19.9.21

diciamo si alla chirurgia estetica

 a chi mi chiede chi è oltre a rispondere non lo so ripondo anche che dev'essere una delle tante bambole di plastica che vanno nei talk show e nei programmi spazzatura per vip in declino o che vogliono o riemergere per non finire dimenticati oppure dopo lo sport o il giornalismo non hanno ( o ne voglioni di più ) abbastanza € o cercano il successo facile visto che la gente è abituata e vede tali schifezze . IL nuovo genere di trash ovviamente da non paragonmare a quello degli anni 70\80 almeno quello aveva alla base , indipendentemente dal bello o brutto che fosse un contenuto ed pescava nella realtà e nella vita reale recente o passata che fosse del paese

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona
Diciamo Si alla chirurgia estetica! 🙈😁😏

Femminicidi e Cartabia

 Non sempre  le  email  che  ricevo  o  su   messanger  ( l'email  di  facebook   )  o  a  quella  del sito  (  redbeppe@gmail.com )   sono  spazzatura  ed   finiscono nel cestino  . Alcune ,  pochissime    in verità  ,  sono interessanti   e da  pubblicare   per  evitare  che  il  loro  contenuto     vada disperso nel vento o nella  polvere  (  Ask the Dust) ) del tempo
Eccovi la  lettera  , ovviamente  con richiesta   espressa  di non pubblicare  le  generalità   della  persona    che  mi  ha  scritto   l'email  



Carissimo
Visto  che  ti occupi  di femminicidi  e delle  loro  cause non  solo    nella  data ipocrita  e  pulicoscoienza  (  come la  chiami   giustamente  tu  )   el  25  novembre     ti    chiedo  Per quale motivo   la magistratura    non tratta  le denunce di stalking delle donne con gli stessi strumenti con i quali affronta le persecuzioni di altra natura ?”.

                                               lettera  firmata 

Carissima  

Non essendo esperto dal punto di vista legale nè antopologico della materia ho chiesto, a chi ne sa più di me, il perchè e soprattutto se con la riforma Cartabia le donne vittime di violenza e stalking siano più o meno tutelate ho ricevuto le risposte che trascrivo. aggiungendovi  lo so che dovrei   << Abbiate soprattutto il desiderio di separare le cose dal rumore che esse fanno>> (   senceca  )  ovvero  tenere separati le mie opinioni personali dai fatti ,il mio  pensiero \ indignazione .
1) In appello è possibile chiedere il Concordato, istituto giuridico che permette di trovare un accordo tra imputato e pubblica accusa sulla pena da comminare. Il Concordato finora era escluso per i procedimenti di prostituzione minorile, pornografia minorile, detenzione di (ingente) materiale pornografico, pornografia virtuale, ma anche violenza sessuale, atti sessuali con minorenni, violenza sessuale di gruppo e così via. Attenzione quindi: con le nuove norme il Concordato in Appello sarà previsto anche per questi procedimenti in cui le vittime sono soprattutto donne e minori. 2) Oggi il giudice può assolvere un imputato che ritenga abbia commesso un reato tenue, per delitti che prevedono una pena massima fino a 5 anni. Con la Riforma sarà “tenue” il reato con pena minima fino a 2 anni. Tra questi rientrano molti reati contro le donne come il revenge porn e la costrizione al matrimonio. Dopo l’allarme lanciato dagli articoli del “Fatto Quotidiano” sono stati esclusi i reati sulla violenza alle donne “riconducibili alla Convenzione di Istanbul”.
Ora   come  potrai  vedere   c’è da rimanere di sasso : perchè  come al solito, mentre si guarda il dito ( le polemiche su una frase particolarmente infelice e sulle relative aggressioni social ) si perde di vista la luna, che forse è troppo scomodo osservare: e, cioè, quando si tratta di violenza contro le donne, parliamo degli strumenti spuntati di una giustizia addirittura ammorbidita (  metaforicamente  parlando   )  dalla riforma firmata da un ministro donna. Infattti davanti a un numero  sempre   più  spaventoso di femminicidi – 83 da inizio anno, 7 negli ultimi dieci giorni – la lettera  di ***  appare totalmente condivisibile: “Perché davanti a minacce mortali, non riunire lo stesso comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che agisce nei casi di minacce della criminalità organizzata, con il compito di valutare le informazioni degli investigatori sul reale pericolo di incolumità della donna denunciante?”. Insomma, le vittime che denunciano,  quando  denunciano  ,  minacce di morte (come aveva fatto inutilmente, uno degli ultimi  casi   di femminicidio , la  povera  Vanessa Zappalà, la giovane di Aci Trezza assassinata in mezzo alla folla dal suo ex fidanzato) andrebbero trattate come giornalisti o imprenditori a rischio. Sacrosanto, se non fosse che, come dimostrano le sanzioni   , se     e  ci  sono  , all’acqua di rose di cui sopra, c’è tutto un contesto politico  - culturale che continua      a giudicare le persecuzioni contro le donne un reato (e un allarme sociale) di serie B. Ovvero, ci si occupa del problema,come  ( ua delle poche  cose  che  condivido   d con lei   )   scrive Murgia, “quando delle donne ci sono già i cadaveri”. Senza contare che per  il femminicida  “rischiare sei mesi in più o in meno di carcere non ha alcuna rilevanza per uno che pur di ammazzarti è disposto a uccidersi a sua volta”. Fino a quando scopriamo che un momento prima di sparare, accoltellare, massacrare di botte lo stalker può benissimo appellarsi al Concordato, oppure invocare il “reato tenue” ( a parte il vago riferimento a una convenzione internazionale). Una vergogna. Ministra Cartabia, cosa aspetta a intervenire   forse  che   ci  sia  un caso  come     quello  di  Helen Joanne "Jo" Cox, nata Leadbeater (Batley, 22 giugno 1974 – Leeds, 16 giugno 2016), una politica britannica, deputata laburista del collegio di Batley and Spen dal maggio 2015 sino al suo omicidio nel giugno 2016.  ?

