Annarella
(Ferretti, Zamboni, Magnelli, Maroccolo)
lasciami qui
lasciami stare
lasciami così
non dire
una parola
che non
sia d'amore
per me
per la mia vita
che è
tutto quello
che ho
e tutto quello
che io ho
e non è ancora
finita
è tutto quello
che io ho
e non è ancora
finita
finita
finita
............
in risposta : 1) alle pressioni fatte per spacare la maggioranza sulla legge delle coppie di fatto : < < E' necessario appellarsi alla responsabilità dei laici presenti negli orga ni legislativi, nel governo e nell'amministrazione della giustizia, affinché le leggi esprimano sempre i principi e i valori che sono conformi al diritto naturale e che promuovano l'utentico bene comune >> ( Benedetto XVI al nuovo ambasciatore della Colombia Juan Gomez Martinez ) ; 2) il nuovo , secondo me fuori luogo rispetto alla sua origine dove si trattava di difendere la loro identità e la loro cultura dalla repressione e dall'opressione della religione pagana cioè del paganesimo che era all'ora religione " di stato " e dalle persecuzioni religiose per chi paticava una fede diversa e dove la formula latina non possumus è la risposta di Pietro e Giovanni al Sinedrio che aveva imposto loro di smettere di pregare Gli apostoli oppongono un netto rifiuto affermando la famosa frase -Ma oggi il contesto è cambiato ed ecco che quela frase è , ulteriormente reazionario e e paragonabile a quello di Pio IX del 1870-1874 con cui Il Papa risponde non possumus al tentativo dello Stato di trattare sulla “questione romana”, rifiuta la Legge delle Guarentigie. Con il non expedit chiede ai cattolici di non partecipare alla politica del nuovo stato Italiano .
riporto un articolo della nuova Sardegna del 29\1\2007 dove ad Atzara paese del centro sardegna zona ultra religiosa e conservatrice è stato il primo paese , per ora in sardegna ad attuare il registro per le coppie di fatto
Ecco l'articolo
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<< Nella piccola atzara dove pace fa rima con pax Il sindaco Alessandro Corona: «Riconosciamo un diritto che non si può nascondere dietro la religione >>
ATZARA. Pacs ha lo stesso suono di Pax. Omofonia, direbbero i grammatici. Cambia il significato, però. E mutano anche genere e numero: da maschile plurale a femminile singolare. Tanto più se chi saluta pronunciando la formula “Pax Domini sit semper vobiscum” (la pace del Signore sia sempre con voi) lancia anatemi contro i Pacs. La pax e i pacs, un bel rompicapo per Atzara. Il consiglio comunale - favorevoli nove, contrari zero, astenuti tre - ha creato il registro delle unioni civili. Finora, però, neppure l’ombra di un’iscrizione. Come ampiamente previsto. Don Enrico, il parroco, ha fatto il suo dovere: fedelissimo di Ruini, ha avvisato i naviganti. Ma su qualche giornale e nella zona è tornata - un classico - la contrapposizione di Guareschi: Don Camillo e Peppone.
Nel paese di Antonio Corriga e degli artisti spagnoli, del vino, dei bei costumi e della luce fantastica che settant’anni fa emozionò profondamente il pittore tedesco Richard Scheurlen, il Peppone - un Peppone poco probabile - è un ragazzo di trentadue anni, lungo e magro. Si chiama Alessandro Corona, laureato sei anni fa al Magistero di Cagliari con una tesi sull’educazione sessuale. Da quindici mesi è sindaco del suo bellissimo paese. Detiene un primato, seppure involontario: è il primo e finora unico esponente del Pdci (comunisti italiani) a guidare un Comune in Sardegna ma quasi certamente («non ho dati precisi») il suo primato ha un’estensione geografica più ampia. I Pacs? «Il problema è stato rimpicciolito e immiserito, praticamente ridotto all’omosessualità», riflette. «Abbiamo istituito il registro delle unioni civili: la nostra è una sorta di provocazione per parlare di un diritto che non si può nascondere dietro la filosofia o la religione”.
