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Il 2025 è l'anno del Giappone, con un boom di turisti giunti nel Paese da ogni parte del mondo. Secondo l'Organizzazione nazionale del turismo, solo nel primo trimestre dell'anno il numero di visitatori ha raggiunto la cifra record di 10,5 milioni. Ma le cose potrebbero cambiare nel periodo estivo, dove si
potrebbe assistere al fenomeno inverso. Tutta colpa di una profezia che sta facendo annullare a molti il viaggio verso l'Asia.
Perché i turisti non vogliono andare in Giappone questa estate
Un fumetto giapponese ha messo in allarme i turisti che hanno programmato un viaggio in Giappone questa estate, a tal punto da costringerne alcuni ad annullare la vacanza. E potrebbero aggiungersene altri. Questo manga
prevede una distruzione di massa, esortando le persone a stare alla larga dal Paese nel mese di luglio. L'ente del turismo nazionale teme che la superstizione possa realmente condizionare un numero massiccio di persone, portandole a posticipare o peggio annullare le proprie vacanze, con non poche ripercussioni sull'economia. Nello specifico, la profezia parla di un terremoto di portata epocale.Ovviamente, la sismologia non è una scienza capace di prevedere terremoti: dare questa informazione con largo anticipo e con precisione è impossibile. Nessuno sa quando si verificherà questo evento, che si tratti di scosse di lieve entità o più gravi. Certo, il Giappone è sicuramente un Paese a rischio da questo punto di vista, è abituato a fronteggiare i terremoti: la popolazione ci convive quotidianamente. Eppure, il dilagare anche sui social della profezia e il passaparola sta amplificando la teoria secondo cui un grande evento disastroso sia imminente. I più impressionabili e i più superstiziosi hanno già modificato i loro piani.Il fumetto in questione è opera di Ryo Tatsuki. Il volume uscito nel 1999 annunciava un grave disastro nel marzo 2011, cosa che si è effettivamente verificata. Proprio quel mese e quell'anno c'è stato il terremoto con conseguente maremoto a Tohoku: 19 mila morti accertati. Il successo dell'opera, infatti, è cresciuto esponenzialmente: il manga ha venduto 900.000 copie, secondo il suo editore. Il volume uscito nel 2021, invece, parla di un altro terremoto previsto per il 5 luglio 2025 che farà tre volte i morti di Tohoku. Da qui il panico.CN Yuen, amministratore delegato di WWPKG, un'agenzia di viaggi con sede a Hong Kong, ha detto alla CNN che le prenotazioni per il Giappone sono diminuite della metà durante le vacanze di Pasqua e si prevede che diminuiranno ulteriormente nei prossimi due mesi. Le speculazioni hanno spaventato soprattutto i viaggiatori provenienti dalla Cina continentale, da Hong Kong, da Thailandia e Vietnam. I social media sono invasi di post e video in cui si invitano i turisti a pensarci bene. Nel frattempo Yoshihiro Murai, governatore della prefettura di Miyagi duramente colpita dal terremoto del 2011, si è espresso contro l'impatto negativo di questo fenomeno "Credo che sia un problema serio quando la diffusione di voci assolutamente non scientifiche sui social media incide sul turismo".
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La Sicilia obbligherà gli ospedali pubblici ad assumere medici non obiettori di coscienza
L’Assemblea regionale siciliana ha introdotto una legge in materia di sanità che, tra le altre cose, prevede l’obbligo per gli ospedali pubblici di assumere medici e altro personale non obiettore di coscienza, garantendo così

l’attuazione della 194, la legge che dal 1978 consente in Italia di interrompere volontariamente una gravidanza. L’obiezione di coscienza, prevista con alcuni limiti dalla 194, è uno dei principali ostacoli al diritto a un aborto garantito e accessibile.In teoria gli ospedali pubblici in Italia sono obbligati a garantire l’accesso all’aborto, ma nella pratica non è sempre possibile quando c’è una grande concentrazione di medici obiettori, e non esistono obblighi specifici per assumere personale sanitario non obiettore di coscienza. La decisione della Sicilia è quindi rilevante e ha pochi casi simili in Italia, anche perché qui una norma del genere è particolarmente necessaria: è infatti una delle regioni con la maggior presenza di medici obiettori e in cui è più difficile abortire.
