6.10.12

riscoppia la Beatles mania ?

se  anche  l'ultimo n  del settimanale topolino  e  XL ( vedere  articolo sotto  pèreso direttamente da sito   ) e   questa manifestazione   a liverpool  ( preso da repubblica tv  )



The Beatles XL 80
Striscia

Striscia
Sono passati quarantacinque anni dalla prima messa in onda del Magical Mystery Tour, l’esperimento più folle e surrealista realizzato dai Beatles. Fu un flop, ma la nuova versione restaurata in dvd e blu-ray rende giustizia a un film psichedelico e rivoluzionario.XL dedica ai quattro ragazzi di Liverpool la copertina del nuovo numero di ottobre. Per celebrare questo evento e non solo: tutti i dischi dei Beatles, in versione rimasterizzata, arriveranno infatti per la prima volta in edicola con Repubblica. E ancora, per celebrare il mito, XL e Repubblica offrono ai propri lettori un libro ricco di immagini e testimonianze inedite. In The Beatles Revolution, in edicola dal 3 ottobre a 7,90 euro, le firme diRepubblica ripercorrono l’avventura del gruppo inglese che ha rivoluzionato la storia dellamusica.
Striscia
Striscia
XL di ottobre ha anche una seconda copertina limited edition, in solo 1500 copie che si potrà acquistare solo dall’1 al 4 novembre presso lo stand di XL al Lucca Comics & Games. Una cover speciale, disegnata da Tanino Liberatore di cui il magazine diRepubblica pubblica una lunga intervista in occasione dell’uscita a novembre della prima edizione integrale delle storie della sua creatura Ranxerox. Sulla cover, il “coatto sintetico” prende le sembianze di Frank Zappa, un altro mito la cui discografia viene ora ripubblicata e di cui XL offre una guida completa e un ritratto d’autore.
Ancora rock ma controverso, politicizzato e scioccante con il fenomeno Pussy Riot. Dopo la sentenza che ha condannato il gruppo punk russo per blasfemia e la mobilitazione della musica occidentale, XL ha chiesto a Nicolai Lilin, autore di Educazione siberiana un punto di vista inedito sulla vicenda. E anche il mondo dell’arte contemporanea (Andres Serrano,Marina Abramovic, Wang Guangyi) si schiera. Su XL le loro opinioni.
Di recente se n’è parlato molto: il Darkweb. Sono reti parallele a quelle tradizionali dove tutto è anonimo. Nate per comunicazioni militari e utilizzate da chi cerca spazi di libertà nei regimi oppressivi, sono finite nelle mani di pazzi, killer, cannibali e spacciatori. XL è andato a vedere e racconta ai suoi lettori un mondo sconvolgente.
Su XL di ottobre si parla anche di: Mumford & Sons, Amanda PalmerLPUmberto Maria GiardiniLe Belve di Oliver StoneGerard MalangaCall Of Duty, ricci/forte, La città dell’auto.
XL di ottobre è in edicola dal 28 settembre.

la condivisione dell'auto è il futuro della mobilità. intervista agli autori del sito blablacar.it

All'interno di un post ( non ricordo il blog e non riesco a rintracciarlo nella cronologia ) trovai qualche tempo fa questo video





interessato sia ad approfondire tali news in merito ( ne avevo sentito parlare dell'iniziativa nei paesi anglosassoni da report e se non ricordo male sulla rivista terra nuova che abbiamo nella bottega del commercio equo e solidale ) ad avere maggiori informazioni e a conoscere a 360 ° e non solo dai commenti molti dettati dai pregiudizi paure aprioristiche , ecc. ho cercato con i motori di ricerca blablacar ho trovato il sito http://www.blablacar.it/
Esplorando il sito in particolare dalla lettura delle pagine chiave ( tipiche di ogni sito e portale )  : Faq,chi siamo,primi passi, comunicati stampa del sito in questione ( potete trpovare   qui il primo,  cioè quello di quando si chiamava  ancora postoinauto  ),ecc.è un ottima anche se , ecco i molti dubbi della gente , non è free o tipo banca del tempo ( cioè tu mi dai un passaggio io ti imbianco la casa , ecc)
Infatti  inizialmente  credevo  fosse  uno di quei siti   che speculano  e  voglio trarre profitto   tali iniziative .


Ma tale mi dubbio viene sciolto da questa risposta ( sotto il resto dell'intervista ) : <<  voi dite è gratuito come mai affianco ad un elenco dei passaggi ci sono elencate delle tariffe ? 

BlaBlaCar è gratis perché iscriversi, offrire e trovare un passaggio non costa nulla. È ovvio però che ciascun conducente chieda un contributo per le spese di benzina e pedaggio, che dipende dalla distanza e che viene consigliato in automatico dal sistema. Il pagamento avviene poi direttamente in auto. >> .
Già dalla  risposta   mi sembra un ottima forma di compresso tra il gratis e il € e soprattutto fa si che riducano sprechi di risorse economiche e materiali . Infatti :  dal video  sopracitato <<Il viaggio in treno, in aereo, in auto costa sempre di più? Ora c'è una soluzione: su http://www.blablacar.it/ puoi offrire o trovare un passaggio in auto per condividere le spese e viaggiare in compagnia! >>   e << (....) la condivisione dell'auto è il futuro della mobilità Un terreno fertile: oggi in Italia si contano 36 milioni di autoveicoli e oltre l'80% dei conducenti viaggiano da soli. L'automobile è il mezzo di trasporto di gran lunga preferito: è utilizzato per oltre l'80% degli spostamenti degli italiani. 
Prendere coscienza della situazione è il primo passo in favore dell'auto condivisa. La chiave del successo: mettere in contatto, in maniera facile e veloce, i conducenti e i passeggeri. (...) >> ( da http://www.blablacar.it/blog/chisiamo ) .
Ottima iniziativa iniziativa che ancora in Italia , a differenza dei paesi anglosassoni , stenta anzi sta incominciando a prendere piede fra tentennamenti e paure . Concludo il mio post con questa veloce intervista fatta via email scrivendo all'account dei contatti del sito a voi ogni giudizio in merito 

