ma andate a cagare sciacalli ed imbecilli e qui mi fermo per non abbassarmi al vostro infimo livello. Va bene avere dubbi perchè ancora
Ci sono ancora dei punti oscuri nella terribile vicenda del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso ieri da due americani con 8 coltellate in via Cossa a Roma. Zone d'ombra che purtroppo, anche se chiarite, non potranno riportare indietro le lancette e cancellare il drammatico epilogo.
La richiesta di aiuto. Sergio Brugiatelli, l'uomo a cui i 2 americani tolgono il borsello per poi ricattarlo, a chi si rivolge per segnalare di essere vittima di estorsione? L'Arma dei carabinieri risponde al quesito sostenendo che l'uomo ha fermato una gazzella dei carabinieri di Monteverde e che i militari avrebbero diramato la notizia a tutte le pattuglie della zona. Fonti non ufficiali sostengono che la richiesta di aiuto per l'estorsione sia arrivata in via informale al collega del vicebrigadiere ucciso.
La richiesta di aiuto. Sergio Brugiatelli, l'uomo a cui i 2 americani tolgono il borsello per poi ricattarlo, a chi si rivolge per segnalare di essere vittima di estorsione? L'Arma dei carabinieri risponde al quesito sostenendo che l'uomo ha fermato una gazzella dei carabinieri di Monteverde e che i militari avrebbero diramato la notizia a tutte le pattuglie della zona. Fonti non ufficiali sostengono che la richiesta di aiuto per l'estorsione sia arrivata in via informale al collega del vicebrigadiere ucciso.
La telefonata agli americani. Da quale cellulare Brugiatelli ha chiamato il suo, in mano ai due americani? I termini dell'estorsione a chi sono stati spiegati? A Brugiatelli o a qualcuno che gli ha prestato il cellulare per poter chiamare il suo? Nel decreto di fermo dei due americani questo passaggio non è chiarito. Versioni non ufficiali e dunque non confermate dall'Arma dicono che la chiamata al cellulare di Brugiatelli potrebbe essere arrivata da una donna.
L'intervento dei due carabinieri. All'appuntamento fissato dagli americani per restituire il borsello in cambio di 100 euro i due militari arrivano in borghese dalla stazione Piazza Farnese dove prestano servizio. Hanno raccolto la segnalazione dei colleghi di Monteverde via radio? Se sì, hanno comunicato che stavano intervenendo da soli per risolvere la controversia? Una volta arrivati e qualificatisi, cosa è accaduto prima che l'americano tirasse fuori il coltello? E dopo?
L'equivoco sulla nazionalità. Alle 4 e 2 minuti del 26 mattina al 112 arriva la chiamata con la richiesta di soccorsi per un carabiniere ferito a terra. Viene fornita una descrizione dei due aggressori: "trattasi di nordafricani. Alti 1 metro e 80, uno indossa camicia viola, uno a scacchi con capelli mesciati. La vittima è carabiniere ferito con 7 coltellate più una al cuore". A segnalare una nazionalità errata è la voce che chiama il 112 o l'errore è del militare sopravvissuto che ha chiesto aiuto a un passante?
ma qui
«Cosa ci nascondono?»: i sovranisti non credono alla confessione dell’americano sul carabiniere ucciso
«Cosa ci nascondono?»: i sovranisti non credono alla confessione dell’americano sul carabiniere ucciso
E così, con l’acutezza tipica del sovranista, loro semplicemente NON ci credono: “Hanno rimediato un reo confesso ‘bianco’ in poche ore perché temono seriamente la ribellione delle forze dell’ordine”, dice ad esempio Maria Grazia nei commenti del Giornale, perché è evidente che se il colpevole non è nero allora è tutto un complotto. Anche Silvia non si convince e per Lello è tutto troppo strano: una tragedia che faceva loro orrore come il cacio sui maccheroninon può essere rovinata così.
C’è troppo che non va in questa storia: prima dicono che sono nordafricani e ci prepariamo tutti i bannerini sull’immigrazione come invasione da mettere nel profilo e poi ci tolgono tutto quando abbiamo già pubblicato. Si tratta per forza di un complotto.
Hey, ma un americano è un afroamericano!1!
Ma c’è anche chi non si rassegna. Ad esempio c’è Richard, che non a caso ha la palma di fan più attivo nei commenti della pagina, il quale capisce subito al volo che qui qualcuno ci sta giobbando con le parole: “Americani nel senso di afroamericani”, spara, anche se il ragazzo che ha confessato l’omicidio è bianco e biondo.
E anche Annamaria non è tipa da lasciarsi fregare facilmente: “Americani? E’ un parolone… Studenti? Ma come sono capaci di accomodare gli articoli! Girano sempre la frittata per distorcere la realtà, ma noi non siamo mica idioti!“. No, no, si vede a prima vista.
Il migliore di tutti però resta Marco Gervasoni, che non a caso insegna Storia contemporanea all’Università del Molise e Storia comparata dei sistemi politici all’Università Luiss di Roma. Lui l’ha capito subito che “difficilmente i media mainstream ci diranno quel che è accaduto”, perché “in Germania c’è un accordo tra i giornali per nascondere i reati commessi da immigrati” (il che è falso, ma non importa).
Oddio, il fatto che l’americano abbia confessato dimostra che c’è poco, pochissimo da nascondere in questa brutta storia in cui è morto un innocente che aveva soltanto la colpa di svolgere il suo lavoro. Nel senso che grazie alla confessione possiamo tranquillamente dare per assodato che a questi di chi è morto non importa nulla: importa solo di trovare qualcuno su cui riversare il proprio odio.
Nessun commento:
Posta un commento