voi che usate i social e wzp mentre guidate e vi fate fottuti
dannati selfie o video idioti pensateci bene e chiedetevi ma vale la pena di mettere a repentaglio la mia vita per simili cose ? perchè c..... mi hanno sequestrato \ tolto punti dalla patente ? Se proprio non ci tenete alle vostre vite ( come mi sembra di capire dal numero sempre più alto d' incidenti dovuti all'auso del cellulare mentre si guida ) abbiate rispetto per quelle degli altri che rischiate di mettere in pericolo . E voi genitori non date
la colpa ai telefonini ma all'uso che la gente , compreso vostro
figlio\a o voi stessi ne fate durante la guida . E voi mass media spesso regionali \ locali finitela dimettewre nei titoli e negli articoli :
strada assassina e menate varie .Dobbiamo prendere esempio dalle parole di
questa povera madre
downloadhelper mi scaroca solo la pubblicità e non il video . quindi lo trovate qui
Pare
che invece fossero proprio dei turisti, e nemmeno sfollati. Io qui di
sciacalli ne vedo tanti, a iniziare dall'autore del post Chissà se avrà
la dignità di chiedere scusa per avere infangato queste due persone.
Due coniugi sono stati scambiati per sciacalli tra le strade colpite
dal sisma. Messi alla gogna da Salvini ora sono stati rilasciati ma la
burocrazia blocca il loro nipotino, presente con loro al momento del
fermo
Tutto inizia il 29 agosto quando una coppia di romeni, Ion e
Letizia, rispettivamente 44 e 45 anni, vengono fermati vicino ad
Amatrice dai carabinieri. La coppia era in auto con il loro nipotino di
sei anni. Ion e Letizia si trovano in Italia per raggiungere alcuni
parenti a Ponte Galeria, Roma. Sono stati fermati per dei controlli
anche a L’Aquila ma le autorità li avevano lasciati andare via
tranquillamente. Nelle zone del terremoto invece no. Accade
l’impensabile. La coppia di rom, con la stessa macchina carica di
vestiti e giochi del piccolo, viene fermata per un controllo. I nonni,
che a stento riescono a parlare italiano, vengono trattenuti perché, con
la auto piena di roba e con una pistola che poi si sarebbe rivelata
giocattolo, vengono sospettati di sciacallaggio tra le case colpite dal
terremoto.
ION E LETIZIA: I ROM SCIACALLI CHE POI SCIACALLI NON ERANO
I due vengono sottoposti allo stato di fermo, comprensibile
data l’allerta della situazione. Esce il comunicato dal commissariato
ripreso da diverse testate locali e nazionali.
In un attimo Ion e Letizia da “turisti” finiscono per esser bollati
come sciacalli. I due nonni finiscono perfino sulla pagina Facebook di
Matteo Salvini, leader della Lega Nord, con un post e un filmato dei due.
Ecco il video con relativo commento cretino ed exenofobo di Salvini
con i due SCIACALLI – scrive Salvini -,
pregiudicati rumeni (con figlioletto al seguito…), trovati ad Amatrice
con l’auto piena di refurtiva, denaro, attrezzi da scasso. Pare si
fingessero “turisti sfollati”… VERGOGNATEVI, FATE SCHIFO!!!”
per chi mi dicesse che invento le cose ed ogni occasione è buona per gettare fango contro chi denuncia queste cose eccovi il post Originale da me verificato andando a cercarlo sulla pagina fb di Salvini ( ogni tanto un viaggio nella pattumiera è necessario )
dopo questa precisaziuone riprendiamo l'articolo
Secondo la versione delle forze dell’ordine la coppia di rom
sarebbe gravata da numerosi precedenti penali, furti e altri reati
contro il patrimonio. All’interno della macchina sarebbero stati
rinvenuti degli oggetti utilizzati per effettuare gli scassi. Strano
però. Perché poi, davanti al processo per direttissima dei due, la
situazione cambia decisamente. Gli arnesi da scasso diventano kit per
sostituire la gomma di una macchina, la pistola presente nella vettura
era una pistola giocattolo e sopratutto i precedenti penali non
risultano più. La prima udienza non è stata semplice. I due parlavano a
stento la lingua italiana e si sono serviti di un interprete in aula.
Hanno spiegato che si trovavano lì per caso, non sapevano neanche del
sisma che aveva scosso il Centro Italia. La coppia è attualmente
denunciata ma si trova ora a piede libero perché non vi sono appunto
elementi utili per trattenerla. Non solo. L’auto sulla quale viaggiavano
i due coniugi e gran parte della merce è stata dissequestrata. Ma
l’amarezza di Ion e Letizia è un’altra. Al momento della scarcerazione
non trovano più il loro nipotino di sei anni, presente con loro al
momento del fermo.
CHE FINE HA FATTO IL NIPOTINO DI ION E LETIZIA?
Ed è qui che la vicenda precipita nei ranghi della
burocrazia italiana. Il minore è stato sistemato in una comunità a
Rieti, la procura ha passato tutto al tribunale per i minorenni di Roma e
il bambino è stato trasferito in una casa famiglia di Acilia, vicino a
Ostia. I genitori, davanti al fermo dei nonni, si sono precipitati in
Italia per poter riavere il figlio ma non l’hanno ancora riottenuto. Dal
29 agosto hanno avuto la possibilità di vedere il bambino soltanto due
volte. La prima venerdì 23 settembre, l’altra questo martedì. Questo
perché, dopo aver letto la relazione dei servizi sociali, il magistrato
aveva autorizzato la necessità di una traduzione del certificato di
nascita. Immaginate la tempistica su casi simili. In pratica da un mese
circa oramai, a causa delle lungaggini burocratiche il bambino, che non
sa una parola di italiano, non è ancora tornato tra le braccia dei suoi
genitori. Come ha spiegato a Giornalettismo Cristian Todini, il legale
che segue la coppia, la procura procede come da prassi perché ritiene
il minore in stato di abbandono. Il problema è che dal momento in cui è
stata fatta l’istanza per ottenere il riaffidamento si poteva esser più
celeri. La prima udienza per il minore era stata programmata per giovedì
22 settembre, ma per mancanza dell’interprete è stata rinviata a oggi.
