8.5.08

CEREA!! 1° LEZIONE DI PIEMONTESE

LEZIONI DI PIEMONTESE CEREA!





Carissimi, la mia amica Claudia ha pensato bene di mandarmi questo corso accellerato di piemontese, vista l'imminente trasferta a Torino. Ho iniziato a studiarlo ma è durissima. Chissà se riuscirò a fare la presentazione di "Prendimie  Uccidimi" con una  perfetta padronanza del linguaggio?! Vi farò sapere com'è andata al ritorno. Per ora fatevi due risate con questo video, Cerea a tutti, baci Rossella.





SABATO 10 MAGGIO ORE 18,30 FIERA DEL LIBRO DI TORINO, PADIGLIONE PIEMONTE, PRESENTAZIONE DEL THRILLER "PRENDIMI E UCCIDIMI"  di Rossella Drudi.   









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Senza titolo 507

  VI PIACEVA IL TELEFILM CASA VANIELLO ?  :-)


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Etruschi


Ritrovate 24 tombe etrusche a Tarquinia. La straordinaria scoperta è stata fatta da una équipe di archeologi della soprintendenza all'Etruria meridionale.Le tombe sono in gran parte intatte.Questo consentirà non solo di recuperare completamente gli arredi funebri ma anche di ricostruire scientificamente la struttura interna di una tomba etrusca.Troppo spesso in passato, infatti, le tombe ritrovate erano state già manomesse da tombaroli e non si potuto condurre scavi scientificamente attendibili.Il ritrovamento, avvenuto nella zona di Madonna del Pianto (a circa 500 metri dalla necropoli etrusca) , si configura come uno dei più importanti degli ultimi decenni.Le tombe sono state individuate nelle immediate vincinanze di un cantiere edile, dove era in costruzione una palazzina. I lavori sono stati bloccati e l'area è stata posto sotto sequestro. La responsabile di zona della Soprintendenza, l'archeologa Maria Tecla Castaldi, poco fa, insieme alla Guardia di Finanza a altri addetti ha ispezionato l'unica tomba aperta, violata molti anni fa. Le altre sepolture sono ancora chiuse. I lavori per riportare alla luce le tombe proseguiranno in questi giorni. Nel frattempo l'intera area è stata presa in consegna dalla Finanza che ha predisposto il servizio di vigilanza. Tusciaweb
Nell'abbigliamento etrusco, i principali tessuti erano la lana, generalmente molto colorata, e il lino, usato nel suo colore naturale. Gli Etruschi usavano abiti adatti per entrambi i sessi, accanto ad altri tagliati espressamente per uomo o per donna.Un indumento solamente maschile era il perizoma, simile a dei calzoncini, mentre sia uomini che donne, specialmente se avanti negli anni, indossavano indifferentemente lunghe tuniche, talvolta abbinate ad un cappello. Gli etruschi inoltre mostravano particolare interesse per le calzature, realizzate in cuoio o in stoffa ricamata. Molto eleganti erano dei sandali con la punta all'insù dall'aspetto orientale. Il sandalo con base in legno aveva una snodatura al centro che permetteva di piegare il piede. L'eleganza degli etruschi era proverbiale, il motto "vestire all'etrusca" fu in voga fra i romani per indicare grande raffinatezza. Dai rinvenimenti si sa che ricamassero tessuti a filo d'oro.

Le donne, ma anche gli uomini, impreziosivano l'acconciatura e l'abito con gioielli di raffinata fattura (diademi, orecchini, braccialetti, anelli e fibule). I gioielli erano di bronzo, d'argento, d'elettro e d'oro. L'elettro era una lega molto usata d'argento e oro.


Senza titolo 506

  VE LA RICORDATE LA CANTANTE EDITH PIAF ?  :-)


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7.5.08

Senza titolo 505

intervista  ai membri di  www.blogazione.splinder.com che come dice  nel  profilo  : <<  Uniamo le persone con le idee  >> ,



1) Come mai avete scelto blogazione anziche blogattivi?
BlogAzione e il titolo, blogattivi siamo noi!

2) vi conoscevate già dal vivo o online prima di fare blog ? come è nata l'idea del blog e il suo titolo ?