Mentre cerco nell'email  ascolto da  facebook  in sottofondo  questa canzone dell'ultimo album di Francesco de Gregori  che per una delle  assurde  coincidenze  della vita   si chiama proprio


  


Ma  ecco che ho ritrovato  l'intervista  

come è nata questa idea ?
BlaBlaCar nasce con l'idea e con l'obiettivo di rendere più efficienti gli spostamenti in auto: meno posti vuoti in auto significa meno veicoli per strada, meno inquinamento, meno traffico e più risparmio per conducenti e passeggeri.
come mai siete passati da Postoinauto.it a BlaBlaCar ?
Siamo entrati nel network di BlaBlaCar per prendere parte ad un progetto internazionale che crede nei medesimi valori che contraddistinguevamo il progetto postoinauto.it: risparmio, ambiente, efficienza e condivisione.
che cosa offre di più il vostro sito rispetto agli altri siti per cercare ed offrire passaggi ? 
Sicurezza, affidabilità e un gran numero di viaggi disponibili.
sono mai capitate fregature , abusi ?
No. Noi svolgiamo un'attività di moderazione il più capillare possibile che scoraggia chi vuole utilizzare il sito per scopi diversi da quelli per cui è stato pensato. Inoltre il sistema di feedback e l'obbligo di registrazione fungono da ulteriore deterrente.
se m''iscrivo e decidessi d'offire un passaggio gratis andrebbe contro i canoni del sito ?
BlaBlaCar non è un servizio di autostop ma di condivisione non solo del viaggio, ma anche delle relative spese.
la vostra iniziativa vale solo per il territorio italiano ? oppure anche dall'italia all'estero o viceversa ?
BlaBlaCar è attivo in tutta Europa. Attualmente, oltre alla versione italiana, abbiamo una versione francese, spagnola, portoghese e per il Regno Unito.
Mi spiego meglio esempio mi scrivo o sono iscritto a blabalcar e devo andare da torino a cannes e \o viceversa nel vostro programma c'è un qualcosa del genere ?

Sì Giuseppe, si può fare !






5.10.12

FRANCIA: LE API SI ABBUFFANO DI M&M'S E FANNO IL MIELE BLU








Ha ragione il mio amico Antonio Deiana Son sicuro che se mangiavano peperoncino usciva miele piccante… :) nel  commentare  tale news


DA http://www.cadoinpiedi.it/

In Francia gli insetti si sono depositati su un impianto per la trasformazione degli scarti delle celebri caramelle



da  repubblica  tv


In Francia il miele è verde, ma anche marrone o addirittura blu. Le api di Ribeauvillé, regione francese dell'Alsazia, producono questo strano miele, motivo? Invece di dedicarsi ai fiori, gli insetti si sono nutriti delle caramelle colorate M&M's, fiondandosi sugli scarti di produzione accumulati all'aperto..

miele_blu1.JPG


Un vero e proprio danno, come sostiene André Frieh, il presidente dell'associazione degli apicoltori della Regione. La nuova produzione è infatti assolutamente invendibile. L'enigma è stato risolto dopo varie indagini che avevano preso in considerazione l'ipotesi di pesticidi.
Le api non avevano raccolto il nettare dal calice dei fiori, ma si erano invece depositate in prossimità di un impianto per la trasformazione degli scarti (zuccherini) della produzione dei cioccolatini colorati M&M's

riflessioni e passeggiate d'autunno




Mentre mi accingo a scrivere questo post sento dei pezzi che saranno poi la colonna sonora del post d'oggi . Ora scegliere quelli da mettere qui come video è un bel dilemma perchè i pezzi musicali e Reading ( letture in musica di poesie ) riguardano l'autunno , ma soprattutto perchè sono legato sia a ciascuna delle poesie ivi rappresentante .Per non tediarvi ne scelgo due le altre le trovate sotto forma di url


ecco le altre

http://youtu.be/MUt5M2It2CA
http://youtu.be/I-hjgQ7b9q8
http://youtu.be/ctZ4PzrBq7U




Siamo già al 5 ottobre e dovremo essere meteorologicamente ( cosa che già siamo dal punto di vista astronomico ) in autunno ma ancora visti gli sbalzi di temperatura ( esempio stamattina alle 06 \7 c'erano 8\9 gradi e qualche giorno fa c'era una bella nebbia mattutina -- vedere mia foto a destra ) nel resto della giornata si stava benissimo in maniche corte e senza maglia di sotto ) e piove pochissimo . Ha ragione l'autore della foto sotto al centro presa da facebook . Questa è insieme alla primavera la stagione che preferisco tanto da non biasimare e comprendere il pessimismo e l'amore per l'autunno e i mesi freddi  dell'amica Stefania Calledda e il post ( autunno per fortuna ) del suo sito

