CERTAMENTE HO CERCATO MALE EPPURE NEI MIEI RICORDI IL 10 GIUGNO ENTRAVA CON UNA FOLLA A PIAZZA VENEZIA CHE CHIEDEVA A GRAN VOCE E URLAVA IL SUO SI. MA DI QUESTO NON HO TROVATO TRACCIA NELLA STAMPA E ANCHE NEI POCHI BLOG. CERTO 66 ANNI SONO TANTI, MA E' STORIA E SANGUE DEI VOSTRI PADRI O, ALLA PEGGIO, DEI VOSTRI NONNI.
Era un sì alla guerra, era un sì alla sbornia avventuristica, era un sì basato su fandonie di regime e di molto ipotetiche capacità organizzative, era un sì che nasceva dalla piccola borghesia ma anche dal popolo contadino e della industria.
Era un sì che ritorna abitualmente nel ricordo italiano e che non basta lo sventolìo di bandiere arcobaleno a bloccare, perchè è basato su illusioni non scientifiche, miracolistiche, in linea con i santi e i preti benedicenti non sulla organizzazione, l'impegno quotidiano, il consenso certo e non momentaneo e su una classe dirigente non egoista e basta.
Un sì che per fortuna ha perso ma che è costato vite, miserie e un insieme di odi non solo latenti. Quella stessa classe dirigente che sollecitava il sì e poi ha accollato la sconfitta agli altri, quelli che la guerra l'hanno fatta veramente, quelli che nella guerra hanno visto sparire figli e nipoti, e per comodità li ha chiamati comunisti e molti di loro, quelli del sì senza se e senza ma, appena possibile, già nel 1943 fuggivano a gambe levate e non solo dal porto di Bari.
Per i curiosi, una cronologia del 1940 che non sono riuscito a riportare per incapacità tecnica. E' dell'ANPI ma i fatti non hanno colore e i fatti inchiodano un popolo non solo una parte di lui.
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