visione \ recensione che leggerete oggi del film Stranizza d’amuri che porta lo stesso titolo della canzone di Franco Battiato (¹) pubblicata nel 1979 nell’album L’era del cinghiale bianco , andato miracolosamente in onda su una rai sempre più filogovernativa
un immagine del film
miracolosamentre senza censure \ tagli o richieste degli intransigenti reazionati ed omofobi in prima serata sabato 5 luglio 2025 è una risposta a tale post (vedere sotto ) con cui ho avuto una discussione su fb
perchè schifo ? cosa ne sappiamo noi . cosa c'è dietro quella scelta e dei problemi psicologici che essa ha comportato e comportata . e poi almeno lo ha fatto alla luce del sole invece di altri che lo nascondono e hano atteggiamenti omofobici metre in privato .... si comporta o come il protagonista pseudo etero di questo video. e sai quanto ne conosco
Gian Paolo Romanino io non sto come ho detto anche nwl commento precedente giudicando ma criticando perchè quello che hanno scritto non è pensare diversamente ma insultare. cmq grazie del suggerimento lo terrò presentr percla prossima volta.
Infatti esso è un film duro ed indigesto per i benpensanti o meglio quelli che ben pensano (²) ben inquadrato il contesto della vicenda ( la sicilia e in particolare il sud fra gli anni 70\90 ) , nonostante i passi in avanti ma ancora troppo pochi soprattutto nel sud d'italia ma anche no basta vedere le reazioni dei ragazzi quando fu proierttato in un cinema roma( se non erro ) per le scuole il film il ragazzo dai pantaloni rosa tratto anch'esso da una storia vera un ragazzo suicidatosi per bullismo omofobico , della vicenda reale ( qui per maggiori dettagli la storia della vicenda del film recensito ) .
Esso e una Una bella storia prima d'amicizia poi divenuta amore
[-- ] Perché nel cuore c’è arcobaleno di parole inutili bugie… per non morire. E quante lacrime per un amore che poi in fondo colpe non ne ha. Nessuno merita di odiarsi perché non si accetta, il mondo pensa che è diversa un solo bacio e si imbarazza poi condanna una carezza perché crede malattia o una sporca fantasia quella che da sempre è la storia solo mia [...] (³)
Infatti miracolo che il Moige e i pro familia /pro life non abbiano fatte le barricate come quando in rai andò dopo diversi tentavi in prima serata e senza censure in prima serata il film ( stessa tematica ) I segreti di Brokeback Mountain (Brokeback Mountain) un film del 2005 diretto da Ang Lee con Heath Ledger e Jake Gyllenhaal, liberamente ispirato al racconto Brokeback Mountain di Annie Proulx che fu pubblicato per la prima volta sulla rivista statunitense The New Yorker il 13 ottobre 1997 il film, di produzione statunitense, debuttò alla Mostra internazionale del cinema di Venezia, dove vinse il Leone d'oro. Uscì nei cinema statunitensi il 9 dicembre 2005, mentre in Italia è uscito il 20 gennaio 2006. .... dove fra polemiche e tagli ed solo dopo il 2012 ando in onda sua interezza . .... da « I segreti di Brokeback Mountain - Wikipedia »
Scusate la divagazione . riprendiamo il discorso da dove l'avevamo lasciato
Giugno 1982. In una calda Sicilia che freme per la Nazionale Italiana ai Mondiali di calcio,anche se nella realtà i fatti avvennero due anni prima , due adolescenti, Gianni e Nino si scontrano con i rispettivi motorini lungo una strada di campagna. Dallo scontro nasce una profonda amicizia, ma anche qualcosa di più, qualcosa che non viene visto di buon occhio dalle famiglie e dai ragazzi ed la gente del paese.Per il resto è abbastanza fedele, il film lascia emergere tutto il pregiudizio che regnava nei confronti nelle persone omosessuali e che ancora oggi non si è sradicato del tutto, la mancanza di diritti e tutele e l’omertà e la vergogna dell’interno paese nei confronti di una giovane coppia. In realtà il film Stranizza d’amuriè ambientato nel 1982, non nel 1980 anno il cui fatto reale il delitto di Giarrea cui si ispira. la domanda che verrebbe spontanea a questo punto è 🎬 Perché allora il film è ambientato nel 1982?
