27.12.20

come sopravvivere alle festività con il covid natale 2020 \2021 puntata 7 CAPODANNO 2021: FESTEGGIARE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

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Per la prima volta  , se  non vado errato  ,  dal secondo dopo guerra   il brindisi di Capodanno dovrà tenere conto anche dell'orario del coprifuoco. E il cenone sarà sobrio come mai nel passato. In questi giorni l'onda lunga dei preparativi si infrange contro le incognite dei divieti che regoleranno il veglione nell'epoca del Covid.  sarà bene abituarsi da subito all'idea che non potrà essere un Capodanno come gli altri. Niente movida. No agli assembramenti nelle piazze. Il coordinatore del Comitato tecnico scientifico ha già suggerito ai

giovani di fare almeno un tampone rapido prima di andare a casa dei più anziani. E il governo ha invitato al buonsenso. Eccolo finalmente giunto al termine, questo orripilante   2020.Il desiderio di festeggiare in grande la fine di un anno ricco di sacrifici come quello appena trascorso è innegabile ma bisogna pur fare i conti con le limitazioni imposte dal governo per il contenimento della pandemia. Cosa fare dunque?  ecco    i miei consigli  integrati ,insieme  alle immagini , a  quelli   suggeriti dal   sito https://www.eventicapodanno.com per   eccellenza   per  chi vuole organizzare  il capodano  in questo  caso  capodanno-coronavirus/  del 5 Novembre 2020 by Michela

Capodanno ai tempi del Coronavirus

Molti  di   noi  , specie  chi  ama l'aspetto festaiolo  del periodo  natalizio     si sarà  senz’altro fatto questa domanda a fronte degli ultimi accadimenti a livello mondiale. Il Covid-19 ha e  sta  cambiando  nolenti  o non  la vita di tutti e anche le abitudini.  Le restrizioni a cui dobbiamo far fronte per limitare il contagio potrebbero cambiare anche le nostre abitudini per la festa dell’anno? Forse sì! Visto soprattutto i nuovi decreti. Non sappiamo come,  visto  che   il numero dei contagi e  dei morti     è  altalenante   s'evolverà  la  situazione  fino al 31 dicembre, ma si possono dare comunque darti alcuni consigli per festeggiare il Capodanno 2021 in sicurezza con chi ami.

Ci sono alcune restrizioni da rispettare:

  • usare la mascherina all’aperto e in luoghi chiusi
  • mantenere la distanza di almeno 1 metro dalle altre persone
  • igienizzarsi spesso le mani
  • evitare assembramenti, strette di mano, abbracci.

Quindi non si può festeggiare il Capodanno se c’è il Covid ?  Invece Si può, ma con qualche accorgimento in più.

Per evitare gli assembramenti, non saranno consentiti i tradizionali concerti, balli e feste del Capodanno in piazza. I locali sono  chiusi Stanno però prendendo vita molti eventi online dal mondo che potrai vedere direttamente da casa tua: lo spettacolo unico dei fuochi d’artificio di Sydney, il Ball Drop da New York, concerti per tutti i gusti, dalla musica rock a quella di Justin Bieber. Insomma, ce n’è per tutti i gusti.

Capodanno e Coronavirus: la festa in casa

Capodanno e Coronavirus

Per prima cosa, la festa in casa! A tal proposito, scarica subito la  guida gratuita sul Capodanno a casa di  https://www.eventicapodanno.com/. Il Capodanno 2021 sarà diverso da quelli precedenti, ma puoi dare il benvenuto al nuovo anno con le persone che ami, senza l’incubo del Coronavirus.

IN FAMIGLIA

Quest’anno possiamo dare maggior valore alle cose semplici e alla nostra famiglia, creando una vera festa che soddisfi a pieno tutti.

  • Il pomeriggio del 31 dicembre. Organizza un pomeriggio all’insegna dell’intrattenimento. Ecco come: prepara insieme alla tua famiglia il dolce previsto in menu oppure i festoni da appendere. Munisciti di carta colorata, forbici e creatività!
  • Il cenone. Il momento di riunirsi attorno al tavolo. Puoi decidere se preparare tu stesso il cenone oppure ordinare a domicilio. Noi ti consigliamo di non strafare: un po’ ordinato e un po’ preparato
  • Il brindisi. Prepara un cocktail analcolico per i più piccoli che festeggeranno con te! Con il brindisi finale è bene preparare una sorpresa. Un regalo per i bambini, un gioco da proporre. Oppure puoi videochiamare qualche amico e brindare con loro.

IN COPPIA

Capodanno in coppia ai tempi del Coronavirus

Gli scorsi anni non sei mai riuscito a ritagliarti un ultimo dell’anno con la tua dolce metà? Ecco l’occasione giusta:  sempre  secondo  https://www.eventicapodanno.com/ per festeggiare in coppia il Capodanno 2021

  • Dedica questa serata a voi 2 tra romanticismo e divertimento
  • Luci soffuse: puoi stupire la tua dolce metà creando un’atmosfera romantica.
  • Prendi una buona bottiglia di vino. Brindate al vostro amore e al nuovo anno con del buon vino tipico della vostra terra.
  • Un tocco di creatività: aggiungi nei piatti del menu un tocco di romanticismo. Ti basterà creare delle forme di cuore in cucina, comprare delle tovagliette rosse oppure delle lucine bianche per rendere l’ambiente più colorato e creativo!
  • Organizza dei giochi simpatici con domande sulle date importanti della vostra storia d’amore e vediamo chi vince… Di solito è sempre la donna😂😃 !
  • Organizza una videochiamata con la vostra coppia di amici rimasta a casa come voi.

