25.10.05

Grazie a una donna anche nell'Isola si rompe il muro di omertà


Orune. Il sostituto procuratore Passanisi: «Lo scriveranno nei libri di scuola»«Ho visto gli assassini»una donna sfida l'omertà Si chiama Paola Monni la ragazza che per la prima volta si ribella al codice barbaricino


dal www.ilgiornaledisardegna.it


«Lo scriveranno nei libri  di scuola». Così parlò il sostituto procuratore Maria Angela Passanisi commentando il coraggioso gesto di Paola Monni.La ragazza di Orune che con la sua testimonianza ha permesso agli inquirenti di fare luce sul duplice omicidio di Pasquale Coccone, suo fidanzato,e Amerigo Zori, avvenuto in un bar del piccolo centro barbaricino il 4 aprile 2004. MINUTA, OCCHI NERI e capelli corvini, Paola Monni ieri è apparsain aula per l’inizio del processo contro Mario Pala, latitante, ritenuto uno dei due responsabili del tragico fatto di sangue (l’altro, Alessandro Sestu,sta già scontando venti anni di carcere). E per la prima volta ribadisce in pubblico le dichiarazioni rese in Questura a tre giorni dall’accaduto. «Ho visto Alessandro Sestu e Mario Pala che estraevano le pistole mentre entravano nel bar “2000”, dove c’erano Pasquale Coccone e Amerigo Zori». La ragazza ripercorre attimo per attimo quella sera, senza tensandro Sestu che esce dal bar con tutta tranquillità. «Mentre usciva mi ha sorriso e si è infilato la mano nel giubbotto». A quel punto la ragazza scappa, temendo che Sestu possa sparare anche lei. Poi i retroscena dell’omicidio. L’antica ruggine fra Pasquale Coccone e Alessandro Sestu, nata due anni prima in seguito all’uccisione del cavallo di Coccone che riteneva Sestu responsabile dell’accaduto e culminata nel luglio del 2003 con il ferimento di quest’ultimo, con un colpo di arma da fuoco al polpaccio. In mezzo discussioni e minacce. AL TERMINE della deposizione la ragazza resta in aula, si siede nei banchi a seguire il resto del processo. Ascolta anche le parole di Alessandro Sestu che, chiamato a deporre, afferma di non voler aggiungere niente a quanto già dichiarato nei precedenti interrogatori. «Perché ho paura», dice ai giudici. La paura che non ha avuto una giovane ragazza. Forse non verrà scritto sui libri di scuola, ma è la prima  volta che una donna, nella comunità di Orune che molti descrivono come una società matriarcale, non ha armato la mano assassina della vendetta maquella incruenta della giustizia.



FRANCESCO CABRAS


2 commenti:

willgrace ha detto...

Ma la tua vita provata non la tratti più ???


Will.

compagnidiviaggio ha detto...

se intendi direttamente ancora non mi sento per riprendere e poi ci sono troppe cose personali di cui mi vergogno . se inveve intendi indirettamente leggi fra le righe i miie post quelle dove unisco articoli con impressioni e allora parlo di me

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