8.12.20

Infermiera assunta a Foggia nel reparto dove fu curata da neonata prematura: "Lavoro con lo stesso medico che mi salvò"

 

 

 

 

 

Dopo 25 anni, Olga consegue la Laurea in Scienze Infermieristiche e il destino vuole che prenda servizio proprio nello stesso reparto di Neonatologia e Terapia Intensiva. Quando il Dott. Gianfranco Maffei, attuale Direttore del reparto, sente il nome di Olga tra i suoi nuovi infermieri assunti, ritorna con la mente indietro di 25 anni, quando proprio lui si era preso cura di quella piccola neonata di appena 900 grammi.

che storie incredibili riserva la vita . Non si sa se storie come questa siano un segno del destino, e dell'imprevedibilità della vita stessa , ma certamente rappresenta << rappresenta per tutti noi un momento di gioia, un inno alla vita e un segnale di speranza in questo triste periodo di emergenza sanitaria>>  ( comunicato stampa  del Policlinico Riuniti di Foggia )  quel che    è certo  e  che  essa  rappresenta un momento di gioia, un inno alla vita e un segnale di speranza in questo triste periodo di emergenza sanitaria  dovuto alla pandemia  covid 
 
    da  repubblica del  8\12\2020
 
 
Nata 25 anni fa a 32 settimane, pesava appena 900 grammi. Rimase per un breve periodo in una incubatrice. A prendersi cura di lei allora c'era l'attuale direttore del reparto, Gianfranco Maffei: "Un cerchio che si chiude"
 
 
 
 
Ha preso servizio nello stesso reparto di Neonatologia e Terapia Intensiva del Policlino di Foggia dove venne curata alla nascita perché prematura e sottopeso. E' la storia di Olga Scuccimarra, infermiera professionale del Policlinico Riuniti di Foggia.
Nata 25 anni fa a 32 settimane, pesava appena 900 grammi. Rimase per un breve periodo in una incubatrice nel reparto di Terapia Intensiva Neonatale. A prendersi cura di lei allora c'era l'attuale direttore del reparto, Gianfranco Maffei.
Ora, dopo 25 anni, Olga ha conseguito la Laurea in Scienze Infermieristiche e il caso ha voluto che prendesse servizio proprio in quel reparto. "Sono arrivata al punto di partenza - commenta Olga Scuccimarra - e ora mi prenderò cura dei neonati insieme al dottore che si prese cura di me".
 
poichè repubblica    è troppo scarna   ho   cercato altri  risultati    ed ecco cosa ho trovato
https://www.today.it/rassegna/ 07 dicembre 2020 19:01
 

La neonata di 900 grammi diventata infermiera: "Mi prenderò cura dei prematuri insieme a chi lo fece per me"

 
 

Olga Scuccimarra-2


La storia di Olga Scuccimarra è un vero e proprio inno alla vita e un segnale di speranza in questo triste periodo di emergenza sanitaria.Dalla culla alle culle: Olga Scuccimarra, nata prematura al Policlinico Riuniti di Fogia 25 anni anni fa, è tornata nello stesso reparto per occuparsi di altri piccoli guerrieri che come lei si sono affacciati alla vita con troppa foga. Oggi infermiera professionale del nosocomio pugliese, era nata a 32 settimane di età gestazionale e con il peso di appena 900 grammi.La piccola Olga, per il suo peso, dovette restare per un breve periodo di tempo in una incubatrice presso il reparto di Terapia Intensiva Neonatale degli allora Ospedali Riuniti, diretto in quel periodo dal dott. Giuseppe Rinaldi. Ora, conseguita la laurea in Scienze Infermieristiche, ha preso servizio proprio nello stesso reparto di Neonatologia e Terapia Intensiva.


Quando il dott. Gianfranco Maffei, attuale direttore del reparto, sente il nome di Olga tra i suoi nuovi infermieri assunti, ritorna con la mente indietro di 25 anni, quando proprio lui si era preso cura di quella piccola neonata di appena 900 grammi. "Sono arrivata al punto di partenza e ora mi prenderò cura dei neonati insieme al dottore che si prese cura di me", racconta Olga Scuccimarra. Non si sa se questa storia sia un segno del destino, ma certamente rappresenta per tutti noi un momento di gioia, un inno alla vita e un segnale di speranza in questo triste periodo di emergenza sanitaria.  


dal suo istangram 


 
Ha preso servizio nello stesso reparto di Neonatologia e Terapia Intensiva del Policlino di Foggia dove venne curata alla nascita perché prematura e sottopeso. E' la storia di Olga Scuccimarra, infermiera professionale del Policlinico Riuniti di Foggia.
Nata 25 anni fa a 32 settimane, pesava appena 900 grammi. Rimase per un breve periodo in una incubatrice nel reparto di Terapia Intensiva Neonatale. A prendersi cura di lei allora c'era l'attuale direttore del reparto, Gianfranco Maffei.
Ora, dopo 25 anni, Olga ha conseguito la Laurea in Scienze Infermieristiche e il caso ha voluto che prendesse servizio proprio in quel reparto. "Sono arrivata al punto di partenza - commenta Olga Scuccimarra - e ora mi prenderò cura dei neonati insieme al dottore che si prese cura di me".

 e pr  finire   dal  https://ilmegafono.eu/2020/12/08/ che   riporta   il  Comunicato Stampa del Policlinico Riuniti di Foggia

E’ la storia di un momento di gioia quella di Olga Scuccimarra (   foto a  sinistra  tratta  frame del video di https://www.foggiatoday.it/attualita  in cui   viene  intervistata )      Infermiera Professionale del Policlinico Riuniti di Foggia. La dottoressa nasce 25 anni fa a 32 settimane di età gestazionale e con il peso di appena 900 grammi. La piccola Olga, per il suo peso, dovette restare per un breve periodo di tempo in una incubatrice presso il reparto di Terapia Intensiva Neonatale degli allora “Ospedali Riuniti”,diretto in quel periodo dal Dott. Giuseppe Rinaldi.Olga è adesso ormai adulta. “Sono arrivata al punto di partenza e ora mi prenderò cura dei neonati insieme al Dottore che si prese cura di me” – racconta Olga Scuccimarra. Non si sa se questa storia sia un segno del destino, ma certamente rappresenta per tutti noi un momento di gioia, un inno alla vita e un segnale di speranza in questo triste periodo di emergenza sanitaria.