              Spero  carissima X   d'aver    risposto   al tuo dubbio  e  cordialmente    ti  saluto  



17.9.21

quelle della palombelli sono scuse vere o opportunistiche per tirata d'orecchie di mediaset e dell'ordine dei giornalisti ?

di cosa  stiamo parlando  ?
 https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2021/09/se-anche-una-donna-giornalista.html


mah    visto  che  prima  rifiutava  di scusarsi  

dal https://www.ilfattoquotidiano.it/  del 17\9\2021

Barbara Palombelli replica ma non si scusa: “L’incomprensione che acceca ci pone interrogativi”. Amnesty interviene

Barbara Palombelli replica ma non si scusa: “L’incomprensione che acceca ci pone interrogativi”. Amnesty interviene

"Quando un uomo o una donna (ieri a Forum era la protagonista donna ad esercitare violenza sul coniuge) non controllano la rabbia dobbiamo interrogarci. Stabilire ruoli ed emettere condanne senza conoscere i fatti si può fare nei comizi o sulle pagine dei social, non in tribunale", le parole su Facebook della conduttrice. "Chiediamo le pubbliche scuse, che non bastano certo, di chi ha messo sullo stesso piano le donne morte per mano maschile e il presunto atteggiamento 'esasperante e aggressivo' di chi oggi non c'è più...", commenta Antonella Veltri, presidente di D.i.Re, la rete nazionale dei centri antiviolenza  [... segue qui ]

  ed  ora    cambia idea    rapidamente    mi fa  sembrare le sue scuse   vederere  video sotto    un po' forzate  e che   le  abbie  fatte  o perchè   costretta   dai suoi padroni  


  

SE ANCHE UNA DONNA GIORNALISTA ( ? ) GIUSTIFICA LA VIOLENZA FEMMINICIDA SIAMO PROPRIO ALL'ANNO ZERO

Allucinante. Semplicemente allucinante.
Ieri allo “Sportello” di Forum Barbara Palombelli, parlando della tragica ondata di femminicidi delle ultime settimane, è riuscita a dire qualcosa che neppure un Feltri ha mai osato pensare.“A volte è lecito anche domandarsi” ha detto. “Ma questi uomini erano completamente fuori di testa, completamente obnubilati oppure c’è stato un comportamento esasperante e aggressivo anche dall’altra parte?”Avete capito bene: non sono loro ad essere degli assassini ma le donne ad averli “esasperati” in modo “aggressivo”.Siamo ancora qui, nel 2021, alla colpevolizzazione feroce della donna, allo spostamento sistematico della responsabilità dal carnefice alla vittima.Che qualcuno pronunci queste parole è gravissimo. Che a farlo sia una donna è semplicemente drammatico. E dimostra la strada lunghissima che ancora abbiamo da fare.Chieda scusa a Vanessa, a Chiara, a Rita, a tutte le donne uccise per mano dei loro assassini, senza se e senza ma. E ne risponda.

