L'AVETE LETTA LA FIABA IL CAVALLO DI BRONZO ? :-)
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
5.1.08
4.1.08
Senza titolo 11
LETTERA APERTA - APPELLO
No alla "grazia" per Bruno Contrada
[per aderire invia un e-mail a nograzia@genovaweb.org con cognome-nome e città]
Sconfiggere le mafie è un obiettivo imprescindibile, una priorità nazionale.
Le mafie inquinano il nostro territorio, negano i nostri diritti, cancellano libertà e dignità, impediscono lo sviluppo di intere regioni e condizionano il mercato in ogni regione del Paese, uccidono. Non basta combatterle, condannarle a parole, con manifestazioni o slogan altisonanti, bisogna sconfiggerle! Non bisogna aspettare nuovi morti e non bisogna dimenticare che per sconfiggerle occorre l'azione comune della società civile, della magistratura e delle Istituzioni tutte. Occorre affrontare questa “guerra”, con oltre 2650 morti ammazzati, iniziando dal rompere il silenzio e l'omertà, l'indifferenza e la connivenza, che avvolgono, proteggono e rafforzano la presenza e l'attività mafiosa, al Sud come al Nord. Nessuno può chiamarsi fuori.
Sappiamo che le mafie possono contare su connivenze e complicità di pezzi dello Stato. Inseriscono uomini nelle Istituzioni, locali come nazionali, o trattano e usano uomini delle Istituzioni, locali e nazionali. Attraverso segmenti della massoneria, attraverso l'intreccio perverso mafia-politica-affari, impongono scelte al Potere cosiddetto legale, piegando l'interesse pubblico. La stagione stragista, come gli omicidi eccellenti commessi dalla mafia, le latitanze dei boss come l'azione di riciclaggio ed infiltrazione negli appalti pubblici, hanno messo in luce questo legame perverso tra Potere cosiddetto legale e Potere criminale. Solo spezzando questo legame, solo colpendo questa rete di protezione e complicità, e solamente aggredendo i patrimoni frutto del crimine mafioso e della corruzione, si potrà rompere questo equilibrio perverso.
Ci sono uomini e donne straordinarie, nelle forze dell'ordine, nella magistratura, nell'amministrazione della cosa pubblica come nelle Istituzioni che si oppongono strenuamente alla prepotenza mafiosa ed ai volti di quei “professionisti” dal colletto bianco che agiscono per conto dei mammassantissima di Cosa Nostra, 'Ndrangheta e Camorre. Uomini e donne preparati che non hanno mezzi ma fanno l'impossibile per sconfiggere e non solo combattere le mafie. Ci sono uomini e donne, ragazzi e ragazze, straordinari che nelle scuole o sul territorio operano per contrastare la cultura mafiosa e far comprendere quanto la Legalità sia utile per tutti e che i Diritti devono essere garantiti dallo Stato e non elargiti dal boss di turno in cambio di sudditanza. Ci sono organizzazioni di impegno civile e sociale che operano per rendere evidente che la mafia può essere colpita e che i beni confiscati a queste possono divenire occasione di riscatto.
Un opera straordinaria che rischia ogni giorno di infrangersi e che ogni giorno, sempre di più, viene mortificata e umiliata da pezzi delle Istituzioni che non vogliono sconfiggere le mafie. Provvedimenti che limitano le risorse ed i mezzi a disposizione dei reparti investigativi, cavilli e contraddizioni legislative che di fatto rendono vana l'azione giudiziaria. Normative e gestioni che disincentivano la scelta dei cittadini di aiutare lo Stato, con Testimoni di Giustizia condannati a non-vivere per sopravvivere e con Collaboratori di Giustizia che vedono cadere i propri parenti morti ammazzati per la loro scelta di pentimento. Beni confiscati con fatica che restano in mano ai boss o che rimangono inutilizzati, quando - addirittura – non finiscono in mano alle banche. Attacchi, delegittimazioni e accuse infamanti ai magistrati che hanno la schiena dritta e non accettano di chiudere gli occhi davanti alle collusioni ed alle complicità del Potere con le mafie e con la rete di corruzione, clientela e illegalità che sottrae risorse alla collettività.