Ora provo a chiedermi chi lo ha detto che l'autunno sia solo triste ( 1 2 3 ) anche nella tristezza c'è la felicità fa parte della vita \ opera d'arte . E poi anche in autunno ci sono dei bei colori nella natura come la foto che trovate sotto a sinistra presa da http://travel.nationalgeographic.com/ ( le altre della galleria le trovate qui ) .
Ed è proprio in questo contesto che faccio con più piacere che in estate ( in cui è quasi tutto secco ) mentre in autunno mangio camminando o riporto a casa ( come in questo caso vedere foto sotto ) fichi selvatici o osservo le strade in cui cadono le prime foglie spesso chjiudono gli occhi ed immaginando d'essere una foglia che vola nel vento o nell'addormentarmi cullato dal brusio delle foglie che cadono da gli alberi . ( qui e nei video sopra della colonna sonora di questo post potete trovare delle bellissime immagini dei colori dell'autunno ) 
Ed è proprio in questa stagione e contesto che faccio con più piacere che in estate ( in cui è quasi tutto secco ) camminateo mangio camminando o riporto a casa ( come in questo caso vedere fra le foto sotto del mio reportage foto sotto ) fichi selvatici o osservo le strade in cui cadono le prime foglie spesso chiudo gli occhi ( per poi riaprirli quando sento arrivare una macchina che rompe questo mio viaggiare con la mente ) gli occhi ed immaginando d'essere una foglia che vola nel vento . 
Ecco il mio reportage della camminata fatta nei giorni scorsi sulla triste e famosa collina di Curraggia di cui mi riporta alla mente tristi ricordi , pur essendo all'epoca  ( era il 28 luglio 1983 ) ma certe cose ti rimangono impresse ,in mondo particolare soprattutto quando sei stato coinvolto e hai subito danni tu o la tua famiglia . Per i non Sardi ( Galluresi e tempiesi in particolare ) che non ricordano o hanno rimosso , e per i " continentali e sardi d'oltremare " la vicenda è riassunta in tutta la sua drammaticità sia in questo video fatto con foto dell'epoca e copertine dei giornali ) sia nel promo del corto  di Gianluca Medas : << Curraggia 28 luglio 18983 una ferita nella nostra memoria >>



sia  dal sito  con rassegna stampa  e  e fotografica dell'evento  su http://www.28luglio.it/ sia dalla pagina alla voce Incendio di Curraggia di wikipedia e da un post del blog del giornalista e mio utente di facebook  Francesco Giorgioni 


Ma  ora  ecco il mio reportage  fotografico  




uscita male presa ( con il cellulare  )  da  troppo lontano   e in un giorno  nuvoloso





lo so che non è bello  ,  però  s'insiste tanto  per la sicurezza  ma  la collina come allora  è una discarica   da  gente  incivile  che non ha  voglia di fare la differenziata  o  di portare  i rifiuti ingombranti  ai centri  di raccolta   ma  preferisce  disfarsene  dove  capita  . Mi auguro che se nel caso dovesse  svilupparsi un altro incendio in questa zona   e dovessero bruciare  le discariche  abusive  non si raggiungano temperature come quelle  di  quel  28 luglio 






sempre  con il cellulare il giorno  dopo 

4.10.12

l'asl di Olbia smentisce le discriminazioni su Gay

  riporto  (  anche   se mi sembra  tardiva  e standard  e  qui   un po' , a mio avviso  ,  dubbiosa  ) la  smentita all'articolo riportato  nel  precedente post    pubblicata  dall'unione sarda Edizione di martedì 02 ottobre 2012 - Olbia e provincia

OLBIA. La Asl e la valutazione dei donatori di sangue

«Mai discriminato i gay»

«L'esclusione di alcuni cittadini dalla donazione non dipende dall'orientamento sessuale, ma semmai dai rapporti sessuali a rischio»: Maddalena Lendini, direttore del Centro Trasfusionale della Asl di Olbia, respinge con decisione le accuse di un omosessuale che, in una lettera a firma Mario Angeletti, ha denunciato al giornale di essere stato respinto perché gay.
Le regole, spiega la Lendini, sono uguali per eterosessuali e omosessuali: «Un donatore, per esser tale, deve rispondere a determinati requisiti, il tutto a tutela di chi riceve la trasfusione». Per donare sangue, innanzittuto, bisogna avere almeno 18 anni, pesare più di 50 chili ed essere in buone condizioni di salute. Viene quindi redatto un questionario che contiene anche la domanda sui rapporti sessuali a rischio. Il protocollo prevede una sospensione di 4 mesi per i rapporti sessuali, sia etero che omosessuali, occasionali, a rischio di trasmissione di malattie infettive e i rapporti sessuali con persone infette o a rischio di infezione da epatiti B e C e Hiv; mentre viene escluso in maniera permanente chi ha un alto rischio di contrarre gravi malattie infettive trasmissibili col sangue come i frequentatori abituali di prostitute. Ma le cautele non riguardano solo il sesso: tra i fattori che portano ad una sospensione della donazione - spiegano ancora alla Asl - rientrano anche l'agopuntura, i tatuaggi, il piercing, ma anche le cure odontoiatriche. «Per le infezioni - spiega ancora Maddalena Lendini - esiste un periodo di "incubazione" o "latenza" all'interno del quale i test danno esito negativo: i controlli sono finalizzati a garantire la qualità e la sicurezza del sangue per salvaguardare la salute dei pazienti». Ogni anno, circa il dieci per cento degli 8000 donatori che si presentano nei centri della Asl di Olbia, viene scartato. «Non per discriminazione - conclude il medico - ma per tutelare la salute dei pazienti».

