VI PIACE LA CANTANTE JEM ? :-)
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
4.4.09
3.4.09
Domenica 5 aprile. In lutto, per la strage degli innocenti.
Una notizia, di qualche giorno fs ci informa dell'ennesima strage di innocenti.Chi sa, e non fa niente per evitare la strage, è un assassino?E' un orrore di cui siamo semplici e incolpevoli spettatori?Chi è l'assassino, e chi lo arma?Cosa siamo diventati?
Un articolo della Costituzione riconosce la salute come diritto fondamentale dell'individuo e "garantisce cure gratuite agli indigenti".
Esseri umani alla stregua di aspirapolvere: fanno ciò che non abbiamo voglia di fare. Sono utili e costano poco!
Chi spenderebbe una lacrima quando affonda un carico di aspirapolvere?Cosa siamo diventati?
Non ci consoli il fatto che la società è tale perché indottrinata con armi di distrazione di massa, stordita da grandi fratelli, fattorie dei deficienti, isole dei cretini, mentani, riotti, e mariedefilippi. Se abbiamo ancora coscienza per comprendere che così è, ma ancora nulla facciamo per evitare la mattanza degli innocenti, ancor più siam colpevoli.
Cosa possiamo fare? Nulla, possiamo fare...
E se diventassimo solidali? E se, semplicemente, li trattassimo come esseri umani che, per ragioni di cui pure abbiamo non piccola responsabilità, si spostano in cerca di una esistenza migliore, fuggono da guerre, fame, carestie?
Quanto costa tenere in piedi degli enti inutili come le province (è solo un esempio tra migliaia che si potrebbero fare)?
Quanto costerebbe essere semplicemente solidali con chi chiede solo di non essere affogato, torturato, incarcerato, e, se sopravvive, rimandato indietro?Perché ci accaniamo contro i migranti e non contro gli enti inutili e parassitari?Non è nemmeno un problema di soldi.E' solo un problema di civiltà. Di umanità.
Cosa siamo diventati?
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e` ora di cambiare noi consumatori abbiamo un potere immenso . Sui ai Gas e il commercio equo e solidale
Domenica, 5 aprile, dalle 10 alle 13, in piazza San Cosimo, a Cagliari, torna LA PIAZZA DELLA SOLIDARIETA'.
In segno di lutto, drappi, fiocchi, nastri neri, "vestiranno" i banchetti delle associazioni.
Per ricordare i morti dell'ultima strage annunciata, di tutte le stragi che si ripetono, nell'indifferenza di tanti, ogni giorno, nel Mediterreneo.
Durante la mattinata, si terrà una sperimentazione autogestita del Teatro Immagine, tecnica del Teatro dell’Oppresso ideato dal brasiliano Augusto Boal, già praticato anche in Italia, sul tema “Migranti”.
Al banchetto del Comitato Sardo di Solidarietà (Co.Sa.S.) saranno presenti i medici volontari dell'Associazione che ribadiranno la loro contrarietà alla proposta di legge che dà al medico la facoltà di denunciare i migranti cosiddetti irregolari. In collaborazione con la SIMM (Società Italiana di Medicina della Migrazione), sarà distribuito del materiale informativo.
La Piazza della Solidarietà invita gli operatori della sanità, le cittadine e i cittadini sensibili, e, naturalmente, tutti i migranti, a partecipare all'iniziativa, per dimostrare che una parte, speriamo non piccola, di società è fortemente contraria, e lo denuncia con forza, all'accanimento xenofobo con cui si perseguitano esseri umani che non si son macchiati di alcun reato.
Venite, domenica mattina, a La Piazza della Solidarietà.
