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Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
18.11.18
il cuore cambia gioco : l'esordio letterario del medico renato gigante recensione di Emiliano Morrone
L'amore può sorprendere e rapire quando meno te lo aspetti. Dietro la luce corrusca di eros resta però l'ombra pericolosa di thanatos. Dopo la separazione dalla moglie, Marco Costantini vive la sua ordinaria esistenza tra il lavoro d'internista e quegli hobby utili a mantenere tracce di senso e relazioni amicali. ... Google Books
UN LIBRO DA LEGGERE, UNA STORIA D’AMORE, DI FEDE, DI VITA NUOVA
"Il cuore cambia gioco" Iuppiter Edizioni, Napoli, 2018, è la storia di una catarsi personale: di un uomo, di un medico che realizza il senso della vita attraverso la malattia che gli ha spento un erotismo ignifero e donato una fede divampante; di un padre separato che riscopre la figlia dopo anni di appiattimento borghese in cosciente solitudine, spezzata dall’incontro con una donna carnale che si fa oggetto del desiderio e ragione di una possibile prospettiva di coppia; di un’anima in pena che rivede e ripassa i tempi, il film della sua esistenza, in attesa del miracolo della guarigione. UN LIBRO DA LEGGERE, UNA STORIA D’AMORE, DI FEDE, DI VITA NUOVA
"Il cuore cambia gioco", Iuppiter Edizioni, Napoli, 2018, è la storia di una catarsi personale: di un uomo, di un medico che realizza il senso della vita attraverso la malattia che gli ha spento un erotismo ignifero e donato una fede divampante; di un padre separato che riscopre la figlia dopo anni di appiattimento borghese in cosciente solitudine, spezzata dall’incontro con una donna carnale che si fa oggetto del desiderio e ragione di una possibile prospettiva di coppia; di un’anima in pena che rivede e ripassa i tempi, il film della sua esistenza, in attesa del miracolo della guarigione. Mia recensione del volume al link http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=5905 . Cordiali saluti, Emiliano Morrone
UN LIBRO DA LEGGERE, UNA STORIA D’AMORE, DI FEDE, DI VITA NUOVA
"Il cuore cambia gioco" Iuppiter Edizioni, Napoli, 2018, è la storia di una catarsi personale: di un uomo, di un medico che realizza il senso della vita attraverso la malattia che gli ha spento un erotismo ignifero e donato una fede divampante; di un padre separato che riscopre la figlia dopo anni di appiattimento borghese in cosciente solitudine, spezzata dall’incontro con una donna carnale che si fa oggetto del desiderio e ragione di una possibile prospettiva di coppia; di un’anima in pena che rivede e ripassa i tempi, il film della sua esistenza, in attesa del miracolo della guarigione. UN LIBRO DA LEGGERE, UNA STORIA D’AMORE, DI FEDE, DI VITA NUOVA
"Il cuore cambia gioco", Iuppiter Edizioni, Napoli, 2018, è la storia di una catarsi personale: di un uomo, di un medico che realizza il senso della vita attraverso la malattia che gli ha spento un erotismo ignifero e donato una fede divampante; di un padre separato che riscopre la figlia dopo anni di appiattimento borghese in cosciente solitudine, spezzata dall’incontro con una donna carnale che si fa oggetto del desiderio e ragione di una possibile prospettiva di coppia; di un’anima in pena che rivede e ripassa i tempi, il film della sua esistenza, in attesa del miracolo della guarigione. Mia recensione del volume al link http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=5905 . Cordiali saluti, Emiliano Morrone
chi le capisce le femmiste dure e pure quelle dalle scarpe rosse è bravo
che non accettano critiche al metodo di lotta contro l'abberrante femminicidio . Rispondo qui al mio ex contatto facebookiano @Barbara Occhigrossi sempre che sia il suo nome vero ( che ha come immagine del profilo una scala piena di scarpe rosse )
tanto qualcuno\a che ti conosce tra i miei contatti e lettori del blog ci sarà e te lo farà avere , visto che è impossibile dirtelo direttamente mi hai rimosso, bloccato , ed impedito di replicare su messanger solo perchè ti ho detto che la lotta al femminicidio si fa in maniera più seria e non con le pagliacciate delle scarpe rosse . non vuol dire che io contro di voi e la vostra lotta . Leggiti ( e leggetevi care femministe dure e pure ) questo mio scritto precedente https://bit.ly/2SXzWWW prima di rimuovermi o bloccarmi anche voi
tanto qualcuno\a che ti conosce tra i miei contatti e lettori del blog ci sarà e te lo farà avere , visto che è impossibile dirtelo direttamente mi hai rimosso, bloccato , ed impedito di replicare su messanger solo perchè ti ho detto che la lotta al femminicidio si fa in maniera più seria e non con le pagliacciate delle scarpe rosse . non vuol dire che io contro di voi e la vostra lotta . Leggiti ( e leggetevi care femministe dure e pure ) questo mio scritto precedente https://bit.ly/2SXzWWW prima di rimuovermi o bloccarmi anche voi
anche i perdenti alla fine vincono il caso del film nuovo cinema paradiso
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Ieri 17 novembre di 30 anni fa un film italiano da premio oscar fece il suo esordio . Fu
fu un esordio tormentato che stava per costringerlo a rimanere sepolto in qualche archivio e magari ad essere ritrovato e diffuso postumo dopo che magari il regista ha raggiunto il successo .
