non ricordo la fonte
È il 1978. Siamo a Nuoro. E, come ogni mattina, una vecchia signora apre la sua logora valigia di pelle e cartone e mette in mostra la sua preziosa mercanzia: piccoli libricini di versi sardi, rilegati alla buona, comprati all’ingrosso e venduti per poche centinaia di lire.
Prima di lei «il lavoro» lo faceva il marito, che ai tempi di questa meravigliosa foto di Claudio Gualà era morto da pochi anni. Ma la «nonnina», rimasta sola, non si era persa d’animo. E ogni mattina, presa la sua valigia, continuava ad andare alle bancarelle della piazza del mercato, o alla vecchia fermata dell’Arst, vestita di tutto punto dal suo costume e seduta su una sdraio logora ancora più della sua valigia. Indicando con immutata passione e dita nodose la sua preziosa mercanzia.
Come la mattina della foto, con la sua cliente, vecchia quanto e più di lei, che si accovaccia. Tocca un libro con la mano mentre la nonnina ne indica un altro. E insieme parlano di ciò a cui lei più di tutto tiene: le sue piccole poesie.
Ora Facendo qualche piccolo calcolo, queste donne avevano probabilmente studiato sino alla II o al massimo sino alla V elementare, eppure si vede nello sguardo e nei gesti l’attenzione per la loro Cultura. L’acquisto di un libro poteva essere magari per un regalo sicuramente scelto con attenzione. Nel DNA dei sardi, come del resto nel sud
c’è anche l’orgoglio anche se sta scomparendo sempre più omologandosi alla massa e al conformismo acritico per la nostra cultura. Una foto preziosa, grazie di averla condivisa insieme al commento che aggiunge le necessarie sfumature.
Infatti ecco un
esempio di lettura dozzinale
da http://sini-sassari.blogautore.repubblica.it/2012/03/20/letteratura-da-tribuna/
Ora Facendo qualche piccolo calcolo, queste donne avevano probabilmente studiato sino alla II o al massimo sino alla V elementare, eppure si vede nello sguardo e nei gesti l’attenzione per la loro Cultura. L’acquisto di un libro poteva essere magari per un regalo sicuramente scelto con attenzione. Nel DNA dei sardi, come del resto nel sud
c’è anche l’orgoglio anche se sta scomparendo sempre più omologandosi alla massa e al conformismo acritico per la nostra cultura. Una foto preziosa, grazie di averla condivisa insieme al commento che aggiunge le necessarie sfumature.
Infatti ecco un
esempio di lettura dozzinale
da http://sini-sassari.blogautore.repubblica.it/2012/03/20/letteratura-da-tribuna/
Letteratura da tribuna
“YouBoysInGreen” avrà anche una grafica scarna, ma è gratis, è pieno di storie interessanti e – con quello che è costato il biglietto per Irlanda-Galles – non mi è sembrato il caso di investire altri 5 euro sulla fanzine ufficiale
Il calcio dalle gradinate non è fatto solo di aria pura, tifo ed emozioni. C’è anche quella fetta di passione che si sfoglia, prima partita o durante l’intervallo, oppure comodamente quando torni a casa e butti un occhio a internet (un tempo il riferimento era televideo) per studiare meglio risultati e classifiche. La letteratura dei gradoni è fatta di slogan, statistiche, belle storie e – qualche volta – un mare di cazzate. I romantici la chiamano ancora fanzine, i tifosi da gradinata parlano di “giornaletto dello stadio”; quelli che hanno studiato marketing e sono imbevuti di calcio moderno, l’hanno ribattezzato “organo ufficiale”, con una comicità involontaria che fa arrossire le signore.
In Inghilterra sono stati maestri anche in questo: nella terra in cui è nato il calcio, quella del “match programme” è una tradizione consolidata da oltre un secolo. Con una caratteristica immutabile e un obbligo morale: il giornale della partita si paga (spesso anche profumatamente) e non si butta via. Si colleziona.
