Alla ricerca del libero arbitrio (perduto?)

Domani l'esame di Fisiologica, si è una nota da diario personale, ma dopo attento studio del materiale di anatomia psicologica, posso dire che non è mai comparsa la parola "libero arbitrio", anzi mi sembra che nonostante le poco meno di 10000 pagine che ho studiato dall'inizio della facoltà di psicologia, questa parola non sia mai comparsa sui libri di testo. Quanto più si avvicina alla nozione comune di libero arbitrio è la psicologia dei processi decisionali, ben lontani dalla romatica visione di un uomo autore delle proprie scelte. La coscienza sembra essere la consapevolezza dei nostri mutamenti interiori, frutto di un confronto inconscio fra la realtà fenomenica e la nostra elaborazione percettiva. Siamo spettatori delle nostre azioni, che vengono guidate da invisibili equilibrismi sinaptici. Nei processi di decisione, differenti azioni competono nel nostro incoscio per trovare sfogo, e le sensazioni che proviamo nell'immaginare la loro messa in opera ci guidano nella nostra scelta. E' in questo luogo che avvengono le aberrazioni della natura umana, quando questi marcatori somatici, frutto di esperienze passate, non attivano risposte angoscianti a rappresentazioni d'azioni tremende. L'idea di omicidio, quando è rappresentata nella nostra mente, attiva una risposta fisiologica sia spiacevole che piacevole, ma la prima dominia l'ultima, inibendo le nostre intenzioni. in certi individui questo sembra non avvenire, allo stimolo segue una risposta stereotipata, priva di qualsiasi controllo. In altri casi le aberrazioni del pensiero avvengono per la stereotipizzazione dell'Altro. Una mente estremamente puerile non comprende la profondità dei propri gesti, e le loro conseguenze sulle cose e la vita altrui. In questo stato differentemente dal primo, il marcatore somatico, esiste, ma l'azione non lo evoca, perchè non c'è coscienza di ciò che è stato fatto.
Mi vengono in mente i ragazzi che lanciavano i sassi dal cavalcavia, in questi individui non è possibile rintracciare malizia, ma semplice stupidità. Nel momento in cui il sasso infrangeva il vetro della macchina, loro non percepivano l'esistenza di un individuo all'interno di quella macchina, con i propri sogni e speranze, con una famiglia e dei figli che avrebbero perso il loro genitore. L'assenza di questa rappresentazione complessa, del processo decisionale, non porta all'attivazione dei marcatori somatici di angoscia, e quindi non inibisce l'azione in corso.

Commenti

Lucycy ha detto…
come accorgesene in tempo e aiutarli?
FantasiaFinale2 ha detto…
Investendo risorse economiche nella scuola e nell'educazione a parer mio, tralasciate sempre di più nel nostro paese, a cui non servono persone capaci di pensare, ma semplicemente operai che pensino il meno possibile.

Non voglio ideologgizzare la psicologia dicendo che contine la soluzione a tutti i problemi del mondo, ma ad alcuni ha dato parziali risposte, che potrebbero essere messe in pratica.
FantasiaFinale2 ha detto…
ideologgizzare con due g è veramente bruttino :)

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