 Incuriosito  sono andato alla  ricerca   del video  incriminato    ed  eccolo 

Mi ha colpito , ma  non più  di tanto in realtà  visto   che   visto      che  ci  sono donne  che si  abbassano  sempre  più  al  livello   di certi  uomini , il  fatto che una simile teoria non sia arrivata da un vecchio e obsoleto maschilista o  da qualche  donna succube o disinformata  ,  ma  da   una gornalista   che  ha   fatto  un discorso contro il  femminicidio  sul  palco  di San remo   . 
<< Le parole della #Palombelli >>  come  giustamente    dice   su twitter  Adrian Fartade - Link4Universe  << hanno avuto tanta risonanza anche perché toccano una ferita aperta che ci ostiniamo a ignorare, in cui culturalmente viene spesso data, esplicitamente o implicitamente, la colpa alle donne per come si vestono, come parlano, dove vanno  Ed è un problema legato anche tanto all'educazione maschile e come continua ad essere piena di elementi di possesso, di violenza e con grandi carenze sulla cultura del consenso, del parlare delle proprio emozioni, cercare aiuto psicologico, etc. Non è solo #Forum il problema...>>
Quindi  condivido lo sdegno di Tosa ed  la bellissime risposte , Forse le risposte più belle,fra  quelle   giunte   su  tali  dichiarazioni  
le più intelligenti ( almeno per ora )  sono arrivate  da Fiorella Mannoia. Che non si rivolge a Barbara Palombelli ma direttamente agli uomini.
 
 Infatti : << Se ti stuprano forse te la sei cercata, se ti ammazzano forse te la sei cercata. Mi sono rotta di queste frasi. Mi rivolgo agli uomini: ribellatevi a chi vi disegna come dei primati che non riescono a tenere a freno gli istinti, fatelo voi perché NOI SIAMO STANCHE! BASTA! >> La chiave del problema, in fondo, al di là di tante parole, è tutta qui. Bravissima Fiorella!


e  da  Patrizia   Cadu   che  lo  ha  ed  lo subisce  ancora e ho raccontato  in questo blog  la sua   storia   
 
  dalla rete

Patrizia Cadau, picchiata dal marito, risponde a Barbara Palombelli: “Nessuna se la va a cercare”

Patrizia Cadau, vittima di violenza da parte dell'ex marito, ha voluto rispondere a Barbara Palombelli, dopo il suo discorso che ha scatenato la polemica.

Patrizia Cadau

Patrizia Cadau, vittima di violenza da parte dell’ex marito, ha voluto rispondere a Barbara Palombelli, dopo il suo discorso che ha scatenato la polemica.

Patrizia Cadau, vittima di maltrattamenti da parte dell’ex marito, tra il 2012 e il 2017, ha voluto rispondere a Barbara Palombelli con un post su Facebook. La conduttrice, durante una puntata de Lo Sportello di Forum, ha dichiarato che bisogna chiedersi se gli autori dei femminicidi siano fuori di testa o se ci sia stato un comportamento esasperante da parte delle donne. “Questa nella foto sono io. Ci tengo subito a precisare che no, non me la sono andata a cercare, non sono mai, mai, mai stata aggressiva, che non sono mai stata una donna esasperante. Ci tengo a sottolinearlo, a nome mio, e a nome di tutte le sopravvissute, perché l’aggravante dei violenti di casa è proprio quella di approfittare di donne che sono già mezzomorte, dopo anni di soprusi, fatica, intimidazioni, anche di fatica a mantenerli questi uomini violenti, perché sono parassiti che sanno come approfittare delle situazioni” ha scritto la donna, consigliera comunale di Oristano, mostrando il volto coperto di lividi.