Ogni giorno anziché rafforzare la cultura della Legalità, della credibilità dello Stato, si avvalla quel fondamento della cultura mafiosa che fa credere che comportarsi onestamente non paga. Assistiamo a proclami su Sicurezza e Legalità che significano tolleranza zero per i poveri cristi (come chi è - vittima dei traffici mafiosi - come gli immigrati clandestini, le ragazze prostitute o le vittime delle droghe) e tolleranza mille – cioè impunità e immunità - per i colletti bianchi, per i potenti, per i grandi criminali e le loro reti di protezione. Abbiamo assistito a manifestazioni antimafia con collusi in prima fila, abbiamo assistito a complici silenzi come sull'Agenda Rossa di Paolo Borsellino, da parte di alte cariche dello Stato, abbiamo assistito alla creazione - ad arte - di movimenti antimafia puramente mediatici utili solo alla politica ed al perenne tentativo di "normalizzazione" per depistare e screditare quanti, ogni giorno, si "sporcano le mani" e fanno nomi e cognomi. Dopo la beatificazione di Giulio Andreotti, presentato – trasversalmente - come “assolto” quando invece è stato riconosciuto – in via definitiva - colpevole di associazione mafiosa con Cosa Nostra sino al 1980. Dopo l'indulto che ha “liberato” anche molti della “manovalanza mafiosa”, che ha salvaguardato gli interessi di quell'economia e finanza corrotta, e dopo il Golpe Giudiziario attuato dal Ministro Mastella per fermare l'inchiesta Why Not in cui era coinvolto come indagato insieme al Premier, è di questi giorni la notizia che il Presidente della Repubblica ed il Ministro di Grazia e Giustizia, hanno avviato l'iter per concedere la Grazia ad un colpevole di associazione esterna a Cosa Nostra, condannato in via definitiva. NO! Adesso BASTA!!! Non è accettabile che Bruno Contrada, che, alto funzionario dello Stato, ha tradito e preferito servire Cosa Nostra, divenendo corresponsabile di quella stagione stragista che ha sventrato e intriso di sangue il Paese. NO! Proprio ora che, nonostante tutto, si sono inflitti pesanti colpi a Cosa Nostra, come la cattura dei Lo Piccolo, degli uomini vicini a Messina Denaro, la fine di Daniele Emmanuello, la rivolta -con il sostegno di Confindustria- contro il pizzo, lo Stato non può dare segni di cedimento. NO! A questa inquietante e vergognosa resa di alcuni, noi ci opponiamo, chiedendo rispetto per tutte le vittime delle mafie e, a questo punto, non possiamo esimerci dal chiedere che sia fermato l'iter della grazia avviato dal Ministro Mastella.
Casa della Legalità e della Cultura – Onlus [sito]
DemocraziaLegalità.it [sito]
Associazione familiari delle Vittime di Via dei Georgofili [sito]
Salvatore Borsellino
Gioacchino Basile [sito]
E VERRANNO INVIATE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, AL GOVERNO ED AL PARLAMENTO
per aderire e sottoscrivere la lettera-appelo
invia una e-mail con cognome, nome e città a: nograzia@genovaweb.org
Senza titolo 10
Non è da sottovalutare il prblema immondizia. Mi è stato da poco riscontrato un fibroadenoma al seno sinistro. Non escludo che possa collegarsi al fatto che per tre anni ho respirato le esalozioni provenienti dalla discarica irregolare ubicata alla periferia di Piedimonte Matese, (Ce) (su cui hoi scritto i miei primi articoli sul Corriere di Caserta e ho fatto le mie prime inchieste su una tv privata denominata Teleradio Matese); alla diossina proveniente dai cossonetti incendiati a Piedimonte Matese; per nove anni, invece, ho respirato le esalazioni del Cdr di Santa Maria Capua Vetere (Caserta). Fortuna che il figlio che aspetto non ha malformazioni cromosomiche (sono al sesto mese). Premetto che ho utilizzato anche le Diane e le Ginoden come anticoncezionali,.Le prime per tre anni, le seconde fino ad aprile 2007. Queste pillole possono far formare fibroadenomi al seno.
Romilda Marzari
3.1.08
Senza titolo 6
Con il Terzo Polo in Italia rinasce la democrazia.
La casta non si accetta, va cacciata.
Un sorriso per il 2008
Bene, visto che sorridere non costa nulla, iniziamo un anno nuovo bene, sorridendo, anche se ci sono dei giorni che non ti va.
Il buonumore ti fa stare bene e si affronta meglio la giornata di lavoro. Credetemi, non vi sto dicendo nulla di nuovo è sempre stato così. Franca Bassi
2.1.08
1.1.08
31.12.07
Brindiamo al nuovo anno
Nei miei 68 anni, ho fatto tanti capodanni di cui alcuni strani. In cima ai monti, nel deserto, dentro un trullo con il Folletto Buzzichino, e tanti altri. Ma questa sera sarà un capodanno speciale, sarò sola, ma non mi sento sola, sarò circondata da tantissimi amici virtuali, una bottiglia mignon di champagne "Veuve Clicquot Ponsardin". Con i miei ricordi lontani, sono contenta di fare un capodanno virtuale insieme a voi, nella mia bella casa, davanti allo schermo del Pc, brinderò con voi per la pace nel mondo, questi sono i miei auguri. Questo capodanno, lo ricorderò per sempre. Buon capodanno amici
Ho lasciato
il 2007
alle alle mie
spalle
con giorni belli
e giorni amari
ormai sono passati
sono andati via
non torneranno più
io di loro
non ho più
paura.
