12.8.19

a volte dalle provocazioni nascono dibattiti interessanti il caso della mia discussione con una vegana steineriana



 di cosa    striamo parlando  

Costruttori di futuro: tre realtà giovani del settore agro-alimentare raccontano come sia possibile coniugare valori e business. Un progetto di Istituto Oikos, un'organizzazione no profit che da oltre 20 anni si impegna a proteggere foreste, acqua, suoli, ambienti marini e fauna in Italia e nel mondo.



Valentina ha 25 anni e subito dopo il diploma ha preso le redini dell'azienda di famiglia. Si occupa di maialini neri, animali allevati da quattro generazioni secondo le direttive del bisnonno: tenerli solo allo stato brado, lasciarli pascolare in libertà dentro al parco dei Monti Sibillini, in Umbria.

   che  si differenzia  da questo qui sotto 

Avviso  ⚠️ per  i sensibili    di stomaco ed  emotivi 








  ho  proposto    come provocazione  alla mia amica  Cinzia Barillaro  (  alcuni  di voi la   conosco per  un intervista    che li feci tempo   fa       per il blog  )  , la  storia  che  trovate  sopra   chiedendone  il  suo parere   da li è nata questa interessantissima discussione   che ha  arricchito entrambi  in particolare  me  .  e confermandomi ulteriormente   che non tutti   i  vegani e  vegetariani sono  modaioli  e   irrispettosi  verso "  i  carnivori "  (   anche  se     per la verità lo sono poco per motivi di salute  ) e   a vedere   anche  un altro lato della  teoria   steirneriana  che   consideravo    solo ed  esclusivamente come   astrusa . Ebbene  da  tale  provocazione  n'è  nata   una interessante  discussione   che  sotto , con il permesso  \  autorizzazione di Cinzia  riporto  

a molto pensare. Questo modo di allevare mette in risalto il dramma e ripropone il quesito: si può allevare a fini alimentari animali "felici"? Queste creature conosceranno il coltello. I sopravvissuti affrontano i lutti dei loro cari scomparsi. E non ha nulla a che vedere con la naturale perdita che le popolazioni di suini selvatici subiscono a causa delle attività predatorie di animali cacciatori. In quel caso (proprio come dice la giovane simpatica allevatrice) i maiali attivano strategie protettive per i piccoli e i loro cari; possono decidere se affrontare il pericolo o fuggirlo, scegliere quale soluzione adottare e dunque ad ogni attacco predatorio c'è sempre speranza di sopravvivenza, i giochi non sono chiusi. L'allevamento alla fine chiude i giochi in una maniera ineluttabile, tutto finisce in un luogo innaturale , in seguito a deportazione, incanalamento in delle strutture innaturali, attese forzate, vie di fuga zero, possibilità di ingegnarsi e gradi di libertà annullati; questo sì provoca una sofferenza e un terrore davanti ai quali gli animali (noi umani compresi) non sono sorretti da alcun conforto naturale. Oggi l'etologia cognitiva non ci dà scampo, gli studiosi hanno evidenziato come i suini (ma anche tutte le altre specie animali) meritino di essere conosciute non per le loro interiora, ma per la loro interiorità. L'etologia riconosce anche il valore dell'individuo al di là delle caratteristiche di specie per cui ogni individuo possiede una personalità specie specifica.
E tu cosa ne pensi?

