30.4.11

Wojtyla senza miti



Dunque domani, con gran clamore, proprio nel giorno della festa del lavoro, o piuttosto della mancanza di lavoro (secondo le ultime stime, il tasso di disoccupazione giovanile in Italia è volato al 28,6% e molti 40-50enni licenziati non verranno più riassunti, la sicurezza è tornata a essere un fastidio per i "padroni" interessati al solo profitto e le conquiste sociali minate dalle fondamenta), il Vaticano ha deciso di canonizzare Karol Wojtyla, Giovanni Paolo II. Un uomo che, fra l'altro, fu operaio. Fra i pochi prìncipi della Chiesa che ha voluto sottolineare una continuità, e non una contrapposizione, tra i due eventi è da menzionare, al solito, l'arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi, che ha organizzato veglie per il lavoro in tutta la diocesi (nel capoluogo, il rito si è svolto il 28 aprile scorso, presso la chiesa "Regina Pacis" di via Kant) e ha attivato da alcuni mesi l'inizativa Adotta una famiglia, per testimoniare solidarietà fattiva a famiglie o singoli che hanno perduto l'impiego a causa dell'attuale crisi economico-sociale [donazioni a partire dai 5 € in su: C/C 16730 Banca Popolare di Milano, oppure bonifico IBAN IT6L0558432620000000016730 indicando Adotta una famiglia; maggiori info www.santinazaroecelsobresso.it].




Assisteremo al tripudio della papolatria da parte di potenti normalmente poco interessati alle faccende dello Spirito e del tutto disinteressati ai diritti umani, soprattutto di quei disperati anonimi cui il Vangelo assicurava avrebbero ereditato la terra. E che, invece, verranno additati come reietti ed empi in questi anni bui, frettolosi, sciapi, manichei. Infantili, ma senza ingenuità. Il cristianesimo non ha riconquistato l'Europa e, per uscire dal suo stato di minorità umana prima che spirituale, l'Italia ha di fronte a sé una strada tutta da percorrere.Se don Farinella tratteggia un duro ritratto del prossimo beato e Noi Siamo Chiesa (anch'essa assai critica verso l'operato del papa polacco, cfr. qui) propone di celebrare piuttosto un martire dimenticato dalla Chiesa militante e trionfalistica, mons. Romero, io mi limiterò a riproporre un testo che redassi nel 2005, pubblicato col titolo Il nostro Wojtyla, che considero in gran parte ancora valido. Purtroppo, posso solo segnalare il link perché la piattaforma che ospita questo blog non mi permette più certe operazioni di copia-incolla. Credo pertanto che un mio trasferimento "virtuale" sia prossimo. Nel frattempo, mi scuso coi lettori per il disagio. http://danielatuscano.wordpress.com/2005/04/15/il-nostro-wojtyla/





29.4.11

Perché il tuo blog è cosi lento , perché e tutto scompaginato ,ecc varie faq



Lo so che  dovrei concentrarmi sula tesi , ma sia  su face book  che  via  email  m’arrivano  numerose  domande   come quelle  del titolo   del post  .
Andiamo a  rispondere .
1)      Perché il tuo blog  è coski lento nel caricarsi ?
Forse perché ci sono  troppi banner  come  mi è stato suggerito .Ma  il problema  è  che non so  quale  eliminare  .ma  un’altra  risposta  sarà perché usate  windos  ed  explore   , anziché mozilla firefox
2)      Come mai ha  due blog, uno su splinder ( http://cdv.splinder.com )  e un altro su blogger\  blogspost ?
Ho già  risposto  a  questa  domanda  ma  ne  approfitto per ampliare  la risposta  .Perchè in caso di problemi  con splinder  posso scrivere  nell’altro , perché chi ha non riesce ad  aprirlo perché ci mette  troppo a  caricare  puo’ sempre  leggermi dall’altro  .,Ma  soprattutto  perché ed  è  qui  il non completo  rinnovamento di splinder , blog  spot  ti permette  di mettere direttamente  sul  form  in cui scrivi  i post le  foto  scaricate  dal  tua digitale ( o  d’altri )  senza   o dover passare dai loro album  o  da album free( mica  tanto  )  come  flick .,idem  per  i video da  te  girati .o scaricati in rete  
3)    3) dove trovi certe foto che non sono neppure disponibili sui motori di ricerca  '
 Tramite il mio cattura  schermata  di ubuntu linux  o tamite ( non di come  altrimenti  splinder  modifica le opzioni  che si posso fare tramite  altri brower  che non siamo mozzilla e windos  ) .opure  le  scatto  ai fimetti o  a programmi tv  con la mia digitale o il mio cellulare e  , poi le metto  sul mio blogspot  e da  li tramite  il sistema   prima detto le trasferisco  su  quello si splinder

Concludo riportando qui la risposta che diedi  in una discussione “reale  “  a chi mi  disse   usi linux e non windos  se uno sporco comunista .
Io sono di sinistra cioè  di schieramento politico di orientamento progressista questo  è innegabile , ma  non sono di  nessuno  di questi  , essendo  anti partitico e poco ideologico , schieramenti : socialista, radicale, riformista o comunista.
Uso linux  non per moda ma  : 1) eticità. Infatti  è un sistema operativo libero di tipo Unix (o unix-like) costituito dall'integrazione del kernel Linux con elementi del sistema GNU e di altro software sviluppato e distribuito con licenza GNU GPL o con altre licenze libere.., 2)  praticità ,  ,  si imballa di meno  o quando capita (nessun  programma  è perfetto )  puoi  salvare il  tuo lavoro  e i siti che stai visitando  .,puoi   quando scarichi un film   non hai  bisogno per  poterlo vedere   di codex  e menate varie  . Es l’altra  volta  ho scaicato l’episodio 41   inedito in italia dell’anime  lady oscar  , bene  con Ex oltre ad  averci messo due ore  non ero riuscito a vederlo perché era  informato Avi . . Allora  sono andato nel pc  di mo padre ( il mio è dal tecnioc  ha  problemi con la scheda  audio  ) e ioltre ad  averci messo la metà   losi vedeva subit snza  dover scaricare nient’altro .

26.4.11

Generazione Chernobyl e il cancro raddoppiò ecco perchè voto si al referendum se gli inciuci di governo ed opposiione lo faranno fare

bambini ospedale oncologico chernobyl 640

Generazione Chernobyl e il cancro raddoppiò di Roberto Rossi. Venticinque anni fa, il 26 aprile 1986 alle ore 01.23, l’esplosione della centrale ucraina. La nube passò per la Bielorussia, per poi approdare in Europa. L'Italia fu coperta da radiazioni e veleni. Da allora sempre più malati di tumore alla tiroide, specie tra i giovani.