Le associazioni della Piazza:
actionaid, aifo, amnesty international, amici di nico, amici di sardegna, amici di viviana, amici senza confini, arci, avo, cagliari social forum, ciclofucina sella del diavolo, cisv sardegna, citta' ciclabile, cittadinanza attiva, cosas, deggo, emergency, ingegneria senza frontiere, lav lega antivivisezione, los quinchos, luna d'oriente, mani tese, movimento verde, oipa, oscar romero onlus, parada italia, pastori per, rete radiè resch, sardegna palestina, servizio civile internazionale, shiatsu do onlus, sinergia femminile, solidando, sucania, uaar
Info:
tel. 335 6993969
e-mail piazza_solidarieta@katamail.com
2.4.09
che tristezza
Una notizia, di poche ore fa, ci informa dell'ennesima strage di innocenti.
Chi sa, e non fa niente per evitare la strage, è un assassino?
E' un orrore di cui siamo semplici e incolpevoli spettatori?
Chi è l'assassino, e chi lo arma?
Cosa siamo diventati?
Un articolo della Costituzione riconosce la salute come diritto fondamentale dell'individuo e "garantisce cure gratuite agli indigenti".
E' ancora così?
Tutti gli individui sono uguali, ma alcuni sono meno uguali degli altri?
Il Parlamento italiano vuole trasformare i medici in delatori?
Non nega, ciò, il diritto di tutti ad essere curati?
Cosa siamo diventati?
Non è un problema di Destra o di Sinistra. Non fa male ricordarlo.
Con la "Turco-Napolitano" prima, e con la "Bossi-Fini" poi, hanno dimostrato di vedere le cose più o meno allo stesso modo: i migranti sono criminali, spacciatori, stupratori, e, nell'ipotesi migliore, "ci servono perché fanno i lavori che noi non vogliamo più fare".
Esseri umani alla stregua di aspirapolvere: fanno ciò che non abbiamo voglia di fare. Sono utili e costano poco!
Chi spenderebbe una lacrima quando affonda un carico di aspirapolvere?
Cosa siamo diventati?
Non ci consoli il fatto che quelle leggi non le firmeremo noi. Quelle leggi interpretano il senso comune di una società abbrutita, intollerante, distratta, insensibile, crudele coi deboli e servile coi forti. La nostra.
Non ci consoli il fatto che la società è tale perché indottrinata con armi di distrazione di massa, stordita da grandi fratelli, fattorie dei deficienti, isole dei cretini, mentani, riotti, e mariedefilippi. Se abbiamo ancora coscienza per comprendere che così è, ma ancora nulla facciamo per evitare la mattanza degli innocenti, ancor più siam colpevoli.
Nulla ci consoli. Perché quei polmoni che si riempiono dell'acqua del Mediterraneo (fermatevi un istante, e immaginate quei momenti), quelle carni straziate dalle torture nelle prigioni dell'"amico Gheddafi", quelle dignità calpestate nei campi di concentramento italiani, sono di esseri umani come noi. Di esseri umani come noi. Innocenti quanto noi, forse più. Non dimentichiamolo.
Cosa siamo diventati?
Cosa possiamo fare? Nulla, possiamo fare...
Se gli aspirapolvere affondano sono un costo, se i migranti non affondano sono un costo... Al massimo, quando va bene, riusciamo ad organizzare intorno a loro il business della carità... Che però costa... Quanto vogliamo spendere per loro? Molto meno di quanto spendiamo in creme e cosmetici, in macchine di lusso, o in viaggi e vacanze, naturalmente.
Cosa possiamo fare? Nulla, possiamo fare...
E se diventassimo solidali? E se, semplicemente, li trattassimo come esseri umani che, per ragioni di cui pure abbiamo non piccola responsabilità, si spostano in cerca di una esistenza migliore, fuggono da guerre, fame, carestie?
Semplicemente. Senza compatimenti, senza paternalismi, senza clamore: accoglierli sapendo che tra loro, come tra noi, sono gli onesti e i disonesti; accoglierli col rispetto che si deve ad ogni vita. Semplicemente.
Quanto costa tenere in piedi degli enti inutili come le province (è solo un esempio tra migliaia che si potrebbero fare)?
