1.7.08

LO SCHERMO ETNICO


TV Ninja Warrior, nella migliore tradizione giapponese, è una trasmissione (nota in patria come Sasuke e trasmessa ora da noi su GXT) in cui i concorrenti affrontano prove fisiche e di concentrazione in quattro livelli crescenti di difficoltà. Mondo Islam è trasmesso da Discovery Travel & Living ogni sabato e ci fa vedere i molteplici aspetti del mondo islamico.Sorgente di vita, trasmesso da diverso tempo su Rai 2, è un programma quindicinale di cultura ebraica. 4 Real è un viaggio in paesi come Brasile e Kenya, lo trasmette Nat Geo Adventure. Ogni tanto il canale Cult ripropone il documentario Geisha Girl, che segue la storia di Yukina e del suo tirocinio per diventare una moderna geisha. City Hunter torna su Cultoon, canale tematico di cartoni animati: le indagini di Ryo Saeba, detective che corre dietro al rischio e…alle donne! Nuovo (per noi) è invece l’anime del 2001, Najica Blitz Tactics importato da MTV di recente che narra le avventure di una sexy agente segreto. È americano Samurai Jack, ironico cartone di Cartoon Network su un eroico combattente del Sol Levante con una spada benedetta. Per i documentari: Viaggio in Amazzonia su Nat Geo Wild, Verso Pechino su Marco Polo, una serie dedicata a un’avventura on the road da Venezia a Pechino, Sorvolando l’Africa su Nat Geo Adventure, Sudamerica, serie di documentari dedicati alla natura su Animal Planet, Vieux Farka Touré per la serie Geosessions su Nat Geo Music, documentario dedicato al musicista del Mali Ali Farka Touré. Hirohito: l’imperatore del Giappone è un documentario biografico trasmesso da History Channel. Lo stesso canale propone Baghdad Express, storia di una famosa ferrovia tra oriente e occidente. Africa estrema e Transoceania sono due serie da non perdere, su MarcoPolo. Da tenere d’occhio i misteri della trasmissione Voyager su Rai 2, con Roberto Giacobbo, che spesso si occupa, con competenza, di luoghi e popoli etnici come l’antico Egitto, Atlantide, i Maya, ecc. C’è anche una striscia, la domenica mattina, dedicata ai giovani e alle loro domande sui misteri, si chiama Ragazzi, c’è Voyager!. Continua con la nuova serie di documentari proposta da Alberto Angela, Ulisse su Rai 3: fra i temi trattati: la Patagonia, il Museo Egizio a Torino e le antiche civiltà. Torna Velisti per caso, il megaviaggio in barca attraverso il mondo sul canale Rai Click Culture – Viaggi. Strano ma vero! A anni di distanza torna la serie anime cult di Lady Oscar, sempre su Italia 1: chissà se le puntate saranno ancora censurate? Intanto compie 30 anni Goldrake, il primo anime di robot ad essere trasmesso in Italia: perché non riproporlo?


DVD Sul N.22 parlavamo di Overland, longeva trasmissione della Rai, ora la De Agostini pubblica in una serie di dvd i resoconti di quei fantastici viaggi in camion. Da tenere d’occhio la serie Made in Japan con gli anime come Cowboy Bebop in vendita con il giornale Panorama. Se siete interessati al mondo dei nativi americani, ripescate i dvd Quanah Parker: l’ultimo comanche e Geronimo e il popolo apache: il primo è la storia di un figlio di una prigioniera bianca e di un capo indiano comanche, il secondo è la biografia di Geronimo, il leggendario capo che resistette disperatamente all’invasore bianco. Messico – Nel cuore di Juquila per la serie “Destinazione: ai confini del mondo”, dedicato alle spedizioni in luoghi remoti e selvaggi della Terra.


GIOCHI Yu-gi-oh! World Championship 2008, è il nuovissimo gioco di duelli per Nintendo DS che ha spopolato in Oriente. Serie per i più piccoli tratta da un noto anime, è amatissima anche da noi. Sempre dal sapore orientale, Xiaolin Showdown con le avventure di 4 ragazzi tra arti marziali, spiriti, misteri e magie…per Nintendo DS.



LEGGI QUI' IL RESTO:


http://etnomondi1.splinder.com/


Templi Greci.

 



Hai un qualche  cosa  in più
che 
nessun'altro
mi ha  donato!
Pensiero di morbide
mani
su me
vibrante  sensazione.
Muovi  la mente
verso templi Greci
come
guerriero
ti perdi
in voci
sessuali
vermiglie
immagini che  fluttuano
in  mari aperti.
Miraggio
Hai un qualche  cosa  in più
che 
nessun'altro
mi ha  donato!
Pensiero di morbide
mani
su me
vibrante  sensazione.
Muovi  la mente
verso templi Greci
come
guerriero
ti perdi
in voci
sessuali
vermiglie
immagini che  fluttuano
in  mari aperti.
Miraggio
d'amore
si mescola il desiderio
folle
di perdersi  nel  nero
notte  degli occhi miei
sottile file
d'ammirazione
porta ad  un sfiorare
di baci.
Posa  capo fra  le mie braccia
riposa
la pace  t'avvolga
d'amore
si mescola il desiderio
folle
di perdersi  nel  nero
notte  degli occhi miei
sottile file
d'ammirazione
porta ad  un sfiorare
di baci.
Posa  capo fra  le mie braccia
riposa
la pace  t'avvolga!

Miraggio vivo...

Come gocce d’acqua
storia immensa
La nostra.
So che sei anima mia.
Non resisto
alla tua voglia
esserci nella vita
mia!
Rileggo
righe su righe
nostri scritti
sparsi nel
vento
vagano nella mia e tua mente.
Cadiamo nel nostro profondo
Amore
sicuri d’incontrare promessa
dei tempi
Mi raggiungerai
lo so
Improvvisamente,
dai monti ghiacciati
dai deserti arsi dal sole
come miraggio
non sarai
tu!

Ipse dixit



Terribile profezia lanciata trent'anni fa da un teologo progressista.

“La Chiesa sta divenendo per molti l'ostacolo principale alla fede. Non riescono più a vedere in essa altro che l'ambizione umana del potere, il piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa di amministrare il cristianesimo ufficiale, sembrano per lo più ostacolare il vero spirito del cristianesimo.

Quel teologo si chiamava Joseph Ratzinger. (E adesso?)

"Fratelli, non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie!" (S. Paolo, Prima lettera ai Tessalonicesi)











Terribile profezia lanciata trent'anni fa da un teologo progressista.

“La Chiesa sta divenendo per molti l'ostacolo principale alla fede. Non riescono più a vedere in essa altro che l'ambizione umana del potere, il piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa di amministrare il cristianesimo ufficiale, sembrano per lo più ostacolare il vero spirito del cristianesimo.

Quel teologo si chiamava Joseph Ratzinger. (E adesso?)

