3.8.24

Kimia Yousofi Jas L’atleta afghana che ha protestato contro i talebani alle Olimpiadi nella gara dei 100 metri ., Jas e Sara, la medaglia del secolo.e applausi a scena aperta per Lorenzo Musetti ., Spintoni, botte e insulti in campo e negli spogliatoi: rissa in Francia-Argentina., Olimpiadi, l’inglese Azu viene squalificato e perde il controllo con i giudici , dubbi sula 20 km di marcia: squalifica di massa e medaglia per Stano? ., Un atleta è diventato virale recensendo il cibo del villaggio olimpico su TikTok: ecco “The Muffin Man”

L’atleta afghana che ha protestato contro i talebani alle Olimpiadi
Dopo aver partecipato ai 100 metri nei "round preliminari", Kimia Yousofi ha mostrato un foglio con scritto: «Istruzione, sport, i nostri diritti»
Se davvero vogliamo parlare di dignità, forza, coraggio infinito, provate con Kimia Yousofi, 28 anni, una delle rarissime atlete afghane alle Olimpiadi, rifugiata politica in Australia da quando i Talebani

hanno preso il potere.È arrivata ultima ai preliminari dei 100 metri. Quando ha finito la sua gara, ha tirato fuori questo foglio con su scritto «Istruzione, sport, i nostri diritti».Un messaggio potentissimo, mostrato al mondo intero, contro i talebani che opprimono e discriminano le donne.
Poi Yousofi ha aggiunto:
“Ho un messaggio per le ragazze afghane. Non mollate. Non lasciate che siano altri a decidere per
voi. Cercate le vostre opportunità, e poi usatele”.
Ecco, se cercate dei modelli, di qualcosa per cui val la pena combattere, provate con Kimia Yousofi. Donna e atleta immensa

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Premetto che nonostante abbia giocato fin da bambino ad imitare i grandi temmisti ero una frana come pippo e come fantozzi o le partite di snopy dei penauts da non riuscire per problemi visivi a sapere quando è fuori e quando non . ma  le  imprese  del duo     Jasmine Paolini e Sara Errani   
e     quella  di  Lorenzo Mussetti che Comunque andrà a finire nella finalina ( la finale per il terzo e quarto posto ) , questa settimana Lorenzo - e gli ultimi quattro mesi - Lorenzo li ha giocati dal fenomeno che è sempre stato. E dalla Sconfitta in semifinale esce a testa altissima .
 Ci ha regalato un’altra settimana straordinaria e forse alla fine ha pagato anche la stanchezza, oltre ai meriti innegabili di Djokovic, in finale con merito. E che solo adesso sta mostrando con continuità da primi 5 al mondo. Lo stesso entusiasmo  per   la  finalissima   del  duo   Jasmine Paolini e Sara Errani   che    sarà una  medaglia storica   .  Vorrei proprio vedere dove sono finiti quelli che l'altro giorno hanno insultato la Paolini dicendo che era un bluff perché era stata sconfitta. Di sicuro adesso sono subito risaliti sul suo carro


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I quarti di finale Francia-Argentina di calcio non promettevano una grande dimostrazione di spirito olimpico, e infatti. Venerdì sera allo stadio di Bordeaux (peraltro gloriosa squadra che fu di Zidane e che è precipitata tra i dilettanti), alla fine della partita vinta dalla Francia per 1 a 0, è scoppiata una rissa tra giocatori, riserve, preparatori,tutti a spingersi e insultarsi davanti a un pubblico a sua volta molto teso, dopo 100 minuti (ben 10 minuti di recupero) di gioco nervoso.L’avventura dell’Argentina alle Olimpiadi è complicata perché, dopo i mondiali in Qatar, è nata una rivalità con la Francia che sta superando quelle tradizionali con il Brasile e l’Inghilterra per i sudamericani, o con la Germania e l’Italia per i francesi.
 Dopo la finale del 3-3, vinta poi ai rigori, il portiere Emiliano Martinez si esibì in gestaccie i tifosi argentini intonarono un coro razzista verso i giocatori francesi sconfitti.  Quel canto razzista contro i neri,che parla di francesi di passaporto ma africani di fatto, è stato ripreso dagli stessi giocatori argentini

durante i festeggiamenti di spogliatoio dopo la conquista della Copa America all’inizio di luglio, e Enzo Fernandez ha fatto l’errore di trasmetterlo in live dal telefonino. Ne è nato un caso internazionale, tra ambasciatori richiamati e le scuse presentate dalla sorella del presidente argentino Javier Milei. Ai Giochi di Parigi gli atleti argentini nelle gare individuali sono di solito risparmiati, ma negli sport di squadra le formazioni argentine sono state regolarmente fischiate, prima, durante e dopo le partite, anche durante l’inno nazionale, a partire dal primo match di calcio con il Marocco, a Saint Etienne, fino agli incontri di rugby a 7. Qualche giorno fa Enzo Fernandez, all’origine dello scandalo, ha chiesto solennemente scusa ai compagni di squadra francesi del Chelsea, ma a quanto pare non è bastato.Venerdì sera a Bordeaux, cinque minuti dopo l’inizio l’attaccante francese del Crystal Palace, Jean-Philippe Mateta, ha segnato di testa su un corner, e da quel momento è cominciata la forsennata rincorsa del pareggio da parte dell’Argentina, con il suo tipico calcio: tecnica, enorme agonismo, provocazioni. La Francia ha difeso il vantaggio, ha raddoppiato sul finire del match ma il gol è stato annullato dopo minuti di esitazioni davanti alla Var, e l’arbitro uzbeko Ilgiz Tantashev, apparso poco padrone della gara, ha concesso 10 minuti di recupero diventati poi quasi 12. Assalto degli argentini, traversa in contropiede dei francesi, poi Tantashev fischia finalmente la fine. Gioia dei Bleus, che non si privano della soddisfazione di andare a sfottere la panchina argentina dopo tutta una partita di provocazioni.Il centrocampista francese Enzo Millot si prende un cartellino rosso — «arbitro troppo severo, avrebbe dovuto capire la situazione»  — e scatena la rabbia del coach Thierry Henry: «Un rosso inutile, Millot avrebbe dovuto stare più attento, adesso non potrà giocare la semifinale contro l’Egitto»Ma intanto la rissa diventa più grande, i giocatori si spintonano a centrocampo, poi la lite continua nel tunnel verso gli spogliatoi. Dopo qualche minuto i giocatori francesi tornano sul terreno di gioco per prendersi gli applausi del pubblico, ma anche per andare davanti alla curva a infastidire un po’ i tifosi argentini, che rispondono facendo con le dita il gesto del tre (come i tre mondiali vinti, la Francia solo due).«Gli argentini hanno voluto rovinare la festa, ma così è ancora più bella», dice Mateta, autore del gol della vittoria. «Una vergogna che i francesi siano andati a festeggiare davanti ai nostri fan: questo Balde, Bade, non so neanche come si chiama (il difensore centrale francese Loïc Badé, ndr), ma venga qui se proprio vuole fare festa», ha risposto invece Nicolas Otamendi, nuovo maestro di eleganza.