Cara Cinzia Barillaro lo so che non è bello , ma l'alimentazione umana è fatta ( o almeno dovrebbe essere quella sana e naturale  non industriale   ) di un equilibrio di tutte le sue  componenti :  carne , pesce e loro derivati uova formaggi , ecc.  che oggi  a causa  dall'industrializzazione selvaggia e  dall un alimentazione " modaiola " e mediatica vedi il film https://it.wikipedia.org/wiki/Fast_Food_Nation_(film) ,   i  social , ecc   è messo sempre più in discussione  e  ne porta  all'abuso  e non rispettato ed che prova a rispettarlo viene bollato come sovversivo e strampalato.
Risultati immagini per the fast food nation film Infatti il voideo da te  postato  (  vedere    sopra  )   e  uno  dei motivi  per  cui   mangio  pocchissima  carne pochissima carne , specialmente quella ( salvo che non vada in ristorante o i falsi agriturismo o amici \ conoscenti carnivori o sagre \ feste locali ) che non sia d'allevamenti intensivi \ industriali , e in cui l'animale soffre e vive stressato , dove L'industria della carne investe miliardi in pubblicità ingannevoli e l'unico modo che abbiamo per diffondere la voce di questi animali è il passaparola. È un mezzo potentissimo, ma dovremo essere in tanti: consiglia ora questa petizione ad almeno 5 amici ed invitali a fare lo stesso per dare voce agli animali!"ed imbottito di medicine ed altre sostanze per accelerarne la crescita. Ma , almeno per me che sono nato e cresciuto in una regione del sud ( anche se da tutti\e non è accettata tale localizzazione e la sardegna inserita fra il centro italia o le isole ) dove la vita dell'uomo era legata ai riti della terra e della campagna , gli stazzi ( https://it.wikipedia.org/wiki/Stazzo  e  dei  i primi post  di questo  blog  ) ovvero un economia ed alimentazione auto prodotta cioè di sussistenza ed dove ancora è molto forte la pastorizia ed l'allevamento non intensivo di pecore e capre ed l'industria casearia . E dove i maiali venivano fino a 30 anni fa ( poi il diffondersi della peste suina o portato un cambiamento nel modo di allevarlo passando da un modo autartico \ artigianale a un modo industriale ) venivano allevati come l'articolo che ti ho mandato . Che purtroppo gli animali soffrono sia in uno che nel second caso , ma nel caso intensivo di più nel secondo di meno .

Cinzia Barillaro
Giuseppe Scano, capisco benissimo, certo. In verità non è affatto necessario mangiare carne e latticini, cibi che l'Organizzazione Mondiale per la Salute ritiene pericolosi, dati tratti da studi su intere popolazioni umane. Io non ne mangio da decenni e sto bene, almeno per ora 😄 In ogni caso penso sia già un grande passo pensare, pensare cambia radicalmente il vecchio sistema

Credo  che   dovrò anche  se    non so    come    a  non mangiare  carne ed pesce   ed  i suoi derivati  (  cosa  che    sto  facendo  anche     se temporaneamente   per  problemi di salute  con i formaggi ed  il latte )





Per chi volesse approfondire l'argomento tratto 
 Altri esempi simili   a   quello citato  presi da  repubblica   e diucui trovate maggioriu dettagli  sul sito  http://www.costruttoridifuturo.org/

11.8.19

anche dal soli si sta bene






A chi mi chiede come sta andando la mia estate ( salvo eccezioni 2/3 senza matusa ... Ehm .... Genitori con amici in tutta la stagione estiva ) . . Ho scoperto la bellezza della solitudine e che non si è mai soli con la propria solitudine .... Non Mi sto rincoglionendo o non sono ubriaco o dovrei lasciare la tazza 🍺🍻🍷 come mi hanno suggerito in alcuni precedenti post . Ma ho scoperto la bellezza della solitudine \ il lato positivo della solitudine e che non si è come dicevo nelle righe precedenti mai soli con la propria solitudine e come dicono due poeti qua sotto



Cio non vuole dire che ami completamente   la  solitudine  ma : << sostanzialmente quando si può rimanere soli con se stessi, io credo che si riesca ad avere più facilmente contatto con il circostante, e il circostante non è fatto soltanto di nostri simili, direi che è fatto di tutto l’universo: dalla foglia che spunta di notte in un campo fino alle stelle. E ci si riesce ad accordare meglio con questo circostante, si riesce a pensare meglio ai propri problemi, credo addittura che si riescano a trovare anche delle migliori soluzioni, e, siccome siamo simili ai nostri simili credo che si possano trovare soluzioni anche per gli altri. >>  Ma  sopratutto   sto   cercando come consigliato   (   vedere  slide  a   sinistra  ( )  da una storia  di  contatto  di  Fb     d'accettarla  