"Fratelli, non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie!" (S. Paolo, Prima lettera ai Tessalonicesi)








Colombo, Pardi, Flores d’Arcais: tutti in piazza contro le leggi-canaglia

Roma, 8 luglio, manifestazione in piazza Navona

"Care concittadine e cari concittadini, il governo Berlusconi sta facendo approvare una raffica di leggi-canaglia con cui distruggere il giornalismo, il diritto di cronaca e l’architrave della convivenza civile, la legge uguale per tutti. Questo attacco senza precedenti ai principi della Costituzione impone a ogni democratico il dovere di scendere in piazza subito, prima che il vulnus alle istituzioni repubblicane diventi irreversibile. Poiché il maggior partito di opposizione ancora non ha ottemperato al mandato degli elettori, tocca a noi cittadini auto-organizzarci. Contro le leggi-canaglia, in difesa del libero giornalismo e della legge eguale per tutti, ci diamo appuntamento a Roma l’8 luglio in piazza Navona alle ore 18, per testimoniare con la nostra opposizione – morale, prima ancora che politica – la nostra fedeltà alla Costituzione repubblicana nata dai valori della Resistenza antifascista. Vi chiediamo l’impegno a “farvi leader”, a mobilitare fin da oggi, con mail, telefonate, blog, tutti i democratici. La televisione di regime, ormai unificata e asservita, opererà la censura del silenzio. I mass-media di questa manifestazione siete solo voi." On Furio Colombo, Sen. Francesco Pardi, Paolo Flores d’Arcais

Flores d'Arcais a Veltroni: Walter se ci sei batti un colpo (VIDEO)Il direttore di MicroMega chiede al segretario del Pd almeno "una buona ragione" per il suo rifiuto di partecipare alla manifestazione dell'8 luglio e l'invita a un immediato confronto pubblico sul tema.

Walter e i maiali di Orwell (AUDIO)di Antonio TabucchiLeggi-canaglia e non opposizione, per lo scrittore è "emergenza democratica".
8 luglio, perchè aderisco: Moni Ovadia - Margherita Hack - Nicola Tranfaglia (AUDIO)




Leggi-canaglia Una tranquilla giornata criminaledi Antonio Manzini

Come sarà la vita in Italia ora che saranno sospesi i processi per decine di reati? Un racconto firmato dall'autore di "La giostra dei criceti" (Einaudi, 2007) e "Sangue Marcio" (Fazi, 2005).





Senza titolo 650

  L'AVETE LETTO IL LIBRO IL SEGRETO DEL CORAGGIO ?  :-)


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"A" come Artista

Sono qui,
e la tua porta è socchiusa,
calda e fiduciosa.


Sono qui,
e tu dormi sicura e libera,
amica mia.
Sono qui,
ma la calamita del mio sguardo
mi rapisce a te.

Viandante del cuore,
spinto da fragori d'autostrade,
e ubriaco di nafta
assetato di cielo sfatto,
e scarpate di sogni lascivi,
non posso colmarmi
dei tuoi casti baci,

o dolce amica.


Ci siamo amati in una notte
molcente d'avorio,
ti ho accarezzata
nella tua purezza sensuale,
avrei potuto tripudiare
del tuo lumescente candore.


Ma il mio destino è crudo,
un trono olimpico
su sterrati di nebbia,
una santa dannazione
in piazze di vento
e periferie dissepolte.


Sono qui, e me ne andrò
perché nulla sai

di portoni sconnessi
e volti rubati
che violavo aggrappandomi
al tuo corpo di sole


Fremevo per anfratti di passione,
per le ginocchia d'un muratore,
per l'angoscia annegata
in un bicchiere vagabondo

Fremevo per la pena

del mondo scomunicato,
per uno scalpiccio di foglie querule,
per l'umiliazione di milioni di schiavi,
per il silenzio di bimbi senza nome,
per una natura
che non mi apparteneva.


Ulisse del sesso e dell'anima,

ma più innocente e incompreso,

ho imparato a inarcare il corpo

sotto un Ercole senza mito

a giocarmi d'azzardo

e a concedermi in pasto

mentre tu mi attendevi,

paziente ed ignara, amica innocente.



Non mi accontento d'esser buono,
vorrei diventare sacrificio.

E amo la vita fino a morirne
Dalla mia anima in subbuglio
tingerò un poema per te
e per quella immensa umanità
che non mi capisce e mi sfugge
ma che mi divora

nel suo amore innevato.


Uomo di tutti,
e solo come nessuno,
oltrepasso sbarre

dallo sguardo grigio.


E' duro e lungo
il cammino per la libertà.






Daniela Tuscano (dedicata a R. F.)














Volteggio

Vincent van Gogh - "Campo di grano con cipressi"



Sono come

un filo d'erba
in mezzo
al grano di giugno

verde
nel giallo
della mietitura
imminente

trebbiatrice
falce
mietitrice
strappano

volteggio
nell'aria estiva
aspettando
di cadere

Per una nuova politica sui precari della scuola

In questi giorni in cui si comincia già a riflettere sull’anno scolastico che verrà e siamo costretti ad assistere al solito balletto dei passaggi di cattedra e di ruolo, balletto che si ripercuote in maniera deleteria sulla qualità della scuola italiana e sulle prospettive lavorative dei docenti precari. Appare inevitabile chiedersi se il nuovo Ministro abbia già preso coscienza delle problematiche relative al reclutamento degli insegnanti o se, ancora una volta, dobbiamo assistere alla dettatura dall’alto di politiche sorde a qualsiasi ragionevole soluzione, "suggerite" da interessi di palazzo o da lobbies di potere.