Quanto costerebbe essere semplicemente solidali con chi chiede solo di non essere affogato, torturato, incarcerato, e, se sopravvive, rimandato indietro?
Perché ci accaniamo contro i migranti e non contro gli enti inutili e parassitari?
Non è nemmeno un problema di soldi.
E' solo un problema di civiltà. Di umanità.
Cosa siamo diventati?
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Domenica, 5 aprile, dalle 10 alle 13, in piazza San Cosimo, a Cagliari, torna LA PIAZZA DELLA SOLIDARIETA'.
In segno di lutto, drappi, fiocchi, nastri neri, "vestiranno" i banchetti delle associazioni.
Per ricordare i morti dell'ultima strage annunciata, di tutte le stragi che si ripetono, nell'indifferenza di tanti, ogni giorno, nel Mediterreneo.
Durante la mattinata, si terrà una sperimentazione autogestita del Teatro Immagine, tecnica del Teatro dell’Oppresso ideato dal brasiliano Augusto Boal, già praticato anche in Italia, sul tema “Migranti”.
Al banchetto del Comitato Sardo di Solidarietà (Co.Sa.S.) saranno presenti i medici volontari dell'Associazione che ribadiranno la loro contrarietà alla proposta di legge che dà al medico la facoltà di denunciare i migranti cosiddetti irregolari. In collaborazione con la SIMM (Società Italiana di Medicina della Migrazione), sarà distribuito del materiale informativo.
La Piazza della Solidarietà invita gli operatori della sanità, le cittadine e i cittadini sensibili, e, naturalmente, tutti i migranti, a partecipare all'iniziativa, per dimostrare che una parte, speriamo non piccola, di società è fortemente contraria, e lo denuncia con forza, all'accanimento xenofobo con cui si perseguitano esseri umani che non si son macchiati di alcun reato.
Venite, domenica mattina, a La Piazza della Solidarietà.
Le associazioni della Piazza:
actionaid, aifo, amnesty international, amici di nico, amici di sardegna, amici di viviana, amici senza confini, arci, avo, cagliari social forum, ciclofucina sella del diavolo, cisv sardegna, citta' ciclabile, cittadinanza attiva, cosas, deggo, emergency, ingegneria senza frontiere, lav lega antivivisezione, los quinchos, luna d'oriente, mani tese, movimento verde, oipa, oscar romero onlus, parada italia, pastori per, rete radiè resch, sardegna palestina, servizio civile internazionale, shiatsu do onlus, sinergia femminile, solidando, sucania, uaar
Info:
tel. 335 6993969
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fecondazione assistita libera da chiesa e stato . vittoria temporanea o definitiva ?
da repubblica online
Legge 40, stop della Consulta "No a limite di tre embrioni"
ROMA - La Corte Costituzionale boccia la legge 40 sulla fecondazione assistita. I giudici della Consulta hanno infatti dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 14, comma 2, della norma, nel punto in cui prevede che ci sia un "unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre" di embrioni. Viola la Costituzione anche il comma 3 dello stesso articolo, nella parte in cui non prevede che il trasferimento degli embrioni, da realizzare non appena possibile debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna. La Corte, infine, ha dichiarato inammissibili, per difetto di rilevanza nei giudizi principali, la questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 6, inerente l'irrevocabilità del consenso della donna, e dei commi 1 e 4 dell'articolo 14.
Il governo. "Sono molto dubbi gli effetti della sentenza della Corte Costituzionale sulle pratiche che devono essere adottate nei centri", afferma il sottosegretario al Welfare con delega alla Bioetica, Eugenia Roccella, annunciando l'emanazione di "nuove linee guida". Queste saranno emanate sulla base dei pareri scientifici che saranno elaborati dal Consiglio Superiore di Sanità, l'organo tecnico scientifico di consultazione del ministero, che sarà ascoltato, ha detto Roccella, così come prevede la legge.