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Olimpiadi, l’inglese Azu viene squalificato e perde il controllo con i giudici


Momenti di forte tensione e frustrazione, quelli che hanno accompagnato la prima batteria dei 100m dominio assoluto. Una gara dominata da Thompson, tra i grandi favoriti per una medaglia, che ha concluso la frazione in 10 netti tagliando il traguardo in scioltezza. Ma la gara è stata segnata dalla vera e propria crisi di nervi del britannico Azu, che è stato squalificato a seguito di una falsa partenza.L’atleta inglese, anche lui considerato un potenziale candidato per il podio finale, non ha accettato il verdetto e si è allontanto dalla pista per avvicinarsi ai giudici. Ha chiesto di poter rivedere tutto al monitor, poi ha addirittura minacciato di chiamare le forze dell’ordine, ovviamente in preda a una crisi di nervi, in caso di conferma della squalifica.Alla fine ad Azu è stata data la possibilità di correre, in attesa del verdetto definitivo. Che è arrivato di lì a poco confermando la squalifica: delusione enorme per l’atleta inglese, che ha ceduto al nervosismo in diretta.

 altrettanto  dubbia  è  


Olimpiadi, scandalo 20 km di marcia: squalifica di massa e medaglia per Stano? Che cosa dice il regolamento
Il quarto posto di Stano nella prova andata in scena nella sesta giornata di Giochi potrebbe essere trasformato in una medaglia grazie a dei video su Internet? Scopriamo che cosa dice il regolamento






Ombre sulla 20 km di marcia alle Olimpiadi di Parigi. La gara che nel sesto giorno di Giochi ha visto l’azzurro Massimo Stano chiudere al quarto posto e che ha incoronato l’ecuadoregno Brian Pintado è, in queste ore, oggetto di discussione sul web tra gli appassionati. Il motivo è da ricercare in due video che stanno facendo gridare allo scandalo per alcune azioni da squalifica non ravvisate nel corso della prova. L’azzurro può sperare in una medaglia? Scopriamo che cosa dice a riguardo il regolamento ufficiale della disciplinaUna storta alla caviglia condiziona la 20 km di marcia di Massimo Stano, costretto, dopo Tokyo, ad accomodarsi ancora ai piedi del podio, quarto anche sotto la Tour Eiffel. Finale amaro per 
l’azzurro, ma attenzione ad associare la parola “fine” alla prova andata in scena nella mattinata del primo agosto. Sì, perché, anche se ufficialmente conclusa, sul web il dibattito è ancora apertissimo. A scatenare la discussione che mette in dubbio la validità della competizione sono due video che stanno facendo letteralmente gridare allo scandalo.
I due filmati dello scandalo
I due filmati in questione, come riportato anche da Fanpage.it, avrebbero scatenato le proteste social per via della violazione di una delle norme alla base della marcia: la Regola Tecnica 54, vale a dire quella che obbliga gli atleti a mantenere costante il contatto con il terreno durante l’intera prova. Analizzando i video al rallentatore, moltissimi dei partecipanti avrebbero disatteso questa norma, rischiando dunque la squalifica per essersi trovati nella cosiddetta “fase di volo”.
La Regola 54 chiude il caso
Pur rivelando un fondo di verità, l’indignazione degli appassionati difficilmente porterà a squalifiche né, tantomeno, a una ripetizione della gara o a una medaglia per Stano. E questo, per un motivo molto semplice: il punto 2 della Regola 54. Stando a questo, infatti, una “fase di volo” deve essere “visibile a
occhio umano” e in tempo reale dai giudici posti lungo il percorso per valutare appunto eventuali irregolarità da squalifica.Il marciatore, che aveva rischiato di saltare le Olimpiadi per una frattura al piede, conquista i tifosi azzurri nonostante il quarto posto nella 20 km
Proteste destinate a restare confinate sul web
Chiaro, dunque, come i video, che siano uno, due o cento, non possono avere alcun valore o essere utilizzati per cambiare il risultato di una marcia validata in real time dal lavoro dei giudici di marcia, chiamati a “esprimere il proprio giudizio con serenità, in forma individuale e in completa autonomia” e, soprattutto, “basandosi esclusivamente sull’osservazione fatta con l’occhio umano“. Chiaro, dunque, come la questione sia destinata a rimanere confinata sui social, con buona pace di chi grida allo scandalo, l’ennesimo di un’Olimpiade chiacchieratissima fin dalla cerimonia di apertura.

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  da  dissappore.it 


Un atleta è diventato virale recensendo il cibo del villaggio olimpico su TikTok: ecco “The Muffin Man”
Henrik Christiansen, nuotatore norvegese 27enne, è "The Muffin Man": il critico gastronomico non ufficiale (non ancora, perlomeno) del villaggio olimpico.





Henrik Christiansen: ventisette anni, norvegese, nuotatore, attualmente inserito nella seconda batteria per i 1500 metri in stile libero, più di recente salito agli onori della cronaca internettiana con il soprannome di “The Muffin Man“. Il suo superpotere? Una vera e propria ossessione per i muffin serviti al villaggio olimpico, e abbastanza personalità da avere conquistato la vetrina di TikTok.
Muffin, già, specialmente al cioccolato. D’altro canto la lista dei cibi vietati al cosiddetto ristorante più grande al mondo è già piuttosto lunga – avocado, foie gras (ma – badate bene – solo per i comuni mortali, che le anatre sono ben contente di farsi ingozzare se è per i Vip), patatine fritte e persino i nugget di pollo -, ma evidentemente nessuno ha pensato di mettere un limite ai dessert.osi (e morbidi) di una medaglia d’oro, pare i muffin al cioccolato del villaggio olimpico siano una vera e propria delizia. Il nostro protagonista, dicevamo, se ne è completamente innamorato: quella che era cominciata come una innocua avventura social si è trasformata in una serie virale.
“Una recensione di alcuni dei pasti che ho mangiato fino a ora al villaggio olimpico”, si legge nel primo video caricato da Christiansen su TikTok, dove gli ormai famigerati muffin fanno la loro prima apparizione. Il voto del nostro protagonista non lascia spazio al dubbio: “Undici punti su dieci, è una cosa folle”. La trovata, dicevamo, è stata un successo; e nei commenti centinaia di utenti hanno chiesto l’atleta di continuare la serie.
Christiansen è stato ben felice di tornare a vestire i panni del critico gastronomico: nei video successivi lo vediamo offrire un muffin ad altri atleti, autoproclamarsi “The Muffin Man”, e addirittura essere sorpreso da un compagno di stanza mentre nasconde alcuni dolciumi nel suo comodino.
Le avventure gastronomiche del nuotatore hanno portato diversi utenti a schierarsi sotto la bandiera della Norvegia: “Io sto tifando per tutti gli atleti norvegesi proprio a causa del Muffin Man” ha scritto un utente su TikTok. Secondo altri si tratta della “cosa più inaspettata e allo stesso tempo divertente arrivata dalle Olimpiadi quest’anno”. Altri ancora, infine, hanno una visione più romantica: “È la migliore love story olimpica di sempre”.