<<  Con questo  >>   come diceva  un poeta   di cui  quest'annoi ricorrono i  20  della  morte   ( vedere il  2  video  sopra  o  )  << non voglio fare nessun panegirico né dell’anacoretismo né dell’eremitaggio, non è che si debba fare gli eremiti, o gli anacoreti; è che ho constatato attraverso la mia esperienza di vita [ fin qui vissuta  aggiunta  mia ] , ed è stata una vita (non è che dimostro di avere la mia età attraverso la carta d’identità), credo di averla vissuta; mi sono reso conto che un uomo solo non mi ha mai fatto paura, invece l’uomo organizzato [  e  totalmente perfetto e preciso  aggiunta mia  ]mi ha sempre fatto molta paura. >> . ora leggendo    questo post  ,  voi  miei  10 lettori    fissi  direte  . che sia   solo perchè .... non voglio  ......   e mi suggerisce  questa orripilante versione di gigi de Agostino  della  già melensa e deprimentecanzone  omonima  di Laura pausini   .
Certo  c'è anche  quel fattore    sarebbe  assurdo e da stolti negarlo   ,ma    a  ciò    ci  ho fatto il callo  perchè    non vedo    necessario  per  amore   essere  legato  per   forza   ad  un rapporto  . E  ma principalmente    è dovuto   al  fasto  che   sono  uno  spirito libero   ma questo lo sapete  se  mi seguite    anche sui  social  oltre  che  su queste pagine  .  Ma per il momento   : <<  ( ..,. )   Ho troppe ferite e le mie gambe sono stanche \ Ho le palle piene e i piedi fumanti \ Ma c'è un gioco da fare e una ruota che riparte \E un vagabondo sa che deve andare avanti >> (  Il vagabondo stanco -  Modena City Ramblers  )  .  Infatti  nonostante   tutto   si deve  andare  avanti  come    dice   questa bellissima (   e   piena  di speranza  )    riflessione  , sull'aprire il cuore nonostante tutto,al di là dell'aridità di chi si incontra  , di 

Francesca Pau
8 agosto alle ore 14:20Incontri, dialoghi, confronti, condivisione con sensibilità preziose, schiaffi presi e mai resi. Volare sopra i deserti attraverso quei gesti di gentilezza militante per lasciare scolpire un paesaggio che sia nostro ogni volta che ci si sente soli, ogni volta che ci si sente impotenti. C'è sempre qualcosa che cambia il corso della vita, è come un fiume che ad un certo punto deve trovare la forza di raggirare una montagna e lì sta tutto il coraggio di reinventarsi, di ridisegnare un sorriso che diventa la fonte di una nuova alba.......

Io   mi riferisco ad  un  altro tipo di solitudine  quella   creativa    vedere mia  foto  . In quanto  a causa   delle  responsabilità  familiari ( matrimonio e  figli  o  farsi carico  dei  propri vecchi non più autosufficienti  , ecc  ) tue  o  dei  tuoi amici  e  grane varie  non sempre  si  può uscire   con amici  

L'immagine può contenere: una o più persone, persone sedute, albero, tabella, spazio all'aperto e natura



Ma soprattutto a quella Screenshot  citato nelle  righe sopra  sinistra   che sto iniziando ad accettare  in vicinanza    della   ormai   , SIC  ,   sempre  più prossima  vecchiaia  ...  ehm...  fine  della  giovinezza   anagrafica   come   sembrano      voler  dire  queste  due  canzoni  : 




  che      finendo lascia     spazio  alla  più ottimista   ma  simile   



anch'essa    nella mia play  list  quotidiana  

10.8.19

ormai gratis non ce più niente o quasi ormai si pensa solo ai $€

in sottofondo
Charlie Charles - Calipso (with Dardust) ft. Sfera Ebbasta, Mahmood, Fabri Fibra






ormai si pensa solo ai $€ . Infatti una persona mi chiede sul mio account istangram : << Me lo pubblichi se ti va un articolo sul tuo blog o sito ? >> ed io dopo tutte le procedure perchè lo potesse pubblicare le direttamente lei stessa qui su queste pagine ( versione ufficiale ed approfondita dei miei Facebook account e pagina ed il mio twitter ) mi chiede : << Ma mica si paga ? >> .
IO gli rispondo : << No . Se intendi che sia una pubblicazione a pagamento o che si venga pagati per pubblicare cioè che pago te o gli amici che scrivono No . Qui sono solo volontari . Ma se li serve ( e se ti serve qualcosa ) potete chiederlo nel limite del possibile e vi posso aiutare non solo pubblicando l'articolo . Tipo mutuo soccorso . [..] >> . ebbene non si è più fatta viva . Ma vai e capiscela la gente . ormai il gratis non esiste più . Infatti senza soldi non si canta messa ovvero il famoso detto sine pecunia ne cantantur missae . Mi sa che



in particolare questa strofa ci ha azzeccato

Ho capito in un secondo che tu da me

Volevi solo soldi, soldi
Come se avessi avuto soldi, soldi
Prima mi parlavi fino a tardi, tardi
Mi chiedevi come va, come va, come va
adesso come va, come va, come va


si può tifare anche con il cuore .Il tifoso sassarese, 67 anni, ha perso del tutto la vista quando ne aveva otto. «Da 15 anni non salto un match in casa. Mia moglie è la mia audioguida vivente»