CON GLI AMICI

Capodanno con amici ai tempi del Coronavirus

Come fare una bella festa con gli amici? Ecco come comportarsi.

  • Scegli al massimo 9 persone a cui tieni molto da invitare a casa. Se hai una comitiva più grande, organizzatevi con più feste e dividetevi in gruppi da 10.
  • Scegli la stanza più grande di casa e imbandisci la tavola.
  • Prepara un aperitivo per i tuoi ospiti: saranno felici di condividere un brindisi homemade prima del cenone!
  • Prepara anticipatamente il menu e invialo ai tuoi ospiti: puoi chiedere loro di portare ognuno qualcosa oppure… puoi sempre optare per una consegna a domicilio e goderti interamente la serata!
  • Ci saranno momenti in cui si potrebbero creare “assembramenti”. Difficile evitarli quando ci si vuole bene e si sta insieme! Ma puoi organizzare dei giochi da tavola o in coppia, per mantenere le giuste distanze.
  • Puoi videochiamare gli altri tuoi amici per essere tutti insieme al momento del brindisi. Non sarà come essere vicini ma potrai fare loro i tuoi auguri virtuali.

DA SOLI



Il Capodanno per  tante persone  è una festa entusiasmante e piacevole   che si trascorre in compagnia di parenti e amici. Tuttavia,  soprattutto in  tempi come  questi  .  si può festeggiare in molti modi anche da soli, senza essere necessariamente tra amici o famigliari, ma vivendo(  almeno ci  si prova  )   ugualmente lo spirito dei festeggiamenti in onore dell'anno nuovo.
 http://www.undercult.it/capodanno-da-soli-idee/

Chi l'ha detto che la notte di San Silvestro bisogna per forza agghindarsi a festa, uscire, partecipare a party e divertirsi a tutti i costi? Oramai la società è cambiata si può andare in giro in qualunque momento dell'anno e forse il periodo peggiore per spendere i soldi è proprio
questo.
É anche vero che si può decidere di trascorrere le festività organizzando cene e aperitivi nelle proprie abitazioni per cercare di contenere le spese, ma perché   non valutare di trascorrere il capodanno da soli a casa? Soprattutto se si è single e non si ha voglia di festeggiare o per vari motivi non si può organizzare un viaggetto, questa potrebbe essere l'occasione per dedicarsi a se stessi, in fondo con gli amici e i parenti si può uscire in qualunque altra giornata dell'anno e ogni tanto è bello andare controcorrente  !
 Ecco quindi che  


 sostanzialmente quando si può rimanere soli con se stessi, io credo che si riesca ad avere più facilmente contatto con il circostante, e il circostante non è fatto soltanto di nostri simili, direi che è fatto di tutto l’universo: dalla foglia che spunta di notte in un campo fino alle stelle. E ci si riesce ad accordare meglio con questo circostante, si riesce a pensare meglio ai propri problemi, credo addittura che si riescano a trovare anche delle migliori soluzioni, e, siccome siamo simili ai nostri simili credo che si possano trovare  soluzioni anche per gli altri.
Con questo non voglio fare nessun panegirico né dell’anacoretismo né dell’eremitaggio, non è che si debba fare gli eremiti, o gli anacoreti; è che ho constatato attraverso la mia esperienza di vita, ed è stata una vita (non è che dimostro di avere la mia età attraverso la carta d’identità), credo di averla vissuta; mi sono reso conto che un uomo solo non mi ha mai fatto paura, invece l’uomo organizzato mi ha sempre fatto molta paura 
                         de  F.De.Andre   spiega  il  suo  disco  anime  salve    
Ecco come non cadere in depressione se si decide di trascorrere il 31 dicembre in solitudine e come trasformare questo momento in qualcosa di positivo.  Infatti  Festeggiare Capodanno da soli non è un’onta né una tragedia: è un diritto (ma non un dovere) di tutti coloro che non hanno nessuna idea per Capodanno o si ritrovano single, con la febbre o semplicemente lontani da casa.
Sei solo o le alternative proposte dai tuoi amici proprio non ti vanno giù? Non ti preoccupare: festeggiare in grande il 31 dicembre non è obbligatorio, per quanto spesso sembri tale. La scelta di celebrare Capodanno da soli è una scelta controtendenza(  e  dalla  massa  viene  visto  come  strano  e stravagante )  e mentre tutti si ammassano fuori a fare baldoria, pagando cifre assurde e alla fine divertendosi il giusto (capita spesso e volentieri), tu puoi dedicarti alle tue passioni e a trascorrere una serata tranquilla in armonia con te stesso. I modi per festeggiare Capodanno da soli sono molti di più di quelli che pensi! Tutto dipende da cosa vuoi fare, se preferisci stare a casa o uscire, se ami la solitudine o proprio non puoi fare a meno della compagnia. Ecco qualche idea per festeggiare il Capodanno da solo:   Ecco come fare   in  tempi di covid 
[...] 