Il processo per direttissima dei nonni dovrebbe invece chiudersi il 20
ottobre e appare sempre più improbabile una loro condanna. Quello che è
assurdo è come, davanti a meri comunicati delle forze dell’ordine, i
media non abbiano approfondito la situazione. Perché sui nonni sciacalli
è calato il buio. Un buio chiarito soltanto da due articoli. Uno appare
sul blog Insorgenze di Paolo Persichetti, l’altro sulla testata Il dubbio, con la penna di Damiano Aliprandi.
Sono state le uniche realtà che hanno continuato a raccontare la storia
di Ion e Letizia. I due nonni ora dormono con i genitori del piccolo a
Ponte Galeria. Aspettano che questa vicenda arrivi al termine e
sopratutto aspettano di riabbracciare il loro piccolo.
oggi tornando dal lavoro e dalla mia passeggiata settimanale leggo sul mio fb questa news Sono sconvolto per la perdita prematura di una mia amica virtuale conosciuta al tempo del blog di splinder.
Buonasera a tutti gli amici di Franca, sono il figlio Daniele Colangelo.
Annuncio la prematura scomparsa della mamma avvenuta questo pomeriggio all'ospedale di Arezzo.... per chi volesse dargli un ultimo saluto ci può trovare alla camera ardente dell'ospedale di Arezzo.
Grazie mille a tutti quanti.
Una donna in gamba, combattiva, guerriera, con la quale ho condiviso molte battaglie. Non so dove sia, ma spero si trovi benissimo e per cercare conforto lo trovo nella musica e fra le varie canzoni
Non so quale delle due scegliere perché entrambe descrivono il mio stato d'animo ogni volta che apprendo queste news
la prima perché
Vorrei sapere a che cosa è servito vivere, amare, soffrire, spendere tutti i tuoi giorni passati se così presto hai dovuto partire,
se presto hai dovuto partire... Voglio però ricordarti com'eri, pensare che ancora vivi, voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi e che come allora sorridi...
La seconda perché la morte come la vita è un viaggio infatti
Buon viaggio hermano querido
e buon cammino ovunque tu vada
forse un giorno potremo incontrarci
di nuovo lungo la strada.
Quindi buon viaggio amica virtuale e non solo ovunque tu sia
La sposa ha 44 anni, una laurea in Filosofia e la vita intera passata nelle missioni del mondo. Anche l’altra sposa si è sempre dedicata ai poveri ed ai tossicodipendenti, da Roma all’Africa. Si sono conosciute durante un viaggio pastorale, essendo entrambe due suore francescane. Ma oggi Isabel e Federica si sono unite in matrimonio a Pinerolo. Perché hanno capito di amarsi.
«Dio vuole le persone felici, che vivano l’amore alla luce del sole», dice Isabel. «Chiediamo alla nostra chiesa di accogliere tutte le persone che si amano», dice Federica. Sono molto timide, molto forti. E chiedono di non dire altro.
L’unione civile è stata celebrata dal sindaco del Movimento 5 Stelle Luca Salvai in municipio, la seconda da quando è entrata in vigore la legge. Ma ci sarà anche una funzione religiosa, e forse davvero non poteva essere diversamente. Verrà officiata dalla persona che meglio di tutte conosce la storia di Isabel e Federica. Come è nato il loro amore? «Come tutte le storie d’amore del mondo» risponde don Barbero. «Lentamente. Conoscendosi. Capendo, infine, di provare un sentimento profondo. Sarà bello averle qui nella nostra comunità di ascolto e preghiera».
Due ex suore si sono sposate oggi, altro non è che una storia d’amore
Il commento di Niccolò Zancan sulla storia delle due ex suore che si sono sposate oggi a Pinerolo, in provincia di Torino.
Non è corretto chiamarlo don. Perché Franco Barbero dopo numerosi processi ecclesiastici, nel 2003 ha ricevuto da Papa Giovanni Paolo II la sospensione a divinis, che di fatto lo ha messo fuori dalla Chiesa cattolica. All’origine della scomunica papale ci sono proprio le sue posizioni sui matrimoni omosessuali. «Ma io continuo a sentirmi un prete fino alla punta dei capelli - dice - amo la mia chiesa, faccio il prete tutto il giorno a tempo pieno. Scrivo dei libri, curo un blog, sono in contatto con tantissimi sacerdoti che la pensano come me. Ed è proprio attraverso la rete che ho conosciuto anche Isabel e Federica».
Sono coetanee. Una è italiana, l’altra è sudamericana. Il fatto che Isabel qui in Italia abbia solo un visto turistico ha reso necessario accelerare le pratiche per la cerimonia. «Sono due persone belle, con due lauree importanti. Persone di fede intensissima. Si sono conosciute tre anni fa. La loro è stata una decisione pregata. Hanno riflettuto a lungo, è stato un cammino tormentato. Hanno preso la loro decisione con coraggio, sapendo che non sarebbe stata molto condivisa». Molto? «Posso assicurare che non tutti sono stati contrari. Sono state criticate, ma anche capite da alcune consorelle. Così come ci sono tantissimi preti buoni che non condannano questo genere di scelte. E devo aggiungere, per la cronaca, che non è neppure la prima volta che mi capita di sposare due suore».
Quest’anno Franco Barbero ha celebrato 19 matrimoni omosessuali. Quello di Isabel e Federica sarà il ventesimo. Il rito consiste nella benedizione della coppia. Una messa lunga e partecipata, con liberi interventi e ricordi. Le spose hanno chiesto l’anonimato. Vorrebbero che questo loro sogno coraggioso rimanesse riservato. «Non è pudore, ma paura dei pregiudizi. Non vogliamo diventare delle celebrità, ma vivere serenamente insieme e trovare presto un nuovo lavoro. Usciamo dal convento, ma non lasciamo la Chiesa e non dimentichiamo la fede».
Stanno distribuendo i loro curricula. Diplomi, lauree, esperienze fatte in Italia e nel mondo. Della loro speranza di una vita nuova, si è già fatta carico la Cgil di Pinerolo. «Ma qui non si tratta soltanto di trovare un lavoro e uno stipendio, ma di un progetto di inclusione. Le due donne hanno una grande esperienza nell’insegnamento, vedremo... ». Così parla il segretario Fedele Mandarano. Che poi aggiunge: «Grazie alla legge Cirinnà si aprono scenari che non eravamo abituati a vedere. Ben venga questa apertura mentale!».