Non contestiamo l’idea che si vogliano determinare nuove regole per il reclutamento, ma reputiamo che questo non possa avvenire se non pensando a una radicale e profonda soluzione del vero problema della scuola attuale che è quello della stabilizzazione sui posti di lavoro dei veri precari, ovvero di coloro che da anni o addirittura decenni lavorano come insegnanti della scuola pubblica senza avere ancora ad oggi garanzie certe e stabili. Abbiamo più volte sottolineato la necessità che sia inequivocabilmente definito chi possiede lo status autentico di precario, cioè il docente a cui la scuola non può non riconoscere una garanzia di stabilità, poiché da lungo tempo lavora all’interno dell’istituzione e non si limita a segnare la propria presenza nelle graduatorie per diritto-privilegio acquisito (ci riferiamo ai tanti che stazionano nelle graduatorie in posizioni privilegiate perché blindate dalla prima e seconda fascia pur essendo già di ruolo in altre classi di concorso o addirittura pur svolgendo altri lavori).
Non chiediamo nemmeno immissioni in ruolo subito, come fanno i sindacati e altre associazioni del precariato senza prima valutare la questione di fondo, cioè chi l’attuale sistema di reclutamento garantisce o salva e chi invece è destinato a un sempre più lungo precariato. Con l’attuale sistema, infatti, le graduatorie [...] risultano luogo di stratificazione di privilegi (divisione in fasce, insegnanti di ruolo su più graduatorie, sistema di attribuzione del punteggio ai titoli, ecc.) e le immissioni in ruolo tanto invocate finiscono per essere una cabala dei numeri che non solo non risolve i più gravi problemi, ma addirittura penalizza i veri precari. Chi ogni anno lavora in una certa classe di concorso su posti vacanti, al momento delle immissioni in ruolo viene spesso preceduto da chi, pur non lavorando, ha comunque acquisito una posizione garantita oramai da inaccettabili privilegi nelle prime e seconde fasce. È un fatto, inoltre, che in certe graduatorie (basti pensare ad esempio a quelle di Lingue straniere o Filosofia) i precari che lavorano da più di un decennio si vedono ogni anno sottrarre posti da una scriteriata mobilità che permette al personale di ruolo di migrare da una all’altra classe di concorso o da un grado all’altro di scuola. È chiaro allora che in queste condizioni la dovuta stabilizzazione dei veri precari diventa sempre più una chimera. Le immissioni in ruolo determinate da questo sistema, paradossalmente, rischiano di compromettere ulteriormente la posizione dei veri precari.
La mobilità così come oggi si determina sta affossando la scuola. Complici i sindacati, è stata legittimata l’idea che per passare alle scuole superiori si può intraprendere la più agevole scorciatoia delle elementari o delle scuole medie. Questo fatto è negativo sotto due ordini di cose: perché stravolge le "vocazioni naturali" e perché determina una sostanziale squalificazione della scuola primaria, scuola importantissima e che pertanto non deve essere utilizzata come "luogo per" passare ad altri ordini di scuola. Più opportuno sarebbe garantire agli insegnanti della scuola primaria il pieno riconoscimento della loro professionalità, anche – ma non soltanto – mediante una retribuzione che affermi il principio della pari dignità con gli altri ordini di scuola. Da quando politiche scellerate di vari governi hanno permesso che l‘astratto "didattichese" venisse dettato dalle università, la cultura scolastica italiana ha avallato un’autentica subordinazione di valore dei diversi ordini di scuola all’imperio dell’università. Questa sottocultura ha innescato una corsa generalizzata degli insegnanti al "prestigio" degli ordini di scuola superiore, mentre una corretta percezione dell’istruzione ad ogni livello richiederebbe ben altro atteggiamento e ben diverse categorie mentali capaci di valutare l’importanza e la peculiarità dei diversi gradi di istruzione.
Una riflessione seria su questi dati deve pertanto essere perentoriamente chiesta non solo al Ministro, ma anche ai sindacati, sempre ostili a mettere in discussione i soliti assiomi osteggiando una seria valutazione di queste problematiche. Fare della questione delle immissioni in ruolo l’unica questione sul tavolo senza mai volere andare a vedere i meccanismi del reclutamento e della mobilità significa avallare lo stato di cose presente e, al contrario, respingere qualsiasi altra soluzione alternativa: sconfortante vedere infatti come una proposta come quella dei contratti triennali sia stata stigmatizzata prima ancora che si potesse cogliere in essa ciò che poteva essere nuovo e migliorabile. Ancora una volta si è preferito ripetere i soliti slogan piuttosto che analizzare la realtà vera dei fatti, quella che risulta dall’analisi reale delle graduatorie.
Il MIIP in tanti anni si è sempre distinto perché ha sempre chiesto che si operassero, relativamente ad ogni questione affrontata, soluzioni concrete. Per questo motivo ha sempre respinto le logiche preconcette, dando invece rilievo alle questioni sostanziali: la battaglia per la pari dignità delle abilitazioni era, non dimentichiamolo, una battaglia sulle storture delle graduatorie. Oggi, come allora, vogliamo ribadire la priorità di intervento su queste questioni affinché non si determinino ancora una volta ulteriori insopportabili ingiustizie.



Movimento Interregionale Insegnanti Precari

Riparte il Satiro Saggio!

Finalmente, dopo tanto tempo, Il Satiro Saggio riapre i battenti!

30.6.08

Legge italiana per censurare la pornografia online





Un Senatore del Popolo delle Libertà  ( foto a sinistra  ) Alessio Butti  ha posto il  disegno di legge retrogrado , si torna indietro di  30\40 anni  denominato Norme per la corretta utilizzazione della rete Internet a tutela dei minori" che prevede, fra le tante norme, l'oscuramento dei siti internet che contengono materiale pornografico o offensivo del buon costume. Insomma, sebbene i disegni di legge abbiano bisogno comunque dell'approvazione del Parlamento, è evidente che una proposta di questo genere sia destinata a far discutere.
Già, perché nel testo Butti sembra aver dimenticato di mettere su piani diversi la pornografia e la pedo-pornografia. E non si tratta di fantasiose interpretazioni perché nell'Articolo  nei tre  articoli si legge 



1. È vietato istituire siti nella rete Internet  i cui contenuti siano finalizzati, direttamente o indirettamente:
a) alla istigazione al consumo, alla produzione o allo spaccio di sostanze stupefacenti;
b) alla istigazione alla violenza e alla consumazione di reati;
c) alla divulgazione o alla pubblicizzazione di materiale pornografico o di notizie o di messaggi pubblicitari diretti all’adescamento o allo sfruttamento sessuale di minori di anni diciotto.:
2. Chiunque viola i divieti di cui al comma 1 è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da 2.500 euro a 50.000 euro.

3 vi è una deroga: "L'autorità per le garanzie nelle comunicazioni può autorizzare la diffusione di siti della rete Internet i cui contenuti siano parzialmente simili a quelli vietati ai sensi dell'articolo 1…".
Ecco quindi divulgazione e pubblicizzazione trattate in modo analogo, e la  pornografia (generica senza  distizione fra pedo pornografia  condannabile  e  da reprimere   ) alla gogna poiché nell'Articolo  Come a sottolineare che qualcuno deciderà sulla tollerabilità o meno di determinati contenuti e di conseguenza alla loro censura.
Insomma, se Butti si riferisse solo ed esclusivament
e a tutto il materiale pornografico diretto all'adescamento – scelta a tutti gli effetti condivisibile - perché ci sarebbe bisogno di un ulteriore riferimento a contenuti "parzialmente simili". Cosa sono i contenuti parzialmente simili? E perché nell'Articolo 2 si legge che "L’autorità giudiziaria dispone l’oscuramento dei siti della rete Internet i cui contenuti sono palesemente illeciti o offensivi del buon costume o tali da attentare all’ordine pubblico ?"



 


La vera sicurezza



La proposta di identificare tramite dati biometrici tutti i rom presenti sul suolo italiano, compresi i minori, odora fortemente di xenofobia, se non di vero e proprio razzismo. Il ministero degli interni rassicura sul fatto che queste scelte sono in linea con l’Unione Europea: e allora? Anche se una determinata norma fosse applicata in tutta Europa, ciò non significa necessariamente che sia giusta.

Inoltre, anche se fossero censiti tutti i bambini rom, con tanto di impronte digitali, che cosa si sarebbe concluso? Molto probabilmente niente, se si esclude ovviamente l’effimero valore rassicuratorio che un provvedimento di questo genere potrebbe avere per tutti quegli italiani che ancora hanno bisogno di un “papà che li protegga dall’uomo nero”.

Molti invece sono i cittadini, dagli assistenti sociali agli insegnanti, dagli psicologi ai volontari, che ogni giorno devono superare una miriade di ostacoli per operare a favore dell’integrazione dei bambini rom, come di tutti gli altri bambini figli di stranieri residenti in Italia. Forse non tutti i bambini rom sono censiti, ma ciò che più conta è il fatto che solo il 37% di quelli segnalati è preso in carico ed inserito in un progetto di reinserimento sociale.

E allora, invece di spendere soldi per la militarizzazione del territorio e per mandare i vigili a sporcare d’inchiostro i polpastrelli dei piccoli rom, vengano aumentate le risorse umane ed economiche per incrementare la capacità di reinserimento sociale di questi meravigliosi bambini da parte dei servizi già preposti a farlo. Questo, e solo questo tra l’altro, significa lavorare per aumentare la sicurezza di tutti.


