella vista, segnata in volto da cicatrici. Fu adottata dagli zii, che non avevano figli. Era una cacciatrice, partecipava alla grande caccia stagionale, come era consuetudine delle donne mohawk. Lavorava duramente nei campi, era particolarmente abile nella concia delle pelli e nel ricamo con le perline. Una donna come tante mohawk ma che finì per essere presa di mira per la sua fede.

Bestemmia



Ritratto di bambina nelle sue dolci movenze - Giada, 2008, olio su tela)
Ha già protestato d'aver "perso la testa", la difesa insisterà sulla semi-infermità mentale causata dal dolore per l'abbandono. Giornali e tv riproporranno lo stanco stereotipo del "delitto passionale" e dell'"eccesso d'amore", con una indulgenza nemmeno troppo velata per l'assassino che, naturalmente, in carcere starà ben poco. 
Eppure l'ennesimo femminicida, un "balordo" - come altrove si afferma, quasi a voler isolare il mostro, a renderlo quindi alieno, lontano da noi - che, con l'intento di accoltellare l'ex-fidanzata, ne ha straziato invece Carmela, la sorella diciassettenne, frappostasi tra i due per proteggere la congiunta, le parole le sceglie con grande cura. Benché si tratti d'una consapevolezza suo malgrado, quasi come la voce della coscienza erompesse, comunque, tra le mura del suo animo, e si ergesse a condannarlo. I dannati sono definiti da Dante "coloro che han perduto il ben dell'intelletto". Vale a dire il discernimento e la prudenza, la capacità di distinguere il bene dal male. L'intelletto senza la grazia è vano, anzi, dannoso. Quel che pare uno sfogo del cuore affranto è invece il recupero, tardivo, della lucidità, un recupero tuttavia inane, brado, che non illumina. Perché quel delitto è stato studiato, preparato con cura, accompagnato da una sentenza, quell'ultimo, blasfemo sms indirizzato all'ex-fidanzata e puntualmente sottovalutato dalle forze dell'ordine: "Cenere sei e cenere ritornerai". E' questa la chiave di tutto.
L'uso di frasi evangeliche o liturgiche in modo perverso è strategia tipicamente diabolica. Anche a Gesù nel deserto le tentazioni del successo, del denaro, della potenza, del suicidio vengono offerte stravolgendo citazioni bibliche. Anche Giobbe subisce torture analoghe.
L'omicida di Carmela porta un nome evocativo: Salvatore Caruso. Il nome è un destino. Il destino di Caruso è Bestemmia. Da Salvatore è diventato Bestemmia quando, per un moto intellettuale scientemente voluto, si è fatto Dio. Ha decretato la morte della sua "creatura"; a Lui non doveva, non poteva sopravvivere.  Divenuto idolatra di sé stesso, ha creduto di poter dare la morte a un individuo cui egli solo vantava il diritto d'insufflare vita. Sì, era solo, tremendamente solo. Un Dio non è mai solo, un Idolo sì. Ha labbra e non parla, ha occhi e non vede. E' nato e cresciuto convinto della sua superiorità di maschio. Della sua deità in quanto maschio. Quella mentalità, quella cultura, lui le ha sposate in pieno. Fattosi Dio, ha scordato che il vero Dio è tutt'uno con la sua creatura e arriva a morire per lei. Lui, Idolo, toglie la vita ad altre. Per lui il prossimo non esiste.
Carmela e Lucia, le due sventurate sorelle vittime d'una ferocia pagana e maschilista, sono invece fusione. Hanno testimoniato amore. Carmela si è donata. E, nell'autodonazione, è divenuta essa stessa simbolo, faro per tutte le donne perseguitate dall'idolatria, monito per comprendere che soltanto da una donna, soltanto dal riconoscimento dell'umanità delle donne verrà la concordia sulla terra. Bestemmia-Caruso non può capirlo, ha perso la testa, il ben dell'intelletto; e nulla, nella cultura e nella società dominanti, potranno riacquistarglielo. Bestemmia-Caruso è infarcito di disprezzo, di marketing sui corpi, di sessismo religioso, di emarginazione femminile dai programmi scolastici, insomma di mondo. Con questo mondo non si può venire a patti. Il principe di questo mondo dev'essere sconfitto, necessariamente, per aprire cieli nuovi e terra nuova. E arriverà un giorno, non lontano, in cui una donna schiaccerà la testa al serpente antico.



