6.4.21

pochi hanno il coraggio si smontare il mito e il relativo abuso del termine eroi

 In italia  ,   sia  per eredita  culturale  del nazionalismo     risorgimentale    fatto proprio ed  amplificato dal fascismo  e  dalla  repubblica  , non ci siamo  liberati   del vedere  (  vizio  cui non sono  immune neppure  io    pur  essendo  agli antipodi di tale ideologie culturali , visto che  ogni tanto ci  casco  ) , 
nel vedere  eroi ovunque  .  Ma  questa è una delle volte   che  dico di No a tale  logica    e  che   anche se  non è la mia generazione ma quella  dei miei  zii e  dei miei genitori    dico    che 

 


[...] 
 Che questa mia generazione ormai non crede
In ciò che spesso han mascherato con la fede
Nei miti eterni della patria o dell'eroe
Perchè è venuto ormai il momento di negare
Tutto ciò che è falsità, le fedi fatte di abitudine e paura
Una politica che è solo far carriera
Il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto
L'ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto
E un dio che è morto
Nei campi di sterminio, dio è morto
Coi miti della razza, dio è morto
Con gli odi di partito, dio è morto
[...] 
(  Dio  è morto - F.Guccini ) 

Credevo d'essere il  solo    a pensarla  cosi   invece   sulla  mia  bache  ca 

t3iSnpfon sorehdg 
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le solite esagerazioni retoriche . adesso ogni volta che muore qualcuno\a è un eroe . va bene ricordare . ma vederli come eroi mi sembra esagerato ed ipocrita
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 6 persone e il seguente testo "Pagina Angeli Eroi Invisibili NON DIMENTICHIAMO"
Sono gli otto ragazzi che hanno perso la vita nella Casa dello Studente crollata durante il terremoto dell'Aquila per colpa di chi aveva ristrutturato male l'edificio nove anni prima. Noi ricordiamo i loro volti💙🙏💙
Ruggiero Olivieri, Laura Scianna e altri 5
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non c'è nessun commento \ replica contraria ma solo a fare . Mi devo preoccupare ? del conformismo culturale o devo andare avanti ? con questo Dubbio amletico    chiudo il post  d'oggi  