Generalmente     quando si parla    di sport   per  disabili    viene  dato  spazio  agli atleti   e  alle  competizioni  e  viene  ignorato  o relegato  solo  a mero  fatto di cronaca     che  esistono  anche  i tifosi   con   handicap  . Ecco questa   storia  (  magari chissà  quante   ce   saranno, che  finiscono  ai margini  )  tratta  dalla  nuova  sardegna  del 9\8\2019


Gianfranco e la Dinamo: la partita la vedo col cuore


Il tifoso sassarese, 67 anni, ha perso del tutto la vista quando ne aveva otto. «Da 15 anni non salto un match in casa. Mia moglie è la mia audioguida vivente»

SASSARI.
«Una premessa». Prego. «La cecità non mi ha impedito di condurre una vita piena e felice. Ho lavorato per 32 anni in un istituto bancario, mi sono sposato, ho un figlio che adoro». E poi? «Poi sono uno dei tifosi più accaniti della Dinamo. Da 15 anni non mi perdo una partita in casa. Anche quest’anno ho rinnovato l’abbonamento per me e per mia moglie, sono sicuro che il Poz ci riserverà delle belle sorprese».Gianfranco Cau, sassarese, ha perso completamente la vista da quando aveva otto anni, a causa di un glaucoma. Oggi, a 67, a dispetto della sua cecità, è sempre sulle gradinate del palazzetto a gioire – o disperarsi – per la sua squadra del cuore. Al Pala Serradimigni il suo posto è sempre lo stesso, da 15 anni: numero 366, quinta fila, in tribuna centrale. Accanto a lui, al 367, siede la moglie Maria Rita, anche lei tifosissima («forse più di me») che gli racconta la partita («È la mia audioguida vivente»). «Il nostro è un matrimonio che funziona sotto tutti i punti di vista – scherza Gianfranco – Rita è la mia coach, forse è anche meglio di Pozzecco».
L'immagine può contenere: 2 persone, persone che sorridono, persone in piedi, scarpe, albero e spazio all'aperto

Ma come fa Gianfranco a seguire la partita? «Me lo chiedono in tanti, ma anche se non ci vedo continuo a cantare, gridare, festeggiare le vittorie della Dinamo. È una sensazione indescrivibile quella che ti regala il palazzetto, solo al pensiero mi vengono i brividi. Seguire la partita da casa? Ma quando mai...con chi mi abbraccio quando Spissu fa canestro?


 Per questo vado al palazzetto, per immergermi nell’atmosfera e ascoltare i commenti di mia moglie o di chiunque altro anche cinque fila più in là. Anzi, quando il giocatore fallisce un canestro dico anche le parolacce. Non si dovrebbe, lo so, ma non resisto». Al suo fianco c’è Maria Rita, la sua speaker personale, che gli descrive le azioni sul campo cercando di sovrastare il baccano circostante. «Ma è sempre più difficile. Il più delle volte non riesco a sentire quello che Maria Rita mi racconta all’orecchio, vista la bolgia che c’è nel palazzetto. Per fortuna negli ultimi anni alcune radio locali trasmettono la radiocronaca in diretta e io posso seguire la partita in tempo reale con le cuffiette e festeggiare nei tempi giusti. Purtroppo dall’anno scorso le radio trasmettono in streaming con un ritardo nella trasmissione e io capisco solo dal boato del palazzetto quel che è accaduto, ma non come, né per mano di chi. È frustrante. Maria Rita cerca di raccontarmi l’azione, di dirmi chi ha segnato, mi strattona per il braccio, ma io non capisco, c’è troppo baccano. E così non mi godo la partita. Mi auguro che quest’anno il club metta a disposizione un servizio di radiocronaca all’interno del palazzetto anche perché non sono l’unico tifoso che ne ha bisogno, ci sono moltissimi ipovedenti con i miei stessi problemi». Nonostante le difficoltà Gianfranco non ha nessuna intenzione di restare a casa. «Non mi perderei il prossimo campionato per nulla al mondo. Per la verità l’anno scorso, prima che arrivasse Pozzecco, ci ho pensato: mi stavo annoiando. Poi è arrivato lui ed è cambiato tutto: al palazzetto si respira un’energia incredibile». Il momento più bello vissuto al PalaSerradimigni? «Quando ho incontrato Pozzecco. Ci siamo incrociati, lui mi ha riconosciuto e ci siamo abbracciati forte. È lui il segreto della riscossa della Dinamo, l’ho capito da quell’abbraccio. Lui la Dinamo la “vede” col cuore proprio come me».

