18.10.18

educare i figli è come seminare s ela semina non si segue viene fuori gramigna o niente

 la  slide  d'oggi     che  trovate  sotto     mi  ha  fatto ripensare   a   quanto  dicevo    precedentemente  nel  post   :  lasciamo ai bambini un po' di spensieratezza non gettiamoli subito nelle brutture del mondo

Buongiorno......


tesio confermata da questo video sarcastico  ma  vero  perchè molte  volte   l'atteggiamento    dei    ragazzi deriva   dal menefreghismo dei genitori


gli italiani e l'immigrazione tra buonismo , razzismo , severità eccessiva

Dall'amica  ed compagnadistrada   Daniela  Tuscano   apprendo  questa  news   : 

Questa Donna ha sgominato un traffico di prostitute, fatto arrestare una valanga di persone e collaborato con la Polizia a tradurre intercettazioni dall'albanese, siccome i nostri "tecnici della scientifica" conoscono tre lingue: il barese, il bolognese e il napoletano.
E nonostante tutto, siamo a QUESTO.
V-E-R-G-O-G-N-A-T-E-V-I. Voi, siete INDEGNI di avere la cittadinanza Italiana, altro che "Funzionari dello Stato. VOI.






 questa  è a mia risposta , datagli nel post   riportato  sulla  nostra pagina   fb   appendice di questo  blog 

Cara Daniela
  Non ti  biasimo e  non hai tutti  i  torti  . Ma non bisogna per questo prendersela solo con gli agenti ed i funzionari dello stato che in questo caso sono l'ultima ruota del carro .Infatti essi devono eseguire nolenti e o dolenti gli ordini \ le dirrettive possono solo ottenuarli come in questo caso https://bit.ly/2AhR0j8 (  chi  vuole    puo' anche  non  cliccare  sul link   e leggere  l'articolo   sotto  )  o ubbir  tacendo .





Cose belle che a Salvini non piacciono (di Giampaolo Cassitta)Cose belle che a Salvini non piacciono (di Giampaolo Cassitta)


Postato da: Giampaolo Cassittail: ottobre 15, 2018 In : https://www.sardegnablogger.it/



Viaggio settimanalmente sul treno Sassari-Cagliari e con me, in maggioranza, ci sono ragazzi extracomunitari. Molti di loro scendono a Chilivani, altri ad Oristano, molti arrivano sino al capolinea. E’ un viaggio che faccio ormai da circa tre anni e quasi mai mi sono imbattuto in persone che non pagano il biglietto. Tutti, extracomunitari compresi, mostrano al controllore il loro documento di viaggio obliterato. Mi è capitato di leggere che sul treno Iglesias- Cagliari sette emigranti sono stati fatti scendere da una capotreno che li ha sorpresi senza biglietto. Avevano torto perché il biglietto si paga. L’altro giorno però ho assistito a qualcosa di incredibile e che solo in Italia può capitare. Il capotreno chiede il biglietto a tutti. Davanti a me un ragazzo extracomunitario che mostra il suo. Il controllore osserva la validità e subito si rende conto che quel biglietto è scaduto. Il ragazzo aveva acquistato il biglietto qualche giorno addietro ma non l’aveva utilizzato. Con le nuove regole – secondo il mio parere assurde – quel biglietto è emesso in una data giornata e vale solo per ventiquattro ore dall’acquisto. Poi, è da buttare. Il ragazzo, visibilmente ansioso, dice che lui non lo sapeva, che il biglietto lo aveva regolarmente pagato e che non era riuscito, quel determinato giorno ad utilizzarlo. Probabilmente è vero. Ha una faccia convincente. Il capotreno vacilla tra la dura lex ed il buonsenso. Si guarda intorno e attende che qualcuno gli suggerisca qualcosa, si aspetta quasi che qualcuno dica “lasci perdere”. Sono tentato di dirgli di provare a soprassedere, quando afferma che dovrà mettergli la multa: sessanta euro. Che il ragazzo non ha. Il capotreno si guarda intorno e quei pochi presenti lo osserviamo come sospesi. Ci sembra un moderno arbitro in attesa di una risposta da parte del VAR. Risposta che, ovviamente, non arriva. Ci pensa lui, da arbitro di vecchi tempi a risolvere la questione. “Quanti soldi hai?” chiede al ragazzo. “Dieci euro” risponde quello, sconsolato. “Bene. Stiamo per arrivare a Macomer. Scendi e fai il biglietto per Cagliari. Costa 11 euro. Te ne manca uno”. Lo dice guardandomi distrattamente, ma lo dice per cercare complicità. Chiaramente porgo l’euro al ragazzo che scende alla stazione e velocemente si reca in biglietteria per il biglietto lasciando tutta la sua roba sul sedile. Comincio ad essere un po’ ansioso. Chissà se riesce in tempo a farsi emettere il biglietto. Magari c’è la fila, magari qualcuno gli fa perdere tempo, il treno riparte e lui rimane a Macomer e le sue cose sul sedile. Poi, mi rendo conto che il capotreno, sornione, è sulla porta del treno che lo aspetta. Solo quando lo vede arrivare fischia e il treno riparte.
Il ragazzo rientra e sorride. Porge il biglietto al capotreno che appone la sua formale vidimazione. Lo fa guardandomi con sincera e fiera complicità. Sorrido e mi viene in mente in un attimo, la locomotiva di Guccini: “trionfi la giustizia proletaria”. E’ solo un vecchio rigurgito giovanile ma lui, il capotreno, lo vedo come un piccolo eroe che è riuscito, degnamente, a risolvere un piccolo problema. E intanto corre corre la locomotiva…