"Resta il divieto di congelamento degli embrioni - ha aggiunto Roccella - e di soppressione di questi", una pratica che avviene, ha aggiunto, quando per la diagnosi preimpianto se ne producono in sovrannumero. "Mi sembra - ha quindi detto - che ora ci sia un evidente problema di interpretazione delle norme e di contraddizioni. Per questo bisognerà fare chiarezza sul piano delle pratiche che potranno essere adottate dai centri".
L'opposizione. "Le sentenze della Corte vanno sempre rispettate", replica il segretario del Pd. Per Dario Franceschini "i temi nuovi, come anche quello sull'idratazione e alimentazione, gradualmente richiederanno regole e che si adeguino gli strumenti legislativi. Per il nostro ordinamento, il pronunciamento della Corte non potrà che essere recepito".
Il ricorso. A fare ricorso alla Corte, con tre distinte ordinanze, sono stati il Tar del Lazio e il Tribunale di Firenze, ai quali si erano rivolti, rispettivamente, la World Association Reproductive Medicine e una coppia non fertile di Milano affetta da esostosi, una grave malattia genetica (con tasso di trasmissibilità superiore al 50%) che genera la crescita smisurata delle cartilagini delle ossa.
Le questioni di legittimità costituzionale. Riguardano, in particolare, l'articolo 14 (commi 1,2,3 e 4) che prevede la formazione di un numero limitato di embrioni, fino a un massimo di tre, da impiantare contestualmente, e vieta la crioconservazione al di fuori di ipotesi limitate. Davanti alla Consulta è stato impugnato anche l'art.6 (comma 3) della legge 40 nella parte in cui obbliga la donna, una volta dato il proprio consenso alle tecniche di fecondazione assistita, all'impianto degli embrioni, escludendo così la revoca del consenso.
"Norme in contrasto con principi costituzionali". Queste norme - secondo i giudici del Tribunale di Firenze e del Tar del Lazio - sono in contrasto con diversi principi tutelati dalla Costituzione. In particolare con l'art.3, sotto il profilo della ragionevolezza per il mancato bilanciamento tra la tutela dell'embrione e la tutela della esigenza di procreazione visti la "mancata valutazione della concreta possibilità di successo della pratica da effettuare" e il "mancato riconoscimento al medico curante di ogni discrezionalità nella valutazione del singolo caso".
"Disparità di trattamento". La legge 40, secondo i ricorsi, realizzerebbe una "irragionevole disparità di trattamento" tra le donne in condizioni fisiche diverse che si sottopongo alla fecondazione assistita. E ancora: il diritto alla salute verrebbe leso in caso di insuccesso del primo impianto, in quanto la donna è costretta a sottoporsi a un successivo trattamento ovarico, ad "alto tasso di pericolosità per la salute fisica e psichica". Infine, anche la prevista irrevocabilità del consenso sarebbe in contrasto con l'art. 32 della Costituzione che "vieta i trattamenti sanitari obbligatori se non imposti per legge nel rispetto della dignità umana".
Le parti in causa. Dinanzi alla Corte si erano costituiti, oltre alla Warm, numerose associazioni favorevoli a una pronuncia di illegittimità (Hera onlus, associazione Luca Coscioni, Cecos Italia, Sos infertilità, Amica Cicogna, Madre provetta e, tra le altre, Cittadinanzattiva), mentre a chiedere che la legge non venisse toccata, e che dunque la Corte si pronunciasse per l'infondatezza o l'inammissibilità, erano stati il Comitato per la tutela della salute della donna, la Federazione nazionale dei centri e dei movimenti per la vita. Ma anche il governo, attraverso l'avvocatura generale dello Stato, ha chiesto ai giudici costituzionali che la legge 40 rimanesse tale e quale perché "il legislatore ha effettuato una ragionevole comparazione tra l'interesse della donna al buon esito della procedura di procreazione medicalmente assistita e la tutela dell'embrione". Relatore delle cause era il giudice costituzionale Alfio Finocchiaro.