2.8.24

un altro caso alla Imane Khelif quello del taiwanese Lin Yu-ting, .,Un altra proposta di matrimonio a queste olimpiadi .Con la differenza che questa è avvenuta subito dopo la premiazione e non il giorno dopo

Olimpiadi, vince anche Lin Yu-ting (già squalificata perché troppo mascolina)




Imane Khelif ma non solo. La boxe alle Olimpiadi di Parigi 2024 vanta un altro caso destinato a fare discutere: parliamo della taiwanese Lin Yu-ting, squalificata dai Mondiali tenutisi l'anno scorso dall'Iba per il fallimento dei test di idoneità di genere ma regolarmente presente ai Giochi a competere con le donne. Ebbene, l'atleta 28enne - non è chiaro se transgender, intersex o altro - ha vinto il suo incontro di apertura al torneo di pugilato battendo Sitora Turdibekova 5-0 e qualificandosi ai quarti nella categoria 57 kg donne.


Chi è Lin Yu Ting
Lin ha 28 anni, non si definisce né transgender né intersex, e ha un curriculum decisamente più corposo rispetto a quello di Khelif: due titoli Mondiali e un record con 41 vittorie e 14 sconfitte. Ha iniziato la carriera nel 2013, con l'oro vinto ai Mondiali jr in Bulgaria. L'atleta asiatica partecipa alle Olimpiadi per la seconda volta: a Tokyo 2020, nei pesi piuma, è arrivata fino agli ottavi di finale prima di perdere contro la filippina Nesthy Petecio.Le autorità di Taiwan hanno preso posizione in difesa della pugile. «Tifiamo per Lin Yu Ting tutti insieme», ha scritto l'ex presidente Tsai Ing-wen sul suo profilo Facebook. Pan Men-an, segretario generale della presidenza, ha stigmatizzato «l'umiliazione, gli insulti e le offese» indirizzati all'atleta «solo a causa dell'aspetto fisico e di una controversa decisione adottata in passa

Lin Yu-ting è salita sul ring della North Paris Arena tra un coro di applausi del pubblico francese e ha avuto la meglio nel confronto con la rivale ai punti, con la quale c'è stata una cordiale stretta di mano prima dell'inizio della sfida. Dopo l'annuncio della vittoria, la taiwanese si è inchinata al pubblico prima di lasciare il ring e andare a salutare alcuni sostenitori. Dribblate, invece, le telecamere dei cronisti presenti nel palazzetto. Domenica nei quarti di finale affronterà la bulgara Kamenova Staneva.Nella mattinata di oggi il Cio è tornato a difendere le sue scelte con il portavoce Mark Adams, che ha stigmatizzato senza mezzi termini le critiche apparse in rete e sui giornali sul caso Khelif. "Questi pugili sono del tutto idonei, sono donne sui loro passaporti, sono donne che hanno gareggiato alle Olimpiadi di Tokyo e gareggiano da molti anni, penso che abbiamo tutti la responsabilità di moderare la situazione e non trasformarla in una caccia alle streghe", la posizione espressa da Adams. Linea totalmente diversa da quella dell'Iba, che in occasione dei mondiali del 2023 aveva accusato la taiwanese e la Khelif "di aver provato a ingannare i loro colleghi e di fingere di essere donne". Secondo quanto reso noto dal presidente della federazione, il russo Umar Kremlev, i test delle due pugili avevano mostrato che le atlete avevano "cromosomi XY", ossia quello degli uomini.

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Boxing Oly Paris 2024© Fornito da Adnkronos

Le Olimpiadi di Parigi 2024 segnano un capitolo rivoluzionario nella storia dei Giochi, essendo la prima edizione con una perfetta parità di genere, con il 50% delle medaglie assegnate alle donne. Tuttavia, questo storico passo in avanti è accompagnato da un acceso dibattito riguardante le atlete transgender e delle atlete con differenze di sviluppo sessuale (DSD) e i criteri di ammissibilità per la competizione femminile, in particolare alla luce delle recenti esclusioni e delle divergenze tra regolamenti internazionali e specifici sportivi.
il caso delle atlete Lin Yu-ting di Taiwan e Imane Khelif dell’Algeria, che hanno ottenuto il via libera per partecipare al torneo di pugilato femminile, nonostante le difficoltà incontrate nei Mondiali di boxe a causa di questioni legate al ‘gender test’. Lin, che aveva vinto il bronzo ai Mondiali del 2023, e Khelif, squalificata per alti livelli di testosterone, hanno già gareggiato alle Olimpiadi di Tokyo nel 2021.
Mark Adams, portavoce dell’International Olympic Committee (CIO), ha dichiarato che non commenterà casi individuali, limitandosi ad affermare che tutte le atlete iscritte rispettano i requisiti richiesti. Questo caso ha sollevato interrogativi sulle politiche vigenti e sui criteri di inclusione adottati dal Comitato Olimpico Internazionale.

Le linee guida del CIO

Il CIO ha introdotto nel novembre 2021 un nuovo quadro normativo “di equità, inclusione e non discriminazione basato sull’identità di genere e le variazioni del sesso”, per affrontare le sfide legate all’inclusione di atleti transgender, dopo una consultazione di due anni con atleti e parti interessate. Questo quadro guida i comitati olimpici e le federazioni sportive internazionali nella definizione delle loro regole relative ad atleti transgender e alle variazioni del sesso.Il Comitato Olimpico Internazionale non ha regole specifiche per gli atleti e le atlete transgender, ma raccomanda dieci principi di inclusione e non discriminazione, sottolineando l’importanza della giustizia e dell’equità nella competizione. Questi principi includono:

  1. Inclusione
  2. Prevenzione del danno
  3. Non discriminazione
  4. Equità
  5. Nessuna presunzione di vantaggio
  6. Approccio basato su evidenze
  7. Primato della salute e autonomia corporea
  8. Approccio incentrato sugli stakeholder
  9. Diritto alla privacy
  10. Revisioni periodiche

Il quadro consiglia un approccio multifattoriale ai criteri di ammissibilità, riconoscendo che le prestazioni sportive dipendono da molti fattori unici a ciascun sport. Il CIO non impone limiti rigidi sui livelli di testosterone, lasciando questa decisione alle singole federazioni sportive.

