20.3.09

Senza titolo 1389

  VI PIACEVA LA CANZONE LUNA !  DI GIANNI TOGNI ?  :-)


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come non uccidere i radaggi ed evitare agresioni all'uomo .

Con  il post  d'oggi rispondo a chi nsi chiede perchè  ,non so   intervenuto , neppur e commentando  , sui fati di Modica  e  sulle  altre  aggressioni da  parte  dei   cani  randagi  .

La  risposta  è semplice  : 1)  l'argomento era  già stato trattato  da   altri  utenti   e  non avevo niente  d'aggiungere  che non fosse mediocrità e  banalità  ., 2)  per  motivi  di studio e  di connessione  ., 3) perchè sto cercando  d'accettare  il  fatto inevitabile   dui tutte le opere  d'arte   che non sempre  si può  parlare  di tuttto cosi come  non   per parafrasare iuna strofa  di   una  famosa  canzone (  non cito il titolo  perchè  lo citato più  di una  volta  ed  è  nosta  ed  arcinota   anche a  chi non  l'ha   mai ascoltato  )   di Guccini   :  <<  di stare ad ascoltare,chiunque ha un tiramento >> ma  chi la  vuole  ne trova qui il testo .


Ispirato da  questo sms  pubblicato  nella  pagina  lettori die Il  nord  sardegna del 19.03.2009 


 L` unico e vero animale randagio è e sarà sempre l`uomo che con i suoi comportamenti ha permesso che accadessero queste disgrazie. roppo facile ora prendersela con quei cani, ricordiamo che loro seguono gli istinti e quindi le necessità.. l'animale uomo in pi dovrebbe avere un cervello.

Fido

    da  chinonmuoresirilegge.splinder.com/post/20121089/ATTENTI+AL+CANE.


e   ho deciso   , nonostante  fossi titubante  per i motivi  sudetti a  parlare   di tale  argomento  .
Ma  prima  di   descrivere  il mio modello di legge   sul problema  del randagismo e sull`aggressivita` dei cani   riporto  qui un  articolo da repubblica  del 18.  c.m








Maltrattati e chiusi in un lager per questo ora odiano l' uomo


Repubblica — 18 marzo 2009 pagina 14 sezione: CRONACA
ROMA - «Sono cani maltrattati che hanno vissuto storie terribili, spesso rinchiusi in strutture lager, e per questo diventano aggressivi». Roberto Marchesini, docente di scienza del comportamento animale a Pisa e direttore della Scuola d' interazione uomo - animale, commenta le aggressioni in Sicilia. Quanto gioca l' effetto branco nel creare un rischio aggiuntivo? «Aumenta notevolmente il pericolo perché crea un accumulo di tensione. Abbiamo a che fare con animali che sono stati abituati alla presenza dell' uomo e non possono allontanarsi perché cercano il cibo vicino alle case, alle discariche, ai bidoni dell' immondizia, ma al tempo stesso temono gli esseri umani perché hanno subito molte violenze». Cosa bisogna fare se ci si trova di frontea cani di questo tipo? «La prima regola è non scappare, non muoversi in fretta. Correreè come lanciare una palla davanti al cane: si stimola l' istinto predatorio che non è necessariamente legato all' uccidere ma è ugualmente pericoloso. Il cane scatta, rincorre la preda e l' afferra con la bocca. Poi magari non stringe, ma intanto se la vittima è a terra si può trovare con parti vitali esposte, a rischio anche di fronte a una pressione modesta dei denti». Non scappare. E poi? «Non agitare le braccia, non urlare e non guardare negli occhi l' animale che prende questo atto come una sfida. Bisogna stare calmi, muoversi molto lentamente, magari dando il fianco a una parete in modo da non cadere se il cane salta. In sostanza si deve far finta di non essere lì, disinnescare la tensione con l' assenza virtuale». Mica facile con quattro o cinque cani ringhiosi davanti. «È la maniera migliore per diminuire il rischio. Se il branco non si sente sfidato, se non vede qualcuno comportarsi come una preda, è probabile che vada via». - (a. cian.)


