e darà al mondo
la sognata trasfigurazione
dell'umanità finalmente cristiana
(Paolo VI, 25 dicembre 1975)
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
e darà al mondo
la sognata trasfigurazione
dell'umanità finalmente cristiana
(Paolo VI, 25 dicembre 1975)
«Sono responsabile dell’operazione dell’11 Settembre dalla A alla Zeta»: finalmente il cervello di Al Qaeda ha confessato.
Spontaneamente.
A Guantanamo.
In udienza a porte chiuse.
Davanti a giudici militari senza nome.
Senza difesa legale.
E attraverso un «rappresentante personale», qualunque cosa ciò voglia dire.
Khalid Sheikh Mohammed è dunque il numero uno di Al Qaeda?
O il «braccio destro» di bin Laden? O uno dei tantissimi «bracci destri»? Certo è che finalmente la complicata matassa è stata sciolta.
Il terrorista braccio destro o numero uno, un pakistano arrestato nel 2003, torturato (per sua denuncia poi ritrattata), è l’intero terrorismo islamico che gli Stati Uniti stavano cercando.
Non è solo uno, è tutto.
L'intero terrorismo mondiale in una sola persona.
Si è dichiarato colpevole dell’11 settembre.
Ma anche di aver organizzato il precedente attacco alle Twin Towers, quello del 1993.
E’ reo confesso dell’attentato alla discoteca di Bali.
Di aver cercato di far esplodere in volo due aerei tramite terroristi suicidi con scarpe esplosive.
Ha provato a far saltare l’Empire State Building, la Sears Tower di Chicago, la Library Tower in California, e Wall Streeet.
Ha ammesso di aver ammazzato il giornalista Daniel Pearl.
Di essere stato il comandante operativo militare, ma anche il responsabile - media (sic) di Al Zarkawi.
E’ stato il direttore della «Casa dei martiri» nella provincia di Kandahar, dove ha addestrato tutti i 19 dirottatori dell’11 settembre.
E’ il responsabile della pianificazione e del finanziamento di operazioni (mai avvenute) per bloccare lo stretto di Ormuz, il porto di Singapore e lo stretto di Gibilterra facendovi saltare e affondare petroliere o navi d’altro tipo.
E non si dimentichi che ha pianificato lo stesso attentato per il canale di Panama.
Ha architettato anche la distruzione dei ponti sospesi di New York, e i piani per uccidere vari presidenti USA, fra cui Carter.
Nel frattempo, ha pianificato anche la distruzione, a Londra, del Big Ben, dell’aeroporto di Heathrow, del quartiere Canary Warf.
Ha programmato di colpire la città israeliana di Eilat con aerei decollati dall’Arabia Saudita.
Nei ritagli di tempo, ha progettato attentati alle ambasciate americane in Giappone, Australia e Indonesia.
Senza tralasciare, en passant, di uccidere due soldati americani in Kuweit.
Ha diretto lui tutte le operazioni relative alla produzione di armi chimiche e batterioligche, compreso l’antrace comprovatamente uscito dal laboratorio USA di Fort Detrick.
E’ stato lui a mettere a segno l’attentato dell’Hotel di Mombasa.
E’ stato lui, ancora e sempre lui, a dirigere il lancio di un missile russo SA-7 contro un aereo El-Al in decollo da Mombasa.
Ha guidato la sorveglianza attorno a varie centrali aromiche americane, che intendeva far saltare.
Ha finanziato attentati anti-americani, anti-inglesi ed anti-ebraici in Turchia.
E’ lui il supervisore di operazioni intese a colpire le centrali NATO in Europa.
Si è dichiarato responsabile del tentativo di distruggere una «impresa petrolifera di proprietà dell’ebreo ex segretario di Stato Henry Kissinger nell’isola di Sumatra».
Si è confessato non autore unico, ma co-operatore, di un tentativo di ammazzare Giovanni Paolo II durante il viaggio alle Filippine, e Musharraf .
Non c’è notizia più bella.
Tutti i dubbi, gli interrogativi e le contraddizioni riguardanti gli attentati «islamici» e le ambiguità di personaggi forse inventati come Al-Zarkawi sono risolti: è stato lui, Sheik Mohammed.