No, non avevo fatto niente, né quella volta né tutte le altre: eppure ciò non mi ha risparmiato dall’essere addirittura sequestrata in casa mia, di mangiare e dormire insieme ai miei figli chiusi a chiave di nascosto. Anche mangiare di nascosto, perché secondo il violento con i soldi di casa non si poteva mangiare. Noi, ovviamente, non lui. Non ho fatto niente, se non addirittura intestargli il mio patrimonio immobiliare e tutti i miei soldi, pur di sopravvivere, e sia chiaro, l’ho fatto con una pistola puntata alla testa e la minaccia che mi avrebbe ammazzato i figli” ha dichiarato Patrizia Cadau.Palombelli, lei ha mai sentito la canna di un’arma premuta alla testa o in bocca? No vero? Si ritenga fortunata e non ci faccia la morale con tanta spocchia. Palombelli, ritengo che lei sia parte del problema, non me ne voglia: ritengo la sua cultura, causa di quanto è accaduto e continua ad accadere a me, la ritengo responsabile del silenzio e dell’omertà cui siamo costrette a vivere grazie a parole come le sue: di una violenza insopportabile. La ritengo responsabile e a questo punto dovrebbe solo chiedere scusa. A tutte. A tutte quelle che si alzano la mattina e non sanno se la sera saranno ancora vive per raccontare quello che le sto raccontando io” ha aggiunto la donna, rivolgendosi direttamente alla conduttrice.




Ora a mi si dirà la cultura sessista \ maschilista c'è sempre stata vedi nei cantieri e nei bar ed le donne sono sempre state uccise , dove stata la novità ? Niente di nuovo a parte il numero sempre più grande di casi .
E' vero queste cose succedevano prima ma : 1) il numero delle donne uccise non era da quel che ricordo cosi elevato ., 2) c'erano sia nella tv pubblica di stato la cosidetta lottizzazione ed nelle prime tv private degli argini . ed la cutura alta ed a cultura bassa ( cioè quella che la critica modena definisce accomnandolo erroneament e ai programmi d'oggi ) trash condividevano Oggi " la diga " si è rotta con il servizio pubblico che ha smesso ( salvo rare eccezioni ) di combattere e proporre un alternatva alle tv private al 90 % di Mediaset \ Berlusconi abbassandosi allo stesso livello per  di fare   ascolti . E facendo da propulsore a tale cultura becera vedi il recente caso della Palombelli citato nelle righe precedenti sia che lo faccia perchè si è bevuta il cervelllo diventando stronza come un uomo " ( cit vecchioni ) visto che

Ho letto le parole di Barbara Palombelli sui femminicidi. Le ha pronunciate durante la puntata del 16 settembre di Forum. Sono queste.


“Come sapete, negli ultimi sette giorni ci sono stati sette delitti, sette donne uccise presumibilmente da sette uomini. A volte è lecito domandarsi se questi uomini erano completamente fuori di testa oppure c’è stato un comportamento esasperante, aggressivo anche dall’altra parte? È una domanda, dobbiamo farcela per forza perché in questa sede, in un tribunale, dobbiamo esaminare tutte le ipotesi”.Ora: Barbara Palombelli è una persona intelligente, una giornalista di successo, una donna che è riuscita ad emergere in un ambiente spesso maschilista e sessista. Per questo le sue parole mi paiono semplicemente allucinanti. Cosa è successo a questo nostro mondo, e quanto ci stiamo inaridendo/incancrenendo/rincoglionendo, se perfino la Palombelli si iscrive al partito dei “forse quella donna un po’ se l’è andata a cercare?”.Quale sarà il prossimo passo? Sentire un altro volto televisivo affermare che forse lo stupro è causato da chi mette la minigonna? Non lo so, boh, ma mi sembra proprio che siamo alla canna del gas morale. 