Se  io fossi un  legislatore  , <<  (....)  se fossi stato al vostro posto...\ ma al vostro posto non ci so stare ...    >> come diceva    De  andrè   ,  per questo in questa  canzone il fenomeno  del randagismo  lo affronterei  cosi 

1)  Si a sterilizzazioni , ma  doipo la  prima cucciolata
2)   divieto d'incroci   fra  specie  pericolose 
3)    guinzaglio   obbligastorio 
4) museruola  solo quando il cane  manifestata    segni di pericolo
5 ) divieto  di taglòiare   code  e  orecchie   e altri modificazioni del  loro corpo
6)  divieto di detenere   e custodire  cani pericolosi   a gente  , specie  se  recidiva  , con  precedenti  penali   per  vilolenza  , aggressioni   ,  e  contro il patrimonio 
7)   defiscalizazzioni  a  tutti i B&B , hotel  , pensioni ,. villaggi turistici   che   permettono  ospitalità    anche  per  gli animali .,  che i canili possano ospitare  il tuo cane  o gfatto  per   il tuo periodo  di vacanza  . 
8)   fare  come in  ospedale per  una  nascita  indesisderata  , cioè   tu  non vuoi   o  non puoi tenere il  cuccioli del tuo cane   o del  tuo gatto  , allora    sei  obbligato  a  darli ad  un canile    municipale  o privato e  vengono  dati  subito a  chi  ne  fa  richiesta  . la  stessa  cosa   se  non  vuoi  più quel cane   o gatto
9 )  i  canili  o negozi di animali   che vendono o permettono l'adozione  di cani  \  gatti diano  u nlibretto   su come educarli  ed evitare che aggrediscomno  gli altri  (  vedere  articolo sopra  riportato  )  o  comportarsi   nel caso  ,  visto  che  l'inciviltà dell'abbandono e sempre in nagguato    con un cane randagio  .


Senza titolo 1388

  QUESTO E' UN VECCHIO APE DEGLI ANNI 70 !  VE LO RICORDATE ?  :-)


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Per Ilaria

rosa (3)                                                                            Immagine di franca bassi.


 Nella purezza di questo roseto, dobbiamo ricordare Ilaria Alpi, ha scritto per noi lasciando la sua vita.


Ho trovato in un
profumato
bianco roseto
il tuo amore puro.


framca bassi

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  QUESTO E' UN VECCHIO COLTELLO DA CUCINA !  L'AVETE MAI VISTO ?  :-)


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19.3.09

i preservativi che piacciono al vaticano

                       da  www.splinder.com/mediablog/zigotecomics

Senza titolo 1385

  L'AVETE LETTA LA FIABA IL LEONE INGRATO ?  :-)


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Senza titolo 1384

  VE LO RICORDATE IL FILM INTERVISTA ?  :-)


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La festa del padre


Anniversario. Il 19 marzo 1994 cadeva di sabato. Lo ricordo benissimo perché, il giorno dopo, il placido, mite e sonnacchioso cristianesimo della nostra cittadina di provincia subì una sferzata imprevista. "Assassinato in chiesa", titolarono a caratteri cubitali i maggiori quotidiani. L'assassinato era don Giuseppe Diana, don Peppe per gli amici. Non era la prima volta: nel settembre '93 l'aveva preceduto un suo omonimo, don Pino Puglisi; e poco tempo era trascorso dal martirio di mons. Oscar Romero, in un Salvador così maledettamente uguale al nostro Sud.




A lui, ne sono sicura, non piaceva la definizione "prete anticamorra"; e lo stesso potrebbe dirsi di don Puglisi e monsignor Romero. Un prete "anticamorra" (o antimafia, antidittatura, antirazzista ecc.) è infatti, o dovrebbe essere, una tautologia. Un prete "anticamorra" è un prete che fa il prete.





A don Peppe bastava la Bibbia. "Per amore del mio popolo non tacerò", aveva letto da Isaia, e così abbiamo udito ripetere tante volte anche noi, da monotoni pulpiti. Solo che, a differenza nostra, la fede di don Peppe non era un pezzo d'antiquariato, ma materia turgida, vulcano ribollente, spasmo incontenibile. Da gridare sui tetti, come tutte le verità trapassate dall'amore. La Bibbia era divenuta libro di carne e d'ossa, sangue vivo. Al punto da trasformare quel versetto nel suo testamento spirituale, che ancor oggi interpella, abbatte e consola. Non ci ardeva forse il cuore nel petto, quando ascoltavamo le sue parole?