 

come sopravvivere alle festività con il covid natale 2020 \2021 puntata 4 regali covid o non covid



Le vacanze di Natale sono sempre più vicine e il tempo per fare regali inizia a scarseggiare. L’emergenza sanitaria da Covid-19 ha senza dubbio influenzato le nostre vite, cambiando le nostre abitudini e rinnovando i nostri di stili di vita. Quindi perché non fare dei regali innovativi e utili al tempo del Coronavirus soprattutto ora che la  grande corsa per acquistare i regali di Natale è iniziata. ? 
Infatti questo 2020 però lo shopping natalizio è partito tra dubbi e difficoltà dovuti alla pandemia. Infatti da un lato ci sono alcune regioni in cui molti negozi e attività commerciali sono chiusi ed altre visto che si sta abbassando la soglia ( anche se continua a rimanere grave ) dei contagi , dall'altro ci possono essere timori per fare cose che fino a poco tempo fa erano normalissime.
Purtroppo già con la prima ondata però si è visto qual è l'effetto sui consumi degli italiani. Buona parte di quello che non è stato acquistato nei negozi è stato preso online, con una conseguente crescita del commercio elettronico.







Nel 2020 la presenza di e-commerce che vendono ogni genere di prodotto però allo stesso tempo è anche un grande aiuto, perché è possibile acquistare di tutto senza doversi muovere da casa soprattutto per chi ha paura . Un vantaggio sia nei periodi in cui i negozi che ci servono sono chiusi, sia quando vogliamo evitare di trovarci in possibili assembramenti.
Questo sta tornando utile anche per i regali di Natale, una tradizione a cui nessuno – o quasi - è disposto a rinunciare. Se in altre epoche, nemmeno troppo lontane nel tempo, sarebbe stato impossibile superare le problematiche legate a una pandemia come questa, oggi con Internet lo shopping natalizio non è costretto a fermarsi.
Acquistare i regali di Natale ai tempi del Covid-19 è ancora possibile, cambia solo la modalità. Almeno per chi non è ancora abituato al commercio elettronico, perché moltissime persone facevano già abitualmente acquisti sugli e-commerce.
Questo Natale sarà un pò diverso dal solito, sarà il primo dell’era Covid e speriamo anche l’unico. Per far fronte alla pandemia abbiamo deciso di fornirvi questa guida dandovi alcuni consigli utili per realizzare i vostri regali di Natale in tutta sicurezza, ma non solo.
Oggi vi propongo all'interno della guida annuale dei consigli , visto che acquisto in entrambi i modi , anche se preferisco quello tradizionale , per effettuare gli acquisti di Natale in tutta sicurezza sia online che nei centri commerciali evitando o quando meno riducendo ogni tipo di rischio di contagio COVID.
Molte persone ancora oggi non si fidano di fare acquisti online e inserire i dati dei propri conti bancari online. L’alternativa per le regioni che lo permettono è di andare fisicamente nei negozi e fare i propri acquisti nel modo classico. I motivi che possono spingere le persone a preferire i centri commerciali o i piccoli negozi ai negozi online, rischiando qualcosa in più in termini di contagio, possono essere molteplici. Per certi tipi di acquisti è quasi fondamentale vedere il prodotto dal vivo, pensate al vestiario come scarpe e vestiti, spesso è necessario provarli e vederli indossati per capire se sono adatti o meno. Anche l’elettronica per i meno esperti potrebbe essere una categoria acquistabile in negozio dopo aver provato il prodotto e essersi fatto consigliare dall’esperto.
Per tutti quelli che preferiscono optare per gli acquisti in negozio fisico consigliamo di prestare sempre attenzione alle linee guida anti COVID. Indossate sempre mascherina e guanti li dove dovete toccare dei prodotti, disinfettatevi sempre le mani, quasi tutti i negozi hanno l’igienizzante all’entrata. Ovviamente cercate di mantenere sempre la distanza di sicurezza e seguite le indicazioni dei negozi per la capienza massima, questa varia in base le dimensioni del negozio ma è sempre indicata all’entrata. Ricordatevi che è molto importante rispettare le distanze anche quando vi trovate in fila fuori dal negozio. Ultimo consiglio, verificate se il negozio di vostro interesse effettua delle prenotazioni online per garantire l’accesso in modo ancora più sicuro e ordinato in negozio e prenotate la fascia oraria più comoda.
Gli acquisti Online rispetto a quelli normali hano doi vantagioso , sopratutto in questo periodo di pandemia. , del non dover uscire fuori e recarsi fisicamente sul posto, evitando quindi ogni potenziale contagio e impedendo una diffusione più capillare del virus. Altro vantaggio è dato dall’accessibilità a una vasta scelta di negozi online con i più disparati prodotti e prezzi. Esistono oltretutto dei siti detti aggregatori che raccolgono diversi negozi in un unico posto cosi da rendere lo shopping online ancora più semplice e immediato. Oltre a questi siti vi viene incontro un applicazione per smartphone tablet e pc che potrebbe farvi risparmiare diversi euro avvisandovi delle offerte migliori. L’applicazione in questione si chiama Telegram e vi basterà installarla nel vostro dispositivo e iscrivervi gratuitamente a uno dei canali telegram di offerte come quello di itechmania.
Questi canali sono molto comodi soprattutto in periodi come questi capitanati dagli sconti del Black Friday, vi consentono di essere avvisati subito tramite le notifiche di eventuali offerte molto convenienti. Pensate che solo nel periodo di lockdown gli acquisti online hanno registrato un incremento del 300% rispetto il periodo pre pandemia, un boots dovuto ovviamente alla situazione d’emergenza che stiamo affrontando in questi mesi ma che potrebbe portare a una rivoluzione dello shopping cambiando radicalmente le nostre abitudini.
Tuttavia, nonostante tutti questi vantaggi, ci sono ancora persone un pò titubanti nel fare acquisti online, sopratutto per la sicurezza dei dati propri dati sensibili. Molti però non sanno che ci sono diverse soluzioni per fare pagamenti online in modo del tutto sicuro e senza inserire i propri dati del conto corrente. Esistono ad esempio numerose carte prepagate da poter utilizzare e ricaricare all’occorrenza, una tra tutte la più famosa Paypal. Questa carta virtuale è molto usata soprattutto su eBay come sinonimo di garanzia e protezione da eventuali truffe. Un altro metodo molto interessante e sicuro lo propone il noto e-commerce Amazon. Se non si vuole inserire la propria carta di credito come metodo di pagamento principale è possibile fare delle ricariche direttamente al proprio account. Farlo è semplicissimo, basta scaricare l’applicazione di Amazon e recarsi in un qualsiasi tabacchino mostrando il proprio codice a barre presente nell’app per ricaricare il vostro account amazon ed effettuare liberamente acquisti. Qualunque sia la vostra preferenza ricordatevi di fare acquisti rispettando le linee guida anti COVID.
Ecco cosa suggerisce lo speciale di https://www.skuola.net/