Per arrivare a questa giornata di festa, Federica e Isabel hanno dovuto fare tutti i passaggi formali in Vaticano per farsi togliere i voti e lasciare il velo. Ma all’ex suora italiana resta ancora il compito forse più difficile. È nata in un piccolo paese del Meridione italiano: «Non solo dovrò dire a mio padre che non sono più suora, ma anche che sono felice di sposarmi con Isabel».
Non avrei mai pensato di dover vivere in un momento storico in cui si ergono muri e si installa filo spinato. Non avrei mai immaginato che ad una chiusura delle
famiglie nelle proprie case, abbandonando le piazze e i luoghi deputati
agli incontri, sarebbe corrisposta un'altrettanta chiusura delle
nazioni. Non avrei mai immaginato di vedere tutti quelli che
avevano esultato e brindato per la caduta del muro di Berlino essere
favorevoli ai nuovi muri e spendere parole che pesano come macigni sul
dorso della storia.
Ed ecco la mia parte ..... e segnano un ritorno al passato ( leggi ideologie del secolo scorso . guerra fredda ) da cui sembra ci fossimo liberati lasciandocele alle spalle dopo sofferenze e sensi di colpa .
Punto
primo: la vignetta PUBBLICATA dallo scrittore Nahed Hattar
(recava una
firma diversa dalla sua) NON era contro l'Islam ma CONTRO DAESH. Chi
confonde i due termini lo fa per ignoranza e/o malizia. I cristiani si
offenderebbero forse per un disegno anti-Inquisizione? No di certo!
Punto secondo: in Occidente il nome di Hattar era sconosciuto. Lo scopriamo ora, quand'è finita.
Accade spesso. Tanti, troppi sono gli spiriti liberi, uomini e donne,
lasciati soli, occultati dal tritacarne del pregiudizio e
dell'oppressione. Punto terzo: di formazione cristiana, Hattar era
laico. Leggiamo delle sue simpatie per Assad. Ma leggiamo, soprattutto,
ciò che conta leggere: si trattava d'un artista, d'un intellettuale.
Contro di lui era già in corso un processo.. Punto quarto: riteniamo,
dal poco che abbiamo saputo di lui, che Hattar fosse un uomo libero.
NON in quanto ateo. Ma perché lucido. Vuoto, cioè senza precomprensioni.
Hattar, insomma, "sapeva" perché intellettuale, scrittore ecc. ecc. Il
suo ateismo, nella contingenza, gli è servito per denunciare i veri
miscredenti: quelli di Daesh. Pubblicando la fatale vignetta, Hattar non
ha colpito l'Islam ma l'ha semmai DIFESO dall'usurpazione jihadista.
Egli ha voluto smascherare cosa nascondono le guerresante, i paradisi
deliranti, i suicidi/omicidi a causa della "fede" ecc.: una volgare,
rozza, nichilista pretesa di possesso, bramosia di beni materiali,
violenza ed empieta'. Punto quinto: Hattar quindi andava protetto
(e, adesso, onorato) per i motivi suesposti e NON perché fosse
"anti-islamico" - NON lo era - come s'arrabatta a scribacchiare qualche
reporter occidentale dell'ultima ora. Punto sesto: ma il problema, a
quanto pare, affligge solo noi e pochi altri. Tutti sono stati Charlie,
nessuno è né sarà mai Hattar. I motivi, inutile negarlo, risiedono
nella sua arabitudine e probabilmente nel suo cristianesimo (aveva da
tempo abbandonato la fede, ma per saperlo bisogna andare oltre i titoli:
gli internauti, di norma, non lo fanno e, per i razionalisti-illuminati
da boudoir, tutto quanto ricordi il cristianesimo è da cancellare,
esecrare o, alla meno peggio, allontanare con indifferenza). Così
ci saranno altri Hattar, altri innocenti sacrificati, altre gerarchie
delle morti, altre incomprensioni, altre ingiustizie, altro sangue,
altro insopportabile obbrobrio.
Scomettiamo se il coniuge musulmano invece della donna fosse stato l’uomo? In quel caso - secondo l’ordinamento marocchino - non ci sarebbero stati problemi. Infatti la sentenza permette ad una donna islamica di poter sposare un cattolico senza che lui debba per forza convertirsi all'islam o fare finta
TRENTO. Pare impossibile, ma in questo mondo globale c’è bisogno del giudice per unire in matrimonio due giovani di nazionalità e religione diversa. E’ stata una battaglia lunga e faticosa, ma alla fine - grazie alla sentenza del tribunale di Trento - Fatima ed Enrico, questi i loro nomi, entrambi venticinquenni, lei operaia e lui dipendente dello Stato, potranno sposarsi anche se lei è di religione islamica e lui cattolico.
Le pubblicazioni sono state autorizzate proprio ieri dal Comune di Trento, ma per capire la storia di questi due giovani fidanzati bisogna fare qualche passo indietro. Ad esempio all’estate scorsa quando la coppia - che in realtà già convive da qualche tempo - decide che è giunta l’ora di unirsi in matrimonio. Ma al momento di raccogliere i documenti arrivano i primi problemi: «In Comune mi hanno spiegato che nel caso di cittadini stranieri serve un nulla osta del consolato» racconta Fatima, che è nata in Marocco 25 anni fa e che è giunta in Italia nel 2008 per raggiungere il padre assieme ai suoi familiari.
Così Fatima si reca negli uffici di Verona per ottenere il via libera dalle autorità marocchine, ma torna a Trento a mani vuote: «Mi hanno spiegato che il nulla osta sarebbe arrivato solamente dopo la conversione all’Islam del mio fidanzato. Altrimenti niente, perché la legge del mio paese non prevede il matrimonio tra una musulmana con un non musulmano».