ecco i retroscena della vicenda da
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/11/17/nuovo-cinema-paradiso-30-anni-fa-lesordio-da-incubo-di-un-film-da-oscar/
- https://www.huffingtonpost.it/2014/11/11/nuovo-cinema-paradiso-8-cose-che-non-sapevi_n_6138916.html
- https://ecointernazionale.com/2018/11/17/nuovo-cinema-paradiso-quella-magia-che-non-si-infrange/
- http://www.cinescatenato.it/nuovo-cinema-paradiso-e-il-taglio-della-rinascita/
- https://movieplayer.it/articoli/nuovo-cinema-paradiso-30-anni-film-giuseppe-tornatore_19862/
Ieri 17 novembre di 30 anni fa un film italiano da premio oscar fece il suo esordio . Fu
fu un esordio tormentato che stava per costringerlo a rimanere sepolto in qualche archivio e magari ad essere ritrovato e diffuso postumo dopo che magari il regista ha raggiunto il successo .
ecco i retroscena della vicenda da
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/11/17/nuovo-cinema-paradiso-30-anni-fa-lesordio-da-incubo-di-un-film-da-oscar/
Nuovo cinema paradiso, 30 anni fa l’esordio (da incubo) di un film da Oscar
Il 17 novembre 1988 arrivava al cinema il film di Tornatore: "Nell'arco di un anno mi è accaduto tutto quello che può accadere nella carriera di un regista: dall'insuccesso più nero e disperato, fino al successo più roseo e gioioso. È stato come avere fatto dieci film insieme"
l 17 novembre 1988 una piccola favola debuttava nei cinema dello Stivale. Accompagnata da un giovane regista, portava con sé una storia intima, quasi biografica. Raccontava di una mollica di paese, di una pittoresca sala parrocchiale e del suo baffuto proiezionista. E lo faceva attraverso lo sguardo curioso di un bambino tutto occhi e sorriso che, risvegliatosi ormai uomo e lontano da casa, cominciava a ricordare. Un omaggio alla Settima arte, all’amicizia, all’amore e a tutto ciò che ci sta intorno. Il titolo del film che stregò la Costa Azzurra e commosse Hollywood era Nuovo cinema paradiso. Il nome del regista GiuseppeTornatore. E quella sera di novembre fu un incubo. Per entrambi.Eppure, il primo impatto dei 155 minuti dell’opera con il pubblico era stato più che positivo. Il 29 settembre 1988, infatti, il Festival EuropaCinema di Bari aveva accolto il secondo film dell’autore siciliano con dieci minuti di standing ovation. Un omaggio tributato dal pubblico pugliese in particolare all’interpretazione di Philippe Noiret (Alfredo, il proiezionista) e alle musiche di Ennio Morricone. Forte di questo piccolo successo, la pellicola era stata distribuita in tutta Italia e lanciata come l’ambiziosa sfida di un autore alla sua platea: “All’epoca accadeva continuamente, alcune città italiane rimasero senza cinema. In quel clima pensai che era arrivato il momento di realizzare un progetto che mi portavo dietro da tempo”. Il fiasco fu totale. Dopo appena due giorni di programmazione la pellicola fu ritirata da ogni sala. Eccetto Messina, dove restò a lungo in cartellone. Il gestore del cinema Aurora, Govanni Parlagreco, si era di fatti innamorato di quella fiaba al punto da invitare i suoi clienti a pagare il biglietto al termine della visione e solo se soddisfatti.