E lo ha fatto spontaneamente.
Quindi, non c’è dubbio.
L’intera questione del terrorismo islamico è stata risolta: essendo in galera a Guantanamo questo cervello unico di tutte le malefatte e i delitti avvenuti e non avvenuti nel mondo, non esiste più alcun terrorismo islamico.
Faceva tutto lui, Mohammed, questo stakanovista del terrore.
Non è più necessario cercare bin Laden, che a questo punto si riduce a livello di numero 6 o 7: abbiamo nelle mani il vero numero uno, Mohammed il pakistano.
Dunque, a che pro restare ad occupare l’Iraq e l’Afghanistan?
La guerra globale contro il terrorismo è vinta.
Bush può dire, finalmente, «Mission accomplished».
E’ finita, si torna a casa.
E’ strano che questo personaggio fosse in galera dal 2003, e tuttavia Al Qaeda - della cui esistenza giura l’indubitabile Magdi Allam, e il cui organigramma ci è stato tanto spesso riferito minutamente da Guido Olimpio su indicazioni del Mossad - potesse in qualche modo operare.
Come faceva, senza Mohammed il pakistano, a cavare un ragno dal buco?
Da dove venivano i video di Al-Zarkawi, visto che l’uomo che ne curava non solo l’organizzazione bellica, ma anche l’immagine mediatica, era detenuto?
E da dove vengono i video Made in USA degli altri bracci destri e numeri-due che ci vengono ammanniti via Al Jazerra?
Strano anche il fatto che Mohammed non si sia dichiarato colpevole degli attentati di Londra e di Madrid.
Era in galera, ma che vuol dire?
Un uomo di tali capacità, con il dono dell’ubiquità e della bilocazione, può benissimo aver addestrato i terroristi di Londra e Madrid per via telepatica.
E la sua partecipazione all’assassinio di Hariri e al programma nucleare iraniano, perché ne tace?
Forse gli specialisti di «interrogatori» a Guantanamo, nell’entusiasmo, hanno dimenticato di fargli domande precise.
Di stringergli i pollici nelle tenaglie.
Hanno pasticciato con troppa fretta nel «waterboarding», il soffocamento con acqua.
E così restiamo a corto di informazioni della massima importanza: Mohamed ha allestito Auschwitz? E’ un negazionista? Ha portato lui al potere Ahmadinejad, il nuovo Hitler?
Ha finanziato Hamas? Ha ammazzato lui Calipari? E’ lui la vera causa dell’effetto serra?
Dello scongelamento dell’Artide? Dello tsunami? Non sapremo mai la verità completa, senza un altro giro di tenaglie.
Ho al dito un anello, nel cuore un messaggio,
un dolce sorriso, un infinito abbraccio,
una speranza, negli occhi di mare,
una vita da vivere e da amare…
che sia qualcosa di leggero,
che vola come un pensiero,
questo nostro calmo amore,
che non arriva con le onde del mare…
senza perdere un minuto,
vivendo tutto con la dolcezza di un istante,
senza perdere il controllo,
amando, volendo, cercando,
stare insieme nell’abbraccio della luna,
mistica come una runa,
leggo il tuo sorriso nei silenzi,
e nel mio letto sogno te, amore mio.
assimo Franco Unione, caduto l'«alibi Ruini» La sfida ora viene dal Pontefice Ma il rapporto Stato-Chiesa resta irrisolto nei due schieramenti |
Una volta divisi
Non c'è più niente da perdere
Alcune parole una volta pronunciate
Non possono essere rimangiate
Cammina da solo
Con pensieri che non riesce scacciare
Il futuro è lì davanti
Ma affonda stanco nel passato
È stato un colpo di fulmine
Maledetto il giorno in cui si è lasciato andare
[Ritornello]
Nullità [x2]
Non è forse così?