Roma, 29 giugno 2008

Carlo Olivieri
Umanista

Il nuovo indipendentismo passa dai prodotti alimentari

 dalla nuova  sardegna del  30\6\2008



La storia di Salvatore Meloni (  Foto in basso a sinistra  ) , di Terralba condannato a metà degli anni Ottanta a 9 anni per cospirazione contro lo Stato  Vita da autotrasportatore con la passione per i pony

TERRALBA.


 Quando parla del suo mestiere di autotrasportatore Salvatore Meloni cambia aspetto. Il suo volto si distende come una foglia dopo la pioggia: «Quello del trasportatore è il mestiere che ha portato la civiltà nel mondo», è l’incipit di una sorta di inno. «Senza trasporti e trasportatori non può esistere nessuna civiltà. Mi dicono: tu devi portare questo pacco in Alaska, in quell’igloo a latitudine X e longitudine y. Io vado e lo porto. Attraverso mari, deserti, fiumi, fino a quando arrivo a destinazione. Facendo questo mestiere sono a contatto con un mondo che la maggior parte della gente non conosce. Sulle mie spalle c’è la responsabilità della merce che mi è stata affidata e la fiducia del committente».

«Spesso nel guardare alla storia dell’umanità dimentichiamo che Maometto era un carovaniere e Marco Polo altrettanto. Oggi gli eroi veri dell’Irak sono gli autotrasportatori che sfidano pericoli di ogni genere per portare a termine il compito loro assegnato. Io stesso mi definisco uno degli ultimi bucanieri, una sorta di esploratore che spesso va verso un mondo sconosciuto. Pochi sanno che uno dei punti di forza dell’antica Roma era il servizio di posta».
Ma questo mestiere sarebbe ancora più bello per lui se i due punti di partenza e di ritorno appartenessero a una terra indipendente. Vediamo come e perché, dalle parole di Salvatore Meloni: «Noi sardi non siamo stati mai italiani, nel senso che l’Italia non ce l’ha mai chiesto. Ci siamo ritrovati piemontesi senza volerlo, nel 1720. I Savoia ci hanno ereditato perché un giorno a Londra i grandi dell’Europa dissero: da domattina la Sardegna sarà piemontese, dopo che gli Spagnoli per oltre quattro secoli ci avevano tenuto sotto il loro dominio. Più di recente è arrivata la Repubblica italiana, che è più giovane di me».

Qui il discorso di Meloni si fa ancora più aspro: «Quale logica mi dovrebbe portare a essere italiano, in questo sfascio generale prodotto da gente che non sa governare? Perché un paese sardo deve essere retto da disposizioni italiane? La nostra è un’altra storia, un’altra gente, tutta un’altra particolarità, tutta un’altra lingua. Da indipendenti tratteremmo direttamente con l’Europa: sarebbe un bel vantaggio».
Nel terzo millennio, secondo Meloni, questa rivendicazione «non è più un discorso eversivo: oggi l’indipendenza si sancisce con i referendum. Scherzando potrei dire che è un problema di carta intestata».
Ma si rende conto che la questione non è facile e lo rimarca con una battuta: «Come faccio a piacere a tutti, preti, suore, frati? L’importante per me è poter dormire ogni notte perché sono tranquillo. Non come un’altra notte di un Natale lontano in cui la magistratura italiana per farmi gli auguri rituali mi trasferì nel carcere di Badu ‘e carros».


Per fortuna adesso c’è una coppia di pony: presi per far divertire i nipotini, qualche volta distraggono anche il nonno.
«Le prime albe della civiltà umana coincidono con i primi trasporti dei carovanieri. Non c’è sardità senza indipendenza, le donne capiscono meglio di tutti questo messaggio. L’identità inizia dai prodotti alimentari». Tre frasi apparentemente autonome, ma concatenate fra loro molto più di quanto non paia a prima vista. Sono di Salvatore Meloni, l’indipendentista di Terralba - autotrasportatore di professione - condannato a nove anni di carcere per cospirazione contro lo Stato a metà degli anni Ottanta. Su queste tre direttrici si articola il colloquio con lui, nella sede della sua azienda alla periferia della cittadina dell’Oristanese. Meloni parla per due ore di fila, passando da un argomento all’altro tra l’emozione profonda e l’ironia, ma sempre fermamente convinto di essere nel giusto. Convinzione fortificata dalle oltre tremila notti trascorse in cella e oggi divenuta incrollabile. «In carcere mi dicevano: non sei nessuno, non esisti, non conti nulla. A me veniva da ridere», inizia a ricordare. «A un certo punto ho chiesto a un magistrato importante: lei sa contare? Certo, mi ha risposto, iniziando la conta: uno, due, tre, fino a otto, quanti eravamo in quella stanza. Ha sbagliato, dico. Aveva contato anche me, dunque esistevo».

L’osso duro dell’accusa era considerato il procuratore generale Giuseppe Villasanta, che lo “visitava” spesso, a Buoncammino.
Racconta Meloni: «Con lui ho discusso ben 75 volte. Un giorno avevo disegnato a penna i quattro mori su un tovagliolo, esponendolo sulla bocca di lupo della cella. Villasanta me lo sequestra: danneggiamento di beni dello Stato, mi dice, ti farò incriminare. Gli rispondo: mi assolveranno, al processo, e lei non farà una bella figura. Incuriosito, mi domanda: come? Rispondo: chiedendo acqua e sapone per lavare la tovaglia in aula e restituirla pulita al presidente».


-L’accusa principale?
«Cospirazione politica e associazione sovversiva. Un articolo del codice Rocco sul distacco dalla madrepatria di lembi di terra soggetti anche temporaneamente alla sovranità dell’Italia prevedeva la pena di morte per chi si fosse macchiato di quel reato».
-La pena capitale è stata abolita, in Italia.
«Ma il reato è rimasto. E l’unico condannato della Repubblica sono io. Gli altri li hanno assolti tutti: Rosa dei Venti, Nar, Brigate Rosse. È lo stesso articolo che Papalia ha tentato di rispolverare a Mantova contro Bossi e tutto è finito in un nulla di fatto. Mi pare sia l’art. 302 del codice Rocco».
-Altri capi di imputazione?
«Un centinaio, forse qualcosa di più. Il povero procuratore Basilone quando vide che le cose non andavano bene tirò fuori la tentata strage per le bombe alla Tirrenia. Si parlava anche del mancato sequestro di tecnici americani a Monte Arci, del danneggiamento di aerei militari a Decimo, di armi e di esplosivi. Io non ho mai avuto un’arma in vita mia e non conosco gli esplosivi».
-Prove?
«Di tutta questa roba non hanno mai trovato nulla di serio, era un processo indiziario. Nella nostra casa di Marceddì, dove la mia famiglia passava l’estate, qualcuno aveva messo dell’esplosivo».
-Chi?
«Io di sicuro no, era la casa dove i miei bambini passavano le vacanze, sarei stato un matto a mettere dell’esplosivo lì. Quel materiale non è mai stato presentato in aula».
-È vero che i pm ti contestavano l’uso della lingua sarda?
«Ho avuto quattro mandati di cattura, ogni volta che stavano per scadere i termini di carcerazione preventiva mi aggiungevano qualche altro reato. Lo scontro più duro era sul fatto che parlavo sempre e soltanto in limba. Mi dicevano: sei un illuso se pensi che il sardo possa essere scritto in documenti dello Stato italiano».
-Chi te lo diceva?
«Ho conosciuto nove pm. L’uso del sardo me lo contestavano tutti, tranne uno».
-Dov’era l’eccezione?
«In Mario Marchetti. L’unico pm che non ha mai fatto cenno alla questione è lui».
-Ti sei mai chiesto il perché?

