a chi mi chiede chi è oltre a rispondere non lo so ripondo anche che dev'essere una delle tante bambole di plastica che vanno nei talk show e nei programmi spazzatura per vip in declino o che vogliono o riemergere per non finire dimenticati oppure dopo lo sport o il giornalismo non hanno ( o ne voglioni di più ) abbastanza € o cercano il successo facile visto che la gente è abituata e vede tali schifezze . IL nuovo genere di trash ovviamente da non paragonmare a quello degli anni 70\80 almeno quello aveva alla base , indipendentemente dal bello o brutto che fosse un contenuto ed pescava nella realtà e nella vita reale recente o passata che fosse del paese
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
19.9.21
Femminicidi e Cartabia
Eccovi la lettera , ovviamente con richiesta espressa di non pubblicare le generalità della persona che mi ha scritto l'email
lettera firmata
Carissima
1) In appello è possibile chiedere il Concordato, istituto giuridico che permette di trovare un accordo tra imputato e pubblica accusa sulla pena da comminare. Il Concordato finora era escluso per i procedimenti di prostituzione minorile, pornografia minorile, detenzione di (ingente) materiale pornografico, pornografia virtuale, ma anche violenza sessuale, atti sessuali con minorenni, violenza sessuale di gruppo e così via. Attenzione quindi: con le nuove norme il Concordato in Appello sarà previsto anche per questi procedimenti in cui le vittime sono soprattutto donne e minori. 2) Oggi il giudice può assolvere un imputato che ritenga abbia commesso un reato tenue, per delitti che prevedono una pena massima fino a 5 anni. Con la Riforma sarà “tenue” il reato con pena minima fino a 2 anni. Tra questi rientrano molti reati contro le donne come il revenge porn e la costrizione al matrimonio. Dopo l’allarme lanciato dagli articoli del “Fatto Quotidiano” sono stati esclusi i reati sulla violenza alle donne “riconducibili alla Convenzione di Istanbul”.
Ora come potrai vedere c’è da rimanere di sasso : perchè come al solito, mentre si guarda il dito ( le polemiche su una frase particolarmente infelice e sulle relative aggressioni social ) si perde di vista la luna, che forse è troppo scomodo osservare: e, cioè, quando si tratta di violenza contro le donne, parliamo degli strumenti spuntati di una giustizia addirittura ammorbidita ( metaforicamente parlando ) dalla riforma firmata da un ministro donna. Infattti davanti a un numero sempre più spaventoso di femminicidi – 83 da inizio anno, 7 negli ultimi dieci giorni – la lettera di *** appare totalmente condivisibile: “Perché davanti a minacce mortali, non riunire lo stesso comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che agisce nei casi di minacce della criminalità organizzata, con il compito di valutare le informazioni degli investigatori sul reale pericolo di incolumità della donna denunciante?”. Insomma, le vittime che denunciano, quando denunciano , minacce di morte (come aveva fatto inutilmente, uno degli ultimi casi di femminicidio , la povera Vanessa Zappalà, la giovane di Aci Trezza assassinata in mezzo alla folla dal suo ex fidanzato) andrebbero trattate come giornalisti o imprenditori a rischio. Sacrosanto, se non fosse che, come dimostrano le sanzioni , se e ci sono , all’acqua di rose di cui sopra, c’è tutto un contesto politico - culturale che continua a giudicare le persecuzioni contro le donne un reato (e un allarme sociale) di serie B. Ovvero, ci si occupa del problema,come ( ua delle poche cose che condivido d con lei ) scrive Murgia, “quando delle donne ci sono già i cadaveri”. Senza contare che per il femminicida “rischiare sei mesi in più o in meno di carcere non ha alcuna rilevanza per uno che pur di ammazzarti è disposto a uccidersi a sua volta”. Fino a quando scopriamo che un momento prima di sparare, accoltellare, massacrare di botte lo stalker può benissimo appellarsi al Concordato, oppure invocare il “reato tenue” ( a parte il vago riferimento a una convenzione internazionale). Una vergogna. Ministra Cartabia, cosa aspetta a intervenire forse che ci sia un caso come quello di Helen Joanne "Jo" Cox, nata Leadbeater (Batley, 22 giugno 1974 – Leeds, 16 giugno 2016), una politica britannica, deputata laburista del collegio di Batley and Spen dal maggio 2015 sino al suo omicidio nel giugno 2016. ?