Ma di una finta conversione, magari alla moschea di Roma, come prevede la procedura, recitando alcuni versi del Corano imparati a memoria, i due ragazzi non ne hanno voluto sapere. Per questo si sono rivolti all’avvocato Nicola Degaudenz per avviare la battaglia legale che si è conclusa nelle settimane scorse con l’ordine del tribunale di Trento al Comune: «Via libera alle pubblicazioni di matrimonio, anche se non c’è il nulla osta del Consolato» hanno stabilito i giudici, visto anche il parere favorevole del procuratore della Repubblica. Perché - si legge nella sentenza - non può essere impedito un matrimonio sulla base di considerazioni che sono contrarie alla libertà di religione e quindi alla Costituzione italiana.
Il matrimonio sarà quindi celebrato a novembre e Fatima - al termine della sua battaglia - ha voluto raccontare la sua storia al Trentino: «Non è stato facile, ho avuto pressioni da parte dei funzionari del Consolato che pretendevano la conversione all’Islam del mio fidanzato. Parlavano sempre con me, lui doveva restare fuori dall’ufficio o in sala d’aspetto: non è stato facile. Ma ho dovuto lottare anche contro la mia famiglia, in particolare mio padre e i miei fratelli, che non hanno mai accettato questo matrimonio con un ragazzo cattolico».
Il percorso di Fatima ed Enrico si concluderà con le nozze (che la famiglia italiana, almeno quella, festeggerà come si deve) ma in altri casi la battaglia legale è stata più difficile. Gli uffici dell’ambasciata infatti spesso si rifiutano di rilasciare il nulla osta senza fornire alcuna motivazione formale, né altre informazioni. Nel caso della giovane residente in Trentino invece è stato almeno allegato
un certificato secondo cui la donna risulta nubile. Tanto è bastato ai giudici per autorizzare le nozze. E se il coniuge musulmano invece della donna fosse stato l’uomo? In quel caso - secondo l’ordinamento marocchino - non ci sarebbero stati problemi.
in sottofondo proibito - Litfiba e a seguire il giardino proibito - Sandro Giacobbe
A volte succede mi succede che certi post nascano per caso . E questo è uno dei casi . Leggendo la bacheca generale cioè la home di fb , sono capitato su un post dell'amica \ compagna di viaggio prima splinderiana ora blogger ed utente facebook
Premettendo che non sono un fautore delle bocciature... ma qualcuno può spiegarmi dove sarebbero le novità?? Saranno venti anni che non si boccia più alle elementari... alle medie e superiori poi per fermare un ragazzo non solo occorre fare la "guerra" contro dirigenti e colleghi finti buonisti (alias nullafacenti), ma occorre pure che un ragazzo si impegni a dismisura per ripetere l'anno... a questo punto più che abolire la bocciatura, abolite direttamente la scuola, facciamo prima... e in tutta sincerità, dal momento che sono ormai nauseato, sarei strafelice di cambiare lavoro... W la meritocrazia... manica di incompetenti ignoranti... Nico Iannaccone
Al Ministero si lavora per abolire definitivamente le bocciature alle elementari. Una novità che affiancherà la riforma degli esami di stato per secondaria di …
Eccoci come ogni anno alla fine dell'estate e all'inizio dell'autunno . Stagione che con le sue feste
Festa di metà autunno (la cui data può cadere anche prima dell'equinozio, pertanto quando è ancora in corso l'estate);
Festa dei nonni e ricordo degli angeli custodi (2 ottobre);
Oktoberfest (mese di ottobre);
Halloween (31 ottobre);
Ognissanti (1 novembre);
Commemorazione dei defunti (2 novembre);
Notte dei falò (5 novembre);
Estate di San Martino (11 novembre);
Giorno del ringraziamento (giovedì dal 22 al 28 novembre);
Immacolata Concezione (8 dicembre).
le Cortes Apertas (letteralmente Cortili aperti) è una manifestazione che si svolge nei fine settimana fra settembre e dicembre in 27 comuni della Provincia di Nuoro. Ogni settimana, in un diverso comune, le case storiche del paese aprono i loro cortili e tra questi si svolge un percorso enogastronomico e artistico. All'interno dei diversi cortili vengono rappresentati i mestieri tradizionali, quali la lavorazione della lana, la trebbiatura, la pulizia e la raccolta del grano, mentre nelle piazze del paese vengono allestiti spettacoli folkloristici di balli e canti popolari Con il tempo la manifestazione è diventata per i comuni uno degli appuntamenti più importanti all'interno della stagione turistica[ attirando decine di migliaia di visitatori da tutta la Sardegna e non solo . qui il calendario delle varie cortes
alcune ormai commercializzate ed omologate pensiamo ad halloween esempio ci accompagnerà fino a dicembre .
Essa ha come caratteristica tipica è il fatto che le ore diurne e notturne risultino avere pari durata. Con il proseguire della stagione, invece, lo spazio orario occupato dalla luce prende a diminuire in favore del buio: a ciò concorre anche l'ora solare, che entra in vigore a fine ottobre. Gli altri elementi principali dell'autunno sono il cambiare colore ( vedere mie foto scattate qualche autunno fa mi pare nel novembre 2014 ) e la caduta del fogliame[ e la temperatura fredda, che porta con sé la pioggia.
Ed quindi per alcuni è elemento di nostalgia e di tristezza perchè finiscono le vacanze e si rincomincia cone la scuola e con un ritorno ( almeno per chi lo ha ancora ) al lavoro o ulteriore carico di lavoro come nel mio caso per preparare le piante per l'inverno e la primavera . Ma allo stesso tempo è una stagione bellissima , anche se intermedia , con buonissimi e buonissime verdure con cui , come ho già parlato da qualche parte del blog , si preparano conserve marmellate e sotto aceti \ sotto olio , di belle piante con degli ottimi colori con cui si posso addobbare i nostri balconi . I colori dell’autunno sono meravigliosi . E poi l'autunno funge da preparazione per la primavera e l'estate , Infatti i bulbi dei famosi tulipani si piantano ora
L’autunno è la stagione in cui la natura si manifesta con i propri colori più belli. E’ impossibile non lasciarsi catturare dai fantastici colori autunnali delle foglie e degli alberi. Basta fare una passeggiata in un parco per rendersi conto di quanto la natura sia meravigliosa in questa stagione. I colori dell’autunno ci regalano relax e ci rallegrano nonostante l’estate sia finita.