Ma  c'è chi  oltre  a difenderla  pochi per  fortuna   come  :  il caso  umano di Mario  Adinolfi , che  anche  stavolta   è  impossibile     da ignorare



 Annamaria Bernardini De Pace e Giampiero Mughini. L’avvocata ha spiegato che quella della Palombelli è «solo una delle spiegazioni possibili del femminicidio; si è ben guardata dal legittimarlo. Anzi. Gli ignoranti mossi da odio sinistro dovrebbero leggere il codice penale e soffermarsi a capire il concetto di provocazione. Nei tribunali se ne parla». «La parità è proprio nel concetto espresso dalla Palombelli che dimostra conoscenze giuridiche (a differenza di chi la critica bovinamente) giacché richiama il principio giuridico della provocazione, che non legittima il femminicidio, ma ne dà una possibile spiegazione». Per Mughini, che è intervenuto su Dagospia, Palombelli ha avuto molto «coraggio»: « Detto questo io penso che ciascuna storia per quanto atroce, e dunque i suoi protagonisti, vadano ogni volta studiati come un caso a sé ».

che : stia usando , il mezzo televisivo , visto che non è la prima volta come furbizia da giornalista in calo di interesse.... 😏 ed ha fatto la boutade per smuovere l'audience.... ., che È pagata dal padrone del vapore, non può mettersi contro di lui, i soldi servono. Cosa voleva dire davvero Barbara Palombelli ? Davvero pensa che un comportamento esasperante possa causare un omicidio o ha usato una sintesi troppo estrema per spiegare ,  agli analfabeti funzionali e  non  , un concetto più complesso? Qualsiasi fosse il suo intento è riuscita solo a provocare sdegno e indignazione dai tantissimi che si sono sentiti offesi dalle sue parole econe uno a caso :


Ora la conduttrice replica all’ondata di polemiche scoppiate in seguito alla diffusione sui social del video della puntata del programma di ieri 16 settembre, in cui fa questa inammissibile presentazione. Ma non chiede scusa: “La violenza familiare, il crescendo di aggressività che prende il posto dell’amore, l’incomprensione che acceca e rende assassini richiedono indagini accurate e ci pongono di fronte a tanti interrogativi – scrive in un post sul profilo Facebook Barbara Palombelli Rutelli – Quando un uomo o una donna (ieri a Forum era la protagonista donna ad esercitare violenza sul coniuge) non controllano la rabbia dobbiamo interrogarci. Stabilire ruoli ed emettere condanne senza conoscere i fatti si può fare nei comizi o sulle pagine dei social, non in tribunale. E anche in un’aula televisiva si ha il dovere di guardare la realtà da tutte le angolazioni”.
Una toppa addirittura peggiore del già gigantesco buco. E le reazioni alla puntata di Forum sono state durissime. “Quando i mezzi di comunicazione sostengono che un femminicidio possa essere l’effetto del comportamento delle vittima, siamo nel pieno del victim blaming, che è proprio una delle cause dei femminicidi e della mancanza di sanzioni e leggi adeguate”: le parole su Twitter Amnesty International Italia, usando l’hashtag Palombelli che è primo tra gli argomenti più discussi. Anche Lia Quartapalle del Pd adopera toni duri: “Come si fa a dire che se una donna viene assassinata dal partner forse è anche a causa sua? La frase di Palombelli è uno sfregio alle donne che cercano la forza di denunciare è una offesa a chi si impegna ogni giorno contro la violenza di genere. Palombelli si scusi”. Antonella Veltri, presidente di D.i.Re, la rete nazionale dei centri antiviolenza, commenta: “Chiediamo le pubbliche scuse, che non bastano certo, di chi ha messo sullo stesso piano le donne morte per mano maschile e il presunto atteggiamento ‘esasperante e aggressivo’ di chi oggi non c’è più. Mentre si discute di inserire la violenza di genere tra le nuove aree di criminalità elencate nel trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, ci troviamo a contrastare con forza in Italia un pensiero che offende e lede la dignità di tutte le donne”. E conclude: “Non è accettabile che passi in silenzio il messaggio che a provocare la morte delle donne per mano maschile sia ‘altro’. Niente e nulla può giustificare la violenza alle donne. Di questo bisogna che tutte e tutti siano consapevoli”. E il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti del Lazio “condanna le gravi parole di Barbara Palombelli sulla recrudescenza dei casi di femminicidio che costituiscono un’offesa non solo alla dignità di tutte le donne che subiscono violenza, ma trasgrediscono lo spirito delle regole deontologiche che ogni iscritto all’Albo dei giornalisti è tenuto a rispettare”.