No è solo per finta che Franceschini ha abolito la censura nei film

Leggo  che Dopo il niet a 274 film italiani, 130 americani e 321 da altri paesi su 34433 lungometraggi sottoposti a censura dal 1944 a oggi e 10.092, ammessi dopo modifiche, ben un terzo del totale, tutto questo va in archivio. Ieri il ministro per la Cultura Dario Franceschini ha firmato il decreto che abolisce definitivamente la censura e istituisce una commissione per la classificazione delle opere cinematografiche presso il ministero con il compito di verificare la corretta classificazione dei film da parte degli operatori. In altre parole «si mette in essere una sorta di autoregolamentazione - spiega Nicola Borrelli, a capo della Direzione generale cinema del ministero -. Saranno i produttori o i distributori ad autoclassificare l'opera, mentre alla commissione spetterà il compito di validarne la congruità». Ora se la censura è stata abolita che serve a fare allora la commissione ? non ci quindi ci dovrebbe essere una sorta di autoregolamentazione da parte ddei produttori e distributori che ci sta a fare una commissione ? Questo vale per l'uscita in sala, è bene precisarlo, perché per le piattaforme vale invece il sistema del "parental control" (e dunque è demandata alla famiglia la responsabilità). La classificazione è proporzionata alle esigenze della protezione dell'infanzia e della tutela dei minori, con particolare riguardo alla sensibilità e allo sviluppo della personalità propri di ciascuna fascia d'età e al rispetto della dignità umana. Dunque i film sono classificabili, in base al pubblico di destinazione, come: opere per tutti; opere non adatte ai minori di anni 6; opere vietate ai minori di anni 14 (ma a 12 anni compiuti e con un genitore può vederle) e opere vietate ai minori di anni 18 (ma a 16 anni compiuti e con un genitore può vederle). La commissione è composta da quatantanove membri incluso il presidente (è stato nominato il presidente emerito del Consiglio di Stato, Alessandro Pajno). Avrà durata di tre anni e vedrà al suo interno sociologi, pedagogisti, psicologi, studiosi, esperti di cinema (critici, studiosi o autori), educatori, magistrati, avvocati, rappresentanti delle associazioni di genitori e persino di ambientalisti. Per rendere più comprensibile la classificazione i materiali pubblicitari avranno icone indicanti la eventuale presenza dei contenuti ritenuti sensibili per la tutela dei minori, tra i quali violenza, sesso, uso di armi o turpiloquio.La censura cinematografica ha una storia antica: è nata quasi contemporaneamente alla diffusione, in Italia, del cinema e precisamente con il Regio Decreto numero 532 del 31 maggio 1914, attraverso cui viene approvato il regolamento per l'esecuzione della Legge Facta. Nel corso degli oltre cento anni il concetto stesso di censura è mutato, passando da severo controllo politico e sociale ad una revisione cinematografica, più propriamente amministrativa. E così dal ruolo di severa vigilanza politica, morale e religiosa (non a caso prima era il ministro stesso che firmava di suo pugno i documenti), le commissioni di revisione cinematografiche hanno conservato dal passato, soprattutto, l'attenzione alla tutela dei minori.Il sistema della censura in vigore fino a ieri aveva nelle riunioni di revisione delle commissioni il suo approdo finale ma ben prima nel processo di realizzazione e persino di ideazione si lavorava alla censura: in fase di scrittura, in fase di definizione dei mezzi produttivi, tra consigli opportunisti e vere e proprie contrattazioni perché per accedere ai crediti agevolati del cinema, come al riconoscimento ministeriale bisognava arrivare senza rischi di censura.er le piattaforme vale invece il sistema del "parental control" (e dunque è demandata alla famiglia la responsabilità). La classificazione è proporzionata alle esigenze della protezione dell'infanzia e della tutela dei minori, con particolare riguardo alla sensibilità e allo sviluppo della personalità propri di ciascuna fascia d'età e al rispetto della dignità umana. Dunque i film sono classificabili, in base al pubblico di destinazione, come: opere per tutti; opere non adatte ai minori di anni 6; opere vietate ai minori di anni 14 (ma a 12 anni compiuti e con un genitore può vederle) e opere vietate ai minori di anni 18 (ma a 16 anni compiuti e con un genitore può vederle). La commissione è composta da quatantanove membri incluso il presidente (è stato nominato il presidente emerito del Consiglio di Stato, Alessandro Pajno). Avrà durata di tre anni e vedrà al suo interno sociologi, pedagogisti, psicologi, studiosi, esperti di cinema (critici, studiosi o autori), educatori, magistrati, avvocati, rappresentanti delle associazioni di genitori e persino di ambientalisti. Per rendere più comprensibile la classificazione i materiali pubblicitari avranno icone indicanti la eventuale presenza dei contenuti ritenuti sensibili per la tutela dei minori, tra i quali violenza, sesso, uso di armi o turpiloquio. La censura cinematografica ha una storia antica: è nata quasi contemporaneamente alla diffusione, in Italia, del cinema e precisamente con il Regio Decreto numero 532 del 31 maggio 1914, attraverso cui viene approvato il regolamento per l'esecuzione della Legge Facta. Nel corso degli oltre cento anni il concetto stesso di censura è mutato, passando da severo controllo politico e sociale ad una revisione cinematografica, più propriamente amministrativa. E così dal ruolo di severa vigilanza politica, morale e religiosa (non a caso prima era il ministro stesso che firmava di suo pugno i documenti), le commissioni di revisione cinematografiche hanno conservato dal passato, soprattutto, l'attenzione alla tutela dei minori. Il sistema della censura in vigore fino a ieri aveva nelle riunioni di revisione delle commissioni il suo approdo finale ma ben prima nel processo di realizzazione e persino di ideazione si lavorava alla censura: in fase di scrittura, in fase di definizione dei mezzi produttivi, tra consigli opportunisti e vere e proprie contrattazioni perché per accedere ai crediti agevolati del cinema, come al riconoscimento ministeriale bisognava arrivare senza rischi di censura.
Quindi non sarà più il solo a censurare ma sarà in compagnia . Quindi , scusate l'ovviaed  scontata   citazione letteraria   : << Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi >> ( dal romanzo il Gattopardo di Giuseppe Tommasi di Lampedusa ) Praticamente dalla censura di stato all'impostazione del politicamente corretto da parte di una commissione ad hoc. Dalla padella alla brace, come sempre succede in Italia quando si fa una riforma. Cinquanta persone (pagate, immagino) per "classificare" i film? Il Centro Cattolico Cinematografico lo faceva gratis.Non serve più quel modello archeologico di censura, oggi c'è il politicamente corretto che è molto più efficace, forte di milioni di agenti esaltati, vigilanti su tutto nel nome del Giusto e del Bene.
Quindi cari giornalisti maistream finitela con il titoli ottimistici