Festeggiare in Casa

  1. Immagine titolata Celebrate New Years Alone Step 4
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    Organizza una festa per uno. È il momento ideale per chiuderti in casa, viziarti con acquisti che normalmente non faresti e festeggiare con tutto ciò che ti piace: prepara i tuoi antipasti preferiti, stappa una bottiglia di spumante e segui i festeggiamenti da tutto il mondo in TV; pulisci e metti in ordine la casa, addobbandola con tutte le decorazioni che hai e accendi qualche candela per dare velocemente un tocco di classe.
  2. Immagine titolata Celebrate New Years Alone Step 5
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    Cerca le grandi occasioni e le offerte per lo shopping on-line. Mentre la maggior parte dei tuoi amici e dei tuoi familiari sono fuori, tu potresti approfittare delle grandiose offerte post-natalizie: spesso i commercianti propongono offerte a ridosso dell'ultimo dell'anno per attirare più clienti prima che il grande commercio delle festività sia finito;[2] in altre parole ci saranno più offerte a tua disposizione, così potrai iniziare l'anno nuovo con vestiti e accessori nuovi acquistati a prezzi più bassi.
  3. Immagine titolata Celebrate New Years Alone Step 6
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    Dedicati a te stesso. Puoi goderti la festa comodamente e in pieno relax guardando i festeggiamenti in TV, facendo un lungo bagno con oli, perle da bagno, sali o bombe da bagno per arricchire e impreziosire l'esperienza, preparando una maschera per il viso o per i capelli oppure suonando la musica rilassante che di solito non riesci ad ascoltare in altri momenti: sono tutte strategie adatte a rendere la tua serata speciale e diversa dal solito, nonché un modo perfetto per iniziare l'anno nuovo.
  4. Immagine titolata Celebrate New Years Alone Step 7
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    Guarda i film più belli dell'anno. Molte persone approfittano della fine dell'anno per rivedere i film migliori dell'anno appena trascorso; è anche un buon modo per arrivare pronto alla stagione degli Oscar dello spettacolo. Grazie ai servizi di streaming e ai noleggi di film con sconti, ci sono molte opzioni per permettersi una maratona di film dedicata alle produzioni migliori dell'anno.
    • Se i film non ti interessano, puoi ascoltare le hit dell’anno o guardare le serie TV più popolari.

Metodo3
Entusiasmarsi e Prepararsi per l'Anno Nuovo

  1. Immagine titolata Celebrate New Years Alone Step 8
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    Scrivi i tuoi buoni propositi. Il Capodanno è il giorno perfetto per porsi nuove sfide e obiettivi, anche se il 90% delle persone non li raggiunge;[3] per avere più probabilità di successo, gli esperti consigliano di condividerli con amici e parenti e impegnarsi a trovare il tempo per realizzarli: identifica i tuoi obiettivi principali e condividili sui social media, così ti sentirai più coinvolto e responsabile.
    • Scrivere correttamente i buoni propositi può essere difficile, quindi dedica una buona parte del tuo tempo a riflettere su quali cambiamenti desideri davvero realizzare.
    • Se non ti piace scrivere i tuoi obiettivi personali, scegli settori specifici come fanno altri: per esempio ci sono molti progetti comuni di rinnovamento domestico che le persone intraprendono e che hanno un impatto positivo sulla loro vita.[4]
  2. Immagine titolata Celebrate New Years Alone Step 9
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    Organizzati per l'anno nuovo. Ci sono determinati compiti che rendono l'anno nuovo più facile se li si completa in anticipo, come inserire le date importanti sui calendari e nelle agende, stilare nuovi budget e acquistare cartoline di auguri per compleanni e festività: sono tutti compiti semplici da completare che renderanno lo scorrere dell'anno molto più fluido.
  3. Immagine titolata Celebrate New Years Alone Step 10
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    Completa i progetti che hai evitato. È il momento migliore per concentrarti sui compiti che richiedono tempo e attenzione, visto che attorno a te non avrai molta gente che ti distrae, quindi passa in rassegna i documenti, i progetti di ristrutturazione della casa oppure riprendi gli hobby che hai abbandonato per sentirti produttivo e di successo prima dell'inizio di un nuovo anno; così facendo, nella tua agenda e nei tuoi promemoria ci sarà più spazio per i nuovi hobby o progetti a cui hai intenzione di dedicarti.
oppure    se    come me  non siete   settari   o selettivi    ecco  un ottimo suggerimento  di  un sito  femminile  https://www.amando.it/natale/capodanno-da-soli-a-casa.html