La questione del testosterone e il gender test

Il testosterone è al centro del dibattito sull’inclusione di atleti transgender nelle competizioni femminili, rappresentando una variabile cruciale per le valutazioni di equità. Questo ormone, prodotto principalmente nei testicoli negli individui di sesso maschile e in misura minore nelle ovaie e nelle ghiandole surrenali delle femmine, ha un impatto significativo sulle capacità fisiche, influenzando la massa muscolare, la forza e la resistenza. La questione si complica ulteriormente quando si considera che gli atleti transgender che hanno completato una transizione di genere possono ancora avere livelli di testosterone biologico superiori rispetto a quelli delle donne cisgender, suscitando preoccupazioni su un potenziale vantaggio competitivo.
Il “gender test“, una serie di valutazioni biologiche e ormonali, è stato concepito per determinare l’idoneità di una/un atleta a competere in una categoria specifica. Tuttavia, questo approccio è stato spesso criticato per la sua semplicità e per il rischio di stigmatizzare gli atleti, poiché non considera le complessità delle esperienze transgender e delle variazioni intersessuali.
In particolare, il CIO ha scelto di non stabilire regole rigide sui livelli di testosterone, lasciando alle federazioni sportive la responsabilità di definire i propri criteri di ammissibilità. Le regole per le atlete transgender variano notevolmente tra le diverse federazioni sportive. Alcune federazioni, come World Athletics e FINA, che governa il nuoto, hanno implementato limiti specifici sul testosterone per garantire che gli atleti non godano di un vantaggio, sproporzionato adottando linee guida che richiedono che le atlete transgender abbiano completato la transizione prima dei 12 anni per competere nelle categorie femminili.
Altre federazioni, come il ciclismo, hanno creato una categoria “aperta” per consentire agli atleti transgender di competere senza impatti sulle categorie femminili tradizionali. Alcuni sport, come il canottaggio e il rugby, richiedono che gli atleti abbiano livelli di testosterone inferiori a una certa soglia per un periodo prolungato prima di poter competere.
La World Athletics ha abbassato il limite di testosterone consentito per le atlete con differenze di sviluppo sessuale (DSD) a 2.5 nanomoli per litro, rispetto al precedente limite di 5 nmol/L ;questo cambiamento richiede che le atlete con DSD mantengano il loro livello di testosterone sotto il nuovo limite per due anni prima di poter competere nella categoria femminile di qualsiasi evento di pista e campo. Le atlete con differenze di sviluppo sessuale affrontano sfide uniche rispetto alle atlete transgender. Il termine DSD si riferisce a una serie di condizioni rare che coinvolgono geni, organi riproduttivi e ormoni, compresi i genitali, e che fanno sì che lo sviluppo sessuale di una persona sia diverso dalla maggior parte delle altre persone.
Il dibattito sull’equità
La questione del testosterone e del gender test è intrinsecamente complessa, richiedendo una considerazione approfondita di vari fattori biologici, sociali e culturali. L’equilibrio tra inclusione e giustizia competitiva continua a essere una sfida, mentre le organizzazioni sportive cercano di sviluppare linee guida che possano rispettare i diritti degli atleti senza compromettere l’integrità delle competizioni. Gli oppositori sostengono che le atlete transgender possano avere un vantaggio biologico a causa della pubertà maschile, nonostante i trattamenti ormonali. Tuttavia, studi scientifici non hanno raggiunto un consenso su come i livelli di testosterone influenzino le prestazioni atletiche in modo uniforme in tutti gli sport.
La situazione delle atlete transgender a Parigi 2024 è rappresentativa di un momento di transizione e riflessione per il mondo dello sport. Sebbene siano stati fatti progressi significativi verso una maggiore inclusione, la questione dell’equità competitiva rimane complessa e in evoluzione. Le scelte normative adottate ora e le loro conseguenze definiranno non solo l’attuale edizione dei Giochi Olimpici, ma anche il futuro delle politiche di inclusione nello sport globale. La discussione è destinata a evolversi ulteriormente, man mano che nuove evidenze scientifiche emergeranno e che la società continuerà a riflettere sulle questioni di identità di genere e inclusione nello sport

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Un altra proposta di matrimonio a queste olimpiadi .Con la differenza che questa è avvenuta subito dopo la premiazione e non il giorno dopo . 

https://www.fanpage.it/

Proposta di matrimonio alle Olimpiadi: si ritrova il compagno davanti dopo aver vinto l’oro e trasecolaUna straordinaria proposta di matrimonio è andata in diretta TV e sui maxi schermi del palazzetto alle Olimpiadi di Parigi. L’atleta cinese di badminton Liu Yuchen ha aspettato la propria fidanzata Huang Yaqiong che aveva appena conquistato l’oro nel doppio misto. Con ancora la medaglia al collo è stata portata in un settore del pubblico dove ha ricevuto l’anello, poi mostrato ai fotografi e alle Tv presenti tra il tripudio degli spettatori.




Una storia d'amore bellissima si è consumata nella giornata di venerdì 2 agosto alle Olimpiadi di Parigi quando la campionessa cinese di badminton, Huang Yaqiong ha vinto prima la medaglia d'oro nel doppio misto e poi è stata quasi portata di peso, dopo la cerimonia di premiazione, in un angolo a bordo tribuna, dove ad attenderla c'era Liu Yuchen, già medaglia d'argento nel misto a Tokyo 2020 ma soprattutto fidanzato di Huang. Che le ha fatto la classica proposta di matrimonio, in ginocchio con tanto di mazzo di fiori e anello.Una storia d'amore bellissima si è consumata nella giornata di venerdì 2 agosto alle Olimpiadi di Parigi quando la campionessa cinese di badminton, Huang Yaqiong ha vinto prima la medaglia d'oro nel doppio misto e poi è stata quasi portata di peso, dopo la cerimonia di premiazione, in un angolo a bordo tribuna, dove ad attenderla c'era Liu Yuchen, già medaglia d'argento nel misto a Tokyo

2020 ma soprattutto fidanzato di Huang. Che le ha fatto la classica proposta di matrimonio, in ginocchio con tanto di mazzo di fiori e anello. Il tutto ripreso in diretta sul maxischermo del palazzetto.L'emozione di Huang Yaqiong e la proposta di Liu Yuchen dopo l'oro nel badminton.
Una giornata sicuramente da incorniciare per l'atleta cinese Huang Yaqiong, bravissima a imporsi nel torneo olimpico di doppio maschile nel badminton con il compagno di squadra Zheng Siwei. Una finale che ha visto ancora una volta gli atleti cinesi autentici dominatori della disciplina, in cui si sono aggiudicati sia la medaglia d'oro sia l'argento. Premiazione, strette di mano, inno nazionale e classico selfie sul podio con la medaglia al collo. Poi la passerella vicino ai tifosi urlanti e felici di poter vedere la campionessa da vicino. Fino all'atto finale.




Huang Yaqiong, dopo essersi concessa a tifosi e fotografi è stata quasi presa di peso e le hanno sussurrato qualcosa all'orecchio. Delle parole mafiche che le hanno fatto subito brillare ancor più gli occhi, dirigendosi in un settore particolare delle tribune, deviando dall'iniziale tragitto, per imbattersi nel fidanzato Liu Yuchen che subito le ha consegnato un mazzo di fiori per poi presentarle la più classica delle proposte di matrimonio, davanti alla quale Huang si è letteralmente sciolta.La proposta di matrimonio in diretta sui maxi schermi del palazzetto: è un tripudio La scena è stata ripresa ovviamente dai centinaia di cellulari e subito postata sui vari social, soprattutto cinesi, ma nemmeno la regia internazionale si è fatta sfuggire la ghiotta occasione per raccontare uno splendido momento d'amore. Il compagno di nazionale e fidanzato ha sorpreso Huang, inginocchiandosi e pronunciandole le fatidiche parole: "Ti amerò per sempre! Vuoi sposarmi?". La risposta non si è fatta attendere: "Sì! Lo voglio!", tra l'ovazione del palazzetto che ha seguito l'intera scena anche attraverso il mega schermo posto poco sopra i due atleti fidanzati. Poi tutto si è concluso con Liu che ha poi messo l'anello di fidanzamento al dito di Huang. Alla fine, le classiche foto di rito a favore dei fotografi e infine, si sono rispecchiati nel monitor alle proprie spalle, scoccandosi l'ennesimo bacio di eterno amore.