La scelta di Giuseppe Fiorello di spostare l’ambientazione di due anni in avanti è narrativa e simbolica allo stesso tempo.inContesto storico più vivido: il 1982 è l’anno in cui l’Italia vince i Mondiali di calcio in Spagna. Questo evento fa da sfondo alla storia e crea un contrasto tra l’euforia collettiva e la tragedia personale dei protagonisti.Ma sopratttto perchè cosa strana e i giocatori quando vincono cosi importanti s'abbracciano e si baciano ma nessuno ( salvo le male lingue \ lingua biforcuta ) ha niente da ridire e dice che sono omosessuali Licenza poetica: il film non è un documentario, ma un’opera ispirata a fatti reali. Cambiare i nomi, l’età dei ragazzi e l’anno permette al regista di raccontare una storia universale sull’amore e il pregiudizio, senza vincolarsi troppo ai dettagli del caso di cronaca. Protezione della memoria: modificare alcuni elementi può anche essere un modo per rispettare la sensibilità delle famiglie coinvolte e della comunità locale, evitando una rappresentazione troppo diretta.In sostanza, Il film Stranizza d’amuri di Beppe Fiorello, pur romanzando alcuni dettagli, ha riportato alla luce questa vicenda dimenticata, trasformandola in un racconto di amore, dolore e resistenza.Infatti lo stesso Fiorello ha voluto trasformare un fatto tragico in un racconto di formazione e libertà, mantenendo intatto il messaggio ma rendendolo più accessibile e potente per il pubblico di oggi soprattutto a quelli che benpesano [²] e :« (...) pensa che è diversa\un solo bacio e si imbarazza\poi condanna una carezza perché crede malattiauna sporca fantasia» .... >> [³]
Il film Stranizza d’amuri (2023) di Giuseppe Fiorello ha avuto un ruolo fondamentale nel restituire dignità e visibilità a Giorgio e Toni. Pur romanzando come ho già detto prima alcuni aspetti, il film ha riportato l’attenzione su una storia dimenticata, trasformandola in un racconto universale di amore e discriminazione.Infatti ha ricevuto un’accoglienza molto positiva dalla critica, che ne ha lodato il coraggio tematico, la delicatezza narrativa e l’impatto emotivo.Ecco i principali punti emersi dalle recensioni: Debutto potente per Beppe Fiorello: la critica ha apprezzato il suo esordio alla regia, sottolineando la sua capacità di raccontare una storia intima e dolorosa con grande sensibilità.Stile poetico e autentico: il film è stato elogiato per il linguaggio visivo delicato, la fotografia calda e l’uso della lingua e della musica siciliana, che creano un’atmosfera sospesa tra nostalgia e denuncia sociale.Interpretazioni intense: i giovani protagonisti, Samuele Segreto e Gabriele Pizzurro, sono stati definiti credibili e toccanti, capaci di trasmettere la fragilità e la forza dei loro personaggi.Temi trattati con rispetto: l’omosessualità, l’omofobia e la violenza sono affrontati senza retorica, ma con empatia e profondità Riconoscimenti e premi: il film ha ottenuto diversi riconoscimenti e ha saputo imporsi nel panorama del cinema italiano come un’opera necessaria e coraggiosa. 🎭 Alcune testate, come https://www.cinematographe.it/ hanno sottolineato anche il valore educativo del film, capace di parlare alle nuove generazioni e di restituire dignità a una storia dimenticata.
Altre, come esempio quella di ondacinema.it pur riconoscendo la forza del tema, hanno espresso qualche riserva sulla caratterizzazione dei personaggi secondari, ma hanno comunque riconosciuto la qualità della regia e della messa in scena.
In sintesi,possiamo dire cheStranizza d’amuri è stato accolto come un atto d’amore e di memoria, capace di commuovere e far riflettere.
Non so che altro dire fatelo vedere e guardatelo con i vostri figli\e . Ci sarebbe altro da dire ma preferisco fermarmi qui altrimenti rischio d'essere prolisso o logorroico è quindi annoiarvi e magari fare spoiller visto che il film pur essendo di 2 anni fa non è a differenza di altre produzioni rai su netflix o primevideo e viene , se non erro trasmesso in tv solo ora .
