23.12.19

La passione a Natale di © Daniela Tuscano
















martedì 24 dicembre 2019

“La passione a Natale” di Daniela Tuscano

"Tanti auguri ai fabbricanti di regali pagani! Tanti auguri ai carismatici industriali che producono strenne tutte uguali!
Tanti auguri a chi morirà di rabbia negli ingorghi del traffico e magari cristianamente insulterà o accoltellerà chi abbia osato sorpassarlo... Tanti auguri a chi crederà sul serio che l’orgasmo che l’agiterà – l’ansia di essere presente, di non mancare al rito, di non essere pari al suo dovere di consumatore – sia segno di festa e di gioia!…Vengano tra noi, a cui non è rimasta che la speranza di una lotta che dispera: non c’è più luce di Natale, o di Pasqua.Tu, sei la luce, ormai, dell’Italia vera".
Pier Paolo - sempre si scrive - non amava il Natale. E lui stesso rivelava che in questo periodo dell'anno scappava, appena poteva, in "paesi maomettani", come diceva con vezzo desueto. (Eppure fascinosamente ambiguo, polveroso ma autentico. Il fascino del diverso nudo, sfrondato da ipocrisie lessicali.)
Spesso mi domando se, oggi, le sue invettive risuonerebbero ancora così. Se ancora fuggirebbe in quelle contrade, magari proprio nel suo Yemen, non più "maomettane", ma soltanto atroci - altro termine che adoperava spesso -, anch'esse ormai senz'ombra di fede, turbinate da guerre di potere, avidità e miseria. Che non è povertà. E non ha nulla di dignitoso.
E se vi si tuffasse, cosa troverebbe, di doloroso, nel dolore "maomettano"?
Troverebbe... i cristiani; sono loro, adesso, i più poveri fra i poveri.
Troverebbe il Cristo materano a Idlib, Maaloula, Baghdad, nelle luci scure d'una Natività silenziata dal terrorismo; a Gaza, perché pure certi palestinesi sono cristiani, e non possono entrare a Betlemme; e lo troverebbe, più in là, in volti bruni e orientali, di donne soprattutto. Lo troverebbe in Huma Younus, rapita a 14 anni, convertita a forza e costretta a sposare il suo sequestratore; in Leah Sharibu, da due anni schiava sessuale di Boko Haram per aver rifiutato di abiurare; lo troverebbe, comunque, a Damasco, proclamata, fra le bombe, Capitale mondiale del Natale. Che vuol risorgere, e non si arrenderà.
Troverebbe, insomma, radici divelte, perché il cristianesimo è nato lì, e lì pulsa e sanguina; non è opulenza, non colonizzazione, non Occidente.
E ne parlerebbe, e le sue invettive verso le luminarie delle nostre città si leverebbero più alte. Certo si scontrerebbe coi terzomondisti salottieri; con chi oggi strumentalizza quelle sue geremiadi accorate, non per richiamare al senso vero di queste feste, ma per cancellarle definitivamente; farebbe i nomi di Huma, di Leah e degli altri/e, che noi non osiamo menzionare, perché la persecuzione dei cristiani ci lascia indifferenti e fastidiati.
Lo accuserebbero di cripto-cattolicesimo, come del resto fecero anche in vita; di umanitarismo; di sentimentalismo; di passatismo.
Ma lui seguiterebbe a evocare quei nomi, pur angosciato da una divorante solitudine. Pier Paolo proseguiva malgrado lui.
E se fosse costretto a rimanere fra gli ingorghi del "traffico pagano"?
Vedrebbe lo stesso spettacolo di ieri, fulgente e miserando; solo più nevrile; vedrebbe presepi su cui si orina, altri trasformati in osceni simboli identitari. E l'Italia delle pale d'altare completamente cancellata.
Vedrebbe, del resto, presepi sepolti. Nella marea di disoccupati, sottopagati; di operaie anziane che muoiono sotto una pressa; di giovani precocemente appassiti, o alla sfinita ricerca di senso. Li vedrebbe nelle donne assassinate, violate, reificate da un consumismo ancor più aggressivo e patriarcale; li vedrebbe nella cancellazione della madre, simbolica e reale. Negli immigrati mai giunti sulle nostre coste, affogati prima. E li ritroverebbe, forse, in qualche settore di quella Chiesa che un tempo gl'ispirò il Vangelo; non si scandalizzerebbe di trovare la profezia anche fra i dottori di legge, come d'altronde non la escluse Cristo a casa del fariseo. In un Papa inviso ai clericali borghesi, che non parla di sesso, ma di giustizia, povertà, condivisione.
La luce dell'Italia vera non sarebbe più il comunismo. Disperso pure quello nel magma d'un individualismo lasco, tanto esaltato quanto scipito; definitivamente, antropologicamente mutato.
In cosa crederebbe, dunque, oggi Pasolini?
In quello in cui ha sempre creduto: l'atroce umanità. Quella massacrata a Oriente come a Occidente, a Nord come a Sud. Ne vedrebbe un riscatto?
Forse no. Sicuramente no. Ma il fatto stesso di saperla lì, esistente e sconfitta, gli darebbe la disperata, assurda, irresistibile voglia di gettarvisi dentro, e assaporarla, e morirne.