«Veramente no. Non ci ho mai pensato seriamente».
-Potrebbe essere questo: Mario Marchetti è figlio di Nanni, noto poeta in lingua sarda. Suo padre ha anche un primato: è stato il vincitore della prima edizione del premio di poesia in limba ‘Città di Ozieri’, nel 1956.
«Se è così mi fa piacere per il dottor Marchetti: evidentemente non è un figlio degenere. Hai fatto bene a dirmelo».
-Tornando al clima di quegli anni, come lo analizzi oggi?
«Gli inquirenti si sono trovati davanti una cosa molto più grande di loro. All’inizio del processo contro di me i buoi erano già scappati dalla stalla».
-Perché?
«L’idea sardista aveva preso il volo e non c’era pm che potesse fermarla».
-Quale strada percorreva l’accusa, secondo te?
«Cercava di esorcizzare il problema politico vero facendolo passare come una guerra privata fra me e la Tirrenia. In un’epoca diversa il processo sarebbe stato inquadrato in un altro modo».
-La tua linea, invece?
«Io e gli altri eravamo carcerati che rivendicavano il diritto all’indipendenza della loro terra. Sono diventato indipendentista dopo un lungo lavoro all’interno del partito sardo d’azione, che aveva l’indipendenza come scopo sancito nel suo statuto. Da carcerazione a rivendicazione, in poche parole. E l’accusa passò al contrattacco».
-Di che tipo?
«Una tattica vecchia, la terra bruciata. Mia moglie fu messa in carcere. Il giorno dopo fui chiamato alle cinque del mattino nell’ufficio matricola della prigione. Mi fecero vedere la foto di mia moglie in prima pagina sulla Nuova. Cercavano di sfiancarmi. Volevano fermare l’idea sul nascere».
-E tu?
«Dissi subito: anziché farmi desistere, l’arresto di mia moglie mi rende ancora più deciso nella lotta»
-Poi però hai cambiato tattica. O no?
«Anche loro. Era il periodo della morte in carcere di un indipendista irlandese, Bobby Sander. Io ero passato dal carcere all’ospedale e continuavo lo sciopero della fame: cinque mesi e 14 giorni in tutto. La mia vita era a rischio».
-Dunque?
«Il ministero monitorava le mie condizioni di salute. Venne in Sardegna il deputato altoatesino Schulz, Sudtiroler Volkspartei, della commissione giustizia della Camera: accettai di rispondere in italiano agli inquirenti in cambio degli arresti domiciliari».
-Torni a fare politica da uomo libero nel tuo partito indipendentista. E lavori nel campo dei prodotti di qualità. Come sei organizzato?
«Ho fondato una cooperativa di nove soci, tutti indipendentisti. Si chiama ‘Patria Sarda’. Trattiamo vari settori merceologici, dai prodotti agricoli ai salumi, dai dolci ai liquori fino agli abiti ispirati al costume sardo. Il nostro logo, lo stesso del partito e del sindacato dei trasportatori è un marchio che garantisce tutti questi prodotti».
-Tu dici che le donne sono più sensibili all’idea dell’indipendenza. Perché?
«Hanno un istinto atavico, quello del dono della vita. Hanno un senso e un settimo senso e sono più indipendenti di noi dal punto di vista interiore. Soffrono più di noi il dramma dell’emigrazione, come madri e mogli, da secoli sono abituate a caricarsi sulle spalle i più grandi tormenti delle famiglie sarde. Ho fiducia in loro, sono la mia speranza più grande»
La nostra storia, vuol dire Meloni, è matrilineare. «Non a caso i personaggi sardi più famosi sono due donne: Eleonora d’Arborea e Grazia Deledda», dice oggi.
La stessa frase, anni fa, fu pronunciata in un convegno letterario da Giovanni Maria Cherchi, ex-consigliere regionale del Pci, poeta e saggista.

Senza titolo 649

  10 / 07 / 2008 / S. TEOBALDO !  AUGURONI ONI DA LUCKY !  :-)


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Madonna della Grotta

affresco                                      Immagine 'Madonna della Grotta' di Ceglie Messapica 




Immagine 003




l'indirizzo è:  www.iluoghidelcuore.it



Cari amici, spesso trovate questa immagine parzialmente cancellata da pennellate di calce, se vi ricordate anche nel Presepe virtuale, nella tavola il sogno di Maria, ponevo a stessa immagine, è un anno che tento di portare alla luce questa bellissima chiesa, ormai a uno stato di vergognoso abbandono. Oggi un amico ha fatto un post, mettendo questa cartolina che vi allego. Cari amici vi chiedo se ve la sentite, fatemi un regalo, cercate questa cartolina  e speditela, se non avete nulla da sollecitare, vi chiedo di menzionare e sollecitare  "Madonna della Grotta" di Ceglie Messapica, i post servono anche  a questo. Grazie franca


Madonna della Grotta, e lì che piange, come si può abbandonarla? Giorni fa, volevo postare ancora il Presepe virtuale, e i suoi sogni, ho rinunciato, mi sentivo sconfortata e abbandonata.
Quello che non riesco a comprendere, dei Cegliesi, questo lungo sonno. Ringrazio Pasquale, per avermi regalato le sue gite, per scoprire e per vedere le bellezze intorno a Ceglie, 'Madonna della Grotta' resta sempre nella mia mente, e nel mio cuore, mi chiedo, come si può abbandonare una Mamma? Il giorno che mi sono trovata, di fronte a la sua immagine, fu così grande l'emozione, non passa giorno, che, il ricordo torna, nella mia mente. Spero un giorno, prima di finire la mia vita, di tornare a portare, un fiorel quell'antico altare.


Madre nostra


Sola con tuo figlio
nel buio di una grotta
in silenzio preghi per noi.
Madre del cielo e della terra
perdonaci per la nostra assenza.
Svegliaci dal nostro torpore
illumina la la nostra mente
portaci per mano.
Non ci abbandonare Madre nostra
facci ritrovare
la via della pace e dell'amore.


franca bassi



Senza titolo 648

  QUESTO E' UN VECCHIO AUTOBUS DI LATTA DEGLI ANNI 60 !  L'AVETE MAI VISTO ?  :-)


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Senza titolo 647

Carezzato da una dolce brezza


 


Sulla riva del lago


l’anima in cielo


sperduto nella contemplazione


della tua immane grandezza


notte placida di luna piena


le stelle brillano nell’immenso


sembrano rispondere con dei bagliori


pulsando ai miei occhi e al mio cuore


quiete attorno a me


mi sento divino


un luccichio serpeggia sull’acqua


mi sporgo


sulla superficie del lago


la volta del cielo


la luna


la sagoma scura degli alberi


e il mio viso


carezzato da una dolce brezza


tra le stelle


 