Convinto che il flop fosse da imputare all’eccessiva lunghezza del film, Tornatore decise di rilanciarlo immediatamente sul grande schermo ma in una versione più snella, alleggerita di ben 25 minuti. Bocciato ancora dal botteghino e respinto con perdite dal Festival di Berlino, Nuovo cinema paradiso sembrava assumere i contorni di uno di quei sogni che, forse, sarebbe stato meglio lasciar riposare nel cassetto. Proprio il rifiuto incassato dalla rassegna tedesca, tuttavia, diede vita a un certo chiacchiericcio. Prima invitato dai curatori della kermesse dell’Orso d’oro e poi allontanato in maniera goffa dal direttore Moritz de Hadeln, lo sfortunato lungometraggio divenne un piccolo caso cinematografico, attirando l’attenzione dei selezionatori del Festival di Cannes che decisero invece di ammetterlo alla 42° edizione della rassegna francese. La giuria presieduta da WimWenders ne fu incantata e decise di premiarlo con il Grand Prix Speciale. Era la primavera dell’89, la Fenice era risorta e nello smoking di Tornatore già trovavano posto un biglietto per LosAngeles e il pass per il Kodak Theatre.
Incluso nella cinquina finale dei candidati all’Oscar per il Miglior film straniero, Nuovo cinema paradiso riuscì ad accaparrarselo, riportando così in Italia un premio che mancava dal 1975, quando era toccato ad Amarcord e a Federico Felliniringraziare l’Academy. Proprio il maestro romagnolo – contattato a suo tempo da Tornatore per un piccolo cameo mai consumato – aveva avvertito l’inesperto collega: “Se vinci l’Oscar, prenditelo tu, sennò Cristaldi te lo frega e ti fa fare una copia”. Franco Cristaldi, che aveva prodotto entrambi i film appena citati, accettò di lasciare al giovane regista l’ambita statuetta. A una condizione, però: una volta saliti sul palco sarebbe spettato a lui prendere per primo la parola. Impugnato il microfono, il produttore italiano si esibì negli omaggi di rito, non dimenticandosi di ricordare come quella data, il 26 marzo, fosse per lui molto fortunata. Lo stesso giorno, proprio ritirando il premio per Amarcord, aveva infatti incontrato sua moglie, Zeudi Araya. Tornatore ascoltava emozionato e impaziente, pronto a scusarsi per il suo pessimo inglese e a far sorridere il pubblico con una battuta: “Spero che tra di voi ci sia una donna che, come per Cristaldi, diventerà mia moglie”. Non fece tempo a dire “Excuse me” che la telecamera già l’aveva abbandonato. Il produttore, infatti, aveva monopolizzato i 45 secondi a disposizione dei due, lasciando così al regista il record del più breve discorso a una Notte degli Oscar.
d'appassionato cinefilo e di film integrali posso affermare che , ed è questo il caso , ci posono essere anche dei film tagliati che sono meglio di quelli integrali . Infatti : <<
Il problema di Nuovo Cinema Paradiso non stava nella durata. Quell’incontro (poi eliminato) tra Salvatore e Elena, toglieva forza al velo di nostalgia che avvolge la storia, attenuava l’enorme sensazione del rimpianto che affligge il protagonista. Così, nella versione definitiva, tutta la parte finale del film assume un sapore diverso. Una scena come quella in cui Salvatore rivede Elena nei suoi vecchi filmini, con la madre che osserva addolorata e silente, è di uno struggimento senza fine. Ed anche l’amatissima sequenza dei baci tagliati dà delle emozioni diverse: i baci sembrano quasi voler colmare il vuoto enorme di quell’amore perduto.>> ( da http://www.cinescatenato.it/nuovo-cinema-paradiso-e-il-taglio-della-rinascita/ ) la ragione per cui il protagonista si trasferisce a Roma risulta meno motivata rispetto all’originale. Tuttavia, per la critica internazionale e italiana, Tornatore ha fatto bene a “sforbiciare” la sua pellicola, proprio perché fra la prima parte (il passato di Salvatore) e la seconda (il ritorno a Giancaldo) si crea un abisso, quasi due film diversi.ma il senso del pudore esiste ancora ? il caso delle pubblicità sessiste e il cambio di una foto lapidaria perchè la morta è troppo " svestita "
Io non lo so cos'è il comune senso del pudore : << lo sapevamo 50, 60 anni fa. Oggi non lo sappiamo più. È tutto da ridefinire. >>Marta Boneschi autrice de Il comune senso del pudore ( copertina al lato ) . visto s'alternano spinte : " pudiche " quella avvenuta di recente dove una ragazza mussulmana barbaramente uccisa dai parenti perchè vuole vivere come gli occidentali .Ora viene " uccisa " una seconda volta anche da morta per il un modo di pensare troppo pudico del fratello che ha fatto togliere la foto dala lapide perchè : toglie la foto dalla tomba: "Troppo scoperta ".