© Daniela Tuscano

RISIERA E FOIBE: UN ACCOSTAMENTO ABERRANTE

Risultati immagini per accostamento foibe e shoahstavolta ilgiornale offre una perla in mezzo alla 💩.  Infatti per parlare di Foibe e Shoah occorre molta onestà intellettuale. Sono stati episodi aberranti ma nati in contesti storici profondamente diversi. Le Foibe sono state una ritorsione criminale per vendetta verso un italianizzazione forzata (anche per volontà di dominio comunista) e per anni di oppressione fascista verso le popolazioni slave mentre la Shoah è stata puro razzismo.
Nessuna motivazione può e deve però sminuire \ minimizzare quello che  è stato il comportamento criminale in entrambe le situazioni.
Per una volta anche se con divergenze storico ed ideologiche sono d'accordo tutti  ( vedere  link  d'approfondimento a fine post  )  neo  considerare   tale  paragone  e  tale  interpretazione storica    ideologica    come  un aberrazione ed  un obbrobrio.








"Paragonare le foibe alla Shoah? Un'aberrazione", esuli contro la Rai
La Federazione degli esuli giuliano-dalmati denuncia ai vertici Rai la ricostruzione "giustificazionista" della trasmissione Agorà
Elena Barlozzari - Sab, 21/12/2019 - 22:59