Guardo avanti
ci saranno
altre lotte
ci saranno
tante gioie.
Devi lottare
devi sperare
devi pregare.
La vita è bella
la devi amare.
franca bassi
auguri! - 1
Buon anno a te, che piangi e non sai più se sperare...
Buon anno a te, che non hai una casa, un lavoro, chi ti vuole bene....
Buon anno a te, piccola creatura che sei stata gettata via, abbandonata, maltrattata...
Buon anno a te, che a causa dei tuoi errori ,stai leggendo questo augurio dietro a delle sbarre...
Buon anno a te, che anziano e affaticato, ti senti arrivato al termine del tuo cammino...
Buon anno a te, che nonostante sia meno abile, hai il coraggo di vivere la vita e gridalo al mondo intero...
Buon anno a te, che sei consacrato a Dio e vivi portando il Suo amore tra la gente...
Buon anno a voi, coppie di fidanzati e sposi...siate esempio vivente di Cristo....
Buon anno a te, che per lavoro vivi lontano dalla tua famiglia....
Buon anno a tutti voi... da tutti noi, che in unità camminiamo insieme...
Te lo diciamo così, attraverso queste immagini ...
Senza titolo 2451
Il Governo e il Parlamento devono prendere una posizione chiara sui mutui a tasso variabile.
I collusi col sistema criminale delle banche devono uscire allo scoperto.
Il terzo Polo per i cittadini. Tu vota la Fatanuda
Senza titolo 2450
Ho ricevuto in regalo il bellissimo volume della Garzanti
"Camillo Sbarbaro, l'opera in versi e in prosa".
Purtroppo il poeta ligure non è tanto conosciuto e viene insegnato poco a scuola. I manuali gli dedicano poche righe mentre invece il suo valore sia a livello di poesia che di poetica è davvero alto. Il tanto celebrato (a ragione) Montale, deve tantissimo a Sbarbaro.
Vi consiglio vivamente di leggervi qualcosa, tra l'altro le sue poesie sono molto comprensibili e di un lirismo unico. Come le sue prose e i suoi aforismi.
Per leggere qualcosa di Sbarbaro andate QUI
Segnalo inoltre due link di approfondimento Wikipedia e su Italialibri
Senza titolo 2449
30.12.07
Senza titolo 2448
Senza titolo 2447
Se tu fossi qui
Se tu fossi qui
la mia poesia prenderebbe altre forme
sarebbe la fremente attesa
le gambe irrequiete di te
e poi finalmente
lo sguardo appassionato
la parola sussurrata
la voglia di starti vicino
respirarti
di sperdermi nei tuoi occhi
il trasporto a stringerti
il corpo che brucia d’amore
e baciarti
e poi baciarti e ancora baciarti
ah se tu fossi qui
questo sarebbe
e invece non ho che carta e penna
sono assetato nel deserto
che canta il suo miraggio
così nasce la mia poesia
Pietro Atzeni
morte di un poeta
NUORO. Il pastore, la latitanza, il confino, il carcere, le lotte politiche e il sindacato: Peppino Marotto era tutto questo. Che equivale a una vita estremamente dura e tormentata. Nasce nel 1925, quarto di sette figli di una famiglia poverissima. Il padre fa il boscaiolo, e fatica a mettere insieme in companatico. Ancora adolescente viene affidato ad uno zio pastore che dovrà insegnargli il mestiere. Collabora con lui fino alla maggiore età. Nel 1945 parte militare, per rientrare a Orgosolo solo nel febbraio del 1947, quando viene eletto segretario dei giovani comunisti.
Giovane dalla personalità forte, impavido e trascinatore, capeggia da subito i cortei dei contestatori. Così come aveva fatto durante il servizio di leva. Nel 1950 guida un gruppo di operai che erano stati ingaggiati per costruire una strada, proclamando uno «sciopero alla rovescia». Fu l'occasione per farsi notare, ma anche per essere catalogato come un «ribelle», da tenere d'occhio. Nel 1950, con l'assassinio di un barbiere suo compaesano, si apre davanti a Peppino Marotto una vita tormentata e dolorosa. Orgosolo, a più riprese, viene assediata dai carabinieri, che irrompono nelle case, arrestando chiunque osasse protestare. La malasorte tocca anche lui: finisce ammanettato dopo una retata. Senza giustificazioni lo spediscono al confino, a Ustica, inizialmente per quattro anni. L'accusa? «Soggetto socialmente pericoloso».