Credits: Foto di @thoughtcatalog | Unsplash

  1. Restare in pigiama tutto il giorno
    Per chi è stanco, stressato e ha bisogno di riposarsi, l'ultimo dell'anno è il momento giusto per restare tutto il giorno in pigiama e dormire finché si vuole perché se si trascorre il capodanno da soli a casa non bisogna nemmeno cucinare, sistemare casa e farsi belli.
  2. Andare in un centro benessere
    Se la sera del 31 dicembre si sta rintanati nella propria casetta, la mattina o il pomeriggio sono un'ottima occasione per andare in una Spa a farsi coccolare. Quando poi tutti saranno in giro di notte tu sarai rilassato e pronto per una serata con te stesso!
  3. Cucinare qualcosa di buono
    Affinché il capodanno da soli a casa non sia triste, cucinare qualcosa di particolare o comprare in gastronomia il proprio piatto preferito è l'ideale. Si può poi decidere se gustarselo sul divano con del buon vino o apparecchiare la tavola: l'importante è viziarsi!
  4. Preparare film, musica o libri
    A seconda del proprio interesse un consiglio è preparare una play-list di film da vedere mentre si assapora il  piatto preferito o creare una lista di buona musica da ascoltare dopo aver cenato, magari leggendo il libro che da tempo si vuole iniziare!
  5. Brindare con i vicini
    Se si hanno dei vicini simpatici che staranno a casa per San Silvestro ci si può accordare per trovarsi sul pianerottolo allo scoccare della mezzanotte e brindare insieme prima di andare a dormire!
  6. Fare un resoconto dell'anno trascorso e una lista dei desideri per il futuro
    Se si decide di trascorrere il capodanno da soli a casa, questa giornata è quella giusta per fare un bilancio dell'anno che sta per finire e stilare una lista di desideri e buoni propositi per i 365 giorni che arriveranno. Bisogna prendere un notes, mettere della buona musica e iniziare a compilare questo resoconto!
  7. Pensare ad un viaggio da fare
    Ed infine per non deprimersi troppo, chi ama viaggiare, la cosa migliore che possa fare in questa serata è iniziare a volare con la fantasia in qualche meta da sogno: pianificare il prossimo viaggio, navigare su internet alla ricerca di informazioni, cercare offerte e perché no... prenotare il biglietto aereo!




Festival di Sanremo, pubblico e artisti "in nave" Il progetto dell'organizzazione per superare l'emergenza Covid

  va bene  che     che  non si posso  fare   ancora  grandi eventi . Ma questo  modo mi sembra  ridicolo .  e poi  si  fanno figli e  figliastri  , San remo  si  ,  teatri chiusi  no   ?

(ANSA) - ROMA, 26 DIC 2020
Il pubblico di Sanremo e il cast artistico ospitato in una originale quarantena su una nave da crociera, la Smeralda, ancorata nelle acque liguri. Anticipata a Natale da Dagospia, sarebbe questa la soluzione alla quale sta lavorando l'organizzazione del Festival per garantire al palco dell'Ariston la presenza del suo pubblico di sempre e nello stesso tempo trovare spazi a prova di regole sanitarie covid per i camerini degli artisti, evitando quelli troppo angusti del teatro cittadino. Il progetto, presentato alla Rai da Costa Crociere, è al momento una delle ipotesi alla quale punta l'organizzazione della kermesse, anche se a Viale Mazzini le decisioni operative verranno prese a fine gennaio. Il progetto, che permetterebbe al Festival di riempire la platea dell'Ariston dribblando le restrizioni imposte ai teatri dall'emergenza pandemia, avrebbe convinto il presidente della concessionaria Rai pubblicità e coordinatore del progetto festival Antonio Marano, anche se non sarà lui quest'anno a seguire fino all'ultimo l'evento perché a giorni lascerà la Rai con un ruolo nella fondazione Milano-Cortina In sostanza il progetto prevede la creazione di una "bolla", simile a quelle già realizzate negli Stati uniti per permettere la conclusione del campionato NBA. In questo caso, si dovrebbero portare - previo tampone - 3-400 persone del pubblico oltre allo staff artistico sulla "Smeralda" una nave di Costa Crociere ancorata alla fonda nel porto di Sanremo. Pubblico e artisti rimarrebbero chiusi e protetti fino al 2 marzo, data di inizio del Festival. Al momento del via gli ospiti verrebbero imbarcati sui tender e accompagnati al porto e da lì, con autopulmini al teatro Ariston. Un'idea che troverebbe anche il favore della città perché permeterebbe di richiamare l'attenzione sul suo porto. Resterà invece operativo il Palafiori, a poche centinaia di metri dall'Ariston, che ospiterà lo staff tecnico, i discografici, le sale stampa, il presidio delle radio e i programmi del daytime in collegamento da Sanremo. Sarebbe confermato anche l'evento Tra il Palco e la città, con il palco di piazza Colombo, da dove partirà il lungo red carpet fino all'Ariston che negli anni scorsi ha ospitato diverse performance degli ospiti del Festival e dove il pubblico, con nuove regole antiassembramento, potrebbe assistere più numeroso agli show. E ugualmente si dovrebbe tenere il Dopo Festival, ospitato al Casinò.

  allora  cosa  proporre  ?  le  uniche  due soluzioni fattibili  1) non farlo  . se  per  un anno salta  non succede  niente  di grave  2)  si   può fare   come i  concerto del 1 maggio per i cantanti .3)  un cantante  per  ogni teatro    di ciascuna regione italiana  ,   a pubblico ridotto     o  a porte  chiuse   

invece di metterci quelli pericolosi o con hanno depredato il paese ci mettono queli che fanno del bene o aiutano gli altri ., il caso di Carlo Gilardi