Il servizio pubblico torna a occuparsi di foibe, su Rai3. Potrebbe sembrare una conquista. Non capita di frequente (per non dire mai) che il tema venga toccato in giorni che non siano quelli "comandati" dal nostro legislatore, ossia a cavallo del Giorno del ricordo.
Quasi fosse una cartellino da timbrare, una specie di cambiale. Purtroppo però il dibattito intavolato giovedì scorso durante la trasmissione Agorà si è trasformato in un’occasione persa. Al centro non c’era il dramma degli italiani del confine orientale, non un riferimento a quanti lasciarono le proprie case per scampare alle persecuzioni titine, ma la sterile contrapposizione tra orrori del Novecento. Un’assurda gara tra catastrofi della malvagità umana.
L’epilogo era già scritto nelle premesse. Il “pretesto” per parlare della persecuzione degli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia è stata una polemica locale. Quella che ha visto protagonista la giunta di centrodestra di Civita Castellana, rea d’aver bloccato i viaggi della memoria ad Auschwitz. L’amministrazione non manderà più gli alunni a visitare il campo di concentramento simbolo dell’Olocausto, bensì il museo della Shoah e le Fosse Ardeatine a Roma. Il governatore Zingaretti, indignato dalla decisione, è intervenuto a gamba tesa facendo sapere che sarà lui a finanziare il progetto. Dal Viterbese lo hanno ringraziato della premura chiedendo però se avesse intenzione di conferire fondi anche per i viaggi alla foiba di Basovizza. Ecco qui la spinosa questione che l’illustre professore Mario Canali, ordinario di storia contemporanea all’università di Camerino e allievo di Renzo De Felice, è stato chiamato a dirimere. Da un punto di vista storico è corretto equiparare gli eccidi delle foibe alla Shoah? L’accademico non ha dubbi: paragonare le due tragedie è un’aberrazione.
“Ritengo aberrante - dice - avvicinare i due fenomeni”. “Mettere insieme le due cose - continua il docente - è una forzatura terribile”. “La Shoah - spiega - è stato un genocidio, il tentativo di liquidare un popolo con l’uccisione di 6milioni di persone, un’uccisione organizzata da parte di uno Stato nei confronti di una popolazione che non aveva fatto nulla”. E le foibe? Le foibe sono diverse? Non c’era forse uno Stato, quello jugoslavo, che ha attuato delle vere e proprie purghe anti-italiane? In questo caso, pur non “giustificando” il massacro, lo storico contestualizza. “Lì ci sono stati venti anni di regime fascista, un’italianizzazione coatta con espropri dei beni da parte delle nuove autorità italiane, sono state abolite le scuole in lingua slava e imposti nomi italiani”. “Questo - precisa - non giustifica, ma fa capire il substrato su cui si innesta la reazione”. Quindi: “La Shoah nasce dal razzismo, le foibe da conflitti storici precisi limitati a quell’area”.
La lettura dello storico ha diviso gli ospiti in studio. “Il professore ha detto delle cose aberranti - ha commentato la deputata di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli - non si fa una classifica dei morti, non ci sono morti di serie A e di serie B, alle vittime va riconosciuta la stessa dignità”. Stefano Fassina di Liberi e Uguali ha replicato accusando la Montaruli di negare l’Olocasuto. “Mi metti in bocca parole che non ho mai detto”, si è difesa lei minacciando di querelarlo. I toni incandescenti del dibattito sono stati smorzati dalla conduttrice, Serena Bortone, che ha introdotto l’argomento successivo. Ma la querelle è continuata fuori dagli studi televisivi. La Federazione delle associazioni degli esuli fiumani, istriani e dalmati, infatti, ha scritto ai vertici Rai.
“Durante la trasmissione - si legge della missiva - è stata perpetrata un’ulteriore umiliazione del popolo della Venezia Giulia, dell’Istria, del Quarnaro e della Dalmazia”. “Gli interventi dei presenti in studio - denuncia FederEsuli - lasciavano trasparire la parola tanto cara a chi giustifica: contestualizzare”. “Quale nesso dovrebbero avere eventi accaduti in tempo di pace con la guerra? È giusto ammazzare l’amico/parente/conoscente di un fascista (se poi fascista era), in quanto amico/parente/conoscente di un fascista?”. “Per questo - si legge nelle ultime righe della missiva - vi chiediamo di considerare con maggior attenzione la nostra storia, di invitare nei programmi che raccontano di noi persone delle nostre associazioni, come giustamente avviene trattando drammi altrettanto importanti per il nostro Paese”.


        approfondimenti

chi la detto che per essere miss si debba solo cantare e ballare Miss America 2020 è una biochimica: vince con un esperimento chimico dal vivo

Risultati immagini per Camille SchrierIndossando un camice da laboratorio ha sfruttato il palco del più importante concorso di bellezza americano per dimostrare non solo che le donne possono avere successo negli studi scientifici, ma che "anche una scienziata può diventare Miss America come Miss America può diventare una scienziata". Infatti quella di Camille Schrier, neo incoronata Miss America 2020. Ha 24 anni, una laurea in biochimica, una in biologia e sta facendo un dottorato in farmacia è una vittoria che sta facendo il giro del mondo . A stupire però non è tanto il suo curriculum accademico, quanto il fatto che abbia usato la sua passione per la scienza come abilità da esibire alla prova di talento del concorso. Mentre le altre partecipanti si sono esibite nei più tradizionali campi del ballo, del canto o della recitazione, lei ha eseguito un esperimento dal vivo. Ha prodotto una reazione chimica molto semplice, ma suggestiva, che con l'esplosione di schiuma colorata ha stupito platea e giuria.



anche  l'ipocrita   e  fallocratico    libero  ne  ha  riconosciuto   l'importanza  .  Infatti  ecco  cosa  dice  quest'articolo     di  Lucia Esposito :  <<  (  ....   ) Per tanti motivi. Primo: è consapevole della sua straordinaria bellezza e non se ne vergogna, anzi dà uno schiaffo sia ai maschilisti sia alle femministe esibendola come un capolavoro. Secondo: non è snob.Ambisce a fare la scienziata ma non disdegna una gara che - nonostante sia stata infiocchettata ben bene e dichiari di non dar troppo peso a seno e sedere - se non sei strafiga non ti fa neppure iscrivere. Terzo: ha dimostrato, semmai ce ne fosse ancora bisogno, che l' intelligenza non è un accessorio come un foulard di seta o un orecchino di perle. E poi perché alla fine, quando la giuria l' ha eletta Miss America è esplosa in un pianto liberatorio di gioia, proprio come tutte le miss. >>