l'ipocrisia demografica e il lamentarsi perchè gli extracomunitari o i nuovi italiani fanno più figli di noi

Donne ancora discriminate sul lavoro
"Mi sposo" e il contratto viene stracciato

Donne ancora discriminate sul lavoro "Mi sposo" e il contratto viene stracciatoUNA DONNA A LAVORO - FOTO SIMBOLOgge della Sardegna
Compensi meno equi, carriere interrotte, contratti non rinnovati all'annuncio 'mi sposo'. Ma anche ricatti e molestie sessuali. E' la denuncia della consigliera di Parità della Sardegna: "Nel mercato del lavoro pubblico e privato, perdurano disuguaglianze tra uomini e donne".

francia Il vit dans un mobil-home, ses voisins lui construisent une maison

mi viene il dubbio che siano stati leghisti oppure consiglieri della regione Lazio    voi  che  dite  ?


Il vit dans un mobil-home, ses voisins lui construisent une maison

C’est une histoire comme on en voit dans les émissions de téléréalité, sauf que la télé n’est pas venue. Une histoire de solidarité et de proximité qu’on peut lire, aussi, comme un contre-pied à la crise. L’histoire d’un père de famille vivant seul dans un mobil-home d’un autre âge et à qui ses voisins vont construire une maison. Une vraie maison en ossature de bois et aux normes "bâtiment basse consommation", avec trois chambres, 90 m2 de surface au sol et un poêle canadien au milieu. Sauf imprévu, la masure se dressera à Noël à la sortie du village de Saint-Martin-des-Fontaines (Vendée), à l’endroit même où Fred –l’homme ne souhaite pas voir apparaître son nom – a acheté un terrain pour se rapprocher de la mère de ses quatre enfants dont il est séparé.

