Vedendo alcune opere d'arte moderne alcune non comprensibili subito altre dopo in una società sempre più veloce e frenetica ., salvo alcuni resilienti ( vedere post precedenti e i tag : le storie , storie ) come queste due , la prima di
ero soprattutto dopo la lettura di quando scrive sul suo fb lo stesso Mario mio compaesano ed il mio compagno di strada ritrovato ( ogni tanto capita di perdersi per poi ritrovarsi lungo il cammino )
L’arte contemporanea non ha senso e deve/dovrà averne sempre di meno perché viviamo in un’epoca senza senso o se preferite in un’epoca dove è difficile trovare un senso
32Tu, Pierangelo Sanna, Aldo Ricci e altri 29
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oppure come suggerisce questa canzone
Poi facendo un processo di sintesi ed antitesi sono arrivato ad accettare il fatto a volte quando non è spiattellato come le opere ( bellissime ) di Banksy sono piene di senso e riesci ad inquadrarsi nel suo tempo il senso che noi diamo alle opere d'arte e alle cose in generali è una sovrastruttura che ci creiamo noi con : le nostre elucubrazioni , opinioni , voli pindarici , ecc . Anche se a volte basta : saper , vedere , osservare , ascoltare , insomma usare lo spirito critico e non fermarsi al significato apparente . . Infatti concordo con i commenti riportati nella discussione del post di Mario citato nelle righe precedenti
Più che altro stiamo assistendo alla nascita di un mondo artificiale . di un mondo basato sul immaginario. dove diamo tutto per scontato , ma che vita e! che senso a vivere quando conosciamo gia' il nostro destino detto da un oroscopo !
nessun senso. Mi e venuto così per indicare che spesso. Il senso non esiste
Laasciarsi guidare dall'intuizione, perché in questo modo può riconoscere cose che non sono accessibili all'intelletto e quindi ai sensi il film opera senza autore
del regista Henckel von Donnersmarck il quale ha scritto la sceneggiatura basandosi su eventi realmente accaduti. Il personaggio principale di Kurt Barnert è basato sulla storia della vita del pittore tedescoGerhard Richter, raccontata nel libroEin Maler aus Deutschland. Gerhard Richter. Das Drama einer Familiedel giornalista Jürgen Schreiber.Anche il personaggio del professor Antonius van Verten, richiama nella realtà l'artistaJoseph Beuys.
dopo un estate incosciente un autunno peggiore . Leggo sconfortato ed allo stesso assueffatto Da il messaggero di Lunedì 2 Novembre 2020 questo articolo di Marco Pasqua
Non sono serviti gli appelli al buon senso e, soprattutto, al
rispetto delle regole, da parte degli addetti ai lavori dall'assessore
regionale alla Sanità del Lazio, Alessio D'Amato fino ai rappresentanti
di albergatori e locali da ballo. L'irresponsabile voglia di far festa,
in un momento in cui gli assembramenti sono vietati perché ad alto
rischio contagio, ha avuto la meglio, da Milano a Roma,
con eventi organizzati negli hotel, in club sportivi o ville private,
preannunciati anche pochi giorni prima sui social. In alcuni casi, le
forze dell'ordine sono intervenute e hanno messo fine ai party
semi-clandestini che, violavano alcune delle norme anti-contagio
contenute nel Dpcm. Ma in altri, si è cenato, ballato e bevuto, rigorosamente senza neanche l'impiego delle mascherine.
Assembramenti in hotel
I casi più eclatanti sono stati registrati nella capitale. A Fiumicino, ad esempio, nell'Hotel Isola Sacra che sul suo sito sottolinea che «la salute dei suoi ospiti è di primaria importanza» - è stata organizzata una cena per Halloween, con il trucco della stanza prenotata: chiunque alloggi in albergo, infatti, può servirsi al suo ristorante. Peccato che i commensali non indossassero la mascherina quando come documentano i video pubblicati sui social hanno iniziato a ballare fino a tarda notte, senza che qualcuno ponesse fine agli assembramenti.
Un altro hotel, invece, è stato visitato dai vigili urbani che hanno potuto riscontrare diverse irregolarità.
Al Mozart, dietro piazza del Popolo, infatti, le 80
persone presenti erano sedute a tavoli non distanziati tra loro (anche
se tutte avevano a loro carico una stanza regolarmente prenotata e
pagata). Oltre alle sanzioni previste, il titolare è stato diffidato e
ha provveduto a riposizionare i tavoli e a far rispettare la distanza
tra gli avventori. Poco dopo il Raccordo Anulare, nella zona della
Nomentana, la polizia ha invece interrotto una party totalmente abusivo,
all'interno del circolo Green Club. Nel locale era stato organizzato un
evento in maschera con tanto di sala da ballo e privè con circa 60
persone, la maggior parte delle quali senza mascherina. Il locale, tra
l'altro, non aveva neanche i permessi per l'attività di intrattenimento e
spettacolo. Nell'adiacente sala ristorante, inoltre, gli agenti
hanno trovato una festa di compleanno con 15 persone. Per tutti sono
scattate sanzioni dai 400 ai 1000 euro. Sul fronte delle feste negli
appartamenti, invece, i carabinieri, sempre a Roma, allertati dai vicini
di casa, hanno scovato, sulla via Cassia, 26 persone, appartenenti a
nuclei familiari diversi, che avevano dato vita ad un party in maschera.