  Forse  stando zitta    avrebbe  fatto più bella  figura   e  le  polemichè    sarebbero cessate   , invece  andranno ad  alimentarsi ancora  di iù  e continueranno chissà  fino a  quando  . forse  unnpaio  di  giorni  visto   che  altro ad  aver  ricevuto    un esposto all'ordine dei giornmalisti   e   iterventi critici delle donne  ministro https://www.open.online/2021/09/17/barbara-palombelli-femminicidio/
sta  circolando  su twitter    il tag 

Palombelli fuori dalla televisione!#palombellichiediciscusa


con questo è tutto   almeno  fin quando   non replicherà e dirà  : sono stata frainteda , le mie parole decontestualizzate.  ...bla...bla ...o  qualcun  altro a lei  vicino

Coronavirus, storia di Mimmo peruffo di Aquila corde armoniche : "Le mie corde di chitarra ora servono a respiratori di tutta Italia"

leggevo oggi la nuova sardegna , e cme sempre arriva in ritardo , la storia di Mimmo Peruffo . Un nome che avevo già sentito da qualche parte per una storia particlare , avvenuta durante la prima fase diella pandemia . Poi la rete ed gli articoli,compreso il vieo ,   fortunatamente  gratuiti  ,  sotto riportati trovati in rete hanno  il mio ricordo .
 Mimmo Peruffo Maestro cordaio e proprietario della ditta Aquila corde armoniche , durante la quarantena imposta dal Coronavirus ha messo in pratica il motto latino appreso da giovane quando faceva parte degli Scout: estote parati ! E ha temporaneamente riconvertito la produzione della sua azienda per dare un contributo a chi ne aveva bisogno.Ed ha finito per essere l’unico in Italia a produrre il filo che serve alle stampanti 3D per realizzare le valvole che servono alle mascherine da sub, riconvertite in respiratori. 
 Ecco  la  sua  vicenda  racontata    . ecetto il video  ,   sia  da  questo articolo  di  https://www.adnkronos.com/

Venticinque chili di filo per i respiratori a Monza, settantacinque a Bergamo, quarantadue a Roma. In pochi giorni, senza capire ancora bene la portata di quello che sta accadendo, ma con una pazzesca, potentissima energia che gli sgorga dal cuore nel poter aiutare il suo paese. Questa è la storia di Mimmo Peruffo, produttore di corde di chitarra a Caldogno, il paese di Roberto Baggio, ritrovatosi da un giorno all’altro ad essere l’unico in Italia a produrre il filo che serve alle stampanti 3D per realizzare le valvole che servono alle mascherine da sub, riconvertite in respiratori.




Venticinque chili di filo per i respiratori a Monza, settantacinque a Bergamo, quarantadue a Roma. In pochi giorni, senza capire ancora bene la portata di quello che sta accadendo, ma con una pazzesca, potentissima energia che gli sgorga dal cuore nel poter aiutare il suo paese. Questa è la storia di Mimmo Peruffo, produttore di corde di chitarra a Caldogno, il paese di Roberto Baggio, ritrovatosi da un giorno all’altro ad essere l’unico in Italia a produrre il filo che serve alle stampanti 3D per realizzare le valvole che servono alle mascherine da sub, riconvertite in respiratori.
Una storia incredibile che Mimmo racconta in esclusiva all’Adnkronos, dove gli elementi principali sono una piccola fabbrica di produzione di corde per strumenti musicali (“Mi sono ritrovato a fare l’imprenditore grazie alla passione per la musica, poi ho cominciato a produrre un milione di corde che fino a due mesi fa mandavo in Cina alle fabbriche che fanno ukulele, la chitarrina hawaiiana”, ci racconta), un figlio che ama lavorare quanto lui e un’enorme generosità di cui l’Italia ora ha davvero bisogno.
“Molto prima della pandemia -racconta Peruffo- avevo fatto questa piccola ‘follia’ di prendere un impiantino ad estrusione, lungo una quindicina di metri, che serve per produrre il filo. E’ una piccola macchina che però, ho scoperto poi, non ha quasi nessuno”. Poi scoppia l’emergenza, e lui legge un articolo dove si dice che “avevano trovato il sistema per modificare le mascherine da sub in respiratori, e che usavano una stampante in 3D per fare una componente essenziale che è una valvolina, per la quale serve il filo che produco”, ricorda.