Pietro Atzeni

intervista a

Oggi Intervisto  ( che è  anche nostro cdv con il  nik  sarmigezetusa  ecco il suo  il suo blog   ) l'autore  di "Gli interessi in comune" un libro che sta ottenendo come potete leggere in questi siti




1)http://www.feltrinellieditore.it/SchedaLibro?id_volume=5001049
2)http://tinyurl.com/6f5a5j
3)http://tinyurl.com/6o7cml
4)http://www.anobii.com/books/013a8fa06850d94469/


e in questo video qua 





- la transizione dal blog al cartaceo è avvenuta spontaneamente come io caso di http://www.margheritaferrari.com/ oppure è come certi autori concordato con l'editore ?
Non c'è alcuna "trasposizione dal blog", Gli interessi in comune è un romanzo del tutto autonomo. Forse ti riferisci a "personaggi precari", il mio primo libro, che era tratto dal blog omonimo.
- adesso ricordo


-l'idea di questa storia è nata da un fatto reale , dall'osservazione di queste nuove generazioni , dalla tua fantasia , o da entrambe queste cose ?
La storia de "Gli interessi in comune" prende le mosse da un "corpus" di leggende di paese, raccontate per anni nei vari bar del valdarno. Una sorta di tradizione orale da bar, che venendo continuamente ricordata e narrata assume una vera connotazione mitica. A questa si aggiunge un altro tratto tipico dei bar di provincia, i "soggetti da bar", una infinita fonte di aneddoti e ispirazione.
Da lì, poi. c'è stato da costruire una storia coerente e questo ha implicato il creare dei protagonisti che potessero funzionare e svilupparsi con la narrazione. Anche la mia formazione sociologica ha avuto un ruolo, ma più di background, ho preferito puntare sulle storie più che sulla loro analisi.


- per sconfiggere o almeno ridurre le droghe ( >intendo per esse tutto ciò che dà dipendenza ) >legali ed illegali bisogna usare il metodo bastone e carota , cioè repressione e comprensione , >proibizionismo o politiche di riduzione del danno ? proibizionista o antiproibizionista ?

Basta dare uno sguardo ai dati ONU per capire che le politiche proibizioniste si sono rivelate un fallimento in tutti gli stati che le applicano: l'uso di droghe legali e illegali è sempre e solo aumentato negli anni, inoltre queste politiche comportano una spesa di soldi pubblici enorme per controlli e processi, sono "criminogene" perché mettono persone "normali" in contatto con ambienti illegali, ma soprattutto perché l'illegalità delle sostanze arricchisce solo mafie e spacciatori. Basti pensare a quello che accadde in America col proibizionismo degli alcolici. Credo che la miglior prevenzione passi attraverso l'informazione: lo prova il fatto che chi sceglie di non assumere una sostanza lo fa perchè è consapevole dei rischi o dei danno, e non perché è illegale.
In ogni caso ne "gli interessi in comune" le sostanze sono lì perchè fanno parte del mondo dei protagonisti, non per innescare un dibattito politico: narratologicamente ogni sostanza è un "filtro colorato" che definisce il tono del relativo capitolo, l'idea è simile a quella avuta da Primo Levi nel "Sistema periodico", con la sua tavola degli elementi.


- hai avuto solo critiche positive o anche stroncature ?

Per ora le critiche sono tutte positive! Certo è uscito da poco. Tra le recensioni ricevute, amo molto  sia quella di Wu Ming 2 , sia  quella di Cristian Frascella

- ora che il romanzo è pubblicato cambieresti ( aggiungeresti o toglieresti ) qualcosa ?

Dopo che un libro è finito è bene non perdersi in questi pensieri altrimenti si va in paranoia... potenzialmente l'editing è sempre infinito!
- Il romanzo pubblicato è tutta l'edizione completa oppure tieni nel cassetto o hai bruciato direttamente nel camino di casa o nella pattumiera alcuni parti che magari non ti soddisfacevano o le conservi magari per un'altra opera in quanto poco adatte a questo romanzo

Il romanzo ha avuto circa 70 stesure diverse, quindi in casa ho pacchi di parti tagliate, versioni alternative, anche versioni con protagonisti che poi ho rimosso. Tuttavia era tutto materiale nato per questo libro, di certo non tornerà fuori altrove. 
- sei contento del risultato ( la pubblicazione ) finale della tua opera oppure c'è qualche rimpianto e\o rimorso
?

Sono enormemente soddisfatto!

29.6.08

la stupidità e il bigottismo sessuale della censura

paura  di perdere un pubblico   omofobo   o cosa  ?  
due  news  tratta  dal cdv  www.censurato.splinder.com a  cui fva  tutto iol mio ringraziamento

La prima 

[segnalato al Blog Censurato da Universofrattale e tratto da Skylife.it]






La Heinz avrebbe sospeso la sua ultima campagna pubblicitaria in seguito a 202 lettere di protesta giunte alla Advertising Standards Authority del Regno Unito. Il motivo dello scandalo sarebbe l'aver mostrato una famiglia omosessuale con tanto di figli e "mammo" che saluta il padre che va al lavoro con un bacio. Gli attivisti gay di tutta la Gran Bretagna hanno annunciato il boicottaggio dei suoi prodotti.





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la seconda  sempre dala stessa fponte  ma che  riporta  anch qui  una news  tratta 
da Sabatoseraonline.it




L'amore censurato

Come alcuni media italiani hanno raccontato il funerale di Yves Saint Laurent. Pierre Bergè, compagno dello stilista, o scompare, o diventa il socio.

 

Le cronache dei telegiornali e giornali francesi sui funerali di Yves Saint Laurent, tenutisi ieri  nella chiesa cattolica di Saint-Roch sono chiare e essenziali. L'ultimo saluto a Yves Saint Laurent è toccato al suo compagno Pierre Bergé.


Scrive France 2:  "Pierre Bergé, compagno di Yves Saint Laurent ha accolto con calore il presidente Nicolas Sarkozy e sua moglie Carla".
Tutti i media francesi hanno sottolineato come sia stato il compagno di vita di Yves Saint Laurent ad accogliere la coppia presidenziale alle esequie e come siano state sue le parole di saluto finali. Molti media italiani, invece, hanno preferito glissare.





