31.8.24

paraolimpiadi 20024 : quale linguaggio usare . amore in gara e nella vita , rifugiati , politica , ed altre storie

vedendo sia indiretta che in differita le gare delle paraolimpiadi mi chiedo quali espressioni , in questo mondo ricco di umanità, usare o non usare o cancellare al mio vocabolario frasi come handicappato, invalido, disabile, diversamente abile, meglio persona con disabilità... .
Ma sopratutto come parlare Come parlare delle donne e dei transgender \ lgbtq alle Olimpiadi senza sembrare un viscido retrogrado.Credo  che  proverò  a seguire quanto    consigliato  da  questi  due   articoli     che     ho  trovato   cercando  una riuspostra   al mio  dubbio  in rete   : <<   Paralimpici, via ai Giochi: quali parole usare. >>  da  La Gazzetta dello Sport   sule  paraolimpiadi    di Rio   se   ho letto   bene  e   un altro articolo molto interessante << Disabili o diversamente abili : cosa usare per parlare di disabilità?>>  da  disablog.it    in sintesi se  ho ben  capito ecco  evitare le parole passive e vittimistiche. Usare un linguaggio che rispetti le persone disabili come individui attivi con controllo sulla propria vita. Ecco un elenco delle parole da evitare e la loro terminologia corretta:
  • Da evitare: Handicappato, disabile; da usare: persone disabili.
  • Da evitare: afflitto da, soffre di, vittima di; da usare: ha (seguito dal tipo di disabilità).
  • Da evitare: confinato su una sedia a rotelle, relegato su sedia a rotelle; da usare: utente su sedia a rotelle.
  • Da evitare: handicappato mentale, mentalmente carente, ritardato, subnormale; da usare: con difficoltà di apprendimento.
  • Da evitare: paralizzato, invalido; da usare: persona con disabilità o persona disabile.
  • Da evitare: spastico o spastica; da usare: persona con paralisi cerebrale.
  • Da evitare: malato di mente, pazzo; da usare: persona con una condizione di salute mentale.
  • Da evitare: sordo e muto, sordomuto; da usare: sordo, persona con problemi di udito.
  • Da evitare: cieco; da usare: persone con disabilità visive, persone cieche, persone non vedenti e ipovedenti.
  • Da evitare: un epilettico, un diabetico, un depresso e così via; da usare: persona con epilessia, diabete, depressione o qualcuno con epilessia, diabete, depressione.
  • Da evitare: nano; da usare: qualcuno con crescita limitata o bassa statura.

Dopo    queste  precisazioni Eccoci  al il terzo giorno di Paralimpiadi .
Se vi era già venuta nostalgia delle nazionali italiane di pallavolo, soprattutto  quella  femminile,da ieri ne  abbiamo un'altra da seguire e  a  cui eventualmente appassionarci una  squadra molto detterminata  ed 
combattiva   visto  che ha  sconfitto  quella  Francese    per   tre set  a  0  . 
 In questi  giorni    si stanno svolgendo   anche le  gare  In questi giorni pieni di gare di atletica leggera forse qualcuno si sarà chiesto: perché “leggera”? Serve a distinguerla da altri tipi di atletica? C'è un'atletica pesante? In effetti sì, o almeno c'era: fino a qualche decennio fa infatti a livello internazionale gli sport di lotta e il sollevamento pesi erano gestiti da un'unica federazione di atletica pesante, che peraltro in Italia ha ancora una rappresentanza  rispetto a  gli altri paesi europei  . Infatti  Le Olimpiadi moderne si ispirarono ai Giochi dell'antica Grecia, in cui erano previste sia gare di lotta che di sollevamento pesi: tutte le gare che erano state ispirate a quel modello vennero comprese nella definizione di atletica, che poi si distinse in “leggera” e “pesante”: non è comunque così sorprendente che si usi la parola “atletica” anche per questi sport, visto che viene dal greco antico athlos, che significa proprio “lotta”, “combattimento”. Nel corso del Novecento le discipline dell'atletica pesante si organizzarono in federazioni distinte e quindi si smise di chiamarle con quell'unica definizione. Oggi la distinzione tra “leggera” e “pesante” di fatto non è più rilevante .



 dalla  newsletter  paris   de  ilpost.it




La partenza della finale dei 100 metri maschili T47 disputata ieri, tra le gare d'atletica (David Ramos/Getty Images)


Un po' troppo entusiasmo allo Stade de France

In diverse discipline per ciechi alle Paralimpiadi – ne avevamo già parlato – c'è bisogno che il pubblico faccia silenzio: tra queste c'è anche il salto in lungo, dove ogni saltatore o saltatrice ha una guida posizionata in prossimità della buca con la sabbia che dà un'indicazione sonora per far capire dove l'atleta deve indirizzare la corsa. Ciascuno ha un suo metodo: ci sono guide che battono solo le mani, altre che danno indicazioni con la voce e altre ancora che fanno entrambe le cose. La guida dell'italoalbanese Arjola Dedaj, per esempio, dice molte volte «vai!».
Più l'atleta si avvicina al punto in cui deve saltare, più la guida aumenta il ritmo del segnale acustico per farle aumentare anche il ritmo della corsa. La guida deve poi spostarsi in tempo dalla traiettoria di corsa per evitare che l'atleta le finisca addosso (alcune lo fanno molto all'ultimo momento).
Ieri durante la finale femminile della categoria T11 (che è appunto quella per saltatrici cieche) tutte queste operazioni sono state molto complicate: il pubblico dello Stade de France – dove si svolgono le gare – era molto esaltato per l'atletica, pure troppo, e faceva un gran rumore anche nei momenti in cui si chiedeva silenzio. Il personale sugli spalti non riusciva a zittire le persone, e alcune atlete hanno dovuto aspettare molto tempo prima di ogni salto. È stato forse il primo grande intoppo organizzativo di queste Paralimpiadi.
Arjola Dedaj è stata tra le atlete penalizzate da questa situazione e a tratti è sembrata piuttosto sconfortata. Alla fine è arrivata quarta con un salto di 4,75 metri, a un centimetro dal terzo posto: un ottimo risultato soprattutto se si considera che ha 42 anni e questa sarà con ogni probabilità la sua ultima Paralimpiade. Nelle sue gare Dedaj è spesso tra le più fotografate per via delle eccentriche mascherine che indossa sugli occhi: tutte le saltatrici cieche ne hanno una, ma nella gran parte dei casi sono oggetti del tutto anonimi. Ieri ne aveva una a forma di farfalla che è molto piaciuta (non è l'unica atleta fantasiosa, comunque).


La mascherina a forma di farfalla usata ieri da Dedaj (Julian Stratenschulte/dpa)




  Amore   e  amicizia 

Alla cerimonia di chiusura delle Olimpiadi Tony Estanguet, presidente del comitato organizzatore di Parigi 2024, aveva celebrato con una certa fierezza un record dell'edizione che si era appena conclusa: era stata, aveva detto, quella con più proposte di matrimonio di sempre, ben 6. Secondo Estanguet il record era da attribuire in qualche modo all'influenza di Parigi, che lui definiva la città dell'amore per eccellenza.
Lì per lì quella frase di Estanguet era sembrata semplicemente uno dei tanti espedienti retorici per celebrare i Giochi che lui stesso aveva organizzato, ma in effetti per qualche ragione difficilmente spiegabile a Parigi 2024 le storie d'amore e relazioni tra gli atleti sembrano molto più visibili del solito (i social c'entrano, certo), e la tendenza sta continuando anche a queste Paralimpiadi. C'è stata addirittura una storia che ha fatto da “ponte” tra i due eventi, molto raccontata: quella della recente campionessa olimpica di salto in lungo Tara Davis e del marito Hunter Woodhall, atleta paralimpico specializzato nelle gare di velocità. È probabile che il video di lui che segue molto emozionato la finale di lei, e che piange dopo la vittoria, vi sia già capitato sotto mano.
Dopo di loro è stata la volta dei nigeriani Christiana e Kayode Alabi, che sono sposati e sono entrambi nella nazionale di tennistavolo a queste Paralimpiadi: è una storia d'amore piuttosto normale, in realtà, ma anche questa è finita un po' ovunque.
(Alex Slitz/Getty Images)
 Poi sono cominciate le proposte di matrimonio anche alle Paralimpiadi: la prima l'ha fatta fuori dalla mensa del villaggio olimpico il triatleta spagnolo Lionel Morales Gonzalez; la seconda, in una location forse un po' migliore, è stata fatta sui campi da badminton ieri mattina dal brasiliano Rogerio de Oliveira, che dopo una partita si è inginocchiato con in mano un anello e un cartello che diceva «Edwarda vuoi sposarmi?». E siamo solo al secondo giorno.
 per  altre  storie   d'amore  ma  anche  d'amicizia  eccovi altri   url :