Don Peppe non portava il clergyman, ha ricordato Roberto Saviano. Mica per puerile ribellismo, mica per accattivarsi qualche velleitaria simpatia radical-chic. E' che quella roba probabilmente sembrava, anche a lui, una tautologia. Un inutile impiccio. Una palandrana che gl'impediva i movimenti. Al più poteva star bene in un museo, in qualche quadro d'epoca, ecco. Forse non ci pensava nemmeno. Aveva altro per la testa.



Il 19 marzo era la sua festa. La festa di don Peppe, ossia, di padre Peppe. Ad altri padri, piccoli padri, padrini, quella sua paternità non piaceva. Troppo schietta, troppo fastidiosamente femminea nella sua pertinace visceralità di curarsi degli altri, di volerli crescere adulti, liberi, indipendenti e tesi, dritti in faccia. Impertinenti. Così hanno voluto cancellargliela, la faccia, alle 7.30 di quindici anni fa.


Ma non ci sono riusciti.


Censimenti. "In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo" (Lc 2, 1-7). Un altro brano della Bibbia ci presenta un altro padre, il padre: anch'egli Giuseppe, anzi, soprattutto lui. Un padre discacciato dalla sua terra, un padre anche decisamente strano, che a differenza dei padri suoi contemporanei non parla mai, non alza mai la voce, non giudica, non condanna. Ha una sposa incinta d'un figlio non suo, che sia vergine non lo crede nessuno, tranne naturalmente lui, che probabilmente, le sole volte in cui ha aperto bocca sono state per dialogare con la moglie. Magari per chiederle consigli. Pure questo strano, più che altro inaudito: un uomo del suo tempo, e chissà quanti del tempo attuale, cos'ha mai da dire a una donna? E a una donna di quello stampo, poi? Il figlio ancor più strano si spingerà addirittura oltre, come sappiamo.


La strana famiglia si mette dunque in viaggio per essere censita. Cioè, denunciata. Accade nella Palestina sotto il dominio romano, accade agli ebrei nei Paesi occupati dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale, accade ai rom italiani di cui si pretendono le impronte digitali: coi delinquenti in nuce, non si sa mai! Accade agli immigrati clandestini per i quali è previsto un trattamento peggiore: l'obbligo per i medici di denunciarli alle autorità di polizia. Per loro non c'è posto all'ospedale, figurarsi in albergo. Però, qualche samaritano non ci sta: l'amico Raffaele Mangano mi segnala che esistono, sono tanti, sono anonimi, sono pugnaci. Sono le mani silenti che restituiscono i figli invisibili ai padri rapiti.


Ma cosa dire se persino alcuni esponenti di quelle forze che più favoriscono la disgregazione delle famiglie e la morte del padre si oppongono a certe infamie? Questo: che Dio, malgrado tutto, non ha abbandonato il cuore a sé stesso.


Gli auto-esiliati. Siamo sempre e solo noi che ci allontaniamo. "Una cosa è parlare sorvolando l'Africa a bordo di un aereo, un'altra è vivere tutti i giorni a contatto con chi di Aids muore e con chi, sebbene sieropositivo, cerca di vivere una vita normale - afferma dall'Etiopia suor Laura Girotto, dopo i fulmini di Ratzinger sui diabolici preservativi ("Non servono per combattere l'Aids, anzi, aumentano i problemi", ha sproloquiato, attirandosi il biasimo di qualsiasi persona con un minimo di raziocinio). La religiosa prosegue: "Non si può dire a una coppia di ventenni, di cui uno sieropositivo, che non dovranno più manifestare il loro amore anche attraverso la tenerezza. L'amore fisico non ce lo siamo inventato, ce l' ha dato il buon Dio. E allora in quel caso il profilattico è una sicurezza, consigliarne il suo uso non è più un fatto morale, ma una questione di buon senso". E il card. Dionigi Tettamanzi, attuale arcivescovo di Milano, da tempo ha inserito nei suoi scritti la clausola della "legittima difesa": cioè il diritto del coniuge cattolico di usare il profilattico o di esigerlo se il proprio partner è a rischio o infetto. Il punto, però, è proprio questo: l'amore fisico come dono di Dio. Ratzinger non riesce proprio, a considerarlo tale. Il sesso, per lui, resta peccato.


