20.9.06

Senza titolo 1448

L'ultimo fenomeno musicale: il pop cristiano











 

Look da pop star, modello di riferimento Jimi Hendrix. Repertorio che spazia dal rock al reggae, dal metal all'hip pop. E nomi sufficienti a mettere in guardia: Glorious, White Spirit, Karisma.

E' una nuova generazione di band, partita dagli Stati Uniti alla conquista dell'Europa, l'ultimo fenomeno musicale che sta destando l'attenzione dei più giovani: gruppi cristiani che lodano Dio in concerto.

In tempi di bricolage spirituale in cui la tendenza è costruire un rapporto con la divinità attingendo da più religioni, i nuovi evangelizzatori parlano di Dio nelle forme che piacciono ai giovani.

Negli Stati Uniti i gruppi rock cristiani sarebbero quasi 5 mila. Ma ormai dappertutto nomi come Clara Mill, Spear Hit e Steven Gunnell sono diventati familiari. In prima linea la Francia: proprio il paese europeo tra i più interessati dall'esodo giovanile dalle parrocchie.

Image L'album "Jésus, the best of the world in my life" dei Glorious, senza promo, senza il lancio di radio e tv, ha venduto più di 15 mila copie. Grazie a rassegne ad hoc, come il Radical Festival di Liévin e il Dieu est rock di Isère sono diventati popolarissimi.

E nonostante il pericolo, sempre presente, di non "approfondirne" i contenuti (ma questo è insito in ogni ambito) è da notare che tanti giovani, così come riportati dai media francesi, hanno espressioni similari, una per tutte quella di Anne Claire da Parigi (da RamDam, vostre guide de la musique):
"Bravo pour cette initiative d'apostolat par la musique!!! Ca marche et c'est génial!!!" [traduzione: Bravi per questa iniziativa di apostolato/evangelizzazione attraverso la musica! Funziona ed è geniale!].

Sono i Glorious. E il Papa li ha benedetti.

Sito ufficiale:
www.glorioustour.com


19.9.06

Senza titolo 1447

LE VOCI DENTRO...2006
SCADENZA LAVORI ENTRO 30 SETTEMBRE 2006

si può partecipare con quanti racconti si vuole. basta pagare 10 euro per il primo racconto e 5 per ogni successivo.lunghezza dei racconti: massimo 10 pagine. unica copia inviata per email: irenezago@tiscali.it

non c'è un tema per il concorso, nè un genere da rispettare.

MONTEPREMI

1' CLASSIFICATO 200EURO
2' CLASSIFICATO 100EURO
3' CLASSIFICATO 50EURO

QUOTA DI ISCRIZIONE 10 EURO DA VERSARE SU POSTEPAY 4023600400730174
INTESTATA A SPARAGNA IRENE

 GIURIA:

IRENE SPARAGNA- ODILIA LIUZZI- GIUSEPPE BIANCO- LUCIANO SOMMA-SANDRA CERVONE


PUO  DARSI CHE I PREMI VENGANO AUMENTATI IN BASE AL NUMERO DEI PARTECIPANTI

SARANNO AVVISATI TUTTI.
PREMIAZIONE ENTRO OTTOBRE 2006
LE NOTIZIE SI TROVERANNO ANCHE SUL SITO
www.irenesparagna.it

Senza titolo 1446

ascolto

 


 “Chi ascolta la mia parola e la mette in pratica non potrà mai perire. Egli è come un buon servitore che prende ordini dal padrone, li esegue e una volta eseguiti si rende conto di avere fatto bene ogni cosa, poichè quegli ordini erano stati valutati, presi in considerazione e quindi ciò che era da fare era stato passato a colui che doveva eseguirli. Ma ora  chi ascolta più la voce del padrone, quella voce così chiara e perfetta che vi è stata trasmessa attraverso la Mia Parola?


Non temete nulla quando la leggete e la mettete in pratica. Chi l’ha scritta non l’ha fatto di sua iniziativa, ma ha ascoltato a sua volta una voce molto autorevole, quella di DIO.


Nei tempi remoti, in quelli passati, in quelli attuali non c’è stato mai nulla da tenere più in considerazione. Và ascoltata, meditata e vissuta. Ma quale ricchezza in questo linguaggio! Non stanca mai e anche se le cose che dice, professa, sono cose antiche, sono sempre nuove.


Quanti insegnamenti e quante emozioni! Quello che oggi non ti dice nulla può dirti qualcosa domani a secondo del tuo stato d’animo, a seconda di come tu hai vissuto in passato o stai vivendo, il presente.


Se il tuo cuore è gioioso vive quanto di gioia ti dice, se sei triste vivi a secondo della tristezza che è in te quelle parole che però sono segno di grande speranza per l’oggi e il domani. Non temere mai.


Quando ce l’hai tra le mani il tuo cuore gioisce anche se tu puoi non sentirlo poichè quelle parole sono dettate dallo Spirito di Dio. Se poi tu inizi a metterle in pratica, poichè per ogni giorno che tu vivi c’è un argomento che ti riguarda, la tua vita sarà così lieta, così lieta anche nei momenti più tristi, perchè vissuti con il tuo Dio, non può essere diversamente.




  • Vieni o tu che sei disperata e leggi, vedrai ne trarrai grande beneficio. Vieni o tu che ti stai aspettando dalla vita cose grandi e c’è anche per te di cui abbeverarti.




  • E tu che sei triste perchè non sei rispettato da tuo figlio, leggi e comprendi, forse tuo figlio ha bisogno di essere compreso.




  • E tu che invece non hai un buon rapporto con la sposa o lo sposo leggi e metti in pratica, sottomettiti a ciò che dice questa Parola e vedrai che troverai il bandolo della tua matassa, perchè la vita ricominci con lui o con lei a sorriderti.




  • Oh! tu che non ti comporti troppo onestamente ricomincia e leggi, metti in pratica ciò che il tuo Dio vuole dirti. Incomincia tutto da capo, ama le persone che incontri, se le amerai non potrai più ingannarle, te ne riguarderai bene. Vedrai quanta gioia dopo.




  • E tu che parli male del tuo fratello leggi, metti in pratica e vedrai, scoprirai che anche tu hai peccato.




  • E tu che sei rissoso e te la prendi sempre con tutti, leggi e metti in pratica, cerca la serenità in queste parole che sono come rugiada che scendono sul tuo capo e ti donano la pace.




  • E tu donna che ti adorni di mille fronzoli, mille idoli e vai dalle fattucchiere, adora il tuo Dio perchè non ce n’è altro al di fuori di Lui. Lui sì che ti darà tanta pace, non prevederà come la cabala ma ti indicherà nel cuore la via da seguire.




  • E tu uomo che ti perdi in vizi e gozzoviglie, che scambi la notte per il giorno che ti prendi gioco di tutte le fanciulle che stanno intorno a te e a tutte prometti il matrimonio, vieni leggi e metti in pratica, vedrai come il tuo cuore si addolcirà di questa Parola e ti farà cambiare vita e con te la cambieranno le fanciulle che hai incontrate e diverrete amici.




Ascoltate o figli tutti la Parola del vostro Dio, non è parola comune,  parola da piazze anche se va  proclamata ovunque.


Non abbiate paura a farlo!  Io ve ne darò il coraggio, ma soprattutto le parole per proclamarla, ma prima leggetela, ascoltatela, vivetela voi.


Quando gli altri avranno constatato come voi la vivete, allora sarete loro di esempio, vi seguiranno, li amerete, vi ameranno per quanto avrete trasmesso di gioioso nel loro cuore.


Sono questi i tempi di proclamare a voce alta la mia Parola!


Essa trapassa ogni confine, giunge fino al midollo delle ossa e guarisce ogni cuore malato qualunque sia la  malattia e giunge poi anche al corpo, quel corpo, quei corpi ormai spesso malati. E’ medicina per tutti! Donatela e datela a chiunque, sia che ve la chiedano ma anche soprattutto se non ve la chiedono, questi ne hanno più bisogno.


Essa dice “ Venite a me voi tutti che siete affaticati e stanchi ed io vi ristorerò. Prendete da me che sono mite e umile di cuore e avrete ristoro per le vostre anime”.


E’ questo che Io voglio fare per voi, ristorare le vostre anime!