Alcuni si conoscevano già dal vivo (ad esempio Rear Window e Simona sono fidanzati), gli altri speriamo di conoscerli presto. L'idea è nata grazie alla crescita del dibattito attorno alle ultime elezioni politiche

3) perchè se è un blog comunity posso scrivere pochi ? come mia avete messo la moderazione   già  da subito senza mettere nessun messaggio d'avviso ?

Non è una community... Crediamo che sia meglio avere pochi autori per non creare confusione e lasciare maggiore partecipazione ai commenti che sono la vera linfa del blog. La moderazione si è resa necessaria a causa di alcuni utenti maleducati...
4) come mai l'esigenza di un altroblog antagonista non era più semplice aggregarsi \ unirsi singolarmente alla comunity di kilombo ?

Volevamo creare qualcosa di nostro, frutto delle nostre precedenti esperienze di blogger ...
5) Siete grillisti o antigrillisti ?

Non siamo affatto dei grillisti, anche se alcune istanze portate alla ribalta dal comico genovese sono sacrosante. Ciò che fortemente contestiamo è il modo.

6) dopo queste disastrose elezioni vi sentite orfani dela sinistra parlamentare ? oppure , visto il tono dei post e dei commenti , siete più sinistra extraparlamnentare o antagonista come si diceva un tempo ?

Gli autori del blog sono vicini a molte delle idee del PD, anche se BlogAzione non intende fare propaganda politica

7) il bicchiere come è pieno , a metà , vuoto ?

Nella vita occorre sempre coltivare l'ottimismo :)

8) progetti per il futuro ?
Incrementatre il blog e lo scambio costruttivo








Senza titolo 504

  CORREVA L'ANNO 1970 E SI GIOCAVA LA PARTITA ITALIA GERMANIA !  VE LA RICORDATE QUELLA NOTTE ?  :-)


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Senza titolo 503

Lo  so che è un post non mio  ma tale  fatto , nonostante sia appassionato di storia  , a me ignoto , mi ha molto scioccato , soprattutto da sardo  perchè non credevo che  anche in italia  fossero successe cose  simili  . Ringrazio vivamente  il nostro compagno  di strada copperhead 

Itri 1911: il colore del sangue


 da wikipedia : << [...] Nel 1911 erano presenti nel comune cinquecento dei circa mille emigranti sardi arrivati per lavorare al V lotto della Direttissima Roma-Napoli. Nel contesto nazionale erano già presenti elementi di razzismo contro i sardi, chiamati sardegnoli, che non scomparvero fino alle imprese della Brigata Sassari nella Prima guerra mondiale Gli emigranti ricevevano un salario inferiore rispetto agli altri lavoratori, ma si rifiutarono di pagare ogni tangente alla camorra, allora infiltratasi nell'appalto, e per tutelarsi cercarono di costituire una lega di autodifesa operaria. Il 12 e 13 luglio, a seguito di futili pretesti, avvengono due imboscate a cui partecipano gli stessi notabili del paese, nell'indifferenza delle forze dell'ordine. Si contarono, non senza difficoltà e intralci, 8 vittime e 60 feriti, tutti sardi,  mentre dalla Corte d'Assise di Napoli trentatré imputati furono assolti dai giurati popolari e nove condannati in contumacia, a trenta anni di carcere.  Fonti locali parlano di una ribellione contro i sardi da parte della popolazione "stanca di sopportare violazioni e prepotenze [...] soprusi d’ogni genere"  di come "i sardi si trovavano nella condizione psicologica dei conquistatori [...] in questo centro-sud da poco conquistato dal loro Re" e "gli itrani non trovarono alcuna difesa nello Stato Sabaudo mentre ai sardi fu accordata una sorta di tacito salvacondotto tanto da portare all'esasperazione la società itrana non nuova ad atti di resistenza violenta." .>>
 
da
copperhead 

Itri, comune del Lazio meridionale oggi in provincia di Latina ma nella prima decade del secolo scorso collocato in quella di Caserta, fu teatro nel luglio 1911 di un controverso episodio di cronaca nera che ancora oggi è coperto da una cortina di riserbo che sa tanto di rimozione: la “Caccia ai Sardignoli”.


