2.2.21

sfatiamo il ricordo delle foibe e del 10 febbraio a senso unico

 Premesso che una vicenda storica complessa come quella   del confine  orientale il cui  ricordo della  giornata  del 10 febbraio viene  in massima parte       ridotta    solo  alle  foibe, intrecciata con :  il risorgimento italiano , con  il fascismo e le due guerre mondiali,  e  con l'esodo  di popolazioni   è difficilmente sintetizzabile in un articolo senza rischiare di essere approssimativi,
Con quest'articolo inoltre non si intende negare che nel 1943 e nel maggio 1945 ci furono atti di violenza o di rappresaglia contro fascisti, ex-fascisti e/o collaborazionisti, poiché questi fatti si accompagnano sempre e comunque ad ogni dopoguerra, e nemmeno si intende esaltare la violenza vendicativa contro gli sconfitti, quanto evidenziare alcuni aspetti su quelle vicende . Si condanna   :  il silenzio e il nascondere  cosi è stato fino all'istituzione del  10  febbraio  tali vicende

  1. Il nazionalismo, il militarismo e il patriottismo generano sempre violenza;
  2. Gli episodi delle “foibe” del settembre 1943 vanno distinti dagli arresti e dalle esecuzioni del dopoguerra;
  3. Non è mai esistita una volontà dei popoli slavi di organizzare una pulizia etnica degli insediamenti italiani.
  4. Non vi furono massacri indiscriminati di persone in quanto italiani, la maggior parte delle vittime furono fascisti o collaborazionisti, nonché oppositori anticomunisti, spesso slavi;
  5. La maggior parte dei morti si ebbe nei campi di internamento, dove certamente le condizioni di vita non erano buone. Va però detto che la Slovenia era stata distrutta dagli invasori nazifascisti. Mancavano impianti sanitari, acquedotti ecc. Le stesse sofferenze furono patite anche dalla popolazione civile che aveva difficoltà a sfamarsi;
  6. È praticamente impossibile uccidere un così alto numero di persone in così poco tempo semplicemente gettandole in delle cavità naturali: ci sono prove che il numero delle vittime sia notevolmente inferiore rispetto a quanto riportano le campagne mediatiche disinformative.
  7. Vi furono anche vendette personali, ma molti di coloro che le perpetrarono furono processati e condannati (e in taluni casi amnistiati).
  8. La narrazione dei presunti massacri si è spesso rivelata uno strumento per giustificare una futura presa di potere di forze populiste e anti-rivoluzionarie.
  9. Non si può piegare la storia alla volontà dei vincitori; infatti, la rinascita e il ritorno in auge della destra neo nazionalista, reazionaria e populista sono le motivazioni e le pericolose conseguenze alla base del revisionismo storico di questi anni. Infatti L'impostazione chiusa [ ed a senso unico aggiunta mia ] ed nazionalistica della giornata del ricordo corre [ in realtà c'è già ] seriamente il rischio di legalizzare il ricordo dei crimini altrui nell'oblio di altri crimini cioè dei nostri ( Carlo Spartaco Capogreco  )

Ora  dopo questa premessa   veniamo  al  post    sorto   da  interessante  dibattito  , di cui riporto la discussione  per  chi non mi segue  ( e  non segue ) sorto  da  un  articolo  da me  condiviso  sul  mio (  vostro  perchè  i commenti  sono liberi e non moderati   , salvo  mancanza  di rispetto e  cattiva educazione cosi  come    la  condivisione     sula mia  bacheca    )  facebook      https://www.facebook.com/redbeppeulisse1/  dell'articolo   purtroppo  a  pagamento  di quest'articolo  

da https://ilpiccolo.gelocal.it/tempo-libero/2021/01/18/news/gobetti-le-foibe-non-furono-genocidio-basta-ingerenze-politiche-1.39788732


Gobetti: «Le foibe non furono genocidio. Basta ingerenze politiche»

Esce per Laterza un saggio-pamphlet dello studioso torinese, una diretta presa di posizione contro le mistificazioni su una dolorosa pagina di storia. «I fatti sono stati strumentalizzati» 