Anche "papa" significa padre. Di più: babbo. Ma il padre, per Benedetto XVI, non s'identifica con l'uomo bensì col maschio. Lo ha pure scritto: "Madre non è un appellativo col quale rivolgersi a Dio", a rimarcare una differenza sessuale così insuperabile da risultare eterna, addirittura indispensabile per l'accesso in Paradiso.


Gerusalemme: mosaico sull'altare del Dominus Flevit, dove Cristo viene rappresentato come una chioccia attorno ai pulcini. L'edificio è a forma di lacrima.





Eppure: "Ho contato tutte le tue ossa, ti conoscevo ancora prima che tu fossi formato nel grembo materno", recita il salmista. Ma non mi spingo nemmeno troppo oltre: la smentita al padre-maschio Ratzinger viene, a sorpresa, proprio da un giornalista a lui vicinissimo, Vittorio Messori, in un vecchio articolo da lui probabilmente dimenticato.


Povero, casto Papa-maschio. Nella sua residenza principesca, con le sue mani nivee, protetto dal preservativo del suo diritto canonico, cosa gli tocca subire!


La salvezza dai "diversi". Pochi anni fa destò giusta indignazione il rifiuto d'un vescovo di celebrare il matrimonio d'un disabile (e, per quanto possa esser stata condivisa, a me la decisione continua a sembrare inconcepibile e crudele). Ora a cercare l'anima gemella è Pablo, un Down spagnolo fresco di laurea in scienze dell'educazione che pare aver le idee molto chiare su svariati argomenti. Auguri, chissà mai che tu non possa diventare anche un ottimo padre. Un padre vero, intendo: non un semplice maschio.


I padri veri non temono le diversità e Obama, contrariamente al timorato Bush, sembra non avere esitazioni nel perorare la causa delle persone omosessuali. Qui in Italia, invece, dar loro una lezione, specie se portatori di handicap, è diventato un titolo di merito, quasi come stuprare una femmina. Se non fosse stato per altri samaritani...: lo annota Gianni Geraci in una sua lettera aperta.



Quanto risaltano, vive, le parole di Dio, e quanto siamo incapaci di decifrarle noi, anime morte.


Daniela Tuscano






























Auguri - 1

    

img242                     Immagine di franca bassi "San Giuseppe"



Ringrazio gli amici e tantissimi auguri a tutti i papà e a  i Giuseppe.


San Giuseppe


Tutti li regazzini de rione "Trionfale"
er giorno de la festa der Santo Patrono
giocàveno a nisconnarèllo
addiètro le bancarelle
in attesa de pijà ar  volo 'na fritella.
Pe' tutto er rione  fino a notte fonna
c'era 'n' odore d' ojo fritto
e profumo bono de frittelle.
Li  frittellari  sembraveno giochojeri
co' er fòngo bianco su la capa
'na parannanza impataccata
co' li  bastoni drénto quer pentolone
sverti  co' granne maestria
giraveno giraveno le  sore frittelle
e tutti in coro cantaveno:
"frittelle...magnate 'ste frittelle bone!"
sembraveno fattucchieri che uscìveno
da drénto 'na nuvolata d'ojo  fritto
co' 'sti bastoncini appuntiti
svérti t'infilàveno 'ste pore frittelle
un tuffo drénto 'na cartata
de zucchero nòtaveno
pronte pe' esse magnate
da un branco affamato de regazzini.
Era  bella la  festa der Santo Patrono!
noi la chiamavamo la festa de:
"San Giuseppe er frittellaro"
sverti co' li sordi su le  mano p'acchiappà
l'urtima frittella calla e profumata.


franca bassi




                        

Senza titolo 1383

  L'AVETE LETTO IL LIBRO IL DESTINO DEL CACCIATORE ?  :-)