   di cosa  stiamo parlando 

https://www.iene.mediaset.it/2020/news/carlo-gilardi-garante-visita_966374.shtml


Un filantropo, un uomo colto, mite e gentile, che nonostante i grandi mezzi a disposizione ha sempre condotto una vita umile, in campagna, coi suoi amati animali. Un uomo privato della sua libertà perché troppo generoso col prossimo. Carlo Gilardi ha 90 anni ed è molto ricco. E, nel pieno delle sue facoltà mentali, ha scelto di vivere aiutando gli altri. È un benefattore della comunità di Airuno, vicino Lecco, dove viveva prima di essere dichiarato incapace e costretto a stare rinchiuso contro la sua volontà in una rsa.
Ha messo a disposizione le sue case a chi non poteva pagarsi un affitto, ha donato soldi e beni immobili, ha regalato al Comune un parcheggio e un parco per i bambini. Ha reso più bella la vita dei suoi compaesani. Ha liberamente deciso, lui che non ha eredi legittimi, di destinare ai bisognosi la sua fortuna. Ma da tre anni, con un atto di forza, vive in amministrazione controllata e non può disporre dei suoi beni. Dal 27 ottobre, poi, Carlo è costretto all’isolamento
dentro una rsa, dove è stato ricoverato con la forza dalla sua amministratrice di sostegno. Nessuno sapeva dove fosse, neanche il suo avvocato e i familiari, e nessuno a oggi ha potuto incontrarlo e fargli visita. Neanche al 41bis si riserva ai detenuti un trattamento simile.
Il caso di Carlo è finito sui giornali ed è stato trattato anche da Le Iene l’altra sera. Il filantropo non voleva essere rinchiuso: in una registrazione mandata in onda lo si sente urlare disperato “io voglio la mia libertà che mi avete sottratto”. Eppure la sua tutrice legale, che ne amministra il patrimonio, afferma che Gilardi lo abbia seguito volontariamente. Ma qualcosa non torna, come svelato dalla trasmissione, a cominciare dalla chiara volontà dell’uomo di non andare in rsa, per finire con una quanto mai sospetta sensibile diminuzione negli ultimi mesi dei suoi averi, a cui Carlo però non può accedere da tempo. Che fine hanno fatto i suoi soldi? Inutili le giustificazioni della tutrice e di altri personaggi che ruotano attorno alla vita del pover’uomo, “colpevole” solo di essere ricco e generoso: secondo loro Carlo andava protetto da se stesso, perché aiutava troppo il prossimo ed era vittima di approfittatori. Ma già prima di venire portato in rsa, il filantropo aveva scritto lettere in cui chiedeva aiuto alla stampa: temeva che lo volessero chiudere in un ospizio per gestire liberamente i suoi soldi. E si era spontaneamente sottoposto a luglio scorso a una perizia psichiatrica che ne aveva certificato l’integrità mentale e psichica. Eppure Carlo Gilardi da 50 giorni è come un prigioniero, strappato alla sua vita, privato della libertà e della facoltà di disporre del suo patrimonio. E come se lo avessero sepolto vivo. Non gli permettono di vedere i familiari e il suo avvocato. Peggio di un carcerato. Ma l’unico “reato” commesso da Carlo è quello di essere stato troppo generoso con chi era meno fortunato di lui. E adesso sta soffrendo per questo.





L'ARTE DELLA SUPERCAZZOLA e IN MEMORIA DI FABRIZIO GIGLI, LO SCRITTORE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE di ©Emiliano Morrone



Funzionava come segue. Il dirigente chiedeva della procedura alla segretaria, la quale domandava a noi estranei, che a parte le giravamo la risposta, in maniera che gliela ponesse alla firma e poi ce la mandasse. Andò avanti così, credo per alcune settimane. 
Con Gigi eravamo i creativi della situazione, ridevamo di questo circuito maldestro e ci promettevamo, un giorno, di raccontarlo in qualche modo. Tutto vero. Non posso qui svelare ulteriori dettagli del gioco, che indica un’alterazione del sistema, nella fattispecie corretta da perfetti esterni. Qui non mi soffermo sul moto imprevedibile degli elettroni. Tuttavia in qualsiasi meccanismo naturale esistono variabili che
smentiscono le leggi di ogni scienza, eppure concorrono alla regolarità dei fenomeni. 
Aggiungo che non ci guadagnavamo alcunché, ci piaceva soltanto constatare che lì c’era un certo caos permanente, uno squilibrio che potevamo risolvere a vantaggio della collettività. Ne avevamo i mezzi e le competenze. E non commettevamo reato né prendevamo punti al cospetto di qualcuno. Era tutto riservato, da romanzare all’occasione. Come la storia divertente della nostra appartenenza ai Servizi, frutto di invenzioni altrui che continuiamo ad alimentare per un motivo preciso: vi è chi le propina e dilata a piacimento, sempre con stupidi pretesti. Ad esempio utilizzando la fesseria delle «fragole» che «sono mature», la quale non significa alcunché ma diventa, non di rado, elemento di prova per bollarci come agenti coperti, perfino possibili implicati nell’affare del «dossier Mitrokhin».
Paolo ripeteva che «in Calabria la realtà supera la fantasia». Ed è innegabile, se rammentiamo la vicenda delle dimissioni di Cotticelli e la parte televisiva dell’ormai famosa «Maria»; se riesumiamo argomentazioni della pubblica amministrazione da «Codice calabrese», che avrebbero suscitato l’interesse di Dan Brown, se non fosse stato per il carattere grottesco e selvaggio dei loro autori.
Un giorno, presente il deputato Sapia, dissi a un capoccione della sanità nostrana che aveva scritto una «supercazzola brematurata». Fui assalito dalla sua reazione impulsiva, avevo centrato il bersaglio. Il tizio mi replicò che non potevo permettermi di usare un simile linguaggio nei riguardi di un rappresentante delle istituzioni. Gli risposi che non aveva colto l’alto riferimento cinematografico, cioè «Amici miei» di Mario Monicelli, ideale per prenderci meno sul serio, sul presupposto che la vita di ciascuno non possa ridursi alla maschera dell’ufficio, alla veste delle nostre abitudini quotidiane.
Venivo dalla mitica scuola del Difensore civico della Regione Toscana, quella del grande Fabrizio Gigli, l’inventore dell’«operazione andata a buon fine», di cui vi dirò più in là. In quella sede, a Firenze in via de’ Pucci, per alleggerire il peso dell’esistenza e della burocrazia, a volte coincidenti, con Vittorio e Andrea creavamo istanze di sana pianta: lettere protocollate in apparenza, cariche di doglianze per questioni private singolari. L’obiettivo era semplice: allietare i colleghi e concludere con sghignazzata collegiale. Il maestro Albinoni era un docente di musica che «faceva casino»: disturbava la quiete pubblica, per giunta nelle ore notturne. Allora un comitato (inesistente) di mamme di piccini si rivolse al difensore civico, perché intervenisse e costringesse lo stesso Albinoni, leader di una band multiforme amplificata, a suonare più adagio. Il comitato si chiamava, appunto, «per l’adagio di Albinoni». Fu incaricato di seguire la pratica il collega Caponi, che per diversi giorni venne stressato al telefono da un componente maschile del curioso organismo, il quale lo supplicava di chetare l’Albinoni, che provava fin dopo la mezzanotte, finanche pezzi interminabili dai ritmi balcanici. Ero io, in realtà, da un’altra stanza dell’ufficio. Con fitto accento della provincia fiorentina, rendicontavo al Caponi le prodezze di quei musicanti impertinenti. Finì che il dottor Fantappiè, il difensore in persona, canzonò il Caponi e lo scherzo ottenne l’encomio e il diritto di pubblicazione.
La cojonatura è preziosa, salutare, vitale. Sicché va promossa in ogni luogo, in ogni tempo.