Saturimetro

Come primo regalo utile in tempi di Coronavirus, ti suggeriamo di regalare ad una persona cara un saturimetro. Ma che cos’è? Il saturimetro è un piccolo apparecchio divenuto ormai indispensabile dopo
l’emergenza sanitaria da Covid-19. Serve a rilevare la quantità di ossigeno nel sangue e dunque la sua ossigenazione. Il suo prezzo nei principali e-commerce oscilla tra i 15 e i 40 euro.
Mascherine originali
Vorresti fare un regalo ad una persona creativa e sempre alla moda? Ti consigliamo di regalarle un set di mascherine originali con disegni o frasi graziose. Prima di procedere nell’acquisto ti rammentiamo che è fondamentale comprare mascherine certificate a proteggere dal Covid-19. Il prezzo dei set nei principali e-commerce oscilla tra i 10 e i 20 euro e varia a seconda delle marche e della quantità.


 magari   d'aggiungere  ,  se i destinatari    dei regalo  sono tipi di cionfra   e di spirito  o  siete  amici di vecchia data   alla  cesta   covid  suggerita  https://www.novabbe.com/cesta-covid/  da cui è tratta la foto sopra


Giochi di società a distanza
Dal nuovo Dpcm si evince che il Natale 2020 sarà diverso dagli altri. In ottemperanza alle misure restrittive per evitare l’ulteriore diffusione del virus, infatti, è quasi certo che non si potrà festeggiare il Natale con gli amici. Per ricreare l’atmosfera natalizia ti consigliamo di regalare ai tuoi amici la versione digitale dei giochi da tavolo.
Cuffie per la DaD

L’emergenza sanitaria da Covid-19 ci ha mostrato nuovi modi per riadattare la nostra quotidianità attraverso la tecnologia. Ma come si fa quando non si hanno gli strumenti giusti? Come regalo di Natale utile e innovativo, ti consigliamo dunque di regalare un paio di cuffie, indispensabili durante il periodo di didattica a distanza, le sessioni di gaming o di relax. Il prezzo nei principali e-commerce oscilla tra i 10 e i 40 euro e varia a seconda delle marche.
Regali informatici
Come anticipato nel punto precedente, la tecnologia ha rivestito un ruolo fondamentale dopo lo scoppio della pandemia da Coronavirus. Nelle scuole e nelle università si è prontamente passati alla didattica a distanza e negli uffici allo smart working. A seconda del budget che hai a disposizione, ti consigliamo dunque di fare dei regali tecnologici, valutando la scelta tra pc, tablet e smartphone. Il prezzo varia a seconda dei prodotti che intendi regalare.
Strumenti per la cucina
Si sa, il periodo natalizio è anche un’occasione per dedicarsi alla cucina e sfornare piatti prelibati per i propri cari. Perché dunque non pensare a regali per la cucina? I prodotti che potresti acquistare sono infiniti: da ricettari a robot per impastare, da elettrodomestici innovativi a semplici strumenti per la cucina. Il prezzo varia a seconda dei prodotti che intendi regalare.
Abbonamenti a servizi streaming
Come provato durante i mesi di lockdown, le serie tv e la musica sono degli ottimi alleati contro la noia durante il tempo libero. Per questo ti consigliamo di regalare a familiari o amici degli abbonamenti alle principali piattaforme di video e musica in streaming. Il prezzo varia a seconda della piattaforma: un abbonamento mensile costa in media 10 euro.
Attrezzi per lo sport a casa
Dopo l’ultimo Dpcm palestre e centri sportivi hanno dovuto abbassare la saracinesca fino a data da destinarsi. Perché non approfittare del Natale per regalare a familiari e amici dediti alla palestra degli strumenti per allenarsi in casa? Il prezzo varia a seconda dei prodotti che decidi di regalare.
Libri ed ebook
Durante il periodo natalizio ci sarà anche del tempo per dedicarsi al piacere della lettura. Un buon libro, infatti, è un ottimo alleato per sfuggire momentaneamente dalla realtà e vivere nuove storie. Per questo ti consigliamo di pensare a libri o ebook come regalo adatto ai tempi del Covid.
Gift card
Se non sai proprio cosa regalare per il Natale ma conosci la marca favorita del ricevente, ti consigliamo di procedere con l’acquisto di uno gift card. In questo chi la riceverà potrà acquistare in autonomia il prodotto che più piace. Puoi scegliere tra diversi tagli, generalmente dai 15 euro in su.

 Se non avete approffitato  del Black friday i consigli di questa   guida   di  Laura Vento di today it   del 10 novembre 2020 09:52 che trovate  qui  ancora   valida   sia per questo natale  che  per  il prossimo black friday  

concludo     questo   post  con gli altri  siti  consultati  per il post  d'oggi 


Altre ideee

oltre  a prendere  spunto  dalla  voce  regali   delle mie  precedenti guide  

A Forcella la speranza ha i puntelli del terremoto del 1980

Rimettendo  ordfine  nella  mia  email  del blog   ( redbeppe@gmail.com )   fra le tante   di Newslettwrs  , maillist   ho trovato questa    chericorda      lontano  dale classiche  ricorrenze lava  coscienza  (  ma anche  no  )  il terremoto  dela campania  del 1980


https://www.mariocalabresi.com/

4 dicembre 2020 | diAnna Dichiarante



Anche a distanza di quarant’anni si resta pietrificati di fronte a 2.914 morti. Quanti (secondo la conta più accreditata) ne provocò il terremoto dell’Irpinia che, il 23 novembre 1980, rase al suolo intere province tra Campania e Basilicata. Quasi novemila feriti, quasi 300 mila sfollati. Una catastrofe causata dall’elevata potenza del sisma, ma aggravata da ritardi e difficoltà nei soccorsi. Mentre quelle terre hanno sofferto e faticato a rialzarsi, con la ricostruzione sono ingrassate soprattutto criminalità organizzata e corruzione. Pure Napoli fu duramente colpita dalla scossa; ci furono crolli e vittime. Abbiamo appena celebrato l’anniversario di questa tragedia nazionale: se la commozione del momento passa, le cicatrici, invece, rimangono. Come quelle ancora visibili nei vicoli di Forcella, nel centro storico del capoluogo campano.