  • Non è un genocidio perchè non furono trucidati a causa della "razza". Che cambia?
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    • Pina Sechi
       Cambia che se si inquadrano nel contesto della seconda guerra mondiale e di cosa e' successo gli anni precedenti si ridimensiona moltissimo il fenomeno dal "genocidio" e al "trucidare" a semplici uccisioni di guerra... magari sbagliate, ma non certo equiparabili o confrontabili con le porcherie che avevano fatto loro prima...
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  • Fu uno sterminio di massa
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  • Se le parole hanno un loro significato, è così. Il genocidio è ben altro.
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    • Omar Eustat Arcano
       e cosa intendi per genocidio
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    • Giuseppe Scano
       Non e' difficile: Nazismo=genocidio. Turchi vs armeni=Genocidio. Giapponesi vs Cinesi in Manciuria=Genocidio. Foibe=Cazzata revisionista: trattasi di episodi inquadrati in un periodo di guerra. 
      https://it.wikipedia.org/wiki/Genocidio
      Genocidio - Wikipedia
      IT.WIKIPEDIA.ORG
      Genocidio - Wikipedia
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    • Ruggiero Olivieri
       anche nel dopo guerra visto che continuarono soprattutto nell'istria anche dopo. Non è cazzata revisionista in se perché sono successe realmente. Ma la cazzata revisionista è l'uso che se ne fa distorcendone gli avvenimenti ad uso ideologico da una parete dall'altra
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    • Lo so. Ero sarcastico. Volevo solo sapere cosa interesse o quale significato gli dava 
      Omar Eustat Arcano
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    • Giuseppe Scano
       dammi qualche fonte relativa agli atti del dopoguerra in Istria sul genocidio, altrimenti sono solo chiacchiere. Parlare di genocidio per questi fatti e si revisionismo ed anche becero.
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    • Ruggiero Olivieri
       non ho detto che sia genocidio. Ho solo detto che sono avvenute. Non ho parlato di Genocidio
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    • Giuseppe Scano
       dopo ogni guerra o rivoluzione ci sono state vendette più o meno trasversali. Il problema , probabilmente non ci sarebbe stato se invece di infoibarli, li avessero seppelliti in fosse comuni o inceneriti...insomma se non avessero lasciat… 
      Altro...
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    • Gino Jena Nieddu
       E' questo il punto: nelle foibe hanno trovato poco o niente.... la foiba di basovizza e' vuota... da sempre...
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    • Giuseppe Scano
       Ok sono avvenute cosa? che cosa e' avvenuto nel dopoguerra?
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    • Ruggiero Olivieri
       conosco la storia. Penso che chi ha inventato questa pratica siano proprio gli oppressori italiani
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    • Gino Jena Nieddu
       E' dagli anni 90, da quando la destra e' stata sdoganata che si e' cominciato a revisionare i misfatti che abbiam fatto in quella parte d'europa...
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    • Ruggiero Olivieri
       la destra italiana è solo fascista
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    • Gino Jena Nieddu
       ultimamente si . ma in origine no
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    • Ruggiero Olivieri
       stavo confondendo gli eccidi avvenuti in Istria e a Fiume e violenze che continuarono dopo la liberazione di trieste .
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    • Giuseppe Scano
       Gli eccidi in istria e fiume li han fatti gli italiani fascisti durante l'occupazione dal 41 fino al 43... dopo l'armistizio, arrivarono i tedeschi e cominciarono loro a massacrarli (appoggiati dai repubblichini).. a Trieste, quando arrivarono i tedeschi, i repubblichini denunciarono e mandarono nei campi di concentramento gli ebrei e i partigiani triestini (i loro concittadini... vermi schifosi)... i tedeschi si trovarono le liste gia pronte... sapevano che i tedeschi li avrebbero mandati ad auschwitz ed altri posti di merda, ma non si fecero scrupoli... e quando i titini li trovarono, alcuni si fecero giustizia da soli, ma la maggior parte subirono processi per crimini di guerra e al contrario di quello che i fascisti di oggi vogliono far credere, molti tornarono a casa poiche estranei ai fatti, altri furono fucilati poiche trovati colpevoli.... esistono tanti documenti che mostrano chi mori realmente nei supposti eccidi: repubblichini, assassini e gerarchi.... e questi vermi oggi addirittura, il 10 di febbraio, premiano con medaglie i parenti di alcuni repubblichini conclamati! Ma davvero stiam parlando di queste merdate? Ci sarebbe da vergognarsi per almeno due generazioni di quello che abbiamo fatto in quei posti e c'e anche qualche schifoso che dice che fu un genocidio di italiani....
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    • Giuseppe Scano
       il genocidio avviene quando si prende di mira un gruppo etnico o religioso. Le foibe sono esistite ma non si può parlare di genocidio perché i titini ammazzavano italiani che non sono né un gruppo etnico né religioso.
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quindi non    certo  ci  fu   pulizia  etnica  e genodio  ma    ci  furono   ideologico  , aberrazioni nazionaliste , totalitarismi , vendette  tipiche  quando  si passa    da  un regime  ad  un altro  ,  o  dopo una    guerra  . C'è    la  volontà  di  usare  la   gli eventi  storici  storia    e le  ed  le  rispettive    ad  uso  politico  \  ideologico contro il proprio  avversario   come   dicono   questi  due storici di diversa  formazione  cultulturale 



     estratto da    https://youtu.be/m0meQAHiTng



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non so più cos'altro  scrivere  ed  aggiungere    a quanto  già detto 