Firenze, i decreti di Gigli erano inappuntabili. I loro «anche» e costrutti non lasciavano campo a critiche né scampo ai Controlli interni della Regione, tutti centrati sulle leggi, su quel corredo di norme e cavilli che serviva a bacchettare i dirigenti firmatari degli atti. L’Ufficio delle verifiche aveva un piglio, un’aura notarile. Restituiva le bozze con annotazioni puntuali da commentario. Pensavo che rappresentassero una lezione di autorevolezza e autorità, un vaglio di sistema che risparmiava tempo e fatica alla giustizia amministrativa e contabile.


Tuttavia i decreti di Gigli erano un genere a sé: la metafisica dell’atto pubblico nella forma e nel significato. Avevano una veste filosofico-letteraria che per molti versi snervava i lettori, perfino i più attrezzati. Richiamavano, quindi, i testi di Hegel e perfino la musicalità narrativa di Gadda, peraltro l’inventore del termine «cinobalanico», che indica l’organo di copula dello stallone canino. 
I decreti di Gigli assomigliavano agli scritti giovanili di Cacciari, che nemmeno il grande Pareyson riusciva a comprendere, quand’anche assistito da Vattimo. Così arrivavano ai Controlli, sicché per gli addetti iniziava il pianto e lo stridor di denti. Sì, perché i decreti di Gigli spaziavano come le improvvisazioni del pianista Jarrett e quindi ritornavano alle note di partenza, secondo il canone del jazz. Chi poteva metterci mano, ritoccarli, sistemarli e anzitutto interpretarli? 
Gigli, per noi soltanto Fabrizio, li concepiva in una stanza seminterrata, a metà tra il bunker e lo scantinato, senza finestre e dunque luci naturali. Lì c’era il suo mondo impenetrabile, popolato di memorie personali, posacenere zeppi di cicche di sigarette col filtro masticato e umido di saliva, spettri della storia occidentale, relazioni dell’attività del difensore civico della Regione, carte varie ammucchiate e sparse, ricordi stipati della toscanità verace di stampo livornese. Quando entravi, eri assalito da un senso di confusione e smarrimento, come fossi lungo la A22 all’alba di metà dicembre, tanto il fumo perpetuo delle Diana Blu del Nostro aleggiava in quella camera isolata di Palazzo Pucci, opera di Bartolomeo Ammannati.
Fabrizio viveva lì, dalle 6 del mattino almeno fino alle 19. Era il primo ad entrare, l’ultimo a uscire. Giacca blu, camicia a quadri o bianca o azzurra, pantalone grigio chiaro, portava nel volto tinteggiato dalla vitiligine i segni del suo travaglio compositivo ed esistenziale, che domava con l’attaccamento al lavoro e ironia ineguagliabile, scandita dall’intercalare «boia de’», seguito da risata goffa soffocata da meccanica sordina. In quella specie di prigione senza sbarre, Fabrizio fabbricava i suoi decreti, ritoccava discorsi ad uso altrui e si compiaceva del suo ruolo aggiunto di ghostwriter. Poi saliva su, dispensava lezioni di forma e trucchi del mestiere di scrittore della P.A. e delle istituzioni, raccontava aneddoti e all’improvviso veniva interrotto dal difensore civico dottor Fantappiè, che lo convocava di corsa nel suo ufficio, oppure da una telefonata della moglie Ira o della figlia Naira. 
Un giorno dell’afosa estate del 2000, c’era una riunione delicata sulla nomina di un commissario ad acta. Fantappiè era assente per ferie; Andrea, che si occupava di queste pratiche, stava riferendo della sua istruttoria a Fabrizio. Vittorio, con la pipa spenta nella mano destra, rifletteva sulle questioni riassunte. 
Tra la calura del momento e l’attesa fissa delle vacanze d’agosto, si era creata un’aria piuttosto pesante. Attorno a un lungo tavolo rettangolare c’erano anche Angela, che prestava consulenza all’ufficio, e Francesco, il saggio della “compagnia”. Entrai per chiedere se volessero un caffè, visto che avevamo una magnifica dispensatrice a moneta. In quel preciso istante, passarono a Gigli una telefonata straordinaria, più preziosa di un acquazzone che riossigena le città nella morsa dei 40 gradi. 
Era Ira, che urlava con rabbia indomabile, tanto da costringere Fabrizio ad allontanare la cornetta. Lamentava d’aver patito «un’ingiustizia terribile», una specie di truffa, stando all’esposizione dei fatti. La donna seguitava a ribadire la gravità della vicenda, con divagazioni sul rispetto delle regole, sulla debolezza dei consumatori e sull’esercizio del commercio. Gigli rimase zitto e non interruppe quel ragionamento da Forum che procedeva per massime e legittime imprecazioni. A un certo punto, però, chiese di parlare con Naira, che stava accanto a Ira e ne sosteneva le ragioni. La giovane replicò gli argomenti e i toni della mamma, al che Fabrizio sentenziò: «Boia de’!». Poco dopo il nostro dirigente pregò di interloquire con Ira, ancora più adirata per via dello sfogo della figlia, che evidentemente riteneva incompleto.
Fu qui che la risolutezza di Fabrizio ebbe la meglio. Infatti domandò alla signora Ira che cosa avesse acquistato al supermercato. «Quattro cocomeri», scandì lei più rasserenata, però specificando che due erano «passati, immangiabili». Come uno scacchista russo, Fabrizio trovò la mossa vincente: un lampo di genio. «Quattro cocomeri, due buoni e due guasti. Allora, Ira, almeno il 50% dell’operazione è andata a buon fine. Prendila così!». 
Ho voluto ricordare questo episodio ad oltre 20 anni di distanza. L’ho reso di dominio pubblico, per necessità, condivisione, affetto. La pandemia non era neppure ipotizzabile. Nemmeno, forse, dalla fantasia incontenibile di Gigli, che da lassù starà ridendo nella sua stanza privilegiata, certamente non più sotto il livello del piano terra. 