Fred, devant son mobil-home © Théophile Trossat
Fred a 47 ans, une jolie paire de bacchantes et est originaire de l’Oise, où il exerçait le métier d’électromécanicien avant que tout bascule. C’était en 2006: un divorce l’éloigne de ses enfants dont il obtient la garde un week-end sur deux. Deux ans plus tard, son ex-épouse décide d’aller vivre en Vendée. Presque au même moment –"malheureusement et heureusement", dit-il –, il se fait licencier de l’entreprise où il était chargé de l’entretien des machines-outils. Il suit le mouvement, direction le bocage, pas le choix : "En restant dans l’Oise, je n’aurais vu les enfants qu’une fois par an", explique-t-il. Si l’aîné, aujourd’hui âgé de 23 ans, vit sa vie de chauffeur routier, les autres – deux garçons et une fille de 8 à 14 ans – ont besoin de leurs deux parents. Et réciproquement.
Les trois premiers mois, Fred les passe dans un camping-car installé dans la cour de la maison de son ex-femme, dans le village d’Auzay. Comme le bonhomme a quelques économies, il acquiert un joli terrain de 3.600 m2 à 16 kilomètres de là, à Saint-Martin-des-Fontaines, 160 habitants. Le prix de vente – 32.000 euros – lui paraît tout à fait acceptable, pour lui "qui vient de Paris" comme on dit au village. Il est en réalité bien supérieur à la moyenne du marché… Peu importe, son idée est de "faire construire", ce qu’il a déjà fait deux fois dans le passé : "Venir ici était comme prendre un nouveau départ dans la vie. J’étais alors loin de penser que j’en arriverais là." Fred a oublié un élément essentiel : l’emploi est une denrée rare dans ce sud vendéen saigné à blanc par les fermetures d’usines (SKF en 2009, Plysorol cet été). Il trouve un job dans une entreprise de maintenance agricole, devient maçon, travaille dans une ferme, et vivote avec les Assedic entre deux CDD. Il achète également des poules et des moutons, pour sa consommation personnelle.
Fred possède six poules et neuf moutons © Théophile Trossat
Entre-temps, Fred a fait "rapatrier" sur place son vieux mobil-home, une antiquité de 27 m2 dans lequel il accueille ses enfants pendant le week-end. La vie y est heureuse mais spartiate, surtout les nuits de grand froid quand le poêle à bois peine à diffuser une chaleur constante en raison de l’absence d’isolation. Réglementairement, ce type de chauffage est interdit dans une habitation mobile. Tout aussi réglementairement, un mobil-home ne peut rester plus de trois ans au même endroit. Fred en est à son quatrième hiver sur place : il suffirait de pas grand-chose à une autorité vaguement sourcilleuse pour le faire expulser de son gourbi ambulant.
Sauf que voilà, Fred a des voisins. Des voisins pas comme les autres, sans doute. En face de chez lui, habite Bernard Anonier, un céréalier à la retraite, et quelques mètres plus loin Pierre-Alain Petit, un salarié de l’usine de briques située à l’autre bout du hameau. Le premier préside une association composée majoritairement d’agriculteurs ; le second tient en parallèle un bistrot appelé La Coussotte, où siège une autre association dont le but est d’organiser la brocante annuelle du village.
Bernard Anonier (à gauche) est président de l'Association des bassins versants de la grande fontaine © Théophile Trossat
Fred, qui a le contact facile, a sympathisé avec ses voisins. Ceux-ci vont lui rendre son amitié, en… s’inquiétant pour lui. Notamment en 2010 quand la tempête Xynthia fait décoller le bord de son mobil-home de plusieurs dizaines de centimètres. Idem lors du glacial hiver 2011-2012 : "En me levant le matin, la première chose que je faisais était de vérifier que son poêle était bien allumé", en tremble encore Bernard Anonier. Plusieurs fois, Fred utilisera son sèche-cheveux pour dégeler la porte de son logis de bric et de broc.
Ce même hiver, à Saint-Christophe-du-Ligneron, une commune du nord du département, un drame fait la "une" des journaux : un père et son fils périssent dans l’incendie de leur mobil-home. "Cela a été le déclencheur, poursuit Bernard Anonier.On s’est rendu compte qu’il y avait chez nous le même potentiel de catastrophe. Et même pire encore. Imaginez : un vieux mobil-home avec un poêle à bois et trois enfants dedans ! On était dans une situation de non-assistance à personne en danger." La dégradation de la situation financière de Fred – acculé par un découvert de 1.400 euros et plusieurs impayés – ne laissait entrevoir aucun espoir de changement, sinon radical : "Avec le risque d’expulsion qui pesait sur lui, il sentait bien que la prochaine étape serait la “boîte en carton”, comme il disait pour expliquer qu’il redoutait de devenir SDF."
