QUESTO E' UN VECCHIO FURGONE MERCEDES MB 100 !
L'AVETE MAI VISTO ?
:-)
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
mettere a nudo il mio "The Dark Side Of The Moon" ( foto a destra ) per parafrasare il celebre e storico disco dei Pink Floid dekl 1973 2) perchè erano , insieme ad altre storie ormai coperte dalla polvere del tempo , tanto da non ricordare ( o non voler ) come si son0o svolti i fatti , ed altre in particolare quelle di chiara cleopatra e dell'ex utente uvacerb87 ( non ricordo il suo nik su splinder ) di cui parlai qui da qualche parte nel blog e di cui non mi di cercarvi per i motivi etti in precedenza e per non mettere il classico dito nella piaga e non impolverarmi con la polvere del tempo . Immagine di franca bassi "Passo delle Capannelle" Gran Sasso autoscatto
I tempi cambiano, ma, non sempre in meglio! Sicuramente a tutti sarà capitato di restare in panne? A me spesso, ma ho sempre risolto con un po' di fantasia. Per esempio: con questa piccola vettura in estate al rientro a Roma, ero partita da Roseto degli Abruzzi, dopo una quarantina di chilomentri un rumore secco al filo dell'accelleratore, si rompe! sistemo la piccola auto con l'acceleratore a mano, mi fermo dove ero visibile, e rifletto sul da farsi; mi preoccupo solo del buio, nessuna luce intorno, solo la mia piccola torcia, alzo gli occhi, il cielo bellissino, un grosso respiro, e per farmi compagnia metto un disco, apro gli sportelli, alzo il volume, la musica echeggia tra le montagne, credetemi è stata una notte stupenda. Dopo che ho concentrato la mia fantasia, comincio a rovistare nel borzone di 'Mary Poppins' trovo una cinta di spugna gialla del mio accappatoio; apro il tetto di tela, della piccola auto, faccio passare la cinta nella fessura del cofano posteriore, aggancio la cinta al filo dell'acceleratore, spengo la pila, metto in moto e via. Avevo appena inventato, "un accelleratore di scorta". Vabbè... direte ma a noi che ci frega? Adesso vi spiego questo episodio è una premessa, di quello che ieri sera ho passato. Con una macchina automatica di buonissima marca a detta di mia figlia, perfetta, che io non desidero fare il nome, altrimenti faccio pubblicità. Dopo aver preso mio nipote a scuola e portato a casa , al rientro, mi trovo un traffico del cavolo sulla tangenziale a tre corsie, dopo un'ora di fila ferma al centro, mi stavo addormentanto dentro l'abitacolo, un colpo secco! si accendono tantissimi triangoli con segnale di pericolo! un sobbalzo e non vi dico gli sguardi delle persone intorno, automobilisti che parlavano da soli, e sicuramente anche molte parolacce. Accendo le luci di emergenza, alzo il cofano, prendo il triangolo e non vi dico la complicazione per aprirlo e tutto questo al centro del traffico. Nessuno si ferma, ebbene si! mi trovavo al centro di Roma, in mezzo a una folla di auto, ma il deserto era più vivo. Ho abbandonato la vettura per il pericolo, senza perdere la mia calma, ho camminato un po' e al distributore hanno chiamato un carroattrezzi; al suo arrivo, ha dovuto faticare moltissimo per girare il volante. Alla mia donanda, di cosa era accaduto, spontaneamente mi risponde: "Eelttronica del cazzo! mi scusi signò, queste so le machine de oggi". Franca Bassi
Firenze - "Emerging talents" è il titolo della mostra sulla nuova arte italina che ha luogo a Firenze fino al 29 marzo del corrente anno nei locali di Palazzo Strozzi. La mostra costituisce l'esito del premio Emerging Talents, creato dalla Fondazione Palazzo Strozzi. I lavori presenti all'interno della struttura sono stati scelti da un Comitato Scientifico di selezione composto da quattro tra i più affermati curatori di arte italiani indipendenti: Andrea Bellini, Luca Cerizza, Caroline Corbetta, Andrea KLissoni e dall'artista e docente Paolo Parisi. Nel corso della mostra avranno luogo anche due incontri di "Lectures e Focus on Artists": "Le ragioni della nuova architettura in Italia" il 12 marzo, presiede Luca Molinari (architetto e docente presso la Seconda Università degli Studi di Napoli) e "l'opera d'arte all'interno del suo contesto. Oggetto, ambiente e confini a cura del dipartimento di medieazione del Centro di Cultura Contemporanea Strozzina.Gli incontri avranno luogo alle ore 18,30. La mostra è aperta al pubblico tutti i giorni dalle 10 alle 20 solo il giovedì dalle 10 alle 23. Il lunedì è chiusa.
Romilda Marzari

Dedico questa poesia a pochi giorni dall’ 8 Marzo a quelle donne che hanno subito una violenza non solo di tipo sessuale. Ricordando che gli abusi fanno parte di quei dolori che difficilmente si cancellano. Possano queste righe essere un monito per tutti coloro che in queste circostanze voltano il viso incuranti di quel che accade sotto i loro occhi volutamente chiusi.
STUPRO
E’ stato sufficiente
il balzo di una belva,
perché l’incontro di due linee
distanti , ma convergenti,
s’incontrassero alla
curvatura cieca del destino.
Il tempo di un attimo
è divenuto all’improvviso odissea.
Un viaggio infinito nel male
per i miei occhi
che avrebbero voluto esser
privi di vista.