22.12.19

i libri della libreria acqua alta di Venezia , danneggiati dall'alluvione diventano opere d'arte

 La  storia    d'oggi   è presa (  in altri  è  hakerata  in  maniera  etica  citando la  fonte     senza  modificarla  )   , come spesso mi   accade    visto  che    gli articoli delle  fonti  sono 😥😢🙄  totalmente  a  € ,   dai  Social  .  In particolare  dalla   pagina  facebook  dello  IED Milano e sulla pagina Instagram   della  protagonista  @libricontrocorrente  da cui   ho preso   anche  le  foto  

Questa è una storia fatta di acqua, di carta, di dolore e di forza. È la storia della libreria Acqua Alta di Venezia, allagata, migliaia di libri da buttare ed  mandare  al macero  . Ma  è  anche la storia delle studentesse di IED Milano Maria Vittoria Miccoli Minarelli, Ambre Carladous e Anna Carera, che vanno a Venezia e in cambio di un’offerta portano a casa 500 volumi troppo danneggiati per essere venduti.Esse Chiedono ai loro compagni di corso di Graphic Design, ai compagni degli altri corsi e a tutti gli artisti disponibili, di adottare un libro e trasformarlo in un’opera d’arte, per poi metterlo all’asta. Grazie a una galleria d’arte di Bologna, 130 volumi vengono consegnati ad artisti del capoluogo emiliano. i designer e gli artisti   si sono messi al lavoro: e opere   sono state  messe   all’asta a partire dal 22 dicembre e i proventi devoluti alla Fondazione Querini Stampalia.


IED Milano
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La storia che ti vogliamo raccontare oggi inizia sotto la pioggia battente che ha flagellato l’Italia qualche settimana fa, e con una notizia che – in un bollettino dei danni che si fa sempre più tragico man mano che passano le ore – diventa virale sui social: la libreria Acqua Alta di Venezia è allagata, migliaia di libri sono da buttare.La libreria, fra le più famose al mondo grazie alle barche trasformate in scaffali e alla gondola che protegge i libri durante l’acqua alta da cui prende il nome, ha subìto un colpo durissimo. È una di quelle notizie che, per un amante della lettura, aggiunge gravità a una situazione già drammatica e porta a chiedersi se si può fare qualcosa per dare una mano.E una risposta, le nostre studentesse Maria Vittoria Miccoli Minarelli, Ambre Carladous e Anna Carera, l’hanno trovata: salvare i libri dal macero per trasformarli in qualcosa d’altro, di nuovo, che possa aiutare. E così inizia un viaggio che da Milano le porta a Venezia, con le titolari della libreria che in cambio di un’offerta cedono 500 volumi troppo danneggiati per essere rimessi in vendita. Maria Vittoria, Ambre e Anna riempiono scatoloni e li portano qui a #IEDMilano, dove nel frattempo hanno ottenuto il permesso di depositarli e provare a mettere in atto la loro idea: chiedere ai loro compagni di corso di Graphic Design, ai compagni degli altri corsi e a tutti gli artisti disponibili, di scegliere un libro e trasformarlo in un’opera d’arte, per poi metterle all’asta e raccogliere fondi per aiutare un ente o un’istituzione veneziana ad affrontare i danni causati dall’acqua. Dopo una ulteriore cernita che le costringe a buttare ancora un centinaio di libri, perché troppo danneggiati, allestiscono un punto di scambio nella nostra biblioteca di via Sciesa 3 e la risposta, per fortuna, non si fa attendere: studenti e docenti dei nostri corsi si presentano a scegliere e ritirare i libri che li incuriosiscono di più, mentre grazie a una galleria d’arte di Bologna, 130 volumi vengono consegnati ad artisti 



da https://www.instagram.com/p/B6XwFwICQkv/
del capoluogo emiliano. Uno alla volta i libri vengono “adottati”, e in pochi giorni ne rimane in deposito solo qualche decina.
Ecco  un esempio  di un opera    fatta   



Se il chiasso batte il silenzio: "È ancora Natale?"post extra di come soppravvivere alle festività natalizie 22019

in sotofondo
Natale - Dentro il silenzio profondo - Cori riunitiMelodia popolare natalizia tedesca armonizzata da Molfino eseguita a cori riuniti da Coro Sette Laghi, Corale San Vittore, Coro Santa Maria del Monte, Coro da Camera di Varese. Dirige il maestro Giacomo Mezzalira