Nelle foto pubblicate sui .... ... siti dei quotidiani italiani, si vede un uomo anziano, dai capelli bianchi,  abbracciare la coppia presidenziale francese, ma Repubblica.it, nella sua photogallery, non cita nemmeno il suo nome: "Non poteva mancare per l'ultimo saluto a Yves Saint Laurent. Carla Bruni e il marito Sarkozy sono stati tra i primi ad arrivare nella chiesa di Saint Roch dove si sono svolti i funerali del grande maestro della moda scomparso all'età di 71 anni. Tantissimi gli amici dello stilisti che hanno partecipato alla funzione. Con loro anche Catherine Deneuve sua grande amica".
Si cita l'amica, non il compagno. Su Messaggero.it, Bergè è fotografato di spalle e anche qui la didascalia lo ignora: "Presenti alla cerimonia, tra gli altri, il presidente della repubblica Nicolas Sarkozy con la moglie Carla Bruni, il sindaco della capitale francese Bertrand Delanoè, la moglie dell'ex presidente francese, Bernadette Chirac, Catherine Deneuve, la modella e attrice Laetitia Casta con il marito Stefano Accorsi, gli stilisti Valentino, Christian Lacroix, Ines de la Fressange, Jean Paul Gaultier". Un pieno di mogli ma neanche una riga sul compagno del defunto.  Questa, invece, la didascalia tratta da Paris Match"Nicolas Sarkozy e sua moglie Carla Bruni-Sarkozy sono stati accolti nella chiesa di Saint Roch da Pierre Bergé, il compagno di Yves Saint Laurent".
Ma che il tema dell'omosessualità sia ancora "scomodo" per la stampa italiana, è evidenziato clamorosamente dalla Reuters.
Questo il lancio della Reuters nella versione francese : il presidente Nicolas Sarkozy e sua moglie  Carla, sono stati accolti dall'uomo d'affari Pierre Bergé, compagno del defunto per 50 anni". Mentre per la Reuters Uk, Bergè è il "Saint Laurent's long time partners"
Questo, invece, Il lancio della Reuters italiana: "Anche se sei scivolato dentro le mode qualche volta, sei sempre rimasto fedele al tuo stile, e avevi ragione, perché quello stile ora è dappertutto, forse non nella moda, ma nelle strade del mondo intero", ha detto durante la cerimonia socio (sic!) dello stilista Pierre Bergé ".
La mannaia ha tagliato anche l'articolo determinativo ? Aveva fatto meglio l'Ansa riportando il commovente saluto di Bergè al suo compagno, ma è caduta proprio sul finale:
"Presto le tue ceneri raggiungeranno la sepoltura che ti attende ai giardini di Majorelle della nostra residenza a Marrakech su cui guardavamo assieme il sole tramontare, ha detto il suo compagno di lavoro e di vita, Pierre Bergé. Per lui Yves Saint-Laurent ha "tutto il rispetto e l'ammirazione".
Peccato ce l'avevano quasi fatta: la frase conclusiva che ha commosso i presenti seduti sotto le navate di Saint Roch era questa: "nel lasciarti Yves, vorrei dirti della mia ammirazione, del mio profondo rispetto... e del mio amore".
Come si fa a tagliare l'amore ?
la stessa domanda  che mi chiedo anch'io



questo è vero islam

grazie virginiafat utente delll'altro mio blog

DEDICATO A TUTTI GLI UOMINI NEL MONDO

ASSALAMU ALEIKUM


Ecco finalmente il video-nasheed "IL MUSULMANO E' FRATELLO DEGLI UOMINI" un pò diverso dai miei video precedenti. Ci tengo moltissimo a questo video lo dedico a tutti gli uomini nel mondo di religioni diverse. Siamo tutti fratelli dello stesso Dio, come dice questo nasheed. NOI CE LA FAREMO, SI CE LA FAREMO, TUTTI INSIEME, SOLO INSIEME. Per migliorare questo mondo. ABBATTIAMO LE BARRIERE INUTILI CHE CI DIVIDONO E CI SEPARANO dice il testo. Questo è un mio nasheed completamente nuovo, appena nato in questi giorni, mashallah! Fatelo girare nei vari blog, siti ecc... Mamdouh