Le reazioni. "Una bella notizia, non c'è che dire e la magistratura non è la prima volta che ci salva". E' il commento sulla decisione di illegittimità della Corte Costituzionale del ginecologo Carlo Flamigni, uno dei pionieri della fecondazione artificiale in Italia, che aggiunge, parafrasando Alessandro Manzoni per il quale "la c'è la provvidenza" e "noi diciamo la c'è la giustizia".
"Se, come pare, la decisione della Corte ha come obiettivo quello di eliminare il divieto di creare più di tre embrioni e dell'obbligo di impianto degli embrioni creati, si produrrà come inevitabile conseguenza la possibilità di selezionare gli embrioni migliori e scartare gli altri", avverte il professor Alberto Gambino, ordinario di diritto privato e direttore del Centro di ricerca in scienze umane dell'Università europea di Roma.
"I sostenitori del Far West della provetta hanno poco da cantare vittoria - dice il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano - rispetto alle previsioni della vigilia, che lasciavano immaginare la demolizione della legge 40, la Consulta ha bocciato le ipotetiche censure sul divieto di crioconservazione e sul divieto di riduzione embrionale, accogliendo soltanto quella relativa al limite dei tre embrioni per l'impianto".
"Il limite dei tre embrioni era preordinato a proteggere il diritto alla vita. Se si producono più di tre embrioni, degli altri cosa si fa? Se li si elimina si lede il diritto alla vita, se si impiantano tutti diventa pericoloso per la donna", afferma Carlo Casini, presidente del Movimento per la Vita, al quale Radio Vaticana ha chiesto di commentare la sentenza della Consulta. "L'impianto fondamentale della legge - ricorda l'ex magistrato ai miocrofoni dell'emittente della Santa Sede - è dire non devi uccidere nessun essere umano anche se generato in provetta. Almeno non in modo deliberato e diretto. Il testo ricercava un equilibrio tra la salute della donna e la vita dell'embrione. Così si scardina l'intero impianto della legge".
approfondimenti
*"La mia battaglia non è stata vana finalmente potrò avere un figlio"
* Legge 40, stop della Consulta "No a limite di tre embrioni"
* "Ho fatto un mutuo per diventare mamma" ( esperienza di coppie che spono dovute emigrare quando in italia era proibito )
miei precedenti post
Il 5 per 1000 a Human Developments!
E' sufficiente apporre una firma nell'apposito riquadro della dichiarazione dedicato alle Organizzazioni Non Lucrative (ONLUS). Assieme alla tua firma occorre unire il codice fiscale di Human Development Onlus (97275710156), così da destinare l'importo interamente alla nostra associazione.
Contribuente tenuto alla presentazione del modello 730 o Unico: dovrà semplicemente comunicare al proprio commercialista, consulente fiscale o Caf la volontà di inserire nell’apposito riquadro (quello riguardante il sostegno al volontariato, delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale ecc.) il codice fiscale 97275710156 e firmare nel riquadro stesso.
Ricordiamo che il 5 per 1000 non costa nulla e non è una tassa aggiuntiva.
(grazie a Guido Casiraghi)
Ricordiamolo - 1
Immagine che ho con me sul mio scrittoio, la posto per ricordare la sua morte avvenuta la sera del 2 aprile 2004, mi è stata donata da un caro amico, la scritta è del Santo Padre. Mi piace ricordarlo, sapere che le sue grandi sofferenze sono terminate.
Madre nostra
Sola con tuo figlio
nel buio di una grotta
in silenzio preghi per noi.
Madre del cielo e della terra
perdonaci per la nostra assenza.
Svegliaci dal nostro torpore
illumina la nostra mente
portaci per mano.
Non ci abbandonare Madre nostra
facci ritrovare
la via della pace e dell'amore.
franca bassi
Appello per una Rete Nord Est per il Congo
Come forse già sapete, la nostra banca ha recentemente aderito all'appello per la pace in Congo promosso da Chiama l'Africa.