Allora chiarisci: come lo affrontate?
«Semplicemente per quello che è: un’evoluzione della società. I cittadini, ormai, richiedono anche forme di aggregazione diverse da quelle del passato».
Ma la famiglia in Italia è sacra. O no? In Sardegna, poi...
«Io penso che la società umana non sia nata con la famiglia. Può essere nata con un gruppo, che poi si è evoluto. Probabilmente anche questa è un’evoluzione: qualsiasi scelta venga fatta, eterosessuale o omosessuale, deve essere riconosciuto alle persone il diritto di uscire dall’anonimato barbaro imposto dalla vergogna e dall’ipocrisia».
Fai un esempio.
«Tra le persone più contrarie a questa evoluzione figurano uomini politici, come dice il mio amato segretario Oliviero Diliberto, le cui compagne hanno diritti che le compagne dei cittadini senza titoli non possono avere. Per i parlamentari i pacs esistono già».
E l’esempio?
«Se Casini ha divorziato e adesso vive con una compagna, la donna di Casini ha diritto all’assistenza sanitaria come se fosse sua moglie. Non capisco perché ai parlamentari questi diritti spettino e agli altri cittadini italiani no. Ma noi li vogliamo allargare a tutti».
Tu in quale posizione ti trovi?
«Inattaccabile. Non sono sposato, né fidanzato, né divorziato. Non ho figli. Quindi posso esprimere un giudizio libero da qualsiasi condizionamento di tipo personale. Ma quello dei Pacs non è sicuramente il primo problema di Atzara».
Quale potrebbe essere, invece?
«Se avessi la bacchettina magica farei un albergo. Stiamo lavorando per l’accoglienza diffusa, modello Santulussurgiu. Ma oggi il problema esiste: chi viene ad Atzara ha difficoltà a trovare un letto per dormire: abbiamo solo un agriturismo e qualche bed and breakfast. E’ un male comune ai paesi dell’interno, con poche eccezioni: nella provincia di Nuoro gli alberghi sono concentrati sulla fascia costiera che va da Dorgali a Orosei e Siniscola. Se avessimo un investitore privato forse il problema sarebbe risolto».
Al bar abbiamo sentito dire di un museo del vino. Di che cosa si tratta?
«È un’idea della vecchia amministrazione, l’abbiamo fatta nostra. La cosa più importante è questa: siamo riusciti ad acquisire l’immobile, un anno di lavoro. Ora si potrà partire».
In giro si vede un logo con una scritta: Atzara città del vino. Che cos’è?
«Quel logo è anche qui dentro, nel mio computer. Con Sorgono, Meana, Ortueri e Samugheo lavoriamo al progetto di creare le strade del vino in tutto il Mandrolisai, terreno ideale per la coltivazione della vite. L’iniziativa è della Regione. Dall’Ersat abbiamo ottenuto il supporto tecnico, adesso dobbiamo iniziare a lavorare. C’è poi il consorzio nazionale chiamato “Città del vino”: Atzara sta perfezionando l’adesione, presto anche gli altri paesi aderiranno. Così parteciperemo tutti insieme sotto una denominazione comune: Mandrolisai».
Da molti anni Atzara ha un altro bel primato: riguarda i donatori di sangue e di organi, oltre all’adesione massiccia all’Airc, ricerca sul cancro. E ci sono molti volontari in altri settori. In tutto questo fervore quale ruolo ha il Comune?
«Abbiamo acquisito una casa sulla via principale, vicino alla farmacia, quella con un bellissimo balconcino in ferro. Abbiamo ottenuto un finanziamento dalla Regione per utilizzarla come casa del volontariato. Per questo edificio abbiamo un progetto di recupero funzionale: terremo in piedi tutto il possibile e cercheremo di rimetterlo in sesto rispettando al meglio i suoi fasti originari. Seguiamo una linea di recupero della memoria storica sotto tutti i profili, compreso quello della toponomastica».