9.8.19

Atomik, la prima vodka prodotta con il grano contaminato di Chernobyl ? meglio aspettare visto Il “sarcofago” di Chernobyl, che ha contribuito a contenere la diffusione delle radiazioni, è sul punto di collassare e va abbattuto

Per ora esiste una sola bottiglia. Il futuro commercio servirà ad aiutare l'economia delle zone intorno all'ex centrale nucleare


              repubblica  online di GIACOMO TALIGNANI




Atomik, la prima vodka prodotta con il grano contaminato di ChernobylCHISSA' se James Bond, ordinando un vodka martini, lo chiederebbe ugualmente "agitato, non mescolato" se sapesse che è fatto con l'"Atomik".  E' così che si chiama la prima vodka al mondo realizzata con il grano di segale proveniente dalla zona di alienazione di Chernobyl. L'ha creata un gruppo di scienziati guidato dal professor Jim Smith dell'Università di Portsmouth: lo scopo è dimostrare che l'area della famosa centrale nucleare, in stato d'abbandono dall'incidente del 1986, può ancora dare i "suoi frutti" e offrire prodotti da poter commerciare. In più, la Chernobyl Spirit Company - così si chiama la società che produce la vodka - intende aiutare con i proventi delle vendite le comunità ucraine dell'area ancora in declino dai tempi del disastro nucleare.

L'Atomik è una vodka artigianale realizzata con grano di segale contaminato e acqua sempre proveniente dall'area della centrale: se vi state chiedendo se sia o meno radioattiva la risposta è "naturalmente, no", dice il professor Smith. "E' radioattiva come qualsiasi altra vodka - scherza il ricercatore che ha avviato il progetto -. Abbiamo preso il grano dai campi e l'acqua dalle falde acquifere di Chernobyl e tutto è stato distillato. Quando si distilla qualcosa le impurità rimangono nel prodotto di scarto".   

"I fantasmi di Chernobyl": vivere tra le radiazioni nella zona proibita, circondati dai turisti in coda per un selfie - Il documentario


La vodka è stata successivamente analizzata dai chimici dell'Università di Southampton, ateneo dotato di un laboratorio per analisi sulla radioattività: non c'era alcuna traccia di pericolo. "Tutto sotto controllo" sostiene Smith.
Uno scienziato ucraino che ha partecipato al progetto della Chernobyl Spirit Company, Gennady Laptev, ha raccontato alla Bbc che lo scopo di creare questo "spirit" era proprio quello di dimostrare come la terra abbandonata potesse essere ancora utile. "Non bisogna semplicemente abbandonare la terra. Possiamo usarla ancora in diversi modi e produrre cose che saranno prive di radioattività". Inoltre, con spirito altruista, la Atomik servirà ad aiutare le comunità vicine all'area di Chernobyl come ad esempio Narodichi, cittadina che ancora oggi paga le conseguenze economiche del famoso incidente. Lo stesso professor Smith, che lavora su Chernobyl dagli anni Novanta, si è detto colpito dal fatto che mentre il paesaggio e la natura si sono lentamente riprese, le condizioni economiche della zona siano invece ancora molto arretrate. "Mancano servizi sanitari, posti di lavoro, investimenti. Speriamo che questo progetto possa aiutare" chiosa lo scienziato.
Descritta come una vodka dalle note fruttate e dal sapore di segale, oltre che consigliata "sia per il martini sia mescolata con lo champagne", la Atomik è rappresentata al momento da una sola bottiglia. In un anno però i ricercatori contano di produrre almeno 500 bottiglie. I clienti potenziali? Tutti, spiegano i produttori, ma soprattutto sarà proposta ai tanti turisti che tra serie tv, curiosità e marketing oggi stanno visitando sempre di più le aree abbandonate intorno alla centrale.