 quindi  attenzione    a  quello  che  leggete   e non prendete  ma  per  vere  le  verità  dei media  e  della  televisione   e  adesso  sic   d'internet .

intervista a Natalie Belli della barberia Belli's Barber Parlour di Olbia

 Incuriosito come sempre   dalle storie  che  leggo  o sento   cerco  d'intervistare   i protagonisti . E' questo  è uno dei casi  . Avevo già parlato   di Natalie  belli  

 

nel precedente  post   :  « A Olbia la sfida di Natalie Belli, 22 anni: la sua barberia apre nel cuore della città. «Un vero salotto “vittoriano” all’insegna dell’esclusività e della sicurezza »  Ma  incuriosito  di  come  ( non  sono sessista o  di mentalità chiusa è  che mi fa  uno strano  effetto  a  alo stesso tempo  m'incuriosisce    vedere  una  donna   che  si occupa   di barba e pettinature  maschili )  il fatto   anche  se  : <<  ci sono tante donne che si dedicano al mondo della barberia da anni. Eventuali diffidenze rappresentano casi sporadici. >> che   ci  siano ancora  delle diffidenze    e   dei  borbottii quando una  donna fa  l'attività  del barbiere  . Ebbene  da  questo   è nato  il post  intervista     con Natalie 


visto  che  sei a Sant’Elia Fiumerapido (in provincia di Frosinone), paese di suo padre Leonardo, hai scelto di traferirti  qui ad  Olbia da circa un anno, anche   vissuto soprattutto a Londra, dove ti è formata,  e  qui iniziare  la  tua  attività ?
Ho deciso di aprire la mia attività ad Olbia dopo essermi trasferita qui l'anno scorso perché mi sono innamorata della Sardegna
visto  che   come nome  del   locale hai scelto   la parola “Parlour” proprio come   si chiamava il salotto dell’epoca vittoriana, dove ci si riuniva per chiacchierare. Ed è  << proprio quello che voglio creare qui: il cliente deve sentirsi in un salotto, in un luogo esclusivo dove può anche leggere un libro (in italiano o in inglese), come Madame de Pompadour>>  sarà aperto   a  tutti\e o  solo ad  una  clientela selezionata  ?   
La barberia è aperta a tutti.    
 come   mai  ha  scelto di dì fare la barbiera    e non la  parrucchiera  ?

Ho fatto l'accademia per acconciatori in Italia e mi sono diplomata per poi specializzarmi come barbiera a Londra. Dall'inizio della mia formazione mi ha affascinato il mondo della barberia che non solo cura i capelli ma anche la barba per esempio mi piace fare la barba tradizionale con rasoio ed asciugamani caldi. 
Di solito  , a  livello   europeo è una  cosa  ormai normalissima . E ora  anche in Italia   (anche  se  con un po  difficoltà  per tabù maschilisti al limite del sessismo  )  sta prendendo  piede  vedi il portale http://www.gruppolabarbiera.it/ . pensi  che  ci  sia  un cambiamento    della vecchia mentalità parrucchiere  =  per donna   , barbiere = per  uomo  ,  confermi  oppure    si trattano  di casi isolati  e  sporadici ed  la strada  è  ancora  lunga  ?
Dalle mie ricerche ho visto che ci sono tante donne che si dedicano al mondo della barberia da anni. Eventuali diffidenze rappresentano casi sporadici. 
reazioni da parte della clientela ?
Ho ricevuto tante congratulazioni per l'iniziativa ed anche complimenti per lo stile e l'arredamento del salone.solo  uomini  o anche  donne  fra  i clienti  ?     Clientela maschile. ovviamente siccome è una barberia la clientela sarà prettamente maschile ma se una donna vorrà mai un taglio corto da barbiere potrà venire da Belli's Barber Parlour.