La seconda troppo " spinta " di certi manifesti pubblicitari troppo sessisti e pieni di luoghi comuni \ stereotipi sull'altro sesso .
La seconda troppo " spinta " di certi manifesti pubblicitari troppo sessisti e pieni di luoghi comuni \ stereotipi sull'altro sesso .
Quindi il senso della decenza ( come si diceva un tempo ) e del pudore sta nel mezzo . Ma per poterlo usare avere \ formarselo dobbiamo capire e conoscere come s'era prima . Consiglio quest'altro bellissimo libro , su ''Gli italiani e il senso del pudore, tra libertà e ordine pubblico'' , di Liliosa Azara, docente di storia contemporanea e storia delle donne, I sensi e il pudore. L'Italia e la rivoluzione dei costumi
(Donzelli) racconta i cambiamenti del senso del pudore in Italia fino
al fatidico 1968. Data emblematica, nel suo racconto, è l'anno 1954
quando - per la prima volta - apparve nelle cronache il termine "ragazza
squillo" (traduzione dell'inglese "call girl"). Erano gli anni in cui
si combattevano due concezioni della pubblica decenza, in termini però
prettamente maschili, in particolare nel dibattito sulle case chiuse. In
pochissimi, come la senatrice Merlin, consideravano il punto di vista
femminile.
Ora dopo questo lungo spiegone veniamo ai fatti .
Iniziamo dal primo fatto che sembra una storia d'altri tempi " prima dei pc " dove bastava avere le spalle scoperte per passare delle .... scostumate
Brescia, non c'è pace per Hina Saleem. Il fratello toglie la foto dalla tomba: "Troppo scoperta "
Hina Saleem e la sua tomba
La ragazza pakistana era stata uccisa dal padre nel 2006 perché voleva vivere all'occidentale. Un misterioso benefattore aveva realizzato una lapide per lei, ma il fratello ha tolto la foto in cui è in canottiera: "Ne metterò un'altra" [...] da https://milano.repubblica.it/cronaca/2018/11/17/
Una storia \ vicenda di quando la religione viene interpreta in maniera fondamentalista , fanatico e cretino secondo me . Sembra una storia avvenuta nellaultra cattoliccissima italiana degli anni 50 e che vide come dice questo articolo riportato sotto
Scalfaro: la leggenda dello 'schiaffo' a signora in decolte'
Il caso del 'prendisole' sulle cronache del luglio 1950
Ansa 29 gennaio, 14:24
Oscar Luigi Scalfaro
ROMA
Oscar Luigi Scalfaro fu protagonista il 20 luglio del 1950 di un episodio che fece molto scalpore sulle cronache dell'epoca, il famoso "caso del prendisole". Il fatto ebbe luogo nel ristorante romano "da Chiarina", in via della Vite, quando insieme a due colleghi di partito, ebbe un alterco con una giovane signora, Edith Mingoni in Toussan, da lui pubblicamente ripresa in quanto il suo abbigliamento, a suo parere, era sconveniente poiché ne mostrava le spalle nude.
Secondo alcune ricostruzioni dell'epoca, la signora si sarebbe tolta un bolerino a causa del caldo e Scalfaro avrebbe attraversato la sala per gridarle: E' uno schifo! Una cosa indegna e abominevole! Lei manca di rispetto al locale e alle persone presenti. Se è vestita a quel modo è una donna disonesta. Le ordino di rimettere il bolerino!. Sempre secondo alcune ricostruzioni, il futuro presidente della Repubblica avrebbe dato anche uno schiaffo alla signora, cosa che Scalfaro ha sempre smentito definendola una "leggenda". Sicuramente uscì dal locale e vi rientrò con due poliziotti. La vicenda finì in Questura dove la giovane donna, tra l'altro militante del Movimento Sociale Italiano, lo querelò per ingiurie.
ed estreme come questa
da https://milano.repubblica.it/cronaca/2018/11/17/
L'olio per motori con la ragazza in lingerie: polemiche per la pubblicità sessista a Milano
La maxi affissione è apparsa in viale Forlanini. La protesta con il Comune, che anni fa ha varato un regolamento contro i manifesti offensivi e volgari
Un olio per motori pubblicizzato su maxi cartelloni con una donna in body e posa ammiccante accanto a una macchina. Ancora polemiche, a Milano, per una pubblicità sessista: una delle tante che, periodicamente, compaiono su muri e spazi per affissioni e che, puntualmente, vengono criticati per l'accostamento tra foto di donne poco vestite e prodotti di vario genere.