Uno dei vicoli di Forcella, nel centro antico di Napoli, dove restano puntelli ed edifici pericolanti dal sisma dell’Irpinia del novembre 1980

Passaggi puntellati ed edifici pericolanti in vico Tarallari, vico Croce, via Sant’Agostino alla Zecca. E poi la chiesa di Santa Maria a Piazza, rinchiusa in una gabbia di tubi che la sorreggono e la sottraggono alla vista e alla memoria. Forcella è uno dei quartieri più popolari e più autentici della città; conserva beni archeologici, tradizioni culturali e gastronomiche. Non ha mai respirato libera per colpa della camorra. E pure le istituzioni pubbliche, spesso, hanno evitato di occuparsene. Il prezzo del degrado e della sopraffazione, alla fine, lo pagano i suoi abitanti. Specialmente i tanti impegnati nella rinascita del rione. Che protestano perché quei ponteggi – insieme ai ruderi che imbracano – siano eliminati una volta per sempre.

È una questione simbolica, ma, innanzitutto, di sicurezza. Nei palazzi abbandonati si verificano piccoli cedimenti, si accumulano sporcizia e animali. I puntelli si deteriorano e devono essere sostituiti. In queste condizioni come si può favorire il turismo locale? Come s’incentiva lo sviluppo? Perciò le associazioni del territorio, riunite nel progetto “FaRe Comunità”, hanno organizzato iniziative in concomitanza con l’anniversario del sisma per chiedere la riqualificazione di strade, piazze e monumenti. Per chiedere che, dopo quarant’anni, il terremoto possa ritenersi un capitolo finalmente chiuso. Anche qui, a Forcella, nel cuore della terza città d’Italia.

7.12.20

Il senso di Gianluca per la neve

questa storia presa da https://www.mariocalabresi.com/stories/ del 4 dicembre 2020 mi ha riportato a rivivere l'atmosfera del natale . Ma ora bando alla malinconia e alla nostalgia ormai sempre più asfissiante man mano che si cresce ed s'avvicina a i 50 anni ed ecco la storia 




Se si è molto piccoli, se si vive incastrati lassù sopra la cascata, se il clima ti obbliga a stare sempre con il fiato sospeso, se per un secolo hanno pensato che la tua minuscola valle servisse solo a produrre energia per illuminare le città, allora per farsi notare è indispensabile avere molta fantasia e molto coraggio. Provare a immaginare ciò che non è immaginabile: salvare la neve, conservarla per tutta la primavera e l’estate, proteggerla con cura per essere i primi, già in autunno, ad avere un piccolo anello per lo sci di fondo. Un luogo unico dove gli atleti possano allenarsi quando intorno è ancora tutto prato.Il panorama di Riale, in Val Formazza (Piemonte), in un’alba d’inverno

Questo angolo di paradiso si chiama Val Formazza, sta dove l’Italia si incastra nella Svizzera, è famosa per un formaggio – il Bettelmatt – figlio di alpeggi con un’erba speciale e ha una cultura antichissima, quella dei popoli walser che non si facevano spaventare dalla barriera delle montagne e vivevano a cavallo dell’arco alpino. Ottocento anni fa colonizzarono le terre alte intorno al Monte Rosa e arrivarono anche su questo versante. In questo luogo estremo, per bellezza, silenzio e natura, abita un visionario di nome Gianluca Barp. Ha una bella barba che lo protegge dal vento, viene da altre montagne, quelle venete: è nato a Belluno 44 anni fa e lo ha portato qui l’amore per il formaggio, ma c’è rimasto per un altro amore, quello per Francesca.



Le case di Riale e una veduta della Val Formazza nei mesi in cui le nevicate sono abbondanti

Quando aveva 23 anni, infatti, Gianluca si mise in testa di imparare l’arte casearia, trovò una scuola a Lodi, ma non aveva i soldi per la retta. Così arrivò a Riale, in cima alla Val Formazza, dove cercavano braccia forti per allargare la galleria del metanodotto che dall’Olanda scende in Italia. Un giorno, rientrando dal cantiere, incontrò Francesca Sormani che aveva scelto di lasciare la sua valle per studiare Economia del turismo a Bologna. Era tornata a Riale spinta dalla nostalgia della sua montagna: voleva ristrutturare un cascinale walser e aprire, insieme al fratello Matteo, una locanda con cucina. Gianluca e Francesca si innamorarono in fretta, lui continuò a spaccare le pietre, andò a scuola a Lodi, ma poi tornò in valle a fare il formaggio e a immaginare una vita ad alta quota. Per sperimentare il loro affiatamento partirono per un viaggio di due mesi in Patagonia. La cosa funzionò e vent’anni dopo sono ancora qui, sposati con un figlio di dieci anni.
Gianluca Barp, 44 anni, è originario di Belluno, ma vive a Riale con la moglie Francesca. Qui, con la neve che è riuscito a conservare durante la scorsa estate

Insieme capirono che la valle, che per tutto il secolo scorso è stata identificata con le numerose centrali elettriche costruite sulle sue montagne, doveva rinascere dalle proprie tradizioni, valorizzando la storia e la natura, ma aggiungendo lo sport e l’accoglienza. Così Gianluca prese in gestione il centro dello sci di fondo e il piccolo albergo che c’è all’inizio delle piste, poche centinaia di metri sopra la Cascata del Toce, una delle più spettacolari d’Europa. Per farsi notare e portare sull’anello di 12 chilometri le squadre di professionisti e non solo gli sciatori della domenica non basta un panorama mozzafiato, c’è bisogno di garantire qualcosa di speciale. Così due anni fa, prima di Natale, Gianluca ha cominciato a mettere via la neve, ad accumularla per i tempi di magra.
I lavori per raccogliere la neve caduta durante l’inverno, raggrupparla sotto a teli geotermici e conservarla in estate per poter poi allestire piste da sci già in autunno

Ad ogni grande nevicata ha alimentato il mucchio, che è diventato sempre più grande. Poi a maggio del 2019 ha coperto tutto con il cippato: «È una biomassa che fa da isolante termico e permette di conservare la neve». Il primo esperimento, però, non è andato tanto bene: «Durante l’estate ne ho persa più di metà, ma bisogna sbagliare per imparare. Così questa volta ho cambiato zona dove mettere il mucchio di neve, ancora più in ombra, in un posto riparato dal Sole della sera: il tramonto in alta quota è il vero problema. Poi ho sostituito il cippato con dei teli geotermici, più facili da usare per coprire e scoprire». In questo modo è riuscito a mettere via 4.000 metri cubi, con cui il mese scorso ha potuto allestire due chilometri di pista. «Sono quelli che occorrono a inizio stagione, basta fare un percorso tecnico, con sali e scendi, così gli atleti possono cominciare ad allenarsi. Basterebbero anche solo cento metri per mettere gli sci ai piedi».
La stesura dei teli per isolare la neve nella stagione calda: dopo il primo esperimento poco riuscito con il cippato, Gianluca ha usato materiale geotermico e una specie di ovatta