In Italia quasi tutte le tribune vengono “apparecchiate” con giornali e giornaletti, spesso semplici contenitori di pubblicità, ma non è così semplice trovare una fanzine di un certo livello. Quasi sempre si tratta di fogli coloratissimi, di grande formato, zeppi di statistiche e pubblicità, ma i contenuti non sono quasi mai imperdibili. Li conservi più che altro per ricordo (o malattia, secondo il punto di vista di mamme e mogli), ma se li riprendi in mano qualche tempo dopo, trovi assai poco di interessante da leggere.L’altro giorno stavo riordinando un armadio, e ho accatastato su un foglio di word un po’ della mia esperienza personale nelle tribune stampa della serie A italiana. Al Manuzzi di Cesena esagerano: sui seggiolini ti fanno trovare Il Bianconero, che è l’organo ufficiale della società, ma all’ingresso una hostess con gli occhi verdi mi ha già porto una copia del Cesenale, che si autoproclama “giornale di critica sportiva indipendente” e a quanto pare esiste dal 1967. Entrambe le riviste sono di grande formato, su carta patinata e sono piene zeppe di pubblicità.
Al Cibali (oggi Massimino) c’è Stadio Catania, che di notevole ha solo una rubrica di foto di tifosi, che vanno dal neonato in sciarpa rossazzurra al tamarro ritratto davanti a uno stadio estero. Al Via del Mare il foglio ufficiale del Lecce si chiama Match Day, ed è proprio un foglio, piegato in quattro, pieno di statistiche e informazioni per gli addetti ai lavori.
Non imperdibile Match Stadium del Picchi di Livorno; davvero poca roba Noi Genoani, che ho recuperato al Ferraris; così così Il Nuovo Galletto (Bari) e alcuni dei fogli che ho trovato all’Olimpico: Cuore Romanista e Corriere di Roma Stadio, per la sponda giallorossa (anche se Il Giallorosso non è affatto male). Persino peggio la versione biancoceleste: ho visto la Lazio in casa tre o quattro volte, e il massimo che la società ti concede è farti trovare sul tavolo della tribuna stampa una fotocopia delle formazioni. Mentre all’esterno dell’Olimpico distribuiscono da anni Fuoriclasse, un quindicinale in formato tabloid. E a proposito di tabloid, al Tardini c’è ParmaClub, stampato dai tifosi del Centro Coordinamento, che contiene però più annunci immobiliari che notizie e approfondimenti. Davvero niente male, invece, la rivista ufficiale, Parma Stadio, una delle poche a pagamento che abbia mai trovato in uno stadio italiano (4 euro); 48 pagine a colori e in carta di ottima qualità, non affogate nella pubblicità, con tantissimi approfondimenti e diverse pagine di amarcord.
In Emilia-Romagna gira il soldo ma evidentemente girano anche le idee, se è vero che spostandoti di pochi chilometri trovi due giornaletti interessanti. Sulle gradinate del Dall’Ara di Bologna trovi Calcio d’inizio (tantissimi articoli, anche se non tutti interessanti), mentre al Manuzzi di Cesena ho pescato Il Bianconero, uno dei migliori prodotti in circolazione in serie A. Due i punti di forza dell’organo ufficiale della società romagnola: le splendide foto d’epoca, e gli approfondimenti sugli ex e sulle sfide precedenti.
Al Franchi di Firenze si sbizzarriscono: c’è Il Brivido Sportivo da Stadio, che vanta alcune autentiche chicche: originale, per esempio, la rubrica musicale, dedicata ai cantanti della regione da cui proviene la squadra che affronta la Fiorentina. Fenomenale – a livello di trash – un pezzo su Marco Carta e i Tazenda pubblicato in occasione di un recente Fiorentina-Cagliari. Ottimo l’impatto con Tutto-Viola, che oltre a dare grande spazio al calcio che fu, snocciola servizi e quiz per i lettori corredati da vecchie figurine Panini. E poi ancora spazio al tifo della curva, alle curiosità e a una rubrica dedicata alla storia di Firenze. Molto ben curato dalla società viola anche il libretto di statistiche sulla gara, ma questo interessa solo ai giornalisti e non certo ai tifosi. Ai tifosi piace senz’altro Il Fedelissimo, che da oltre dieci anni viene pubblicato dal Siena Club Fedelissimi. L’avevo preso al Franchi almeno quattro anni fa, l’ho ritrovato da poco con una grafica rinnovata, anche se con un bel po’ di pagine in meno.Il Cagliari ci prova da qualche anno con Cuore Rossoblù (costo 3 euro), in formato magazine, che alterna approfondimenti interessanti (“Mi ritorni in mente” e “Le indimenticabili”, intese come partite) alle pagine trash di Cartellino rosa, con carrellate di donne sconosciute in abiti di taglia piuttosto ridotta.