A denunciare il nuovo cartellone ( proma foto sopra ) apparso su viale Forlanini - la strada che porta all'aeroporto di Linate - è la pagina Facebook 'La pubblicità sessista offende tutti'. Che, oltre a stigmatizzare la scelta dell'azienda napoletana di oli lubrificanti per auto - commenta: "Complimenti al Comune di Milano : non dimentichiamo che aziende e pubblicitari possono fare questo perché c’è qualcuno che dà le concessioni". Ci si ricorda --- sempre repubblica --- il casi di Pandora, il dietrofront dopo le polemiche: nella nuova pubblicità banditi gli stereotipi
Tra i commenti al post ce ne sono diversi che tirano in ballo direttamente il Comune di Milano che, già da qualche anno, ha approvato un regolamento per evitare pubblicità volgari e offensive negli spazi pubblicitari del Comune. Infatti, tra quanti invitano a chiamare gli uffici di Palazzo Marino per protestare, c'è anche chi si rivolge direttamente a Diana De Marchi, consigliera comunale del Pd e presidente della commissione Pari opportunità. Che già era intervenuta un anno fa per una pubblicità di un noto marchio di gioielli considerata offensiva da alcune donne e che subito risponde: "Cerco di capire se questo spazio è del Comune: purtroppo possiamo intervenire solo in quel caso".
Hina Saleem e la sua tomba
La ragazza pakistana era stata uccisa dal padre nel 2006 perché voleva vivere all'occidentale. Un misterioso benefattore aveva realizzato una lapide per lei, ma il fratello ha tolto la foto in cui è in canottiera: "Ne metterò un'altra" [...] da https://milano.repubblica.it/cronaca/2018/11/17/
Una storia \ vicenda di quando la religione viene interpreta in maniera fondamentalista , fanatico e cretino secondo me . Sembra una storia avvenuta nellaultra cattoliccissima italiana degli anni 50 e che vide come dice questo articolo riportato sotto
Scalfaro: la leggenda dello 'schiaffo' a signora in decolte'
Il caso del 'prendisole' sulle cronache del luglio 1950
Ansa 29 gennaio, 14:24
Oscar Luigi Scalfaro
ROMA
Oscar Luigi Scalfaro fu protagonista il 20 luglio del 1950 di un episodio che fece molto scalpore sulle cronache dell'epoca, il famoso "caso del prendisole". Il fatto ebbe luogo nel ristorante romano "da Chiarina", in via della Vite, quando insieme a due colleghi di partito, ebbe un alterco con una giovane signora, Edith Mingoni in Toussan, da lui pubblicamente ripresa in quanto il suo abbigliamento, a suo parere, era sconveniente poiché ne mostrava le spalle nude.
Secondo alcune ricostruzioni dell'epoca, la signora si sarebbe tolta un bolerino a causa del caldo e Scalfaro avrebbe attraversato la sala per gridarle: E' uno schifo! Una cosa indegna e abominevole! Lei manca di rispetto al locale e alle persone presenti. Se è vestita a quel modo è una donna disonesta. Le ordino di rimettere il bolerino!. Sempre secondo alcune ricostruzioni, il futuro presidente della Repubblica avrebbe dato anche uno schiaffo alla signora, cosa che Scalfaro ha sempre smentito definendola una "leggenda". Sicuramente uscì dal locale e vi rientrò con due poliziotti. La vicenda finì in Questura dove la giovane donna, tra l'altro militante del Movimento Sociale Italiano, lo querelò per ingiurie.
ed estreme come questa
da https://milano.repubblica.it/cronaca/2018/11/17/
L'olio per motori con la ragazza in lingerie: polemiche per la pubblicità sessista a Milano
La maxi affissione è apparsa in viale Forlanini. La protesta con il Comune, che anni fa ha varato un regolamento contro i manifesti offensivi e volgari
la pubblicità contestata |
Un olio per motori pubblicizzato su maxi cartelloni con una donna in body e posa ammiccante accanto a una macchina. Ancora polemiche, a Milano, per una pubblicità sessista: una delle tante che, periodicamente, compaiono su muri e spazi per affissioni e che, puntualmente, vengono criticati per l'accostamento tra foto di donne poco vestite e prodotti di vario genere.