Compresi anche i vecchi mestieri?
«Questo dipende dagli artigiani. Noi garantiamo un supporto soprattutto a livello di promozione pubblicitaria ma poi dovranno essere loro a entrare in gioco. Il nostro patrimonio artigianale è grande ma purtroppo si ferma quando un padre non riesce più a trasmettere al figlio la sua attività oppure si ritrova senza apprendisti. Stiamo recuperando qualche altra attività come quella legata alle erbe tintorie. Però..».
Però?
«Purtroppo non conosco un metodo istituzionale che trasmetta il lavoro del padre al figlio. Così ci dobbiamo confrontare con una realtà spesso amara: alcune attività se ne vanno, altre si recuperano»
Domanda obbligata: come valuti questi primi quindici mesi di vostro governo?
«Sinceramente, la mia valutazione è positiva. Lo dico senza false modestie. Prima di tutto la nostra coalizione rispecchia l’Unione: ci sono gli amici della Margherita, i compagni Ds e alcuni indipendenti. Personalmente mi sono trovato del tutto a mio agio, in casa. Sono davvero felice del rapporto che ho con assessori e consiglieri».
Con la nuova legge, i Consigli comunali spesso rimangono fuori dalle scelte degli esecutivi. E’ la sorte di quasi tutte le assemblee legislative. Non credi?
«Noi non corriamo questo pericolo perché coinvolgiamo tutti. Ogni consigliere ha un assessore di riferimento. All’inizio gli assessori erano tre. Quello della Margherita, Tonino Muggianu, ha avuto problemi di lavoro e stava per mollare. Allora abbiamo creato un altro assessorato, affidando i servizi sociali e le politiche per la famiglia al capogruppo diessino Pino Pisu e a Tonino Muggianu, per alleggerirgli il carico, abbiamo lasciato cultura, sport e spettacolo. Un altro assessore, Antioco Tolu, si occupa di lavori pubblici e ambiente. Walter Flore, che è anche presidente della Comunità montana, ha la responsabilità di turismo, commercio e attività produttive. Gli assessori sono tre diessini e uno della Margherita ma all’interno della coalizione non esistono rigidità di visioni partitiche. Per il quarto ho ottenuto che a designarlo fossero i consiglieri non rappresentati in giunta. E hanno deciso loro, in autonomia».
Pax omnibus.
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concludo con queste due frasi . la prima di Alexis De Tocqueville : << le religioni volendo estendere il loro potere fuori del campo strettamente religioso rischiano di non essere credute in alcun campo >> ( la democrazia in America ) che è una risposta a chi mi dice : << allora la chiesa deve stare in silenzio all'obberrrazione dei pacs o dico e alla demolizione dela famiglia >> . La seconda di Leszekk Kolakowski << La chiesa ha il diritto come chiunque altro d'intromettersi nella politica , però , dev'essere consapevole che allora sarà giudicata con critri politici >> ( da valori cristiani o chiesa totalitaria . micromega 2000 )
la risposta a chi mi dice che sono i un sporco ( i più educati ) a chi ancora mi dice che sono ateo e miscredente o peggio catto comunista o laicista . Melissa P ha ragione quando dice in un post sul suo blog : << (..)i pacs sono uno strumento essenziale e civile, di grande libertà e democrazia l'impossibilità di procreare degli omosessuali non è nè una minaccia per la famiglia nè una minaccia per la società: di eterosessuali nè zeppo il mondo.( ,.... ) >> continua sul suo blog
approfondimenti
- il dossier del quotidiano la repubblica http://tinyurl.com/25kuc3
- il libro in nome dell'amore lettera a benedetto XVI di Melissa P qui delle recensioni
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