Quindi non lasciamoci scoraggiare dalle prime giornate di pioggia e impariamo ad apprezzare l’autunno in tutti i suoi aspetti. Le temperature iniziano ad abbassarsi ma i colori vivaci dell’autunno ci riscaldano. Ecco alcun motivi per amare l’autunno e per accoglierlo al meglio e smentire la leggenda che vede solo l'autunno come stagione malinconica e triste . Se i mie motivi non dovessero bastarvi eccovene altri 1o suggeriti da
10 ottimi motivi per amare l’autunno (al di là del piacevole freschetto)
Settembre 23, 2015
Scritto da Marta Albè
L’autunno è una stagione meravigliosa. L’equinozio d’autunno segna la fine dell’estate e l’inizio del cammino verso l’inverno con un vero e proprio spettacolo di profumi e di colori tipico di questa stagione.
Non lasciamoci scoraggiare dalle prime giornate di pioggia e impariamo ad apprezzare l’autunno in tutti i suoi aspetti. Le temperature iniziano ad abbassarsi ma i colori vivaci dell’autunno ci riscaldano. Ecco dieci motivi per amare l’autunno e per accoglierlo al meglio.
1) Ricomincia la stagione delle zucche
Con l’arrivo dell’autunno ricomincia ufficialmente la stagione delle zucche e noi amiamo molto questo ortaggio. La zucca ha un sapore caratteristico che si adatta alla preparazione sia di piatti salati, come zuppe, sformati e contorni, sia di dolci, come torte e crostate. Via libera alla fantasia in cucina.
L’autunno è la stagione in cui la natura si manifesta con i propri colori più belli. E’ impossibile non lasciarsi catturare dai fantastici colori autunnali delle foglie e degli alberi. Basta fare una passeggiata in un parco per rendersi conto di quanto la natura sia meravigliosa in questa stagione. I colori dell’autunno ci regalano relax e ci rallegrano nonostante l’estate sia finita.
Chi adora le castagne potrà approfittare dei mesi autunnali per andare a raccoglierle. Molti di voi ricorderanno le gite dell’infanzia in cui si passavano dei pomeriggi a raccogliere le castagne in compagnia di tutta la famiglia per poi ritrovarsi la sera a gustare delle ottime caldarroste. E chi sa riconoscere i funghi potrà approfittare dell’autunno per andare a raccoglierli.
4) Scattiamo le foto più belle dell’anno
Chi ama la fotografia sa che i colori dell’autunno e la luce tipica di questa stagione sono una combinazione davvero ideale per scattare delle bellissime immagini. Pensiamo sia a fotografie dedicate alla natura di per sé sia alla scelta del paesaggio autunnale come sfondo per i ritratti. Se amate fotografare, non perdete questa occasione.
5) Ci ritroviamo con gli amici per raccontarci le vacanze
Alla fine dell’estate e con l’inizio dell’autunno è bello incontrare di nuovo gli amici dopo il ritorno dalle vacanze. Ognuno avrà sicuramente delle storie da raccontare e sarà divertente ricordare insieme l’estate ed iniziare ad organizzare qualche attività da svolgere insieme durante l’autunno.
6) Le serate di pioggia in compagnia di un libro sono fantastiche
L’autunno è accompagnato anche dal ritorno delle serate di pioggia dopo il caldo estivo. Quando ci si sente un po’ stanchi e si vorrebbe riposare, è fantastico trascorrere una serata tranquilla sulla poltrona o sul divano in compagnia di un libro e di una tazza di tè o di una ottima cioccolata calda.
7) Non fa ancora troppo freddo per gite all’aria aperta e pic-nic
All’inizio dell’autunno non fa ancora così tanto freddo da dover rinunciare ad una gita all’aria aperta. Anzi, anche durante l’autunno potremmo avere la fortuna di ricevere in regalo dei fine settimana dalle temperature quasi estive. Dunque è il momento di organizzare una bella gita in campagna o in montagna e magari anche un pic-nic.
In base al luogo in cui viviamo anche in autunno possiamo continuare a coltivare l’orto. Il segreto è avere un minimo di organizzazione e prevedere ciò che vorremo raccogliere in autunno già durante l’estate. Poter avere a disposizione zucche e cavoli dal nostro orto durante i mesi autunnali sarà davvero una grande soddisfazione.
9) Abbiamo più tempo per l’autoproduzione e il fai-da-te
Si sa, non sempre in autunno il tempo è clemente, ma possiamo dedicare le giornate di pioggia a tutto ciò che amiamo, a partire dall’autoproduzione, dal fai-da-te e dai lavoretti da realizzare con i bambini. Magari proviamo a preparare in casa il pane e le conserve e a realizzare dei semplici giocattoli fatti a mano.
10) Finalmente possiamo riunirci attorno al camino
Se potete in autunno non perdete l’occasione di riunirvi attorno al camino o alla stufa con le persone più care. Il tepore del camino è davvero accogliente e la compagnia degli amici e della famiglia durante le serate autunnali scalda il cuore e aiuta a ridurre lo stress. E per chi non ha il camino? Create comunque un punto di incontro accogliente: magari preparate una torta o dei biscotti e preparatevi a sfidarvi con una partita a carte o con i giochi da tavolo.
Lo so che , chi fra i mie contatti s'occupa di tali cose ed ha ampie vedute come me , lo sapra già , ma io scrivo e condivido specialmente per quelli \ e che non lo sanno o lo hanno dimenticato.
E poi lo sapete che io scrivo e riporto molte volte , ed è questo è il caso , quello che dice questa una famosa canzone \ poesia
È una storia da dimenticare
è una storia da non raccontare
è una storia un po' complicata
è una storia sbagliata.
Cominciò con la luna sul posto
e finì con un fiume d'inchiostro
è una storia un poco scontata
è una storia sbagliata.
Storia diversa per gente normale
storia comune per gente speciale
cos'altro vi serve da queste vite
ora che il cielo al centro le ha colpite
ora che il cielo ai bordi le ha scolpite.
(....)