A denunciare il nuovo cartellone ( proma foto sopra ) apparso su viale Forlanini - la strada che porta all'aeroporto di Linate - è la pagina Facebook 'La pubblicità sessista offende tutti'. Che, oltre a stigmatizzare la scelta dell'azienda napoletana di oli lubrificanti per auto - commenta: "Complimenti al Comune di Milano : non dimentichiamo che aziende e pubblicitari possono fare questo perché c’è qualcuno che dà le concessioni". Ci si ricorda --- sempre repubblica --- il casi di Pandora, il dietrofront dopo le polemiche: nella nuova pubblicità banditi gli stereotipi
Tra i commenti al post ce ne sono diversi che tirano in ballo direttamente il Comune di Milano che, già da qualche anno, ha approvato un regolamento per evitare pubblicità volgari e offensive negli spazi pubblicitari del Comune. Infatti, tra quanti invitano a chiamare gli uffici di Palazzo Marino per protestare, c'è anche chi si rivolge direttamente a Diana De Marchi, consigliera comunale del Pd e presidente della commissione Pari opportunità. Che già era intervenuta un anno fa per una pubblicità di un noto marchio di gioielli considerata offensiva da alcune donne e che subito risponde: "Cerco di capire se questo spazio è del Comune: purtroppo possiamo intervenire solo in quel caso".
17.11.18
Si può essere vegani senza essere fondamentalisiti - fanatici ? secondo me si . Vegan. Un manifesto filosofico di Leonardo Caffo lo dimostra
Una moda? Una dieta? Una protesta? Ci sono molti modi, oggi, di essere vegani. Il filosofo Leonardo Caffo, ospite di Corrado Augias in questa puntata di "Quante Storie", indica, lontano da ogni forma di fanatismo, una via al veganesimo consapevole e integrata nella società, attraverso la quale la decisione di non mangiare più qualcuno diventa il rifiuto a una logica commerciale che trasforma tutto in qualcosa.
Un libro quello presentato nei giorni scorsi ( 16\11\2018 ) nella trasmissione quante storie di Augias del filosofo Leonardo Caffo sul #veganesimo scritto in maniera " tollerante " e non fondamentalista \ fanatico ( esperienza con alcuni vegani ) con punte d'odio e mancanza di rispetto verso coloro che non lo sono . Concordo con lui quando dice "Il veganesimo cerca una soluzione al più ampio problema del capitalismo alimentare che, oltre a distruggere il pianeta, è incapace di distribuire equamente le risorse." Infatti "Il veganesimo cerca una soluzione al più ampio problema del capitalismo alimentare che, oltre a distruggere il pianeta, è incapace di distribuire equamente le risorse."
Credo che regalerò il suo libro ad un amico vegano fndamentalista ( e forse lo comprerò anche per me ) sia dopo aver visto la sua presentazione da Augias , sia dopo aver letto sulla sua pagina fb , come egli presenta il suo libro .
Sembra interessante perchè dimostra , come dicevo dal titolo , che si puo' essere vegani , senza chiudersi ed isolarsi da chi non lo è . Ma sopratutto fa capire , anche se la discussione da A era quasi tutta oncentrata sulla alimentazione , a chi vi aderisce per moda \ tendenza , per essere figo , che in tale pernsiero
Credo che regalerò il suo libro ad un amico vegano fndamentalista ( e forse lo comprerò anche per me ) sia dopo aver visto la sua presentazione da Augias , sia dopo aver letto sulla sua pagina fb , come egli presenta il suo libro .
Infatti concordo pienamente con questa sua introduzione
politica decisiva: riguarda il futuro di chiunque e il presente di molti
si chiama "Vegan. Manifesto filosofico" e lo pubblica Einaudi Editore
oggi su la Repubblica "Robinson" apre con un dialogo sul libro orchestrato da Marco Bracconi
girerò tutta l'Italia: scuole, teatri, festival, librerie
il punto è questo: non perché si diventa vegani ma cosa significa esserlo? chi sono i vegani e perché, sulle loro spalle, c'è un peso molto più grande di quello che loro stessi possono capire?
leggetelo, prima di insultare sottolineatelo, prima di dire che non va bene fatene tesoro e scrivetemi. Da oggi, incompleto o imparziale che sia, il veganesimo in Italia ha un suo manifesto.