Nullità
Una volta lei credeva
A qualsiasi cosa lui le raccontasse
Poi un giorno si fece forza
E il suo atteggiamento cambiò
Sguardi vuoti
Tra i due angoli di quella cella comune
Soltanto uno scappa
L'altro rimane nel pozzo
Ma colui che dimentica
Sarà destinato a ricordare
[Ritornello]
Oh, lei non lo vuole
Oh, lei non lo sosterrà più
Dopo che lui è volato via
Oh, verso il sole
Ah, verso il sole
Brucia
[Ritornello linee 1-3 x2]
Avresti potuto essere qualcuno
Nullità
dallla nuova sardegna www.lanuovasardegna.it del 14\3\2007
In preparazione della giornata del 21 Marzo, l'incontro con Ablack Torrick del 10 Marzo scorso ha portato ottimi frutti. Le energie giuste hanno fatto cerchio attorno alla proposta di trasformare Parco della Liberazione (Polistena RC) in un luogo di confronto creativo, un modo di ribadire come l'arte ha la forza di segnare un cambiamento del (e nel) nostro territorio. Molti Writers calabresi e di altre regioni italiane hanno già comunicato piena adesione all'iniziativa! L'evento è aperto a tutti, ovviamente non solo writers. Vi aspettiamo numerosi per mantenere viva la memoria di tutte le vittime delle mafie e per rinnovare l'impegno a lavorare insieme per una "Calabria in movimento per la Giustizia Sociale"
per ulteriori informazioni La "Valle del Marro – Libera Terra” è una cooperativa sociale di tipo B che gestisce circa 30 ettari di terreni agricoli confiscati alla mafia nella Piana di Gioia Tauro. E’ la prima esperienza in Calabria del progetto “Libera Terra”, che promuove la nascita di imprese sociali nel settore agro-biologico su beni confiscati alla criminalità organizzata dando a giovani del territorio la possibilità di investire su un’opportunità di riscatto sociale e di sviluppo economico.
Con il sostegno della rete di Libera e della Diocesi di Oppido-Palmi, la “Valle del Marro – Libera Terra” opera in un territorio difficile puntando al raggiungimento di tre obiettivi fondamentali:
1. creare occupazione e reddito per mezzo dell’attività agricola in un territorio fortemente vocato ma penalizzato, spesso, dalle scelte degli operatori del settore;
2. promuovere lo spirito cooperativistico in un territorio caratterizzato da un forte individualismo economico;
3. diffondere una particolare sensibilità verso il tema della legalità in un’area a forte densità criminale.
Tre obiettivi sostenuti dalla convinzione che il riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati sia un percorso formidabile di libertà dalla mafia.
Un cammino di liberazione che dà un significato nuovo alle parole di Cicerone: “Di tutte le cose dalle quali si può ricavare vantaggio, nessuna è migliore dell’agricoltura, nessuna è più dolce, nessuna più degna di un uomo libero”.( http://www.valledelmarro.it/Incontro_Torrick.asp )
Per chi volesse sapere di più sulle loro iniziative eccovi l'url se nel caso nel manifesto non si dovesse leggere riportato all'intero del volantino www.valledelmarro.it
Io penso che una canzone, una poesia, un'immagine siano piccole gocce che possano sensibilizzare l'animo umano e far cambiare mentalità... Il mondo ha bisogno di pace se vuole continuare a vivere...
Comprendere ed accettare la diversità, in ogni sua forma, come punto d'incontro e di uguaglianza, non è solo un passo in più verso la civiltà, ma è il rispetto della vita altrui e di quella propria.
"Ama te stesso come il prossimo tuo"
Auguro a tutti una vita con sempre più amore!
I SERVI DEL POTERE
nei palazzi del potere?
Chi sono, allora, quei figuri
che al “sommo” condottiero
strappano l’ipocrita sorriso?
Vedrai intorno ai tiranni,
solo “mezze calze”,
flaccide membra
con la spocchia in tasca.
Li vedrai ronzar,
con la pendula lingua,
dalla testa oscillante
dal basso all’alto
in una ritmica danza,
con un occhio chiuso
e con l’altro cieco,
con le orecchie
in una sola direzione tese,
con una mano aperta
e l’altra serrata,
con la bocca a manovella
e con la gettoniera.
Non verrà mai toccato l’interruttore…
Da “ Nero assenso”
poesie del dissenso
Fabio Croce editore 2003
Qualche giorno fa stavo sfogliando la slide di msn.it è sono capitato su quest articolo di HuffPost Italy Dei fatti di C...