I fatti
Per la realizzazione del quinto tronco della tratta Roma-Napoli, le Regie Ferrovie e le aziende che avevano in appalto i lavori di costruzione della strada ferrata scelsero di avvalersi di circa un migliaio di operai fatti affluire in blocco dalla Sardegna.
Le ragioni di questo reclutamento di massa, apparentemente illogico in un momento storico in cui la forza lavoro a buon mercato non difettava nell’Italia Centro-Meridionale interessata da imponenti flussi migratori in uscita, stavano in un cinico calcolo.
I lavoratori sardi, poveri in canna, analfabeti e sostanzialmente estranei per ragioni storiche, culturali e linguistiche rispetto al resto della popolazione italiana, costituivano una manodopera tutto sommato facile da controllare perché priva di appoggi materiali e morali sul territorio; una manovalanza cui imporre i lavori più duri a un salario inferiore a quello - già misero - di altri operai e condizioni di vita che oggi considereremmo subumane.
Nell’estate del 1911, circa la metà di questi lavoratori sardi si trovava a spaccare e scalpellare pietre nei pressi di Itri, sistemata alla meglio in baracche, tuguri e altri ricoveri di fortuna.
La comunità di Itri guardava con diffidenza e irritazione quest’invasione imposta dall’alto, preoccupata dalla pressione esercitata da quella massa di forestieri male in arnese, chiusi in un loro mondo incomprensibile e alieno, abbruttiti dalla fatica e potenzialmente incontrollabili fuori dal cantiere.
Dagli archivi, infatti, sono emerse le proteste e le richieste di provvedimenti urgenti d’ordine pubblico inoltrate per via gerarchica dai maggiorenti itriani, ovviamente rimaste lettera morta.
A soffiare sul fuoco dell’intolleranza provvidero elementi della malavita collegati o direttamente affiliati alla Camorra, interessati a lucrare il pizzo anche sui magri salari dei lavoratori e indispettiti dal comportamento dei sardi, che avevano reagito alla tentata estorsione organizzando un abbozzo di lega di autodifesa operaia.
Il 12 e 13 luglio 1911, prendendo a pretesto alcuni episodi di frizione tra sardi e residenti, si scatenò nel cuore di Itri la “caccia al sardignolo” cui presero parte attiva anche i notabili locali.
In totale si contarono 8 morti e 60 feriti, tutti sardi.


Vincitori e vinti
Dagli atti del processo che si svolse prima a Cassino e successivamente presso la Corte d’Assise di Napoli, emerge una linea difensiva che invoca come attenuante la ribellione popolare giustificata da presunte violazioni e prepotenze d’ogni sorta patite dai pacifici e laboriosi itriani, colpevolmente lasciati in balia di sardi dipinti come una masnada in preda al delirio dei conquistadores.
Fonti locali arrivano a insinuare che la monarchia sabauda, memore della fedeltà dei sudditi isolani al Regno di Sardegna (!!!), avesse graziosamente concesso agli operai sardi in trasferta nel basso Lazio un implicito salvacondotto per razziare impunemente (sic!).
Non c’è dubbio che tali argomentazioni suonino ridicole, contrarie come sono alla logica e alla storia. Non di meno, a distanza di un secolo dai fatti è forse il momento di andare oltre le forzature di parte e i risentimenti incrociati.
Con tutta probabilità, la manodopera sarda fece le spese della partita a scacchi per il controllo del territorio tra il governo centrale, allora retto da Giovanni Giolitti, e i notabili locali; una contesa che nei territori appartenuti ai Borbone si era chiusa solo formalmente al momento dell’annessione forzata.
D’altra parte, il Regno d’Italia si poneva in continuità con il Piemonte sabaudo nella scarsa considerazione per i sudditi sardi, ritenuti con poche eccezioni “imbarazzanti” per diversità di costumi, miseria e arretratezza. Anche allora, i sardi erano preceduti dalla fama di essere lavoratori infaticabili, però anche caratterialmente difficili, ombrosi, inclini alle zuffe e alla violenza, specialmente se in preda ai fumi dell’alcool.
Sebbene sia un paragone antipatico, politicamente scorretto e antistorico, i sardi immigrati in Terra del Lavoro si ritrovarono a fare i conti con condizioni ambientali durissime, ai limiti della sopravvivenza, rese ancora più critiche da un muro di incomunicabilità, pregiudizio e sospetto: una situazione che per molti versi somiglia a quella delle comunità di rumeni o di slavi insediatesi ai margini estremi delle periferie delle nostre metropoli.
Questo background sfavorevole concorse a ingigantire le incomprensioni tra operai sardi e popolazione itriana: due mondi messi a contatto di colpo, senza alcuna mediazione né una giustificazione che non fosse lo sfruttamento rapace della forza lavoro.
La “Caccia ai Sardignoli” fu una mattanza del povero contro il più povero, mentre chi tirava le fila del gioco, come sempre, restava a guardare a debita distanza, pronto a raccogliere i frutti.