Ecco il segreto che si nasconde dietro le nostre extension con capelli veri di Dominella Trunfio da https://www.greenme.it/vivere/costume-e-societa/ di settembre 2016.I due video dell'articolo ) il primo il trailler in italiano , il secondo quello integrale in inglese ) sono il Documentario di Raffaele Brunetti e Marco Leopardi.Prodotto da B&B Film in coproduzione con: ARTE RAI OHM YLE TERRA . Esso è Il viaggio dei capelli di una giovane donna indiana. Offerti al tempio e poi trasformati in preziose hair extension in Italia, gli stessi capelli torneranno in India per soddisfare la vanità di una donna in carriera di Bombay. Un racconto sul culto della bellezza nellera della globalizzazione. Un inedito ritratto dellIndia doggi con le sue contraddizioni, tra modernità, crescita economica e tradizioni millenarie.
Vi siete mai chiesti da dove arrivano le extension di capelli veri? Effettivamente è molto difficile immaginare che dietro alle folte chiome dei colori più svariati si nascondano storie di povertà, di inganni e soprattutto di tradizioni religiose.
Si trovano ormai in qualsiasi negozio, sono gettonatissime, e non solo tra le star di Hollywood. Sebbene molte provengano dal mercato cinese, è soprattutto quello indiano ad essere il più ambito.
Il viaggio delle extension inizia, infatti, laddove le donne possono vantare splendidi capelli forti, lucenti e lunghissimi, laddove qualcuno ha scoperto che venderli può valere una fortuna da oltre 250 milioni di dollari l’anno. Le donne che offrono i loro capelli a Vishnu
Con i capelli sciolti, abiti luminosi e pelle colorata dall’hennè ogni anno, centinaia di donne (ma anche uomini) raggiungono a piedi i templi di Tamil Nadu e Andhra Pradesh per adorare Vishnu alla quale offrono in dono i loro capelli.
Il tutto è ovviamente legato a tradizioni indù, ce ne sono differenti.Secondo una delle tante, la divinità maschile dopo un colpo d’ascia in testa, perse parte dei suoi capelli e l’angelo Nila Devi gli offrì qualche ciocca delle sue. Un gesto così apprezzato che da quel momento in poi, mito vuole, che chiunque doni i suoi capelli a Vishnu riceva in cambio un miracolo o la realizzazione dei propri desideri.
Secondo il documentario "Hair India", i pellegrini indù donano i loro capelli nel tentativo di purificarsi. Il protagonista è sempre Vishnu. La tradizione dice la divinità abbia chiesto un prestito per pagare il suo matrimonio e che i fedeli debbano contribuire a sanarlo offrendogli i loro capelli. Secondo un'altra tradizione, poi, le donne si rasano per mettere da parte la loro vanità, come la quarantenne Punari Aruna, accompagnata al tempio da 25 parenti. "E’ la quinta volta che dono i miei capelli, perché offrendoli al dio cedo il mio ego".
E fin qui non ci sarebbe nulla da discutere. Ogni popolo rispetta le proprie tradizioni, il proprio credo, sia esso induista, musulmano, cattolico. Qui comincia il lato oscuro della storia delle extension: nel momento in cui questo sacrificio religioso si trasforma in un business.
Da sacrificio religioso a business mondiale
Ogni mese i templi indù raccolgono tonnellate di capelli umani perché chiunque, almeno una volta nella vita, si rivolge a Vishnu per chiedere qualcosa in cambio. Ad esempio che il raccolto vada bene, che la figlia si sposi, che gli animali siano in salute. Si tratta in maggioranza di donne che vivono nella povertà più assoluta.
Il maggior centro di raccolta del mondo è il tempio di Tirupati, dedicato a una reincarnazione della divinità maschile, dove vengono tagliate e smistate oltre 70 tonnellate di capelli l’anno.
I capelli vengono tagliati nei "luoghi della felicità", al secolo nelle Kalyankattan, 18 grandi stanze dove oltre 650 di barbieri sono pagati una miseria per rasare completamente i capelli delle persone in fila.
Una coda interminabile composta da donne, uomini e tantissimi bambini. Il taglio avviene in maniera netta e veloce: si entra con capelli lunghissimi e si esce con la testa completamente calva. Seduti sul pavimento, i barbieri tagliano prima la coda di cavallo con le forbici, subito dopo usano il rasoio e infine, lavano la testa per pulirla dal sangue. I fedeli aspettano anche cinque ore in fila, poi sperano nella benedizione divina, dopo aver mostrato il risultato alla statua di Visnu.
Quei capelli che un tempo venivano ammassati a terra e poi bruciati subito dopo il taglio vanno oggi a creare ciocche di extension e parrucche (quelli degli uomini, spazzole). Secondo un report pubblicato su The Guardian, il desiderio occidentale di avere capelli lunghissimi e folti ha portato alla creazione di un vero e proprio business senza scrupoli.
Nel giro di pochi giorni, infatti, le tonnellate di capelli donate senza scopo di lucro vengono portate al porto di Chennai da li, arrivano in Gran Bretagna, America e Francia sottoforma di extension. E ovviamente, dei lauti guadagni, niente va a coloro che donano i loro capelli che spesso, vengono ingannati con la promessa che i soldi ricavati dalla vendita, serviranno a scopo benefico per finanziare orfanotrofi e ospedali."Per esempio, abbiamo finanziato l'educazione dei bambini attraverso la costruzione di scuole. Abbiamo distribuito circa 30mila pasti gratuiti ogni giorno per i poveri", sostengono dal tempio Tirumala.
La verità però è che spesso i guadagni finiscono nelle tasche di commercianti senza scrupoli.
Il lungo viaggio dei capelli che si trasformano in extension
I capelli vengono ammassati in cesti e deposti in un grande magazzino, vengono poi venduti online alle aziende che trattano capelli umani. Una tonnellata è pari alla donazione di circa 3mila donne, ma non c’è pericolo che il mercato vada in crisi.
Se non vengono acquistati da aziende produttori di extension o parrucche, i capelli finiscono per riempire materassi. I sacchi di yuta vengono venduti per 200 o 400 euro al chilo. Una volta decolorati, tinti e cuciti insieme in piccole ciocche, inizia la distribuzione in tutto il mondo, con prezzi che arrivano anche a 2mila euro per una testa completa.
Tra le aziende che acquistano dai templi c’è la Great Lenghts, che ha sede a Roma. Qui, dopo averli lavati in grandi vasche, i capelli vengono stirati a mano e legati in fasci da 200 filamenti ciascuno. Sono poi confezionati in scatole di cartone e spediti a Nepi, dove vengono tolti i pigmenti attraverso una soluzione specifica.