Spero carissima X d'aver risposto al tuo dubbio e cordialmente ti saluto
17.9.21
quelle della palombelli sono scuse vere o opportunistiche per tirata d'orecchie di mediaset e dell'ordine dei giornalisti ?
di cosa stiamo parlando ?
https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2021/09/se-anche-una-donna-giornalista.html
mah visto che prima rifiutava di scusarsi
dal https://www.ilfattoquotidiano.it/ del 17\9\2021
Barbara Palombelli replica ma non si scusa: “L’incomprensione che acceca ci pone interrogativi”. Amnesty interviene
"Quando un uomo o una donna (ieri a Forum era la protagonista donna ad esercitare violenza sul coniuge) non controllano la rabbia dobbiamo interrogarci. Stabilire ruoli ed emettere condanne senza conoscere i fatti si può fare nei comizi o sulle pagine dei social, non in tribunale", le parole su Facebook della conduttrice. "Chiediamo le pubbliche scuse, che non bastano certo, di chi ha messo sullo stesso piano le donne morte per mano maschile e il presunto atteggiamento 'esasperante e aggressivo' di chi oggi non c'è più...", commenta Antonella Veltri, presidente di D.i.Re, la rete nazionale dei centri antiviolenza [... segue qui ]
ed ora cambia idea rapidamente mi fa sembrare le sue scuse vederere video sotto un po' forzate e che le abbie fatte o perchè costretta dai suoi padroni
SE ANCHE UNA DONNA GIORNALISTA ( ? ) GIUSTIFICA LA VIOLENZA FEMMINICIDA SIAMO PROPRIO ALL'ANNO ZERO
Sfoglio la home di facebook e leggo
Incuriosito sono andato alla ricerca del video incriminato ed eccolo
<< Le parole della #Palombelli >> come giustamente dice su twitter Adrian Fartade - Link4Universe << hanno avuto tanta risonanza anche perché toccano una ferita aperta che ci ostiniamo a ignorare, in cui culturalmente viene spesso data, esplicitamente o implicitamente, la colpa alle donne per come si vestono, come parlano, dove vanno Ed è un problema legato anche tanto all'educazione maschile e come continua ad essere piena di elementi di possesso, di violenza e con grandi carenze sulla cultura del consenso, del parlare delle proprio emozioni, cercare aiuto psicologico, etc. Non è solo #Forum il problema...>>
Patrizia Cadau, picchiata dal marito, risponde a Barbara Palombelli: “Nessuna se la va a cercare”
Patrizia Cadau, vittima di violenza da parte dell'ex marito, ha voluto rispondere a Barbara Palombelli, dopo il suo discorso che ha scatenato la polemica.
Patrizia Cadau, vittima di violenza da parte dell’ex marito, ha voluto rispondere a Barbara Palombelli, dopo il suo discorso che ha scatenato la polemica.
Patrizia Cadau, vittima di maltrattamenti da parte dell’ex marito, tra il 2012 e il 2017, ha voluto rispondere a Barbara Palombelli con un post su Facebook. La conduttrice, durante una puntata de Lo Sportello di Forum, ha dichiarato che bisogna chiedersi se gli autori dei femminicidi siano fuori di testa o se ci sia stato un comportamento esasperante da parte delle donne. “Questa nella foto sono io. Ci tengo subito a precisare che no, non me la sono andata a cercare, non sono mai, mai, mai stata aggressiva, che non sono mai stata una donna esasperante. Ci tengo a sottolinearlo, a nome mio, e a nome di tutte le sopravvissute, perché l’aggravante dei violenti di casa è proprio quella di approfittare di donne che sono già mezzomorte, dopo anni di soprusi, fatica, intimidazioni, anche di fatica a mantenerli questi uomini violenti, perché sono parassiti che sanno come approfittare delle situazioni” ha scritto la donna, consigliera comunale di Oristano, mostrando il volto coperto di lividi.