La sua fabbrica è chiusa, e lui con le mani in mano non ci sa proprio stare. Così, contatta un ospedale di Brescia, per chiedere se hanno bisogno di aiuto. "Volevo dargli il mio filo, ma a loro non serviva perché usavano un altro sistema", racconta. Poi, l’occasione arriva. “Ho letto che c’era un’azienda di Napoli che produceva queste valvole, li ho contattati, e loro mi hanno ringraziato in tutti i modi. Poi mio nipote, che ha una piccola azienda che usa la stampante 3D, aveva sentito che servivano questi fili, e mi ha rivelato che c’era una chat di coordinamento per tutta Italia chiedendomi se potevo produrlo”.
Mimmo non ci pensa due volte. Si sveglia alle 5 del mattino, rimette in moto tutti i macchinari, chiama il figlio. "Vieni a lavorare, che abbiamo da farci un mazzo così”. Il nipote incalza. "Zio, servono 100 chili, e io mi sono messo subito al lavoro. Poi mi arriva la sorpresa: stamattina mi arriva una lista, richieste da ospedali di Roma, 42 chili, Bergamo, 75 chili, Monza 25 chili… non potevo crederci -rivela Mimmo- Il coordinatore della chat che mi dice ‘non troviamo più il filo in Italia, dobbiamo ordinarlo in Cina e non ce lo mandano più. In questo momento, sei l’unico in tutta la nazione che lo produce”.
Gli chiedono quanto devono pagarlo, ma inutile dirlo, la domanda cade nel vuoto. "Sto facendo solo il mio dovere. Stare seduto sulla sedia a vedere gli altri lavorare, non è da me: sono un tipo d’azione. Essere impotente e non rendermi utile, non mi faceva sentire bene, ora ho l’opportunità per fare qualcosa per la mia nazione -dice Mimmo- Stiamo cinque giorni in questo pianeta, se posso fare qualcosa è una vita spesa bene. La cosa più bella? Vedere mio figlio che lavora con me. Voglio vedere l’impianto scoppiare, andare a mille. Piccolo, ma così utile al mio paese”. 
  