Le imprese e quei sospetti di doping che inquinano il clima., L'Olimpo degli sconfitti Perché perdere non è più un dramma

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Il record del cinese Pan è abnorme (46"40 nei 100sl) e a bordovasca spiccano gesti di insofferenza, battutine. Il caso di doping della Cina, venuto alla luce ad aprile, ha avvelenato l'atmosfera. Gli atleti insorgono: non si sentono tutelati L' FBI indaga sul caso, il Parlamento tedesco chiede risposte alla Wada. Etcc La credibilità del sistema antidoping è ai minimi termini


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Questione di centimetri, di centesimi di secondo, di decisioni arbitrali dubbie. Negli ultimi giorni ai giochi olimpici abbiamo visto diversi giovani atleti italiani venire eliminati, mancare il podio o la medaglia più ambita per poco. Anzi, pochissimo.A fare più discutere è stata forse la vicenda di Filippo Macchi, che ha perso l’oro olimpico nel fioretto individuale per una sola stoccata dopo ben tre decisioni dubbie dell’arbitro. Ma si è parlato molto anche di Benedetta Pilato, arrivata quarta per un solo centesimo nei 100 metri rana – e che in più è stata oggetto di alcune più o meno velate critiche in diretta nazionale. Oggi Massimo Stano è arrivato quarto per appena un secondo dopo 20 chilometri di marcia. Ma ci sono stati anche i casi di Jasmine Paolini, eliminata al tie-break nel singolare femminile di tennis, dei judoka Odette Giuffrida e Manuel Lombardo, usciti dal giro delle medaglie per via di discutibili penalità inflitte dagli arbitri, e infine di Irma Testa, eliminata nel pugilato in un modo che ha prodotto molte polemiche.

Eppure, c’è un’altra cosa che accomuna tutti questi atleti: la grande sportività e serenità con cui hanno accettato il verdetto del campo. Notevole soprattutto la Pilato, che a caldo ha parlato del fatto che si trattasse comunque del “giorno più bello della sua vita”. Ma anche Macchi, che a meno di 24 ore dalla bruciante sconfitta ha scritto in un post sui social di “sentirsi un ragazzo fortunato” e che “le decisioni arbitrali vanno rispettate, sempre!”. Paolini, poi, uscita dal campo ha subito ammesso che l’avversaria “meritava di vincere” – e dopo poche ore è tornata in campo passando il turno del doppio. Infine Stano, che nonostante aver mancato il podio per un soffio si è presentato davanti ai microfoni con un grande sorriso.Tutto questo ci può forse dire qualcosa del modo con cui le nuove generazioni guardano allo sport – e quindi, in generale, all’impegno, alla competizione e al miglioramento di sé. Capirlo può essere prezioso anche per coinvolgerli maggiormente nelle organizzazioni e nella società, e cogliere così al meglio i cambiamenti che le nuove generazioni giocoforza porteranno – e stanno già portando – in varie dimensioni della società: dalla politica all’impresa; dalla cultura allo spettacolo.
Com’è cambiato lo sport nelle ultime decadi? La cosa più evidente, mi pare, è che è diventato una professione a tutti gli effetti. Se negli anni ’80 a potersi dedicare esclusivamente all’attività sportiva erano solo gli atleti delle discipline più popolari e nei Paesi più ricchi, oggi praticamente ogni olimpionico fa dello sport il proprio lavoro. Questo ha ovviamente molti aspetti positivi, ma alla lunga presenta anche qualche problema.
Fino a non troppo tempo fa le stesse Olimpiadi erano dedicate ai soli atleti non professionisti. L’ambizione, di cui era grande promotore il barone De Coubertin, era quella di rendere i Giochi una competizione di “battaglie pacifiche e cortesi, non contaminate dalla caccia al denaro” in cui, notoriamente, “l’importante non era vincere ma partecipare”. Soltanto a Seul 1988 furono ammessi ai Giochi anche atleti dichiaratamente professionisti.Che effetti ha un professionismo diffuso? Tra quelli positivi, una maggiore “democratizzazione” delle discipline: se si limita una competizione ai soli amatori, è chiaro che sarà molto avvantaggiato chi per censo non deve guadagnarsi da vivere ogni giorno e ha più tempo per allenarsi. Inoltre, le prestazioni migliorano, e con esse la loro spettacolarità, permettendo alle stesse manifestazioni di crescere e svilupparsi.Il pericolo che vedeva De Coubertin nel professionismo – cioè un’eccessiva competizione che portasse a imbrogli, scontri e a un generale abbruttimento di atleti e gare – si è forse manifestato negli anni tra i ’70 e ’90, in cui il doping spesso dilagò e dove pur di vincere le nazioni erano disposte a ricorrere quasi ad ogni sotterfugio. Tuttavia, oggi questo rischio pare perlopiù svanito in favore di un vero “spirito olimpico”. Semmai, quello che si vede oggi è l’effetto opposto.Il diffuso professionismo, l’ineluttabile sviluppo della tecnica e degli strumenti, stanno rendendo le competizioni sempre più eccellenti ma anche sempre più combattute. Se una volta in molte competizioni si poteva vedere chiaramente qualche atleta “una spanna sopra gli altri”, oggi le gare sono sempre più spesso tiratissime e decise sul filo di lana. Il che è un bene ma anche un male, visto che sempre più spesso le gare e i tornei vengono decisi da accidenti e incidenti; da dettagli o dal caso.Questo alla lunga porta i partecipanti a dover fare i conti col fatto di non poter contare solo sulle loro forze e sulla loro determinazione per vincere. Si tratta di un cambio di mentalità profondo rispetto all’idea di competizione e di eccellenza che ha coinvolto le generazioni precedenti. Dagli anni ’80 in poi, in particolare, a prevalere era la figura dello sportivo super-uomo, che grazie a un allenamento quasi ossessivo unito a un particolare talento riusciva a prevalere (si pensi, tra tutte, alla figura di Michael Jordan).Questo accadeva anche perché lo sport era visto da molti come una via di riscatto. Rappresentava un modo che avevano persone dai natali umili di diventare, grazie all’impegno e al talento, agiati borghesi se non addirittura ricchi. Quella dello sport come ascensore sociale è stata una narrazione molto forte, che a ben vedere però ha illuso più persone di quante abbia effettivamente elevato, dal momento che vivere di sport è stato e in buona parte ancora è un affare per pochissime persone.Oggi non solo sempre più spesso gli atleti non provengono da contesti umili o impoveriti, ma hanno anche perso almeno in parte quel senso profondo di amore patrio che tanto muoveva gli sportivi del passato. Se lo sport non ti “salva la vita” e non è più tanto un modo per alimentare il patriottismo e la competizione o rivalità tra nazioni, allora anche la sua pratica, per quanto importante, diventa meno capitale.Infine un’ultima differenza: se un tempo gli atleti che potevano godere di vera notorietà erano pochissimi, oggi invece la popolarità è molto più diffusa. Non che non ci siano più le “superstar” dello sport, ovviamente – anche se effettivamente sembrano avere parabole agonistiche sempre più brevi. Tuttavia, ogni atleta oggi può godere di un piccolo o grande drappello di fan, che saranno al suo fianco anche a prescindere dal singolo risultato sportivo. Perdere una competizione, anche se importante, non è più così doloroso come un tempo.Tutte queste dinamiche, a pensarci bene, possono in una certa misura essere individuate anche nel lavoro. Oggi ci sono molte più “professioni” che “impieghi”; il lavoro nel terziario si è moltiplicato, mentre è diminuito quello nelle fabbriche e nei campi. La cifra “tecnica” e specialistica di molti lavori è aumentata, e la competizione per accedervi è diventata più serrata. Così come lo sport ha perso di una certa sacralità e di opportunità, alla stessa maniera il lavoro non è più tanto ciò che mette il pane in tavola e non è nemmeno più così credibile come ascensore sociale. Infine, così come nello sport un tempo ci si accaniva per arrivare in vetta, oggi i giovani sembrano un po’ meno interessati a fare carriere fulminanti verso ruoli apicali.Questo nuovo modo di vedere lo sport, quindi, potrebbe essere anche un segnale del senso che le nuove generazioni danno al lavoro, all’impegno, e in generale al proprio percorso di vita. Un punto di vista forse meno determinato e “performante”, ma in fin dei conti anche più saggio ed equilibrato.