"e da una situazione in cui nessuno sembra potersi salvare tutti, di colpo, possono tornare a essere liberi"
buona lettura
16.11.18
riflessione sulla bellezza e tentato dialogo con un amante del trash uomini e donne
Prima d'iniziare il post , che poi è una discussione avvenuta in una chat ( ebbene si cari\ care amici\che nonostante i social esistono ancora ) tra un mio contatto , mi sembra opportuno riportare la definizione de : << l'insieme delle qualità percepite tramite i cinque sensi, che suscitano sensazioni piacevoli che attribuiamo a concetti, oggetti, animali o persone nell'universo osservato, che si sente istantaneamente durante l'esperienza, che si sviluppa spontaneamente e tende a collegarsi a un contenuto emozionale positivo, in seguito a un rapido paragone effettuato consciamente o inconsciamente, con un canone di riferimento interiore che può essere innato oppure acquisito per istruzione o per consuetudine sociale. [ .... ] >>
bellezza/bel·léz·za/sostantivo femminileLa qualità capace di appagare l'animo attraverso i sensi, divenendo oggetto di meritata e degna contemplazione: Più dell'oro possanza Sovra gli animi umani ha la Bellezza (Parini); b. fisica ; la b. del volto, delle membra, delle forme ; b. spirituale ; part., di spettacoli naturali, opere d'arte ( ammirare la b. di un panorama ; un quadro d'incomparabile b. ), gesti o comportamenti morali ( la b. di un atto eroico, della virtù )..CONCR.Persona o cosa che costituisce oggetto o motivo di grande ammirazione e compiacimento: una b. di bambino; ha una macchina che è una b.; e pensare che da giovane era una b.!; anche enfaticamente."si mangia e beve che è una bellezza"
ecco la discussione .
parlando di programmi tv
XXXXX mi chiede lo hai mai visto uomini e donne ?
IO no stavo guardando altro
XXXX lo trovi in replica o degli spezzoni qui su https://www.wittytv.it/uomini-e-donne/
IO non vedo roba cosi scadente e dozzinale . Esso è da quei pocho pèassaggi che ho visto a blog o facendo zapping fra un canale e l'altro uno degli esempi più palesi di televisione trash in Italia, dove le situazioni che si creano nella trasmissione sono al 90 % in realtà sceneggiate e studiate a tavolino dalla redazione (e quindi non reali) e che i protagonisti del programma sono in realtà dei figuranti scritturati dagli autori (in effetti molti tronisti e pretendenti, che venivano presentati come ragazzi e ragazze comuni, in realtà sono , se ti fai qualche ricerca in rete o vedi altr programm simili , gente sotto contratto con delle agenzie di moda e di spettacolo ed hanno già avuto esperienze televisive pregresse alla loro partecipazione al dating show). Inoltre è un programma , come quelli politici e d'attualità dove non si capisce niente per i tLe critiche sono state rivolte anche ai toni polemici e spesso rissosi, sembra di stare in un pollaio , si beccano ed si parlano (anzi meglio s'urlano ) , addosso con accenni quando va bene di turpiloquio ed volgarità gratuite .
XXX non è bello ciò che bello , ma è bello ciò che piace .