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prendo spunto per il post d'oggi da questa lettera riflessione pubblicata lo scorso sull'unione sarda durante  il  periodo  delle feste  e  che   se  l'url  non si dovesse  aprire o risultasse  scaduto lo trova  sotto     fra  i  corsivi

"'In quella stessa regione si trovavano dei pastori: vegliavano all’aperto e di notte facevano la guardia al loro gregge'.Il brano, tratto dal Vangelo di Luca (2,8) ci proietta in una notte tipica dei pastori ebrei di 2000 anni fa. Possiamo immaginarli intenti a vegliare, attorno al fuoco, le proprie greggi scambiandosi quattro chiacchiere, sottovoce. Il pastore, custode oltre che di pecore, di un codice del tempo aderente alla realtà, non aveva (e ancora oggi non ha) bisogno di alterare, amplificare, rendere “virtuale” la realtà.

un quadro sulla nativit (ansa)



Sa che di notte si parla sottovoce, si bisbiglia, perché durante il giorno ci si è stancati con il lavoro, perché la notte, comunque, è tempo di quiete, di silenzio.

Nello stesso Vangelo di Luca (10) leggiamo: ' Maria, da parte sua, conservava tutte queste cose meditandole in cuor suo'. Anche in questo caso il silenzio appare discreto, leggero, carico di promesse e sviluppi. Il silenzio come categoria di libertà per poter veramente agire, progettare, fare la storia. I grandi mutamenti, i veri eventi della storia, quelli che fanno la storia, ciò che realmente produce benessere autentico per gli uomini, tutto ciò nasce dal silenzio.
Nello stesso Vangelo di Luca (10) leggiamo: 'Maria, da parte sua, conservava tutte queste cose meditandole in cuor suo'. Anche in questo caso il silenzio appare discreto, leggero, carico di promesse e sviluppi. Il silenzio come categoria di libertà per poter veramente agire, progettare, fare la storia. I grandi mutamenti, i veri eventi della storia, quelli che fanno la storia, ciò che realmente produce benessere autentico per gli uomini, tutto ciò nasce dal silenzio.
Il silenzio. Un termine che suona alieno alla nostra chiassosa 'civiltà', dove chi grida di più crede di aver ragione,  salvo    che  non sia  cultore    di religione     ed  culture  orientali in particolare   buddismo  o    di  clausura  \  monastiche   alla nostra chiassosa 'civiltà', dove chi grida di più crede di aver ragione   salvo qualche mosca  bianca  che  abbandona  trasmissioni  o  alza  la mano  per  poter  prendere  la  parola . Dove chi amministra anche la più piccola porzione di potere, blatera e strepita e con arroganza impone il suo urlo. Il mondo del potere ( economico,culturale, politico,dell’informazione,religioso,militare ) esercita al massimo grado l’uso del non-silenzio. Televisione e stampa, informatica, telefonia, tutte le meravigliose scoperte dell’ingegno umano, prestano il fianco all’arrogante asservimento del 'chiasso', cioè all’uso perverso di quelle scoperte che dovrebbero essere al servizio dell’uomo e non servirsi dell’uomo
Mentre il silenzio rappresenta il saggio controllo della mente e del cuore di tutto ciò che l’uomo inventa e realizza per il bene di tutti, il chiasso rappresenta l’uso egoistico e prevaricatore dei beni della terra. Il capitalismo selvaggio, il neo-liberismo, la cosiddetta globalizzazione, il libero mercato, sganciato dalla saggezza a cui il silenzio rimanda, diviene una bolgia infernale dove ogni colpo basso è lecito e ogni diritto, specie dei più deboli, vale meno di un bruscolino. I padroni del mondo amano il chiasso e lo alimentano con le guerre, la droga, i traffici di armi, ma anche con la speculazione finanziaria, i prestiti usurai ai paesi poveri, lo sfruttamento, la rapina delle risorse, l’inquinamento ambientale.
Il 'chiasso' tende a spegnere le idealità, a isolare i profeti, a denigrare i personaggi scomodi, quanti invitano a uscire dalla mentalità conformistica e consumistica.
Il chiasso ha paura del 'Silenzio'. Ha paura della 'Libertà'".