Molti   salvinisti    e  non mi riproveranno    dicendo  che   dovrebbero pagare  il  biglietto     e che  hanno rispetto ai noi italiani troppi privilegi   e  che  è giusto   che   la legge  è uguale per  tutti .  e  fare quello che  ha  fatto   questa bigliettaia   è  giusto 

                                             


CAGLIARI. "Onore a questa capotreno che, in Sardegna, fa scendere un gruppo di scrocconi! Il clima è cambiato, tolleranza zero con i furbetti, anche con un uso massiccio delle Forze dell’ordine. Se vuoi viaggiare, paghi come tutti i cittadini italiani perbene!". Con questo messaggio social (facebook e twitter) il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha commentato il comportamento della capotreno che stamattina sul convoglio da Villamassargia a Cagliari ha fatto scendere oltre trenta stranieri a bordo, senza biglietto.  

 

Certo  è giusto tutti  siamo uguali davanti alla legge  senza  distinzione  di  etnica  ,  religiosa  o altro   .  Ma   : 1)   la legge  va applicata   tutti  non solo  agli stranieri  ,    sapessi  quanti  ce  ne  sono  d'italianio che non pagano  sui  mezzi pubblici    danno false  generalità    con nomi  d'altri  o  inventati  .,  2)  c'è modo  e  modo    di  farlo   si  può  o essere  duri  senza perdere la tenerezza    ed  essere  rispettosi     degli altri   , infatti treniitalia  sta  indagando  sullle  espressioni  ed  il modo usato  da  questa  bigliettaia   .,   3) fare  una  soluzione  intermedia    come  quella  raccontata    da  Giampaolo Cassitta    nel post  sopra  


17.10.18

Non esiste più una criminalità di una volta i casi di Nule\Orune ed il caso di ghilarza

per  approfondire
https://www.unionesarda.it/video/video/2018/10/09/gli-omicidi-di-orune-nule-alberto-cubeddu-rischia-l-ergastolo-52-782119.html **  https://www.repubblica.it/cronaca/2018/10/17/news/oristano_delitto-209182654/
*** https://it.wikipedia.org/wiki/Graziano_Mesina

Lo  so  che  ormai  , sopratutto in Sardegna  ,  è  ormai   da quasi 70  anni  che la  criminalità   e  sempre  più feroce  e  disumana  . Ma  qui  la  situazione    è sempre  peggio   ed  a renderla  peggiore  ci  si mettono anche  i  minori  .
Infatti   questo mio post nostalgico   scritto   stamattina  sulla  mia bacheca  di facebook ha  creato come  sempre  un vespaio  di polemiche    e  di  fraintendimenti