Bene, il nostro sogno è quello di costruire insieme a voi una rete di solidarietà per dare concretezza a questo appello attraverso il sostegno ad un progetto di MALAKI MA KONGO, un'associazione di solidarietà internazionale di cui è coordinatore Masengo ma Mbongolo, congolese, nostro socio e componente del coordinamento di Vicenza. Sul sito www.malakimakongo.net potete trovare tutti i dettagli sulle attività dell'associazione.
IBAN: IT 07 X 05018 11800 000000511470 presso la Banca Popolare Etica - filiale di VICENZA.
1.4.09
Testamento di un bambino sconosciuto in un luogo troppo vicino e troppo lontano dalla nostra opulenta ignoranza
Testamento di un bambino sconosciuto in un luogo troppo vicino e troppo lontano dalla nostra opulenta ignoranza
Oggi, che il grande Sole, sopra di me
stampa le nuvole, poche, e la sabbia e le creature di terra
vedo il cielo correre sul mio silenzio.
Mi sono amici i piccoli rognosi
e le mosche fan festa…su di me!
Mentre resta
una foglia appassita
sulla mia pelle duna, rinsecchita,
dove nemmeno la vita
vuol restare….a cantare il suo disgusto.
Madre.
Madre perché tu dormi ancora?
Sono ormai vuote per me le tue carezze.
È ormai spento il tuo seno, dormi?
L’anima mia è in partenza,
quanta pazienza.
Sul mio involucro, vuoto e senza forza,
gioca la morte e i suoi pagliacci nani.
Ora vedo bambini, come me
correre su una spiaggia dorata e farsi di spruzzi e risate.
Ora vedo la luce scomparire e poi farsi sfacciata.
Ora, la mia testa è pesante.
Madre tu dormi,
con la tua mano appesa
sulla mia gracile spalla ad imbuto.
Apparteniamo a un grande popolo muto.
Solo la terra capisce e copre con un manto di sabbia,
la Storia che ci ha messo in gabbia.
Io vivo un sogno all’incontrario.
Io non ho anagrafe o respiro.
Non ho rabbia ne odio… non ho che il mio scarno silenzio
e la mia invisibile speranza: il mio sonno.
Madre, vengo a dormire
insieme a te.
Insieme ai miei fratelli abbandonati
ai miei silenzi
Senza fiato
Dormiamo …
l’alba è andata
e resta muto il mio piccolo cuore.
(Ugo Arioti)
Rapsodia
filtra pallida
e s'appoggia sulle mani
vibrando negli schizzi
di un proiettile
siamo stati infiniti,
senza ombra
Le funtane de Roma
Questa mattina un'amico Roberto su Face book ha fatto questa domanda:E' meglio bere l'acqua in bottiglia o delo rubinetto?
vado a pijà l'acqua fresca a la funtana!
A Romolé io me bevo l'acqua der rubinetto
e puro quella bona de le funtane de Roma.
M' aricordo come se fusse jeri,
quanno ancora regazzina
annavo co' er fiasco ricoperto de pajia
a prenne l'acqua a le funtane de Roma.
T'aricordi? se passava ar Foro Italico,
pe' Ponte Mollo,
poi lungo er bionno Tevere
s' arivava a la funtana dell'acqua Acetosa
se faceva puro la fila
e me facevo puro tanta strada a fette
pe' aritorna a casa
contenta cor fiasco pieno d'acqua pizzichina.
Che tempi Romolé!
Oggi ce so li supermercati
che venneno l'acqua vecchia imbottijata
se fa la fila pe pagà
e ce vanno puro co' la machina a pijalla.
Bona giornata Romolé s'arivedemo.
pesce d'aprile o cattiva burocrazia o sindaco nostalgico ?