E nell'area di sosta sull'autostrada Roma-Fiumicino, un gruppo di
ragazzi ha dato vita ad un mini-raduno notturno.
Appelli inascoltati
«I party clandestini sono il modo migliore per far galoppare il virus
aveva osservato l'altro giorno D'Amato sono uno schiaffo in faccia ai
malati e operatori sanitari». Parole che, però, sembrano non aver
impedito ad un altro gruppo di persone, a Milano, nel cuore di
Chinatown, di festeggiare in casa. Venti i denunciati, tutti
giovanissimi,alcuni dei quali stranieri: anche in questo caso, sono
stati i vicini di casa a rivolgersi al 112. «Chi ha organizzato questi
eventi pericolosi per la salute fa notare Antonio Flamini, presidente
del Silb Roma, il sindacato dei locali da ballo sono persone senza
scrupoli. L'abusivismo danneggia il nostro settore e, per questo, la
nostra task force, a livello nazionale, segnala situazioni rischiose,
come queste».
Caos a Bologna e Bari
Dieci
persone sono state denunciate anche a Bologna dalla polizia,
intervenuta con la polizia municipale dopo aver ricevuto diverse
segnalazioni di un rave party nel parco di Villa Angeletti. Mentre a
Bari diversi gruppi di ragazzi, alcuni apparentemente minorenni, nella
tarda serata di ieri sono scesi in strada vestiti di nero e con i volti
in parte coperti e, armati di mazze e uova, hanno «festeggiato»
Halloween danneggiando e imbrattando autobus e auto in sosta. Numerose
le polemiche sui social, relative alle feste per la sera del 31. In un
caso, Selvaggia Lucarelli, oltre a condividere il video-post di un noto
Pr romano su una delle feste in hotel, aveva anche contattato gli
organizzatori di un altro party, a Milano: «Eccovi servita la
tristezza», aveva scritto. Il Codacons, intanto, ha chiesto «l'arresto
dei responsabili dei party»: «Nei loro confronti devono scattare
indagini penali per la fattispecie di epidemia colposa».
si può viaggiare anche cosi come fa questa blogger
che aggiunge ad una moda diffusa cioè quella di andare nei luoghi dei film cercandoli da te e non come tour o mete organizzate . Infatti
Da Forrest Gump a Harry Potter: le foto della blogger che "indaga" sui luoghi del cinema
Dalle montagne di ‘Thelma&Louise’ nello Utah negli Stati Uniti alle spiagge di ‘Game of Thrones’, dalle mura di Hogwarts ai grattacieli di ‘Mamma ho perso l’aereo’: la blogger Andrea David viaggia in giro per il mondo alla scoperta dei luoghi che hanno fatto la storia del cinema. Poi li racconta su Instagram con una tecnica speciale: sovrapponendo una foto prestampata con la scena chiave che è stata girata in ciascun luogo: il risultato finale è straniante e al tempo stesso evocativo. Oggi la blogger vanta quasi 800mila follower sui social media. A Repubblica dichiara: "Il mio è un lavoro investigativo. Confronto le foto dei film con Google Streetview o le mostro ai residenti e alle guide turistiche del posto". Poi aggiunge: "Finzione e fantasia arricchiscono la nostra realtà. I luoghi reali acquisiscono un fascino speciale attraverso la cultura pop, che desidero divulgare con le mie foto. Alcune persone sono ispirate a viaggiare, altre a rivedere i film, altre ancora si immergono nella nostalgia". E il "gioco" continua, anche se il lockdown richiede un po' di fantasia in più.
Dal canale Youtube di Bernardo Cumbo: (…) Elena Tioli ex consumista perfetta, ex insoddisfatta cronica e schiava dell’aspetto esteriore. Ex dipendente a tempo indeterminato. Dal 2015 non entra in un supermercato. Negozi che vendono sfuso, autoproduzione, aziende agricole e sociali, botteghe e negozi di quartiere e altre piattaforme che mettono in contatto diretto produttori e consumatori.
non riuscendo ad aggiornare spesso il blog , seguitemi anche sui social appendici d'esso dove potete commentare , seguire i miei aggiornamenti , mettere mi piace
da repubblica online la storia che è riuscita ad affrontare un simile problema senza farsi prendere dal panico e dalla paura con intelligenza e coraggio. Tale signora ha Un carattere forte e solare. Lei comunque ha potuto pagarsi l'operazione (anche se non è giusto dovrebbe essere lo stato aiutare il cittadino non solo il privato ), lei è stata fortunata perchè purtroppo c'è chi muore perchè non può pagare di tasca sua non è solo sulla coscienza di chi ci amministra, ma anche di chi evade le tasse e/o ruba impunemente soldi pubblici.