  come   nelle  olimpiadi non  paraolimpiche   anche   il quarto   posto  o   non arrivare  a medaglia   può  essere  prezioso     soprattutto  in queste  parolimpiadi  le  cose    storie   \  vicende    sono  più sofferte  di  noi    che  abbiamo  problemi non invalidanti  

   sempre  dalla  Nw   pari  de  ilpost.it 


Eliminata con stile


Se siete tra quelli che si erano appassionati all'inaspettata coolness di certi tiratori di pistola alle Olimpiadi, allora forse vorrete almeno sapere qualcosa di lei: Asia Pellizzari, 22enne tiratrice con l'arco trentina che stamattina è stata eliminata agli ottavi di finale della categoria W1. Anche se è molto giovane Pellizzari è già alla sua seconda Paralimpiade e ha diversi titoli nei tornei internazionali: non è difficile immaginare che la ritroveremo in altre edizioni dei Giochi. Nel frattempo potete cominciare ad appassionarvi alla sua posa molto fotogenica di quando fa scoccare la freccia dall'arco.

In quanto
(Dal sito del Comitato paralimpico italiano)


Il tiro con l'arco è il primo sport paralimpico di sempre, e anche quello dov'è ormai comune che gli atleti con disabilità gareggino con quelli normodotati.

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  da   Open 30 Agosto 2024 - 16:42

Paralimpiadi di Parigi, atleta tunisino boicotta la sfida di bocce con un israeliano: «È per la causa palestinese»

                         di Ugo Milano

EPA/CHRISTOPHE PETIT TESSON I Alcuni portabandiera durante la cerimonia di chiusura di Parigi 2024, Francia, 11 August 2024.




Achraf Tayahi non si è presentato alla gara con lo sfidante Nadav Lev



Un atleta tunisino, Achraf Tayahi, ha deciso di boicottare la gara di bocce contro lo sfidante israeliano Nadav Lev per dare voce alla «causa palestinese». Una scelta, quella portata avanti dall’atleta, che in modo automatico lo esclude dalle competizioni alle Paralimpiadi di Parigi 2024. Decisione che per il tunisino «rappresenta una vittoria per la causa». A riferirlo è stata una fonte della delegazione tunisina al sito di informazione Al-Araby Al-Jadeed. Lev approda quindi alla fase successiva dove incontrerà stasera il brasiliano Maciel Santos. Non è la prima volta che lo scontro tra Tel Aviv e Hamas approda a Parigi. Già durante lo svolgimento delle Olimpiadi era circolato un video della propaganda iraniana in cui si criticava la partecipazione di Israele ai Giochi.


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Parigi, 30 agosto 2024 – Le Paralimpiadi di Parigi 2024, già alla seconda giornata di finali, hanno fatto segnare un momento storico, con la prima medaglia vinta dal Team Rifugiati. È accaduto nel parataekwondo femminile (categoria 47 kg), con il bronzo ottenuto da Zakia Khodadadi, ragazza afghana, nata e vissuta fino al 2021 nella provincia di Herat, da dove venne evacuata tre anni fa dopo il ritorno al potere dei talebani. Infatti Zakia Khudadadi porta con sé molti titoli che potrebbero
appesantirla nella vita quotidiana: rifugiata, donna, persona con disabilità.Anche a causa della sua disabilità (è nata senza l’avambraccio sinistro), e non solo per questioni politiche ma culturali, fatte di discriminazioni, già da ragazzina Khodadadi – che oggi vive e si allena proprio a Parigi – aveva dovuto vivere una quotidianità molto difficile in Afghanistan, sino a pensare addirittura al suicidio ancora bambina. “Ho combattuto per anni per dimostrare che quella non fosse una limitazione”, ha detto in una recente intervista al sito ufficiale delle Paralimpiadi, e se in qualche modo era riuscita a uscire da quella situazione, nulla ha potuto contro le privazioni imposte dal regime talebano.



Ma questo, a Parigi 2024, le ha consentito di realizzare il sogno di una medaglia paralimpica, e di farlo entrando appunto nella storia avendo portato il primo alloro al Team Rifugiati. Lo scorso 9 agosto, anche alle Olimpiadi era arrivata la prima medaglia nella storia del Team Rifugiati: a ottenerla era stata ancora una volta una donna, la pugile Cindy Ngamba (bronzo nei pesi medi), camerunense fuggita dal proprio Paese, dove avrebbe rischiato l’arresto a causa della sua omosessualità. Oggi vive in InghilterraQuando le è stato chiesto quale sia il titolo più pesante da portare, l'atleta nata in Afghanistan che giovedì (29 agosto) ha vinto la prima medaglia in assoluto per la Squadra Paralimpica dei Rifugiati, non ha esitato a rispondere: donna.
“Per me, il bronzo, è come l'oro perché vengo in Francia. Prima ero in Afghanistan e in Afghanistan non era possibile (praticare) questo sport”, ha dichiarato Khudadadi a Olympics.com dopo aver festeggiato la sua medaglia nel Para taekwondo K44, classe -47 kg.
L'atleta 25enne è stata evacuata dall'Afghanistan dopo che i Talebani hanno preso il potere nel suo Paese nell'agosto 2021. All'epoca, Khudadadi si stava preparando a fare il suo debutto Paralimpico a Tokyo 2020, dove è diventata la seconda atleta donna a rappresentare l'Afghanistan ai Giochi Paralimpici e la prima donna Paralimpica del Paese da Atene 2004.
Come atleta donna, Khudadadi ha subito minacce di morte in Afghanistan ed è stata evacuata da Kabul dopo la presa del potere, una settimana prima dell'inizio di Tokyo 2020, insieme al velocista Hossain Rasouli. In seguito si è stabilita a Parigi, in Francia, e ha partecipato ai Giochi Paralimpici del 2024 come unica atleta donna della Squadra Paralimpica dei Rifugiati, composta da otto membri.
Simbolicamente, è stata un'allenatrice donna, la medaglia d'argento di Rio 2016 Haby Niare, a guidarla verso lo storico podio. Niare è stata anche la prima a correre a congratularsi con un'emozionata Khudadadi dopo il suo storico risultato.
“Sono così emozionata. Sono così felice perché questo è il mio sogno”, ha detto Khudadadi. “Oggi ho vinto una medaglia di bronzo e sono la prima donna Paralimpica rifugiata (medagliata) al mondo e ho vinto una medaglia di bronzo. Questo per me è un sogno. E ora sono in un sogno”.


30.8.24

diciamo in modo chiarissimo SALVINI e company smettetela di fare sciacallaggio e usare come propaganda la cronacva nera in questo caso il caso Sharon Verzeni,