31.1.21

La storia di dolore e coraggio di Alessia che combatte contro la discriminazione «Ho subìto botte e umiliazioni. Le persone come me non vengono accettate» «A 18 anni ho cambiato sesso ora ho paura e mi nascondo»

 la  nuova  sardegna  del  31\1\2021




storie a confronto tra chi fu imprigionata per un tema contro mussolini e chi fa i bliz nelle chat d'internet per insultare gli ebrei

 da   https://invececoncita.blogautore.repubblica.it/ SABATO 30\1\ 2021  

Maria Luisa in un fermo immagine di un documentario di Rai Storia

Maria Luisa in un fermo immagine di un documentario di Rai Storia

Leonardo Magini, 80 anni,  Torrimpietra, galleria d'arte a Roma, stampava libri sull'arte antica

"Il centenario del Partito Comunista, e il suo fondatore, sono all’origine di questo ricordo su una persona che all’epoca non era ancora nata. Il 21 novembre 1927, dal carcere di Turi, Antonio Gramsci scrive alla moglie: ‘Carissima Giulia, da qualche giorno non sono più isolato, ma sto in una cella comune con un altro detenuto politico, che ha una graziosa e gentile bimbetta, di tre anni, che si chiama Maria Luisa. Secondo un costume sardo, abbiamo deciso che Delio (il primo figlio di A. G.) sposerà Maria Luisa appena i due siano giunti all’età matrimoniale; che te ne pare?... Ti abbraccio teneramente, cara. Antonio’".
"L’altro detenuto politico è Enrico Tulli, di famiglia bergamasca, cattolico e poi redattore de ‘L’Unità’, condannato a tredici anni e che morirà di lì a poco, fuoriuscito in Francia. Quindici anni più tardi, Maria Luisa, studentessa al liceo classico Parini di Milano, deve fare un tema in classe di italiano in cui le è richiesto di spiegare come Mussolini incarni il ‘Principe’ di Machiavelli. Lo svolgimento è tale che Maria Luisa viene arrestata, prima fa tre mesi di galera a San Vittore nel reparto maternità tra infanticide e condannate per aborto, e poi viene condannata a cinque anni di confino a Tito di Lucania, provincia di Potenza".
"Ne fa, in realtà, ‘solo’ uno e mezzo, grazie alla caduta del fascismo. I confinati non possono comunicare tra loro. Ma, nonostante il divieto, a Tito Maria Luisa conosce, se ne innamora e sposa un altro confinato, Manlio Magini, condannato a un anno per antifascismo e poi – incredibilmente – messo al comando dell’ultimo treno di aiuti ai nostri combattenti sul fronte russo: un treno che verrà svuotato dai camerati nazisti".
"Più avanti, nel novembre del 1944, Manlio ora partigiano di Giustizia e Libertà, è arrestato assieme ad altri cinque a seguito di una delazione, portato a San Vittore, e poi a Fossoli e infine a Mauthausen, da dove viene liberato il 5 maggio 1945. Anche Manlio è fortunato, si fa ‘solo’ sei mesi di uno dei campi di concentramento più tristemente noti del nazismo; solo per questo è uno dei trecento sopravvissuti su diecimila deportati. Manlio era mio zio e Maria Luisa Tulli la zia Marisa. Ricordi di un passato ancora presente. Ricordi di italiani del XX secolo".


di cosa Parla la rubrica di Berizzi   sempre  sabato 30\1\2021 su repubblica

 https://primapavia.it/rubriche/glocalnews/nazi-hacker-irrompono-nella-videoconferenza-della-comunita-ebraica-di-venezia/





L'unica nota positiva è che, avendo 14 anni, è ancora recuperabile, sempre che vicino a questo ragazzino ci siano persone in grado di aiutarlo. Diversamente andrà ad ingrossare le fila degli ignoranti, violenti, fascisti, razzisti...

