Passando di mano in mano, le banconote possono essere un veicolo per diffondere i pensieri. Commenta il libro di Alessandro Fo una studentessa del liceo Galilei di Siena
E’ capitato a tutti di osservare quante stranezze si trovano scritte sulle banconote: numeri di telefono, nomi, orari… Non è dunque inutile parlare di poesie, che, invece di essere scritte su un foglio di quaderno o di stampante si diffondono grazie alla cartamoneta. Il libro ‘Piccole poesie per banconote’ (2001) di Alessandro Fo è, appunto, una raccolta di poesie scritte dall’autore sul suddetto veicolo inconsueto: la banconota. La raccolta pone mano alla lira per cantare e testimoniare cose e storie del mondo e per diffondere messaggi ed esperienze di vita. L’autore. Alessandro Fo, è un insegnante di letteratura latina presso l’università di Siena e propone, come uno dei tanti significati di quest’opera la celebrazione della Lira che se ne va e l’Euro che subentra contribuendo a tener viva la memoria del passato, il ricordo di quel vecchio e ‘stanco’ conio rappresentativo di un’epoca, non chiudendo, però, le porte alla modernità e al cambiamento. Possiamo quindi interpretare il libro come un ‘arricchimento’, un dono spirituale che l’autore regala al suo pubblico. Vediamo, ora, di ‘entrare’ all’interno del libro ed analizzarne i temi. Questi ultimi sono diversi e molteplici. L’autore spazia, infatti, da temi comuni, quali oggetti o prodotti di uso quotidiano, e che comunemente acquistiamo con la cartamoneta, spesso specchio di noi stessi e dei nostri gusti: susine, melanzane, biscotti, libri, calze’ fino poi ad arenarsi in questioni più profonde, quali i sentimenti umani, condizione dell’esistenza, lacune della società, aspetti reali alcune volte trascurati. Alessandro Fo scrive tutto questo in chiave, però, ironica, giocosa, soprattutto diretta. Per comprendere il messaggio che l’autore ci vuole inviare è necessario fare attenzione al testo che lui propone all’inizio del libro:
Scrivo la mia poesia su questa banconota
per te, e perché non sia più ignota.
Nel tempo dei mercati è una soddisfazione
opporre ai fatturati una pura creazione
Inoltre a che varrebbe ‘pubblicare’
Per non farsi ascoltare e restare lontani?
E’ meglio circolare ‘così- per le tue mani.
L’autore ci spiega l’importanza del veicolo comunicativo che noi utilizziamo. Spesso, infatti, nella dimensione di oggi, il messaggio che ci vuole trasmettere uno scritto rimane ‘chiuso’ tra le sue pagine e resta lì, su uno scaffale ad impolverarsi celando per sempre le sue verità. Il nuovo mezzo di comunicazione utilizzato da Fo aggira questo ostacolo, dandoci la garanzia che le nostre ‘parole’ non andranno perdute, anzi circoleranno attraverso ‘molte mani’ portando con loro saggezza ed esperienza. Passiamo, ora, all’analisi di alcuni aspetti che l’autore fa trasparire dalle sue poesie. Nei componimenti, spesso, troviamo riferimenti al passato, ad episodi dell’infanzia, a giochi, a scherzi. E’il caso della poesia ‘Potenza delle melanzane’ che l’autore scrive sui viola 20 euro. Lo stile, estremamente colloquiale e semplice è testimoniato dal fatto che l’autore dialoga con i personaggi (Francesca) ponendosi come protagonista del testo. La poesia ruota attorno a questo ‘buffo’ ortaggio, comunissimo in molti orti: la melanzana. Fo ci presenta una forma ‘caricaturale’ di quest’oggetto; ci parla, attraverso occhi di bambino, di serenità, gioco genuino, di amore. ‘‘Rubiamo una melanzana e, dai, che scherzo, un’altra, e là dov’era appesa prima ci lasciamo legato un pomodoro’’. Da questa parole si nota quanto la vita sia libera e spensierata per un bambino, capace di considerare la realtà attraverso la purezza dei suoi occhi cristallini senza i vincoli della società.
Altra frase importante è quella con cui Fo termina la poesia:’’che bello! Abbiamo le melanzane! Siamo felici!’; il significato di queste parole rimanda al sorriso che ha un bambino, capace di trovare gioie anche dalle situazioni più semplici della vita, ma forse le più importanti.