26 aprile 1986 -26 aprile 2011 ( Chernobil ) è ancora si vuole usare il nucleare . ecco perchè voterà SI AL REFERENDUM

 Scusate se  uso dei link , ma  ero troppo piccolo , avevo 10 anni e qualche mese . ricordo poco la vicenda , ricordo molto bene  il dopo .


Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Chernobylreactor 1.jpg
Sarcofago del reattore N. 4 della centrale nucleare di Černobyl'

IL disastro di Černobyl' (in ucraino: Чорнобильська катастрофа, Čornobyl's'ka katastrofa, in russo: Чернобыльская авария, Černobyl'skaja avarija) è stato il più grave incidente nucleare della storia. Insieme all'incidente avvenuto nella centrale di Fukushima Dai ichi nel 2011 è stato classificato con il livello 7 (il massimo) della scala INES dell'IAEA.
Avvenne il 26 aprile 1986 alle ore 1:23:45 presso la Centrale nucleare V.I. Lenin di Černobyl' (Russo: Чернобыльская АЭС им. В.И.Ленина, Ucraino: Чорнобильська АЕС), in Ucraina nei pressi della Bielorussia. Nel corso di un test definito "di sicurezza" (già eseguito senza problemi di sorta sul reattore n°3), furono paradossalmente violate tutte le regole di sicurezza e di buon senso portando ad un brusco e incontrollato aumento della potenza (e quindi della temperatura) del nocciolo del reattore numero 4 della centrale: si determinò la scissione dell'acqua di refrigerazione in idrogeno ed ossigeno a così elevate pressioni da provocare la rottura delle tubazioni del sistema di raffreddamento del reattore. Il contatto dell'idrogeno e della grafite incandescente delle barre di controllo con l'aria, a sua volta, innescò una fortissima esplosione e lo scoperchiamento del reattore.
Una nube di materiali radioattivi fuoriuscì dal reattore e ricadde su vaste aree intorno alla centrale che furono pesantemente contaminate, rendendo necessaria l'evacuazione e il reinsediamento in altre zone di circa 336.000 persone. Nubi radioattive raggiunsero anche l'Europa orientale, la Finlandia e la Scandinavia con livelli di contaminazione via via minori, raggiungendo anche l'Italia, la Francia, la Germania, la Svizzera, l'Austria e i Balcani, fino anche a porzioni della costa orientale del Nord America[1].(  continua http://it.wikipedia.org/wiki/Disastro_di_Černobyl'

Onde  evitare  che succeda  un altra  tragedia  come quella  di questo cartone animato  che sto riguardando di con mio cuginetto




 io voto SI AL REFERENDUM , sempre  che  l'opposizione  ritrovi le  .......  come le  ha trovate per la legge sul processo breve  e  non si  faccia  ammaliare  dal  canto delle sirene  e inciuci  vari  con la maggioranza

25.4.11

COERENZA


      

 

                            
A volte mi chiedo se  bisogna essere coerenti fino in fondo con perseveranza in un’idea  fino alla fine  anche se questa porta al male e alla rovina  oppure cambiare idea  ed essere  considerato un incoerente  \ voltagabbana  .   Ma poi proprio come   André Breton  L'ultima cosa che mi preoccupa è di essere coerente con me stesso. E vero un po’ di coerenza   ci vuole  anche  come si dice  <<   La coerenza è contraria alla natura, contraria alla vita. Le sole persone perfettamente coerenti sono i morti >> ma  senza esagerare altrimenti  <Gianni Monduzzi ) >> e  si finisce  che Un atto coerente isolato è la più grande incoerenza. (Don Lorenzo Milani ). Infatti solo  gi stupidi non cambiano mai idea … ma  farlo  troppo  rapidamente  si coglioni .La stessa cosa  se  lo si fa  quando  un’idea  un pensiero  è stato ormai demolito  dagli eventi  (dalle tempeste della  vita )  e allora  rimanervi ancorato  \  i cosiddetti irriducibili e da cretini . Si ha cosi una stupida coerenza è l'ossessione di piccole menti, adorata da piccoli e mediocri  uomini politici e filosofi e teologi. Con la coerenza, almeno quella estrema  ,  una grande anima non ha, semplicemente, nulla a che fare. Tanto varrebbe che si occupasse della sua ombra sul muro. <<(…)Dite quello che pensate ora con parole dure, e dite domani quello che il domani penserà con parole altrettanto dure, per quanto ciò possa essere in contraddizione con qualunque cosa abbiate detto oggi. Da  http://it.wikiquote.org/wiki/Ralph_Waldo_Emerson>>. Questo post  si conclude  sulle note  dicoerenza  dei Nomadi 
                 

24.4.11

il 25 aprile che c'è da conciliare ( reprise ) e l'illusione della memnoria condivisa

manifesti fascisti a Roma
Se la   sinistra parlamentare  ed  alcuni elementi  della destra , che  dicono  ( anche se per  me   vedere i fatti di Napoli  )   di volere  la conciliazione  e  la memoria condivisa, la smettessero con i bla  bla  ilussionisti  e facessero sul serio  comme  ha  fatto  La leader del Fronte Nazionale d'estrema destra francese, Marine Le Pen, impegnata nel dare una nuova immagine al partito in vista delle presidenziali del 2012, ha deciso di silurare Alexandre Gabriac, il giovane candidato del partito che aveva fatto scalpore dopo la diffusione di una foto in cui faceva il saluto nazista  (  qui ulteriori news  ).  Si eviterebbero episodi del genere  e  tale gentaglia sarebbe emarginata mio  .

  L'Anpi del centro di Roma denuncia: «Sono arrivati anche all'Esquilino i vergognosi manifesti sul 25 aprile che da ieri vengono affissi in tutta Roma. L'immagine di un camion con sopra una squadraccia fascista è sormontata dalla scritta 25 aprile. Buona pasquetta. Il manifesto è firmato con tre fasci littori. I manifesti attaccati da pochi minuti, in quanto ancora umidi di colla, sono comparsi oggi nella zona di Santa Maria Maggiore e di via Giolitti. Chiediamo l'immediato intervento delle forze dell'ordine per individuare gli autori di questo atto vergognoso e all'amministrazione comunale di intervenire immediatamente per rimuovere tali
manifesti ».

FASCILa storia sottosopra
Sui manifesti affissi per il 25 aprile a Salerno dal presidente della provincia Edmondo Cirielli (Pdl) si ricordano altre storie, non certo la Liberazione: «Alcuni italiani persero la libertà...e la vita... centinaia di migliaia di connazionali furono costretti a fuggire per la feroce pulizia etnica delle foibe scatenata dai partigiani jugoslavi...con la complicità...del capo dei comunisti italiani, Palmiro Togliatti».