Dopo gli omicidi   efferati    di Nule\Orune* e quell'episodio a Ghilarza** sconfortato affermo che:   non esiste più la criminalità di una volta che aveva un suo codice  etico ( il così detto codice barbaricino ) edl elementi per evitarne la degenerazione oltre al rispetto del corpo dell'ucciso e delle vittime  ... Basta seghe mentali legate ad un passato ormai passato ed riprendiamo a lavorare  . C'è un carico per il negozio da preparare

Laura Piccinnu Gianluigi Pischedda Sn delinquenti punto e basta.
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Rispondi7 h

Giuseppe Scano Laura Piccinnu Gianluigi Pischedda esatto . Ma nella  vecchia   c'era un codice  etico  \  morale  ed era comprensibile aveva una giustificazione nella sua ingiustificabilita' . Quella d'ggi ė solo bestialità ed  gratuita 

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Rispondi7 h

ma   è soprattutto    questo



Isabella Isa Farina Come può la criminalità avere un codice etico? Anche antica barbaricina?
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Rispondi5 h
Giuseppe Scano
Cara Isabella Isa Farina La tua perplessità è comprensibile . Infatti m'ero espresso male dando per scontato che noi sardi non avessimo bisogno di spiegazioni su quello che fu la nostra particolarità storica e giuridico antropologica . Ora snaturata ed imbastardita da contatti con modelli e dinamiche estranee ed esterne . Io mi riferivo alla vecchia criminalità cioè quella precedente Graziano Messina ***  e le generazioni di banditi (  criminali )   successivi  . Un periodo in cui nell'isola non era ancora arrivata l'industrializzazione selvaggia e predatoria ,ed Dove la costa Smeralda era ancora libera ed selvaggia . Dove il diritto era ancora legato a consuetudini legate al mondo agropastorale ed esistevano i mezzi per evitare ( ragionamenti li chiamavano in Gallura ) l le desamistade o vendette personali . Leggiti il bellissimo libro Tessiduras de paghe-Tessiture di pace di Elisa Nivola, Maria Erminia SattaLibreria Editrice Fiorentina, 2006 - 310 pagine



Risultati immagini per Tessiduras de paghe-Tessiture di pace
ed sul corpo dell' ucciso non veniva dato in pasto ai maiali o bruciato e fatto a pezzi .

Isabella Isa Farina Giuseppe Scano è proprio criminalità ed etica che stona un po, tutto qui
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Marcello Scano Il passato è passato ! Giusto
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Rispondi1 h

  conclude  il post  d'oggi   le  note  sfumate    di    bandito senza  tempo  -   The Gang  che   va   ad aggiungersi come  colonna  sonora   a  il  bandito ed  il campione  -  De  Gregori 

11.10.18

ecco perchè da laico credente toglierei il crocifisso dagli uffici e dalle scuole pubbliche italiane

   Niente   d'aggiungere  a   quanto dice   ,  non si tratta  di un semplice  copia  \  incolla  o  cute\paste ,ma  di condivisione (   completa  la  prima  parte   ,  un po'  meno  la  seconda   parte  )   con un una persona  incontrata   nella  strada internettiana  , Luisa Bolleri autrice  di questo intervento  


IL CROCIFISSO: LO SCONTRO È APERTO

Se ci chiediamo perché troviamo il crocifisso esposto in luoghi pubblici, quali tribunali, scuole, ospedali, la risposta è che durante l’epoca fascista (tra il 1924 e il 1928) furono emanate specifiche disposizioni che in seguito non sono mai state abrogate. Nonostante la successiva stesura della Carta Costituzionale nel 1948, attestante l’uguaglianza delle religioni e non solo, resta oggettivamente difficile rimuovere tali simboli, con la motivazione supplementare che sono ormai considerati parte del patrimonio storico-culturale italiano.
Gli articoli 7 e 8 della nostra Costituzione riconoscono lo Stato italiano come una Repubblica democratica laica e aconfessionale. L’art. 7 dispone che “lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani”. L’art.8 stabilisce che “tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge”.