E  da   l'unione  sarda


Quella  di Mimmo  Peruffo  è una storia incredibile fatta di studio, ricerca e un pizzico di alchimie che lega in qualche modo un antico liuto rinascimentale a un ukulele hawaiano, la tradizionale chitarrina a 4 corde, che ha segnato il successo di "Somewhere over the raimbow". Anni di lavoro e letture nei musei italiani ed esteri per scoprire il mistero delle corde basse del liuto. Mimmo Peruffo, oggi, è un artigiano che ogni santo giorno degli ultimi vent'anni risponde a migliaia di richieste da mezzo pianeta. Gli chiedono corde. Corde da musica. Ma anche consulenze, partecipazioni a seminari sugli antichi budelli utilizzati per i bassi dei liuti, o sulla sua scoperta innovativa sui nuovi materiali per quei filamenti sonori. Peruffo ha 61 anni, ha lasciato Arborea molti decenni fa, da quando più o meno ha smesso di indossare i pantaloni corti. Ha invece mantenuto la stessa insofferenza per chi offende il suo orgoglio di sardo nonostante i genitori veneti. È titolare in provincia di Vicenza di "Aquila corde armoniche", azienda leader nel mondo nella realizzazione appunto di corde per strumenti ad archi, moderni e antichi.E soprattutto corde per ukulele, la chitarrina hawaiana. All'origine c'è una missione. Uno di quei fatti che la vita ti butta davanti e a cui non sai dare un perché. A lui viene chiesto di portare a termine la ricerca avviata da un liutaio di Firenze, Riccardo Brané, sull'enigma dei bassi in budello del liuto. «Inizialmente non sapevo proprio nulla di corde. Le compravo».». Il diciassettenne di origine sarda aveva iniziato a suonare la chitarra, grazie al nonno Dario, che nel 1932 arrivò a Mussolinia  Il vecchio nome di Arborea  ) .«Era la seconda ondata di emigrazioni dopo quella del '28, in massima parte costituita credo da vicentini, del Polesine e veronesi. Mio nonno era commerciante, poi falegname e appassionato da sempre di musica. Ad Arborea aveva costituito una scuola amatoriale di musica e la banda musicale». Alla fine degli anni '60 la famiglia di Gianni e Agnese Peruffo, genitori di Mimmo, torna nel Veneto. «Non avevo interesse per la musica, divenni perito chimico a Padova e mi affascinava l'elettronica, mio padre era un bravo riparatore di radio e televisori».Da adolescente seguì un concerto di chitarra classica e fu amore a prima vista. «Decisi di imparare a suonarla». Il nonno gliela costruì. «Ma il mio maestro mi disse che quella non andava bene perché non seguiva i criteri spagnoli». Comprarne una con appena 10 mila lire fu un'edificante umiliazione. «Il rivenditore mi derise un poco e io gli risposi: qui non ci torno più e la chitarra, a costo di farmela con i denti, me la costruisco da me». Fu provvidenziale.Ma a segnare la fortuna di Peruffo fu il mistero delle corde gravi del liuto. Dopo una decina di anni di ricerche, interpretazioni di testi in musei di mezza Italia ed esteri ecco la svolta. «Lavoravo in un laboratorio di analisi delle acque e durante le pause cercavo di capire perché le corde di budello per i bassi dovevano essere rivestite d'argento o comunque appesantite per poter farle suonare». La soluzione era nel loro peso specifico. «Quando trovai la quadra, andai davanti alla tomba di Branè, il liutaio di cui avevo mio malgrado ereditato le ricerche e osservandola fissa dissi: Riccardo, sardo sono e ho la testa dura ma sappi che ho sudato dieci lunghi anni e ora ci siamo. Ecco il liuto con le corde come tu lo desideravi» . Può succedere però che anche una visita in una piccola fabbrica di fili per scope possa cambiarti la vita. «In quel capannone presi un scarto di filamento di poliestere destinato alla famosa scopa e lo misi tra i denti. Lo pizzicai e mi accorsi che aveva un suono meraviglioso. Era quello che cercavo. Suonava come il budello. E non serviva più la polvere di rame per appesantire il budello di pecora. Esisteva quel poliestere sconosciuto ai fabbricanti mondiali di corde ma utilizzato per le scope». Da quel momento il telefono di Mimmo Peruffo non ha smesso più di suonare. Nel 1997 viene brevettato il Nylgut una sorta di budello sintetico (nylon-budello) con lo stesso peso specifico del budello naturale «ma molto più resistente, ha una perfetta performance sonora ed è economico: la versione migliorata del famoso filo da scopa». Il resto è cronaca.Aquila corde armoniche è l'azienda di Peruffo nata circa vent'anni fa. Con lui lavorano poco meno di trenta dipendenti, per sfornare oltre 2 milioni di corde al mese in Cina per l'ukulele. «Corde bianche per distinguerle da quelle hawaiane che sono nere. Bianche - dice - come la spiaggia di Is Arutas. Mi scrissero persino dalle Hawaii pregandomi di farle nere come da loro tradizione perché le loro spiagge sono scure per la sabbia del vulcano ma io risposi che sono anche io nato in un'isola come loro ma che la spiaggia che ho in mente ha la sabbia bianca e che per nessuna ragione al mondo avrei cambiato il colore bianco delle corde». Le richieste arrivano oggi da tutto il mondo: Londra, Vienna, Norimberga, Innsbruck, Tokyo Sidney ...E poi Los Angeles, consulenze in almeno 10 musei musicali europei. «Il nostro magazzino è di circa 7000 ukulele (oltre alle corde vendiamo anche gli strumenti), sia delle nostre brand (Mahimahi, Mahilele, Shortbassone) che di altro assortimento proveniente da Usa e Hawaii. Molti li destiniamo però per scopi umanitari no profit in certe aree del mondo soggette a guerre, povertà e altro ancora. Eccolo il viaggio partito da un ragazzino di Arborea capace di immaginare. Pronto a sentire il motore di un Tir da un trabiccolo in legno con quattro ruotine sbilenche, davanti ai suoi amici. 

in tempo di crisi e di fame busa e non si vuole emigrare meglio addattarsi a tutti i tipi di lavoro anche queli per cui non abbiamo studiato la storia di La scommessa di Paolo Ladu, noto “Cipolla”: lava vewtri da 40 anni

  dala nuova  sardegna   9\1\2025  di Valeria Gianoglio Nuoro La bottega di Paolo Ladu, noto “Cipolla  "è un furgone vissuto, un ampio...