18.9.06

Senza titolo 1445

Ieri ho visto a banari ( sassari ) , che  rimarra  aperta  ffino al 30 di questo mese ( per  chi volesse  visitarla  essa  ha  questi orari : dal martedì alla domenica 16.30/20 lunedì chiuso )  bella mostra di Salvatore fiume uno dei maestri del Novecento italiano . L’esposizione, nelle intenzioni dei promotori, costuisce un tentativo per «far realmente dialogare una piccola ma attiva realtà culturale come è Banari, il paese dove la Fondazione ha sede ed opera, con le più importanti città d’arte italiane nei dibattiti in cui la ricerca artistica è fonte di confronto, di crescita e di affermazione»(  dalla  nuova saregna  del 16\9\2006 )  .  Infatti l'intenzione dei curatori  della mostra  è talmente  riuscita   cheTale  Mi ha  tale affascinato da  fartmi rimanere  incantato per il suo modo di usare la contaminazione delle culture ( cosi  intendo la globalizzazione   non quella  neoliberista ed egoista di cui ha  parlato raccontando la storia di Paolo Brazzà vedere post  precedente ) .


Non riuscendo  vista  l'emozione  suscitata   dal rimanere senza  parole che  riporto  quanto dice  nel  depliant   della mostra   Antonio Carboni  del  Comitato Scientifico Fondazione Logudoro Meilogu   associazione  che  ha curato la mostra    e  cura  il recupero e  lo spopolamento del paese   (  trovate sotto   l'url   e  come  contattarli  ) : <<  (...] Un artista contemporaneo che nel corso di tutta la sua poliedrica attività di pittore, scrittore, scultore, ceramista e scenografo, ha sempre ricercato un dialogo sia con il suo tempo che con i modelli della storia dell'arte internazionale: da Piero della Francesca e Paolo Uccello, gli   amati modelli del Quattrocento, a Picasso e de Chirico, espressione massima delle inquietudini del secolo appena trascorso. Un artista vero, anticonformista, aperto al confronto tra mondi e culture differenti, distanti nello spazio e nel tempo, esploratore instancabile di modi espressivi originali, incurante delle mode effimere, amante delle donne, ricercate nei luoghi esotici di origine, in cui possono  ancora sprigionare intatto tutto il loro fascino, per essere ritratte  come antichi modelli femminili del passato. Un simbolo esemplare di come l'artista contemporaneo possa talvolta allontanarsi dai [  da quello che  critici severi   chiamano   ]  clichés abituali che lo vogliono unicamente intento a dipingere se stesso e le proprie nevrosi, riuscendo ad osservare mirabilmente la realtà che lo circonda e ad interpretarla con visioni metafisiche che riecheggiano  il passato . Modernità e tradizione si fondono spesso in Fiume ed è    il difficile dire dove finisca l'una e dove cominci l'altra. [...] La mostra,allestita grazie alla preziosa collaborazione dei figli del Maestro, Laura e Luciano, e della prestigiosa Galleria Artesanterasmo di  Milano, intende essere un omaggio alla produzione di Fiume con  un ottantina di opere dagli anni '40 agli anni '90. Disegni, olii,  sculture e bozzetti ripercorrono il lungo e variegato percorso creativo del maestro. In un avvincente viaggio iniziatico alla scoperta degli stilemi dell'artista siciliano, i visitatori avranno modo di ammirare sia le architetture antropomorfe delle Città di Statue degli anni '40 e '50, nate dalle influenze rinascimentali italiane e dalle suggestioni   metafisiche di de Chirico, che l'universo femminile del Maestro  cosmopolita e sensuale, ritratto con tonalità e sfumature articolarmente suggestive e ricercate con cura in tutti i continenti.Anche in questo, come sempre, l'artista sembra prefigurare il futuro,un mondo in cui le differenze razziali e culturali sono abolite di fronte .alla contemplazione estatica di una bellezza primordiale, espressa con una gamma cromatica anch'essa cosmopolita, che attinge da ogni   nazione qualcosa di nuovo e di unico. Interessante infine lo spazio   dedicato al ciclo degli anni '80, " Le ipotesi ", in cui Salvatore Fiume rende a sua volta omaggio ai suoi maestri, da Raffaello a Picasso, - intessendo dialoghi immaginari tra luoghi e personaggi della sua  produzione e quelli degli artisti citati. [...]  >>      
Poi  dopo la mostra  ho ascoltato  , nella chiesa  di cuio non ricordo il nome   , visto che le prevvisioni meteo   non permettevano un concerto all'aperto  il con certo  di Franca  Masu (  foto  qui a
destra tratta dal suo sito  ) .
La manifestazione è stata organizzata nell’ambito della mostra dedicata a Salvatore Fiume. Rassegna che finora sta riscontrando notevole successo . Essa è  una cantante  dalla  voce  struggente ,  che  ha  trovato la sua  via  nel genere del  fado  e in quello  della bossa nova  ma  viste le potenzialità  vocali e  gli ottimi musicisti    che ha  preso con se e visto  le  collaborazioni  fatte ed in cantiere  ( a  questo  proposito  rimando al suo  sito  ufficale    da  cui  e tratta  questa  foto  )   potrebbe  rielaborare    tali generi musicali  e non limitarsi  come   fin ora sto facendo  con i   dischi fin   qui fatti  . Solo cosi uscendo  dall'imitazione   di tali muisiche  o gneri musicali   e uscendo  dal suo localismo ( senza   ovviamente   rinunciare ad  esso  )   che  quello di Alghero  e dell'isola  linguistica  che è il catalano  diventerà  grande  come  Elena Ledda ( qui delle news  su di lei ) che  è oltre ad esere  sarda è una delle voci più importanti della scena tradizionale italiana




RIFERIMENTI




fondazione  logudoro -meilogu  via marongiu 30 Banarii (sassari ) www.fondazionelogudoro.com per chi è telemativco eccovi  l'email fondazionelogudoro@tiscali.it ; fonlogmejlogu@tiscalinet.it telefono \ fax  079\826270







 P.s
probabilmente  a causa  di conflittualità fra la piattaforma   di splinder e  linux  Mandrake   anche  le parole  in neretto sono dei collegamenti ipertestuali 




17.9.06

Senza titolo 1444

Non aspettare!

 


C'era una volta un ragazzo nato con una grave malattia, una malattia di cui non si conosceva la cura. Aveva raggiunto l'età di 17 anni, ma poteva morire in qualsiasi momento. Aveva vissuto sempre in casa sua, con l'assistenza di sua madre.
Stanco di stare in casa, decise un giorno di uscire, almeno una volta. Chiese il permesso a sua madre. Lei acconsentì. Camminando nel suo quartiere vide diversi negozi. Passando per un negozio di musica, guardando dalla vetrina, notò la presenza di una tenera ragazza della sua età. Fu amore a prima vista. Aprì la porta ed entrò guardando nient'altro che la ragazza. Avvicinandosi poco a poco, arrivò al bancone dove c'era la ragazza. Lei lo guardò e gli chiese sorridente: "Posso aiutarti?". Egli stava già pensando che quello era il sorriso più bello che avesse mai visto nella sua vita. Nello stesso istante sentì il desiderio di baciarla. Balbettando le disse: "Si, eeehhhmmm, uuuhhh...mi piacerebbe comprare un CD". Senza pensarci, prese il primo che vide e le diede i soldi. "Vuoi che te lo impacchetti?" - Chiese la ragazza sorridendo di nuovo. Egli rispose affermativamente annuendo. Lei andò nel magazzino, tornò con il pacchetto fatto e glielo consegnò. Lui lo prese ed uscì dal negozio.



 Tornò a casa e da quel giorno in poi andò al negozio ogni giorno per comprare un cd. Faceva fare il pacchetto sempre alla ragazza e poi tornava a casa per riporlo nell'armadio. Egli era molto timido per invitarla ad uscire e nonostante provasse non ci riusciva. Sua madre si interessò alla situazione e lo spronò a tentare, così egli il giorno seguente si armò di coraggio e si diresse al negozio.
Come tutti i giorni comprò un altro cd e come sempre lei gli fece una confezione. Lui prese il cd e, in un momento in cui la ragazza era distratta, posò rapidamente un foglietto con il suo numero di telefono sul bancone; dopodichè uscì di corsa dal negozio. Qualche giorno dopo squillò il telefono a casa del ragazzo. La mamma rispose al telefono: "Pronto?". Era la commessa del negozio di musica che chiedeva di suo figlio. La madre afflitta cominciò a piangere mentre diceva: "Non lo sai?... è morto ieri!".
Ci fu un silenzio prolungato interrotto dai lamenti della madre. Più tardi la madre entrò nella stanza del figlio per ricordarlo. Decise di iniziare guardando tra la sua roba. Aprì l'armadio. Con sorpresa si trovò di fronte ad una montagna di cd impacchettati. Non ce ne era nemmeno uno aperto. Le procurò una curiosità vederne tanti che non resistette: ne prese uno e si sedette sul letto per guardarlo; facendo ciò, un biglietto uscì dal pacchettino di plastica. La madre lo raccolse per leggerlo. Diceva: "Ciao!!! Sei bellissimo! Ti andrebbe di uscire con me?? TVB...(ti voglio bene) Sofia". La madre emozionata ne aprì altri e trovò altri bigliettini: tutti dicevano la stessa cosa.