intervista a Donatella Alfonso una delle autrici di Destinazione Ravensbrück L'orrore e la bellezza nel lager delle donne

leggi anche
https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2021/01/le-donne-nei-lager.html

concludo la  settimana  del  giorno \  giornata  della  memoria  parlando   ancora (   vedere  post precedente ed   i link  in esso  riportati   )   di una tematica  poco  affrontata   dalle  celebrazioni  ufficiali       dell'atroce  destino   delle  donne  nei lager con  questa  intervista   a Donatella  Alfonso    autrice  insieme  a Laura Amoretti e Raffaella Ranise di  Destinazione Ravensbrück  L'orrore e la bellezza nel lager delle donne  (  foto  a  destra ) recentemente  ristampato    . 
Un Libro   che  già    dalla descrizione   presa  da https://www.libreriauniversitaria.it/

Alcune erano bambine, accompagnate dalle madri, altre ragazze di vent'anni, madri di famiglia, oppure già anziane. Sui treni che le portavano al campo di concentramento di Ravensbrück, a nord di Berlino, finirono detenute politiche, prostitute, o appartenenti a famiglie ebraiche: reiette da isolare, da eliminare, per il regime nazista. Mille tra le italiane deportate, di ogni età, non tornarono mai: tra loro anche alcune passate per un piccolo e quasi dimenticato centro di detenzione nell'estremo ponente ligure, a Vallecrosia. La storia di queste donne, ragazze e bambine, i ricordi, la capacità che ebbero molte di loro, nonostante la tragedia che stavano vivendo, di ritrovare la capacità di un affetto, di un gesto, di un sorriso, si affiancano ai momenti più cupi vissuti nel lager e, per le sopravvissute, riportati nella vita vissuta dopo. A 75 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, un libro che ripercorre testimonianze e luoghi e la tessitura della memoria di queste donne, della disumanità che hanno dovuto affrontare e del male che ha attraversato l'Europa, monito per allontanare ogni vento di inaccettabili revanscismi.

 e   da  questa  video  presentazione



 
  dimostra l'assurdità   del revisionismo \  negazionismo  . Quando non  c'è niente  da  revisionare  se  mai     da  approfondire    ed    ancora  da  studiare    .   

Ecco la  mia intervista  

lo stesso studio fatto per Ravensbruck, si può estendere anche agli altri campi ? oppure come ho letto su http://www.informareunh.it/lolocausto-delle-donne-non-conformi-o-inutili/ questo di R fu l’unico campo di concentramento progettato dal Reich per eliminare le donne “non conformi” che avrebbero potuto contaminare la “razza ariana”, oppure semplicemente giudicate “inutili”?

Il campo di Ravensbruck ha una sua storia specifica, che ne fa un caso a sé. E' il campo delle reiette, le donne scomode al regime hitleriano: aperto nel 1938 in un terreno, tra l'altro, di proprietà di Heinrich Himmler, ospita da subito oppositrici politiche ma anche prostitute, lesbiche, donne non conformi allo stile di vita delle perfette ariane del Reich. E nasce come campo di lavoro con manodopera ampia e quasi a costo zero per due grandi aziende che aprono fabbriche nel campo: la Siemens e la Texled. La prima userà le mani delle donne per realizzare parti da utilizzare nell'aeronautica militare; la TexLed realizza le divise per detenuti e soldati. Di fatto, il campo è pienamente utilizzato nella produzione bellica, le donne sono una forza lavoro che va sfruttata fino all'esaurimento. Ma solo a fine 1944 diventerà un campo di sterminio, quando la guerra comincerà a dimostrarsi senza uscita  per il Reich.  

per chi non conosce il libro , ed in libreria sceglie in base al titolo , potrebbe spiegare dove sarebbe la bellezza in un lager nazista

La bellezza è, di fronte all'indicibile orrore degli esperimenti, alla violenza delle guardie - peraltro quasi tutte donne - la capacità d tante donne prigioniere d non cedere al programma d annullamento della propria personalità, della loro femminilità; ma sono anche le relazioni d'affetto, d'amicizia che nascono tra le donne, la rete di "normalità" che costruiscono. Le sorelle Bianca e Bice Paganini e Mirella Stanzione di La Spezia, deportate insieme alle madri,che ricostruiscono con le chiacchiere la speranza di tornare alla vita di prima. Le "madri del campo", detenute che si prendono cura di bambini rimasti senza le madri; o una intellettuale come l'etnologa francese Germaine Tillion che scrive un'operetta sulla vita nel campo e la sera la fa cantare, su musiche popolari, alle compagne di prigionia. La bellezza è saper restare vive, soprattutto emotivamente.


fra le testimonianze raccolte parlate anche del fenomeno orripilante del lagerbordell https://it.wikipedia.org/wiki/Bordello_del_campo_di_concentramento ? oppure esso fu un fenomeno che non interesso il campo preso da voi in esame ?