perchè non dobbiamo tacere sui femminicidi e andare oltre le maifestazioni smboliche

 



Le   polemiche sul discorso del padre  a Filipo Turreta  per  quali  si  è poi  scusato e la  risposta   di Elena  Cecchetin   mi hanno    fatto  cambiare  idea dopo la  fiuguraccia  con Stefi\ Stefania  Pastori  " 

Gloss " che mi cosrinse  a  modificare post  (  ma  non bastò  perchè Stefi Pastori s'offese  togliendomi il contatto  e chiedendomi  di  non cercarla  più )  e   per  una volta  smetto di delegare  totalmente     ad  altri\e il mio pesiero  sul  femminicidio    \ violenza  di genere  .

N.B
  spero che  mi perdonerete  per le eventuali   ovvietà   e  per  errori  \  refusi ma  sono mezzo dislessico causa    sordità  e  gravi prblemi alla vista 

  IL  femminicidio  \  violenza  di genere   sta diventando  se  non è   già    sempre  più  allarmante  , cioè  non è più  solo cronaca nera   ma   un fenomeno     al quale   orami riscoiamo d'abituarci ed  assueffarci    visto  che  ormai  siamo  oltre  la  soglia  (   già pesante   )   di una donna  ucciisa  , senza  contare  le  aggressioni   e   le  violeze   ,     ogni  72  ore  . Quindi mi chiedo  ma le  proteste   degli attivisti \e   contro la  violenza  di genere   \  femminicidi     sono davvero efficaci  opppure il solito fuoco  di paglia  ? Sul tali tematiche  si è  ritornati a parlare  oltre  che  l'ultimo ( ?  )  orripilante   delitto    e per  alcuni bliz    dimostrativi ,   che     giustamente  ne     sottolineano  l'urgenza     a livello sociale , come quello orgnizzato dal gruppo     bruciamo tutto , nato in ricordo della povera  Giulia    che ha  colorato di rosso  la  celebre  scalinata  di triità  dei monti a  Roma  .  Ora  queste  dimostrazioni   posso giocare  un ruolo importate nel  processo   di sensibilizzazione  dell'opinione  pubblica    (  soprttutto  giovanile   abbindolata   da programmi tv  introisi di   cultura  misogena  e   da  maschio alfa )   sul tali tematiche   . Ma  loro efficacia  , come fa  anche  notare    Marilisa  d'Amico *     ,   dipende  da  molteplici fattori   Se  da  una parte  tasli  azionoi attiranol'attenzione el pubblico  creando dibattiti   e portasdo tali argomenti al centro delle  scena  -E quindoi la  visibilità ottenuta   mette in luce  problematiche   spesso sottovalutate .  Però    d'altra parte  esse   possono   essere polarizzanti  e d essere  scambiati  \  percepiti come un eccezione  negativa  assimilandoli  al  vandalismo   conil rischio di distogliere   l'attenzione    dal messaggio   che  si vuole trasmettere   e portare  ad  una condanna  dell'azione  piuttosto   a  una riflessione     sul  problema  denunciato  . Quindi  oltre ai bliz  dimostrativi  che  possono  essere  ache mal interpretati  miglio  una  campgna  di sensibilizzazione   ed  educazione   fin dai primissimi anni  di scuola  . In maniera  da   da 'aumentare la  consapevolezza   contro la  violenza  di geere    e  lavorare con le  nuove geerazioni   per  diffondere   un modello relazionale   realmente ispirato alla parità   di genere  .  Ma   allo stesso tempo  fare  pressioni     e  proporre leggi d'iniziativa popolare   per   adeguare   il codici penali e  civili   e il  processi   contro tali crimini 

*Professore ordinario di Diritto costituzionale e Prorettore con Delega alla Legalità, Trasparenza e Parità di Diritti presso l’Università degli Studi di Milano  e  fondatrice       dell'osservatorio   violeza  sulle  donne   https://ovd.unimi.it/profilo/prof-ssa-marilisa-damico/

anche senza Jannik Sinner falsamente malato visto che neanche tre giorni dopo è andato ad un torneo in canada l'italia del tennis da il meglio di se ., La favola di Yee dal "Brotzu" all'oro olimpico., Quello con Imane Khelif non è stato l’unico ritiro in un incontro di boxe di Angela Carini che ha scatenato polemica: un vecchio video accende sospetti sull’italiana ., Stanco e la medaglia del destino. "Ci ho creduto, è la mia rivincita». Dal terremoto al secondo posto

 

Olimpiadi Parigi 2024, Errani e Paolini nella storia: sono in finale, medaglia nel tennis 100 anni dopo



Nonostante la falsa malattia ( secondo non ha voluto partecipare alle olimpiadi per solidarietà verso la sua ragazza Anna Kalinskayana tennista russa,  che  non ha  accettato  di parteciparvi  da  neutrale    ) l'italia del tennis va in finale con il duo Sara Errani e Jasmine Paolini! Un'altra medaglia assicurata per l'Italia alle Olimpiadi di Parigi 2024 e arriverà nel tennis, a 100 anni dall'ultima. Impresa per le azzurre che si sono sbarazzate della coppia Muchova-Noskova per 6-3, 6-2.