 


Questa è la vita, non aspettare troppo per dire a qualcuno quello che senti.


Dillo oggi stesso. È fondamentale e forse indispensabile per il fratello.


Non aspettare più. Dì a tutti che li ami, che sono "speciali" per te,


perché figli dello stesso Padre e tuoi fratelli.


Domani potrebbe essere troppo tardi.


A volte basta un gesto, una parola d'amore, per cambiare la vita al fratello


o solo per rendergliela almeno un po' più gradita.

Senza titolo 1443

Clock2.jpg


A terra frasi di circostanza.


Ditemi cosa vedete nell'intenzione.


Sorveglio.


Muto è il tempo


come l'Impiccato che in me piange.


A cavalcioni sorveglio!



RESUSCITO nell'antologia “Poesie Italiane” a cui hanno partecipato 650 autori da tutta Italia e alcuni dall’Europa e dal Nord e Sud delle Americhe edito dalla casa editrice Aletti.


ISBN 88-7680-119-7


Recensione:


http://www.alettieditore.it/orizzonti/lions/lions.htm

16.9.06

Senza titolo 1442


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15.9.06

Senza titolo 1441





Cari amici\ che
Oggi devo fare auto critica su quanto dissi
precedentemente : << ( .. ) lo so che sembrerò sessista , ma non ho mai trovato almeno per il momnento , in nessun uomo una storia non particolarmente nota se non alla cerchia stretta di chi l'ha condivisa, non proprio una vita illustre nel senso corrente del termine: piuttosto, si sarebbe detto allora, una vita "normale" per quanto sia difficile oggi rintracciare l'idea di normalità (... ) >> pèerchè tale affermazione viene negata dalla storia di Pietro Paolo Savorgnan di Brazzà (Roma 26\1\1852 - Dakar 14\9\1905  foto a sinistra ),letta su l'inserto di domenica del 11\9\2006 di repubblica qui l'articolo
Infatti Pietro Savorgnan di Brazzà è passato alla storia come un personaggio singolare
dell'età coloniale Destituito improvvisamente da Governatore del Congo nel 1898 mentre si trovava su una nave diretto in Francia, si rivela infatti un personaggio scomodo per il suo governo.Già conosciuto per essere lontanissimo da Stanley e dagli altri esploratori bianchi dell'epoca per i suoi metodi non violenti e per la sua repulsione verso lo sfruttamento coloniale, divenne protagonista di un periodo difficile per l'imperialismo francese.Dopo essere stato destituito si trasferì sdeganato ad Algeri dove si sposò ed ebbe tre figli. Uscì dal silenzio solo nel 1901 quando, dopo aver letto un libro encomiastico del governo sulla politica Francese in Africa , tentò di pubblicare una contro-relazione e di denunciare gli errori e gli orrori del colonialismo europeo.Il suo dossier però venne insabbiato.Nel 1903 però arrivarono in Francia numerosissime voci di abusi, stragi e orrori che fecero scalpore e conquistarono i titoli dei giornali. Il Governo si trovò in difficoltà e Parigi, per calmare l'opinione pubblica, decise di richiamare l'eroe Pietro Savorgnan, per affidargli un inchiesta sul campo. L'esploratore accettò l'incarico, anche se sapeva bene che Parigi e i funzionari in realtà remavano contro di lui.Racconta un suo discendente che fu durante un ballo tribale organizzato in suo onore che uno stregone dei Tekè gli fece capire, a gesti, mentre danzava, che le prigioni teatro dell'abominio erano al Nord.Monsieur de Brazzà in pochi mesi realizzò una relazione scottante, terminata la quale s'imbarcò per la Francia. Il celebre esploratore però non giunse mai a Parigi, morì infatti a Dakar, a soli 53 anni, il 14 Settembre 1905 ,durante il viaggio di ritorno, forse a causa di qualche malattia esotica, o forse avvelelenato.
Alla morte il Governo proclamò di volerlo seppellire al Pantheon, ma la moglie di Pietro rifiutò l'onore ipocrita e Brazzà venne sepolto ad Algeri. Sulla sua lapide viene scritto «La sua memoria è pura di sangue umano»La capitale della Repubblica del Congo,Brazzaville , porta ancora oggi questo nome in suo onore e sorge su di un'area che fu assegnata alla sovranità francese da un trattato firmato da Brazzà. Nella stessa città gli furono dedicate l'università, la via principale, un liceo. Il 6 dicembre 2005 fu inaugurato il mausoleo ospitante le sue spoglie ivi traslate da Algeri ( tratta da wikipedia )


Ora molti di voi si chiederanno come mai ho scelto pere la sezione storie un personaggio del passato . La risposta è che nel fatt6 che quelo che i fenomeni del colonialismo e dell'imperialismo anche oggi si chiamamo globalizzazione ( facendo un unico calòderone ) o globalizzazione neoliberista che non ha , come era nei suoi propositi originari ,come dice la voce neoliberismo di wikipedia ( vedere collegamento ipertestuale precedente ) : << non ha portato benessere a tutta l'umanità, ma piuttosto ha accentuato le disuguaglianze fra le differenti classi sociali all'interno dello stesso Paese. Ovvero si è aumentata la ricchezza complessiva dell'umanità a scapito della maggioranza dei poveri.Altri detrattori hanno sottolineato che questo processo di arricchimento generalizzato è avvenuto soprattutto a scapito del pianeta terra distruggendo per sempre risorse non rinnovabili creando pertanto (esternalità negative) >> . Ora io non sono contro la globalizzazione ( sulle cuii originie sulla sua evitanbilita o inevitabilità ci sono ipotesi diverse come dice la voce omonima nell'enciclopedia Wikipedia ) ma per la globalizzazione dei diritti insomma per uno sostenibile , responsabile , solidale dele richezze insomma per il mercato equo e solidale ovvero hola consapevolezza che il futuro di una società lo scrive la società stessa e dove il concetto " civiltà " sia sostituito dal più adeguato "pluralità di culture " . Concludo con alcuni stralci della poesia d Kahlil Gibran – "Sul commercio" : < < La terra vi concede i suoi frutti,\e non saranno scarsi se solo saprete riempirvene le mani.\Scambiandovi i doni della terra scoprirete l'abbondanza e sarete saziati.\Ma se lo scambio non avverrà in amore e in generosa giustizia,\renderà gli uni avidi e gli altri affamati >> ( ... qui il testo integrale )


P.s
proprio metre ultimavo questo post  mi è venuta in mente  una bellissima canzone ascoltata  da un cd  masterizzatomi da un amico

                                          LIBERO NELL'ARIA
                                   
(Parole di R. Kunstler / Musica di S. Cammariere)


Con un pensiero che volava
Libero nell'aria
Guidando i mercenari
In via del tutto straordinaria
Presero l'Europa,
presero New York
Ed era già di moda
Una musica nei metrò Con un pretesto inutile
Lo vennero a cercare
Lui che sapeva sempre
Cosa dire, cosa fare
Si vide circondato
Da chi gli fu fedele
Credendo di sognare
Disse: bene!
Sapete che la guerra
E' una vecchia commedia
Una scomoda sedia
La caccia a un nemico
Che alla fine tu non sai
Riconoscere
Gli occhi si parlano
E poi non sanno fingere
E anche voi maschere
Senza più nascondere
La colpa, mi dirai
E' un po' di tutti, ma
Solo qualcuno pagherà
E chi ha sbagliato ancora non si sa
Ma il caso volle che
Nessuno vinse la partita
Dopo la guerra non restò che
Fumo tra le dita
E un treno sta arrivando
Da dietro la collina
E tutto sembra quasi
Come prima
Così la gente del paese
Dice che è normale
Che non restava neanche
Molto tempo tempo per pensare
Qualcuno disse è falso
Ma un altro disse è vero
E il caso restò avvolto
Dal mistero
Ma la fine del racconto
Non ha una morale
Niente di speciale
O da farti sembrare
Tutta questa crudeltà
Un'abitudine
Possono rubare amore come se
Fosse loro quello
Che incontrano lungo il cammino
Dicono che vengono a proteggere
Ma la pace che tutti aspettavano
Ancora non c'è
Ma scendono lacrime
Contano le vittime
Mentre qui parlano
Facce bianche dai microfoni
Ma senza aver' pietà
La gente aspetterà
Ché un'altra estate arriverà
E già si pensa al caldo che farà
Ma la fine del racconto
Non ha una morale
Niente di speciale
O da farti sembrare
Tutta questa crudeltà
Un'abitudine
Possono rubare amore come se
Fosse loro quello
Che incontrano lungo il cammino
Dicono che vengono a proteggere
Ma la pace che tutti aspettavano
Ancora non c'è
Ma scendono lacrime
Contano le vittime
Mentre qui parlano
Facce bianche dai microfoni
Ma senza aver' pietà
La gente aspetterà
Ché un'altra estate arriverà
E già si pensa al caldo che farà
Ma lassù vedo già
Una luce splendere
E dall'ovest fino all'est
Forse un giorno arriverà da te
Come per magia ancora l'allegria
Nei nostri cuori tornerà
E un nuovo giorno sta nascendo già
Nel segno di quel mondo che verrà.