L'8 marzo non è solo la data del lockdown a Milano. È anche il giorno in cui Marina Gazzini riceve la diagnosi di tumore al seno. "Il secondo. L'altro l'avevo curato cinque anni prima. È un cancro nuovo, del tutto indipendente dal primo. Mi hanno spiegato che è un caso raro, non sono stata fortunata". Le sfortune, in quei giorni, Gazzini, 55 anni, di Milano, professoressa di storia medievale alla Statale,
sembra raccoglierle tutte. Le porte della sala operatoria le si sbarrano davanti a causa del Covid. E per chi vuole sapere cosa voglia dire curare una malattia grave in piena emergenza pandemia (sono mille le nuove diagnosi di cancro in Italia ogni giorno), lei è disposta a raccontare tutta la sua storia. Lo fa anche come testimonial dell'Airc, l'Associazione italiana per la ricerca del cancro, che da domani e per una settimana organizza i suoi tradizionali "Giorni della ricerca", con la maratona Rai e la possibilità di acquistare i Cioccolatini della ricerca, stavolta online tramite Amazon, per sostenere lo studio della malattia. Perché, come ha ricordato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nell'ospitare al Quirinale i membri dell'Airc: "C'è il Covid, ma le altre malattie non sono finite in lockdown. Troppi screening e troppe cure vengono rinviati a causa della pandemia".
Lei ne sa qualcosa. Come si è sentita quel giorno? "Avevo una visita di controllo. Ormai erano passati cinque anni dal primo tumore del seno, ed è arrivata la sorpresa dall'altro. Il medico ha provato a scherzare: meno male che ne ha solo due". Immagino non avesse voglia di ridere. "Nell'ospedale pubblico che mi stava seguendo il Covid è entrato subito e in modo pesante. Le sale operatorie sono state immediatamente chiuse. Impossibile eseguire interventi. Idem per la chemio e tutto il resto. Mi hanno detto che se ne sarebbe riparlato a giugno. Ma conosco i tempi di attesa e ho pensato che non avrei potuto aspettare". Come ha fatto? "Sono andata in clinica. Ho pagato completamente di tasca mia, perché non ho un'assicurazione. Ero almeno tranquilla, visto che mi ha operato la dottoressa del primo tumore. A Pasqua ero già fuori".
Oggi com'è la situazione? "Migliorata. Ho ripreso le cure e i controlli nell'ospedale pubblico, dove hanno compreso benissimo la mia scelta. L'attenzione per il coronavirus è estrema, le distanze sono rispettate in modo rigoroso, all'ingresso distribuiscono mascherine nuove, per evitare che qualcuno si presenti con quelle strausate. C'è il disagio di non poter essere accompagnati, soprattutto per i pazienti che vengono da lontano. Ma nel complesso ci si sente in un luogo sicuro. Certo, il clima è diverso". In che senso? "L'ospedale è vuoto. Ci sono solo i pazienti. E il personale è stremato. Si vede chiaramente". Anche l'intervento l'ha affrontato da sola. "È stato un momento di enorme tristezza. In fondo però non si è mai davvero soli. Si parla con gli altri, si formano legami di solidarietà". Come ha fatto ad affrontare una tale serie di colpi avversi? "Mi ha aiutato il lavoro. Non ho mai smesso, mi ha permesso di non pensare. Con la didattica a distanza nessuno si è accorto di niente. Solo alla fine ho raccontato tutto ai colleghi. Non perché avessi dei problemi a rendere pubbliche le mie vicende. Ma loro sono persone splendide e mi avrebbero chiesto di non lavorare. Io invece ne avevo bisogno".
Ma il coronavirus non le fa paura? "No, per nulla. Non voglio essere fraintesa. Mi rendo perfettamente conto della sua gravità e seguo con attenzione ogni precauzione. Qui in Lombardia è stato uno tsunami, una tragedia. Il lockdown, chiusa in casa con mia madre e mia figlia, è stato pesante, come per tutti. Ma no, non riesco a provare paura. Vorrei anzi dare un messaggio di speranza a chi comincia oggi la sua storia contro il tumore. Il momento per ammalarsi non è certo ideale. Ma oggi non è come un tempo. Ci sono macchine e terapie che cinque anni fa, quando ho avuto la prima malattia, non erano nemmeno immaginabili. Ed è tutto merito della ricerca".