Allora rispondo alla sua citazione ad ..... del famoso proverbio
IO secondo il tuo ragionamento anche la .... proprio come la canzone ma che cos'è di Mina che è vero fu forse estesa alla cattiva alimentazione ma che amio avviso Mina aveva centrato la verità proprio con questa canzone, riferendosi alla tv spazzatura che allora sta appena iniziando
IO secondo il tuo ragionamento anche la .... proprio come la canzone ma che cos'è di Mina che è vero fu forse estesa alla cattiva alimentazione ma che amio avviso Mina aveva centrato la verità proprio con questa canzone, riferendosi alla tv spazzatura che allora sta appena iniziando
XXXX 😂🤣😒😜 Sei proprio uno snob intellettuale , un jurassico
IO cambiamo discorso che è meglio va
[ .... ]
Questa discussione dimostra su certi argomenti e con certi amici\che è impossibile parlare seriamente di programmi tv vedere il film Italiano medio di Maccio Capatonda di cui trovate qui la trama e qui sotto il trailler
Ormai il 90 % della gente ha mandato il cervello all'ammasso o la sera , ma purtroppo non solo , lo spegne mettenedo il pulsante su OFF . Saro come mi è stato detto : uno snob , jurassico , all'antica , ecc ma almeno sono " genuino " almeno fin quando
reisterò visto che
[...]IL mio tempo non è denaroMa il mare aperto dei sentimentile vele al vento del miopensierofinchè quel vento resisterà
da La mia patria non è un'azienda (Sabina Guzzanti)
e non rendenderanno tali programmi obbligatori
15.11.18
NON TUTTI GLI PSICOLOGI ED ASSISTENTI SOCIALI SONO COME QUELLI DEL CASO DI MIRANDOLA
dopo il mio scritto precedente : CLAMOROSI ( METAFORICAMENTE PARLANDO ) ERRORI GIUDIZIARI ITALIANI . IL CASO DEI BAMBINI DI MIRANDOLA E MASSA FINALESE ( MODENA ) ho ricevuto delle email dove alcuni m'invitano a non generalizzare ed a fare fi tutta un erba un fascio . Non li biasimo è una loro interpretazione . capziosa magari hanno letto in fretta o si sono soffermati solo a titolo o ad alcune righe del precedente articolo . Ci tengo , quindi a precisaere che : non sto gerneralizzando in quanto , come dicevo anche nel post , si parla d'errore dei singoli e non di tutti gli psicologi . Infatti da profano e da quei pochi libri che ho letto ( alcuni a che citati qui nel blog ) e le chiaccherate \ dialoghi con mia zia materna psicologia e ad altri amici\che chehann studiato o al liceo socio pedagogico o sociologia ed psicologia all'universita confermano le mie opinioni espresse nel post precedente . . E poi scusatemi anche un profano o uno che ha a malapena il diploma liceale s'accorgerebbe , tanto è evidente che un bambino\a sia che abbia o anche se solo si sospetta subito tali abusi non s'interroga \ ascolta in tale modo come hanno fatto in questa assurda vicenda . Ma devi avere delle competenze specifiche cosa che non mi sembri sia avvenuto in tali fatti
14.11.18
Che fine ha fatto Marianne Sin-Pfältzer? e perchè rischia di finier e in un ossario comune
di cosa sto parlando
fama e successo in vita , povertà e da morta . riporto qui questo post ed il suo annuncio con relative foto della fotografa di
Che fine ha fatto Marianne Sin-Pfältzer ?
Ero curiosa di sapere. Sono andata in cimitero e ho visto la sua tomba. Se non fosse per una persona sensibile e intelligente (il cui nome mi riservo di scrivere, con il suo consenso), oggi non ci sarebbero : la croce, la foto e la piccola lastrina frontale col suo nome. Sarebbe una signora “nessuno”. E invece lei era Marianne Sin-Pfältzer, la grande fotografa tedesca che aveva scelto Nuoro come sua ultima dimora e dove è scomparsa in povertà nel 2015.
Da qui, da facebook, rivolgo agli amministratori locali l’invito ad una sistemazione più onorevole e definitiva prima che le sue ossa, in mancanza di un referente, tra sette anni vengano convogliate nell’ossario comune e di lei si perda l’ultima traccia terrena. Si abbia quel rispetto riservato a una grande, la cui unica mancanza è stata di aver pensato poco a sé stessa, essendo stata generosa con gli altri.
fama e successo in vita , povertà e da morta . riporto qui questo post ed il suo annuncio con relative foto della fotografa di
Che fine ha fatto Marianne Sin-Pfältzer ?
Ero curiosa di sapere. Sono andata in cimitero e ho visto la sua tomba. Se non fosse per una persona sensibile e intelligente (il cui nome mi riservo di scrivere, con il suo consenso), oggi non ci sarebbero : la croce, la foto e la piccola lastrina frontale col suo nome. Sarebbe una signora “nessuno”. E invece lei era Marianne Sin-Pfältzer, la grande fotografa tedesca che aveva scelto Nuoro come sua ultima dimora e dove è scomparsa in povertà nel 2015.
Da qui, da facebook, rivolgo agli amministratori locali l’invito ad una sistemazione più onorevole e definitiva prima che le sue ossa, in mancanza di un referente, tra sette anni vengano convogliate nell’ossario comune e di lei si perda l’ultima traccia terrena. Si abbia quel rispetto riservato a una grande, la cui unica mancanza è stata di aver pensato poco a sé stessa, essendo stata generosa con gli altri.
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