P.s

poichè molti si chiederanno  i significato di alcune sigle eccovi un piccolo  Glossario 


BM \  WB =  è un organismo internazionale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, istituito il 27 dicembre 1945, insieme con il Fondo Monetario Internazionale, a seguito dell'entrata in vigore degli accordi della conferenza di Bretton Woods (tenutasi tra l'1 ed il 22 luglio del 1944) il cui scopo originario era quello di finanziare la ricostruzione e lo sviluppo nei paesi coinvolti nella seconda guerra mondiale. Successivamente lo scopo è stato allargato al finanziamento dei paesi in via di sviluppo tra gli stati membri, solitamente in cambio dell'adozione di politiche liberiste. In base all'atto istitutivo, la Banca Mondiale, favorisce la ricostruzione e lo sviluppo dei territori dei paesi membri facilitando l'investimento di capitale a scopi produttivi; promuove l'investimento privato estero, fornendo garanzie o partecipando a prestiti; integra l'investimento privato, erogando, a condizioni più favorevoli di quelle di mercato, risorse finanziarie da destinare a scopi produttivi.
FMI =
Il Fondo Monetario Internazionale (International Monetary Fund, di solito abbreviato in FMI in italiano e in IMF in inglese) è, insieme al Gruppo della Banca Mondiale, una delle organizzazioni internazionali dette di Bretton Woods, dalla sede della Conferenza che ne sancì la creazione. L'Accordo Istitutivo acquisì efficacia nel 1945 e l'organizzazione nacque nel maggio 1946. Attualmente gli Stati membri sono 184. L'FMI si configura anche come un Istituto specializzato delle Nazioni UniteLe condizioni poste dal FMI per l'erogazione di prestiti hanno suscitato una serie di critiche negli ultimi anni. Il Fondo Monetario Internazionale è infatti considerato uno degli artefici della globalizzazioneWashington Consensus (l'insieme di politiche di ispirazione neoliberista portate avanti in particolare dagli Stati Uniti d'America)
G 8 = (en:Group of Seven and Russia, de:Sieben führende Industrieländer und Russland) è un'organizzazione formata dai 7 paesi più industrializzati del mondo più la Russia. Più correttamente quindi si potrebbe parlare di G7+1. In effetti prima esistevano il G5, il G6 ed il G7, che poi è stato allargato anche alla Russia per via della sua potenza militare e della sua importanza politica, grazie alle quali può influire sugli equilibri mondiali. Gli altri sette paesi sono, nell'ordine: USA, Giappone, Germania, Francia, Italia, Regno Unito, Canada. Durante i summit, i rappresentanti dei paesi membri discutono di importanti questioni di politica internazionale per definire i futuri assetti del mondo.
I primi sei paesi del gruppo sono in effetti i più ricchi, secondo la classifica del PIL 2004, mentre il Canada è nono e la Russia quindicesima.
WTO =L'Organizzazione Mondiale del Commercio od OMC (meglio conosciuta come World Trade Organization - WTO, con locuzione inglese) è un'organizzazione internazionale creata allo scopo di supervisionare numerosi accordi internazionali relativi al commercio tra i 149 stati membri.

Il WTO è stato istituito il 1 gennaio 1995, alla conclusione dell'Uruguay Round, i negoziati che tra il 1986 e il 1994 hanno impegnato i paesi aderenti al GATT ed i cui risultati sono stati sanciti nell"Accordo di Marrakech" del 15 aprile 1994.
Essi ha assunto, nell'ambito della regolamentazione del commercio mondiale, il ruolo precedentemente detenuto dal GATT: di quest'ultimo ha infatti recepito gli accordi e le convenzioni adottati (tra i più importanti il GATT, il GATS ed il TRIPS) con l'incarico di amministrarli ed estenderli; a differenza del GATT, che non aveva una vera e propria struttura organizzativa istituzionalizzata, il WTO prevede invece una struttura comparabile a quella di analoghi organismi internazionali.
Obiettivo generale del WTO è quello dell'abolizione o della riduzione delle barriere tariffarie al commercio internazionale; a differenza di quanto avveniva in ambito GATT, oggetto della normativa del WTO sono, però, non solo i beni commerciali, ma anche i servizi e le proprietà intellettuali.
Tutti i membri del WTO sono tenuti a garantire verso gli altri membri dell'organizzazione lo "status" di "nazione più favorita" (most favored nation): le condizioni applicate al paese più favorito (vale a dire quello cui vengono applicate il minor numero di restrizioni) sono applicate (salvo alcune eccezioni minori) a tutti gli altri stati.
Ong =Una organizzazione non governativa (ONG) è una organizzazione che è indipendente dai governi e dalle loro politiche.
Generalmente, anche se non sempre, si tratta di organizzazioni non aventi fini di lucro, che ottengono almeno una parte significante dei loro introiti da fonti private, per lo più donazioni. Nel mondo anglosassone vengono spesso identificate con la sigla PVO - Private Voluntary Organizations, preferita a NGO - Non Governmental Organization.
L' espressione organizzazione non governativa, è stata menzionata per la prima volta nell'ambito delle Nazioni Unite:
L'articolo 71 della Carta costituzionale dell'ONU prevede infatti la possibilità che il Consiglio Economico e Sociale possa consultare "organizzazioni non governative interessate alle questioni che rientrano nella sua competenza".
Le ONG esistono per una miriade di scopi, tipicamente per portare avanti le istanze politico-sociali dei propri membri, spesso trascurate dai governi. Alcuni esempi sono: il miglioramento dell'ambiente, l'incoraggiamento dell'osservazione dei diritti umani, l'incremento del benessere per le fasce di popolazione meno benestanti, o per rappresentare un'agenda corporativa, ma ci sono tantissime organizzazioni e i loro scopi coprono un'ampia gamma di posizioni politiche e filosofiche. Tipicamente fanno parte del movimento ecologista, pacifista, laburista o dei popoli indigeni, e non sono affiliate formalmente ad alcun partito politico o punto di vista che non siano i diritti umani o la pace o l'ecologia o la tolleranza. Alcune ONG sono coperture di gruppi politici o religiosi ma queste hanno minore credibilità globale.
Le ONG impiegano metodi diversi tra loro. Alcune agiscono principalmente come gruppi di pressione politica, altre conducono programmi che aiutano il loro scopo (ad esempio, una ONG preoccupata di alleviare la povertà che fornisce aiuti alimentari ai bisognosi).
Le relazioni tra finanza, governi e ONG possono essere abbastanza complesse e talvolta antagonistiche, particolarmente nel caso di ONG che si oppongono ad alcune attivita governative o finanziarie.
Un settore specifico delle ONG sono le ONG di cooperazione allo sviluppo.Queste sono libere associazioni, create da privati cittadini che, per motivazioni di carattere ideale o religioso, intendono impegnarsi a titolo privato e diretto, per dare un contributo alla soluzione dei problemi del sottosviluppo, principalmente quelli del "sud del mondo".
Queste, non avendo fonti di finanziamento istituzionali, ed essendo per statuto senza finalità di lucro, in ragione della filosofia umanitaria e sociale che le anima, realizzano le loro attività grazie a finanziamenti esterni; si basano comunque anche sull'apporto di lavoro volontario, gratuito o semigratuito, offerto da membri e simpatizzanti.
I due caratteri essenziali per definire un' organizzazione non governativa di cooperazione allo sviluppo, sono quindi costituiti dal carattere privato, non governativo dell'associazione, e da quello dell' assenza di profitto nell'attività.
Caratteristica di queste organizzazioni è una forte spinta ideale, finalizzata all'obiettivo di contribuire allo sviluppo globale dei paesi socialmente ed economicamente più arretrat
i.