 In finale affronteranno la vincente . Grande prestazione di Sara Errani che volta pagina dopo la delusione del doppio misto con Vavassori e conferma per Paolini, quinta nel ranking, uscita a sorpresa in un tabellone femminile singolare che poteva portarla in finale
 Entrate in gara da favorite, le nostre rappresentanti hanno confermato i pronostici e, con un percorso netto, si sono guadagnate l'accesso alla finale: una medaglia è certa, si spera nell'oro.










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La favola di Yee dal  "Brotzu" all'oro olimpico.

 Nel 2017 rischiò la vita dopo una caduta in bici a Cagliari e rimase al Brotzu per un mese, assistito (anche) dal medico e triatleta Antonio Maxia: ieri l'inglese Alex Yee ha vinto l'oro ai Giochi di Parigi nel triathlon.La differenza tra le acque cristalline del Poetto e quelle della Senna è abissale. La differenza tra l'ordine d'arrivo delle gare olimpiche del triathlon, andate in scena ieri a Parigi dopo infinite polemiche, è impercettibile. A trionfare sono gli stessi atleti vittoriosi lo scorso 25 maggio a Cagliari: Cassandre Beaugrand e Alex Yee. La francese ha preceduto la sorprendente svizzera Julie Derrron e la britannica Beth Potter, già 3ª a Cagliari, anche stavolta davanti all'altra francese Emma Lombardi. L'inglese, già argento a Tokyo, ha rimontato con un incredibile finale, il neozelandese Hayden Wilde, che nei 10 km di corsa aveva allungato staccandolo anche di 15", prima di crollare e arrivare secondo come al Poetto. Bronzo al francese Leo Bergere. Seconda vita La gara delle World Triathlon Championship Series disputata in Sardegna è stata nominata spesso ieri su Eurosport, come prova di riferimento (di identica distanza e livello tecnico) di quella di ieri. E da Cagliari, oltre che per gli azzurri (bravo Pozzatti, 14°), il tifo è stato tutto per Alex Ye






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Dopo  le   polemiche   sull'appendice  social    del  blog  (  qui   la  discussione  su fb  )   alcune  civili    ed  educate  nella  diversità d'opinioni  che  portano  ad  un arricchimento  ,   altre    volgari     offensive   (soprattutto con  attacchi personali )   create    con il  mio  post     precedente   ,
 
 confermo  e  porto   a  conferma    , quanto scritto   a caldo ,  riportando     quest  articolo   dellì'unione  sarda   online   mi sembra    la  cui   notizia  non è  stta  almeno per ora    ne  smentiuta  dalla  diretta  interessata  ne  da  siti  anti  fake  news  . 

Quello con Imane Khelif non è stato l’unico ritiro in un incontro di boxe di Angela Carini che ha scatenato polemica: un vecchio video accende sospetti sull’italiana. Sui social network ancora divampa la discussione sull’atleta algerina che avrebbe troppo testosterone per essere considerata donna. Dopo un solo pugno, l’italiana Angela Carini ha deciso di lasciare il ring perché si era fatta male. Ma ora è tornato dal passato, ed è diventato virale, un video che mette sotto un’altra Carini. Si tratta di un incontro del 2022 che vedeva la boxeur italiana affrontare la turca Busenaz Surmeneli.

Durante i Mondiali di boxe del 2022, nei sedicesimi di finale della categoria fino a 66 kg, Angela Carini ha incontrato la fortissima turca Busenaz Surmeneli. A 15 secondi dal termine del primo round, l’italiana cade e si ritira per un infortunio alla caviglia. In quella occasione uscì dal quadrato in barella. Ma ora quel video sta facendo il giro dei social mettendo in dubbio la veridicità dell’infortunio.
Su Reddit si è aperta una discussione sulla strana caduta di Carini e sul fatto che sembra ripercorrere gli stessi eventi accaduti con Imane Khelif. Anche ai mondiali del 2022 la turca era molto più forte della Carini e viene quindi avanzato il sospetto che per tenere un buon ranking si preferisca il ritiro alla sconfitta.
Le Olimpiadi di Parigi 2024 sono state  e  lo  saranno  ancora   per  un bel  po'  teatro di una accesa controversia che ha infiammato il dibattito sullo sport e sull’identità di genere. Protagonista indiscussa è stata la pugile algerina Imane Khelif, la cui partecipazione ai giochi ha scatenato una tempesta di polemiche a livello internazionale. Al centro della disputa, la questione del testosterone. Khelif, pur essendo nata femmina, presenta livelli di testosterone superiori alla norma per le donne. Questa condizione, definita iperandrogenismo, ha sollevato dubbi sulla sua partecipazione alle competizioni femminili, in quanto potrebbe conferirle un vantaggio fisico rispetto alle avversarie.

 Che  altro aggiungere     a quanto  già detto della  viceda  ?    che  essa  ha messo in luce una questione estremamente complessa, che intreccia aspetti scientifici, etici e politici. Da un lato, ci sono coloro che sostengono il diritto di ogni atleta a gareggiare, indipendentemente dalle proprie caratteristiche fisiologiche, invocando il principio dell’uguaglianza e della non discriminazione. Dall’altro, vi sono coloro che temono che l’ammissione di atlete con livelli elevati di testosterone possa svantaggiare le altre concorrenti e minare l’integrità delle competizioni femminili. La polemica si è ulteriormente intensificata a causa di strumentalizzazioni politiche, con alcuni che hanno cercato di sfruttare la vicenda per promuovere ideologie e visioni del mondo spesso lontane dai valori olimpici.  E  quindi    ha  ragione  Clemente  Russo  vicecampione olimpico a Pechino 2008 e a Londra 2012 nella Boxe 


  da   virgilio.it  


Parigi 2024, Clemente Russo: Servirebbe categoria boxe transgender, so perchè ci hanno derubato ai Giochi ESCLUSIVA

Il vicecampione olimpico a Pechino 2008 e a Londra 2012 confida nell'impresa della Carini contro l'algerina Imane Khelif, al centro di varie polemiche 
“Bisogna creare una nuova categoria, dopo la boxe per uomini e quella per donne serve anche quella transgender”. La soluzione che non c’era la trova Clemente Russo.entra con tatto ma anche con le idee chiare sulla polemica legata alla partecipazione alle Olimpiadi dell’algerina Imane Khelif, esclusa dal Campionato del Mondo l’anno scorso a causa di un livello di testosterone troppo alto ed ammessa a partecipare a Parigi 2024 dal Cio. Non è accertato, almeno per quanto si capisce dai documenti depositati al Cio, che l’algerina abbia cambiato sesso, quindi non è corretto definirla transgender, ma ha differenze dello sviluppo sessuale ed affronterà oggi la 25enne napoletana Angela Carini. Tatanka, cioè il bisonte (in lingua Sioux), come veniva chiamato perché sul ring «spesso dimentica di essere un pugile, abbassa la testa, porta il naso all’ altezza del petto, la fronte bassa e giù a picchiare alla cieca» dice la sua in esclusiva a Virgilio sport.

