22.10.05

Senza titolo 914

Cari amici\che
Nel momento in cui scrivo il  blog il nostro blog festeggia 30.000 visite . La nortizia è positiva in quanto dimostra come il blog stia tenendo testa alla crisi   che  stanno affrontando i blog ( vedi  chiusure  o  lungo periodo di innattività ) . Ora che succederà ? .Ora mi chiedi  se coloro che invitati a scrivere e non hanno aderito o lo fanno solo nei commenti oppure coloro che invitati hanno scritto un solo post o nessuno si precipiteranno con aumentato entusismo per via della lunga astinenza ? e  chi invece scrive di più si disintossicherà dalla cdv dipendenza . Credo che l'unica risposta  sia  Chi vivrà vedrà . Ma  fortunatamente  i  vostri scritti e i vostri commenti , anche se sempre più radi e le vostre email sembrano comunque positive tanto da farmi vincere la sfiducia che   stavo passando davanti  ai post senza commenti    e quindi  continuare a tenerlo aperto . Maa ora basta con le celebrazioni altrimenti finisco per lodarmi troppo e come ben sapete un noto proverbio dice  chi si loda s'imbroda  o peggio si  finisce  per fare  come miles Pirgopolinice,
il  protagonista  di  MILES GLORIOSUS( Il soldato fanfarone) di Tito Maccio Plaut Plauto  . Questo numero post  racconterà una storia di un frate  ( anzi ex )  francescano che  scelse  come  alcuni poreti ( alcuni rientrati nei ranghi  , altri scomunicati o sospesi a divinis ) che  in quel  periodo  preferirono stare   fra gli operia ovvero   finire  con  l'essere etichettati  o peggio bollati  come  preti operai o  ( vedere  riquadro  )  a sinistra )  o  cattocomunisti . Egli   fu uno di quelli  che  no rientrò nei ranghi  e  che scelse di stare affianco dei << minores >> i lavoratori . Infatti  quando gli venne imposto di rientrare in concvento si rifiuto e venen espulso dall'ordine . Era  un prete scomodo  infattoii in una  serie  d'inconri   di battito tenuti  a  nell'ottobre  1995 dal mtitolo   IN PRINCIPIO ERA LA COSCIENZA    disse : nell'intervento  del 27\10\1995  uno dei  suoi ultimi discorsi   << Tra coscienza ed appartenenza si intravede facilmente una quasi inevitabile convivenza ma convivenza con possibili, anzi probabili, frizioni. Anche il linguaggio manda avvertenze piuttosto chiare. Con-scienza dice attivita' di conoscenza,di consapevolezza. Con particolare riferimento (il vocabolario non e' insensibile a filosofia, teologia, psicologia ecc.) a se stessi come complesso di potenzialita', volonta', giudizi, sentimenti. Coscienza, in definitiva, come responsabilita'; fedelta' a se stessi; diritti-doveri inalienabili; l'io profondo e piu' esigente... Appartenenza, invece, rimanda ad un collettivo (famiglia, lingua, cultura, religione...) nel quale l'individuo si colloca ma al quale l'individuo e' anche vincolato (ad e pertinere, cioe' "appartenere a" o "essere proprieta' di"). Insomma quasi due poli opposti: uno con attrazione sul singolo e la sua singolarita'; l'altro calamitante alla conformita' nell'insieme. Gibran scompone questa associazione tra coscienza ed appartenenze e prospetta la coscienza come luogo dell'unica vera appartenenza: "Credo che vi siano al mondo gruppi di persone e individui che sono affini indipendentemente dalla razza. Dimorano nello stesso regno della coscienza. E' questa la parentela, semplicemente questa" (Le parole dette, Paoline, Milano 1994, p. 48).Facile cogliere echi o assonanze con Gesu' di Nazareth: "Mia madre e i miei fratelli sono quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica" (Lc. 8, 21). Dunque: coscienza ed appartenenze. Con particolare attenzione - e spazio - alle appartenenze religiose. Segno alcuni passaggi. Senza pretese. Soltanto qualche considerazione, magari intorno all'ovvio, ma di uno che non vorrebbe svendere o lasciare appiattire quanto - e non come eccezione ma come regola - gli e' stato dato in esclusiva e in esclusiva gli viene richiesto.(...)  >>   continua qui   dove trovate  anche  gli altri interventi   . Ora un libro  , di cui prongo  un articolo  tratto dall'unità  del 22\10\'05 di recente  pubblicazione  racconta la  sua  storia . Il libro  s'intitola  "" mai dire fine " è che racconta la sua storia è uscito postumo .Per  chi volesse  ordinarselo  può o contattare  uno dei distrubutori qui l'elenco  oppure si puoì anche  scrivere una email alla casa  editrice  ordini@ilpozzodigiacobbe.com indicando titolo, isbn del volume scelto ( ISBN : 88-87324-71-9 )  e indirizzo a cui si  vuole ricevere la merce  . Ops   mi sono accorto  che il  giornale   in cui ho letto la storia  è a  pagamento  . se trovo  qualche anima pia che mi mandi l'articolo dell'unità di oggi ( 2|X|2005) lo riportero  o con un nuovo post  o  nell'aggiornamento   di questo post  .  Accontentatevi di questi riferimenti  che riporto qua sotto 


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