APRROFFONDIMENTI

Pietro Paolo Savorgnan di Brazzà





GLOSSARIO

Globalizzazione e anti globalizzazione


SITI



Testi e articoli




  • Pranab Bardhan. La globalizzazione è un bene o un male per i paesi poveri?. Le Scienze numero 454 – giugno 2006




  • Hirst e Thompson. La globalizzazione dell'economia. Editori Riuniti, 1997




  • Amartya Sen. Globalizzazione e liberta. Mondadori 2002




  • Zygmunt Bauman. Dentro la globalizzazione, Le conseguenze sulle persone. Laterza, Bari, 1999




  • Zygmunt Bauman. La solitudine del cittadino globale. Feltrinelli, Milano, 2000




  • Ulrich Beck. Che cosa è la globalizzazione. Rischi e prospettive della società planetaria. Carocci, Roma, 1999




  • Luciano Gallino. Globalizzazione e diseguaglianza. Laterza, Roma-Bari, 2000




  • Naomi Klein. No Logo. Baldini e Castoldi, Milano, 2001




  • George Ritzer. Il mondo alla Macdonald. Il Mulino, Bologna, 1997




  • Roland Robertson. Globalizzazione. Teoria sociale e cultura globale. Asterios, Trieste, 1999




  • Saskia Sassen. Città globali. Il Mulino, Bologna, 1997




  • Martin Wolf. Perché la globalizzazione funziona. Il Mulino, Bologna, 2006




  • Wayne Ellwood. La globalizzazione. Verso, Urbino, 2006




  • Carlo  Gubitosa   Genova nomne per nome  in particolare  il 1  capitolo   da seattle  a Genova  editrice berti  2003




  • Le parole  di Genova  idee e proposte   del movimento   con 1)  ti testi dei dibattiti  tenuto a Genova  ; 2) il  Cdr   di radio Gap ( la radio del movimento   )  comne le  dirette dele manifestazini  . A cura di Anais Ginori   con foto di  Tano d'Amico  fandango libri  2002  www.fandango.it  libri@fandango.it





Senza titolo 1440

 

A volte ritornano.


sottotitolo: Tutt' a' Post


Quando muore qualcuno

Non è mai motivo di gioia

 

Quando muore qualcuno

Non è mai motivo di gioia

 

Quando muore qualcuno

Non è mai motivo di gioia

 

Oriana Fallaci è morta.

 

Dovrebbero invece morire

Le parole d’odio

 

Scritte in bella forma

O sgrammaticate

 

Urlate e recensite

O sussurrate e occulte

 

Dovrebbero sparire

I gulag i guantanamo

 

Invece piove sangue

Sulla Terra

 

Che accoglie tutti

e imparzialmente

Ingrassa ..

 

E sboccia un fiore anche dove

In vita non si è mai capito Amore.

 






riposa in pace anche tu.

13.9.06

Senza titolo 1439

Nel post  recensione \  commento della  fiction  Rai  l'ultima  frontiera   andando  a rileggermi  alcuni passi  del romanzo da cui  è tratta   e  i libridi storia  della sardegna  mi sono reso conto che prof  Brigaglia  ha   in parte ragione  : .  Infatti sulla  Nuova  sardegna  di oggi  13\09\2006    afferma  : << Capisco chi lo trova storicamente e antropologicamente poco credibile. Ma questa è una fiction, e come fiction va giudicata: paragonare gli eventi con la storia e il comportamento delle persone con l’antropologia (di quando?, della Sardegna di adesso o di quella che non c’è più e dunque in gran parte ce la dobbiamo inventare?) non è corretto. Come storico, ho trovato nel film centinaia di incongruenze, in gran parte, però, derivate dal fatto che si trattava esplicitamente (e sottolineo espliciteccetera) di una finzione. Prima incongruenza “fondativa” (anzi, originale in senso biblico): avere collocato la storia agli inizi del Novecento, dunque quando tutte le cose che si raccontano, dalla notte di San Bartolomeo (quella degli arresti: maggio 1899) alla battaglia di Morgogliai (agosto di quell’anno) alla figura medesima della “reina” e dei suoi due fratelli (lei già in carcere a quella data, condannata a 27 anni, loro morti tutti e due a Morgogliai) erano già accaduti. Perché il Novecento? Proprio, penso, per dire che la storia raccontata nella fiction non era la”vera” storia. Dunque, se dobbiamo parlare del film, parliamo di quello che c’è, non di quello che ci sarebbe dovuto essere.Come aspirante antropologo, ho trovato nel film altre centinaia di incongruenze. Prima: troppi morti, troppe uccisioni. Perfino nella Sardegna dei mille omicidi l’anno nel film si ammazza troppo. Le donne non solo vanno in giro senza fazzoletto, ma vanno in giro troppo. E donne che montano i cavalli come fantini dell’àrdia credo fossero anch’esse molto rare. Ma, soprattutto, la campagna è troppo affollata: sembra Central Park all’ora del lunch.>> .  Passi per  le  prime  perchè  si  tratta  di  una  ficxtion   o di   cinema  come dice lo stesso Brigaglia  . Ma  non per la seconda perchè  è proprio qui che  possono soprattutto  per  coloro che  s'accontentano   di quel  che passa il convento e no approfondiscono  nascere  luoghi comuni e stereotipi su  un popolo  o su  una  cultura  . Ma la risposta c’è, e taglia la testa al toro: questo è il cinema, bellezza. Invenzione, in cui tutto è permesso, perché il fine è la rappresentazione, il prodotto finale l’emozione dello spettatore.
Sempre Lo stesso Brigaglia  afferma  : << Questa Sardegna è un frullato di tutte le cose che sappiamo della Barbagia di fine Ottocento: messe insieme con un bel senso dello spettacolo (dice: per continentali. Risposta: e allora per chi, per i due-trecentomila sardi che possono averlo visto?), astutamente mescolate da quel sapiente mescolatore di cose sarde che è Marcello Fois. Indizio-chiave avere usato nomi veri - quelli del brigadiere Gasco e del capitano Petrella - per personaggi inventati.
 Già è stato detto, giustamente, che il film reca forti i segni del dibattito sull’identità, rispetta e qua e là giustifica il ribellismo della società pastorale, facendone quasi una resistenza «nazionale» agli odiati Savoia. Gramsci ha scritto che i sardi protestarono contro Bechi (perché noi, e grazia a Dio, a protestare ci siamo sempre) perché aveva detto che le donne sarde erano brutte. In realtà, in questo film ci sono due donne fin troppo belle, anche senza quel trionfo di seni che colpiva tanto l’ufficialetto di Pelloux. Troppo bella la Grimaudo, di una bellezza più da «Vogue» che da «Canne al vento»: impareggiabile la Garello, credibile come una sarda verace, nelle linee del viso e in quegli occhi fortemente tagliati. Gifuni piace. >>
Mentre  non concordo  sull'ultima parte  del suo articolo  : << Ma quel finale con la Grimaudo col pupo in braccio... Sarebbe stato meglio, nella stessa fiction, se la reginetta di Barbagia avesse detto all’ufficialotto in alta divisa: Va fuori, o stranier!. >>  mi  sembra  troppo provinciale  e   vicino all'exefonobia 