25.12.20

sfatiamo il luogo comune che il natale con il covid secondo gli utenti dei social ( fb in particolare ) è il peggiore .



molti su fb dicono che questo è un brutto natale e peggio di cosi non si può , ecc . da un lato li capisco abituati specie qui giù al sud e nelle isole a tavolate numerose . Passino le nuove generazioni i cosiddetti millennial generation, ( cioè generazione Y o generation next ) che non hanno nonni che hanno vissuto i primi 50 anni del secolo scorso ed i loro nonni \e nati dopo la seconda guerra mondiale o non conoscono perchè odiano i programmi soporiferi (la maggior parte ) in tv dstoria e cultura ed a scuola i
prof ( ovviamente senza generalizzare ) sono solo ligi ai programmi e quindi anziché che innovare ed andare contro corrente s'attengono passivamente a quello senza entrare , al massimo ci si ferma alla 1 guerra mondiale , nel resto del secolo breve uno dei più importanti ed ancora divisorio e usato per strumentalizzazione ideologica e retorica  del vogliamoci tutti bene  che  non  approfondisce   in quanto  ci si   dimentica  i  ruoli   che  in   tali eventi  /  27  gennaio  e  10   febbraio hanno  avuto il nostro paese    o  si studiano solo  da  una  parte  sola o  sono  usati  come   arma  contro l'Aversario politico       vedi la  giornata  sulle  foibe     )   .  Ma un altro  sono  le  generazioni   precedenti  che   hanno  lasciato  alle  spalle    oppure   sono iperprotettivi  verso i figli e   gli  illudono che  tutto  sia   buono    e bello   tenendoli lontano   da brutture  ma  poi  li parcheggiano    sul  web    dimenticandosene    che  non sempre  il natale   è    solo    allegria   e spensieratezza      .  Infatti   ci sono  stati   natali  peggiori 

 
FRONTE DELLE TOFANE: LETTERA DI UN ALPINO CHE VENIVA DAL MARE.
26.12.1915
“Carissimi,
da qualche giorno non ho vostre notizie. Vi pregherei di farvi vivi ogni giorno almeno con una cartolina. Ieri in occasione del Natale gli austriaci sono stati buoni; non hanno sparato né cannonate, né colpi di fucile, gentilezze che gli altri giorni ci somministrano in abbondanza. Non sono mai riusciti a colpirci nonostante la loro buona volontà perché siamo protetti da certe rocce che sfiderebbero i cannoni più grossi.
Ieri, per solennizzare la festa è venuto per la messa un Reverendo Cappuccino. Immaginatevi una messa all’aperto, a quest’altezza e con la neve, una neve che Dio la mandava. A funzione finita ero completamente bianco, e mi si sarebbe detto appena uscito da un sacco di farina.
Dopo abbiamo avuto un pranzo luculliano; figuratevi che non mancava neppure il pesce fresco e di mare! [nota: il rancio quel giorno fu a base di baccalà con patate]
[...... ]. Nel pomeriggio vi fu una specie di fiera di beneficenza con la distribuzione alla truppa di indumenti di lana provenienti da diversi comitati. Ma stanotte alle 12 in punto, tanto per dimostrare che il Natale era trascorso, si è cominciato lo scambio di cortesie a base di granate e di shrapnells ed altri simili ingredienti nocivi alla salute. Contro di noi hanno un bel sprecar tempo che tanto non c’arrivano ...”