                        Gian Paolo Marcialis da Villacidro







quindi dovremo come consiglia   (  e  come  ho parlato    in una puntata    nella  guida  di quest'anno  ) http://cavalieridellaluce.net/2017/12/silenzio-del-natale/ cercare  (...)
il silenzio interiore. So che non è facile ma intanto mi alleno ascoltando con tutto il cuore le persone che ho accanto, dandogli tutta l’attenzione che posso, così inizio a spegnere un pochino il vortice dei miei pensieri.
Photo by Kristina Flour on Unsplash
Il silenzio interiore… più ami e più lo trovi, è il silenzio di te; ci provo e chiedo aiuto agli angeli di Betlemme, lo chiedo anche come regalo a questo Bambino silenzioso, per dare a Lui il dono di accogliere pienamente la sua presenza. E il giorno di Natale si dipana.
Quando resto solo, mi prendo il mio tempo e pian piano tutti i rumori si spengono, fuori e dentro di me. E finalmente, in un silenzio veramente profondo, l’unico suono che rimane è il battito del mio cuore. Lo ascolto troppo di rado: a volte temo che mi rimproveri o che nasconda chissà quali paure… Invece questo povero cuore magari vuole solo un po’ di silenzio per essere ascoltato… e per l’ennesima volta comprendo che lì c’è una grande pace ed è lì la migliore culla per un Bambino che vuole regnare dove trova cuori svegli all’Amore. Tutte le parole non servono più ed è solo la meraviglia di sentirlo così vicino. Al centro non sono più io ma c’è Lui. Mi sento rinascere e ora so che è veramente Natale.


ulteriori approfondimenti

21.12.19

come sopravvivere alle feste di natale IX° ricchi e poveri

colonna sonora canto di natale - Modena city Ramblers



Risultati immagini per natale poveroCosì quando in redazione abbiamo dovuto scegliere con quale storia vera aprire il numero di Natale io non ho avuto dubbi: parliamo del Natale degli ultimi, di chi è escluso dalla società per scelta o per necessità, e non sono solo i migranti o i richiedenti asilo, ma anche le persone indigenti e malate. Chi è costretto a trascorrere le feste in una corsia di ospedale, magari in attesa della visita di qualche lontano parente. Non è una storia leggera quella raccolta da Giovanna Sica, non è una storia da famiglie del Mulino Bianco: s’intitola “Il Natale dei pazzi” e la trovate su Confidenze in edicola Risultati immagini per natale povero
da domani. Parla di persone con disturbi psichiatrici, ma che il cuore ce l’hanno ben funzionante e che provano gli stessi bisogni di affetto e relazioni umane delle persone cosiddette “normali”. È un invito a fermarsi a riflettere, come ho fatto io quella sera, tra i barboni chiusi nei sacchi a pelo, vergognandomi un po’ nel tirare dritto passandogli davanti. da   https://www.ultimavoce.it/natale-degli-ultimi29663-2/ .   fra  i due  tipi  preferisco  quello dei poveri e  dei  modesti  .  parole sagge  quelle      del  napoletano in questo video 


  con  questo è tutto   .  tantissimi  auguri  .  la   guida  continuerà       dopo  il   25  buone  feste   e  tratteniamoci    per  un  giorno



18.12.19

DUE ALI PER HUMA © Daniela Tuscano

 

di cosa stiamo parlando

ACS-Italia@acs_italia
Caso Huma Younus, ragazza cristiana rapita in #Pakistan. ACS sostiene le spese legali dei genitori della vittima e scrive una Lettera aperta a 11 donne capaci di sensibilizzare la pubblica opinione italiana. Huma è solo una fra migliaia di altre vittime! #SaveHuma #HumaAsAsiaBibi
trovate   sotto  il post   l'appello di  Acs -italia    su  questo  caso