L’idea di conservare la neve è nata nei paesi dell’estremo Nord, gli svedesi e i norvegesi hanno iniziato a farlo trent’anni fa, per lo sci di fondo e per proteggere il loro ambiente e la loro tradizione. In Italia lo fanno da anni a Livigno e, in Svizzera, a Davos: «Per me sono dei giganti e degli esempi, ma in ogni posto la situazione è diversa. Loro usano biomasse sotto forma di segatura, io invece sono un pioniere dei teli, li prendo da un’azienda svizzera che si sta specializzando nella conservazione dei ghiacciai, per salvarli. Sono teli che contengono delle fibre di alluminio, sono riflettenti, io ho aggiunto anche strati di una specie di ovatta che permette a questo guscio di imprigionare il freddo».Il mucchio di neve accumulata e coperta come scorta per l’autunno; qui, nei mesi primaverili, intorno si vedono prati e poche macchie di ghiaccio e neve
Salvare la neve è una cosa che coinvolge tutto il paese, una festa per i bambini dello Sci Club e un’occasione per tutti, per rilanciare il turismo anche nel tempo della pandemia. Grazie alla neve dello scorso anno ora è pronto un anello da cinque chilometri, dove il 18, il 19 e il 20 dicembre si terranno le gare di Coppa Europa di Fondo, la Opa Cup. Quella italiana è l’unica tappa confermata insieme alla Svizzera dove si gareggia domenica. Parteciperanno gli atleti di dieci nazioni, un tentativo di resistenza in un momento di sconforto totale.
Il prossimo anno Gianluca vuole coprire la neve già ad aprile e metterne via il doppio, la sua sfida contro il climate change è solo all’inizio, la passione è più grande degli ostacoli. Anche se, come ammette a bassa voce: «Io non so sciare, non so fare il fondo, quando metto gli sci faccio ridere, la mia soddisfazione è veder scivolare mio figlio Pietro sulla prima neve».




5.12.20

come sopravvivere alle festività con il covid natale 2020 \2021 puntata 3 Come spiegare ai bambini che il Natale 2020 potrebbe essere "diverso"



le precedenti puntate







mi sa che ancora la puntata dedicata ai ragali dovrà aspettare . infatti un discorso sentito per strada mentre tornavo a casa fra una madre ed un bambino che causa nuovo dcpm non potrà stare per natale con i nonni e l'articolo che trovate all'interno mi hanno ispirato questo post .
Scrivo queste righe , emtre il tv si parla dei provvedimenti dell'ultimo dcpm , e e del fatto che siamo di nuovo nella 💩 causa nostra incoscienza e poca fiducia nella scienza . E quindi se ancora non lo abbiam capito a reinventrci come rorganizzare le nostre giornate , le nostre attività ed i nostri rapporti . C'è poco da fare e da lamentarci . Sarò un natale diverso dal solito . più intimo speriamo vista la tendenza ad non rispettare le regole ed non voler accettare i fatto che si finisca per finire : << [...] n tutti colpevoli per non aver capito che i mali grandi e irrimediabili dipendono dall’indulgenza verso i mali ancora piccoli e rimediabili (V. Foa) >>. Un periodo  meno  festaiolo e meno festoso , ma non per questo meno intenso e sentito da non violare le regole ed i consigli e rincominciasre un altra ondata ( gesto scaramantico 🤘 ) Quest'anno saremo costretti a rallentasre ancora di più ed a vivere le festività con meno lucine , ma con spero con uguale calore e solidarietà

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02 DICEMBRE 2020
Il nuovo Dpcm e le limitazioni durante le feste
DI MICHELA MARZANO


Non è tanto o solo una questione di vacanze, divertimento, regali o brindisi. Le feste di Natale sono anche e soprattutto un pezzo della nostra storia e della nostra identità, qualcosa che ci rammenta da dove veniamo e chi siamo. Ci sono ricordi che tutte e tutti ci portiamo dentro sin dall'infanzia: l'albero addobbato o il presepe, le lucine colorate o le coccole dei nonni, la calza della Befana o i fuochi d'artificio; ci sono anni in cui la memoria è appannata dal dolore di una perdita o di un fallimento; ma ce ne sono tanti altri in cui, invece, quelle ore passate ad aspettare la nascita di Gesù bambino o il cenone ci hanno sorpresi pieni di speranze, pronti a correre verso il futuro circondati dall'affetto e dalla presenza delle persone più care.
Il Natale è uno di quei momenti in cui ci si ritrova in famiglia, e poco importa il tipo di famiglia, poco importa che si tratti di una di quelle tradizionali o di una famiglia arcobaleno, di una famiglia monoparentale o di una allargata; importa persino poco se i nostri genitori, i nostri nonni, i nostri figli o noi stessi siamo cattolici oppure atei. Ci si ritrova in famiglia e, anche solo per poche ore, si riescono a mettere tra parentesi fragilità e tristezze, solitudine e routine. Il Natale è uno di quei riti - forse il più importante - che permettono non solo di rafforzare il sentimento di solidarietà tra i componenti di una comunità, ma anche di esprimere e rielaborare emozioni e conflitti non risolti. Come scrisse nel 1951 l'antropologo neozelandese Raymond Firth: "Il rito può essere definito come un tipo di attività strutturata, di natura eminentemente simbolica e con un referente non empirico, come una regola sancita socialmente". Che poi significa - per dirla con parole più semplici - che un rito come quello natalizio consiste a "dire" e "fare" parole e gesti che, riproducendosi anno dopo anno, ci permettono di trovare un'ancora di salvataggio anche quando siamo travolti dall'incertezza. Il Natale è così importante per tante persone proprio perché consolida la nostra identità personale e familiare, sociale e comunitaria, senza che il passare inesorabile del tempo distrugga quel nucleo essenziale attorno al quale ruotano le nostre scelte, modificando costantemente chi siamo e ciò che desideriamo. Ogni essere umano, d'altronde, ha un percorso storico complesso. E quando entriamo in relazione con gli altri, lo facciamo sempre a partire dalla nostra interiorità affettiva. Anche se, come direbbe Hegel, l'astuzia della ragione consiste nel farci credere che sappiamo sempre, dall'inizio alla fine, ciò che vogliamo, esiste infatti un'opacità strutturale del nostro desiderio che talvolta ci impedisce di sapere davvero quello che auspichiamo. Il problema della vita è un problema di orientamento. È per questo che il Natale è molto più che una semplice e banale abitudine.
È un rituale che ci aiuta a ritrovarci e senza il quale le nostre fragilità rischiano di esasperarsi. Cosa vera per tutte e tutti, e non solo per le persone anziane. Visto che tutti e tutte sentiamo il bisogno di "dire" e "fare" quelle parole e quei gesti che ci ricordano da dove veniamo e verso dove ci dirigiamo. [....]  