Il tutto assomigliò
all’impatto improvviso
di un evento che pensi
non ti possa mai accadere.
Un brusco risveglio
che la vita fa nella realtà,
mentre un fiato sul viso
appannò il primo dolore.
I ricordi nel tempo
son divenuti cartavetra,
note silenziose
di chi ebbe urla in gola,
e le tue mani sul mio collo.
Radici che affondarono
nella terra, nella carne,
di chi si dimenò
graffiando il nulla.
Tu che hai lacerato i vestiti
giungendo sino all’anima,
non sai della mia stupidità
che ancora prego
venga cancellata.
Tu non sai delle colpe
che sento come lividi,
mentre la breccia
di un marciapiede
si conficca nella pelle.
Non sai degli spasmi
che nessun silenzio
riesce a coprire,
e delle ombre che
continuano a inseguirmi
sulle scale.
Il tuo nome idiota
scritto in qualche pagina di giornale
è un tarlo che scalfisce,
e il ventre che toccasti
una pietra che ora inibisce.
Mi sento sporca
sotto la doccia che non lava,
mi sento sola
nella denuncia che non ripaga.
Voltando il viso da un lato
decisi di lasciarti fare
mentre tagliavo il cielo a veli
per bendare il cuore.
Al tuo sussulto
capii che era finita …
Ma quella non era
che la prima volta.
Alle altre tu non c’eri,
ma io, io sono sempre lì,
in ogni notte come questa
dove mi sveglio di soprassalto,
mentre il ticchettio della sveglia
a compiuto un altro giro,
sono qui che mi rialzo…
come quella sera,
nelle luci distratte
di una città
senza occhi.
In verità, le letture citate sarebbero scandalose anche per il semplice fatto di veicolare messaggi quanto mai sgraditi in questi tempi sospettosi e vendicativi, dove noi cristiani non brilliamo certo per una particolare pietà. Siamo forse disposti a dimostrare un alone di tolleranza - sempre più flebile, peraltro - verso i "nostri" emarginati: italiani, innanzi tutto (purché tenuti a debita distanza), e addomesticati. Il vagheggiamento decadente e incolore del debole buono, mite, umile o forse umiliato, cui lasciare un'offerta nelle cassette della chiesa, per missioni sperdute. Ma quando il debole s'avvicina, e magari lo scopriamo di pelle scura, magari nomade, magari disoccupato, magari di un'altra cultura e con gusti amorosi diversi dai nostri, allora diventa molto antipatico, un cane, e noi non siamo stati mandati per lui e non è giusto gettargli il pane nostro.
mpa che osa pubblicare le critiche di Hans Küng al Vaticano): il Sillabo, e la conseguente alleanza trono-altare, sono ancor oggi vagheggiati da tremebondi e feroci porporati di scarsissima fede. Siamo buoni cristiani e quindi, in nome della lotta al relativismo dei "cani", riapriamo i sacri palazzi a un manipolo di antisemiti impenitenti, mentre trattiamo da nazista ("è un assassino" , lo bolla il card. Barragan) un disperato uomo solo, divelto, scaricato col suo calvario quotidiano per diciassette lunghi anni. Un uomo che, come l'indesiderata ospite di Simone, ha forse molto sbagliato, ma ha molto amato.
però non impossibile. La salvezza non sarebbe mai tale, se si limitasse a una qualche parzialità.
Gnocchi , di Lorenzo Milani. Ma proprio Milani confidava a un amico: "Errori nella Chiesa ce ne sono. Ma la Chiesa è la madre. Se uno ha la madre brutta, chi se ne frega!".
in quanto il padrone di casa non sempre era in grado di alzarsi dal letto. Dipinto di Roberto Gallo "Eraclito"
Quando mi potevo permettere, ho sempre comprato quadri. Le pareti della mia casa e del mio studio sono rivestite di tele più o meno importanti, non m'interessa il valore, ma solo quello che mi trasmettono. Questo grande quadro non so perchè, m' inquieta, lo guardo spesso, ma m'inquieta sempre di più! Ho chiesto all'autore il perchè di questo effetto, non ho avuto risposta, io credo che questo quadro rappresenti il cuore dell'artista...ma in realtà m'inquieta! Ho ospitato per un anno, nel mio casale nell'antica terra dei Sabini, il maestro e l'ho visto dipingere, le sue mani come impazzite lasciavano sulla tela strati di vernice, un'esplosione di colori e schegge dorate restavano come paralizzate, nello spazio infinito dei suoi quadri. Franca Bassi
"Supplemento alla solitudine" Opera del 2005 Roberto Gallo dono per il mio compleanno
La pittura per Roberto Gallo è un evento, e non un concetto, un segno che germoglia di tutti gli arcobaleni possibili di colore, non un progetto mentale. Per questo lo spazio nei suoi quadri è una storia resa dinamica, percorsa e abitata da fremiti pulsioni, curve e soglie di precipizio. Si tratta di un artista rarissimo, così raro da essere l'unico artista che nella nostra stagione abita con furore la passione della pittura, conoscendo l'altro e l'altrove che essa vive, conserva e trasmette.(Carmine Benincasa)
Eraclito
"Per quanto tu possa camminare, e neppure percorrendo intera la via, tu potresti mai trovare i confini dell'anima: così profondo è il suo lògos".(Eraclito,fr.45 Diels-Kranz)
Dopo la morte nei giorno scorsi all'età di 80 anni di Maurizio Fercioni ( foto sotto a sinistra ) considerato il primo t...