Il ten. Rodolfo Rossetti (7mo Reggimento Alpini, Btg. Monte Antelao, 151ma comp.) non vedrà più la sua Latisana (UD), non vedrà più il mare. Cadrà durante un assalto sulla Bainsizza la sera del 21.08.1917, sette giorni prima di compiere 23 anni. Medaglia d’Argento al Valor Militare.


Infatti condivido il post del  9 novembre   del mio nuovo  contatto    Facebook   Laura Scianna



Immagina per un momento se fossi nato nel 1900.
Quando hai 14 anni inizia la prima guerra mondiale e questa finisce quando hai 18 anni con un saldo di 22 milioni di morti.Poco dopo, una pandemia mondiale, influenza spagnola, uccide 50 milioni di persone. Ne esci vivo e indenne, hai 20 anni Poi a 29 anni sopravvivi alla crisi economica mondiale iniziata con il crollo della borsa di New York, provocando inflazione, disoccupazione e carestia. A 33 anni i nazisti arrivano al potere.Hai 39 anni quando inizia la Seconda Guerra Mondiale e lei finisce quando hai 45 anni. Durante l'olocausto muoiono 6 milioni di ebrei. Ci saranno più di 60 milioni di morti in totale.Quando hai 52 anni inizia la guerra in Corea. Quando hai 64 anni inizia la guerra del Vietnam e finisce quando hai 75 anni.Un bambino nato nel 1985 pensa che i suoi nonni non abbiano idea di quanto sia difficile la vita, ma sono sopravvissuti a diverse guerre e catastrofi.Un bambino nato nel 1995 e oggi di 25 anni pensa che sia la fine del mondo quando il suo pacco Amazon richiede più di tre giorni per arrivare o quando non ottiene più di 15 ′′ likes ′′ per la sua foto pubblicata su Facebook o Instagram...Nel 2020 molti di noi vivono nel comfort, abbiamo accesso a diverse fonti di intrattenimento a casa, e possiamo grazie agli aiuti governativi sopravvivere pacificamente ad una nuova pandemia.Ma le persone si lamentano perché per diverse settimane devono rimanere confinati a casa. Eppure hanno elettricità, telefono, cibo, acqua calda e tetto sulla testa.Nulla di tutto ciò esisteva una volta. Ma l'umanità è sopravvissuta a circostanze molto più gravi e non ha mai perso la loro gioia di vivere. E da giorni ci lamentiamo perché dobbiamo indossare mascherine per entrare nei supermercati, fare shopping, prendere il trasporto pubblico...Forse è ora di essere meno egoisti, smettere di lamentarsi e piangere.
(Autore sconosciuto)

passera   anche  questo   solo  questione    di abitudine  . bisogna    abituarsi   (  o riabituarsi   )  al  sacrificio   ,  al  fatto che niente    è  certo     a  vivere  e   a  viaggiare





Salgono i verticali i monaci in clausura
Immobili
Viaggiano l'alto il basso senza abbellimenti
Cadono di vertigine... 
Cadono di vertigine...
Strisciano verso il ritmo i tarantolati schiacciati dallo spazio senza tempo
Viaggiano i viandanti viaggiano i perdenti
Viaggiano i perdenti più adatti ai mutamenti viaggia Sua Santità
Consumano la terra in percorsi obbligati i cani alla catena
Disposti a decollarsi per un passo inerte più in là
Coprono spazi ottusi gli idoli
Clonano miliziani dai ritmi cadenzati
In sincrono [.... ]

           in viaggio  -  Csi  


    ad essere    sfigati    (  senza  esagerare   basta  il   bicchiere  mezzo  pieno   e  mezzo  vuoto  )  come   

  amiamo amando
la libertà
amiamo amando
la felicità
noi perdenti
saremo i vincenti
di un mondo intero
senza frontiere
saremo sfigati
ma siamo liberati


l'inno frigideriano composto dal pianista e compositore Giorgio Gaslini ( 1929-2014 ) ", brano composto per la ex rivista Frigidaire,


 vedi i miei  precedenti    post  

   ed  proprio    mentre  m'accingo    a  terminare  questo post   dal cd  o cellulare    di mia madre   partono  le prime     note      di   Lascia ch'io pianga  una celebre aria per soprano composta da Georg Friedrich Händel.  nella   versione più struggente   che  abbia mai sentito    

 
che  supera  addirittura  quella     di paolo fresu  




  con questo è tutto ancora  auguri  di  buon  natale  

non so chi è peggio tra trap e neomelodici ( ovviamente senza generalizzare ) "Frat'mio", "Lione", "Amo'": i post che esaltano gli omicidi, a Napoli, e le armi «facili» nelle mani dei ragazzi

Dice: «Gli zingari». Dove hai preso la pistola? «Dagli zingari». E sarà pure vero. E se è vero, certo non lo ha scoperto guardando Gomorra, ...