Questa è una piccola storia di un Martin pescatore che se ne andava felice per i cieli cercando acqua e cibo.
Improvvisamente, mentre volava sereno, senza neppure rendersi conto, sbattè contro una vetrata a specchio di una cascina.
Cadde subito morto,con ancora negli occhi e nel cuore la felicità della libertà del suo volo.
Io lo trovai cosi' ,a terra .Gli occhi aperti,sembravano riflettere il cielo.
Un bellissimo batufolo colorato,con un becco lunghissimo.
No,non avrei mai voluto uccidere quel povero uccellino... in quel momento mi sentii veramente in colpa.
Lo accarezzai e giuro che piansi.
Non sapendo cosa fare lo avvolsi in uno straccetto e lo portai con me in una stanza fredda,dove si ripongono le mele d'inverno.
Lo poggiai su un tavolone di legno,e continuai a guardarlo,quasi impietrita.
Guardavo i suoi piumaggi colorati bellissimi e cercavo di immaginare i suoi voli sull'acqua..sul greto del fiume ,che improvvisamente avevo involontariamente interrotto.
Non avrei mai potuto dimenticare la sua picccola ,breve storia di Martin Pescatore sfortunato.
E cosi',l'ho tenuto con me da allora.
Tutti i giorni lo guardo e gli chiedo scusa.
2 commenti:
a me è successo con un cane.
attraversava la strada di notte, seguendo un suo compagno. io andavo a velocità sostenuta e l'ho preso in pieno. mi sono disperato subito, sono sceso, lui era li che respirava a fatica e vedeva me che mi avvicinavo a lui, non poteva muoversi e il suo respiro sembrava dirmi che si stava aggrappando alla vita e che forse era terrorizzato da me, ma proprio non poteva muoversi. forse il suo compagno mi guardava dall'altro lato della strada, desiderando di aggredirmi o cacciarmi.
Io sono rimasto li a sussurrargli parole dolci, sfiorandolo appena sul muso, e guardandolo fisso negli occhi, nella speranza che cogliesse la mia vicinanza, il mio grande dolore, il mio dispiacere e le scuse che di li a poco avrebbero accompagnato il suo respiro, che smetteva di animarlo, per volare in cielo per sempre.
La commozione non mi abbandona mai quando ne parlo. Vado sempre piano in quel tratto, dove tra le case si aprono dei prati incolti e non edificati, dove gli animali corrono nella notte, vanno tra l'erba, si nascondono e vengono fuori. divisi da quella strada che per loro è la linea della morte, le colonne d'ercole dove mostri meccanici passano sfreccianti, innaturali rispetto alla loro semplice vita.
Semplice, ma per me la vita di un amico che ho ucciso involontariamente; libero, che mi dira sempre di correre di notte tra i prati. E che io ho potuto solo conoscere mentre lo accompagnavo vicino vicino.
Grazie, non ne avevo mai scritto prima.
un abbraccio.
LeoCaneLibero
adottare a volte significa salvare
Posta un commento