Il Natale 2020 è alle porte e l'incertezza regna sovrana a causa della situazione legata alla diffusione del Covid-19 . Questa atmosfera coglie ( almeno dovrebbe ) impreparati non solo gli adulti ma anche i più piccoli, abituati a collegare il periodo festivo non solo all'attesa del calendario dell'Avvento, dei regali di Natale e alle decorazioni natalizie ma anche ad abitudini, incontri con parenti e amici e vacanze, ecc . Ha senso spiegare già da ora ai bambini ( ed a se stesi ) che questo potrebbe essere un Natale un po' diverso, magari senza grandi riunioni di famiglia e con una routine festiva del tutto stravolta e strumentalizzata politicamente ? E se sì, come dire loro che le feste potrebbero avere un sapore nuovo senza turbarli troppo ?   Ecco  come  risponde Carmela Gratteri, psicologa e psicoterapeuta sistemico-relazionale   qui su  https://www.nostrofiglio.it/bambino/psicologia/




"I bambini sono tornati a scuola, si stanno sottoponendo ai tamponi, si sono adeguati alle restrizioni e stanno gestendo al loro meglio gli effetti indesiderati della pandemia che si sono riversati su di loro dopo il lockdown. Per questo si meritano un Natale sereno, il più possibile simile a quello che hanno sempre vissuto" ci ha detto la dottoressa Gratteri. "Per loro il Natale è soprattutto il periodo di attesa che lo precede: Preparare la letterina per Babbo Natale, allestire casa, scandire i giorni con le caselle di un calendario dell'avvento per bambini originale, andare a caccia dell'Elfo di Natale li aiuta ad entrare nell'atmosfera anche se sono piccoli e non percepiscono il trascorrere del tempo. Più diventano grandi, più il Natale viene associato alla rimpatriata tra parenti, i nonni, al rivedere affetti lontani e all'incontro con persone care, oltre che al regalo".
In questo periodo di attesa la casa ma anche la scuola diventano un nido accogliente, pieno di luci, colori e decorazioni natalizie. "Il bambino percepisce la festa che sta per arrivare nella sua stessa attesa e per questo il periodo che precede il Natale è importantissimo per lui".
Se il bimbo è abituato ad associare al Natale una certa routine, un'abitudine che ricorre sempre o spesso uguale anno dopo anno, allora è importante non edulcorare la pillola, soprattutto con i più grandicelli, se l'emergenza Covid-19 dovesse peggiorare. Anche perché i bambini sono immersi nello stesso contesto sociale degli adulti e dunque sono "preparati", forse più di loro. "I piccoli hanno una capacità adattiva che gli adulti faticano a tirare fuori. I grandi ragionano per schemi, a volte per preconcetti: i bambini invece hanno una mente più flessibile. Sono immersi come noi nella stessa realtà ma si adattano più facilmente" ci ha detto la psicoterapeuta. "Loro sentono i genitori, ascoltano i telegiornali, hanno già il contesto a cui riferirsi per trovare la spinta ad adattarsi. E dunque non bisogna aspettarsi che per loro questo eventuale cambio di routine natalizia possa essere uno shock".
Il segreto? Dire sempre la verità
Anche se gli adulti percepiscono nell'aria un'atmosfera che non promette nulla di buono, non si può associare questa capacità anticipatoria- spesso dettata dall'ansia o dalla preoccupazione - anche al bambino. Per cui la psicoterapeuta non consiglia di anticipare la questione del Natale 2020 se questa non viene sollevata direttamente da lui. "Meglio non anticipare nulla. Anche se gli adulti tendono a fare previsioni nessuno può sapere cosa succederà. Se però il piccolo pone una domanda diretta perché magari ha una routine natalizia ben definita e la aspetta con gioia (un viaggio, la visita ai nonni, la settimana bianca) bisogna sempre dire la verità, senza accentuare ansie o dare certezze". In un certo senso molti genitori si sono già allenati durante il lockdown per gestire al meglio il periodo di emergenza con i figli a casa e il periodo che anticipa il Natale non sarà diverso.

Anche   se  secondo  me  bisognerebbe per   non farli  arrivare  impreparati   ad  emergenze  sempre  più  frequenti  o  perchè reggano    quando  la  favola del natale     finita  gli urti della  vita  spiegargli  gradualmente  che anche il  giorno d natale   non sempre  si è allegri  è che  ess  è  una  giornata  d fuga   dalle  brutture  di questo modo  Infatti

La psicoterapeuta consiglia ancora di non trasferire l'ansia sui bambini rispetto alle vacanze natalizie e di mantenere il più possibile le tradizioni di Natale a cui sono abituati
. Così come nel lockdown, il successo di un cambio di routine sta proprio nella capacità dei genitori di trasmettere serenità ai figli nonostante tutto.
No al timore                                                                                                                         Non esistono solo le paure dei bambini, ma anche quelle degli adulti. E il fatto di non poter ad esempio riabbracciare i nonni o gli amici, di vivere nell'incertezza, non fa che acuirle. L'importante è non trasferirle ai figli se questi sembrano sereni                                         Spazio ai nuovi ricordi                                                                                                        Non sapremo ancora se dovremo stare in casa o se le restrizioni ci permetteranno di portare avanti le nostre abitudini festive. Ma in preparazione al secondo caso, meglio puntare tutto sulla creazione di nuovi ricordi, nuove abitudini che il bambino associerà al Natale, anche se un po' diverso dal solito.                                                                              A tutta fantasia con le decorazioni                                                                                       Decorare casa a novembre? Non lo vieta nessuno. La casa ha acquisito un nuovo valore durante il lockdown anche agli occhi del bambino, che ora lo vive come un rifugio ancora più di prima. Se la si rende più bella in vista del Natale acquisisce punti in più per viverla al massimo, anche se si perde ciò che sta fuori.                                                                             Qualsiasi cosa succeda, ci saranno sempre mamma e papà                                               Una "lezione" che i genitori hanno imparato in quarantena e che il bimbo ha internalizzato. Senza riunioni di famiglia, senza vacanze e magari senza parenti o amici intorno, i piccoli hanno capito che la costante sono la mamma, il papà e magari i fratelli. Una chiave di lettura importante per capire che il Natale come lo conoscevamo potranno pure togliercelo, ma questa certezza non verrà mai scardinata.