Senza titolo 1438


Sic  molto spesso   celebrazioni  retoriche e  vittimistiche  e  molto spesso  ipocrite  e stucchevoli o peggio a senso unico  del  11 settembre   da parte  di uno stato e dei " servi " europei del 11  settembre  dimenticando che  quello   che hanno subito e  a  causa  loro  (  infatti  alquedada  come dimostra  l'eccelllente  documentario  Cia  guerres  secrètes  di Wiliam  Karel l'hanno  creata  loro stessi  e  ora  la combattono ) .  fanno dimenticare   un altro fatto   storico avvenuto  nella stessa data    di cui quest'anno  si celebra il 100  .  Il fatto  dimenticato è   il centenario  del discorso  di Gandhi in sud Africa   contro le  discriminazioni della minoranza  indiana  . Tale data è secondo alcuni la nascita dela  nonviolenza 
Viisto   che moltiragazzi\e  presi  dal  consumismo e lasciati a se  stessi dato che   nelle scuole  non s'arriva  , salvo rarissimi casi  ( almeno ai tempi miei  poi adesso non sò , se avete  conferme  o smentite   fatemelo sapere  )  a quel periodo storico    : IInfatti per mia esperienza  fatta  quando studiavo   alle medie e  alle superiori  a malapena  s'arriva  al fascismo   si chiederanno  cosa  sia  la nonviolenza  eccone  una definizione  data  dallo stesso Gandhi e riportata     dall'ultimo numero de   IL Diario  di repubblica qui  l'url   dedicato a  tale  evento  << La nonviolenza  è la legge  della  razza  umana ed   infinitamente più gtande e  superiore aopla  forza deklla bestia  . In ultima  analisi  non giova  a chi non possiede  una  viva fede nel Dio dell'Amore     La nonviolenza  consente  la  più piena   tutela  dela propria dignità  e del proprio senso dell'onore  , ma non sempre  anche quella   del possesso della terra o  di beni immobili   anche se  la  sua pratica  abituale si rileva un miglior  baluardo  di quello assicurato  al ricorso agli uomini armati  . La nonviolenza per la  sua stessa natura , non è  di alcun aiuto nella difesa di guadagni  illleciti  e degli  atti immorali  . Gli individui o le nazioni che voglio praticare  la nonviolenza  devono essere pronti  a  sacrificare ( le nazioni fino all'ultimo uomo ) tutto ciò che posseggono  fuorchè l'onore . L'ahimsa è  percio incompatibile   con l’usurpazione di terre di altri popoli, come dire col  moderno imperialismo, innegabilmente basato sulla  forza. La nonviolenza, assunta come Legge di Vita, non va applicata solo ad azioni isolate, ma deve per vadere l’intero essere.>>
Inoltre  le teorie Gandhi  hanno avuto un grande seguito   in : 1)
Martin Luter King ; 2) Aldo Capitini ;  ;3) Nelson Mandela 
e secondo alcuni dagli ultimi discorsi  di  Malcom X
Concludo con  questa citazione  di Gandhi "La violenza prevarrà sulla violenza solo quando qualcuno mi potrà provare che l'oscurità può essere dissipata dall'oscurità"

P.s

in fase di chiusura ho letto il post  di pipistro  su blogfriends. ( qui l'url  che  dimostra  come   non tutti  hanno mandato il cervello all'ammasso e come  dice  lui  stesso : <<  ... i pazzi esistono  >>

12.9.06

Senza titolo 1437






Ieri sera si è cnclusa la fiction “ l'ultima frontiera “ di cui vi avevo parlato in un post nei giorni scorsi  . Anche se c'erano già gli elementi per recensirlo \ commentarlo dopo la prioma puntata ho preferito farlo dopo la fine per dare un giudizio globale e non parziale come hanno fatto alcuni studiosi di lingua e cultura sarda delle zone di Nuoro e della barbagia   .
Tale fiction si è conclusa con le polemiche Fra Giffuni e la Rai . Condivido pienamente le reazioni indignate di Giufini perchè  non si può 1) mandare in onda un film di tale cast e di tale portata programmato per l'atunno proprio nel primo giorno ( conoscendo ormai da 30 anni il fanatismo vedere le parodie  di Lino Banfi,Pippo Franco, Buzzanca    e i film  di Paolo Vilaggio  ed in  particolare  " Il secondo  tragico  fantozzi "  degli italiani verso il calcio ) del campiopnato ; 2) far tardare di mezz'ora il film a  causa  di  un'latro varieta   e quindi in svantaggio rispetto al variieta -- pattumiera come preferisco chiamarlo --- della rete avversaria .Mentre a livello nazionale c'è la polemica tra la rai e il protagonista principaler dellla fiction , c'è quella a livello locale . Infatti a Nuoro c’è stato chi ha storto il naso. Non sono piaciute alcune scene che sono sembrate irrealistiche e scarsamente rispettose della realtà storica e antropologica delle zone interne.A Nuoro, portavoce dei critici è Diego Corraine, studioso della lingua sarda: «Ci sono alcuni falsi evidenti. Ad esempio le donne senza fazzoletto in un’epoca in cui ciò sarebbe stato inimmaginabile. A me è sembrato un polpettone in salsa sarda, una specie di “Elisa di Rivombrosa” in versione western-barbaricino. Ma c’è anche qualcosa di apprezzabile: una certa sensibilità ai temi della difesa dell’identità linguistica e culturale». Meno severo il presidente dell’Etnografico, Paolo Piquereddu: «A me è sembrato un film efficace, con un forte impatto visivo. D’altra parte, da una fiction tv non ci si può aspettare ciò che prodotti di questo tipo non possono dare. Anch’io ho notato qualche imprecisione nei costumi e nelle ambientazioni. Ma, in fondo, si tratta di peccati veniali». A Piquereddu fa eco il sindaco di Nuoro, Mario Zidda: «E’ un classico sceneggiato televisivo. Mi è piaciuto. L’immagine della Sardegna che ne vien fuori mi sembra abbastanza fedele. Vedremo il seguito».
Per quanto riguarda me il film è piaciuto abbastanza , anche se hanno tagliato alcune scene come la sparatoia fra polizia e banditi all'interno del paese a cui ho assistito direttamente quandfo veniva girata e altre scene in cui c'erano dei miei amici e dei miei concittadini . Io non ci vedo nessun sfasamento storico . culturale ( a parte la storia d'amore fra Fabrizio Gifuni e Nicole Grimaudo in quanto lo stesso romanzo è ambientato nel 1899 durante le durissime leggi Pellux , tanto è vero che Giulio Bechi lo scrisse con lo pseudonimo di Miles . C'è qualche piccolo dettaglio che non và che sono dovuti sl pressapochismo come giustamente evidenzia Diego Corraine ma dall'altra parte nelle fictions o nei film storici ( vedere es il gladiatore ) succede . Quello che conta è che la struttura del romanzo di Bechi per quanto in quelle pagine si andava minando la mitologia - e la mistica - del "bandito eroe" e si proponevano soluzioni sociali che di fatto testimoniavano il superamento delle posizioni ottocentesche sulla "razza delinquente" di lombroso e company . Finalmente un film \ fiction in cui si fa piaza pulita ( o quasi ) dei pregiudizi e luoghi comuni verso noi sardi . Dico quasi perchè secondo alcuni miei concittadini --- e non hanno tutti torti anche se un po' esagerano perchè non mi sembra che quersto sia il caso -- il parlare sardo degli attori “ continentali “ ehm nazionali come Stefania Orsola Garello sembra uno sfotto' verso noi sardi perchè non tutti parliamo cosi e che la pronuncia linquistica in un secolo si sarà evoluta anche se in alcune zone rimane forte . Io non condivido la loro critica - oservazione perchè il regista  Franco bernini  e lo sceneggiatore  scrittore  ( che qui qui recita nela prima puntata la parte del fotografo ) Marcello Fois abbiano voluto  rendere realistico ed inquadrare la vicenda anche dal punto di vista linquistico culturale . Ora  salvo alcuni grossolani errori , ma d'altronde dalle fiction non puoi aspettarti altro,
la ricostruzione della Sardegna del primo Novecento è stata realizzata con grande fedeltà storica, attingendo anche al ricco repertorio folklorico della cultura sarda, dai costumi, alle carrozze, alle imbarcazioni d'epoca, alle armi (tra cui i tanti tipi di leppa, il tradizionale coltello sardo). Per quanto riguarda gli animali, nel film ne compaiono oltre 700, tra cui ben riconoscibile il muflone di Sardegna e circa 250 cavalli delle più antiche e solide razze sarde.
La ricostruzione culturale ed etnografica è apparsa necessaria per affrontare in chiave moderna un fenomeno storico come il banditismo regionale, con il quale tutto il nostro paese ha dovuto confrontarsi per quasi un secolo, scontando equivoci interpretativi e gravi incomprensioni.



11.9.06

Senza titolo 1436

nel  penultimo post  mi sono  dimenticato d'aggiungere    agli approfondimenti   uyna serie di libri sul 11 settembre  2001  o ad esso collegati  . eccovi qui l'elenco