FASCIAuguri, Adolfo...
A Napoli la vicenda più penosa del negazionismo di chi governa il Paese. Enrico Tarantino, che sostiene da una lista civica Lettieri - candidato del Pdl a sindaco di Napoli - ha fatto su Facebook gli auguri ad Adolf Hitler. L’autore dell’inquietante «buon compleanno, fuhrer», che giura di essere rimasto vittima di un brutto tiro da parte di ignoti. Nessuno ci crede. Tarantino, 24 anni, è militante di Casa Pound.
Per  i  fatti di Roma lo scrive l'associazione dei partigiani in una nota firmata Anpi Sezione Esquilino, Monti,Celio Pd Esquilino, Cittadinanzattiva Roma centro, Esquilinotizie. «Il 25 Aprile è la giornata della Liberazione del nostro paese dalla tirannide nazifascita È una data fondante della nostra democrazia che deve essere difesa da tutte le Istituzioni - continua la nota - Vogliamo sollecitare tutti i cittadini ad essere presenti all'appuntamento di lunedì 25 aprile a Porta San Paolo dalle ore 9.30 per commemorare tutti insieme la giornata della Liberazione». a
Il sindaco Alemanno condanna «in maniera ferma, a nome di tutta l'Amministrazione capitolina, i manifesti affissi sui muri di alcuni quartieri della città che offendono la memoria storica del nostro Paese. Ho dato mandato ad Ama di rimuovere immediatamente i manifesti offensivi sulla giornata della Liberazione che sono apparsi questa mattina in alcune zone della città».

A Milano bruciati addobbi
Gli addobbi del monumento alla resistenza, nei pressi del cimitero, sono stati bruciati questa notte da alcuni sconosciuti a Corsico, grosso centro del milanese. Sul posto sono stati trovati alcuni giornali anneriti dalle fiamme che dovrebbero essere serviti ad appiccare il fuoco. Portati via anche gli addobbi del monumento agli alpini in via Grandi. Lunedì mattina nella città è previsto un corteo con partenza dal palazzo comunale di via Roma che si concluderà proprio al monumento alle 12,30 con i discorsi del sindaco del Pd Maria Ferrucci e di un rappresentante dell'Anpi.

Bologna, vandalismo a Zola

Corone di fiori bruciate al monumento di Monte Capra. È l'atto vandalico contro cui il sindaco di Zola, Stefano Fiorini, e Andrea Passuti, presidente dell'Anpi «Alba Maldini» di Zola, esprimono in una nota «vergogna e condanna. Questi atti offendono profondamente tutti i sacrifici fatti da quegli uomini e donne che a proprio rischio e pericolo hanno lottato per permetterci di ottenere i valori di democrazia e libertà sanciti dalla nostra Costituzione, e che oggi vengono costantemente attaccati». Per Fiorini e Passuti, «assistere a queste offese, spinge ad impegnarci con ancora più forza e determinazione per difendere i valori etici e sociali conquistati».

Anche la Lega Nord di Zola Predosa condanna l'attentato al cippo dei caduti. «Non è la prima volta che avvengono episodi incresciosi al monumento ai caduti della battaglia di Monte Capra, dove ogni anno il 20 aprile si tiene la cerimonia per commemorare la liberazione di Zola Predosa», commenta in un comunicato stampa il capogruppo in Coo sostenevo  ne post precedennsiglio Francesco Lari. «Noi condanniamo senza riserve lo stupido gesto e invitiamo a non sottovalutare questi episodi di intolleranza sempre più frequenti che avvelenano la civile convivenza», conclude l'esponente del Carroccio.
23 aprile 2011
Quindi  affermo   a maggior  ragione la  validità di quant  p'recedente o sostenevo nel post precedente e quanto sostiene questo video qui 

 concludo  con   quantio inviatomi  su facebook  da Eraldo Capitini Tris

 Dove vai, rasentando i muri della città
sembri assorto in pensieri lontani,
forse stai ricordando la tua gioventù,
i tuoi vent'anni,
anche allora rasentavi i muri imbracciando un fucile,
qualcuno vestito di nero voleva impedirti di realizzare i tuoi sogni.
Qualcuno voleva impedirti
che altri uomini, altre donne, altri bambini
vivessero in un mondo diverso
fatto di lavoro, di benessere, di felicità
non so se oggi si possa dire
che tutto si sia realizzato..
ma i sogni restano
e quelli nessuno potrà toglierteli
vecchio partigiano.

Un abbraccio Resistenziali a tutti voi e l'invito fervido a partecipare e tenere alta la guardia a fronte del riemergere cupo e coperto da un regime consenziente,di un fascismo che lorda questo paese con provocazioni continue......facciamo tutti in modo che,,,,ANCORA FISCHIA IL VENTO... e portiamo ogni giorno tutt'attorno a noi un valore che vorrebbero cancellare,vergognosi servi di una storia che ...li cancellera' e diamo tutti insieme un contributo affinche' avvenga presto...Buon 25 Aprile e grazie per tutto
 buon  25 aprile  a tutti\e