Il 20 settembre del 1952, a 27 anni, dimezzata la condanna in appello, torna a Orgosolo, dove la situazione, sul fronte della criminalità, si è fatta estremamente seria e pericolosa. Va a lavorare come operaio con una impresa che ha vinto l'appalto per la costruzione di una strada di 5 chilometri. Gli operai, una volta organizzati sindacalmente, lo eleggono segretario della Camera del lavoro. In quelle vesti tenta di riportare la pace per evitare le disamistades. Nasce così l'idea di un Comitato di pacificazione. Il 3 febbraio del 1953, presenti le maggiori autorità del paese e della provincia, si registra il giuramento pubblico.
Nel maggio dell'anno dopo, Marotto racconta a Peppino Fiori, nel libro «La società del malessere», che le forze dell'ordine vogliono riarrestarlo per spedirlo un'altra volta al confino. Si dà alla latitanza, che però dura pochi mesi. Si costituisce e viene spedito in Molise, a Castelmauro, in provincia di Campobasso. Qui lo raggiunge un mandato di cattura per omicidio ed è scaraventato per quattro mesi in isolamento. Al termine gli piove addosso l'accusa di aver preso parte a una rapina e al conseguente conflitto a fuoco. Riconosciuto innocente da questa seconda imputazione, viene invece condannato per la prima a dieci anni di carcere. Resta recluso fino al 1962.
Guadagnata la libertà, parte per la Lombardia, dove lavora come vaccaro. A 39 anni sposa una ragazza di Orgosolo, che va a vivere con lui a Lambrina. Il cuore però è sempre a Orgosolo, per cui decide di ripartire per la Barbagia. «Orgosolo - racconta a Fiori - è un paese che non cambierei con altri. Qui è rimasta una umanità cordiale, generosa, ancora ferma di parola. Ci aiutiamo, c'è il senso della solidarietà nelle situazioni difficili. E sarà che ci sono nato e cresciuto. Qui stai un giorno senza farti vedere, e tutti chiedono. Stai un giorno senza uscire nella città moderna e potresti essere crepato, e nessuno se ne accorge. Senti una voce in campagna e subito capisci. Vedi in paese una luce accendersi, e di quella casa immagini tutto. Esistiamo insieme, ecco la diversità. Certo la vita del pastore barbaricino è vita di solitudine. Ma al contrario della solitudine di un uomo nella città moderna, come l'ho provata io, questa nostra cambia. Sai che la gente c'è, e puoi trovarla. A Lambrinia non trovavo la gente, ognuno era per conto suo, separati da una muraglia di indifferenza. Me ne sono accorto nel 1966».
Col ritorno ad Orgosolo, il Peppino Marotto da sempre pervaso dalla filosofia pastorale, si ributta nell'attività sindacale, alla ricerca della conciliazione tra «merese e socialismu». A 78 anni diventa un sognatore che esprime i propri sentimenti scrivendo poesie, coniugando «Pasca Santa» e «Pasca sociale», «Sa cresia e su mundu sindacale», recitate in occasione del 25 aprile, festa della Liberazione, e Primo Maggio, festa del Lavoro.
Più concretamente, il vero Peppino Mereu è un orgolese che ha vissuto nella sua totalità e nella rifrazione delle parti: come pastore, bracciante, confinato, carcerato, sindacalista, comunista, cantore e poeta. Un orgolese sessantottino indiscutibilmente intelligente, che ha vissuto la propria storia e quella del paese già dalla rivolta di Pratobello, contro l'arbitrio statale e l'occupazione dei militari, cantando la difesa dei pastori per i quali Pratobello era pascolo, pecore, latte, formaggio e carne. La vita.
Ora sono talmente scosso , mi ritorna in mente il suo discorso non retorico al convegno per il 30 sul '68 tenuto a tempio pausania inb cui hai descritto senza retorica gli avvenimenti di pratobello da non riuscire a trovare le parole per descrivere tale evento che lascio a questo video .
Inizialmente avevo banalmente optato per l'ovvia e stà usata in questo blog ( ma sempre suggestiva ) canzone Morte di un poeta dei Modena city ramblers ma poi youtube alla voce morte di un poeta , ha saputo suggerirmi il video che trovate sopra Concludo con le dichiarazioni , non ricordo se alla nuova sardegna o all'unione sarda di oggi con un poeta-pastore di Macomer, Salvatore Murgia: «Non ci sono parole sufficientemente forti contro chi uccide i poeti - spiega con convinzione - Bisognerebbe inventarne di nuove per renderli del tutto inoffensivi in eterno».
documenti
- http://tinyurl.com/2tyzet
- la poesia Sa Brigata Sassaresa
- la poesia pratobello con traduzione
Andiamo al cinema
Dopo 31 anni a subire violenza, la fuga dalla città per rinascere ed altre storie sarde
fonti la nuova sardegna , cronache nuoresi , sassari notizie Nuoro «Cosa è stato toccare il fondo? Non riuscire a pensare al domani. ...
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