ROMA.
Cinque anni fa quasi tremila persone morirono nel grande attacco terroristico agli Usa. Da allora si cerca di capire, raccontare ed esorcizzare quell’evento con alcuni film (da Fahremheit 9/11 di Michael Moore, al recentissimo World Trade Center di Oliver Stone) e un numero crescente di libri. Ecco quelli di maggior rilievo pubblicati in Italia negli ultimi mesi, molti dei quali scritti da giornalisti, storici e sociologi.
 «11 Settembre. Bush ha mentito», dell’avvocato Philip J.Berg e di William Rodriguez, che contribuì a salvare molte vive umane. Pubblicato da Editori Riuniti, è il «documentato atto d’accusa del guardiano delle Twin Towers».
 «9/11. Il rapporto illustrato della commissione americana sugli attacchi terroristici», di Sid Jacobson e Ernie Colon (Alet Edizioni). Seguendo i risultati del Rapporto questa graphic non-fiction ripercorre minuto per minuto il succedersi degli eventi.
 «La guerra al terrore e la pericolosa strategia dell’amministrazione Bush», di Ron Suskind, Mondadori, già autore di best seller di storia e politica. Il libro sostiene che il principio che ha guidato la nazione più potente del pianeta nella caccia ai propri nemici è la dottrina dell’1 per cento, fondata sul sospetto.
 «America anno zero», di Lilli Gruber (Rizzoli) «E’ davvero possibile riscoprire l’America?», si chiede la nota giornalista televisiva oggi parlamentare europeo aprendo il suo reportage su un Paese che ha sempre amato.
 «Quindici innocenti terroristi», di Bianca Stancanelli, Marsilio. Inviata speciale del settimanale «Panorama» l’autrice si occupa del caso di un gruppo di imputati, tutti immigrati musulmani, finiti sotto inchiesta con l’accusa di aver preparato un attentato contro l’ambasciata americana a Roma. Alla fine saranno tutti assolti e l’indagine, partita cinque mesi dopo l’attacco alle Torri gemelle di New York, si concluderà nel nulla.
 «Il mercato della paura», di Carlo Bonini e Giuseppe D’Avanzo, Einaudi. Come viene chiarito sin dal significativo sottotitolo, l’opera dei due giornalisti del quotidiano «La Repubblica» prende in considerazione la guerra al terrorismo islamico «nel grande inganno italiano». Reportage ricco di elementi circostanziati e integrato da corpose documentazioni, il volume è stato stampato prima che venisse alla luce per intero il caso Abu Omar. Una storia dai risvolti oscuri accompagnata dalla scoperta che gli stessi D’Avanzo e Bonini sono stati spiati per mesi dai servizi segreti proprio per le loro inchieste giornalistiche. Nel nostro Paese, dal 2001 a oggi, i condannati per azioni eversive sono stati appena due. E nel frattempo alcuni dirigenti di settori degli apparati di sicurezza nazionali hanno messo insieme una gigantesca ragnatela di calunnie e menzogne per alimentare sempre più la strategia della paura e cercare di acquisire meriti non dovuti con falsi dossier agli occhi degli alleati americani.
 «Allah fra terrorismo e diritti umani», di Romano Bettini, editore Franco Angeli. L’autore insegna Sociologia della devianza a Roma e analizza le radici culturali del terrorismo islamista.
 «Le guerre del XXI secolo», sottotitolo «Guerra, guerra asimmetrica, guerriglia e terrorismo», di Emilio Greco e Francesco Pavone, editore Kappa.
 «Il male minore», sottotitolo «L’etica politica nell’era del terrorismo globale», di Michael Ignatieff, editore Vita e Pensiero. L’autore si chiede se si possa combattere la violenza con altra violenza. È giusto? È efficace? E qual è il prezzo da pagare? Ignatieff affronta questi interrogativi con determinazione, autorevolezza e con un raro, equilibrato connubio di idealismo, conoscenza storica e saggezza politica.
 «Vincere la paura», sottotitolo «La mia vita contro il terrorismo islamico e l’incoscienza dell’Occidente», di Magdi Allam, Mondadori. Il giornalista del «Corriere della Sera» racconta se stesso, musulmano laico nato e cresciuto nell’Egitto di Nasser ed emigrato in Italia nel 1972, denunciando sia gli integralisti che l’hanno condannato come «nemico dell’islam», sia i loro complici occidentali che alimentano uno scenario di scontro e di odio.
 «Terrore oltre il postmoderno», di Duque Félix, editore Ets. In sintesi: gli attentati e i bombardamenti tecnologici sono risultati molto più efficaci e persuasivi di ogni consiglio intellettuale per svegliare dal loro sonno dogmatico filosofi ed artisti.
 «Cento opinioni sulla pace e sulla guerra dopo l’11 Settembre», di Mario Arpino, Mursia.
 «La costruzione del male», di Jeffrey C. Alexander, Il Mulino. Perché l’orrore non cessa di abitare il mondo? Perché la ferocia degli uomini ci appare inesauribile? Perché una guerra si conclude mentre un’altra comincia? Molte delle risposte a questi interrogativi sono date in termini di bene e di male.
 «Il nostro mondo: dalle grandi rivoluzioni all’11 Settembre», di Gabriele Turi, Laterza. Analisi delle situazioni contemporanee alla luce del passato. Turi tratteggia oltre due secoli di storia in una sintesi generale.
 Sulle finalità dell’arte dopo l’11 Settembre», di Paolo Manazza, edizioni O Barrato. Sulle macerie del neonato conflitto globale tra Occidente e Islam prende forma la coscienza che una visione estetica del mondo volta alla contaminazione con l’etica possa tracciare la via per la salvezza consapevole di entrambi.





Senza titolo 1435

«I retabli sardi itinerario per un turismo alternativo»
Da Santulussurgiu ad Ardara e Ozieri il tour di due studiose d’arte spagnole offre nuovi spunti per vacanze diverse

Le vacanze sarde di due aragonesi dell’università di Saragozza sono diventate un “recorrido”, un itinerario d’arte tra domus de janas e nuraghi, tra il romanico il gotico e il rinascimento, il Campidano e la Marmilla, Ogliastra e Sulcis, Gallura e Barbagia, le querce imponenti del Montiferru e del Supramonte. I boschi tra Santulussurgiu, Seneghe e Cuglieri? «Ricordano i pre-Pirenei, con la loro lussureggiante vegetazione», dice Marìcarmen Lacarra y Ducay, prima donna cattedratica di Storia dell’arte medievale in Spagna. Dall’alto Oristanese a Orgosolo, nell’eden del Supramonte: «Mi ricorda la nostra Estremadura, qui e lì si incontrano branchi di suini allo stato brado, incrociati anche con i cinghiali. Ma questo Supramonte ha vette più alte, chissà perché ma mi intriga di più», aggiunge una raggiante Carmen Morte y García, studiosa dell’arte rinascimentale in Aragona, Catalogna, Francia e Italia, soprattutto a Napoli, Roma, Firenze, Venezia. A San Giovanni i forestali offrono il loro pranzo. È un trionfo di sapori, il timo profuma l’aria.
 Con le ospiti tre ciceroni d’eccezione: Giampaolo Mele, di Santulussurgiu, docente di Storia della musica medioevale e rinascimentale all’università di Sassari, direttore scientifico dell’Istar (Istituto Storico Arborense), frequentemente in Spagna a tener conferenze e seminari sulla musica medioevale. Con Mele il presidente dell’associazione “Ortoben’Essere” Graziano Costa e il notaio di Seneghe, Gianluigi Salaris che lavora a Merano dove roga atti in tedesco. Mele, Costa e Salaris sono promoter di tutto rispetto: “vendono” le zone interne dell’isola ciascuno secondo le proprie competenze. Del Continente-Sardegna c’è da esaltare geologia e flora, c’è chi indica vallate e fiumi, strapiombi a picco sul mare dalla costa ogliastrina fino al Pan di Zucchero di Nebida.
 Seguire questo quintetto è come proporre, senza troppe consulenze a libro paga, un tour culturale per una vacanza tutta sarda, lontana da discoteche e billionaire annessi. Le due docenti di Saragozza visitano la Sardegna vera, quella uguale per 356 giorni all’anno, conoscono bene i tesori dell’isola. Lacarra ha studiato le relazioni tra pittori aragonesi e la Sardegna, ha indagato i resti di quello che fu il retablo dell’Annunciazione, opera di Juan Mates, attivo tra il 1391 e il 1431, conservato nella pinacoteca di Cagliari dopo essere stato a lungo nel convento francescano di Stampace, è vedova di Rafael Conde y Delgado de Molina, direttore dell’Archivio della Corona d’Aragona, profondamente legato all’isola.