23.4.11

Non c’è aiuto che non venga dalle radici. E le mie, dove sono? di daniela zini

da Daniela  Zini amica di facebook

Vi sono particolari momenti, misteriosamente privilegiati, in cui taluni Paesi ci rivelano, con un’intuizione subitanea, la loro anima, in qualche modo la loro essenza precipua, in cui ne cogliamo una visione esatta, unica, che mesi e mesi di studio paziente non potrebbero ...rendere più completa né diversa. Tuttavia in questi momenti furtivi ci sfuggono necessariamente dei dettagli, vediamo solo l’insieme delle cose.
Particolare stato d’animo o aspetto speciale dei luoghi, colto al volo e sempre in modo inconscio?
Non lo so…
Amo l’Iran di un amore oscuro, misterioso, profondo, inspiegabile, ma reale e indistruttibile.
Dovrei, invece, trovare la forza di sottrarmi a questa malia… ma dove trovare il coraggio di reagire?
È un sentimento particolare: mi sembra di costeggiare un abisso, un mistero di cui non è stata ancora svelata l’ultima… anzi la prima parola e che racchiuda tutto il senso della mia vita.
Finché non conoscerò la chiave di questo enigma, non saprò chi sono, né la ragione e lo scopo della mia sorte davvero straordinaria.
Mi sembra, tuttavia, di non essere destinata a scomparire senza avere avuto la rivelazione di tutto il profondo mistero che ha circondato la mia vita, dai primi giorni a oggi.
Follia diranno gli increduli.
Viviamo in un grande mistero e ci sentiamo sfiorare dalla possente ala dell’Ignoto, in mezzo a eventi davvero miracolosi che ci proteggono a ogni passo. La percezione degli abissi che la vita racchiude e che i tre quarti degli uomini ignorano, anzi neppure sospettano, non può essere considerata follia come non può esserlo il disinteresse di chi è nato cieco alla bellezza di un tramonto o di una notte stellata.
Impressione strana qui, dove il sole è sempre sfavillante, instancabilmente splendido!
Le ore scorrono monotone, con la dolcezza e la calma di un fiume in pianura, dove niente si riflette se non nuvole di colori che passano oggi e torneranno domani, sempre sorprendenti. A poco a poco sento dentro di me svanire rimpianti e desideri. Lascio che la mente vaghi e la volontà si assopisca. Pericoloso e delizioso torpore, che porta insensibilmente, ma sicuramente, alle soglie del nulla.
Questi giorni, queste ore, in cui non è successo nulla, in cui non ho fatto nulla, in cui non ho neppure tentato di fare uno sforzo, in cui non ho sofferto e ho pensato poco, bisogna cancellarli dall’esistenza e deplorarne il vuoto?
Dopo l’inevitabile risveglio, non dovrò, invece, rimpiangerli, come i migliori, forse, di tutta la vita?
Non lo so…
Io, che, sogno di viaggi sempre più lontani, che ho la smania di agire, sono giunta al punto di desiderare, senza confessarmelo francamente, che l’ebbrezza dell’ora e la sonnolenza presente, possano durare se non per sempre, almeno per molto tempo ancora.
Eppure so che la febbre di viaggiare mi riassalirà, che me ne andrò; sì, so di essere ancora molto lontana dalla saggezza degli anacoreti musulmani.
Non è la voce della saggezza che parla in me, che mi rende inquieta e domani mi spingerà ancora sulle strade della vita: è la mia irrequietezza, che trova la terra stretta e non ha saputo trovare in se stessa il proprio universo.
Ciò che tanti sognatori hanno cercato, l’hanno trovato nelle anime semplici.
Mi sentirò sempre attratta dalle anime che soffrono di quella nobile e feconda sofferenza che è l’insoddisfazione di se stessi, la sete di Ideali. Non sarà mai ad attrarmi, la serenità dello scopo raggiunto: considero esseri veramente superiori, nel mondo di oggi, coloro che soffrono del male sublime di dare perpetuamente alla luce un io migliore.
Al di là della scienza e del progresso dei secoli, sotto il sipario sollevato dell’avvenire, vedo passare l’uomo futuro… e comprendo come si possa finire nella pace e nel silenzio, finire in estasi, senza rimpianti e senza desideri, davanti a splendidi orizzonti.
È primavera e, sotto un’apparenza di languore e di commossa fine di tutto, la vita cova, violenta, piena di amore e di ardore; la linfa possente sale dalle viscere misteriose della terra, per sbocciare in un’ebbrezza di risveglio.




اسير


ترا می خواهم و دانم كه هرگز
به كام دل در آغوشت نگيرم
توئی آن آسمان صاف و روشن
من اين كنج قفس، مرغی اسيرم

ز پشت ميله های سرد و تيره
نگاه حسرتم حيران برويت
در اين فكرم كه دستی پيش آيد
و من ناگه گشايم پر بسويت

در اين فكرم كه در يك لحظه غفلت
از اين زندان خامش پر بگيرم
به چشم مرد زندانبان بخندم
كنارت زندگی از سر بگيرم

در اين فكرم من و دانم كه هرگز
مرا يارای رفتن زين قفس نيست
اگر هم مرد زندانبان بخواهد
دگر از بهر پروازم نفس نيست

ز پشت ميله ها، هر صبح روشن
نگاه كودكی خندد برويم
چو من سر می كنم آواز شادی
لبش با بوسه می آيد بسويم

اگر ای آسمان خواهم كه يكروز
از اين زندان خامش پر بگيرم
به چشم كودك گريان چه گويم
ز من بگذر، كه من مرغی اسيرم

من آن شمعم كه با سوز دل خويش
فروزان می كنم ويرانه ای را
اگر خواهم كه خاموشی گزينم
پريشان می كنم كاشانه ای را


Prigioniera


Ti desidero, ma so che mai
Ti terrò tra le mie braccia, come anela il mio cuore.
Tu sei quel cielo limpido e luminoso,
Io, in questo angolo della gabbia, sono un uccello in cattività.

Da dietro le sbarre fredde e buie,
Lo sguardo triste, stupito, volto a te,
Penso che una mano verrà
E, improvvisamente, aprirò le mie ali verso di te.

Penso che, in un momento di disattenzione,
Da questa muta prigione spiccherò il volo,
Aggirerò lo sguardo del mio carceriere
E ricomincerò la mia vita accanto a te.

Penso, ma so che mai
Avrò la forza di lasciare questa gabbia;
Seppure il mio carceriere non si opponesse,
Non vi sarebbe più animo di partire.

Da dietro le sbarre, ogni radioso mattino,
Gli occhi di un bambino mi sorridono;
Quando intono una canzone gaia,
Le sue labbra per un bacio si tendono verso di me.

O cielo, se, un giorno, volessi
Da questa muta prigione spiccare il volo,
Che direi agli occhi in lacrime del bambino:
Perdonami, io sono un uccello in cattività.

Io sono quella candela che, con il dolore del proprio cuore,
Illumina una rovina;
Se decidessi di spegnerla,
Distruggerei un nido.


Traduzione dal persiano di Daniela Zini
Copyright © 2011 ADZ

22.4.11

25 aprile che c’è da riconciliare ?

Proprio in questo periodo  si legge  di riconciliazione e di memoria collettiva  su  tali eventi  ( http://davidebuldrini.wordpress.com/2011/04/21/montesole/ ) che hanno portato alla costituzione e  alla nascita  della nostra repubblica  e alla cacciata   fascismo .Ora mi chiedo   come
 