Huma Younus è talmente bella da sembrare un ragazzo. Forse per quel tratto d’indolente grazia, per una saggezza meditativa che viene da lontano, e non conosce tempo. È una totalità; nobile e modesta.
Ha quattordici anni, l’età delle scelte. In alcune parti di mondo, è adulta. Ma mantiene una schiettezza a senso unico, davanti alla quale il passo deve fermarsi e restare in meditazione.
Huma è pachistana e cristiana, come Asia Bibi. Come lei, povera tra i poveri, perché i cristiani in Pakistan sono pochi, reietti e sottoposti a ogni genere d’angherie.
Due mesi fa è stata sequestrata, costretta alla conversione all’Islam e al matrimonio con uno dei suoi rapitori. Il quale ha pure accusato sia la famiglia, sia l’avvocata di quest’ultima, Tabassum Yousaf, di blasfemia: reato che comporta la pena di morte, e di cui spessissimo fanno le spese le minoranze religiose.
La vicenda di Huma non è purtroppo isolata: si stima che ogni anno un migliaio di ragazze indù e, appunto, cristiane subiscano la stessa sorte. Ma ogni caso è unico, e quello di Huma ha un pathos particolare. Rivela una storia di donne, di sorellanza tenace. Una storia di fede. Una storia orientale.
Una storia di fierezza, anche. Le poche fotografie rese pubbliche non trasmettono l’immagine d’una ragazza perseguitata. Huma non si crogiolava nel vittimismo, benché ne avesse tutte le ragioni. Viveva nella speranza del futuro, in una gioventù vasta e passionalmente sventata.
Il suo cristianesimo è adesione incondizionata, ragionamento del cuore. Appartiene all’Asia da cui è stato strappato. Di estraneo ha soltanto la vocazione originaria: l’esclusione, il rifiuto dei violenti e dei prevaricatori. Ma anche la forza della tenerezza.
Per Huma, come in precedenza per Asia Bibi, non si odono voci di attivisti occidentali.
Peccato, sarebbe così bella!... La sua immagine, però, non si presta a esotismi artificiosi. Ne sovverte i luoghi comuni. Ricorda che il cristianesimo non è Occidente, non è colonialismo, non è potere. Non è nemmeno patriarcato: lo sguardo di Huma Younas non ha nulla di sottomesso. Brilla della tranquilla serietà di chi si sente amata. È la creatura in cui Dio si compiace perché è “cosa molto buona” (Genesi 1). Completa in sé, prima che complementare all'altro. Completa in quanto donna. Resa donna dalla sua fede. È questo che non riusciamo a sopportare.
Non tolleriamo che nel nome del Dio cristiano qualcuno, soprattutto se donna, invochi libertà e dignità.
Per questo, con vergogna, domandiamo perdono a Huma e a tutte le donne d’Oriente vittime del nostro razzismo; promettiamo che non le esilieremo più dai nostri pensieri; che con loro, per loro e per noi, ricominceremo a lottare, piangere, amare.


                     © Daniela Tuscano







Qui di seguito l'appello per Huma
 https://acs-italia.org/wp-content/uploads/Lettera-aperta-Huma-.pdf

15.12.19

come sopravvivere al natale VIII° feste natalizie da single


Risultati immagini per single a nataleCome  la guida  del  2017 (  se  non ricordo male 🤔 )   inizio questa  puntata  con una premessa  e una richiesta  di comprensione da parte  vostra  . Infatti questo  tema   è sempre  il più  difficile da  scrivere    perchè  , vedere  sotto i link  consultati  ,    in  tutti o quasi   ( eppure  ho usato   diversi motori di ricerca  SIC  )    parlano        di tale  " problematica " solo    come  se  fosse  solo  femminile , quindi cercherò  di  parlarne   anche dal  punto di  vista  maschile rielaborando siti  femminili che spesso    contengono delle ottime dritte    applicabili   anche    a noi uomini  .

Comunque  come tutti gli anni ci provo   . Speriamo di  riuscirci  anche quest'anno. Prima  d'iniziare  il post   ancora  una premessa che  risponde  ad  un  eventuale  critica      del tipo  :  << ma non  ne  avevi  già parlato qui nella  1  PUNTATA    della  guida  di quest'anno     ? >>  vero  ma  mi  sembrava  scialbo   e quindi l'ho approfondito  .

Risultati immagini per single a natale



Adesso    incominciamo  

E' opinione  comune   che  essere  single   , sopratutto  a   natale  ,  sia    sintomo  d'infelicità o appunto problematico   .  Ma non è  detto  , ovviamente    dipende  da    persona  a  persona  . IO  lo sono  da quando avevo 15  anni   e    come  nella  vita    ho alternato  ed  alterno momenti  di  tristezza a   momenti    di felicità  ,  ma  non mi piango    addosso o mi deprimo  come  facevo un tempo  .  ovvero    non ne  faccio un   dramma   perchè  vedo     la  tristezza     : 