Tramite i suoi componimenti l’autore inserisce anche, talvolta critiche ad alcuni aspetti della società; un esempio è il controsonetto ‘Potenza delle zucchine’. L’oggetto principale della poesia è ancora una verdura che spesso troviamo sulle nostre tavole. In forma ironica, qui, osserviamo la condanna ai metodi usati per la presentazione dei prodotti che giungono nei nostri piatti: in particolare l’autore si concentra, in maniera indiretta, sulle sostanze tossiche che spesso vengono impiegate su frutta e verdura per renderle più ‘belle’:’’a verdure che verzicando sui banchi ci adescano e invece son radioattive e barbine’’. Parallelamente, però, alla società moderna, questo fatto non sembra interessarla più di tanto:’’per quanti problemi ne riescano, tacerne resta buona educazione’’ Insomma si preferiscono zucchine che sembrano smeraldi, piene di sostanze dannose per il nostro organismo, che prodotti naturali. La causa, però, è l’economia primaria, che per esigenze di mercato, è costretta ad ottimizzare la produzione, sconvolgendo a volte, addirittura, la natura genetica di una povera zucchina!.
L’autore, inoltre, parla di amicizia e d’amore. E’ proprio sui verdi 100 euro che lui scrive un sonetto ‘Mi sei mancato moltissimo’, che affronta, la comunicazione e il significato dell’amore. Mediante il suo, sempre presente, stile sobrio ed ironico, ci pone davanti i due pilastri della comunicazione tra i giovani: il telefono e il computer (PC). Denuncia che senza la posta elettronica ‘‘il PC ha esalato l’informanima’’ e il telefonino, comunicare nella gioventù di oggi, sarebbe proprio impossibile. Il sentimento d’amore, perciò, viene filtrato attraverso questi mezzi che ci portano a dimenticare il piacere di scrivere su un foglio di carta i nostri pensieri e ciò che proviamo (‘‘ non vorrai che usi carta e penna immagino’’). Nonostante questo nell’ultima terzina Alessandro Fo ci fa capire che in qualunque modo il ‘senso dell’amore’ sia ‘storpiato’ o ‘mutilato’ dalla società e dalla dimensione moderna l’emozione primaria, l’angoscia e il sussulto del cuore persisterà uguale nel tempo:’’Ma se immagino la vita senza te, un poco mi turbo, mi viene angoscia e dà fastidio’.
Nel libro non mancano, però, oltre a poesie apparentemente vivaci e colorate, componimenti più cupi e scuri che si allontanano dal tono giocoso e scherzoso che Fo utilizza per la maggior parte. Un esempio lo troviamo nei nove versi intitolati dall’autore ‘cuore di Pollo’ scritti sulle vecchie 2000 lire. Il linguaggio stesso del testo è, qui, molto tempestoso,crudo, quasi brutale. Le parole onomatopeiche e ricche di allitterazioni vanno a dipingere uno scenario di dolore drammatico: ‘‘E invece si dimena tra le mie mani mentre lo faccio a pezzi’’. In poche righe Fo sintetizza immagini importanti: Il sangue ‘‘ nero il sangue rappreso nei forami’’, il freddo ‘‘ gelido tutto’’, lo strazio, il rimorso, il silenzio ‘‘Non pulsa più’’.Quale realtà può portare davanti grazie a questa poesia?. Qual è il suo messaggio?. Usando la metafora, non per nulla banale, della ‘macellazione’ di un pollo, il poeta mette in luce un aspetto molto comune, ormai, ai nostri giorni: la violenza. Quest’ultima strazia e squarcia il mondo modificando, per sempre, la vita di molte persone. E’proprio in questo componimento che è ben evidente il significato dell’opera: comunicare, rendere il lettore spettatore e attore del mondo reale non celandone gli aspetti più profondi.
In conclusione, penso che lo scopo principale della raccolta sia quello di regalarci, nascosti tra i versi, degli insegnamenti. Quest’ultimi, finché esisterà la cartamoneta potranno viaggiare, attraversare la vita di miliardi di persone, testimoniando realtà, sentimenti, paure e dubbi, oppure, perché no, più semplicemente ci regaleranno un sorriso.
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