Ma  soprattutto    fare  come  suggerito   dalla  stessa  Marzano  nell'articolo citato  

[...] Sebbene questo Natale sia diverso dagli altri, e far finta di nulla significherebbe ferire tutti coloro che hanno perso un genitore o un amico, e non mostrare alcuna compassione per chi, in queste ore, è tra la vita e la morte in un reparto di terapia intensiva, o per chi, negli ospedali, queste persone le accompagna e le cura ormai da mesi. Accettare le necessarie misure di restrizione, d'altronde, non significhi negare l'importanza fondamentale del corpo-a-corpo affettivo che si vive in famiglia durante il Natale, ma evitare che un'eventuale e disastrosa terza ondata ci privi della possibilità di vivere di nuovo il Natale proprio con le persone a noi più care.

Cercando d'essere  i meno ipocriti possibili cioè  non dite   amo il natale  ed  la  sua  atmosfera  , ecc  per  poi  vederne   i lati negativi  


o  farvi    e  far  venire  a  gli altri     una  crisi di nervi   se  ve  lo tolgono o limitano . Quindi  usiamo insieme ai nostri figli\e  o nipoti    la  fantasia   ed  l'immaginazione   proiettandoci  in modi   immaginari   come   la canzone  sotto  una  mie  ninna  nanne       di quando ero  bamboino ed  ancora  ricorro  nei  momenti  di sconforto  personali o  globali 

 
 
Concludo  per  chi volesse  approfondire   l'argomento      su come  spiegare  la pandemia   ai bambini  ed  integrarla   con questo post   può  leggersi   quanto dice  il ministero della salute 