 metro news  del 22\4\2011con chi  e per  cosa  ci si deve riconciliare  ? Sull'amnistia  vorrei aggiungere  uloteriori news  . Essa poi  fu estesa ( anche  successivamente   con i provvedimenti  del 7 febbraio 1948 il governo varò un decreto, proposto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Andreotti, con cui si estinguevano i giudizi ancora pendenti dopo l'amnistia del 1946., del 18 settembre 1953 il governo Pella , sempre DC, approvò l'indulto e l'amnistia proposti dal guardasigilli Antonio Azara per i tutti i reati politici commessi entro il 18 giugno 1948. Furono compresi in questa seconda amnistia i reati commessi nel secondo dopoguerra italiano, arrivando a oltre tre anni dalla fine della guerra ) grazie  alla politica  della Dc e del Pci  che oltre  a voler  creare  un clima di pacificazione ,volevano accaparrarsi i voti  degli ex repubblichini ( cioè appartenenti  alla  Repubblica  Sociale  Italiana  appendice  del fascismo dopo l’8 settembre  del 1943  )   al referendum  repubblica  \ monarchia  che  si sarebbe  tenuto da li a a due  anni  sia  ai torturatori di via  Tasso ( Roma  ) e ai torturatori  della http://it.wikipedia.org/wiki/Banda_Koch ( Roma e  Milano  )  solo per  citare  i  più noti  ., sia a chi a  guerra finita approfittò  del clima di confusone   per  vendette private  o  rifarsi  dei torti  e delle violenze  subite dagli squadristi  o  gerarchi \ sgherri della passata dittatura il cosiddetto   Triangolo della morte  ( è il nome dato ad una zona dell'Emilia nella quale avvennero omicidi a sfondo politico perpetrati da gruppi armati comunisti dopo la seconda guerra mondiale  )    Infatti  è per questo  che : 1) nonostante la norma transitoria  n°XII della costituzione  : << E’ vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. In deroga all'articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dall'entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista.>> ribadita poi da previsto dalla legge 20 giugno 1952, n. 645 (contenente "Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione"), anche detta Legge Scelba, in vi  si aggiunge il L'apologia del fascismo , il 26 dicembre 1946 da reduci della Repubblica Sociale Italiana (come Giorgio Almirante, Pino Romualdi, Rutilio Sermonti e Manlio Sargenti) ed ex esponenti del regime fascista (come Arturo Michelini e Biagio Pace). Viene  fondato Il Msi ( Movimento Sociale  , poi An e ora Fli ) Il simbolo del partito fu scelto nel 1947: la "fiamma tricolore", emblema degli "arditi" della prima guerra mondiale. 2) molti crimini  “  rossi “e non solo furono amnistiati  e  molti  ebbero pene ridotte  , o non s’arrivò all’incriminazione  . 3)m che partiti  xenofobi  come la Lega , La destra  di Storace  , persone come la  Santnchè ., Forza Nuova  e  Casa Pound  , possono  parlare. Quindi  finiamola  con discorsi  di conciliazione  \  memoria    e  guardiamo avanti senza   scordare  il passato  e combattiamo culturalmente  ogni suo regurgito  presente in tali  gruppi  . Buon 25 aprile  a  tutti\e

21.4.11

povera italia che sorte ti è toccata dopo I savoia , Il fascismo , La dc \ Usa , il Caf , gli inetti dell'opposizione, Berlusconi

l Paese è paralizzato dallo scontro fra politica e giustizia. Dopo aver incassato il voto favorevole alla Camera, la maggioranza lavora a una modifica alla legge sul conflitto di attribuzione che avrebbe l’effetto di bloccare il processo Ruby.Intanto Silvio Berlusconi evoca il “brigatismo giudiziario” e accusa il Presidente della Camera Gianfranco Fini di un patto scellerato con la magistratura. Subito dopo a Milano compaiono i manifesti “Fuori le BR dalla Procure”. “Siamo al limite dell’esasperazione. Nello scontro politico c’è il rischio di degenerazioni” dice il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.Asor rosa che come pazio en invita ad un golpe pur di liberarsi del tiranno . Cosa dobbiamo aspettarci? un 25 luglio o un piazzale loreto? o rafforzamento golpe trucco del risultato elettorale mai prossime  elezioni   da berlusconi ?

Il Re muto

Quand'ero bambina, e ascoltavo il racconto biblico della Pasqua ebraica (quest'anno festeggiata poco prima di quella cristiana, il 19 aprile), ricordo che i miei occhi si riempivano d'emozione. Tifavo per i "nostri eroi": il popolo d'Israele perseguitato in Egitto che, presto, sarebbe stato riscattato dalla mano potente del suo Signore. C'era quel particolare degli agnelli sgozzati,



A lato: l'interno della sinagoga di Trieste, sede di una delle più importanti comunità israelitiche in Italia.

Questo Re, lo vedevo avvolto nella nube. Aveva vaghi ma classici connotati: anziano, con la lunga barba fluente. Lo stesso che poi reincontravo nella cappellina barocca del collegio dove studiavo: in mezzo all'altare riccamente adornato trionfava un Cristo sanguinante, morto; ma con le dita spalancate a "V", nel segno della vittoria. Era un'estasi, già lo presentivo in seguito, trionfante sull'arcobaleno. Il Re e l'uomo di Nazareth erano consustanziali e intercambiabili. Invincibili, certo, ma accompagnati da un lungo strascico di dolore, entrambi. Il Re aveva scelto un popolo disprezzato, il Nazareno ne faceva addirittura parte ed era segnato da una storia atroce.Oggi certa teologia cattolica tende a rimarcare le differenze, un tempo persino le contrapposizioni, tra quell'antico Re e l'emblema misericordioso di Gesù. Ma ai miei occhi, in virtù di quanto esposto poc'anzi, non poteva essere così. Mi sono sempre sentita più gesuana che cristiana. Senza, peraltro, che una cosa escludesse l'altra. L'umanità di Gesù era quella di un uomo ebreo vissuto duemila anni fa. Compenetrato della sua cultura e così riccamente variegato e culturale da trascenderne. Il Gesù della cappellina barocca appariva come un martoriato e il volto trasudava espressività. Ma i muscoli erano tesi, forti, il corpo ancor vigoroso, giovane. Lo sguardo chiuso, il volto bello e gravato da una corona di spine che risultava pesante, pregna di tutto il male dell'universo. Taceva, ma il suo sangue stillante e vermiglio urlava.Il Gesù deposto di Lorenzo Lotto ( sotto a destra), che avrei ammirato molti anni più tardi, era invece un Messia muto. Un corpo ormai slogato, inerme, stremato ed estenuato.Un'altra faccia dell'umanità. La perdita, la sconfitta. Gli astanti si domandano, anch'essi muti, il perché di tanto strazio. E non trovano alcuna risposta. E' il quadro del nulla.La Madonna è un'icona araba completamente velata, perché esiste un pudore nella sofferenza troppo gridata, incomprensibile. Persino il viso dell'angelo è interrogativo, quasi a domandare il senso di tutto questo.
La Madonna è un'icona araba completamente velata, perché esiste un pudore nella sofferenza troppo gridata, incomprensibile. Persino il viso dell'angelo è interrogativo, quasi a domandare il senso di tutto questo.Da da bambina non incontravo difficoltà a coniugare il Gesù dei Vangeli al JHWH dell'Antico Testamento, ma della loro pronta risposta, del loro accorrere solerte e misericordioso mai avrei dubitato; in seguito dovetti sperimentare, al contrario, quel mutismo, quell'ostinazione abissale nel buio, nella dissoluzione, nel grigio bituminoso dei nostri inferni quotidiani. Era, è per noi, in tutto il viaggio terreno, il tempo della deposizione, il tempo sospeso.Oggi i nuovi deposti sono i testimoni di pace anonimi o dimenticati. Hanno il volto di Shahbaz Bhatti, Ministro pachistano per le minoranze, difensore di Asia Bibi e di molti altri perseguitati, di ogni religione e cultura, del suo Paese; o quello di Bruno Hussar, fondatore di Nevé Shalom, il primo kibbutz israelo-palestinese all'interno del quale si trova la Casa del Silenzio, edificio sgombro e circolare, privo di immagini sacre, enigmatico e definitivo, dove ognuno può riunirsi per pregare il proprio Re, Cristo, Allah o semplicemente ritrovare un amico, fare un vuoto, riappropriarsi della propria essenza profonda. I deposti, poi, sono tutti quegli occhi fermi e senza nome, o quelle storie comuni e spezzate, come i migranti annullati dal mare, o donne sgozzate e martoriate (ad Ascoli Piceno, la ventinovenne Carmela Rea è stata accoltellata e la sua schiena incisa con una svastica), o tutti i... fame e sete di giustizia .Io non so cosa avvenga "dopo". Forse, adesso, mi rassicura di più pensare che anche quel mutismo ostinato in fondo era scritto e contemplato. "Non lasciare fuori niente della creazione", probabilmente significa questo. Ma mi piace pensare che, alla fine, in un pertugio lontano e sfolgorante, torni quel Re, meno ingenuo e più creaturale, innocente per aver provato il male, quindi riedificato. E non inesperto, dopo aver veduto.