Chi ha la fortuna di entrare alla Favorita di Palermo, uno degli stadi più belli ed emozionanti d’Italia, ha solo l’imbarazzo della scelta. All’ingresso viene distribuito Il Palermo, un settimanale in formato quotidiano, oltre 40 pagine di cui oltre la metà dedicate alla squadra rosanero. E Rosanero è il nome di un quindicinale in carta patinata , con qualche bella foto ma contenuti non proprio esaltanti.
Decisamente vintage, e non ha caso viene pubblicato da quasi quarant’anni, Forza Reggina, che ho raccolto nelle due volte che sono stato al Granillo. L’ho cercato su internet per vedere se esiste ancora e l’ho trovato tale e quale: appena quattro pagine, ostinatamente in bianco e nero e con carta grossolana. Eppure ha il fascino dei vecchi e spartani giornaletti da stadio. L’altro magazine distribuito nella città dei Bronzi è RegginAlè, oltre dieci anni di pubblicazioni alle spalle, molto colorato e anche di fattura piuttosto pregevole. Anche Nerazzurro, distribuito a Bergamo, ha un’età invidiabile: questo periodico segue l’Atalanta da 28 anni, e se non fosse per il formato eccessivamente grande e la carta lucida sarebbe anche discretamente interessante. C’è pure uno spazio dedicato all’Atalanta femminile.
Dal sottobosco dei giornaletti da stadio, ufficiali o “privati”, emergono alcuni match programme che vengono prodotti direttamente dalle società e in qualche modo ricalcano le caratteristiche di quelli che da sempre accompagnano le sfide di football in Gran Bretagna. Formato quasi tascabile (i lenzuoloni proprio non ci piacciono), colori molto accesi, non troppe pubblicità, tante statistiche e informazioni sulle due squadre. A Bergamo c’è Palla al Centro, foto molte e testi un po’ pochini. Alla Favorita c’è Us Città di Palermo, anche se qualche anno fa ho pescato Match Today, che è molto simile al giornale ufficiale ma è decisamente più scarno.
Tornando al Ferraris, entrambi i match programme ufficiali delle due squadre genovesi
sono di buonissimo livello: Genoa Cricket and Football Club ha un formato minuscolo ma contiene le informazioni essenziali condite da un paio di interviste. Samp Magazine, che l’anno prossimo festeggerà i 10 anni, contiene tutto quello che può servire per “entrare” nel vivo della partita.
Allo stadio Friuli propongono Udinese Magazine, che mi ha colpito sin dalla prima volta e che ho trovato sempre migliorato col passare degli anni. La pubblicità è un po’ troppa, ma è il classico match programme che ogni tanto puoi sfogliare volentieri.
Certo, siamo nella modesta serie A dei nostri tempi, e il fascino di tutto il contesto è piuttosto limitato. Dunque se vuoi trovare qualcosa di veramente coinvolgente da leggere sui gradoni di uno stadio, mentre ti riposi in attesa che inizi il secondo tempo, puoi fare tre cose: volare in Inghilterra (e acquistare un match programme), scendere di categoria (ma il rischio, in certi stadi, è quello di non trovare proprio nulla), oppure recuperare una delle fanzine clandestine autoprodotte dagli ultras e distribuite solo nelle curve.
Ma questa, è bene dirlo, è proprio tutta un’altra storia.
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