http://it.youtube.com/watch?v=HbF_5lFh2bs


01 Mamdouh - il musulmano è fratello degli uomini

28.6.08

l dolo Berlusconi di marco travaglio




Quando il Lodo Schifani-bis, anzi il Lodo Alfano, anzi il Dolo Berlusconi sarà sulla Gazzetta Ufficiale, l'Italia sarà l'unica democrazia al mondo in cui quattro cittadini sono «più uguali degli altri» di fronte alla legge. Un privilegio che George Orwell, nella «Fattoria degli animali», riservava non a caso ai maiali. E che, nell'Italia del 2008, diventa appannaggio dei presidenti della Repubblica, del Senato (lo stesso Schifani), della Camera e soprattutto del Consiglio. I massimi rappresentanti delle istituzioni, che nelle altre democrazie devono dare il buon esempio e dunque mostrarsi più trasparenti degli altri, in Italia diventano immuni da qualunque processo penale durante tutto il mandato, qualunque reato commettano dopo averlo assunto o abbiano commesso prima di assumerlo.
Compresi i reati comuni, "extrafunzionali", cioè svincolati dalla carica e persino dall'attività politica. Anche strangolare la moglie, anche arrotare con l'auto un pedone sulle strisce, anche stuprare la colf o molestare una segretaria. O magari corrompere un testimone perché menta sotto giuramento in tribunale facendo assolvere un colpevole. Che poi è proprio il caso nostro, anzi Suo. Come scrisse il grande Claudio Rinaldi sull'"Espresso" a proposito del primo Lodo, «un'autorizzazione a delinquere».
La suprema porcata cancella, con legge ordinaria - votata in un paio di minuti dal collegio difensivo allargato del premier imputato, che ha nome "Consiglio dei ministri" - l'articolo 3 della Costituzione repubblicana. Che recita: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali...». La questione è tutta qui. Le chiacchiere, come si dice a Roma, stanno a zero. Se tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge, non ne possono esistere quattro che non rispondono in nessun caso alla legge per un certo numero di anni in base alle loro "condizioni personali e sociali", cioè alle cariche che occupano. Se la Costituzione dice una cosa e una legge ordinaria dice il contrario, la legge ordinaria è incostituzionale. A meno, si capisce, di sostenere che è incostituzionale la Costituzione (magari prima o poi si arriverà anche a questo). Ora, quando in una democrazia governo e parlamento varano una legge incostituzionale, a parte farsi un'idea della qualità del governo e del parlamento che hanno eletto, i cittadini non si preoccupano. Sanno, infatti, che le leggi incostituzionali sono come le bugie: hanno le gambe corte. Il capo dello Stato non le firma, il governo e il parlamento le ritirano oppure, se non accade nessuna delle due cose, la Corte costituzionale le spazza via. Ma purtroppo siamo in Italia, dove le leggi incostituzionali, come le bugie, hanno gambe lunghissime. Non è affatto scontato che il presidente della Repubblica o la Consulta se la sentano di bocciare il Lodo-bis. A furia di strappi, minacce, ricatti, vere e proprie estorsioni politiche, il terrore serpeggia nelle alte sfere (che preferiscono chiamarlo "dialogo"). E anche la Costituzione è divenuta flessibile, anzi trattabile. Un mese fa è passata con tutte le firme e le controfirme una legge razziale (per solennizzare il 60° anniversario di quelle mussoliniane) denominata "decreto sicurezza": quella che istituisce un'aggravante speciale per gli immigrati irregolari. Se fai una rapina e sei di razza ariana e di cittadinanza italiana, ti becchi X anni; se fai una rapina e sei extracomunitario, ti becchi X+Y anni. Vuoi mettere, infatti, la soddisfazione di essere rapinato da un italiano anziché da uno straniero. E il principio di uguaglianza? Caduto in prescrizione. Stavolta è ancora peggio, perché non è in ballo il destino di qualche vuccumpra', ma l'incolumità giudiziaria del noto tangentaro (vedi ultima sentenza della Cassazione sul caso Sme-Ariosto) che siede a Palazzo Chigi. Infatti è già tutto un distinguo, a destra come nella cosiddetta opposizione, sulle differenze che farebbero del Lodo-bis una versione "migliore" del Lodo primigenio. Il ministro ad personam Angelino Jolie assicura che, bontà sua, «la sospensione dei processi non impedisce al giudice l'assunzione delle prove non rinviabili, la prescrizione è sospesa, l'imputato vi può rinunciare. La sospensione non è reiterabile e la parte civile può trasferire in sede civile la propria pretesa». Il che, ad avviso suo e di tutti i turiferari arcoriani sparsi nei palazzi, nelle tv e nei giornali, basterebbe a rendere costituzionale la porcata. Noi, che non siamo costituzionalisti, preferiamo affidarci a chi lo è davvero (con tutto il rispetto per Angelino e il suo gemellino Ostellino), e cioè all'ex presidente della Corte costituzionale Valerio Onida. Il quale, interpellato il 18 giugno da Liana Milella su "la Repubblica", ha spiegato come e qualmente chi cita la sentenza della Consulta che nel 2004 bocciò il primo Lodo e sostiene che questo secondo la recepisce, non ha capito nulla: «La prerogativa di rendere temporaneamente improcedibili i giudizi per i reati commessi al di fuori dalle funzioni istituzionali dai titolari delle più alte cariche potrebbe eventualmente essere introdotta solo con una legge costituzionale, proprio come quelle che riguardano parlamentari e ministri... La bocciatura del vecchio lodo nel 2004 da parte della Consulta è motivata dalla violazione del principio di uguaglianza dei cittadini quanto alla sottoposizione alla giurisdizione penale». L'unica soluzione per derogare all'articolo 3 è modificare eventualmente la Costituzione (con doppia lettura alla Camera e doppia lettura al Senato, e referendum confermativo in mancanza di una maggioranza dei due terzi). E non con una legge che sospenda automaticamente i processi alle alte cariche: sarebbe troppo. Ma, al massimo, con una norma che ­ spiega Onida - «introduca una forma di autorizzazione a procedere che consentirebbe di valutare la concretezza dei singoli casi. Ragiono su ipotesi, perché gli ‘scudi' sono da guardare sempre con molta prudenza... La sospensione non dovrebbe essere automatica, ma conseguire al diniego di una autorizzazione a procedere. E comunque la legge costituzionale resta imprescindibile». Insomma, quando Angelino Jolie sbandiera la «piena coincidenza del Lodo con le indicazioni della Consulta», non sa quel che dice. La rinunciabilità del Lodo non significa nulla (comunque Berlusconi, l'unico ad averne bisogno, non vi rinuncerà mai: altrimenti non l'avrebbe fatto). E la possibilità della vittima di ricorrere subito in sede civile contro l'alta carica che le ha causato il danno, se non fosse tragica, sarebbe ridicola: uno dei quattro presidenti si mette a violentare ragazze o a sparare all'impazzata, ma i giudici non lo possono arrestare (nemmeno in flagranza di reato), nè destituire dall'incarico fino al termine della legislatura; in compenso le vittime, se sopravvivono, possono andare dal giudice civile a chiedere qualche euro di risarcimento... Che cos'è: uno scherzo? L'unica differenza sostanziale tra il vecchio e il nuovo Lodo è che stavolta vale per una sola legislatura: non per un premier che viene rieletto, nè per un premier (uno a caso) che passa da Palazzo Chigi al Quirinale. Ma ciò vale fino al termine di questa legislatura. Dopodiché Berlusconi, una volta rieletto o asceso al Colle, potrà agevolmente far emendare il Lodo, sempre per legge ordinaria, e concedersi un'altra proroga di 5 o di 7 anni.
A questo punto si spera che il capo dello Stato non voglia cacciarsi nell'imbarazzante situazione in cui si trovò nel 2004 Carlo Azeglio Ciampi: il quale firmò (e secondo alcuni addirittura ispirò tramite l'amico Antonio Maccanico) il Lodo, e sei mesi dopo fu platealmente smentito dalla Corte costituzionale. Uno smacco che, se si dovesse ripetere, danneggerebbe la credibilità di una delle pochissime istituzioni ancora riconosciute dai cittadini: quella del Garante della Costituzione. Quando una legge è manifestamente, ictu oculi, illegittima, il capo dello Stato ha non solo la possibilità, ma il dovere di rinviarla al mittente prima che lo faccia la Consulta. In ogni caso, oltre al doppio filtro del Quirinale e della Consulta, c'è anche quello dei cittadini. Che, tanto per cominciare, scenderanno in piazza a Roma l'8 luglio contro questa e le altre leggi-canaglia. Dopodiché potranno raderle al suolo con un referendum, già preannunciato da Grillo e Di Pietro. Si spera che anche il Pd ­ se non gli eletti, almeno gli elettori ­ vi aderirà. Secondo Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd al Senato, «il Lodo deve valere dalla prossima legislatura». Forse non ha pensato che così il Caimano si porterebbe dietro lo scudo spaziale anche al Quirinale.

Ansia? Stress? tensione quotidiana ? Capelli che diventano bianchi quasi a vista d'occhio? Notti insonni?
Per trovare il rimedio è fondamentale individuare le cause del proprio, o addirittura dei propri, malesseri. La rivista statunitense Forbes ha recentemente stilato una classifica, creata avendo in considerazione la società americana ma ritengono che sia possibile essere applicata anche all'Italia, delle fonti di stress : al primo posto svetta il denaro, sia a livello nazionale legato ai soldi

Senza titolo 646

  29 / 06 / 2008 / S. PIERTRO E S. PAOLO !  MERAVIGLIOSI AUGURI DALL'ESPLORATORE !  :-)


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Ho fatto l'amore con te...


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Ho fatto l'amore con te ..
che sensazione strana scrivertelo.
Ascolterò la tua voce ancora?
Scivolerai le parole sulle mie labbra,
sul mio volto.
Un velo trasparente
coprirà il corpo mio
immagine bruna, pelle color bronzo
mi si avvicina sempre più
premendo il suo piace contro
il ventre mio,
cadendo lentamente
in un avvolgimento di passioni,
fantasiose sempre di più tua.


by donatella camatta








La follia è il più eminente meccanismo di difesa





dalla  cdv  girovita.splinder.com/ che  descrive bennissimo i suoi stati d'animo le sue emozioni attraverso le sue  foto in particolare ,almeno fin ora ,  questa
 andate  a   vedere il  suo blog  e il suo album fotografico online   e  a  a  commentare i suoi post  ne vale  realemnte la pena , ne  rimarrete stregati e non la  lascerete più ,  a me è successo cosi

Non confondere relitti con rose!



1.jpg




Non confondere relitti con rose!





Anime contorte che sofferenza
spunta sentenza,
pieghe amare solcano il viso tuo
non roder veleni in cuore
senza allonatanar la mente in immagine
cosi sessuale ,dolce di donna !
Superare i tempi antichi
trasformarsi in futurista
progressista con basi solide !
Smuovi non solo il piacere egoistico
ma il vivere libero
vola come colomba fra incanti
cantesimi del gioco bimbesco
e gioviale che c'e' sempre
in ogni
umano.
Spezza catene
prigioniero non sentirti
lancia voce fra colori
e dolori.



LE ANIME BELLE ESISTONO E RESISTONO ... Lei si chiama Chiara Trevisan, ha 46 anni e di mestiere legge libri agli sconosciuti.

  da   Mauro Domenico Bufi    21 dicembre alle ore 11:05   il suo carretto carico di libri, frasi, parole, storie. In testa un buffo cappell...