È evidente che la presenza capillare del simbolo cristiano, il crocifisso, in ogni forma di vita territoriale pubblica del Paese rappresenti un privilegio inammissibile per gli atei, gli agnostici e gli appartenenti ad altre religioni. Non potendo affiggere tutti i simboli religiosi, non rimane che la rimozione del crocifisso. Se negli ospedali, comuni, scuole, uffici vari la cosa è irritante, immaginiamo quanto lo sia nell’aula di un tribunale per chi, non cristiano, debba essere giudicato. La scritta La legge è uguale per tutti si trova sovente affissa a fianco del crocifisso…
Se la consuetudine non ci far rendere conto di quanto sia iniquo il perpetrarsi di una simile preferenza di carattere religioso, immaginiamo per un attimo che la bandiera di una sola squadra di calcio venga affissa in tutti i luoghi pubblici: gli avversari di quella squadra vivrebbero la cosa come un affronto, ritenendo di essere trattati da cittadini di serie B.
Alcuni negli anni si sono opposti, presentando interrogazioni parlamentari e ricorsi al TAR, fino al ricorso alla Corte Costituzionale. Il problema è stato valutato dalla Consulta e anche dalla Corte Europea dei diritti dell’Uomo di Strasburgo, ma se nessuna sentenza obbliga al momento lo Stato italiano all’affissione del crocifisso, specularmente nessuna lo obbliga a rimuoverlo. Il tema è stato portato avanti, con cautela, da alcuni partiti di sinistra, mentre alcuni partiti di destra caldeggiavano l’estensione dell’obbligo.
Si tratta di una questione di principio, che mette in pratica una necessità egualitaria sottolineata a livello costituzionale, che però nella pratica si scontra con l’identità religiosa della maggior parte degli italiani, compresi molti tra coloro che si sono sempre ritenuti di sinistra. L’argomentazione legale si confonde con la consuetudine (non spiegandosi per molti la necessità di un cambiamento) e la fede personale, rischiando di trasformarsi in un boomerang politico. Ricordiamo che in democrazia vince chi ha più voti e non chi ha ragione, sebbene in molti non siano d’accordo, come René Guénon che dichiarò: “Il parere della maggioranza non può essere che l’ espressione dell’incompetenza”, oppure Henrik Johan Ibsen che affermò: “La maggioranza non ha mai ragione”.
L’Italia per motivi storici ha visto da sempre la convivenza a stretto contatto tra potere dello Stato e potere della Chiesa, per la presenza del Vaticano all’interno dei propri confini, sia prima che dopo i Patti Lateranensi del 1929. È stata inoltre enormemente condizionata dall’impostazione del più rilevante partito del dopoguerra, la Democrazia Cristiana, il cui simbolo era rappresentato da uno scudo crociato e il cui nome ribadiva con estrema chiarezza l’appartenenza alla religione cristiana. In nessuno stato al mondo è presente una tale intreccio socio-economico, oltre che religioso, come in Italia tra Stato e Vaticano. Sembra che il Vaticano sia lo stato più ricco del mondo e che in Italia il 20% del patrimonio immobiliare sia in mano alla Chiesa. Da noi sono funzionanti oltre 25 mila parrocchie e una rete capillare di scuole parificate: la religione è parte del tessuto sociale italiano. Non è a caso che in molti film e telefilm italiani la presenza di preti e suore sia sempre stata folta, da Don Camillo e Peppone di Guareschi in poi.
Togliere i crocifissi non sarebbe, però, un’abiura delle nostre tradizioni o della nostra fede, ma un ristabilire i giusti confini del diritto, affidando i simboli religiosi e la preghiera ai rispettivi luoghi di culto. Non con un intento punitivo, ma perché siano valorizzati e apprezzati da chi li cerca consapevolmente.
La società muta nel tempo la propria visione etica, morale, etc., esprimendo i cambiamenti attraverso l’emanazione di nuove leggi. Il rispetto della legge deve essere considerato imprescindibile in una società evoluta. Se sono serviti millenni per raggiungere una comunanza di regole per la civile convivenza, da settant’anni confluite nella Carta Costituzionale, non possono essere le intemperanze di pochi a vanificare tali regole.
L’Enciclopedia Treccani specifica, alla voce Pluralismo: “Dottrina che riconosce la legittimità giuridica e politica nello Stato a una pluralità di gruppi sociali e ne sollecita la partecipazione alla vita pubblica.” […] “Si contrappone sia allo statalismo, sia all’individualismo, che considera due facce della stessa medaglia.” Dunque si ribadisce che solo anteponendo il bene comune (di tutti), all’individualismo, metteremo in pratica i dettami democratici. Quando a una comunità ben definita (politica, religiosa, etnica, etc.), ristretta o meno, si conferiscono dei privilegi la libertà di tutti viene indebolita. Il passo verso la soppressione dei diritti delle minoranze è spesso breve, la storia lo insegna in ogni pagina. Non abbiamo bisogno di regimi autoritari né tantomeno teocratici, per averli già visti in azione.
All’indomani delle ultime elezioni politiche italiane, il 26 marzo 2018, è stata depositata una proposta di legge per “disciplinare l’esposizione del crocifisso in tutti gli uffici della pubblica amministrazione e nelle aule delle scuole di ogni ordine e grado e delle università e accademie del sistema pubblico integrato d’istruzione”. Sono contemplate sanzioni per chi lo rimuova dalla sua postazione, che dovrà essere elevata e ben visibile. La richiesta si richiama a un pronunciamento del Consiglio di Stato del 1988 secondo cui “il crocifisso è simbolo della civiltà e della cultura cristiana, nella sua radice storica, come valore universale, indipendentemente da una specifica confessione religiosa”.
Lo scontro è aperto e appare come il frutto di una provocazione politica che rimarchi i confini a livello etnico-religioso tra italiani e immigrati, cercando la divisione e non l’integrazione. Nel giro di pochi mesi il sistema di accoglienza dei migranti e dei profughi è stato sabotato, mettendo sotto accusa le ONG che salvavano naufraghi nel Mediterraneo, di occuparsene per motivi affaristico-economici poco chiari e di essere in combutta con gli scafisti. Salvare vite è diventato vietato e i migranti ora vengono chiamati clandestini. Nell’evoluzione tragica di una decadenza di portata epocale dell’Occidente europeo, travolto da una stagnazione economica e dai rigurgiti di nuovi sovranismi, nazionalismi ed egoismi, si alzano nuovi muri e divisioni. Un bel passo avanti nella soluzione dei problemi sembra essere, per il nuovo governo 5Stelle-Lega, depennare il costo per l’immigrazione dal conto Profitti e Perdite di Bilancio.
Così sembra che uno dei simboli più diffusi nel mondo sia svuotato proprio in Italia da coloro che si sono auto-accreditati come i più accesi fautori. Perché paradossalmente tale segno di riconoscimento si è spogliato, scollato, distanziato, come in una decontaminazione dal rischio mortale, non solo dai valori cristiani ma dai valori umani (altruismo, solidarietà, tolleranza, empatia, etc.) che lo avevano prodotto.
Recentemente, a