Snoopy, le chien de Fred © Théophile Trossat
Pas d’hésitation : les deux associations décident de s’unir dans le but de construire une maison à Fred. La première, qui sommeillait depuis dix ans, a conservé un petit trésor de guerre (20.000 euros), reliquat de l’époque où elle organisait des championnats du monde de moissonneuses-batteuses. La seconde, en revanche, n’a plus un centime en caisse à cause de la pluie qui a gâché la brocante du village en 2011. Tout cela étant bien maigre, un dossier est envoyé à l’émission de TF1 "Tous ensemble", version française du programme américain "Les Maçons du cœur". "La production nous a appelés deux fois mais elle n’a pas donné suite", explique Bernard Anonier.
Privés de télé, la confrérie des voisins –une douzaine de personnes – va alors contacter des PME des environs, et miser sur la seule stratégie possible : le système D. Les débuts sont hésitants. Ici comme ailleurs, la crise est dans la bouche de tous les artisans et entrepreneurs dont la priorité est de maintenir leur niveau d’activité, pas d’aider quelqu’un qui galère. Mais certains vont jouer le jeu. Assez vite, tel fournisseur accepte d’offrir la structure en béton de la maison, et tel autre les planches d’épicéa nécessaires à la construction des parois. Un chef de chantier propose de superviser bénévolement les travaux, des peintres iront donner un coup de pinceau pendant le week-end. Une enseigne de Fontenay-le-Comte promet de livrer un plein camion de meubles et un paysagiste de planter 250 bulbes dans le jardin. Relayé par le quotidienOuest-France, le projet se transforme en chaîne de solidarité.
Au final, une cinquantaine de partenaires financeront en dons et en services 80% de l’opération dont le coût avoisine les 100.000 euros. "Curieusement, ce sont surtout de jeunes entrepreneurs qui ont mis la main au portefeuille, indique Bernard Anonier. Leur geste est très beau en cette période de crise. C’est à se demander si la solidarité n’est pas plus importante quand les temps sont difficiles."
Le plan de la future maison © Théophile Trossat
Tout, néanmoins, ne va pas être un long fleuve tranquille. Au village, Fred a aussi appris à composer avec les regards obliques. "Sa présence a créé une gêne. Comme un sentiment de honte devant quelqu’un en détresse qu’on ne sait pas comment soutenir", glisse une habitante. "Pourquoi l’aider, lui, alors qu’il n’est pas originaire du village" est une phrase qui a, semble-t-il, pas mal circulé dans le bourg. Mobil-home oblige, certains ont également vu en lui un membre de la communauté des gens du voyage. "Fred, c’est un peu le Rom du pays, dit Bernard Anonier. Les Roms, soit on les expulse, soit on les garde. Nous, on a décidé de le garder. Et ce que nous aimerions beaucoup, maintenant, c’est que d’autres personnes montent des projets similaires ailleurs. Car des gens en difficulté, ce n’est pas ce qui manque."
En juin, la mairie lui a proposé un logement, mais Fred n’a pas rempli le dossier, craignant de ne pouvoir assumer le loyer de 380 euros. Sa demande de permis de construire a en revanche été acceptée, mais le conseil municipal s’est opposé à payer le prolongement du tout-à-l’égout jusqu’à son terrain (5.600 euros). "Cela aurait créé un précédent, justifie le maire, Roger Hervé (sans étiquette). Des cas sociaux, il y en a d’autres sur la commune. Si on commence à donner à quelqu’un, tout le monde demandera la même chose. Nos moyens ne nous le permettraient pas."
Et Fred, qu’en pense-t-il, lui ? Derrière ses moustaches, le gaillard cache difficilement sa gêne : "Cette maison ne sera jamais la mienne. Ce sera celle de mes enfants et la “leur”, mais je laisserai toujours la porte grande ouverte", dit-il. Avant cela, il a fallu le convaincre, ce qui ne fut pas une mince affaire, comme s’en souvient Pierre-Alain Petit, l’autre cheville ouvrière du projet: "Fred est quelqu’un qui dit n’avoir besoin de rien et qui ne veut pas qu’on l’aide. Résultat : j’ai dû lui rentrer dedans !" C’était au comptoir de La Coussote, un soir de mars. "Tu es un dur, mais je te ferai chialer. Avant six mois, tu auras une grosse surprise", avait tonné le patron des lieux. Fred a fini par craquer, comprenant qu’on ne lui racontait pas d’histoire.
© Théophile Trossat
Les premiers travaux devraient commencer ces prochains jours et durer jusqu’en décembre. Le vieux mobil-home ne sera démonté qu’au dernier moment et jeté à la benne. Fred conservera son châssis métallique pour le recycler en barbecue géant. A Noël, cette année, ce sera méchoui pour tout le monde.
Pour prendre contact avec les deux associations de Saint-Martin-des-Fontaines: un.toit.pour.une.famille@gmail.com