“No, non avevo fatto niente, né quella volta né tutte le altre: eppure ciò non mi ha risparmiato dall’essere addirittura sequestrata in casa mia, di mangiare e dormire insieme ai miei figli chiusi a chiave di nascosto. Anche mangiare di nascosto, perché secondo il violento con i soldi di casa non si poteva mangiare. Noi, ovviamente, non lui. Non ho fatto niente, se non addirittura intestargli il mio patrimonio immobiliare e tutti i miei soldi, pur di sopravvivere, e sia chiaro, l’ho fatto con una pistola puntata alla testa e la minaccia che mi avrebbe ammazzato i figli” ha dichiarato Patrizia Cadau.“Palombelli, lei ha mai sentito la canna di un’arma premuta alla testa o in bocca? No vero? Si ritenga fortunata e non ci faccia la morale con tanta spocchia. Palombelli, ritengo che lei sia parte del problema, non me ne voglia: ritengo la sua cultura, causa di quanto è accaduto e continua ad accadere a me, la ritengo responsabile del silenzio e dell’omertà cui siamo costrette a vivere grazie a parole come le sue: di una violenza insopportabile. La ritengo responsabile e a questo punto dovrebbe solo chiedere scusa. A tutte. A tutte quelle che si alzano la mattina e non sanno se la sera saranno ancora vive per raccontare quello che le sto raccontando io” ha aggiunto la donna, rivolgendosi direttamente alla conduttrice.
Ora a mi si dirà la cultura sessista \ maschilista c'è sempre stata vedi nei cantieri e nei bar ed le donne sono sempre state uccise , dove stata la novità ? Niente di nuovo a parte il numero sempre più grande di casi .
E' vero queste cose succedevano prima ma : 1) il numero delle donne uccise non era da quel che ricordo cosi elevato ., 2) c'erano sia nella tv pubblica di stato la cosidetta lottizzazione ed nelle prime tv private degli argini . ed la cutura alta ed a cultura bassa ( cioè quella che la critica modena definisce accomnandolo erroneament e ai programmi d'oggi ) trash condividevano Oggi " la diga " si è rotta con il servizio pubblico che ha smesso ( salvo rare eccezioni ) di combattere e proporre un alternatva alle tv private al 90 % di Mediaset \ Berlusconi abbassandosi allo stesso livello per di fare ascolti . E facendo da propulsore a tale cultura becera vedi il recente caso della Palombelli citato nelle righe precedenti sia che lo faccia perchè si è bevuta il cervelllo diventando stronza come un uomo " ( cit vecchioni ) visto che
Ma c'è chi oltre a difenderla pochi per fortuna come : il caso umano di Mario Adinolfi , che anche stavolta è impossibile da ignorare
Annamaria Bernardini De Pace e Giampiero Mughini. L’avvocata ha spiegato che quella della Palombelli è «solo una delle spiegazioni possibili del femminicidio; si è ben guardata dal legittimarlo. Anzi. Gli ignoranti mossi da odio sinistro dovrebbero leggere il codice penale e soffermarsi a capire il concetto di provocazione. Nei tribunali se ne parla». «La parità è proprio nel concetto espresso dalla Palombelli che dimostra conoscenze giuridiche (a differenza di chi la critica bovinamente) giacché richiama il principio giuridico della provocazione, che non legittima il femminicidio, ma ne dà una possibile spiegazione». Per Mughini, che è intervenuto su Dagospia, Palombelli ha avuto molto «coraggio»: « Detto questo io penso che ciascuna storia per quanto atroce, e dunque i suoi protagonisti, vadano ogni volta studiati come un caso a sé ».
