Senza titolo 1319


 


Dedico questa poesia a pochi giorni dall’ 8 Marzo a quelle donne che hanno subito una violenza non solo di tipo sessuale. Ricordando che gli abusi fanno parte di quei dolori che difficilmente si cancellano. Possano queste righe essere un monito per tutti coloro che in queste circostanze voltano il viso incuranti di quel che accade sotto i loro occhi volutamente chiusi.  


 


STUPRO


 


E’ stato sufficiente


il balzo di una belva,


perché l’incontro di due linee


distanti , ma convergenti,


s’incontrassero alla


curvatura cieca del destino.


 


Il tempo di un attimo


è divenuto all’improvviso odissea.


Un viaggio infinito nel male


per i miei occhi


che avrebbero voluto esser


privi di vista.


 


Il tutto assomigliò


all’impatto improvviso


di un evento che pensi


non ti possa mai accadere.


Un brusco risveglio


che la vita fa nella realtà,


mentre un fiato sul viso


appannò il primo dolore.


 


I ricordi nel tempo


son divenuti cartavetra,


note silenziose


di chi ebbe urla in gola,


e le tue mani sul mio collo.


Radici che affondarono


nella terra, nella carne,


di chi si dimenò


graffiando il nulla.


 


Tu che hai lacerato i vestiti


giungendo sino all’anima,


non sai della mia stupidità


che ancora prego


venga cancellata.


 


Tu non sai delle colpe


che sento come lividi,


mentre la breccia


di un marciapiede


si conficca nella pelle.


 


Non sai degli spasmi


che nessun silenzio


riesce a coprire,


e delle ombre che


continuano a inseguirmi


sulle scale.


 


Il tuo nome idiota


scritto in qualche pagina di giornale


è un tarlo che scalfisce,


e il ventre che toccasti


una pietra che ora inibisce.


 


Mi sento sporca


sotto la doccia che non lava,


mi sento sola


nella denuncia che non ripaga.


 


Voltando il viso da un lato


decisi di lasciarti fare


mentre tagliavo il cielo a veli


per bendare il cuore.


 


Al tuo sussulto


capii che era finita …


 


Ma quella non era


che la prima volta.


 


Alle altre tu non c’eri,


ma io, io sono sempre lì,


in ogni notte come questa


dove mi sveglio di soprassalto,


mentre il ticchettio della sveglia


a compiuto un altro giro,


 


sono qui che mi rialzo…


come quella sera,


nelle luci distratte


di una città


senza occhi.

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