VIENE RICORDATO DI PIU' L'11\9 \2001 CHE IL MASSACRO NEI campi profughi di Sabra e Chatila

    tradotto  tramite  goooglechrome   
Il massacro dimenticato
Trent'anni dopo 1.700 palestinesi sono stati uccisi in campi profughi di Sabra e Chatila, Robert Fisk rivisita i campi di sterminio
 
 
I ricordi restano, naturalmente. L'uomo che ha perso la sua famiglia in un massacro in precedenza, solo per guardare i giovani di Chatila in fila dopo le nuove uccisioni e in marcia verso la morte. Ma - come il fango accumulato sulla punta spazzatura in mezzo alle baracche di cemento - la puzza di ingiustizia pervade ancora i campi dove sono stati macellati 1.700 palestinesi, 30 anni fa, la prossima settimana. Nessuno è stato processato e condannato per una strage, che anche uno scrittore israeliano, al momento rispetto alla uccisione di jugoslavi di simpatizzanti nazisti nella seconda guerra mondiale. Sabra e Chatila sono un memoriale per i criminali che la responsabilità eluse, che ha ottenuto via con esso.
Khaled Abu Noor era un adolescente, un aspirante miliziano che aveva lasciato il campo per la montagna prima di Israele alleati falangisti entrato Sabra e Chatila. Forse questo gli danno un senso di colpa, che non era lì per combattere gli stupratori e gli assassini? "Quello che ci sentiamo tutti oggi è la depressione," ha detto. "Abbiamo chiesto giustizia, studi internazionali - ma non c'era niente Non una sola persona è stata ritenuta responsabile Nessuno è stato messo davanti alla giustizia e quindi abbiamo dovuto subire durante la guerra 1986 campi (per mano di libanesi sciiti) e così... gli israeliani potrebbero macellazione tanti palestinesi nella Striscia di Gaza 2008-9 guerra. Se ci fosse stato processi per quello che è successo 30 anni fa, le uccisioni di Gaza non sarebbe successo. "
Ha ragione, naturalmente. Mentre presidenti e primi ministri si sono allineati a Manhattan a piangere i morti del 2001 crimini internazionali contro l'umanità presso il World Trade Centre, non un solo leader occidentale ha avuto il coraggio di visitare la umida e sudicia Sabra e Chatila fosse comuni, ombreggiato da alcuni alberi trasandati e fotografie sbiadite dei morti. Né, sia detto - in 30 anni - ha un unico leader arabo preso la briga di visitare l'ultimo luogo di riposo di almeno 600 delle 1.700 vittime. Potentati arabi sanguinare nel loro cuore per i palestinesi, ma un biglietto aereo per Beirut potrebbe essere un po 'troppo in questi giorni - e che di loro vorrebbe offendere gli israeliani o gli americani?
Si tratta di una ironia - ma importante, comunque - che l'unica nazione a tenere un serio ufficiale sul massacro, anche se imperfetta, era Israele.L'esercito israeliano ha inviato gli assassini nei campi e poi visto - e non ha fatto niente - mentre l'atrocità ha avuto luogo. Un certo tenente israeliano Avi Grabowsky ha dato la prova più eloquente di questo. La Commissione Kahan ha l'allora ministro della difesa Ariel Sharon personalmente responsabile, dal momento che egli ha inviato ai spietati anti-palestinesi falangisti nei campi per "scovare i terroristi" - "terroristi" che si rivelò essere inesistente come armi irachene di distruzione di massa 21 anni dopo.
Sharon ha perso il lavoro, ma in seguito divenne primo ministro, fino a quando interrotta da un ictus che è sopravvissuto - ma che ha preso da lui anche il potere della parola. Elie Hobeika, il leader milizia cristiana libanese che ha condotto i suoi assassini nel campo - dopo che Sharon aveva detto la Falange che i palestinesi avevano appena assassinato il loro capo, Bashir Gemayel - è stato assassinato anni dopo, nella zona est di Beirut. I suoi nemici secondo i siriani lo ha ucciso, i suoi amici accusato gli israeliani, Hobeika, che era "andato di traverso" ai siriani, aveva appena annunciato di voler "dire tutto" su di Sabra e Chatila atrocità in un tribunale belga, che ha voluto provare Sharon.
Naturalmente, quelli di noi che sono entrati nei campi sul terzo e ultimo giorno della strage - 18 Settembre, 1982 - i nostri ricordi. Ricordo il vecchio in pigiama sdraiato sulla schiena sulla strada principale con il suo bastone da passeggio innocente accanto a lui, le due donne e un bambino girato accanto a un cavallo morto, la casa privata in cui riparo dagli assassini con il mio collega Loren Jenkins del Washington Post - solo per trovare una donna morta giovane sdraiato nel cortile accanto a noi.Alcune delle donne era stata violentata prima della loro uccisione. Gli eserciti di mosche, l'odore di decomposizione. Queste cose si ricorda.
Abu Maher è di 65 - come Khaled Abu Noor, la sua famiglia originaria abbandonato le loro case in Safad nell'attuale Israele - ed è rimasto in campo per tutto il massacro, in un primo momento increduli le donne ei bambini che lo sollecitavano a correre da casa sua. "Un vicino donna ha cominciato a urlare e ho guardato fuori e ho visto il suo ucciso e sua figlia ha cercato di scappare e il killer la inseguivano, dicendo:" Uccidi lei, ucciderla, non lasciarla andare! "Ha urlato a me e io non poteva fare niente. Ma lei fuggì. "
Ripetuti viaggi al campo, anno dopo anno, hanno costruito un racconto di dettaglio sorprendente. Le indagini di Karsten Tveit della radio norvegese e mi ha dimostrato che molti uomini, visto da Abu Maher essere sfilato via vivo dopo il massacro iniziale, sono stati successivamente consegnati dagli israeliani nuovo al assassini falangista - che li hanno tenuti prigionieri per giorni nella parte orientale di Beirut e poi , quando non poteva scambiare per gli ostaggi cristiani, fatti loro in fosse comuni.
E gli argomenti a favore della dimenticanza sono stati crudelmente distribuito. Perché ricordare a poche centinaia di palestinesi massacrati quando 25.000 sono stati uccisi in Siria in 19 mesi?
I sostenitori di Israele e critici del mondo musulmano mi hanno scritto negli ultimi due anni, abusando di me per fare riferimento più volte al massacro di Sabra e Chatila, come se la mia testimone oculare di questa atrocità ha - come un criminale di guerra - uno statuto di limitazioni. Alla luce di queste mie relazioni (rispetto al mio account di oppressione turca) un lettore mi ha scritto che "vorrei concludere che, in questo caso (Sabra e Chatila), si dispone di un anti-israeliana. Questo si basa esclusivamente sulla numero sproporzionato di riferimenti apportata a questa atrocità ... "
Ma si può fare di troppo? Dr Bayan al-Hout, vedova del ex ambasciatore dell'Olp a Beirut, ha scritto il racconto più autorevole e dettagliato di Sabra e Chatila crimini di guerra - perché è quello che erano - e conclude che negli anni che seguirono, la gente aveva paura di ricordare l'evento."Allora gruppi internazionali iniziato a parlare e chiedendo Dobbiamo ricordare che tutti noi siamo responsabili di quello che è successo e le vittime sono ancora segnato da questi eventi -.. Anche coloro che sono nati sarà segnato -. E hanno bisogno di amore" Nella conclusione del suo libro, il dottor al-Hout chiede un po 'di difficile - anzi, pericoloso - domande: "Se gli autori gli unici responsabili erano le persone che hanno commesso i crimini erano solo i criminali anche coloro che ha emesso gli ordini unico responsabile? , chi in verità è la responsabilità? "
In altre parole, non sono responsabili in Libano con il falangista libanese, Israele con l'esercito israeliano, l'Occidente con il suo alleato di Israele, gli arabi con il loro alleato degli Stati Uniti? Il dottor al-Hout si conclude la sua indagine con una citazione dal rabbino Abraham Heschel che infuriava contro la guerra del Vietnam. "In una società libera", ha detto il rabbino, "alcuni sono colpevoli, ma tutti sono responsabili".
Timeline: Sabra e Chatila
14 settembre 1982
Libano Christian Presidente eletto, Bashir Gemayel, viene assassinato da un militante filo-siriano, ma i suoi fedelissimi incolpare i palestinesi.
16 settembre 1982
Miliziani cristiani libanesi entrare nei campi di Sabra e Chatila per effettuare attacchi di vendetta sui rifugiati palestinesi, di occupare le forze israeliane a guardia dei campi e la cottura razzi per aiutare gli attacchi di notte.
18 settembre 1982
Dopo tre giorni di stupri, combattimenti ed esecuzioni brutali, milizie finalmente lasciare i campi con 1700 morti.