che altro  aggiungere se  non augurarle  buon lavoro



5.4.21

l'ultima ... di Sgarbi e l’indegna accusa di “pedofilia di Stato” alla legge contro l’omofobia e la transfobia

 in sottofondo 
 Lord Of The Flies - Iron Maiden


 la  legge  zan  avrà molte  cose  che  non  vanno  è  vero     vedi le  critiche  femministe
 
 
 
in particolare    questa     

In questi giorni si parla molto del #ddlZan, i cui promotori premono affinché venga velocemente approvato in Senato. Dallo scorso luglio però, una larga parte del femminismo italiano esprime posizioni critiche su alcuni aspetti di questa legge, come ben spiega questa bella intervista a Francesca Izzo, fondatrice del movimento Se Non Ora Quando, pubblicata da
la Repubblica
[ qui l'articolo ] proprio il 1 luglio 2020. Ma fino ad oggi le nostre opinioni non sono state nemmeno ascoltate. Ci piacerebbe che gli onorevoli
Alessandro Zan
e
Monica Cirinnà
accettassero il confronto anche con le donne che la pensano diversamente da loro, che non sono poche. Auspichiamo inoltre che tutti i parlamentari di qualsiasi parte politica prendano visione e coscienza delle ragioni di tutte e tutti prima di votare questa legge.
 Ma  da  li a dire   quello che  dice  Sgarbi e  company    sia   pedofilia  di stato   è  grave  . Infatti  Sgarbi  si dimostra       per quello   che  è   sempre stato una persona indisponente e privo di ogni forma di buon senso ed educazione, non discuto la sua professionalità, dicono che è il migliore, io umilmente mi astengo perchè  non sono uno specialista  ma un semplice  profano   e'la  critica  d'arte nn è il mio campo e nn mi permetto o  almeno  ci  provo  di dare
giudizi. Ma che quest'uomo ha bisogno di un bravo psichiatra non ho dubbi, e tutti quelli che lo invitano nei salotti televisivi pubblici   e  proivati  fanno più pena ( metaforicamente  parlando  )  di lui, si fanno maltrattare e deridere da questo essere indegno  senza  , salvo pochi , quello che  pensano  !!!!
Vittorio Sgarbi ha deciso di celebrare la Pasqua con un video su Facebook in cui paragona il Ddl Zan contro l’omotransfobia né più né meno a “pedofilia di Stato.” lo so che non dovrei mettere il video e fare pubblicità a un siffatto individuo ma è importante farlo sentire cosi evitiamo d'essere tacciati di faziosità  . Riporto dal portale un video su Facebook in cui paragona il Ddl Zan, la cosiddetta legge contro l’omofobia, alla “pedofilia di Stato”
Si tratta ovviamente un delirio di oltre 10 minuti nel quale Sgarbi si scaglia contro il disegno di legge e si spinge ad attaccare Fedez (lo sport preferito a destra) perché osa permettere a suo figlio di giocare con le bambole (gasp!).“Il politicamente corretto, con quella che si chiama legge Zan, vorrebbe educare i bambini alla indifferenza sessuale. tesi condivisibile o meno . Ma La qual cosa è paragonabile alla “pedofilia di Stato” è vomitevole . Ripeto , non trovando ( anzii non avendo voglia di cercare ) altri sinonimi , un delirio nel quale Sgarbi si scaglia contro il disegno di legge e si spinge ad attaccare Fedez ( lo sport preferito a destra ) perché osa permettere a suo figlio di giocare con le bambole (gasp!). Quindi cari Sgarbi e colleghi sappiate che anche se la democrazia è lasciarvi parlare e dire le vostre ideee non è , lasciatevelo dire è la libertà di dire minchiate ed insulti . Ma è confronto ed dialogo civile
concludo sule note del Sibelius : Concerto pour violon (Hilary Hahn)

 



le risposte di Jovanotti: "Mozart e Tony Effe sono colleghi" - a Belve 17/12/2024

Caro Jovanotti alias Lorenzo Cherubini Anche nelle provocazioni o nell'ironia ci dev'essere un minimo di cultura di ba...