finalmente     si  è    trovato     il  colpevole dell'omoicidio a sangue  freddo    di   Sharon Verzeni   ed  ecco     che ,  in quanto   l'omicida  è  un italo - marocchino    secondo alcuni    o  un  afro italian secondo   altri  ,  Salviche  adesso  iniznoi  e  le  sue trippe  cammellate   pronti  a   gettarsi  sopra 
 come  avvoltoi  .
Infatti   usare, come fa Salvini, l’omicidio di Sharon Verzeni per sottolineare le origini nordafricane dell’assassino reo confesso e sventolarlo davanti a orde di razzistelli da tastiera e analfabeti funzionali che lo seguono come propaganda contro Ius soli e Ius scholae è qualcosa che non è neanche più di destra o di sinistra. È semplicemente un vomitevole sciacallaggio.
Di più: si chiama incitamento all’odio razziale.Chiamiamolo  senza  tanti  giri  di parole   col suo nome.Gravissimo da parte di chiunque a prescindere  dall'appartenenza  politica
Ma che arrivi da un ministro della Repubblica, per di più con milioni di seguaci, è di una gravità assoluta e CON precedenti. I suoi.
Alcuni   (  sottoscritto  compreso  che   pensa  che   il  90  %  degli omicidi  di  donne     sia  femminicidio e  si  il  partner    a commettere un  omicidio )  siti   e politici   come   Luana Zanella, capogruppo di AVS alla Camera: << Ovviamente Matteo Salvini ha già sentenziato la colpevolezza di Moussa Sangare, chiedendo pena esemplare, cioè potenziata? Ciò che è orribile nel suo post è il tentativo di accreditare una origine etnica del femminicidio. Questo è inaccettabile perché nega totalmente e colpevolmente la trasversalità di un fenomeno che non riguarda classi sociali, colore della pelle, confini statali e che la maggior parte delle volte nasce dentro i nuclei familiari. Troppo spesso il maschio killer è marito, compagno, partner >> diranno che è femminicidio .  Ma    a  volte  ed  è  questo  il caso    (non che questo renda il tutto meno grave perchè sempre  di un crimine   contro  le  donne  si tratta   cioè violenza  di genere  )  si tratta   almeno dalla  notizie    che  abbiamo  fin  ora   del gesto di un folle \  uno   con gravissimi problemi  psichici   visti  i precedenti   .  Insomma     quello      che    viene  comunmente      chiamato   dai  media  e  dall'opinione    pubblica  erroneamente    un raptus  ma  in realtà 

  da  https://copilot.microsoft.com/  ( IA  di  Bing.com  ) 
L’idea di un “omicidio da raptus” è spesso discussa e controversa. Alcuni esperti, come la criminologa Roberta Bruzzone.sostengono che i raptus improvvisi non esistono realmente e che dietro ogni atto violento ci sono sempre motivazioni più profonde e problemi psichiatrici sottovalutati
In generale , però , un raptus è descritto come un impulso improvviso e di forte intensità che può portare a episodi violenti, inclusi omicidi e suicidi.
Tuttavia, molti professionisti della salute mentale ritengono  che tali episodi non siano mai del tutto immotivati e che ci siano sempre fattori scatenanti che devono essere compresi e analizzati

Ma  sopratutto   il tipo è un cittadino italiano in base alla legge in vigore che non è né jus solis  né jus scholae. Il ministro parla del nulla  e  alla panncia  come  al solito  ! 
Ci  manca  solo  che   , in quanto  è un rapper    che  ha collaborato con Ernia e Izi  alla canzone 'Scusa' di Izi, e il  suo nome  d'arte  è  Moses Sangare,  inizi  la  caccia  alle streghe   a  chi  ascolta   tali genere  musicali 

LE EMOZIONI DELLE PARAOLIMPIADI ., Il profilo di TikTok delle Paralimpiadi è un caso: i video degli atleti con musiche buffe non fanno ridere tutti

Guardo questi ragazzi meravigliosi, pieni di vita, allegria, profondità umana.Mi viene in mente l'idea di un innominabile generale di tornare alle classi differenziali per i disabili.Mi chiedo come può una società civile dare voce e visibilità a un tale bubbone pestilenziale e, al contrario, dimenticarsi di questa eccezionale gioventù una volta terminati i giochi. E' è il secondo giorno di Paralimpiadi e ci sono atleti che quando fanno un colpo notevole rimangono impassibili, forse per mostrarsi forti con gli avversari. E poi ce ne sono altri che quasi
Anche per chi  come  me non è un esperto di regole  , a guardare  principalmente  le gare di nuoto ieri era impossibile non notare in vasca Gabriel Geraldo dos Santos Araujo, brasiliano che si muove in acqua in modo eccezionalmente fluido e sinuoso. Gareggia nella categoria S2, quindi  da  quello      he  ho  appreso  una di quelle per atleti con le disabilità fisiche più impattanti (si va da S1 a S10, e più è basso il numero più è grave la disabilità): ha dalla nascita la focomelia, una grave malformazione che non permette lo sviluppo corretto degli arti. Nel suo caso gli mancano quasi completamente le braccia, e le gambe non sono ben sviluppate.
Per questo Araujo ha dovuto modellare su di sé una tecnica di nuotata molto peculiare, che oltre ad aggirare la sua disabilità gli permette anche di sfruttare al meglio i suoi punti di forza: nelle gare di dorso e di stile libero in cui compete ha un andamento in acqua quasi sinusoidale, rapidissimo pur non potendo usare le braccia, che valorizza il movimento delle gambe e lo fa sgusciare come fanno certi pesci.
Araujo ha 22 anni, è soprannominato “Gabrielzinho” ed è arrivato a queste Paralimpiadi con grandi aspettative perché vinse due ori e un argento a Tokyo nel 2021. In una recente intervista aveva detto che il «principale obiettivo» a questi Giochi sarebbe stato confermarsi nelle gare vinte e «far diventare oro quell'argento»: quest'ultimo ieri gli è riuscito subito e bene, visto che è arrivato primo nei 100 metri dorso in una gara dominata – un po' a sorpresa, perché tre anni fa il cileno Alberto Abarza Diaz lo aveva battuto, e stavolta invece è arrivato terzo con grande distacco. Ora gli manca confermare l'oro nei 200 e nei 50 metri stile libero, domani e lunedì (ma farà anche altre gare). Ah, è famoso per i balletti con cui festeggia e va molto forte su Instagram.

                                   Gabrielzinho con la medaglia d'oro vinta ieri (Sean M. Haffey/Getty Images)


Lo avete   letto   su  i  social   o sul  https://www.oasport.it/ (  sito  sportivo  che non tratta  solo  di calcio  )    visto che   i  giornali  e  siti maistream   sportivi  o  meno      nostrani  dedicano  le  primre  pagine   e speciali solo ad  alle  olimpiadi  " normali " o ai grandi  sport    e poco  o niente degli sport minori   a meno  che non si tratti di qualche   impresa  clamorosa o grande  atleta  .     alle  paraolimpiadi   Siamo for-tis-si-mi nel nuoto
E la prima giornata è cominciata con ben 8 medaglie: 2 ori, 2 argenti e 4 bronzi. Talmente tante che se volete saperne di più conviene rimandarvi a questo di x.ilpost.itresoconto della giornata di ieri. Tra le cose notevoli Simone Barlaam, forse il più atteso di tutta la squadra di nuoto italiana, ha vinto l'argento nell'unica gara in cui non ci si aspettava che arrivasse sul podio: i 400 metri stile libero, che sono la distanza su cui si trova “peggio” e in cui a Tokyo nel 2021 arrivò sesto (pensate trovarsi male e arrivare secondi...).
Le aspettative sulla delegazione italiana sono comunque altissime: ha vinto il medagliere alle ultime tre edizioni dei Mondiali, compresi quelli del 2023 a Manchester, e aveva vinto 11 ori anche alle Paralimpiadi di Tokyo.
Questi successi sono arrivati al culmine di una grande crescita per il nuoto paralimpico italiano, il cui 
Il giorno dell'ingresso in Polizia di Simone Barlaam e Carlotta Gilli
che ieri ha vinto l'oro nei 100 metri farfalla S13 (Ansa/Polizia)
inizio molti addetti ai lavori fanno risalire alla fondazione della Federazione italiana di nuoto paralimpico, nel 2010. Da allora sono aumentati gli investimenti nel settore, sono nate molte società sportive di nuoto paralimpico (oggi ce n'è qualche centinaio in tutta Italia, con solo la Valle d'Aosta e l'Umbria scoperte) e sono stati fatti accordi con le scuole e con i centri di riabilitazione per coinvolgere sempre più giovani nello sport.
L'ultimo passaggio importante e in qualche modo storico è stata una riforma del 2021 che   ha permesso l'ingresso di atleti paralimpici nei corpi militari, così come avviene per la maggior parte degli atleti olimpici per cui non esiste formalmente il professionismo (ne avevamo già parlato in Parì): è un modo con cui lo Stato sostiene l'attività agonistica dei suoi atleti migliori. Barlaam per esempio è in Polizia dal 2023.