No, non abbiamo trovato testimonianze di un impiego sessuale delle deportate a Ravensbruck, anche se non si può escludere che ci siano stati casi del genere, come ovunque. Di sicuro, le donne del campo servivano essenzialmente come manodopera per le fabbriche, per cui il loro impegno prevalente era quello. Ricordiamo che era un lager prevalentemente femminile, anche nel numero del personale di custodia; la sua particolarità è, ad esempio il fatto che qui si trovasse la scuola di formazione delle Aufseherinnen, le guardiane - particolarmente violente, reclutate con un semplice annuncio sul giornale che prometteva un impiego statale con un ottimo stipendio - che verranno poi impiegate anche in altri lager. 


nella ristampa ci sono ulteriori storie ?


Sì, ad esempio un focus su Teresa Noce, la dirigente del Pci clandestino e partigiana nella Resistenza francese, che deportata a Ravensbruck con altre compagne, cerca di organizzare un boicottaggio del lavoro bellico; l'esperienza delle Testimoni di Geova, pacifiste che si rifiutano di lavorare le pelli di coniglio per i guanti dei piloti della Luftwaffe; e ancora, il lavoro in corso all'Università di Siena sulle registrazioni delle testimonianze di alcune ex deportate effettuate da Lidia Beccaria Rolfi e Anna Maria Bruzzone. Un altro patrimonio da poter rendere accessibile a tutti.


oltre  i  link   del  precedente    post     e  i  documenti  qui   citati    consiglio  per  chi  volesse  approfondire  ed usare  per  tesine  alla maturità  o altro  questa  tematica  questo  libro 





Le donne e l'olocausto. Ricordi dall'inferno dei lager

di Lucille Eichengreen

  • Editore: Marsilio
  • Collana: Gli specchi
  • Traduttore: Buonanno E.
  • Data di Pubblicazione: gennaio 2012
  • EAN: 9788831711241
  • ISBN: 8831711245
  • Pagine: 154
  • Formato: brossura

Le donne e l'olocausto" è uno dei pochi memoriali che si concentra esclusivamente sulle donne. Con sincerità straziante, Lucilie Eichengreen offre uno sguardo approfondito e sincero dell'esperienza femminile nei campi nazisti. Raccontando la storia della propria sopravvivenza, esplora il mondo delle altre donne che ha incontrato, dal potere femminile delle guardie SS, alle prigioniere che erano costrette a prostituirsi per il cibo. Le amicizie che nacquero tra le donne spesso durarono a lungo. Si aiutavano l'una con l'altra, e si dimostravano un affetto e un'attenzione che era diffìcile trovare persino in famiglia. Certo, avevano anche delle nemiche tra loro. Altre donne le maltrattavano, le denunciavano, le raggiravano e rubavano il cibo o le scarpe. In tutti i campi di concentramento era più o meno lo stesso. Ma in generale c'era fiducia reciproca, le donne si davano una mano e piangevano insieme. Con una prosa secca e toccante, la Eichengreen sa cogliere il nocciolo, l'essenza delle cose ma senza fare prediche. In più, Lucilie scrive con l'autorevolezza della testimone oculare, un valore che presto spetterà solo alla pagina scritta e ai documentari filmati, visto che le fila dei sopravvissuti si assottigliano drammaticamente ogni anno. Lei è una di loro, una sopravvissuta che ha ancora voglia di raccontare la propria storia.
appena finite le ultime righe dal soggiorno d'ode in sottofondo proveniente dal cellulare di mio padre

Sonata No.2 In B Flat Minor, Op.35 - 3. Marche funèbre Lento di Chopin suonata da Quynh Nguyen .

non so chi è peggio tra trap e neomelodici ( ovviamente senza generalizzare ) "Frat'mio", "Lione", "Amo'": i post che esaltano gli omicidi, a Napoli, e le armi «facili» nelle mani dei ragazzi

Dice: «Gli zingari». Dove hai preso la pistola? «Dagli zingari». E sarà pure vero. E se è vero, certo non lo ha scoperto guardando Gomorra, ...