12.1.09

Da qui all'eternità

eAUusZKUeH9kfageWNUna storia vera.

Marco e Anna si volevano bene.Ogni giorno si ringraziavano a vicenda con un’affermazione vera.


Grazie che ci sei.


Anna morì all’età di 38 anni di tumore allo stomaco.Due anni di cure ,di chemioterapia con qualche ripresa che faceva presumere che il male fosse “ingabbiato”,tenuto sotto controllo.Ma poi la morte che portò via non solo la vita di Anna,ma anche quella di Marco che da quel giorno decise di vivere solo,tra le vie di Milano,di nutrirsi alla mensa dei poveri e dormire con i clochard.


Aveva 42 anni quando lascò il lavoro,prese con sé alcuni indumenti e si mise in cammino.


Non gli interessava piu’ niente,né il suo corpo da nutrire,pulire curare,né la professione.Tutti i giorni sostava per cira un’ora al cimitero,si sedeva sopra la tomba di Anna e nel silenzio percorreva nella sua mente i giorni d’amore,le difficoltà i sogni.Raccontava ad Anna immaginandola seduta accanto,le difficoltà per sopravvivere,le lunghe notti senza di lei sdraiato sulla panchina di un giardinetto o per terra sotto un portico..Si sfogava e si asiugava spesso le lacrime dal volto.Poi si allontanava dalla tomba con un cenno di saluto e con una ricarica nel cuore. Tutti i giorni lo stesso rito,anche quando pioveva,nevicava e il cimitero era diverso.Sul suo diario ogni sera annotava i i sentimenti veri,inestinguibili per Anna,che era sempre in lui.Rinunciava a qualsiasi piacere della vita perché lo riteneva un torto fatto al suo amore chiuso in quella fossa.Gli anni passavano e Marco era sempre più consapevole di aver chiuso nella tomba con Anna le sue attese e gioie. Agli amici di un tempo, che qualche volta lo avvicinavano per offrirgli un caffè,un panino nel bar più vicino,confidava che ormai quella vita randagia faceva parte di una scelta,incomprensibile se si vuole, ma importante per chi aveva scelto di vivere un sentimento personale bello.


Incontrai Marco un pomeriggio al Centro d’Ascolto con il volto segnato dalla sofferenza e un corpo trascurato,sporco. Desiderava essere ospitato,curato,ma soprattutto il suo sguardo rivelava il bisogno di attenzione e affetto.Mi parlò di Anna per circa un’ora come se fosse lì con lui e gli suggerisse le parole,la scelta da compiere.Sul comodino conservava la foto di Anna che fissava a lungo e le sussurrava spesso” Anna ora sono qui,ma presto ti raggiungo”.Non mi fu difficile capire che cosa siginificasse quel “presto ti raggiungo”.Certamente Marco era convinto che nemmeno la morte poteva allontanarlo da lei.


Se ci fosse poi un Paradiso o qualcosa d’altro non aveva importanza,il suo cielo era nella sua anima:lì passò i suoi giorni con il suo amore.Prima di morire disse ad un amico.”Anna è sempre stata con me,sono certo che non potrà mancare dopo.


Il suo amore terreno era motivo di attesa di speranza di eternità.Una esperienza vissuta nell’amore,anche se limitata,può sembrare una dipendenza,una ossessione persistente,fece invece intravedere a Marco le immense possibilità attuabili su orizzonti sempre piu’ vasti.



Mi sono sempre chiesta guardando la fotografia in alto



quante fossero le probabilità di vivere un vero amore duraturo ,infinito .



Nel mondo attuale dove tutto dura una frazione di secondo e dove anche solo dopo pochi giorni si sciolgono come neve al sole amori e promesse,non credevo fosse possibile fino a che non ho letto questa storia.



Siamo tutti alla ricerca dell’Amore,ma non tutti ,come Marco, saprebbero sacrificare la propria vita e dedicare tutto sé stesso al rispetto di un ricordo.



Tutti parlano di rispetto,ma nessuno sa veramente cosa significhi.



Rispettare sé stessi e gli altri vuol dire mantenere la parola data.



Vuol dire esserci.Vuol dire parlare chiaro,



sacrificarsi anche quando la vita non è semplice .



Io ho un grande rispetto per l’Amore e spero di poter vedere riflessa la mia ombra su quel muro non solitaria .



Tristezza non è la povertà o la solitudine,ma la mancanza assoluta di  valori.





2 commenti:

zonaffranca ha detto...

mancanza assoluta di valori, sì, a me che ho avuto tanto poco, ma mi sento ricco, sembra di arrivare alla stessa conclusione...che poi altro che avuto poco: parlo secondo gli schemi di una certa civiltà, perchè a me sento che è stato dato tantissimo, ciao, red

dalfusoditaiwan ha detto...

credo di avere commentato la foto nel mediablog e non avevo letto della storia d'amore: ormai solo i cani hanno tempo per rimpiangere i padroni anche cattivi, non voglio pensarci red, mi fa troppo male, ho bisogno di amare e basta, altrimenti muoio, ciao da irene

Meloni e company facessero leggi più serie anzichè Vietare le parole «handicappato» e «diversamente abile» nei documenti ufficiali. un linguaggio più inclusivo non si fa per via legislativa

  se invece  di  fare  una legge  per una   cosa di poco conto   visto che  la  sostanza  non cambia   facessero leggi  o  almeno modificase...