 In  attesa    delle  gared  d'atletica    ecco   sempre  da   Il Post   : <<   Come funzionano le categorie delle Paralimpiadi  >>.  
Proprio mentre  finivo     di scrivere  questo post  mi arriva  una  notifica   da  Fanpage: <<  Il profilo delle Paralimpiadi è un caso: i video degli atleti con musiche buffe non fanno ridere tutti >>  l'apro e trovo quest  articolo    che riporto  sotto  rimando  all'url   , non sono riuscito a  copiarli  nel  post   ,  per i  video  

La pagina ufficiale dei Giochi Paralimpici ha deciso di non caricare su TikTok solo le clip delle performance sportive ma ha aggiunto audio e meme che puntano proprio sull’ironia. Alcuni video però risultano offensivi e diversi atleti con disabilità hanno criticato l’account.

Quando fa ridere e quando no. Il confine è sottilissimo, e non è semplice capire da che parte sta l'account ufficiale delle Paralimpiadi 2024. Su TikTok i video degli atleti paralimpici sono diventati virali, forse
per il motivo sbagliato. L'account ha più di 4 milioni di follower, i numeri stanno crescendo. I Giochi Paralimpici sono un evento multisportivo, a cui partecipavano atleti con disabilità fisiche, deficit degli arti, problemi di vista, differenza di lunghezza delle gambe e bassa statura. In questo momento si stanno svolgendo a Parigi e termineranno domenica 8 settembre. Per raccontare le Parlimpiadi l'account ufficiale sta caricando una serie di video su TikTok.
Ci sono clip che mostrano semplicemente le performance degli atleti, altre, in chiave ironica, raccontano le loro disabilità. Alcuni video però sembrano sfiorare la presa in giro e stanno suscitando reazioni contrastanti. Il calciatore amputato Sean Jackson ha spiegato alla BBC di essere molto deluso dai video che si focalizzano sugli errori degli atleti invece che sulle loro abilità. "Hanno semplicemente scelto di prenderli in giro e trasformarli in meme e cercano di usare il loro sport per intrattenere la gente da un punto di vista comico". Per l'atleta Andre Ramos, giocatore di bocce affetto da paralisi cerebrale, il successo dell'account è un segno positivo: "Vuol dire che ci stanno accettando per come siamo e che gli altri non vedono la disabilità come una differenza".
"Capisco cosa stanno cercando di fare in termini di ‘rendiamolo divertente così avremo una portata più ampia‘, ma se leggi i commenti e non è proprio così… non lo so, sono indeciso al riguardo", ha spiegato Dylan Lloyd giocatore di rugby in carrozzina dell'Otago Wheel Landers che gestisce gli account social della New Zealand Wheelchair Rugby a RNZ. "È bello che l'account abbia visibilità, ma non credo che quelle persone andranno a vedere uno sport paralimpico perché hanno visto quel video. Non c'è una vera crescita al di fuori della piattaforma dei social media e, se non altro, alimenta quegli stereotipi sulla disabilità".
L'obiettivo della pagina TikTok
All'inizio di quest'anno, il portavoce dell'IPC (International Paralympic Committee) ha spiegato a NBC News che i post venivano attentamente monitorati e che l'account era gestito da un atleta paralimpico. "Abbiamo creato un seguito forte attraverso contenuti originali e innovativi che ci consentono di informare un pubblico che potrebbe essere meno a conoscenza dello sport paralimpico e dei risultati dei nostri atleti".
"Sappiamo che non a tutti piacerà il contenuto e a volte non sempre ci riusciamo, ma monitoriamo attentamente i post e discutiamo sempre sulle reazioni che suscitano. È importante notare che l'account ci consente di interagire positivamente con i fan più giovani sul potere degli sport paralimpici come strumento per guidare l'inclusione sociale."
Il problema dei commenti
La pagina ufficiale dei Giochi ha deciso di non riprodurre semplicemente le clip delle performance sportive, ma ha aggiunto audio e meme che puntano proprio sull'ironia. "Alcuni dei video sono belli e altri stanno davvero spingendo oltre i limiti e i confini. Dipende da quanto lontano si spingono", ha spiegato l'atleta paralimpica Amy Dun, lanciatrice di peso.
La deriva parodistica si vede sopratutto nei commenti, molti sono offensivi. "L'idea è che alla fine sta attirando il pubblico sbagliato. Le strade sono due o cambiamo quello che viene pubblicato o rispondiamo a questi commenti per correggere il tiro", ha sottolineato Dun. "Serve ancora tempo di educare le persone e abituarle alle disabilità, nonché sullo sport, tutti gli atleti stanno lavorando duramente per per raggiungere lo stesso livello di competizione delle Olimpiadi".

29.8.24

«la libertà di espressione non può giustificare teorie ed idelogie cosi abbietta il caso Povia e Vanacci ».

il post d'oggi è la continuazione  del  dubbbio   lasciato aperto   nel   precedente : https://ulisse-
compagnidistrada.blogspot.com/2024/08/vannacci-coglione-non-e-solo-un-insulto.html
 Riassumiamo i fatti  Povia censurato: 
Come detto, a Povia è stato impedito, dal sindaco di Nichelino, Comune del torinese, di partecipare a un talent/concerto in piazza e di cantare sul palco. 
“Noi siamo un’amministrazione che si è caratterizzata sempre per la difesa dei diritti civili e delle minoranze, quindi sono venuto a conoscenza dei pensieri espressi da Povia e ho deciso che non fosse in linea con la proposta artistica e culturale della città”, aveva sentenziato il primo cittadino, Giampiero Tolardo dando vita alle polemiche.
Lo stesso artista aveva replicato subito con un video sui social: “Fa male vedersi annullato un concerto per i soliti motivi ideologici”, le sue parole. “Ormai mi hanno messo l’etichetta di quello di destra, sono diventato quello di destra, anche se io rispondo sempre che tra destra e sinistra io sono del centro storico”.

 Ma  quando  poi ci  si giustifica   come  ha  fatto lui : con la  scusa   di  essere    etichettato     come destra   ,  ma  la  cola  e  sua  non  nostra  se  è passato  d   spirito  libero   o menestrello   ideologico  del  potere  che dice  di  voler  combattere, adducendo  la  scusa delle  Fake news   e  del   profilo fake     a maggior  ragione  in quantro  come dice  il  sindaco    che  ha  annulato  la sua    esibizione   : <<  Altro che profilo fake. Le dichiarazioni di Povia alle quali faccio riferimento nel mio video sono riportate da varie testate nazionali e locali >>      verso  cui  Povia  non si  è  mai  lamentato  o  mai querelato     . . E'  censura , forse  si   secondo alcuni   , ma   certe idee  non dovrebbero meritare  spazio mediatico  .  
Perché il sindaco in questione  ha - LEGITTIMAMENTE e GIUSTAMENTE - impedito che Povia si esibisse (e facesse pure il giudice di un talent) a Nichelino a spese e col patrocinio del Comune, propagando quel pantano ideologico razzista, omofobo, antiabortista e antiscientifico che porta ovunque, con in mezzo qualche “canzone”.
Qui la censura    sembra    che non c’entra una beneamata mazza. Si chiama libera scelta, quella che permette a un’amministrazione pubblica di decidere chi proporre nel proprio cartellone culturale e chi, invece, come Povia, non rispecchia e non rappresenta i suoi valori. Il resto è il solito “chiagne e fotte” della destra. 
Sono  fra   quelli che  passano l’esistenza a discriminare, offendere, odiare. Ma, appena qualcuno glielo fa notare, gridano a censure e improbabili complotti oppure   accusano  di  dare  retta  alle  FAKENEWS   . Non vogliono capire che la libertà di parola non contempla offese e attacchi a gruppi e persone che operano per il bene della comunità, non ti vuoi vaccinare, non vuoi abortire, non vuoi divorziare, vuoi restare attaccato ai tubi se malato senza speranza, non farlo, ma non puoi impedire agli altri di essere liberi e ai ministri di agire per il bene dei cittadini

Infatti concordo con il sindaco  e quanto da lui dichirato   in quest   articolo del   canale whatsapp TorinoToday  il  28 agosto 2024



Povia cacciato dalla festa di Nichelino, il sindaco Tolardo al cantante: "I gay non sono malati come pensi tu"
Dopo il clamore mediatico nazionale, il sindaco di Nichelino torna sulle ragioni di cancellare il concerto di Povia in programma per la festa patronale