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18.3.09

Senza titolo 1382

  VI PIACE LA CANTANTE JENNIFER HUDSON ?  :-)


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Qui non si denuncia nessuno












Il cartello appeso all'ingresso



Questo cartello è appeso in bella evidenza all'ingresso di uno studio medico di Roma! Bisogna sapere che non ci sono solo le ronde leghiste e le leggi che qualcuno chiama erroneamemte fasciste. In realtà si tratta di disposizioni ottuse-becere- demenziali. Come l'idea che i prefetti controllino le banche. Magari potremmo far seguire i giornalisti dai sacrestani, i giudici dai bidelli, gli attori dai vigili, gli scrittori dai pompieri, i medici dalle guardie forestali.

Accanto a un' Italia cialtrona che si diverte con le barzellette da trivio del capataz, ce ne è un'altra civile e dignitosa. Fa bene saperlo.


Raffaele Mangano

Tanti auguri! - 1



Compie un anno la mia convivenza con Zero, il piccolo canarino giallo trovato sul balcone il 18 marzo scorso. Da tempo ormai il pennuto ha una compagna, L'Una (con lui nella foto). Piccoli non ne son nati, ma la coppia pare salda. Vivono nella semplicità dell'aria pura, in un fraseggio sospeso tra le nubi, e in altre cose leggere e vaganti.


Daniela Tuscano















***



N. B.: BANG!. Il sen. Orsi (!) "liberalizza" la caccia. Quando l'uomo si fa bestia, il creato è sovvertito.







Gavino ganu genio creativo

L'artista  Gavino Ganau organizza   una sua  esposizione  dal  21 marzo 2009 ore 18.00 al 28 marzo 2009 alle ore 20.30 a bonaire contemporanea  via Principe Umberto, 39 Alghero 


                             Almost Heaven, acrilico su tela, 100 X 100 cm 
                                presa  dal  suo album su facebook
                                altre opere   su www.gavinoganau.com/



“Speciale case” personale di Gavino Ganau, racconta le ultime fasi della sua ricerca, nella transizione dal bianco e nero al colore.
Pittura neofigurativa, finora esclusivamente in bianco e nero, alimentata attraverso il le  confronto con i linguaggi mass-mediali e le icone popolari della contemporaneità, si confronta con la nuova produzione a colori dove i protagonisti sono gente comune di ogni parte del mondo.

Come scrive Roberta Vanali nel testo della mostra “across”, al Laboratorio 168 a Cagliari “ La mostra si connota come pretesto per mettere insieme alcune tele che fanno capo ad un momento di transizione dove l’elemento fondante risiede proprio nel passaggio - non solo cromatico – tra due differenti metodologie pittoriche e concettuali. Non più celebrazione dell’icona legata allo star system o ai media, nè convulsa azione da thrilling cinematografico o aggressività e sfida da parte dei protagonisti, bensì persone comuni immerse tra le atmosfere delle strade di grandi agglomerati metropolitani. Ma non per questo pittura dai toni più pacati. Dal connubio tra l’intensità della pittura e l’immediatezza della fotografia, l’artista affronta inquadrature a mezzo busto, talvolta riprese dal basso, che permettono sempre uno sguardo alla metropoli per raccontare storie di quotidiana follia. Il volto di città congelate in atteggiamenti di comune normalità. Abitate da individui in balia del disagio umano, alla frenetica ricerca di un ruolo all’interno della società. Chiusi nella loro condizione di incomunicabilità e dove il paesaggio metropolitano ha la stessa importanza della figura umana e senza di essa non può esistere.

...c'è un posto nel mondo.

 

…c’è un posto nel mondo

dove ogni cosa diventa fantasia,

come camminare…in alto!

sopra alle nuvole,

dove i raggi del sole ,filtrano tra i rami

per poi posarsi

sulla tua pelle rosa…

 

…dove i prati

sono sempre in fiore,

dove l’acqua

sgorga

da piccole sorgenti…

 

…c’è un posto nel mondo

dove va la mia testa,

e fissa il vuoto:

lo strazio di una attesa,

per  un amore

che mai farà ritorno…

 

…e tu mi appari ,

sei lì !

lì, tutta sola,

aspetti il mio cenno

il mio braciere,la mia fonte di vita,

il mio sangue che si incendia

e ti penetra nelle  vene…

 

…c’è un posto nel mondo

dove i desideri, sono ultimi a morire,

e i papaveri ,sono sempre in fiore,

il grano sfama, i piccoli bambini…

 


solo tu

conosci la strada

la sola!