Carmen Morte è incantata della costa di Bosa, ammira la chiesa di San Pietro, ma esplode quando percorre l’Orientale sarda, fra Baunei e Dorgali, sfiorando la forra di Gorroppu: «Quizás una de las carreteras más hermosas del Mediterráneo, forse è una delle strade più belle di tutto il bacino del Mediterraneo». Camminando nel Supramonte di San Giovanni, dopo aver lasciato la zona di Pratobello, è Graziano Costa a spiegare che in questi sentieri così aspri «si era impigliato in maniera ridicola un carro armato dell’esercito italiano inviato per combattere il banditismo». Tutti a sorridere, soprattutto perché Orgosolo dopo i silenzi sta conoscendo il dialogo, e sta uscendo, pian piano, dai drammi di un’epoca buia, fatta di stragi e di croci. «Oggi Orgosolo progetta il suo futuro in forme moderne», aggiunge Mele. Le spagnole: «Il Supramonte è un paradiso, una joya del Mediterraneo, spetta alla gente che ci vive tutelarlo, ma facendolo conoscere al mondo».
 Dai monti al mare. Ma si torna alle similitudini, nel bene e nel male, con la Spagna. L’occhio si ferma su alcune lottizzazioni in Gallura e nel Sarrabus. «Sono le stesse brutture della Costa Brava, delle Baleari, anche nelle falde dei Pirenei. La Sardegna - dice Carmen Morte - deve evitare l’errore successo in zone a suo tempo incontaminate dalla penisola iberica. Oggi sono infestate da un turismo volgare, privo di concezioni culturali». Marìcarmen Lacarra parla del turismo come fatto economico e culturale. Dice che è «un arma de doble filo. Perché da un lato serve per diffondere la cultura, avvicinare popoli diversi, favorisce l’integrazione. Dall’altro lato può uccidere il paesaggio che è l’essenza prima del turismo». Vorrebbe, per Spagna e Sardegna, un turismo sensibile. Perché «un turismo non educato e insensibile può uccidere, puede destrozar el patrimonio cultural nel significato più profondo della parola, nel mas amplio sentido de la palabra».

Ma la vera ragione della vacanza sarda delle due studiose di Saragozza - viste le loro competenze professionali - ha avuto un’altra potente calamita: quella di un ipotetico tour dei retabli, cioè di quelle opere della pittura sarda nel Quattrocento e nel Cinquecento che costituiscono un patrimonio ancora assolutamente nascosto e non valorizzato. Non sono bastate le intuizioni e le scoperte di Renata Serra - massima esperta e decana degli studi di storia dell’arte e della sua scuola oggi autorevolmente rappresentata da Roberto Coroneo e Aldo Sari - per creare un turismo culturale che garantisca ricadute economiche nei territori che i retabli ospitano.
 Retabli sardi, arte romanica e gotica, rinascimentale e barocca. E non c’è solo il gioiello della Pinacoteca nazionale di Cagliari con «Nostra Signora dei Sette Dolori» di Pietro Cavaro, o il «Retablo di San Bernardino» di Juan Figuerra e Rafael Thomas o il «Trittico della Consolazione» di Michele Cavaro. Nei retabli c’è l’essenza, la radice storico-culturale dell’isola. Scrive la Serra in «Retabli pittorici in Sardegna nel Quattrocento e nel Cinquecento» (pubblicato dalla Cassa di Risparmio di Torino, foto di Mario Carrieri e Paolo Vandrasch): «Una storia del retablo pittorico in Sardegna può essere tracciata dall’effettiva penetrazione della cultura catalana nell’Isola. Questo si verificò, seppure non proprio posteriormente alla conquista dell’intero territorio sardo da parte degli Aragonesi, in seguito alla loro vittoria sugli Arborensi con la battaglia di Macomer del 1478. Gli Aragonesi trovarono la bella chiesa del convento francescano di Stampace e, ancora in fabbrica, l’ampliamento del Duomo, Santa Maria di Castello. Per circa un secolo, ma non prima delle fine del Trecento, la pittura in Sardegna sarà tutta d’importazione, sia che i dipinti richiesti giungessero dal Levante spagnolo sia che fossero i pittori levantini a immigrare per eseguire i retabli».
 Sono tanti questi retabli, sono le opere dei Mantegna o dei Raffaello sardi assurdamente sconosciuti ai più. Ecco perché il «tour dei retabli», proposto dalla Serra e oggi rilanciato dalle sue colleghe di Saragozza, può dare valore aggiunto al turismo. Visitata la Pinacoteca di Cagliari («val la pena un’intera vacanza», dicono Morte e Lacarra), ci si può inoltrare per la Marmilla: a Villamar, nella parrocchiale di San Giovanni Battista, c’è il grandioso “Retablo della Vergine” eseguito nel 1518 da Pietro Cavaro, «il più grande dei pittori della cosiddetta scuola di Stampace». A pochi chilometri c’è Tuili col “Retablo di San Pietro” del maestro di Castelsardo, con una stupenda crocifissione, l’arcangelo Michele, un San Giacomo e un San Paolo. E poi quelli di Ardara e Sanluri. «Costituiscono senz’altro - dice Renata Serra - i monumenti più espliciti a favore della possibilità di individuare una corrente di pittura sardo-iberica che affiori con caratteristiche peculiari. C’è una sintesi della tradizione gotico-fiamminga con istanze rinascimentali italiane, anche esse in gran parte acquisite per il tramite catalano».

Marìcarmen Lacarra y Ducay e Carmen Morte - questa volta col cicerone Mele - arrivano a Gonnostramatza e Dolianova, alla Chiesa del Collegio di Iglesias con l’Anunciazione del Maestro di Sanluri, vanno a Suelli e Gergei. Molte tappe nella Sardegna del Nord: intanto Ardara, e poi Castelsardo per ammirare “I santi Filippo e Bartolomeo, Mattia e Matteo”, a Sassari - Museo nazionale - il “Retablo di Saccargia” di un Anonimo sardo e poi l’Anonimo catalano di San Pietro in Silki. Un giorno anche per Ploaghe (retablo con “San Francesco che riceve le stigmate” per la firma di Michele Cavaro o la “Sacra Famiglia” del maestro di Ozieri). E ancora la cattedrale di Ozieri per una Crocefissione, fra le più significative di tutta l’Isola. Giampaolo Mele insiste: «Andiamo a Benetutti, c’è il retablo di Sant’Elena con la Prova della Vera Croce, uno dei capolavori del Maestro d’Ozieri». E ancora a Olbia e Oristano (è custodita qui la collezione di libri medioevali più ricca della Sardegna, con un vasto campionario di scritture gotiche, grafie musicali, oltre 150 miniature, anche in oro, provenienti da scuole toscane e liguri, nonché svariate migliaia di iniziali filigranate). Stesse suggestioni a Bortigali e Perfugas. Metteteci le chiese romaniche: Uta e Tratalias, Ottana e Bonarcado, San Pietro di Sorres e la chiesa Siete Fuentes, Tergu e Oschiri con quell’incanto della chiesa sul lago.
 Torniamo ai retabli. Dice Lacarra: «Tra quelli spagnoli e quelli sardi c’è una marcata unità cultura mediterranea, è lo stesso stile del gotico internazionale della prima metà del 400. Siamo entusiaste di questa vacanza. Porteremo qui i nostri studenti di Saragozza». Potrebbe essere un “recorrido” infinito. Aggiungete che “la base” delle due studiose era Santulussurgiu dove agosto e settembre sono stati caratterizzati da un’attività culturale di qualità. Ogni sera dibattiti su libri o attualità tra i contrafforti della chiesa di Santa Maria degli Angeli restaturata dall’architetto Giovanna Pira. Un’estate con “l’Isola del teatro” e laboratori per professionisti, allievi, principianti e bambini. Trovate Gilles Coullet, Gioele Dix, Aurora Simeone col suo Otello secondo Desdemona, Corrado Licheri e Stefano Ledda o “La fisica del gioco” di Pietro Olla perché «la fisica del gioco è un progetto di educazione alla scienza». C’è “L’Isola proiettata” con Cainà, Furriadroxius, il cinema di animazione con Bepi Vigna. Mostre con Paolo Licheri, Paolo Corso, Massimo Murru ed Erica Olmetto. E poi “L’Isola raccontata” con le letture di Nicola Simeone e Giannina Canu sui libri di Maria Giacobbe, Nicola Lecca, Andrea Pubusa, Franco Madau, Radhouan Ben Amar, Pier Giorgio Pinna, Nadia Cavalera e Marcello Fois. I libri di Antonio Turnu presentati ancora da Giampaolo Mele. Sempre presente l’assessore alla Cultura del Comune Mariella Pani docente di economia agli istituti superiori. Dal liceo classico “De Castro” di Oristano ha commentato libri Caterina Pes. E perché non ricordare la tre giorni dell’Isola della scienza con Andrea Bisicchia e Andrea Possenti e le interpretazioni del Teatro del sale, di Macondo, del Crogiuolo? E poi canti, con “Su cuncordu ‘e su Rosariu”.
 Viene da chiedersi se questo tipo di vacanza è proponibile su larga scala. Se il “tour dei retabli” può garantire business a Villamar e Tuili, Olzai e Gergei, Ploaghe e Ardara, Ozieri e Iglesias. I piccoli paesi, quelli che si spopolano, non sono pronti a questa sfida che è culturale. Ma va persa in partenza? Non va neanche tentata? Santulussurgiu accoglie turisti, con loro crea fatturato, c’è cultura e albergo diffuso. È il turismo che, col mare, può contribuire a salvare le zone interne.




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