                                        Annissa Defilippi 



Si rivolge direttamente a Povia, dandogli del tu, il sindaco di Nichelino, Giampaolo Tolardo, balzato agli onori della cronaca per aver cancellato il concerto del cantante italiano in programma durante la festa patronale del 20 settembre. Il primo cittadino è tornato sulla questione pubblicando mercoledì 28 agosto un video sui suoi canali social-

"Ecco perché ho scelto di non far esibire Povia a Nichelino"

La posizione del sindaco Tolardo non si sposta di un millimetro, nonostante gli attacchi ricevuti da una parte del mondo politico, tra cui quelli del generale Vannacci, e addirittura promesse di interrogazioni parlamentari. "La città di Nichelino è una comunità inclusiva, un luogo dove non siamo abituati a etichettare come 'malate' le persone gay e tutte quelle appartenenti alla comunità Lgbtqia+, un luogo dove a nessuno verrebbe in mente di spiegare a una donna che non è libera di scegliere se abortire oppure no, un luogo dove il colore della pelle non determina quanto vali, un luogo dove crediamo nella medicina e nella scienza". Tolardo di professione fa il medico e nel video spiega qualche concetto scientifico a Povia: "Queste posizioni sono diametralmente opposte (e lontane) da quelle di Giuseppe Povia, al quale non abbiamo certo tolto la libertà di parola (ha spiegato a tutta Italia cosa pensa del suo quarantesimo concerto annullato, proprio a Nichelino). L'artista in questione avrebbe dovuto far parte della giuria di un contest di talenti durante i festeggiamenti di San Matteo, santo patrono cittadino, ma quando ho scoperto che si sarebbe anche esibito, cantando, tra gli altri brani "Luca era gay", lo stesso Luca che ora si dice "guarito" e che porta a Medjugorie altre persone omosessuali promettendo di "guarirle" ho scelto di annullare la sua presenza". Per il primo cittadino la questioni prima che politica è umana: "Non è una questione di destra, di sinistra, o di centro storico, del quale si professa l'artista - continua - i diritti civili rappresentano una delle nostre battaglie storiche e non siamo disposti ad accettare che qualcuno faccia discriminazioni nella nostra città".
Solidarietà al sindaco
Scontata ma doverosa la difesa del sindaco da parte dell'associazione Arcigay: “Con coraggio ha deciso di non far esibire Povia col patrocinio del comune - dichiara Lara Vodani, presidentessa di Arcigay Torino “Ottavio Mai” - l'arte e la musica sono un importante mezzo comunicativo e formativo, quindi persone che portano avanti messaggi omolesbobitransafobici e discriminatori non devono esibirsi sui palchi dei nostri comuni. Vannacci parla di censura, noi parliamo di libertà d'espressione, valore costituzionale che non può andare a ledere le soggettività marginalizzate e permettere a tutti di partecipare al dialogo pubblico in maniera dignitosa e rispettosa. Se la libertà di espressione diventa metodo di discriminazione non può essere tutelata sotto l'articolo 21".

paraolimpoiadi o paralimpiadi 10 storie da seguire durante i giochi

Lo sport che riguarda le persone con disabilità esiste come fenomeno sociale da decenni, ma l’inizio del processo di riconoscimento mediatico e popolare di questo movimento è molto più recente.
Infatti  <<  I Giochi Paralimpici non si sono sempre disputati nella stessa città che ospita le Olimpiadi. Questa concomitanza è andata in scena durante la prima edizione delle Paralimpiadi, a Roma nel 1960, e in quella successiva, Tokyo 1964. Poi, fino a Seoul 1988, le due manifestazioni sono state separate. È servito un accordo tra i comitati organizzatori, firmato nel 2001, per formalizzare la decisione di disputare Olimpiadi e Paralimpiadi in una sede comune >>. da  L'Ultimo Uomo 
La marginalizzazione delle persone disabili emerge anche dal modo in cui vengono scarsamente considerate le storie sportive che le coinvolgono, a parte alcune eccezioni. Ancora oggi la copertura della stampa sugli atleti paralimpici, anche su quelli più talentuosi e vincenti, è piuttosto scarsa, soprattutto se paragonata alla meticolosa attenzione che viene dedicata a chi partecipa alle Olimpiadi. Qualcosa in più si può fare: ricordiamoci che si sta parlando di diritto allo sport. Anche perché quando si parla di sportivi con disabilità, poi, spesso lo si fa in modo sbagliato, ricalcando narrazioni stereotipate.Le Paralimpiadi inizieranno ufficialmente mercoledì 28 agosto con la cerimonia d’apertura anche se le gare inizieranno il giorno dopo. Siamo a poche settimane dal termine dei Giochi Olimpici, in una giustapposizione che da un lato rende ancora più evidente la disparità di attenzione, ma dall’altro ci ricorda che le gare paralimpiche sono parte dell’unico grande evento a cinque cerchi. Un “festival dello sport di 60 giorni”, per usare le parole di Philip Craven, ex-presidente del Comitato Paralimpico Internazionale, in cui ogni gara e ogni sportivo hanno stessa dignità e importanza.Di storie affascinanti riguardo a questi Giochi se ne potrebbero citare tantissime. Ne ho selezionate nove, con l’intenzione di darvi qualche riferimento nel calendario carico di appuntamenti e di creare curiosità su atleti che meritano la nostra attenzione. Iniziamo     dalla  storia  La storia e i successi di John McFall, l'astronauta portabandiera alle Paralimpiadi di Parigi




Basterebbe il suo palmarès sportivo per giustificare il fatto che John McFall sia stato scelto come portabandiera delle Paralimpiadi 2024, inaugurate oggi, mercoledì 28 agosto, con una cerimonia fra Place de la Concorde e gli Champs-Elysées. Un elenco di successi da far impallidire più di un campione: nel 2006, al Comitato Paralimpico Internazionale, medaglia d'argento mondiale nei 100 metri e bronzo nei 200; nel 2007, Campione del mondo Iwasf, 100 e 200 metri, della Federazione internazionale amputati e sport in carrozzina; lo stesso anno anche vincitore della Coppa del mondo Paralimpica nei 200 metri, nonché medaglia d'argento nei 100 metri al Comitato paralimpico internazionale; quindi, nel 2008, terzo posto nei 100 metri ai Giochi di Pechino.Andrebbe però notata una questione sostanziale: alla cerimonia di apertura dei Giochi di Parigi, McFall non rappresenta una delle 168 delegazioni partecipanti, nel suo caso Gran Bretagna e Irlanda del Nord, ma le Paralimpiadi tout court, e questo perché lui è il primo para-astronauta di un’agenzia spaziale, l’Esa – vero, nel 2021, Hayley Arceneaux divenne la prima persona con una protesi a volare nello spazio, a bordo della missione Inspiration4, ma lo fece da private astronaut.
Dal novembre del 2022, infatti, McFall è parte, come riserva, del corpo astronautico dell'Agenzia spaziale europea, nonché protagonista dello studio di fattibilità Fly!, i cui risultati, pubblicati a luglio, hanno dimostrato come “l'esplorazione spaziale non sia limitata da vincoli fisici e che ogni individuo possa contribuire alla nostra comprensione collettiva del cosmo e dei benefici dei voli spaziali per la vita sulla Terra”. Difficile immaginare obbiettivi più ambiziosi di questi per un progetto teso a dimostrare l'opportunità di estendere la conoscenza e l'esplorazione spaziale a tutti.
Classe 1981, vittima di un incidente motociclistico che, a 19 anni, gli causò l’amputazione della gamba destra sopra il ginocchio, McFall ha affiancato alla sua attività atletica, professionistica dal 2005, prima la laurea in Scienze motorie e un master in Galles, quindi gli studi medici: tra il 2016 e il 2018 ha completato il Core Surgical Training in chirurgia generale, urologia, traumatologia e ortopedia, poi è stato ammesso al Royal College of Surgeons. Specializzato in traumatologia e ortopedia, dal giugno del 2023 McFall ha partecipato a corsi e attività di familiarizzazione fondamentali presso lo European Astronaut Centre, a Colonia, per indagare le sfide che la sua disabilità potrebbe rappresentare in una lunga permanenza oltre l'atmosfera. Lo studio ha verificato, fra l'altro, che McFall fosse in grado di evacuare la Stazione spaziale internazionale in una situazione di emergenza e di utilizzare gli attrezzi per l'esercizio fisico sulla Iss, come tapis roulant o cyclette, necessari per contrastare gli effetti sul corpo umano dell'assenza di peso. Che cosa rappresenti questo, non certo solo per lui, glielo abbiamo chiesto di persona, poche ore prima che sfilasse a Parigi.