Palombelli fuori dalla televisione!#palombellichiediciscusa
con questo è tutto almeno fin quando non replicherà e dirà : sono stata frainteda , le mie parole decontestualizzate. ...bla...bla ...o qualcun altro a lei vicino
Coronavirus, storia di Mimmo peruffo di Aquila corde armoniche : "Le mie corde di chitarra ora servono a respiratori di tutta Italia"
Ecco la sua vicenda racontata . ecetto il video , sia da questo articolo di https://www.adnkronos.com/
Venticinque chili di filo per i respiratori a Monza, settantacinque a Bergamo, quarantadue a Roma. In pochi giorni, senza capire ancora bene la portata di quello che sta accadendo, ma con una pazzesca, potentissima energia che gli sgorga dal cuore nel poter aiutare il suo paese. Questa è la storia di Mimmo Peruffo, produttore di corde di chitarra a Caldogno, il paese di Roberto Baggio, ritrovatosi da un giorno all’altro ad essere l’unico in Italia a produrre il filo che serve alle stampanti 3D per realizzare le valvole che servono alle mascherine da sub, riconvertite in respiratori.
Una storia incredibile che Mimmo racconta in esclusiva all’Adnkronos, dove gli elementi principali sono una piccola fabbrica di produzione di corde per strumenti musicali (“Mi sono ritrovato a fare l’imprenditore grazie alla passione per la musica, poi ho cominciato a produrre un milione di corde che fino a due mesi fa mandavo in Cina alle fabbriche che fanno ukulele, la chitarrina hawaiiana”, ci racconta), un figlio che ama lavorare quanto lui e un’enorme generosità di cui l’Italia ora ha davvero bisogno.
“Molto prima della pandemia -racconta Peruffo- avevo fatto questa piccola ‘follia’ di prendere un impiantino ad estrusione, lungo una quindicina di metri, che serve per produrre il filo. E’ una piccola macchina che però, ho scoperto poi, non ha quasi nessuno”. Poi scoppia l’emergenza, e lui legge un articolo dove si dice che “avevano trovato il sistema per modificare le mascherine da sub in respiratori, e che usavano una stampante in 3D per fare una componente essenziale che è una valvolina, per la quale serve il filo che produco”, ricorda.
La sua fabbrica è chiusa, e lui con le mani in mano non ci sa proprio stare. Così, contatta un ospedale di Brescia, per chiedere se hanno bisogno di aiuto. "Volevo dargli il mio filo, ma a loro non serviva perché usavano un altro sistema", racconta. Poi, l’occasione arriva. “Ho letto che c’era un’azienda di Napoli che produceva queste valvole, li ho contattati, e loro mi hanno ringraziato in tutti i modi. Poi mio nipote, che ha una piccola azienda che usa la stampante 3D, aveva sentito che servivano questi fili, e mi ha rivelato che c’era una chat di coordinamento per tutta Italia chiedendomi se potevo produrlo”.
Mimmo non ci pensa due volte. Si sveglia alle 5 del mattino, rimette in moto tutti i macchinari, chiama il figlio. "Vieni a lavorare, che abbiamo da farci un mazzo così”. Il nipote incalza. "Zio, servono 100 chili, e io mi sono messo subito al lavoro. Poi mi arriva la sorpresa: stamattina mi arriva una lista, richieste da ospedali di Roma, 42 chili, Bergamo, 75 chili, Monza 25 chili… non potevo crederci -rivela Mimmo- Il coordinatore della chat che mi dice ‘non troviamo più il filo in Italia, dobbiamo ordinarlo in Cina e non ce lo mandano più. In questo momento, sei l’unico in tutta la nazione che lo produce”.
Gli chiedono quanto devono pagarlo, ma inutile dirlo, la domanda cade nel vuoto. "Sto facendo solo il mio dovere. Stare seduto sulla sedia a vedere gli altri lavorare, non è da me: sono un tipo d’azione. Essere impotente e non rendermi utile, non mi faceva sentire bene, ora ho l’opportunità per fare qualcosa per la mia nazione -dice Mimmo- Stiamo cinque giorni in questo pianeta, se posso fare qualcosa è una vita spesa bene. La cosa più bella? Vedere mio figlio che lavora con me. Voglio vedere l’impianto scoppiare, andare a mille. Piccolo, ma così utile al mio paese”.
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