MILANO
Altro che Bot e Btp. Piselli e ravanelli sono al centro della sua vita. E poi la serra e le pannocchie rosse. Lontano anni luce dallo spread e dagli ammortizzatori sociali, ecco il «vivere altrimenti» di Devis Bonanni. Classe 1984, nato e cresciuto a Raveo, quattrocento abitanti in Carnia (in provincia di Udine), Devis a 23 anni decide di abbandonare l'impiego come tecnico informatico e si trasferisce in una casetta prefabbricata riscaldata solo da una stufa a legna per dedicarsi a tempo pieno a quella che battezza «vita frugale». Vale a dire l'orto, la serra e i campi. Da questa scelta nasce l'appellativo «Pecoranera», che diventa prima un blog, poi un libro della Marsilio: «Si definisce pecora nera della famiglia o di un gruppo di conoscenti un individuo che ha imboccato una cattiva strada o che non soddisfa le aspettative degli altri componenti».
IL BLOG - La cattiva strada viene raccontata dal 2003 sul blog dove posta pensieri come questo: «Ho iniziato quest'avventura per verificare se fosse possibile vivere altrimenti. Auto-produrre buona parte del cibo di cui ho bisogno, muovermi con mezzi alternativi all'automobile, riscaldare la casa con la legna e compiere tutte quelle scelte che sono annoverate tra le abitudini del bravo ecologista. In parte sento di esserci riuscito anche se non mancano incoerenze e piccole storture». Chiaro? Non una fuga ma una scelta. «Non sono un'eremita, non fuggo dalla modernità». E come contraddirlo? Le sue scelte sono sorprendenti: non ha il frigo ma ha un cellulare. Ha venduto l'auto e gira in bici. Niente tv, ma un pc portatile con connessione Internet.
200 EURO AL MESE - Denis vive delle uova delle sue galline e di ciò che cresce nel suo appezzamento. «Lavorare la terra è una parte di me, è come camminare, respirare». Per le spese gli bastano 200 euro al mese che guadagna vendendo appunto le «eccedenze»: pomodori, melanzane, verdura fresca d'estate, fagioli e farina di mais. Non paga l'affitto (la casa è di proprietà della sua famiglia), la bolletta del gas non esiste, ha boiler e stufa a legna. E allora per cosa spende? Per gli «sfizi», come li chiama lui: olio, pastasciutta e pane, una volta ogni tanto. E quanto spende? Venti euro al mese.
CIOCCOLATA- Ma Devis ha anche i suoi momenti di crisi. Durante un fugace tuffo nella «nostra» realtà scrive: «Sono al supermercato per procurarmi quei beni voluttuari cui non rinuncio mai. Birra e cioccolata su tutti. Cioccolata in particolare, in tutte le declinazioni, dalla barretta alla merendina ripiena. In quest'epoca il cibo è come una puttana, sempre disponibile – basta pagare. Sugli scaffali del supermercato vedo di tutto e di ogni cosa vorrei fare incetta ma rimango ancorato ai peccati di cui sopra. La bici l'ho lasciata fuori, la crisi ipoglicemica mi fa salire la bava alla bocca. Immagino un mio progenitore della savana con lo stesso languore mentre sta alle calcagna della preda. La mia lancia è il braccio, l'allungo e afferro una preda già morta, lavorata e confezionata. Meno cruento, colgo dall'albero-scaffale un frutto mai scarso, sempre perfetto e identico a se stesso».
NON UNA FUGA, UNA SCELTA - E le ragazze? Con una vita così, le ragazze fuggono e al contempo sono affascinate. All'inizio scappavano, adesso che è quasi una celebrità i contatti con il gentil sesso sono cresciuti in misura esponenziale. Chi pensa che Devis sia l'espressione di un disagio generazionale, di una frattura tra genitori e figli, tra il boom economico e la decrescita felice, non si sbaglia. Ma la novità è che Denis è tra i pochi che fa coincidere il pensare con l'agire: «I bisogni schiacciano noi e ammorbano il Pianeta… Sediamo a tavola annoiati da tanta abbondanza e sapore. Senza fame non ci sarà pietanza in grado di soddisfarci. Perché abbiamo bandito la fame dalle nostre tavole?». Quindi ci ammonisce: «Il nostro corpo immoto si ammala nel suo stesso torpore. Allora corriamo sul tapis roulant come criceti che non hanno altro mondo che la propria gabbia». La differenza è questo detto, Devis sceglie e agisce, così cambia il suo stile di vita. Nessuna fuga però. Devis è rimasto a Raveo, abita nella periferia del mondo ma pur sempre nel mondo. «In questa nuova vita non ci sono domeniche. Le settimane non segnano più il passo. È la natura a scandire il tempo. Non dovremmo portare più orologi al polso, come cappi al collo». L'unico dilemma è: Devis, quanto durerà?
Nino Luca
fonte corriere della sera online 13 marzo 2012
1 commento:
Mi chiedo molto spesso:
1- "Non è un delitto tarpare le ali ad un ANGELO SIMILE?"
2- Non è un crimine CONSIDERARE OTTUSAMENTE LAVORI MOLTO NOBILI, come quello dell'agricoltore o dell'insegnante, di SERIE INFIMA da non dover essere degni di gratificazione economiche quanto meno essenziali "
3-"Dove è andato a finire il CHE TUTTI ABBIAMO IMPARATO AL CATECHISMO. per caso si è trasformato in ?
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