lo so che non è niente di nuovo queello che dice Marlisa d'amico ma è sempre meglio
ripeterlo ad uno stao che prentende di risolvere il problema conla repressione e con leggi tipo le grida manzoniane
Il contesto sociale e gli ambienti di prossimità hanno un ruolo fondamentale nel contrasto alla violenza contro le donne, poiché rappresentano i primi luoghi in cui è possibile intercettare segnali di disagio, offrire ascolto, e creare reti di protezione. La violenza di genere non è solo un fatto privato o individuale, ma un fenomeno profondamente radicato in strutture culturali e relazionali che vanno interrogate e trasformate. È nei legami quotidiani – nei quartieri, nei luoghi di lavoro, nei gruppi parrocchiali, nelle scuole – che si possono sviluppare anticorpi sociali, capaci di riconoscere e intervenire tempestivamente di fronte a situazioni di rischio. Le parrocchie e le associazioni presenti nelle comunità, proprio per la loro vicinanza concreta alle persone, possono assumere un ruolo di sentinella, di ascolto attivo e non giudicante. Questo significa promuovere una cultura del rispetto, decostruire stereotipi di genere, sostenere l’autonomia economica e psicologica delle donne, educare all’affettività nelle scuole e tra le nuove generazioni giovani. Il cambiamento richiede coraggio e continuità”.
storie di caldo anomalo e boom di granite e limonate , di scelte di vita religiosa , di maturita in sardo e con figli , contestazione sul metodo della maturità . fonti msn.it ed altri siti internet provenienti da tale portale , canali telegram whatsapp ed altri social e i siti
Infatti ha scelto il silenzio in un mondo che urla: nessun rumore, solo preghiera e ascolto. La storia di Anna Maria, 30 anni, va controcorrente: è il racconto di una donna che ha detto "sì" alla vita monastica, in un tempo in cui le comunità religiose femminili si svuotano sempre più velocemente. «I dubbi ci sono, ma proprio per questo resto. Perché non credo nelle certezze blindate. E ogni giorno è un ritorno alla grazia delle origini» spiega al Corriere della Sera. Il cammino Non è stato un colpo di fulmine. A diciassette anni aveva un futuro diverso in mente: un fidanzato, una casa ed una famiglia numerosa. «Ho sempre avuto un’idea fortissima di comunità. Di famiglia larga, aperta. Ma la relazione dopo quattro anni è finita e con lei tutte le certezze». Ne è seguito un periodo di spaesamento, di ricerca. Così si è messa in cammino. La meta? Santiago de Compostela. «In realtà pregavo perché tornasse il mio ex», racconta ridendo. «Camminavo, piangevo, pensavo e facevo amicizia (...). Ogni sera celebravamo l’eucarestia. Sentivo che non ero sola». «Lasciati amare» Rientrata a Milano, la profondità di quel viaggio ha presto lasciato spazio al ritmo caotico e frenetico della vita urbana: tra il lavoro e il volontariato, qualche storiella ma nessun amore davvero duraturo. Qualcosa mancava: sentiva il bisogno di staccare. Si recava a Gorla o a Brescia, nei monasteri e ascoltava se stessa: «Cercavo uno spazio dove ascoltare ciò che il rumore copriva. Un giorno mi sono detta: smettila di pensare troppo. Lasciati amare». Da quel momento è passato un anno: oggi Anna Maria è una Clarissa Cappuccina. Si alza all’alba, vive il ritmo lento della clausura, alterna preghiera e pittura, meditazione e colloqui con chi bussa alla porta. Non fa attivismo, non ha una missione sociale: ha scelto l’interiorità. «Ho trovato un luogo dove mi sento intera». Una voce controcorrente Ultimamente, sempre più comunità religiose femminili stanno chiudendo per mancanza di vocazioni o semplicemente per l'età avanzata delle sorelle: a Milano, nel 2014, erano 159. Oggi le suore sono 117. Nonostante le celle si stiano svuotando, Anna Maria sceglie di restare, di abitare un vuoto che non fa paura, senza sentire la necessità di una vita diversa: «Ogni scelta comporta rinunce. Ma se stai costruendo profondamente qualcosa i dubbi sono occasione per rinsaldare la fiducia e la fede, non per fuggire. A volte, per capire che la vita non si esaurisce nelle cose, bisogna restare lì dove si è».
attività dove assieme alla limonata a cosce aperte? è molto in voga anche la variante sarchiapone
La tradizione degli acquafrescai, a Napoli, come rimedio contro il caldo: Limonate, aranciate e granite sono un pieno di benzina per dissetarsi e integrare i sali minerali?, spiega Claudio Di Dato di Oasi Chiaia dal 1902, storica attività dove assieme alla ?limonata a cosce aperte è molto in voga anche la variante sarchiapone.