Il poeta narratore.

Senza titolo 1381

Essere se' stessi  non  è sempre  facile  ma  è il segreto della felicità ....  ecco la filosofia di Arisa   vincitrice  di San  Remo Giovani 2009 

Non adeguatevi alla massa  enfatizate il vostro essere diversi dagli altri  non per forza  o perchè la massa  sia  per  forza negativa   , ma perchè cosi   dimostrerete  coime quanto siete preziosi   e speciali   .  " Ognuno   ha  quyalcosa dentro se   e basta cercarla   veder  di trovartla   bcapire  dov'è  .. "   ( pensa cosi  ) .
E se ciascuno  di noi  fosse fiero del suo   essee unico  , nel mondo ci sarebbe più occasione   di crescita   e tutti noi saeremo  soddisfatti di noi stessi  .  

Senza titolo 1380

  VI PIACEVA LA CANZONE BELLA DA MORIRE !  DEGLI HOMO SAPIENS ?  :-)


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Senza titolo 1379

  QUESTA E' UNA VECCHIA JAGUAR E CABRIOLET !  L'AVETE MAI VISTA ?  :-)


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17.3.09

la siciliana ribelle di marco ameta crea ancora polemiche

Nell'ambito dell'incontro 'La verità su Rita', organizzato ieri alla Fnsi di Roma dall'Associazione Antimafie Rita Atria, i familiari hanno chiesto che vengano eliminate dal finale del film le scene di repertorio sul funerale della ragazza e su una festa privata cui partecipò, poiché non vogliono che "La siciliana ribelle venga presentata come la vera storia di Rita Atria . ora io mi chiedo perchè il regista se si lamentws : << "Prima si afferma che il mio film, La siciliana ribelle, non rispecchia la vera storia di Rita Atria, quindi mi viene impedito l'accesso alla sala per partecipare al dibattito". E' lo sfogo del regista Marco Amenta che, per circa un'ora e mezza, è rimasto all'ingresso della Federazione Nazionale Stampa Italiana, a Roma, dove si è svolto l'incontro 'La verità su Rita", organizzato dall'Associazione Antimafie Rita Atria, peraltro annunciato nei giorni scorsi. "Mi è stato detto che il dibattito - a cui hanno partecipato anche i familiari di Rita - è riservato alla stampa, ma non ho visto entrare solo giornalisti. Lo trovo assurdo", precisa Amenta. >> ( news.cinecitta.com/news.asp ) . Ora mi chiedo perchèmil signor Amenta ha diffidato Pino maniaci della trv antimafia telejato costringemndolo a rimuovere sia dal suo sito sia da youtube lil video intervista in esclusiva a Piera Aiello , ma non ha nè minacciato di diffida nè denunciato la rivista antimafiaduemila  (  qui l'articolo  )  che   già  prima     che  il caso   fosse  cosi esteso avevano, in contemporanea  a telejato  detto  le  stesse cose  dette da  rita  atria   in quell'intervista  .  forse perchè  su telejato viene mostrato il foglio firmato  dallo stesso regista  ?Le tre richieste riguardano, ha spiegato il legale, il rispetto dell'accordo sottoscritto con Piera Aiello a non diffondere in Italia il documentario prodotto dallo stesso regista: ''Diario di una siciliana ribelle'' contenente materiale documentario filmato in cui sarebbe riconoscibile la stessa signora Piera, la restituzione dello stesso materiale e la cessazione del suo utilizzo e, infine, il 'taglio' dal film della parte finale, che fa esplicito riferimento alla vita di Rita Atria. ''Questo perche' - ha spiegato la Aiello, il film non ha nulla di vero rispetto alla vicenda umana di Rita, anzi contiene una serie di inesattezze e bugie che non possono far passare il personaggio per quello di mia cognata''.Inoltre dichiara  repubblica del 17\3\2009 : << (..)..a per chiarire una volta per tutte che quella raccontata non è una vicenda vera, c.e Rita non ha mai assistito ad alcun fatto di sangue e non è mai entrata in un' aula di tribunale e che, soprattutto, non può essere confusa con una pentita, sarebbe il caso di far sparire dal montaggio finale certe immagini».