3.10.12

La Terra di Nurak, la Sardegna neolitica diventa un fantasy


 da la nuova sardegna online del 29\9\2012
di Fabio Canessa

«A 16 anni vidi "Principessa Mononoke" di Hayao Miyazaki in una proiezione gratuita a Carbonia e ne rimasi impressionato». Andrea Atzori lo dice subito. Come per riverenza nei confronti del maestro dell'animazione giapponese, sottolinea il debito d'ispirazione verso una delle su opere più belle. E scoprendo "Iskidà della Terra di Nurak" si ritrovano facilmente riferimenti a Miyazaki, l'omaggio voluto dall'autore e dal quale parte la creazione di un mondo che vuole essere la base di una saga fantasy. Si presenta così il progetto di Atzori che inizia con un primo volume appena pubblicato dalla  casa editrice  Condaghes per la collana "Il Trenino Verde" (144 pagine, 10 euro). Ad accompagnare le parole dell'autore, le illustrazioni di Dany&Dany: il duo formato dalle fumettiste Daniela Orrù e Daniela Serri. Il volume sarà presentato giovedì a Cagliari, alle 18 alla Feltrinelli point, e ieri a Carbonia, alle 18.30 nella biblioteca comunale.
Iskìda, la protagonista della storia, è una giovane eroina che, con il suo fedele cane Ino, si troverà catapultata in un intrico di vicende avventurose stagliate sullo sfondo della scura Terra di Nurak, una terra fantastica ispirata alla Sardegna: «Ma voglio chiarire subito – evidenzia Atzori – che la mia storia non vuole rispettare un rigore archeologico, nuragico, storiografico. È un fantasy liberamente ispirato alla nostra isola. Anzi Nurak non è un'isola. Per i clan che la abitano è l'unica terra. Oltre c'è solo il nulla del mare».
Una Sardegna neolitico-ancestrale in cui entrano elementi dell'immaginario fantastico tradizionale. Magia, tribù, misteriosi animali, giganti e quant'altro: «Ma perché in Giappone o in altri Paesi – dice l'autore – si possono creare grandi eroine sfruttando il loro folclore e riadattandolo in maniera contemporanea e da noi no? Abbiamo un grande bagaglio di cultura, di miti tradizionali che credo possa essere utilizzato con canoni moderni, vincenti, per appassionare ragazzi e adulti».
Nato a Cagliari, cresciuto a Carbonia, un master in editoria a Oxford dopo la laurea nel capoluogo isolano, Atzori è al suo secondo lavoro come scrittore dopo "Brogliaccio del nord. Peripezie di uno studente Erasmus in Estonia», pubblicato nel 2011 dalla casa editrice Cuec. «Il secondo volume di "Iskìda della Terra di Nurak" – spiega – dovrebbe uscire a dicembre e poi intorno a febbraio il terzo con il quale si concluderà la prima stagione. L'idea è però quella di una trilogia, un po' come in genere le saghe fantasy. Quindi in primavera, quando sarà completata questa prima parte, vedremo e speriamo di poter continuare il progetto». Ad accompagnare, arricchire il testo ci sono come detto delle belle illustrazioni opera di Dany&Dany: «È stata una proposta dell'editore – spiega Andrea Atzori – e mi ha subito entusiasmato. La collaborazione è stata fondamentale per quello che volevo creare, l'impronta grafica vale metà dell'insieme. Hanno fatto un lavoro strepitoso, hanno dato tratti al mio immaginario e questa era l'idea di fondo: creare un mondo magico per il Lettore non solo con le parole, ma anche con le illustrazioni. Sono delle professioniste straordinarie».
Le due artiste cagliaritane (con pubblicazioni anche in Germania e negli Stati Uniti), abituate a scrivere le storie che poi disegnano, raccontano così l'esperienza dal loro punta di vista: «Per la prima volta dopo tanto tempo ci siamo ritrovate nei panni di "nude disegnatrici" – evidenziano –. Una bella esperienza, soprattutto perché il progetto ci ha coinvolte al di là del lato meramente professionale: Nurak è uno di quegli universi che non nascondiamo ci sarebbe piaciuto poter sviluppare noi stesse un giorno. Così quando Condaghes ci ha contattate ci è sembrato un po' un segno del destino».Esponenti del global manga, le due disegnatrici si rivelano perfette con le loro illustrazioni a completare visivamente il mondo nel quale il lettore è introdotto pian piano dalle parole di Andrea Atzori: «Per quanto riguarda l'ispirazione miyazakiana voluta da Andrea – sottolineano Dany&Dany – l'abbiamo seguita volentieri: siamo tutti grandi ammiratori del maestro giapponese. Ma è comunque un omaggio che non va al di là di una semplice evocazione. Gli scambi con l'autore sono stati molto serrati, fin dalla fase del character design. Ci ha messo a disposizione diversi documenti descrittivi di tutto il background e dei personaggi fin nei minimi dettagli, per cui abbiamo sempre avuto riferimenti certi su tutto. Temevamo che questa premessa potesse essere limitante dal punto di vista creativo, ma così non è stato: si è creata una bella sinergia con l'autore e ci siamo ritrovate sulla sua stessa lunghezza d'onda per molte cose, quasi come la storia fosse anche un po' nostra».

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il violino rosso ., hugo cabret

                                         The red  violin ( il violino Rosso ) 

un buon film  , un ottimo triller  peccato  che  abbia trovato in rete  la versione  non sottotitolata  ( che trovate qui   in streaming  almeno che  non abbiate mozzilla  fire  fox  e  quindi a scaricarvelo da  you.utube  )  e mi sia  dovuta  sciorinare  le parti in tedesco  ,  in cinese  , ed inglese  ,  e quindi mi sia  perso  alcuni passaggi   fondamentali   del film tipo  come   viene attuato lo scambio   dei violini   . Ma 


come dicono moltoi commenti  su  youtube  (   che peraltro   condivido   in quanto sono arrivato al film sentendo su radio tre  non ricordo  la trasmissione mi pare fosse  Hollywood Party sentendo la colonna sonora )   : << Non è necessario conoscere tutte le lingue per apprezzare la magia del violino. Tuttavia, probabilmente otterrete il massimo del film, se avete letto la pagina wiki (se non riesci a capire tutte le lingue e non possiede il dvd per i sottotitoli in inglese).
Ci sono legami simbolici così tanti in tutto il film, la lettura su di esso solo aggiungere a quello che un film meraviglioso che è di per sé - con un apprezzamento per il solo linguaggio universale della musica. (....) Non c'è bisogno di capire una qualsiasi delle lingue per capire questo film, il viaggio violini parla da sé ! >> . Per  chi volesse sapere la trama   tropvas qui maggiori dettagli con la  trama .Un   buon film  almeno per  chi  è  abituato alle storie  di Martin Mystere , Napoleone  , Dylan Dog  .

        


                                                                 Hugo Cabret 

« Mi piace immaginare che il mondo sia un unico grande meccanismo. Sai, le macchine non hanno pezzi in più. Hanno esattamente il numero e il tipo di pezzi che servono. Così io penso che se il mondo è una grande macchina, io devo essere qui per qualche motivo. E anche tu! »
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