A questo punto, la riflessione potrebbe partire da un presupposto: assodato che le extension piacciono e vengono molto usate, si potrebbe ormai approfittare delle tradizioni per offrire un guadagno alle proprietarie dei capelli e non per sfruttarle e basta. Acquistare così si trasformerebbe in qualcosa di equo e solidale e non in un business in cui, tanto per cambiare, ci guadagnano in pochi. E non certo i bisognosi.
Allo stato attuale, le ciocche di capelli che vengono donate ai templi costituiscono solo il 20% del totale dei capelli provenienti dall’India e per questo si teme che il resto sia frutto di violenze e intimidazioni perpetrate soprattutto tra i bambini. E quindi, per rispondere alla domanda iniziale: dietro le extension si nasconde l'ennesima storia di sfruttamento e di povertà.
Spetttabile Briatore
Ha ragione sui sardi e turismo , ma ha pisciato fuori dal vaso .. ehm sbagliato indirizzo . Infatti cosi offende tutti noi sardi , compresi quelli che frequentano , dandole da mangiare il suo minchioner ops bilioner , in quanto l'accusa andava rivolta ai nostro politicanti . Se la sardegna non ti piace e non ti piaciamo perchè c.... continui a tenere la tua attività invece di venderla o a qualche sardo capace o qualche altro comntinentale che , e mi che ce ne sono , che capiscono cosa siano il rispetto dei luoghi e delle persone in cui lavora . A me che lei non abbia voluto , per mantere alta l'attenzione da parte dei media ( non solo quelli di gossip ) anche nel periodo di bassa stagione , sparare una cazzata
Continua la polemica di Mister Billionaire. L’assessore regionale Maninchedda: "A parole stupide preferisco non rispondere"
Briatore e la Sardegna: "Posti straordinari, ma i sardi vogliono fare i pastori non turismo"
In un convegno in Puglia, il
patron del Billionaire accusa gli amministratori sardi di non aver
risolto il problema del caro trasporti e di non saper sfruttare le
potenzialità turistiche dell'isola. Acceso dibattito sui social
dalla nuova sardegna del
SASSARI. "La Sardegna ha posti straordinari. Il problema è che i sardi
vogliono fare i pastori e che il turismo non sanno cos’è".
Flavio Briatore, il patron del Billionaire di Porto Cervo, apre un
nuovo fronte nella sua battaglia contro la gestione dell'industria
turistica da parte della Sardegna. Lo fa durante un dibattito pubblico a
Otranto, in Puglia, sul tema "Prospettive a Mezzogiorno".
Briatore boccia il modello turistico italiano, partendo proprio dalla
Sardegna del suo Billionaire. Intanto per il caro traporti: "Hanno
un'isola e non lo sanno - dice Briatore alla platea del convegno -
pensano che la gente arrivi per caso. La gente arriva o via mare o via
aerea: sono due monopoli, per cui fanno i prezzi (che vogliono). Se tu
vai da Barcellona a Maiorca, quattro persone sul traghetto spendono 600
euro. Da Genova ad Algheroi ne spendono 1600".
"L'80 per cento degli amministratori - aggiunge ancora Briatore - non
ha mai preso un aereo. Come si fa a parlare di turismo senza averlo mai
visto?".
"La Sardegna ha posti straordinari. Il problema è che i sardi vogliono
fare i pastori e che il turismo non sanno cos’è": ne ha per tutti Flavio
Briatore nel dibattito pubblico 'Prospettive a Mezzogiorno' a cui ha
partecipato a Otranto. Boccia il modello turistico italiano su tutta la
linea, partendo proprio dalla Sardegna del suo Billionaire: "L'80 per
cento degli amministratori non ha mai preso un aereo. Come si fa a
parlare di turismo senza averlo mai visto?>. E poi passa alla Puglia,
dove l’estate 2017 aprirà il Twiga Beach di Otranto grazie a una
cordata di imprenditori locali: “Se volete il turismo servono i grandi
marchi e non la pensione Mariuccia, non bastano prati né musei, il
turismo di cultura prende una fascia bassa di ospiti, mentre il turismo
degli yacht è quello che porta i soldi, perché una barca da 70 metri può
spendere fino a 25mila euro al giorno" (video di Chiara Spagnolo)
Briatore è poi passato alla Puglia, dove nell’estate 2017 aprirà il
Twiga Beach di Otranto grazie a una cordata di imprenditori locali: “Se
volete il turismo servono i grandi marchi e non la pensione Mariuccia,
non bastano prati né musei, il turismo di cultura prende una fascia
bassa di ospiti, mentre il turismo degli yacht è quello che porta i
soldi, perché una barca da 70 metri può spendere fino a 25mila euro al
giorno"
Sulle affermazioni di Briatore si è scatenato un acceso dibattito, in
particolare sui social: centinaia i commenti, molti contro e molti a
favore delle affermazioni di Briatore
per la sezione avvocato delle cause perse intervisto Mario placanica .
Ora qualcuno dell'estrema sinistra storcerà il naso e magarti mi toglierà il contatto o mi rimuoverà dai loro gruppi , ma nell'omicidio perché d'esso si tratta ( se fosse avvenuto per legittima difesa che bisogno c'era di depistare , occultare , depistare , manomettere la scena del fatto e il cadavere , minacciare fotografi e fare messe in scena davanti alle telecamere , e non dare la possibilità alla famiglia di far fare una controperizia sul cadavere ) di Carlo giuliani ci sono diverse stranezze che fanno si che Placanica sia un capo espiatorio ( lo ha dichiarato lui stesso a questo giornale ) .
Inoltre se Placanica fosse l'assassino che interesse avrebbe , nonostante sia stato assolto a far riaprire il caso chiedendo che una nuova Ctu ( consulenza tecnico balistica in quanto non hanno mai estratto dal cadavere un suo proiettile e il vero proiettile non si è mai trovato e secondo lo stesso Placanica la ferita che aveva Giuliani sulla fronte l'hanno causata loro per togliere il proiettile .