Valentina Petrillo, prima donna transgender alle Paralimpiadi

In una scena del documentario 5 Nanomoli - Il sogno olimpico di una donna trans, Valentina Petrillo dialoga con Joanna Harper, ricercatrice canadese esperta in cambiamenti ormonali nelle donne transgender. «Vorrei gareggiare nelle competizioni ufficiali. Per me è importante farlo con le donne, perché con gli uomini non me la sento più». Aggiunge: «Anche se faccio il minimo ho paura di essere discriminata, perché sono trans e sono scomoda». Queste parole venivano pronunciate prima delle Paralimpiadi di Tokyo 2020, a cui Petrillo non ha partecipato. A Parigi 2024, però, sarà presente, diventando la prima atleta transessuale di sempre ai Giochi Paralimpici.

La sua disciplina è l’atletica. Nello specifico correrà i 200 e 400 metri nella categoria T12. Con la lettera T ci si riferisce alle gare su pista (quelle che riguardano Petrillo) e alle gare di salto, mentre i numeri 11, 12 e 13 classificano gli atleti ipovedenti (per la precisione: 11 per le persone cieche, 12 per quelle ipovedenti con possibilità di atleta-guida e 13 per chi è ipovedente e non compete con l’aiuto di una guida).Petrillo ha una storia che meriterebbe un articolo a parte. È da sempre appassionata di corsa e fino al 2018 ha partecipato alle gare maschili, prima di iniziare il percorso di transizione nel 2019. «Non è detto che una persona che era un uomo sia più forte di una donna. Il vantaggio che avevo è stato eliminato facendo una terapia ormonale, che ha reso le mie prestazioni equiparabili a quelle di una donna», ha detto in un’intervista del 2022 a Fanpage.Ci siamo accorti tutti di quanto sia retrogrado il modo in cui in Italia si parla di genere e sport, soprattutto nelle settimane dei Giochi, che hanno scoperchiato la vicenda di Imane Khelif. La storia di Petrillo allora va trattata nel modo giusto, visto che potrebbe essere materiale combustibile per un paese che ha già dimostrato di voler portare avanti battaglie ideologiche sulla pelle degli atleti e delle atlete.Il primo round dei 400 metri della categoria femminile T12 si terrà lunedì 2 settembre alle 20.44, mentre la finale sarà alle 12.10 del 3 settembre. Per i 200 metri: primo round venerdì 6 settembre alle 19.58, finale alle 19.33 di sabato 7 settembre.

Hunter Woodhall per completare il couple goal con la moglie Tara Davis

Sul canale YouTube “Tara and Hunter”, due giovani ragazzi americani raccontano la loro relazione con dei vlog. I video più visti hanno titoli come “Faccio una sorpresa all’amore della mia vita!” o “La storia di come ci siamo incontrati”. Questa coppia da più di 850.000 iscritti è formata da due atleti di successo: Hunter Woodhall è un corridore da tre medaglie alle Paralimpiadi, mentre Tara Davis è specializzata nel salto in lungo.Davis, che si è aggiunta il cognome del marito dopo il matrimonio del 2022, ha vinto la medaglia d’oro nel salto in lungo alle Olimpiadi l’8 agosto, qualche settimana fa. C’è un video di questo avvenimento sul canale della coppia: si vede Hunter che riprende con il telefono la moglie, la incoraggia e infine la abbraccia e la incita dopo la vittoria. Sono immagini molto tenere.Per non sperare in una doppietta olimpica-paralimpica di questi coniugi bisogna avere il cuore anestetizzato. Woodhall correrà i 100 metri nella categoria T64 e i 400 metri in T62 (entrambe sono categorie che riguardano sportivi che hanno amputazioni agli arti inferiori). Non ha mai vinto un oro paralimpico: due bronzi sui 400 metri (a Rio 2016 e Tokyo 2020) e un argento sui 200 metri, in Brasile. Quale occasione migliore? Già immagino un video speculare a quello della vittoria di Davis, in cui le parti si invertono ma il risultato è lo stesso. L’amore trionfa sempre, giusto?

Il primo round dei 100 metri della categoria maschile T64 si terrà domenica 1 settembre alle 21.12, finale lunedì 2 settembre alle 21.35. La finale dei 400 metri T62 sarà venerdì 6 settembre, ore 19.33.

Il Brasile del blind football è imbattibile?

Jefinho prende palla sul lato destro del campo. Si accentra, ha il pallone incollato, se lo passa in continuazione dal piede sinistro a quello destro e viceversa, in modo così veloce da rendere questo movimento quasi impercettibile. Ha davanti a sé la porta avversaria, da cui lo dividono quattro giocatori della Cina, sfidante del Brasile nella semifinale del torneo paralimpico di calcio a 5 per ciechi di Rio 2016.L’azione che porta Jefinho al tiro ha una forma sinusoidale. Il giocatore brasiliano prima uncina la palla con il piede destro e supera il primo avversario dribblando verso sinistra, poi sterza bruscamente e si dirige verso destra, confondendo la difesa cinese. Ha un piede sulla linea dell’area di rigore avversaria, è il momento di calciare: Jefinho tira di destro in spaccata, con un rasoterra improvviso e angolatissimo che fa sembrare la porta molto più larga dei 3.66 metri che misura.

Jefinho è diventato cieco all’età di 7 anni a causa di un glaucoma. È stato paragonato a Pelè per il suo stile di gioco; in questa intervista un suo compagno di squadra fa notare che “O Rei” giocava parecchio bene, «ma se si fosse messo una benda sugli occhi non sarebbe stato così forte».I giocatori di calcio a 5 per ciechi scendono in campo bendati, così da non avere riferimenti visivi. Per orientarsi sul campo seguono il rumore del pallone, che ha al suo interno dei sonagli in acciaio. La palla non può uscire dalle corsie laterali, su cui sono posizionate delle sponde. In campo scendono quattro giocatori di movimento più un portiere, che è l’unico non bendato (può essere ipovedente o non avere una disabilità visiva). Ulteriori aiuti per l’orientamento derivano dalle indicazioni del portiere (che si occupa della difesa), dell’allenatore (centrocampo) e della guida retro porta (attacco).Il Brasile ha vinto l’oro in tutte le Paralimpiadi disputate dall’anno di introduzione della disciplina, il 2004. La prima partita di Jefinho e compagni sarà contro la Turchia, domenica 1 settembre alle 18.30.

Bebe Vio è una delle più grandi sportive italiane di sempre?

Una delle eccezioni alla scarsa copertura mediatica delle storie paralimpiche riguarda sicuramente Bebe Vio. Di lei sappiamo tanto: ha scritto due libri, condotto un programma su Rai 1, ha attraversato tutto lo spettro dei programmi di interviste italiani, da quelli televisivi come Che tempo che fa a quelli social come Muschio Selvaggio. Nel 2016, Matteo Renzi, allora Presidente del consiglio, l’ha portata negli Stati Uniti come “simbolo di eccellenza italiana”. Nel 2021, Vanity Fair gli ha dedicato una copertina in coppia con Federica Pellegrini in cui il soprannome della nuotatrice veniva esteso al plurale, “divine”: Vio non stona accanto a una delle più grandi atlete olimpiche italiane di sempre.Vio ha dalla sua parte una certa propensione a stare sotto i riflettori, ma questo posto d’onore nel dibattito pubblico italiano deriva anche dal fatto che il percorso sportivo che sta seguendo sembra quello delle predestinate, delle atlete che entrano nella leggenda dello sport e dei Giochi. L’oro individuale nel fioretto individuale all’esordio paralimpico di Rio 2016, condito dal bronzo nella gara a squadre. Poi l’infezione da stafilococco aureo che nel 2021 le ha fatto rischiare ulteriori amputazioni. «Per quanto ero messa male consideravo già un miracolo arrivare a Tokyo», ha detto, ma poi in Giappone c’è andata eccome, e ha vinto un altro oro nel fioretto individuale e un argento a squadre.La sua esultanza incontenibile dopo la finale individuale del 2021 contro la schermitrice cinese Zhou Jingjing ancora oggi mi fa emozionare come se la vedessi in diretta. In Bebe Vio ci sono un impeto e un’energia che la rendono un’atleta fuori dal comune. Sarà bello continuare a seguirla in questo percorso verso la grandezza.