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dopo una storia che sembrerà banale , ma in un contesto nazionale sempre più fatto d'incultura cì sono anche dei casi come : il diploma contemporaneo di madre e figliae gli altri tre racconti sotto
Gianmaria Favaretto, 19enne ex studente del liceo scientifico Fermi di Padova, ha compiuto una scelta che fa discutere: si è presentato all’esame orale di maturità, ha firmato il registro e ha dichiarato:
"Signori grazie di tutto, ma io questo colloquio di maturità non lo voglio sostenere. Arrivederci". Un gesto che, come racconta il giovane in un'intervista rilasciata al Mattino di Padova, non è stato frutto di svogliatezza, ma di una riflessione profonda sul sistema scolastico e sul significato dei voti. Una decisione meditata Gianmaria aveva calcolato che i suoi crediti scolastici (31 punti) e i risultati degli scritti (17 nel tema di italiano, 14 in matematica) gli avrebbero garantito la sufficienza, totalizzando 62 punti. "Credo di essere il primo che fa una cosa del genere al Fermi", ha dichiarato. Ma dietro questa scelta c’è molto più di un freddo calcolo: "L’esame di maturità per me è una sciocchezza", ha affermato, criticando un sistema di valutazione che, a suo avviso, non riflette le reali capacità degli studenti. La critica al sistema scolastico "Trovo che l’attuale meccanismo di valutazione degli studenti non rispecchi la reale capacità dei ragazzi, figuriamoci la maturità", ha spiegato Gianmaria. La sua protesta si concentra sui voti, vissuti da molti studenti come fonte di competizione e stress. "In classe c’è molta competizione. Ho visto compagni diventare addirittura cattivi per un voto", ha raccontato, sottolineando come le pressioni di professori e famiglie possano esacerbare questa dinamica. La sua decisione è maturata nel tempo, soprattutto durante l’ultimo anno di superiori, quando ha raggiunto il suo «limite di sopportazione» rispetto a un sistema che sentiva distante dai suoi valori. Il confronto con la commissione Nonostante il suo rifiuto di sostenere l’orale, Gianmaria non ha lasciato la sala senza un confronto. I professori, inizialmente sorpresi, hanno cercato di capire le sue motivazioni. "La presidente è stata rigida, mi ha detto che non sostenendo l’orale insultavo il lavoro dei docenti che avevano corretto i miei scritti", ha rivelato. Tuttavia, dopo un dialogo con i professori interni, che lo conoscevano bene, la situazione si è risolta con un compromesso: Gianmaria ha risposto ad alcune domande sul programma, ottenendo 3 punti aggiuntivi e chiudendo l’esame con 65/100. Lo studio come percorso di crescita personale "In terza sono stato bocciato, mi è servito per maturare. Sbagliando si impara" ha detto, sottolineando l’importanza di apprendere dai propri errori piuttosto che inseguire un voto. Per lui, lo studio dovrebbe essere un percorso di crescita personale, non una corsa al punteggio. La sua scelta di non sostenere l’orale è stata anche un modo per rivendicare la propria autonomia: "Perché dovevo fare una cosa solo perché la fanno tutti? Ho preferito usare la mia testa". La reazione della famiglia La decisione di Gianmaria non era stata condivisa con i genitori, che hanno saputo tutto solo dopo i risultati. "Ho spiegato loro come la penso. Sono stati comprensivi", ha raccontato. Ora, il giovane guarda al futuro: l’università lo aspetta, e con essa nuove sfide per trovare il suo posto nel mondo, lontano da un sistema scolastico che non lo ha mai pienamente rappresentato.