Dopo questa premessa veniamo all'intervista , ovviamente a 360 gradi cioè non solo sul g8 e il caso giuliani
1) viste le diverse versioni che hai dato sui fatti di piazza alimonda qual'è quella definitiva ?
A MIO PARERE FACENDOMENE UNA RAGIONE DI VITA QUOTIDIANA IL PROIETTILE CHE UCCISE IL POVERO CARLO NON PROVENIVA DALLA MIA PISTOLA BENCHE' VICINI ,ED ANCHE LA STORIA DELLA SCHEGGIA DEVIATA SOTTO L'OCCHIO UNA MONTATURA, CARLO AVEVA IN FRONTE UNA CICATRICE A FORMA STELLARE,SOLO UN PROIETTILE DI FUCILE FAL PUO' INCIDERE UNA IMPRONTA DEL GENERE.
2) come mai a distanza d'annimi pare dal 2007\8 e nonostante sia stato proscilto in maiera definitiva riprendi le tue denunce non è che c'è una soprtas di vendetta nei loro confronti ?
NO DA PARTE MIA NESSUNA VENDETTA, MI RITENGO A MIO AVVISO INNOCENTE E VOGLIO GIUSTIZIA PER CARLO.
2)sei sicuro che la richiesta di una nuova perizia balistica venga accolta , e soprattutto eseguita correttamente , visto che per esempio
Nell'agosto del 2009, i giudici della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo nella sentenza pronunciata sul caso hanno stigmatizzato la decisione della procura di autorizzare la cremazione il 23 luglio, prima di conoscere i risultati dell'autopsia, soprattutto in considerazione del fatto che la procura stessa ha giudicato superficiale il rapporto autoptico. La Corte ha inoltre espresso biasimo per l'intervallo di tre sole ore concesso ai familiari di Giuliani tra la notifica dell'autopsia e l'esame stesso, cosa che secondo i giudici di Strasburgo ha verosimilmente impedito ai genitori di incaricare un proprio consulente.
QUESTO NON LO SO MA RIAPRENDO IL CASO FAREMO IN MODO CHE RIEMERGANO I FATTI DI PIAZZA ALIMONDA IN TOTUS ANCHE SENZA CHE CI SIA IL CADAVERE ,E QUESTO MI RAMMARICA PERCHE' POTEVA ESSERE FONTE DI PROVA.
3) ci puoi dire il nme di questa associazione che ti aiuterà con le spese legali ?
PER QUANTO RIGUARDA QUESTA ASSOCIAZIONE CHE MI AIUTERA' NE PARLERO' IN SEGUITO.
4) nutri odio verso l'arma ?
NO NON NUTRO NESSUN ODIO VERSO L'ARMA ,MI SENTO SOLO ABBANDONATO DAI MIEI AMICI CARABINIERI, DA UNA ISTITUZIONE CHE RAPPRESENTAVO.
5) se ti fosse data la possibilità rientreresti in polizia o nell'arma ?
SE POTESSI RIENTRARE RIENTREREI NELL'ARMA DOVE ERO COLLOCATO, ERA IL MIO SOGNO DA BAMBINO DIVENTARE DEI ROS.
6) sei pentito oltreche deluso del periodo trascorso nell'arma prima del g8 ?
NO NON SONO DELUSO, NON HO BEI RICORDI PERCHE' DOVEVO RIGARE DRITTO MA LO FACEVO ORGOGLIOSAMENTE.
7) a che punto sono i tuoi procedimenti giudiziari quello del 2004 per presunta estorsione e spaccio di droga ., quello intentato dalla tua ex cioè Denuncia e indagine per violenza sessuale e maltrattamenti contro minore ?
NO NEL 2004 NESSUN PROCEDIMENTO PER DROGA, BENSI SONO SOTTO PROCESSO A CAUSA DELLA MIA EX MOGLIE, MA ANCORA NON SI E' RISOLTO MA SONO FIDUCIOSO PERCHE' ANCHE IN QUESTO SONO VERAMENTE INNOCENTE E VE LO DICO CON IL CUORE NON C'E' STATA NESSUNA VIOLENZA ,ANZI IO SONO CONTRARIO.....
8) Il 3 agosto 2003, durante un periodo di congedo per malattia, mentre viaggiavi da solo su una Ford Focus, fosti vittima di un grave incidente perdendo il controllo del mezzo e gettandosi dallo sportello mentre l'auto finiva contro un albero, sulla statale 106, all'interno del comune di Belcastro, hai riportayto la rottura di una clavicola, di alcune costole e la lesione di tre vertebre. Vittorio Colosimo, il tuo legale affermò la sera dell'incidente: La dinamica dell'incidente stradale in cui è rimasto coinvolto Mario Placanica non è chiara. A prima vista, l'episodio appare inspiegabile. e annunciò la nomina di un perito ipotizzando un sabotaggio. Infatti tu temevi che qualcuno potesse danneggiare la sua auto per provocarti un incidente. La decisione non venne poi messa in atto. Come mai , hai lasciato che l'inchiesta aperta dalla procura di Catanzaro sia finita archiviata?
NON PRESI DECISIONI IO SULL'ARCHIVIAZIONE MA L'AVVOCATO COLOSIMO, IN OSPEDALE VENNE MICHELE TRAVERSA DI AN PRESIDENTE DELLA PROVINCIA E DISSE A MIO PADRE CHE MI AVREBBERO PAGATO L'AUTO DISTRUTTA PERCHE' C'ERA FANGO SULLA STATALE PROVENIENTE DALLA COLLINA, MA NESSUN RISARCIMENTO NE PER L'AUTO E NEMMENO PER I DANNI FISICI.
9) qualcosa d'aggiungere , rettificare , qualche appello da fare ?
PURTROPPO A CAUSA DELLA PERDITA DI LAVORO VIVO CON LA PENSIONE E NON MI BASTA NEMMENO PER AFFRONTARE UN PROCESSO E CHIEDO AIUTO A CHI VOLESSE CONTRIBUIRE ALLA MIA RIPRESA COSA CHE AVREI FATTO IO CON LE ALTRE PERSONE AD EFFETTUARE UNA RICARICA SULLA MIA POSTEPAY 4023 -6006-5458-6835 CODICE FISCALE PLCMRA80M13C352Z