Mi chiameranno sovversivo.
E io dirò loro: lo sono.
Per il mio popolo in lotta, vivo.
Con il mio popolo in marcia, vado.
                                                 Ho fede di guerrigliero 
                                 ed amore di rivoluzione.E tra Vangelo e canzone

soffro e dico quello che voglio

.

Se scandalizzo, in primo luogo

bruciai il mio cuore

al fuoco di questa Passione,

croce del Suo stesso Legno.
Incito alla sovversione

contro il Potere ed il Denaro.

Voglio sovvertire la Leggeche perverte il Popolo in gregge

ed il Governo in macellaio.

(Il mio pastore si fece Agnello,

Servitore si fece il mio Re).
Credo nell’Internazionale

delle fronti alzate,

della voce di uguale ad uguale

e le mani allacciate…
E chiamo l’Ordine del male,

ed il Progresso di bugia.

Ho meno Pace che ira.

Ho più amore che pace.
Credo nella falce ed il fascio

di queste spighe cadute:

una Morte e tante vite!

Credo in questa falce che avanza

- sotto questo sole senza travestimento

e nella comune Speranza -

tanto incurvata e tenace!
(P. Casaldàliga)

quando la provocazione diventa cinismo Thyssen Krupp: il rogo diventa un gioco su Facebook

La realtà a volte supera i film dell'orrore e la più cupa fantasia. In realtà si potrebbe dire che la mamma dei cretini è sempre in cinta.Ma due parole sono poche  e  una  è troppo.L'unica cosa che mi sento di dire è che l'imbecillità non ha confini . Non dico altro per non abbassarmi al loro livello . Scometto che sei i loro cari fossero morti cosi la finirebbe con tale cinismo . Anche se fosse vero , cosa che non credo assolutamente e mi rifiuto di credere , un po' di rispetto per morti porca troia
Thyssen Krupp: il rogo diventa un gioco su Facebook Il rogo della fabbrica Thyssen Krupp è diventato un terribile gioco su Facebook dal nome 'Sentenza Thyssenkrupp: Brucia e Vinci 1.000.000 di euro': una pagina con l'immagine di un Gratta & Vinci che ironizza sulla morte degli operai. Il link al gruppo era questo: http://www.facebook.com/group.php?gid=120219694698326 ora senza  amministratore  , perchè la  fantomatica  proprietaria prima lancia il sasso , poi quando la polstale la rintraccia  non ha  la coerenza  di prendersi le sue responsabilità
Antonio Boccuzzi, attuale deputato Pd e sopravvissuto alla strage della Thyssen,ha denunciato la pagina alla polizia postale chiedendone la chiusura e l'ha ottenuta. La pagina faceva riferimento alla sentenza della Thyssen che ha provocato non poche reazioni.
Pubblicato sotto la categoria svago la pagina faceva riferimento alle ultime vicende con le foto degli operai: il messaggio 'ironico' lasciato passare è che si può vincere fino a 1 milione di euro se si muore sul lavoro. La pagina contava circa 300 sostenitori che commentavano in maniera negativa la sentenza dei giudici che non avrebbero considerato le responsabilità dei lavoratori.
Frasi e commenti vergognosi che hanno scatenato il disgusto dei familiari dei 7 operai morti nel rogo della Thyssen. Non è il primo caso di stupidità attraverso i social network e non sarà l'ultimo però sicuramente si tratta di un cattivissimo esempio anche per i più giovani.

20.4.11

Altri mondi

Non c'è il mare. E' solo il cielo dietro le onde.




(Pronunciata da una bambina di cinque anni, in treno verso la Riviera)

I nuovi Mille, il clown che cura i malati. Il Patch Adams barese

NUOVI MILLE
La stroria  Francesco Di Gennaro, infermiere specializzato al reparto ortopedico del Policlinico di Bari, ha un metodo di lavoro particolare: la «terapia del sorriso». di All'elenco dei nuovi mille (  trovate negli url sotto )   cioè tutti\e quegli italiani  che  fano l'italia  nella famiglia, nell'impresa, nella ricerca, nella scuola, nella difesa del patrimonio storico, nelle nuove tecnologie, nello sport, nella produzione di cultura e di memoria.Noti al grande pubblico quando succede  qualcosa  di grave , ma  per  il resto  sconosciuti  perchè fuori dai media  ufficiali e  di  stato  , e  che  vanno   contro vento   o per  dirla alla De  andrè  in direzione  ostinata  e  contraria  .


E devono combattere con uno Stato che non funziona o contro la criminalità organizzata  che    si sta  facendo sempre  più stato  . Ma sono storie di successo, anche quando si tratta di battaglie ancora non vinte come quella dela privatizzazione dell'acqua  (  uno dei quesiti del referendum ,che  il centro destra  vuole  boicottare ,di domenica 12 e lunedì 13 giugno ).
di gennaro milleEcco  la  storia  di cui parlavo  tratta  dall'unità online  del 17\4\2011