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«Mio figlio nato durante l’esame per il diploma»: per una giovane di Capoterra sessione suppletiva al PoliclinicoVeronica Vacca, 29 anni, è ricoverata da oltre un mese per una gravidanza a rischio: ha fatto in modo di finire gli studi
Veronica Vacca
Un esame di diploma speciale. Unico. Prima rinviato, perché Veronica Vacca, 29 anni, di Capoterra, è ricoverata da oltre un mese al Policlinico di Monserrato per una gravidanza a rischio. Poi per lei è stata allestita una sessione suppletiva: martedì ha sostenuto la prova di italiano, l’indomani quella di economia aziendale. E giovedì insieme agli esiti degli scritti (19 nel tema, 20 la prova tecnica) è arrivato anche Samuele. «Il tempo di rimettermi un pochino – racconta raggiante al telefono – e darò l’orale». Appuntamento domani mattina, sempre al Policlinico, dove il direttore generale Vincenzo Serra ha messo a disposizione il suo ufficio: «Ci hanno aiutato tutti, i docenti, i medici, la direzione sanitaria: ho tante persone che devo ringraziare, soprattutto mio marito Daniele che mi ha sostenuto e mi ha spinto a non mollare gli studi malgrado sia stata costretta a trascorrere in un letto d’ospedale l’ultimo mese di gravidanza». La storia Quella di Veronica è la storia a lieto fine di una ragazza che si è sempre sacrificata e che ha voluto inseguire a qualsiasi prezzo il traguardo del diploma. «Lavoro da due anni come operaia tessile in una sartoria industriale, prima con mio marito avevamo vissuto sette anni in Inghilterra. Lavoravamo in una farmacia, ci siamo messi sotto per imparare l’inglese, proprio quegli anni di studio e di lavoro mi hanno fatto decidere, una volta rientrata in Sardegna, nel 2023, di riprendere gli studi che avevo interrotto in quarta ragioneria. All’Istituto Atzeni ho frequentato le serali, mi sono trovata benissimo, sia con i docenti, sia con i compagni. Quest’anno sono rimasta incinta ma ho continuato a lavorare e studiare, sin quando ho potuto». Il parto Un mese fa i medici l’hanno trattenuta al Policlinico: gravidanza a rischio per lei e per il nascituro. «Non mi sono data per vinta, volevo questo diploma». Non poteva immaginare che il primo figlio sarebbe arrivato tra gli scritti e l’orale: «Parto d’urgenza, Samuele è nato di sette mesi, sta bene ma non l’ho ancora potuto vedere. Lui l’hanno sistemato nell’incubatrice. E anche io devo rimettermi in sesto per gli orali. Mai avrei immaginato un esame così particolare, da sola, in un bell’ufficio, non insieme ai compagni di classe. Non è stato facile». I primi a complimentarsi con lei per l’arrivo di Samuele sono stati, dopo i familiari, i compagni della quinta A, il preside dell’“Atzeni” Maurizio Pibiri, i docenti che l'hanno seguita durante l'anno Daniela Perra, Federico Bacco, Stefano Salaris , Claudia Pinna, Valeria Pinna e Riccardo Pinna e quelli della commissione di esame presieduta da Carla Anedda. «Spero – chiude Veronica Vacca - che la mia storia possa essere un messaggio per tanti ragazzi e ragazze: anche nei momenti più complicati, non bisogna smettere di credere in sé stessi: di sicuro mio marito ed io la racconteremo a nostro figlio quando sarà grande».
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Un esame in sardo: al Liceo Europeo di Cagliari la lingua di casa entra tra i banchi di maturità
Giaime ha discusso in sardo il tema degli esclusi e dei vinti nella storia, partendo dal celebre dipinto I mangiatori di patate di Vincent van Gogh
Giaime Corongiu A portare il sardo tra le mura dell’esame di maturità è stato Giaime Corongiu, studente dell’ultimo anno, che ha chiesto – e ottenuto – di poter svolgere parte del colloquio orale nella sua lingua madre. Un gesto che va oltre la semplice dimostrazione di una competenza linguistica: è un atto d’amore verso le proprie radici, un’affermazione della dignità di una lingua ormai confinata alla sfera privato. Giaime ha discusso in sardo il tema degli esclusi e dei vinti nella storia, partendo dal celebre dipinto I mangiatori di patate di Vincent van Gogh fino ad analizzare la legge di sfruttamento del lavoro formulata da Karl Marx. Il resto del colloquio si è svolto in italiano e francese, come previsto dal curriculum del liceo europeo. «Parlare in sardo all’esame mi ha permesso di esprimere meglio un pezzo di me – ha raccontato Giaime –. È una lingua che ho imparato in famiglia e che i miei insegnanti hanno sempre valorizzato». La commissione, presieduta dal professor Andrea Prost, ha accolto con favore la richiesta, riconoscendo la padronanza della lingua come parte integrante del percorso formativo dello studente. Un esempio che fa sperare. «Ci auguriamo – ha commentato il corpo docente – che questa esperienza sia da stimolo per tanti altri studenti che parlano la lingua sarda e per sensibilizzare la scuola a valorizzare questo enorme patrimonio linguistico». La scuola, infatti, è il luogo dove si coltiva costruisce il proprio futuro senza però mai dimenticare le proprie radici.
se si tutti gli avvocati delle parti in causa concordano si tale punto un fondo di verità c'è .