L’articolo 3 del disegno di legge 738 approvato dalla Sicilia prevede innanzitutto che le aziende del servizio sanitario regionale istituiscano le aree dedicate all’interruzione volontaria di gravidanza dove non siano già previste. Nell’ultima relazione sull’attuazione della legge 194, pubblicata con grande ritardo dal ministero della Salute nel dicembre del 2024, si dice che in Sicilia ci sono 55 strutture con un reparto di ostetricia e ginecologia e che in 26 di queste, pari al 47,3 per cento, meno della metà, si pratica l’interruzione volontaria di gravidanza. La media in Italia è del 61,1 per cento.L’articolo 3 prevede poi che le aziende sanitarie e ospedaliere, quando assumono nuovo personale, si assicurino che le aree dedicate all’interruzione volontaria di gravidanza abbiano «idoneo personale non obiettore di coscienza». I bandi di concorso dovranno avere «un’apposita condizione di risoluzione del contratto di lavoro, qualora il personale non obiettore assunto si dichiari successivamente obiettore». Si prevedono insomma dei concorsi dedicati a medici non obiettori e l’obbligo per le aziende sanitarie di provvedere alla loro sostituzione qualora dovessero cambiare idea una volta entrati in servizio.La 194 dovrebbe garantire alle donne la possibilità di interrompere volontariamente una gravidanza, ma nella realtà rimane talvolta inapplicata per l’elevato numero di medici che si avvalgono della cosiddetta “obiezione di coscienza”, la possibilità prevista dalla legge di non praticare aborti per ragioni personali. Nel 2022 in Italia la quota di ginecologi obiettori di coscienza era pari al 60,5 per cento, inferiore rispetto al 63,6 per cento dell’anno precedente ma ancora elevata, come si dice nel report del ministero, e con notevoli differenze tra regioni.Le percentuali più alte di ginecologi obiettori di coscienza si trovano in Molise (90,9 per cento) e proprio in Sicilia (81,5 per cento). Tra gli anestesisti in Sicilia l’obiezione è pari al 73,1% e tra il personale non medico all’86,1%. In provincia di Messina non c’è nemmeno un medico che pratichi l’interruzione di gravidanza, in provincia di Trapani uno soltanto.La Sicilia, come molte altre regioni, non ha inoltre deliberato nulla sulla possibilità di deospedalizzare la somministrazione della pillola RU486 per l’aborto farmacologico, come previsto da una circolare ministeriale del 2020 che aveva aggiornato le Linee di indirizzo sulla interruzione volontaria di gravidanza rendendo l’aborto farmacologico praticabile fino a nove settimane di gestazione nei consultori, nelle strutture ambulatoriali pubbliche adeguatamente attrezzate e in day hospital (quindi senza ricovero in ospedale).Il contenuto dell’articolo 3 sull’obiezione di coscienza approvato in Sicilia era stato presentato nel 2023 dal deputato regionale del Partito democratico Dario Safina tramite una proposta che poi è stata trasformata in un emendamento al disegno di legge 738 in materia di sanità. Alla fine il ddl è stato approvato a voto segreto con 27 sì e 21 no. Considerate le assenze tra i banchi dell’opposizione, e in modo in parte sorprendente, almeno una decina di deputati della maggioranza di destra hanno sostenuto la norma.
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1 goccia la sera, 280 nuovi capelli il giorno dopo
by KerastiaDi A Göteborg, in Svezia, un piccolo errore ha svelato qualcosa di inaspettato: una porta della biblioteca cittadina è rimasta aperta durante una giornata festiva. Nessun presidio, nessun controllo. Eppure, centinaia di persone hanno usato lo spazio con naturalezza, rispetto e senso civico. Sarebbe successo ovunque? Forse no.Il 1° novembre, giorno di Ognissanti, le biblioteche avrebbero dovuto restare chiuse. Tuttavia, un ingresso dimenticato aperto ha permesso l’accesso a 446 persone. Entravano, leggevano, cercavano libri, sostavano con i bambini nella sezione dedicata.
Molti hanno perfino usufruito del prestito automatico. Alla fine della giornata, 246 volumi risultavano regolarmente registrati. Nessun disordine come in questa libreria di Lampedusa, nessuna anomalia.Un comportamento che sorprende, se considerato fuori da ogni contesto regolamentato. Ma forse è proprio questo il punto: quando le regole non sono imposte dall’esterno, emergono quelle interiorizzate.La biblioteca, in questo episodio, si trasforma da istituzione formale a spazio condiviso e spontaneamente regolato. È un caso raro ma eloquente: un luogo pubblico funziona anche quando manca la presenza dell’autorità.La fiducia nei beni comuni è un tema delicato, spesso messo alla prova da episodi di vandalismo o negligenza. Ma l’esperienza di Göteborg suggerisce che, sotto la superficie, esiste ancora un senso profondo di responsabilità collettiva. I cittadini non hanno trovato solo scaffali e sedie: hanno trovato un luogo che sentono proprio, da proteggere.Questo evento offre anche spunti per riflettere sul ruolo contemporaneo delle biblioteche. Non sono solo archivi di libri, ma ambienti sociali, spazi di apprendimento informale, luoghi di permanenza culturale. Il fatto che decine di persone abbiano scelto di restare in una biblioteca chiusa, pur senza obblighi, racconta un legame profondo tra cittadino e spazio pubblico.