Madre Natura mi ha dato lo spirito. In 29 anni di professione non sono riuscito a trattenere le battute». Tranquilli: non è Berlusconi. Francesco Di Gennaro, infermiere specializzato al reparto ortopedico del Policlinico di Bari, ha un metodo di lavoro particolare: la «terapia del sorriso». La pratica dal 1982, giovanissimo tirocinante, incurante già allora delle ironie: «Vorrei consigliarla ai colleghi di tutta Italia. È una sinergia tra professionalità e divertimento per offrire una degenza serena». Negli anni, “Frank” si è fatto un nome: lo chiamano il Patch Adams barese. E gli piace fino a un certo punto: «Anche lui era un medico che si metteva il naso finto. Io non sono un clown né un volontario. Semplicemente, ritengo che distrarre un paziente con un aneddoto, riuscire a farlo ridere mentre faccio un prelievo di sangue o attacco una flebo facilita il mio lavoro e rilassa le persone che, in un ambiente medico asettico se non ostile, si sentono sempre spaesati». Baffoni d’antan alla Tom Selleck, faccione rubicondo, camice bianco e - spesso - parrucca bionda. Di Gennaro, 53 anni, è consapevole che il suo approccio poco ortodosso alla medicina non è universalmente apprezzato: «Ostacoli ne ho incontrati molti. E non sono finiti. Non tutti i medici o i direttori generali degli ospedali apprezzano. La mia ricompensa è l’abbraccio dei pazienti. Faccio ridere le ragazze paurose come l’anziano con il femore rotto. Si potrebbe credere che l’obiettivo della clown therapy siano solo i bambini, ma non è così. Per me tutti i pazienti sono di serie A e gli dedico uguale attenzione: malati cronici, adolescenti in difficoltà, lungodegenti. È ovvio che le modalità sono diverse. Per i più piccoli indosso maschere e occhialoni, con gli adulti devo modulare barzellette e storielle». Poco sofisticate: a due ragazze, una che accompagna l’altra a ricoverarsi: «Siete amiche del cuore? Ah no, qui è riservato alle amiche del fegato». Di Gennaro ride: «Mica devo intrattenere dei laureandi. Il punto è far passare la paura. Andando al punto..». A volte, con gag parecchio piccanti: «Sì, sono stato criticato per scenette e battute ammiccanti. La verità è che questi argomenti provocano risate liberatorie. Il paziente sublima ansia e paura in un sollievo quasi isterico. E poi è tranquillo. Mi creda: è un metodo a prova di bomba». Trent’anni di risate in corsia sono finiti in un diario: «Infermiere di professione, comico per vocazione», pubblicato da Albatros. Per presentarlo in giro per l’Italia usa le ferie, viaggia a spese sue e bussa alle redazioni dei giornali: «Aiutatemi a far capire che, oltre al corpo, anche l’anima necessita di cure mediche. Basta poco».
  Approfondimento


L'elenco 

LE INTERVISTE


- Nicoletta Landsberger: la scintilla
della ricerca contro la sindrome di Rett
di Mariagrazia Gerina

- Mauro Raffaeli, psichiatra:
«Il pallone rende uguali»

di Massimo Franchi

- Alex Zanardi: «Il bello
della vita è fare cose giuste»
di Marcella Ciarnelli

- Rosaria Capacchione: «Rifiuti
in Campania, una storia da scrivere»
di Jolanda Bufalini

- Lorenzo Romito di "Stalker":
«
Andare a piedi per rompere i pregiudizi
»
di Federica Fantozzi

- Caterina e il suo taxi colorato:
«Non aver paura del dolore»
di Maria Vittoria Giannotti

- Nicola Greco, 17enne "Linux Addict":
«Mazzini era un europeo vero prima di internet»
di Giuseppe Rizzo

- Elena Vellusi: «Lotto contro discariche
e materiali tossici in Campania»

di Stefania Scateni

- Rosalia Angotti: «Dalla Sicilia
a Kairouan per salvare la città santa tunisina»
di Federica Fantozzi

- Giuseppe Cappello, il prof
e i ragazzi dell'ultimo banco

- Aristide Romani, "babbo"
del laboratorio di pace Baobab
di Ella Baffoni

- Gabriella De Lucia, astrofisica: «Studio
le galassie, affronto i problemi della ricerca»
di Marcella Ciarnelli

- Giuseppe Basile: «Il restauro è cosa pubblica
ma nel centro dell'Aquila non si restaura per speculare»
di Stefano Miliani

- Chiara Capri, fondatrice di Antipizzo:
«Un'associazione contro la mafia nata per un pub»
di Giuseppe Rizzo

- Edda Rossi, a 81 guida le scolaresche
nei luoghi della strage di Marzabotto
di Giuseppe Vespo

- Aldo Sottani: «Ciabattino con la passione della sinistra»
di Sonia Renzini

- Raffaele Colapietra: «Solo il risveglio
dello spirito civico resusciterà l'Aquila»
di Jolanda Bufalini

- Caterina Nitto: «Difendo le balene, simbolo
di un mondo che non ci appartiene»
di Federica Fantozzi

- Tommaso Empler: «Il design universale
che abbatte le barriere architettoniche»

di Jolanda Bufalini

- Alessandra Clemente: «Contro la camorra,
che uccise mia madre affacciata al balcone»
di Massimiliano Amato

- Rachid Berradi: «Corro per l'Italia
e con i ragazzi dello Zen di Palermo»
di Massimo Franchi

- Mondopane, con l'Africa nel Veneto leghista
di Irene Barichello

- Francesca Varotto, che ha fatto scoprire Stieg Larsson
di Federica Fantozzi

- Alessandro La Grassa: in marcia per l'acqua come fece Danilo Dolci
di Jolanda Bufalini

-Cinzia Angiolini: «In Lunigiana mi batto per gli agnelli»
di Jolanda Bufalini


-Marina Galati e un progetto di riscatto sociale
di Jolanda Bufalini


-Munir che corre sulla bicicletta verso la Tunisia
di Andrea Satta
-Di Gennaro, l'infermiere clown che cura i malati
di Federica Fantozzi


19.4.11

morte di Dezaki regista di lady oscar è non solo

 è morto una parte della mia infanzia
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TOKYO - Lutto nel mondo dell'animazione giapponese: è morto, infatti, il maestro Osamu Dezaki. Nella sua lunghissima carriera, Dezaki ha diretto numerose serie, ma il suo nome rimarrà per sempre legato a tre cartoni animati: "Remì", "Lady Oscar"e "Lupin III".
Remì - Il cartone animato "Remì" è ispirato al romanzo "Senza Famiglia" di Hector Malot. Dezaki iniziò a lavorarci a partire dal 1977 portandolo ad un successo planetario.
Lady Oscar - Due anni dopo, nel 1979, Dezaki fu invece chiamato a risollevare le sorti di un prodotto che, dopo soli 19 episodi, sembrava in forte crisi: "Lady Oscar". Il miracolo, se così vogliamo chiamarlo, si realizzò ed è grazie al genio di Dezaki se "Lady Oscar" è potuto diventare uno dei cartoni animati più seguiti ed apprezzati degli anni '80.
Lupin III - Dopo una parentesi negli Stati Uniti in cui insegna i propri trucchi alla Fox, Dezaki torna in Giappone per dirigere gli episodi di "Lupin II

18.4.11

preferisco essere ferito dalla verità che essere illuso dall'ipocrisia dedicato a www.lucyvansaint.com

«Preferirei predire in piena libertà, indagando sulla natura, ciò che sarà utile a tutti, anche se nessuno dovesse capirmi piuttosto che, adagiato sui pregiudizi, godermi la lode che mi potrebbero tributare le folle.» Epicuro

dedicato a te www.lucyvansaint.com

Il sopravvissuto di Nassirya: «Tradito dall'Esercito, vado via» Il caporalmaggiore Federico Boi

Unione sarda  16\4\2011

Vive a Senorbì, frazione di Arixi, presta servizio a Cagliari e ha partecipato alle missioni in Kosovo, Iraq e Afghanistanl caporalmaggiore Federico Boi congedato per ragioni fisiche: sono contento di non aver più rapporti con certe persone

Sabato 16 aprile 2011
DAL NOSTRO INVIATO
PAOLO PAOLINI

ARIXI La strage di Nassirya è un angolo buio tra i pensieri di Federico Boi. 