La nuova indagine su delitto di Chiara Poggisembra essere a un punto fermo. Mancano alcuni elementi per valutare il Dna trovato sotto le unghie della 26enne di Garlasco uccisa il 13 agosto 2007. ma a prescindere dall'esito . e le troppe notizie false circondate stanno danneggiando l'inchiesta. Cosa che ha portato gli avvocati dei soggetti coinvolti a fare un appello congiunto.
da il messagero tramite msn.it
Gli avvocati difensori di Andrea Sempio, di Alberto Stasi e della famiglia Poggi contro le notizie false più volte emerse sul caso del delitto di Garlasco è stato fatto nel corso della trasmissione 'Quarto Grado'. Nel corso della puntata in onda venerdì sera su Retequattro erano infatti presenti gli avvocati Massimo Lovati (che difende Andrea Sempio), Giada Bocellari (che difende Alberto Stasi) e Gian Luigi Tizzoni (che assiste la famiglia Poggi). I legali hanno voluto fare un appello contro le fake news «che stanno dilagando» nella vicenda del delitto di Chiara Poggi, la 26enne di Garlasco uccisa il 13 agosto 2007. Situazione degenarata «Da quando questa indagine è iniziata, da marzo, la situazione è via via degenerata - si legge in una dichiarazione diffusa da Mediaset - Ci scontriamo tutti i giorni con una serie di notizie, o pseudo tali, che a nostro modo di vedere, oltre a diffamare alcuni soggetti coinvolti, su tutti la famiglia Poggi, danneggiano moltissimo questa nuova indagine. Credo che sia importante da parte di tutti, al di là delle singole posizioni, di chi difende Alberto Stasi o chi assiste la famiglia Poggi o il nuovo indagato, capire che questo vada un po' oltre. È un senso di responsabilità, anche in quanto avvocati, quello di mettere dei punti fermi sotto questo profilo. Questa è una vicenda drammatica, dove è stata uccisa una ragazza e questo non lo dobbiamo mai dimenticare, dove c'è un condannato in carcere con una sentenza definitiva e dove c'è un nuovo indagato. Credo che sia doveroso rispettare tutti i soggetti coinvolti e anche l'indagine. È doveroso per noi, è un senso di responsabilità da parte di tutti»[... ]
Quando il Titanic stava affondando, in mezzo al panico, al freddo e alle urla disperate, una donna si alzò in piedi.Prese un remo.Si fece avanti.Prese il comando.E cambiò tutto.Si chiamava Margaret Brown, ma il mondo l’avrebbe ricordata con un altro nome: l’inaffondabile Molly Brown.Era nata povera, ma non si era mai lasciata mettere in un angolo.Con suo marito aveva costruito una fortuna, ma non si era chiusa nei salotti eleganti o nei circoli esclusivi: Molly stava dove c’era bisogno. Apriva mense per i minatori, pagava gli studi a ragazze senza un soldo, dava voce a chi non ne aveva.Nel 1912 prese il Titanic per tornare in America da un nipote malato. Non sapeva che quella notte l’avrebbe messa di fronte alla tragedia più grande del secolo.Quando la nave colpì l’iceberg, Molly fu messa sulla scialuppa numero 6.Ma non rimase lì, a tremare nell’attesa.Quando il marinaio al timone esitò, lei prese il remo e cominciò a vogare.Incoraggiò gli altri.Affrontò il gelo.Salvò delle vite.E anche quando fu tratta in salvo sul Carpathia, non si fermò.Mentre molti piangevano, Molly si muoveva tra i feriti, parlava in tre lingue diverse, aiutava, organizzava, creò un fondo per chi aveva perso tutto.Lo fece in silenzio, senza aspettarsi applausi.Lo fece perché andava fatto.Poi arrivò l’inchiesta sul disastro.Lei voleva testimoniare, raccontare, dire la verità.Ma le dissero di no.Perché era una donna.Pensavano di poterla zittire.Non ci riuscirono.La sua forza, la sua voce, la sua storia ci sono arrivate fino a oggi.💙 Molly Brown non è ricordata solo perché èsopravvissuta al Titanic.È ricordata perché non è mai affondata. Né in mare, né davanti alle ingiustizie.E forse, oggi, in un mondo che a volte ci fa sentire alla deriva, dovremmo ricordarcelo: la vera forza non è non cadere, ma continuare a rialzarsi, a vogare, a non arrenderci mai. Proprio come ha fatto lei.