Le gare di fioretto femminile categoria B, quelle che coinvolgono Vio, si terranno il 4 settembre (torneo individuale) e il 5 settembre (a squadre).

Due campioni di cui vi abbiamo già parlato: Altunoluk e Mehrzad

I più affezionati di voi forse ricorderanno di questi articoli usciti a dicembre 2023 sul   sito  , citato precedentemente  ,   Ultimo Uomo.
Sono finiti anche nell’elenco dei pezzi preferiti dalla redazione durante l’anno passato, permettetemi di vantarmi! si  è parlato  di Marcin Oleksy, Morteza Mehrzad e Sevda Altunoluk, tre atleti con disabilità molto talentuosi.
Mehrzad e Altunoluk saranno presenti alle Paralimpiadi di Parigi 2024. Il primo è un giocatore iraniano di sitting volley ed è alto quasi 2 metri e mezzo, mentre la seconda è una campionessa di goalball, lo sport per persone ipovedenti in cui si segna mettendo in rete una palla lanciata con le mani.L’Iran di Mehrzad ha vinto le ultime due edizioni paralimpiche del torneo di sitting volley, ma a Parigi ci saranno da affrontare avversari temibili come Brasile e Bosnia-Erzegovina.Anche la Turchia viene da due ori paralimpici consecutivi, nel goalball. L’ultima volta che Altunoluk si è presentata in finale alle Paralimpiadi, a Tokyo 2020, ha segnato nove gol.Due esempi di dominanza sportiva da non perdere. L’Iran esordisce nel torneo di sitting volley maschile giocando contro l’Ucraina, venerdì 30 agosto alle 14. La Turchia di Altunoluk esordisce giovedì 29 agosto alle 10.30, contro il Brasile.

Heïdi Gaugain sogna la doppietta Olimpiadi-Paralimpiadi

Nell’agosto 2012, Oscar Pistorius partecipa alla gara dei 400 metri piani alle Olimpiadi di Londra. Viene eliminato in semifinale, ma ciò non toglie che la presenza di un corpo come il suo in una gara che vede protagonisti gli uomini più veloci del mondo sia qualcosa di storico. In quella stessa disciplina vincerà la medaglia d’oro ai Giochi Paralimpici britannici, prima di chiudere definitivamente la sua carriera per il tragico caso di cronaca e di violenza di genere che l’ha coinvolto nel 2013, il femminicidio della fidanzata Reeva Steenkamp.Il tema della partecipazione degli atleti paralimpici alle gare delle Olimpiadi ha perso centralità negli ultimi anni, ma gli sportivi che hanno l’obiettivo di vincere in entrambe le manifestazioni non sono scomparsi. Heïdi Gaugain fa parte di questo gruppo.Gaugain è una ciclista francese di 19 anni. È nata senza avambraccio sinistro e per usare la bici indossa una protesi che si aggancia al manubrio. Il suo corpo sportivo si potrebbe descrivere, usando le parole di Donna Haraway, come “un ibrido di macchina e organismo”. La bicicletta è stata adattata alle sue necessità: il freno, per esempio, è posizionato soltanto nella parte destra del manubrio e le permette di bloccare contemporaneamente entrambe le ruote. Gaugain vive nel nord della Francia, in un piccolo comune del dipartimento di Mayenne. La passione per il ciclismo le è stata trasmessa dal padre, che è presidente di un club ciclistico a Saint-Georges-sur-Erve, comune da meno di 400 abitanti in cui vive la sua famiglia.Le vittorie sono già arrivate nella categoria C5 (dedicata a ciclisti che hanno compromissioni “minori”, come amputazioni singole o disfunzioni neurologiche minime), nelle corse su strada e su pista. Gaugain ha vinto anche tra le coetanee che non hanno una disabilità: al Campionato del Mondo Junior di ciclismo su pista, nel 2022 a Tel Aviv, ha conquistato l’oro nella gara a punti e nell’inseguimento a squadre con la Francia.In un TedX dal titolo Le ruote della fortuna, Gaugain racconta di quando - dopo essere stata convocata per la prima volta tra le cicliste che non usano protesi, nel luglio 2022 - un arbitro ha tentato di escluderla dalla competizione. «Adesso vorrei che si votasse», dice al pubblico. «Se domani Usain Bolt avesse un incidente e perdesse un braccio, chi tra voi lo escluderebbe completamente dalle competizioni? Chi gli direbbe che può competere soltanto tra le persone con disabilità? (...) Perché le persone che hanno una differenza devono sempre essere separate dalle altre?». Gaugain ha già nel mirino la doppietta Olimpiadi-Paralimpiadi a Los Angeles 2028.La potremo vedere in pista domenica 1 settembre, nella gara di inseguimento individuale (3000 metri) su pista, nella categoria C5. Il turno di qualificazione sarà alle 12.06, la finale alle 15.14.

Conosci la boccia?

Se avete letto l’articolo su Altunoluk vi sarete imbattuti nel goalball, uno dei due sport paralimpici che non hanno un corrispettivo alle Olimpiadi. L’altro è la boccia, che è esattamente quello che vi state immaginando.Gli atleti di questa disciplina partecipano alle gare in sedia a rotelle. Le classificazioni sono quattro: BC1 per chi ha lesioni al sistema nervoso centrale e disabilità neurologiche non progressive, con possibilità di essere aiutati da un assistente (BC2 coinvolge gli stessi sportivi, ma senza assistenza); BC3 per atleti con disabilità più gravi, supportati da un assistente e da un dispositivo come una rampa; BC4 per altre disabilità gravi.Le regole sono simili al gioco di bocce, quello in cui tutti ci siamo imbattuti almeno una volta sulla spiaggia. Sei palline a testa, un “jack” (il boccino) da lanciare prima dell’inizio della sfida. Poi bisogna tirare più bocce possibili vicino al “jack”.Una delle storie più intriganti della boccia è quella del greco Grigorios Polychronidis. Ha esordito alle Paralimpiadi nel 2004, ad Atene. Ha vinto l’oro olimpico a Londra 2012 nella categoria BC3, competizione di coppia mista. L’assistente di Polycrhonidis è la moglie Katerina Patroni (anche lei, come tutti gli assistenti della categoria BC3, può vincere una medaglia al pari dell’atleta che supporta), che lo aiuta a preparare il lancio della boccia tramite una rampa posizionata a poca distanza dal viso del giocatore. Polycrhonidis utilizza un braccio metallico, che sposta attraverso movimenti della testa, per far rotolare la sfera giù dalla rampa.La boccia è uno sport davvero ingegnoso, sembra richiedere capacità di lettura relative all’angolo di tiro, alla forza da imprimere e alla precisione che la rendono un’attività geometrica.Le gare individuali di boccia BC3 prendono il via giovedì 29 agosto alle 14.

Diede the Great

C’è una tennista olandese che non ha perso nemmeno una partita per tre anni. 145 vittorie consecutive. In quel periodo ha anche conseguito il Grande Slam per tre stagioni di fila, tra il 2021 e il 2023. È la prima tennista nella storia ad ottenere questo risultato.Si chiama Diede de Groot, la numero uno della classifica mondiale del tennis in carrozzina, sia nel singolo che nel doppio. De Groot ha preso la racchetta in mano a sette anni, come riabilitazione dopo aver subito alcuni interventi all’anca. In quel periodo ha scoperto di non poter più fare sport in piedi, così si è dedicata al tennis in carrozzina.L’Olanda ha una storia di successo in questo sport, incarnata, tra le altre, da Esther Vermeer, ex-numero 1 al mondo e vincitrice di 42 tornei del Grande Slam, attiva nel decennio tra la fine dei ‘90 e i primi anni ‘10. Per de Groot è un’ispirazione. «Ho potuto imparare dalle donne che mi hanno preceduto», ha detto in un’intervista alla CNN «Ho potuto vederle da vicino e quindi imitarle, o cercare di fare meglio».De Groot ha già vinto due ori a Tokyo 2020 (singolo e doppio), oltre ad un argento nel doppio a Rio 2016. Il primo turno del doppio femminile si terrà venerdì 30 agosto, quello del singolo il giorno successivo.