Il caporalmaggiore sopravvissuto al tritolo che ha fatto a pezzi diciannove compagni d'armi è diventato suo malgrado un santino da esibire nella festa delle Forze armate o negli studi tv. «Ora basta, vado via dalla Brigata Sassari». Congedato per ragioni fisiche, finalmente. «Dopo l'attentato la mia vita in divisa era diventata terribile, l'Esercito dava l'impressione di avercela con me. Detto con onestà: sono contento di non avere più a che fare con certe persone».
Dall'Iraq all'Afghanistan e nell'inferno kosovaro, non s'è mai tirato indietro. Sul corpo e nell'anima le cicatrici delle guerre che una bugia consolidata ha nobilitato al rango di missioni di pace. «Hanno chiuso tutte le porte, una dietro l'altra. Niente più trasferte per me perché la psicologa - anche se non ho mai avuto il piacere di incontrarla - era contraria. Partecipavo all'addestramento, ma al momento della partenza me lo impedivano. Mi hanno lasciato indifeso: davanti agli attacchi dei giornalisti, dei registi, e di chi non aveva idea di cosa significasse la guerra. Non voglio la medaglia d'oro e non la chiederò mai. Per la Brigata Sassari ero un testimonial, riacquistavo un ruolo solo davanti alle telecamere: “Signore e signori, ecco uno dei sopravvissuti di Nassiriya”. Mi telefonavano dal Comando: “Domani devi essere a Roma”, una volta lì mi spedivano in tivù”. A telecamere spente non valevo più nulla».
Specializzato nel calibrare i missili anti carrarmato, al rientro dall'Iraq ha chiesto e ottenuto una nuova qualifica: «Mi hanno inserito nel nucleo comando: furiere, autista e responsabile delle cucine da campo. Ero un vagabondo, senza destinazione. Ripetevano: “Non sappiamo come reagiresti con un'arma in mano”. Allora perché a Cagliari mi inserivate nei turni delle guardie armate?».
A Nassirya cosa non ha funzionato?
«I grandi capi durante i processi hanno giurato che la protezione era sufficiente. Peccato che avessimo la base nel centro del paese, una scelta che non garantiva la sicurezza. Scarseggiavano anche le protezioni legali: non eravamo assicurati contro gli attentati terroristici».
Quindi?
«Dall'orecchio destro non sento quasi nulla, ho una bella cicatrice e la mano s'inceppa, schiena e gambe si rattrappiscono col freddo, mi sveglio di soprassalto mentre rivivo quei momenti. Robetta che mi è stata liquidata con ventiquattromila euro».
In quei giorni fradici di retorica vi chiamavano eroi.
«Non so dire quanto abbiano gradito i colleghi morti. L'Esercito mi ha dato l'encomio solenne. Eroe non mi sento, non voglio esserlo e non lo auguro a nessuno. Quel maledetto giorno mi sono svegliato nell'ospedale da campo degli americani e nel braccio avevo il cartellino con scritto deceased , deceduto. Un cartoncino plastificato pungeva il braccio e mi ha svegliato: erano più spaventati i medici di me. In quattro si sono avventati con la mascherina dell'ossigeno e le flebo. I primi ufficiali italiani li ho visti dopo tante, troppe ore».
L'ultimo incarico?
«Mi hanno offerto - perché lo prevede la legge - un ruolo in ufficio, ma sarei dovuto restare a Cagliari, nella caserma Monfenera. Preferivo cambiare vita. Volevo il trasferimento. Quando ho capito che non sarebbe mai arrivato, ho fatto una scelta».
Ripagata con una ricca buonuscita?
«Un medico legale ha accertato il triplo dell'invalidità stabilita dai suoi colleghi militari. Oggi l'unico beneficio che mi dà la legge sono dieci anni di anzianità da sommare agli undici che ho maturato, così avrò forse qualche centinaio di euro di pensione».
L'hanno avvertita del rischio uranio impoverito?
«In undici anni di esercitazioni ho visto sparare solo proiettili depotenziati, però non posso essere certo di quello che utilizzavano in zone di guerra. La percentuale dei militari che si sono ammalati è bassissima, da ignorante potrei pensare che fossero geneticamente predisposti».
Anche nel poligono di Quirra?
«Ho letto che il procuratore di Lanusei sta chiedendo l'elenco delle armi utilizzate dagli aerei stranieri, e forse lì qualche sorpresa potrebbe esserci».
Perché si è arruolato?
«Sono figlio di militare e ho sempre avuto la passione per la divisa. Nel 2000 non c'era lavoro, dovevo fare il servizio di leva per centosettantamila lire al mese. Mi è piaciuto e ho deciso di restare, credo che questo lavoro mi abbia fatto crescere».
La prima ragione che spinge ad andare in guerra?
«Le missioni ti fanno guadagnare soldi e punteggio per ottenere un contratto a tempo indeterminato. Volevo costruirmi un futuro. In Kosovo siamo andati a sistemare un Paese che avevano rotto, tenendo separati i serbi dai kosovari. Dovevamo costruire scuole, portare l'acqua. In Iraq avevamo lo stesso spirito, ma la situazione era diversa».
Ma non era una missione di pace?
«Sì, puntini puntini».
La guerra contro Gheddafi è fatta per il petrolio?
«È un conflitto politico. Tutti dicono: siamo costretti a partecipare, ma poi sgomitano per essere in prima fila: chi primo arriva meglio alloggia ».
Rischi per la Sardegna?
«C'è sempre un margine di incertezza. Un missile lanciato dalla Libia può sempre sfuggire al controllo e finire, chessò, nel centro di Cagliari, magari al Poetto».
Crede nel mantra della destra americana, cioè esportare la democrazia armi in pugno?
«Gli arabi sono molto diversi da noi, non gli si può imporre la nostra logica a suon di bombe».
Quanto conta la politica nella carriera?
«Siamo pedine nelle loro mani, sono i politici a decidere linee e strategia».
Che lavoro farà?
«Mi butto in politica o faccio il giornalista, almeno potrò punzecchiare gli altri senza pagare pegno».
ppaolini@unionesarda.it

«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

  corriere  della sera   tramite  msn.it  \  bing    Rahma Nur insegna italiano, storia e inglese alla scuola elementare Fabrizio De André d...