Concept-Faber


Sally, con la sua portantina

di Matteo Tassinari
Rimini è uno dei brani più enigmatici di Fabrizio De Andrè (1978). Il nono album registrato in studio dopo la collaborazione con Francesco De Gregori, con questo album De André comincia a lavorare con Massimo Bubola, co-autore di tutti i brani
(Faber sotto la pioggia all'Agnata dove aveva la sua tenuta in Sardegna mentre canta "Rimini")
L'album, che presenta musicalità più lontane dalla chanson francese e più vicine al folk europeo e americano e al pop, nasce dopo la delusione politica di De André per le vicende degli ultimi anni settanta, in particolare per la rottura con le idee della politica (a cui si fa riferimento in Coda di Lupo). I testi sono più oscuri e lirici che nei precedenti album. In Sally e Volta la carta tornano i personaggi cari da sempre a De André: prostitute, tossicodipendenti, emarginati.

La Rimini dell'ignoto

Racconta la storia di una ragazza riminese figlia di un droghiere, Teresa, che spazia nel tempo con la fantasia. La canzone affronta, in maniera poetica, non solo il tema dell'aborto, ma anche il tema di quella gioventù di provincia romagnola che viveva di turismo e di amori che durano un'estate, già descritta con eloquenza da Federico Fellini ne I vitelloni. È una canzone in cui realtà e sogno si intrecciano: Teresa evade con la mente dalla Rimini estiva e spazia nel mare, nel tempo e nello spazio fino ad incontrare Colombo. I due sono accomunati da uno spirito d'avventura che li fa sentire stretti nella cartina geografica tracciata loro intorno e l'uno naviga verso l'ignoto, l'altra guarda oltre l'orizzonte e sogna. Nell'album ci sono molte alcune canzoni che hanno un valore politico, su tutte Coda di Lupo e Parlando del naufragio della London Valour.
("Parlando del naufragio della London Valour", brano dove Faber ironizza su Guccini dandogli del "poeta metodista" in risposta ad un intervento in via "Paolo Fabbri 43" dove Faber era in qualche modo coinvolto)

"Parlando del naufragio della London Valour"
Quest'ultima soprattutto è un chiaro riferimento alla rivoluzione, che come la London Valour era naufragata prima di partire per il mare. Il brano è piuttosto ermetico e molto metaforico e vengono citati numerosi personaggi reali e tra questi De Andrè non risparmia nemmeno i suoi colleghi (Il poeta metodista potrebbe essere Guccini che qualche anno prima lo aveva criticato nel brano Via Paolo Fabbri 43). Assieme a queste canzoni politiche vi sono anche dei brani che hanno la funzione di raccontare i personaggi che componevano quella società ormai marcita: Angiolina di Volta la Carta, rappresentante della casta borghese, presa dai suoi pensieri e per niente attenta a ciò che accade attorno ad essa, Andrea, l'omosessuale che si perde ai bordi del pozzo. Di Rimini penso che sia la canzone più amara dell'album, è la canzone della rinuncia, la canzone dell'aborto ed il riferimento ai moti del '68 è palese.

("Andrea" s'è perso e non sa tornare... un preavviso di Princesa, se vogliamo)
Colombo ha scoperto l'america ma l'ha affidata alle mani delle persone sbagliate che l'hanno macellata su una croce di legno. L'allusione, per niente forzata a quello che era successo agli studenti è immediata. Anche loro avevano ottenuto qualcosa ma l'avevano gettata al vento perché si erano fidati delle persone sbagliate così come Teresa, fidandosi ciecamente dell'amore aveva abortito un figlio per poi rimpiangere il gesto.



Commenti

Giuseppe Scano ha detto…
grande matteo continua così

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