(...) >>''Della mia vicenda - ha raccontato la Aiello - si sono interessate molte persone, anche Marco Amenta che mi fu presentato dal maresciallo Mario Blunda. Ho sempre avuto a cuore la memoria di mia cognata Rita e che questa restasse viva e non fosse dimenticata. Per questo accettai di dare, assolutamente in modo gratuito, il materiale a mia disposizione per un documentario che pero' lo stesso Amenta ci garanti', mettendolo per iscritto, sarebbe uscito solo all'estero. Ma questo non e' poi avvenuto perche' il signor Amenta ha provveduto a diffonderlo anche in Italia ed in esso vi sono immagini che, per cio' che mi riguarda, mi rendono comunque identificabile''.La stessa testimone, che oggi vive sotto false generalita' in un luogo segreto, ha, infatti, rivelato di essere stata addirittura riconosciuta da una persona proprio nella localita' segreta nella quale oggi risiede sotto protezione, aggiungendo che il documentario, prima di essere ritirato, ha potuto girare indisturbato sia su You Tube che su Google.''Questa vicenda - ha poi aggiunto Piera Aiello, a cui la mafia ha ucciso il marito - sta mettendo a rischio la mia vita. Io non ce la faccio e non voglio piu' ricominciare tutto da capo come feci quando iniziai a fare la testimone di giustizia. Allora preferisco tornare a Partanna e farmi ammazzare. Quello che voglio e' solo essere lasciata in pace anche perche' questo tipo di riflettori non mi interessano''Pronta la risposta del regista Marco Amenta. ''Oggi - ha detto ai giornalisti - non mi hanno consentito di partecipare alla conferenza stampa tanto che ho chiamato la polizia che ha accertato i fatti. Il mio film si basa su una storia liberamente ispirata alla vita di Rita Atria che mi sento di non aver oltraggiato ma, anzi, che ho contribuito a far conoscere. Per quanto riguarda i rischi legati alla sicurezza della signora Aiello faccio solo presente che sia il documentario che il film, se fossero stati pericolosi, sarebbero stati bloccati dal servizio di protezione della polizia di cui la signora Aiello puo' disporre. Infine - ha concluso il regista siciliano - invito tutti a superare le beghe, perche' le battaglie interne non giovano all'antimafia, come ai tempi di Falcone e Borsellino''.  Allora incominci lei  ritirando  dale  sale  il film  e poi  rimetterlo dopo aver oscurato   le immagini  in cui si vede riconoscibile  rita  anche   se  fornite  dalla polizia  come dice  lei o dategli  dala stessa  rita . Mettendo una nota  all'inizio del filom  , come quella  di Miracolo a Sant'anna ( Titolo originale Miracle at St. Anna ) di Spike Lee.  in cui si dice  che il  film è un opera reinterpretazione  ed  è deliberamente tratto  da  una vicenda  realmente accaduta   o  come il  film   documentario “La fabbrica dei tedeschi” di Mimmo Calopresti sulla  tragedia della  tyssen ,  dove il regista  su  pressanti richieste dei familiari dele vittime  ed in particolare   Rosina De Masi, ha deciso di omettere ( unja scena  secondo  lui  fondamentasle  del  film )   la telefonata  al 118 in cui si sentono le urla di suo figlio Giuseppe avvolto dalle fiamme.Lo  so  , e  non ha tutti i torti , che  l'autocensura  non è  unabella cosa  , ma   a volte  è  inevitabile  , ed  è meglio  un  taglio \ sacrificio  piuttosto che danneggiare  la vita  a   gli altri   o   aumentarne il calvario e le soffferenze  .

IMMUNITA' :-))))))


Senza commenti... eddài si scherza?!?!?!?...



IMMUNITA' ;-)

Senza commenti... eddài si scherza?!?!?!?...