Densamente spopolata è la felicità
Preziosa
La felicità è senza limite e viene e va
La felicità è senza limite e viene e va
Viene
Viene e poi se ne va
Splendida Bolormaa arresa all'amore
Fluida contorta molle resistente
Lascia fluire il dolore
Che la felicità è senza limite
E va e viene
E va e viene
                                                                       da   Bolormaa - CSI

Risultati immagini per single a natale  e poi  secondo      la  rivista   www.elle.com    :  Dicembre è il mese dei single": sì, le feste possono fare bene ai cuori solitari (più che alle coppie)Essere soli ha i suoi vantaggi, specialmente a Natale... . Infatti  I vantaggi ,  non  solo  a   natale  ,  dell'essere single sono tanti, a cominciare dall'assoluto senso di libertà e indipendenza. È molto comune pensare, però, che sotto Natale i single si sentano un po' soli. Teoria condivisibile, certo, soprattutto a voler vedere i dati statistici che vogliono la fase post-natalizia come la più battuta per colpi di testa e, ahinoi, suicidi. Eppure SpeedDate.it, il portale online per incontri, sostiene il contrario. "Le festività non sono affatto il periodo peggiore per i cuori solitari, al contrario, questo è un ottimo momento dell'anno per spassarsela. Perché questo periodo è più favorevole agli incontri? Perché tutti sono più liberi dal lavoro e si possono trovare tante occasioni per uscire senza stress", dice Giuseppe Gambardella, fondatore di SpeedDate.it, e di SpeedVacanze.it. Ma come godersi le feste di Natale al meglio se sei single? ....  continua   qui 
 
Eco  alcuni  miei    suggerimenti  

  •   almeno  a  durante   le  feste   fregatene  e  fai  finta  di niente  (  vedi    puntata  su  come non litigare    a natale  )  e non replicare  se   è possibile  alle  loro  provocazioni  o  sfotto    , domande  imbarazzanti e  private  perchè non è  detto   che  ciò che  vada  bene   per te  debba  andare bene  anche  per  loro  .    se  la  cosa  è  davvero insopportabile  , prendi la  palla  al balzo  ,    e regalagli    dei  libri attinenti a tema  o  simili     del  tipo :    e 1  )  Zitelle. Il bello di vivere per conto proprio  Kate Bolick .,  2  ) Piuttosto m'affogherei. Storia vertiginosa delle zitelle  Valeria Palumbo ., 3) Non me lo chiedete più. #childfree. La libertà di non volere figli e non sentirsi in colpa Michela Andreozzi ., 4 ) È la vita che sceglie. Non bisogna fare un figlio per essere madre È la vita che sceglie. Non bisogna fare un figlio per essere madre  Silvia Nucini    
  • .accettando il  fatto che  si  può  , a  volta capita   rimanere  soli  anche  anche durante le  feste  
  •  vedendo  anche  il lato positivo   d'essere single  ,  specialmente  a   natale  
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Infatti secondo   sempre   secondo   l'articolo   prima    citato di  Elle  : <<  (...  )   I vantaggi dell'essere single sono tanti, a cominciare dall'assoluto senso di libertà e indipendenza. È molto comune pensare, però, che sotto Natale i single si sentano un po' soli. Teoria condivisibile, certo, soprattutto a voler vedere i dati statistici che vogliono la fase post-natalizia come la più battuta per colpi di testa e, ahinoi, suicidi. Eppure SpeedDate.it, il portale online per incontri, sostiene il contrario. "Le festività non sono affatto il periodo peggiore per i cuori solitari, al contrario, questo è un ottimo momento dell'anno per spassarsela. Perché questo periodo è più favorevole agli incontri? Perché tutti sono più liberi dal lavoro e si possono trovare tante occasioni per uscire senza stress"  (  .... )  >> 
Risultati immagini per single a nataleSe    poi  siete  morti   di   ...\...  o vi accontentate  di  una  botta  e  via    anzi meglio  flirt  ,  sappiate  che    che  in questo periodo , secondo   le  statistiche  (   per  chi  ci  crede   o  fatte bene  )  ma   anche  guardandosi  un po'  in giro e  tenendo  gli occhi  aperti   c'è ,   come dice  questo articolo di https://www.filosofiaspicciola.it/ un  boom  di     tradimenti e  quindi  a  buon intenditore  poche  parole   .Ulteriori consigli \  suggerimenti  li  trovate     nei link  da  me  consultati    per   questo post  .



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