Mussolinia al posto di Arborea
CRISTINA DIANA
ARBOREA. Siete nati ad Arborea prima del marzo 1944, quando ancora si chiamava Mussolinia? Peggio per voi. Se non l’avete ancora ricevuta, sta per arrivarvi a casa una lettera del Comune che vi sollecita ad adeguare i documenti d’identità: luogo di nascita deve risultare Mussolinia, «alla luce delle disposizioni ministeriali (non citate - ndr) e per una corretta registrazione degli eventi».
Nel caso qualcuno non sia d’accordo, il Servizio demografico fa sapere che potrà procedere d’ufficio. Il tutto, in ogni caso, a spese del Comune. Sarà sufficiente presentarsi all’ufficio anagrafe con tre fotografie formato tessera, e il gioco è fatto.
Per il resto, però, i cittadini di Arborea saranno obbligati ad affidarsi all’italianissimo santarrangiati, perché i dati sulla patente e sulla carta di circolazione dovranno essere modificati a cura e spese del cittadino.
Ma di contro gli uffici municipali si premureranno d’informare dell’avvenuto cambio Inps, Inpdap, altri eventuali enti previdenziali e persino l’Agenzia delle Entrate.
«A tal proposito - si legge ancora - la vogliamo rassicurare che il suo codice fiscale non subirà alcuna modifica», ma «verrà inviato a domicilio il nuovo tesserino del codice fiscale riportante la denominazione del Comune di nascita corretta».
Magra consolazione per gli ultrasessantacinquenni di Arborea che già tremano al pensiero delle trafile burocratiche da sopportare. Tanto da sperare che si tratti di un ben congegnato pesce d’aprile.
L’occasione per uno scherzo, in effetti, ci sarebbe tutta. Solo pochi giorni fa si è saputo che il ministro Calderoli, avanzando con il machete nella giungla delle leggi italiane (ne ha eliminate 29mila), ha cancellato anche tutti i Regi Decreti che durante il fascismo avevano istituito 79 Comuni: e quindi anche il R.D del dicembre 1930 che dava vita a Mussolinia e il R.D. del febbraio 1944 che cambiava la denominazione in Arborea. Se applicata nel caso specifico, la norma taglialeggi abolirebbe i Comuni stessi. Nessun problema, ha assicurato Calderoli, perché il governo correggerà l’errore e Arborea, così come Carbonia, continuerà tranquillamente a esistere.
E Mussolinia di Sardegna continuerà a essere morta e sepolta, nonostante i tentativi di riesumarla da parte dell’ufficio anagrafe di Arborea. Le disposizioni ministeriali a cui si accenna nella lettera sono del tutto sconosciute persino ai più alti funzionari della prefettura di Oristano.
«Quando ho telefonato per avere maggiori spiegazioni il viceprefetto con il quale ho parlato è letteralmente caduto dalle nuvole», racconta la destinataria di una delle lettere, che non è certo propensa a farsi scrivere sulla carta d’identità nata a Mussolinia: «Non ci penso neppure! E se ci provano, come sostengono, a farlo d’ufficio non esiterò a denunciarli. Anche perché stando a questa loro trovata come dovrebbero chiamarsi coloro che sono nati prima del 1944, mussoliniani?».
Tuttavia a sentire il primo cittadino Bepi Costella (che essendo della classe ’46 non dovrà preoccuparsi di rinnovare i documenti) nella lettera partita dal municipio non c’è alcuna nostalgia per il Ventennio: «Be’, forse siamo stati troppo veloci nell’inviarle. Diversi cittadini si sono lamentati, pensiamo agli allevatori che hanno costituito delle società e che temono di essere costretti a modificare tutti gli atti. Ho saputo di questa lettera quando sono rientrato in Comune lunedì mattina. Mi risulta che anche altri Comuni della provincia si trovino nella stessa situazione. Parlerò con il prefetto per verificare se, in base alle circolari ministeriali, il cambio di dicitura è obbligatorio. In ogni caso non c’è alcuna motivazione di tipo identitario o nostalgico».
31.3.09
Senza titolo 1426
Danyart New Quartet fiori e tempeste
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