Tatanka, che idea si è fatto di questa vicenda?
“Ci sono due fattori importanti da seguire, il primo è la fisiologia del corpo umano, l’uomo produce testosterone e quindi in questo caso non si combatte ad armi pari, il secondo fattore è quello etico. Se sui documenti risulta donna deve aver diritto a combattere ma con chi? Non con le donne, nè con gli uomini, però ha diritto a salire sul ring. Ecco perché servirebbe, e non solo nella boxe ma in tutti gli sport, una categoria per transgender”.
Per la Carini è un problema in più
“Conosco benissimo Angela e so che sarà concentratissima, avrà studiato l’avversaria, la conosce e sa come batterla ma sicuramente queste polemiche non l’hanno aiutata. Bisogna capire la legge olimpica, per il Coni l’algerina non avrebbe potuto gareggiare ma se il Cio l’ha ammessa c’è poco da protestare, io però sono ottimista sulla vittoria della Carini”
A proposito di proteste, ha visto cosa sta succedendo con gli arbitri contro l’Italia?
                         Sto seguendo tutto ogni giorno, leggo e vedo le gare in tv, sono informatissimo e dico che ci hanno trattato male non solo nella boxe ma in tutti gli sport.
Come se lo spiega?
Posso darmi una spiegazione per la boxe ma per judo e scherma davvero non capisco
Quale sarebbe il motivo dell’accanimento con gli atleti azzurri del pugilato?
Questioni politiche, la rottura tra Iba e Cio, per questo ci hanno penalizzato secondo me ma cosa c’entrano scherma e judo?
Secondo la Pierantozzi l’Italia fa paura perchè è forte, così scattano invidia ed antipatia

“E’ una chiave di lettura interessante, anche io l’ho vissuto sulla mia pelle. Ero forte, ero bello, vincevo tanto e allora facevano di tutto per farmi perdere. Poi i francesi si sa che non ci amano molto…”.


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Stanco e la medaglia del destino. "Ci ho creduto, è la mia rivincita». Dal terremoto al secondo posto







Ricostruire dalle proprie macerie, quelle dei muri e quelle dell’anima. E arrivare fino all’argento che dà un senso a tutte le sofferenze ingiuste, alle delusioni, ai rimpianti. Forse non era proprio rabbia, quella che Silvana Stanco scaricava sul grilletto del suo fucile disintegrando quei piattelli che la separavano dalla medaglia olimpica, ma ci somigliava tanto.
Perché la storia di questa svizzera d’Italia, nata a Zurigo ma di origini irpine, inizia anche prima della sua nascita. E arriva ad un risultato, il secondo posto dietro la guatemalteca Adriana Ruano Oliva (primo oro nella storia per il proprio Paese), che completa un percorso suo e della sua famiglia: "È una delle giornate più belle della mia vita, un’emozione unica, fuori dal normale. Ho lottato su ogni piattello fino a quando siamo rimaste in tre, lì mi sono un attimo scaricata. L’argento è davvero una grande soddisfazione, una rivincita", ha detto Silvana.
Perché c’era un conto aperto: "Dopo il quinto posto di Tokyo ero molto delusa, ho lavorato molto su me stessa, anche a livello mentale. Ci ho sempre creduto, per arrivare fin qui ho lavorato tanto, e adesso è bellissimo. La Ruano Oliva? Oggi era imbattibile, ha sparato benissimo". La centroamericana, religiosissima, non è abituata a stare a questi livelli, ma stavolta si è superata. Anche grazie agli allenamenti a Ponso, Padova.
A Tokyo Sissy, come la chiamano, era arrivata quinta, a Parigi ha sciolto la tensione di anni nel pianto tra le braccia della sorella Cristina, che era con lei a Chateauroux. La storia di Silvana è quella di tante famiglie di emigranti che hanno dovuto prendere il coraggio e la vita tra le mani. E ricominciare: papà Donato lasciò l’Irpinia, dove viveva a Sturno, dopo il terremoto del 1980. Fu costretto a spostarsi in Svizzera, dove Sissy è nata nel 1993. Voleva fare la ginnasta, un infortunio la costrinse a cambiare idea. Ma come forse avrete capito, nella famiglia Stanco non sono abituati a farsi distogliere dall’obiettivo, anche se per arrivare al traguardo la vita propone continue deviazioni.Come quella del 2016: Silvana aveva conquistato la carta per l’Italia, il dt Albano Pera decise di assegnarla a Jessica Rossi che a Londra aveva vinto (e che ieri non è entrata in finale), ovvio che la svizzera d’Irpinia non facesse i salti di gioia.
Ma è ripartita. Come fece papà tra le macerie, come ha fatto lei dopo Tokyo. Come fece appena quindicenne dopo una prima gara che avrebbe fatto cambiare strada a chiunque: in quella classifica il nome Stanco c’era due volte, papà Donato vinse, lei chiuse con 0 centri su 64. Ieri in finale ne ha colpiti 40 su 50, rimontando inesorabilmente quasi tutte le avversarie, fino al sorpasso sull’australiana Smith, arrivata terza. Il regalo? Facile. Silvana, studi linguistici, pianista autodidatta, ha un debole per Taylor Swift. Ha rinunciato a vederla a San Siro perché stava preparando i Giochi.Adesso può concedersi il lusso di staccare, finalmente.



1.8.24

la frigniona angela carini non ha provato neppure a battersi prendi esempio da Kellie Harrington, oro a Tokyo 2020. Fece il culo a Imane Khelif


Kellie Harrington, oro a Tokyo 2020. Fece il culo a Imane Khelif alle scorse Olimpiadi. L'avete sentita frignare? Avete visto tutti i politici irlandesi di destra scendere in campo per difenderla? No. È semplicemente salita sul ring e ha vinto. Impara

struggente dedica dei canottieri che dedicano l amedaglia d'argento al compagno scomparso

Giacomo Gentili, Andrea Panizza, Luca Rambaldi, Luca Chiumento si sono arresi solo all'Olanda nella finale del quattro di coppia  . 

Ma il loro pensiero a fine gara era tutto per il  loro compagno recentemente  scomparso  Filippo Mondelli    a  cui L'argento è stato dedicato .Filippo si allenava con loro, e con loro sognava i Giochi Olimpici   Nel 2018 avevano vinto un titolo mondiale insieme  e  Si erano qualificati insieme per Tokyo 2020, ma un tumore lo ha portato via a soli 26 anni nel 2021



"Filippo ha aspettato questi tre anni per poterla vedere questa medaglia", hanno detto a fine gara gli Azzurri


Grande commozione per i ragazzi del quattro di coppia dopo l'argento alle Olimpiadi di Parigi 2024


È per lui e la sua famiglia. Gli abbiamo fatto una promessa tre anni fa e oggi l'abbiamo mantenuta"La loro promessa con l'amico scomparso è stata mantenuta