lasciamo ai bambini un po' di spensieratezza non gettiamoli subito nelle brutture del mondo



una  che la  pensa  alla  gaber



  ha perfettamente   ragione , dargli tutto   e  subito   crea  danni maggiori    e  drogati

10.10.18

gli effetti della crisi economica e le politiche malpancismo da capro espiatorio ti fanno diventare razzista e costringono all'anonimato chi ha ancora il cortaggio di denuciare l'atto di razzismo

Gli effetti della crisi economica ti costringono ad essere razzista ed costringono anche chi denuncia la cosa a rimanere anonimo e non aver il coraggio di fare il nome del locale in questione .

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L'immagine può contenere: una o più persone
dalla nuova  sardregna   del 10.10.2018

 Allora come mi sono chiedo (  come mi sono chiestro nel precedente  post in cui  avevo  già partlato  in maniera dettagliata di questa  storia  )      che .... Denunci a fare la cosa e ne fai pubbblicare un articolo sui giornaqli e blog locali se poi non ci metti la faccia o non fai il nome per poterlo boicottare . Mah la gente non la capisco . Vuole solo pulirsi la coscienza ed evitare sensi di colpa per essere rimasto in silenzio edessere passato per indifferente

i fenomeni della droga e dell'alcool tra i giovani si posso combatttere anche senza repressione e bliz propagandistici

 atto    coraggioso  di  un preside di oristano  .
  dalla nuova  del 10.9.2018

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In piazza Duomo a Firenze la bottega dei colori che resiste al mangificio., Il negozio di vinili che dice no al Black Friday: «Clienti da tutta la Toscana, il nostro segreto è la roba popolare»

 Corriere della Sera In piazza Duomo la bottega dei colori che resiste al mangificio In questi anni hanno visto la città intorno cambiare, ...