  repubblica  online 


ma   come  dice  https://it.businessinsider.com/ è meglio aspettare 

La New Safe Confinement, nuova struttura di messa in sicurezza sopra il vecchio sarcofago copre il reattore danneggiato n. 4 della centrale nucleare di Chernobyl. Gleb Garanich / Reuters
  • Il 26 aprile 1986, il nucleo di un reattore esplose nella centrale nucleare di Chernobyl, rilasciando enormi quantità di materiale radioattivo come il corio, l’uranio e il plutonio.
  • Nei mesi successivi al disastro, i lavoratori si affrettarono a costruire una copertura, o “sarcofago”, per prevenire la diffusione di contaminanti.
  • Il sarcofago ora è pericolante sul punto di collassare.
  • Il mese scorso, la società ucraina che gestisce lo stabilimento di Chernobyl ha siglato un accordo da 78 milioni di dollari per abbattere la struttura, che ora è circondata da un guscio da 32.000 tonnellate.
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L’incidente della centrale nucleare di Chernobyl è ampiamente considerato uno dei peggiori disastri nucleari.

Il 26 aprile 1986, il nucleo di un reattore nucleare nell’impianto si aprì durante un normale test di sicurezza, inviando pennacchi di materiale radioattivo nell’aria. L’esplosione e i successivi incendi hanno liberato una diffusa contaminazione in tutta Europa, ma il sito più contaminato è stato di gran lunga il reattore abbattuto n. 4, dove si è verificato l’incidente.
Meno di due mesi dopo il disastro, circa 600.000 addetti alla pulizia sovietici si misero in azione per costruire un “sarcofago”, o copertura massiccia, attorno al reattoreper bloccare materiali radioattivi come il corio, l’uranio e il plutonio. Il processo ha esposto molti lavoratori a livelli pericolosi di radiazioni e almeno 31 persone sono morte per malattia acuta da radiazioni.
La copertura è stata progettata per essere robusta – era costituita da 400.000 metri cubi di cemento e circa 7.260 tonnellate di acciaio – ma la costruzione fu fatta in fretta. Mentre i lavoratori si affrettavano a contenere il danno senza farsi male, non riuscirono a sigillare le articolazioni dell’edificio. Hanno anche lasciato delle falle nei soffitti, che hanno permesso all’acqua di entrare e di corrodere la struttura.
Adesso, l’intero sarcofago deve essere smantellato prima che precipiti.
Il sarcofago di Chernobyl nel 1998. Efrem Lukatsky / Reuters
La società ucraina che gestisce l’impianto di Chernobyl, SSE Chernobyl NPP, ha detto in una dichiarazione online che le valutazioni di esperti hanno rivelato che il sarcofago aveva una “altissima” probabilità di collasso. Solo la gravità ha tenuto la struttura legata ai suoi blocchi di supporto, ha affermato la compagnia.
Quindi, il 29 luglio, ha firmato un contratto da 78 milioni di dollari con una società di costruzioni per smantellare il sarcofago entro il 2023.
Gli operai edili dovranno rinforzare il sarcofago man mano che le sue parti vengono smontate (con l’aiuto di gru robotizzate). I pezzi verranno quindi puliti e spediti per il riciclaggio o lo smaltimento.
Gli operai edili assemblano un enorme arco in acciaio presso lo stabilimento di Chernobyl il 27 novembre 2012. Efrem Lukatsky / AP Foto
“La rimozione di ogni elemento aumenterà il rischio di crollo delle pensiline che a sua volta causerà il rilascio di grandi quantità di materiali radioattivi” ha detto la società in una dichiarazione.
Ma qualsiasi radiazione che viene rilasciata probabilmente non arriverà fin nell’atmosfera. Negli ultimi nove anni, i lavoratori hanno costruito un guscio di 32.000 tonnellate attorno al sarcofago. Le sue partisono state assemblate in Italia, quindi consegnate al cantiere tramite 18 navi e 2.500 camion.
Il guscio completo, noto come New Safe Confinement, è stato sistemato nella sua posizione finale nel 2016, a quel punto è diventato il più grande oggetto terrestre mai mosso dagli umani. La struttura è stata presentata al pubblico a luglio. Si prevede che l’area rimarrà confinata per un altro secolo, dando ai lavoratori abbastanza tempo per riparare il sito.
Una volta che il sarcofago è stato smantellato, i lavoratori inizieranno il gigantesco compito di ripulire le scorie radioattive che ancora persistono nel reattore n. 4. Il processo prevede l’aspirazione di particelle radioattive e la pulizia della miscela “lava” che si è formata quando i lavoratori sovietici hanno scaricato sabbia, piombo e boro nel reattore in fiamme.
Si prevede che questi lavori dureranno fino al 2065. A quel punto, gli scienziati stimano che le radiazioni dell’incidente avranno portato a oltre 40.000 casi di cancro.