 APPROFONDIMENTI 

i libri  :


  •  Sardi a Itri – I tragici avvenimenti del 12 e 13 luglio del 1911. (La ricostruzione dello scontro, con morti e feriti, avvenuto a Itri tra sardi e itrani, che interessò stampa e Parlamento nazionale e le aule giudiziarie della Corte d’Assise di Napoli). DI  Pino (Giuseppe) Pecchia QUI   news  sull'autore

  • A. De Stefano, La rivolta d’Itri, legittima difesa di una folla, Milano, Vallardi, 1914 Angelo De Stefano




6.5.08

Senza titolo 502

  QUESTO E' UN'ANTICO COLAPASTA !  L'AVETE MAI VISTO ?  :-)


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Senza titolo 501

cè chi vuole riscrivere la storia senza conoscere l'italiano, c'è chi non conosce il kitch e vorrebbe giustificare il ritardo con il loft; cè un tiglio in fiore sul viale col mio tanga rosa sulle chiome promesse.

Senza titolo 500

  QUESTA ERA UNA TARGA PUBBLICITARIA DEI GELATI SANSON !  VE LA RICORDATE ?  :-)


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Senza titolo 499

  QUESTO ERA UN GIOCATTOLO CON LA CARICA A MOLLA !  L'AVETE MAI VISTO ?  :-)


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Senza titolo 498

  VE LO RICORDATE IL FILM A QUALCUNO PIACE CALDO ?  :-)


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5.5.08

Senza titolo 497

Come nel seme il fiore


poesia


 


Ti ho cercata nel cielo blu


tra le stelle


spericolato funambolo


ho afferrato le funi


che mi portavano da te


ti ho cercata


abbagliato da tanta bellezza


invano


la luna a falce ha fatto da amaca


alla mia delusione


sotto la terra mi guardava


aveva gli occhi tristi di un bimbo


e lo sguardo spento


di una mano tesa


e ho capito


eri dentro di me tutto questo tempo


mentre io ti cercavo


come il fiore nel seme


altrove


tra le stelle


 


Pietro Atzeni

Senza titolo 496






Odiando le celebrazioni ufficiali e reticoriche fatte ( al 90% ) solo ed esclusivamente in quella data preferisco quindi ricordare  la morte di Peppino impastato  8 maggio  1978 -8 maggio 2008  come quei pochi  che  ancora ci credono ovvero dei  " matti" . e con questo video provocatorio tratto dale scene  finali   del  film su di lui " cento passi " di tullio maria giordanna e con la bellissima colonna sonora finale che  è  A whiter shade of pale dei Procol harum

 ecco il testo 










l'8 maggio ricordiamoci di aldo moro e dimentichiamo Peppino impoasato

Odiando le celebrazioni ufficiali e reticoriche fatte ( al 90% ) solo ed esclusivamente in quella data preferisco quindi ricordarlo come in pochi " matti " . e con questo video provocatorio tratto dal il film su di lui " cento passi " di tullio maria giordanna e con la bellissima colonna sonora finale A whiter shade of pale dei Procol harum

Senza titolo 495

  L'AVETE LETTO IL LIBRO PIRATI DEI 7 MARI ?  :-)


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Tigri romantiche, trapianti suini, bestemmiatori fatali, smemorati fedeli, babbi Natale atletici, docenti truffaldini e omicidi su Google

Il prof di Economia si laurea in Fisica sfruttando un errore e gli esami di un omonimo L’accademico dell’anno è il prof. Sergio Barile, doce...