4.12.20

Il punk da balera per dare forma a una certa idea di musica

Il punk da balera per dare forma a una certa idea di musica 

 da domani  del 4 dicembre 2020 • 12:57 Aggiornato, 4 dicembre 2020 • 13:04 

MIRCO MARIANI 

LaPresse Massimo Paolone/LaPresse



Elisabetta Sgarbi ha realizzato un film sugli Extraliscio intitolato Extraliscio - Punk da balera, come il titolo dell'ultimo album della band uscito a novembre","articleBody":"La mia idea di musica è abbastanza inconsueta perché non nasce e non muore: vive. Vive senza sapere perché vive, però ogni tanto capisce che si può anche morire, o anche nascere. Da piccolo avevo qualche ispirazione, ma non era musicale, poi da grande ho trovato delle ispirazioni, ma non sono musicali: sono legate ad altro tipo di arte, un’arte un pochino più carnale, un pochino più viva, che si muove. Perché a me piace l’arte in movimento. E poi nella musica è importante la musica, ma è importante anche il rumore. Oggi cosa te ne fai solo della musica? Oggi è importante il rumore e il genio, ma è importante anche il suono, il vento, il silenzio. Gli urli, i lampi, i tuoni, tutte queste cose fanno parte della musica, e questo ad esempio un futurista come Luigi Russolo l’aveva capito molto prima di noi. A me piace partire dai suoni che non conosco; se parto con un suono che conosco è come dare un bacio alla fidanzata, invece partire da un suono che non conosci è come dare un bacio a una donna segreta. I primi strumenti li ho comprati con il mio primo ingaggio a Cesenatico al Green Park. Era un professore di lettere, mi ricordo benissimo, che aveva questi strumenti a casa, e io ero pronto a dare i soldi della serata. Mi faceva doppia paga e io tornavo a casa senza una lira. Il mio primo ingaggio è stato così: nemmeno una lira. Però ho comprato i primi strumenti, e non ho mai smesso. Gli strumenti nei bauli Oggi ho un corridoio con dei bauli grandi pieni di strumenti. Quando morirò uno dice: «Guarda quanti strumenti ci sono qua». Poi va in corridoio, apre i bauli e tira fuori più strumenti dai bauli che nel resto del Labotron. È questo il bello. Lo strumento più costoso di tutti è una Celesta, anche se non sembrerebbe dal nome. Un’orchestra sinfonica del Maggio fiorentino aveva avuto un fallimento o una roba del genere, e io sono andato là e ho comprato questo strumento costosissimo. Tornato a casa la Anna, mia moglie, mi ha detto stop, quello strumento non lo voglio, vai via te e lo strumento. Dopo ci ha dormito su e ha tenuto sia me che lo strumento. Questo per dire che gli incroci, anche arditi, fanno parte di me e della nostra musica. Ad esempio il film che Elisabetta Sgarbi ha realizzato sulla nostra band, Extraliscio - Punk da balera, che è partito da un’altra amicizia, quella con Ermanno Cavazzoni, e poi è finito al Festival di Venezia, beh se ci penso è una cosa davvero incredibile. Tutta questa catena che va da Cavazzoni alla Milanesiana, al film… Io non sono credente, però quando ci si trova così bene con una persona, quando qualcuno ti vuole bene in un modo che non si può raccontare, ti lascia un segno. Portare questi personaggi del liscio al mondo della cultura, che poi è il luogo in cui deve stare perché è una musica bellissima fatta da eroi della musica. Però se non li vedi, se non li senti parlare, non li senti raccontare, è come se non esistessero, e invece è un mondo in continuo fermento che adesso incontra anche altri mondi. Anche in questo senso Elisabetta Sgarbi ha superato la mia immaginazione. Napoletani e romagnoli Un altro esempio: nel nuovo album che uscirà il 13 novembre, Punk da balera, c’è una canzone che si intitola Perché, che unisce la tradizione romagnola a quella napoletana. Per me la musica napoletana e la musica romagnola sono come due amanti. Se ti devi sposare devi avere delle certezze di un certo tipo, per essere amanti invece bisogna essere disordinati. Allora la musica napoletana, anche se i napoletani non sono ordinati, è una musica ordinata; la musica romagnola, anche se i romagnoli magari sono più ordinati dei napoletani, è una musica disordinata. Insieme, sono due amanti perfetti. Un po’ come me e Moreno il Biondo. Ci ha fatto conoscere Riccarda Casadei, la figlia di Secondo Casadei, quello che ha scritto Romagna mia, la canzone romagnola più famosa al mondo. Lei rimase molto colpita da una mia intervista in cui avevo parlato bene del liscio dicendo che da lì ero nato e che magari in un futuro mi sarebbe piaciuto tornarci, e mi mise in contatto con Moreno. Il tema era come fare a riportare il liscio ai giovani. Da lì siamo partiti con il viaggio degli Extraliscio, pensando a un liscio che poi è diventato il nostro punk da balera, cioè un liscio che rispetta la tradizione ma ne deforma le regole."  La mia idea di musica è abbastanza inconsueta perché non nasce e non muore: vive. Vive senza sapere perché vive, però ogni tanto capisce che si può anche morire, o anche nascere.Da piccolo avevo qualche ispirazione, ma non era musicale, poi da grande ho trovato delle ispirazioni, ma non sono musicali: sono legate ad altro tipo di arte, un’arte un pochino più carnale, un pochino più viva, che si muove. Perché a me piace l’arte in movimento E poi nella musica è importante la musica, ma è importante anche il rumore. Oggi cosa te ne fai solo della musica? Oggi è importante il rumore e il genio, ma è importante anche il suono, il vento, il silenzio. Gli urli, i lampi, i tuoni, tutte queste cose fanno parte della musica, e questo ad esempio un futurista come Luigi Russolo l’aveva capito molto prima di noi. A me piace partire dai suoni che non conosco; se parto con un suono che conosco è come dare un bacio alla fidanzata, invece partire da un suono che non conosci è come dare un bacio a una donna segreta.I primi strumenti li ho comprati con il mio primo ingaggio a Cesenatico al Green Park. Era un professore di lettere, mi ricordo benissimo, che aveva questi strumenti a casa, e io ero pronto a dare i soldi della serata. Mi faceva doppia paga e io tornavo a casa senza una lira. Il mio primo ingaggio è stato così: nemmeno una lira. Però ho comprato i primi strumenti, e non ho mai smesso.</p><h2>Gli strumenti nei bauliOggi ho un corridoio con dei bauli grandi pieni di strumenti. Quando morirò uno dice: «Guarda quanti strumenti ci sono qua». Poi va in corridoio, apre i bauli e tira fuori più strumenti dai bauli che nel resto del Labotron. È questo il bello.</p><p>Lo strumento più costoso di tutti è una Celesta, anche se non sembrerebbe dal nome. Un’orchestra sinfonica del Maggio fiorentino aveva avuto un fallimento o una roba del genere, e io sono andato là e ho comprato questo strumento costosissimo. Tornato a casa la Anna, mia moglie, mi ha detto stop, quello strumento non lo voglio, vai via te e lo strumento. Dopo ci ha dormito su e ha tenuto sia me che lo strumento
Questo per dire che gli incroci, anche arditi, fanno parte di me e della nostra musica. Ad esempio il film che Elisabetta Sgarbi ha realizzato sulla nostra band, Extraliscio - Punk da balera, che è partito da un’altra amicizia, quella con Ermanno Cavazzoni, e poi è finito al Festival di Venezia, beh se ci penso è una cosa davvero incredibile. Tutta questa catena che va da Cavazzoni alla Milanesiana, al film… Io non sono credente, però quando ci si trova così bene con una persona, quando qualcuno ti vuole bene in un modo che non si può raccontare, ti lascia un segno. Portare questi personaggi del liscio al mondo della cultura, che poi è il luogo in cui deve stare perché è una musica bellissima fatta da eroi della musica. Però se non li vedi, se non li senti parlare, non li senti raccontare, è come se non esistessero, e invece è un mondo in continuo fermento che adesso incontra anche altri mondi. Anche in questo senso Elisabetta Sgarbi ha superato la mia immaginazione.Napoletani e romagnoli</h2><p>Un altro esempio: nel nuovo album che uscirà il 13 novembre,Punk da balera c’è una canzone che si intitola Perché, che unisce la tradizione romagnola a quella napoletana. Per me la musica napoletana e la musica romagnola sono come due amanti.Se ti devi sposare devi avere delle certezze di un certo tipo, per essere amanti invece bisogna essere disordinati. Allora la musica napoletana, anche se i napoletani non sono ordinati, è una musica ordinata; la musica romagnola, anche se i romagnoli magari sono più ordinati dei napoletani, è una musica disordinata. Insieme, sono due amanti perfetti.Un po’ come me e Moreno il Biondo. Ci ha fatto conoscere Riccarda Casadei, la figlia di Secondo Casadei, quello che ha scritto Romagna mia, la canzone romagnola più famosa al mondo.Lei rimase molto colpita da una mia intervista in cui avevo parlato bene del liscio dicendo che da lì ero nato e che magari in un futuro mi sarebbe piaciuto tornarci, e mi mise in contatto con Moreno. Il tema era come fare a riportare il liscio ai giovani. Da lì siamo partiti con il viaggio degli Extraliscio, pensando a un liscio che poi è diventato il nostro punk da balera, cioè un liscio che rispetta la tradizione ma ne deforma le regole.

3.12.20

c'era una volta una rosa spontanea di marcello scano

 lo so  che  c'è un leggero conflitto d'interesse familiare ma    a  volle capita  che qualcuno riesca   a dire certe cose  meglio di te    

· tc1Spot nsoriohed 

Questa era la rosa nel 2018
Un contadino, forse, aveva piantato davanti ad un crocifisso che è nei pressi della Stazione ferroviaria di Tempio, una rosa antica, che poi era stata inglobata nella pavimentazione del marciapiede. Ma anche soffocata dal cemento aveva la forza di rifiorire abbondantemente, con dei boccioli rosa fuchsia molto
profumati in una bel cespuglio. Ieri, passando in quella via, ho notato con grande dispiacere che non c'è più. E' stata estirpata, sicuramente da quello stesso vandalo che ha fatto distruggere le antiche Lagerstroemia che molti decenni fa un amante del verde aveva piantato nella Circonvallazione. E'lo stesso che ha fatto tagliare un magnifico oleandro, in piena fioritura, che troneggiava di fonte alla chiesa di don Vico. Ma questo vandalo ha anche fatto estirpare dei giganteschi cedri nel quartiere Poi. Complimenti !! abbiamo anche noi il nostro Attila e non ne avevamo bisogno.



Targa abusiva ad Acca Larentia. Il Pd insorge e il Campidoglio la rimuove . fara una cosa simile per la manifestazione del 7 gennaio ?

È stata già rimossa la targa firmata "i camerati" che era stata affissa abusivamente a Roma vicino alla vecchia sede del Msi di Ac...