Gabriel Bandeira e la scarsa presenza di atleti con disabilità intellettive

Gli atleti con disabilità intellettive sono pesantemente sottorappresentati ai Giochi Paralimpici. Possono gareggiare solo nell’atletica, nel ping-pong e nel nuoto. Non sono stati ammessi alle gare fino al 1996, e già dopo quattro anni il movimento è stato costretto a passare attraverso lo scandalo della squadra spagnola di basket, che vinse l’oro nel torneo paralimpico di Sydney 2000 schierando alcuni giocatori che non avevano una disabilità cognitiva.Da quel momento non si sono fatti particolari passi avanti per includere i soggetti con deficit psichici. Basti pensare che, con le norme odierne, gli atleti con sindrome di Down sono sostanzialmente esclusi dalla partecipazione alle Paralimpiadi, dal momento che la divisione in categorie dei Giochi prevede rigide classificazioni che separano gli atleti che hanno una disabilità fisica da quelli che ne hanno una intellettiva, mentre le persone con sindrome di Down possono presentare deficit in entrambe le dimensioni.Per questo ci tengo a parlare di un atleta con disabilità intellettiva in questa guida. Gabriel Bandeira è un nuotatore brasiliano. Si è dedicato a questo sport sin da piccolo, ma ben presto si è reso conto di avere qualche difficoltà con gli allenamenti, in particolare nel memorizzare e nel mettere in pratica alcune delle attività richieste dagli allenatori.Grazie ad alcuni test clinici, quindi, Bandeira ha capito che avrebbe trovato un contesto più adatto a lui nel nuoto paralimpico. Sul sito di Virtus, organizzazione internazionale di promozione sportiva per atleti con disabilità intellettiva, ha ricordato in quest articolo di www.virtus.sport :  «Quando mi allenavo con gli atleti olimpici, l'allenatore dava le stesse istruzioni a tutta la squadra e tutti le seguivano. Ma negli allenamenti paralimpici l'allenatore presta attenzione a ogni nuotatore in base alla sua disabilità. Per esempio, stampa i miei allenamenti in modo che non faccia fatica a memorizzarli, li spiega con attenzione e, a seconda della situazione, sa come parlarmi».

L’importanza della relazione l'esempio l'esempio, Julie Marano, che è guida della paratriatleta non vedente Annouck Curzillat.e della forza di volontà il caso di Sheetal Devi, l’arciera senza braccia

Da  Labodif





Come ad ogni Paralimpiade vedremo, insieme alle atlete e agli atleti dei Giochi Paralimpici, le loro guide. Quelle magnifiche persone che non vincono la medaglia, non appaiono sulla foto ufficiale.
Ma sono accanto.
Non dietro, accanto.
Come, ad esempio, Julie Marano, che è guida della paratriatleta non vedente Annouck Curzillat.
Julie si lancerà nella Senna insieme ad Annouck.
Ha messo la sua carriera “fra parentesi” per dedicarsi completamente alla coppia sportiva che forma con l’atleta di 32 anni, non vedente dalla nascita, vincitrice della medaglia di bronzo a Tokyo.
Insieme hanno vinto i campionati del mondo. Insieme a Parigi faranno 750m a nuoto, 20 km in bicicletta, e 5 km di corsa a piedi. “Lavoriamo tutti i giorni per sviluppare una buona comunicazione, per fare, in due, come fossimo una” dice Julie. Il nuoto sarà la prova più tecnica da affrontare in due: “Legate una all’altra da un elastico fissato sulla coscia, dovremo nuotare fianco a fianco, senza toccarci, senza intralciarci. Ogni volta che passeremo le boe, le indicherò come virare, a quanti gradi, e in quale direzione”.
Claudine Llop, sessantenne, è assistente di Aurélie Aubert, 26 anni, affetta da paralisi cerebrale dalla nascita. Gareggeranno insieme ai Giochi Olimpici nella disciplina bocce. Claudine sposta la carrozzina di Aurélie, prepara le bocce, gliele porge.
E molto di più: “Siamo in simbiosi. Quando qualcosa non le va, lo sento, e viceversa. Da febbraio, per i Giochi, siamo insieme 24 ore su 24, ci alleniamo 11 ore a settimana. Spero che i Giochi permetteranno di dimostrare che atleti e atlete paralimpici meritano tanto quanto gli altri”.
Diremmo che meritano persino di più.Perché svelano l’aspetto che ci affascina di più.
Rendere visibile l’importanza della relazione.

 e da  https://www.vanityfair.it/





Parigi sono iniziate le Paralimpiadi e ci sono tanti campioni a caccia di una medaglia. Tra loro, Sheetal Devi, una ragazza di appena 17 anni, ma con le idee chiare e tanta forza di volontà. Sheetal è un’arciera e farà del suo meglio per provare a portare a casa la medaglia d’oro. Nata nel distretto indiano di Jammu, al confine col Pakistan, questa atleta per scagliare le sue frecce usa la gamba destra, una spalla e la bocca. Sheetal, infatti, non ha le braccia a causa della focomelia, una malformazione congenita degli arti.La sua passione è sempre stata il tiro con l’arco e così, a forza di provare soluzioni, è arrivata a meta. Nel corso degli anni, alcuni allenatori avevano consigliato a Sheetal Devi di utilizzare delle protesi, ma la giovane indiana non è mai stata convinta che quella fosse la strada giusta da seguire.Poi, un giorno, ecco l’esempio perfetto. Matt Stutzman, un arciere senza braccia, conquista la medaglia d’argento alle Paralimpiadi di Parigi 2012 facendo il suo lavoro solo con le gambe.Da quel momento, tanti allenamenti e prove, forza di volontà e tenacia. E i risultati arrivano. Sheetal migliora così tanto da conquistare l’argento nell’ultima edizione dei campionati del mondo paralimpici svoltisi in Repubblica Ceca a luglio 2023.


«È incredibile, quando penso al passato e al percorso che ho fatto per arrivare fin qui. All’inizio pensavo fosse impossibile, quando mi allenavo le gambe mi facevano molto male. Adesso il mio sogno può avverarsi. Ho sempre pensato che il massimo sarebbe vincere un oro olimpico. Voglio salire sul gradino più alto del podio».Intanto, il Comitato Paralimpico l’ha nominata «giovane atleta dell’anno 2023» e il governo indiano l’ha premiata con il riconoscimento Arjuna per i suoi eccezionali risultati sportivi. «Sheetal non ha scelto il tiro con l’arco, è il tiro con l’arco che ha scelto lei», afferma Abhilasha Chaudhary, uno dei due suoi allenatori. «Credo che nessuno abbia limiti», dice Sheetal Devi, «si tratta solo di desiderare una cosa con tutto il cuore e impegnarsi al massimo. Se ce l’ho fatta io, può farcela chiunque».

Tragedia nascosta durante le Olimpiadi: Emil Nielsen ha perso il padre durante la competizione delle olimpiadi di Parigi

 alcune storie  olimpiche  emergono     anche dopo le  olimpiadi  come  il   caso  di  


Emil Nielsen ha perso il padre durante la competizione di Parigi.  "Mi ha chiamato mia madre dicendomi che era morto" ha detto al Jyllands-Posten




La tragica notizia è arrivata dopo la prima partita contro la Francia .  "Ho provato a nasconderlo ma in alcuni momenti volevo piangere in campo" Una tragedia immane che però Nielsen ha deciso di tenere nascosto   facendo  benissimo  ed  evitando  che le  speculazioni  e la  cappa  opprimente    dei  media influissero  sul  suo stato  psicologico  e  sull'andamento  della  sua  partecipazione  alle  olimpiadi ."Lo sapevano solo in pochi" ha confessato

Dev'essere stato difficilissimo giocare in quelle condizioni.  Infatti Emil Nielsen ha deciso di comunicare la notizia solo ora  che     avendo    vinto la medaglia d'oro,partita in cui   In finale la Danimarca ha vinto contro la Germania 39-26   ha  scaricato    tutte le tensioni   .  Infatti    ha detto, il primo pensiero è stato per suo padre


L’AQUILA E LA BAMBINA CIECA

da  Claudia Pasquariello 18 dicembre alle ore 15:10 · Il vento sussurrava tra i pini della montagna, portando con sé gli echi di un mondo ...