20.10.12

le cose inaspettate e a sorpresa a volte sono le più belle .il film molto forte incredibilemente vicino ., e il fumetto topolino 2969




La prima  cosa  è  il  n 2969  di topolino , credevo  che fosse il solito numero  mediocre  o senza  infamia e  senza lode  invece....... 


da http://www.facebook.com/Topolino

idem
dalla  voce  a lei dedicata  su wikipedia  vedere
url  nel post  
Bellissima storia, dedicata alla grande Peggy, simbolo eterno per chi ama l'Arte ( in particolare quella del '900 e quella meravigliosa, immortale città che è Venezia!Sono rimasto folgorato da questa storia, specie dagli splendidi colori di Mirka Andolfo sembrava di essere li con tutti i personaggi è vivere con loro questa meravigliosa avventura dedicata all'arte. Una storia , in cui finalmente paperoga non combina uno dei suoi soliti pasticci e paperino non è costretto causa  Zio Paperone o  o dalla sfacciata fortuna del cugino Gastone al solito ruolo di sfigato  . Ulteriori informazioni su Peggy Guggenheim,( foto a destra ) il cui vero nome era Marguerite Guggenheim ( 1898-1979 , foto a sestra) quella che può essere considerata l'ultima mecenate dell'arte citata nella rappresentata nella storia ( foto sopra  al centro   ) da Paperina le  trovate qui .Una  storia  di quelle  che ti rimane dentro come  quella , sempre  di   topolino  ,  la vera storia di novecento
l'ho trovata a dir poco stupenda!Non solo perchè coinvolgente,ma anche molto originale! Ottimo  e riusciti   il  non facile  e riadattamento  senza   banalizzare  e snaturare  di  avvenimenti storici su personaggi con una propria identità

la  seconda  è   

il mio autunno in musica





 di  http://it.wikipedia.org/wiki/Billie_Holiday

la  seconda  è


  riporto il testo   (  preso da http://www.paroles.fr/ cercandolo nel  motore di ricerca  )

Le ciel est gris,
La pluie s’invite comme par surprise
Elle est chez nous, et comme un rite, qui nous enlise
Les parapluies s’ouvrent en cadence, comme une danse,
Les gouttes tombent en abondance sur douce France,

Refrain :

Tombe, tombe, tombe la pluie
En ce jour de dimanche de décembre
A l’ombre des parapluies,
Les passant se pressent, pressent sans attendre


On l’aime parfois, elle hausse la voix
Elle nous bouscule
Elle ne donne plus de ses nouvelles en canicule
Puis elle revient comme un besoin
Par affection
Et elle nous chante sa grande chanson,
Inondation

Refrain X2 :
Tombe, tombe, tombe la pluie
En ce jour de dimanche de décembre
A l’ombre des parapluies,
Les passant se pressent, pressent sans attendre

Et tombe, et tombe, et tombe, tombe …
Et tombe, et tombe, et tombe …

perchè  è troppo  bella  e la  cantante  per  essere una  32  anne  e al suo 2  disco  (  qui maggiori news  su di leiuhttp://it.wikipedia.org/wiki/ZAZ_(cantante)  promette  benissimo



19.10.12

feste e mostre d'autunno


la Società Toscana di Orticultura organizza per sabato 20 ottobre 2012 alla nostra Giornata di Studio dal titolo:
‘IL PAESAGGIO: LA NATURA SPONTANEA, LA NATURA COSTRUITA’.
dalla pagina facebook dell'associazione 


a partire dalle ore 9.30 presso l' Oratorio della Compagnia dei Battuti di S. Michele
Via di S.Michele a Castello, 143 – Firenze

LE ANIME BELLE ESISTONO E RESISTONO ... Lei si chiama Chiara Trevisan, ha 46 anni e di mestiere legge libri agli sconosciuti.

  da   Mauro Domenico Bufi    21 dicembre alle ore 11:05   il suo carretto carico di libri, frasi, parole, storie. In testa un buffo cappell...