un gruppo di precari, allarmati dalle gravi parole di Cossiga a seguito di quelle di Berlusconi, ha deciso di avviare una petizione internazionale.
Firmate e divulgate, grazie.
Ale
http://firmiamo.it/worriedteachers
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
Il mio quartiere è stato risparmiato dalla valanga d'acqua.
Sto prestando il mio aiuto ai miei amici che hanno perso tutto.
Dopo una pioggia torrenziale poi l'inferno e alla fine il dramma: tre persone morte e due dispersi che stanno ancora cercando nel fango, e danni per oltre 15 milioni di euro. Strade franate,case sfollate, campi e coltivazioni completamente distrutti, è drammatico il bilancio.
Quando la natura chiede il conto...
La cementificazione selvaggia su un territorio vulnerabile per quello che si è costruito negli anni passati di cui oggi Madre natura chiede il conto. Il territorio deve essere rispettato.
Pioggia torrenziale poi...
l'apocalisse.
"Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno. In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perchè pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito... Lasciarli fare (gli universitari, ndr). Ritirare le forze di Polizia dalle strade e dalle Università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di Polizia e Carabinieri. Nel senso che le forze dell'ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti. Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì... questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l'incendio".
Intervista a Francesco Cossiga. Presidente emerito della Repubblica Italiana e senatore a vita.
BISOGNEREBBE BUTTARLO FUORI DAL SENATO A CALCI NEL CULO
Pretesa poetica
Dirsi poeti è una realtà!
Essere poeta non significa essere 'genio', eppure questa parola -poeta- ha assunto un significato eccelso e spesso, l'opposto.
Si, qualcuno snobba i poeti come inutili frange del sociale impegnato a costruire seriamente, a capitalizzare, ad operare nella necessità.
la definizione di poeta spesso è agli antipodi: spesso si immagina il poeta con l'alloro in testa e già intronato su di una colonna, lassù in alto, sommo vate. Altre volte viene usato il termine in modo denigratorio, per indicare una persona con la testa tra le nuvole, completamente priva di senso pratico e di valori razionali. Un pò di verità c'è in questi concetti: il poeta è una persona 'normale' con la capacità di usare la propria sensibilità e dire cose estremamente...estremamente?...
il volo poetico si innalza dalla vita pratica decantando le problematiche universali e particolari, ma questo volo non è estraneazione. Può essere invece, voce di chi non ha fiato...
E' vero che la poesia non è necessaria? secondo me...non è necessario diventare famosi, essere ritenuti i migliori. E' necessario dire, parlare con il cuore, esprimere il pensiero non detto nel quotidiano...il sogno...e l'incubo. La speranza, l'illusione, l'irrisione e la delusione e l'amore raggiunto e perso o irragiungibile.
E' necessario 'dedicare' parole agli affetti ed agli affanni. E' necessario spendersi un pò in un mondo di parole vive e vere dove comunichiamo e doniamo quella parte di noi più profonda che non emerge nella quotidiana necessità. Tutto questo senza perdere il filo della vita reale, concreta, materiale. Osservare tutto dall'alto di un volo di parole che continueranno a volare sulla carta o sui monitor, anche senza la nostra presenza ed incontreranno altre persone e si scontreranno o abbracceranno altre parole. Osservare dall'alto di un volo gratuito la terra, la vita che scorre tra mille piccoli e grandi affanni di ogni giorni.
E' un lusso necessario per chi è poeta. Forse non il miglior poeta, forse non un buon poeta...forse un cattivo poeta, ma sempre poeta...
lu
Pino La Monica
Educatore, il 20 marzo scorso finisce in carcere. Oggi invece è ai domiciliari. L’accusa, abusi sessuali nei confronti di varie allieve (una oggi maggiorenne), ma anche immagini pedopornografiche trovate nel suo pc e una nuova denuncia da parte di una bimba di 10 anni.
APPELLO PRO VITTIME DELLA “PEDO-FOLLIA”,
dal blog www.massimilianofrassi.splinder.com
In seguito alle polemiche nate dopo l’ennesima manifestazione pro Pino La Monica, educatore indagato per abusi e detenzione di materiale pedopornografico e chiamato in causa da una decina di vittime, abbiamo deciso di scender in campo anche noi e manifestare apertamene tutto il nostro dissenso.
Questo blog è da sempre la voce delle vittime e per le vittime della pedofilia combatte una guerra sempre più senza esclusione di colpi.
Da parte nostra, degnamente (per ora) non manifesteremo fuori dal tribunale (lasciando ai Giudici la possibilità di operare con la massima tranquillità).
Ma decidiamo di scendere in campo e di MANIFESTARE apertamente tutta la nostra solidarietà alle uniche vere vittime. Quelle a cui noi crediamo ed i cui diritti qua, e non solo qua, non vengono calpestati:
le bambine molestate!!!!!!!!!!
A loro, alle loro famiglie, tutto il nostro incondizionato appoggio.
Questo blog ha fatto cose importantissime. E per certi esseri, scomode. Giorni fa ascoltando un’intervista a Roberto Saviano ho sentito lo scrittore dire “non sono io scomodo, lo sono i miei lettori….è loro che la camorra teme”.
Bene, dato che le stesse parole valgono anche per chi vi scrive queste parole, dimostrate la vostra “scomodità” scrivendo qua la vostra solidarietà per le vittime.
Inoltre copiate e diffondete nei vostri blog, nelle vostre mailing list, in qualsiasi modo, questo post.
Dalla parte dei bambini! Sempre!
Nònna
Sta matina còcca Betta
me sei vienuta a ménte
li proverbi che m' ariccontavi.
-Chi trova un amico
trova un tesoro-
-Se campàssi antri cent' anni
nu' finirei mai d' imparà-
................
Còcca nònna
mo a settantanni
me rivienì a ménte
te dico: "che se campasse
antri duecènto anni
e antri puramènte nu'
se finirebbe mai d'imparà.
franca bassi
ERO UNA PUTTANA IRONICA
Viareggio, stazione di Viareggio.
Stazione vuota. Erano le tre del mattino. Era una notte come tante, dove la solitudine lasciava la testa e l’animo sgombero di pensieri, e dove la voglia di parlare con qualcuno mi faceva pensare ad alta voce, tanto, non mi avrebbe sentito nessuno.
Presi un taxi.
“Mi porti al mare la prego?”
“Scusi?”
“Al mare! Voglio vedere il mare!”
“Non potrebbe essere più precisa?”
“Lei vada, appena vede il mare si ferma e scendo.Semplice no!”
“Come vuole.”
Arrivai sul lungomare. C’era solo la luce di qualche lampione che illuminava la strada e raggi lunari che schiarivano la spiaggia e il mare. Mi incamminai su quella sabbia fredda e corsi, improvvisamente, verso la riva, togliendomi nella corsa le scarpe e i pochi vestiti che avevo indosso. Mi buttai in acqua in reggiseno e perizoma. L’acqua era calda, in contrasto con la sabbia e mi sentivo bene. Guardavo il cielo, le stelle, quella luna bellissima e pensavo che il mondo era lì, a portata di mano, e io, non dovevo fare altro che stringere la presa e fare mio quel pezzo di felicità, per non farlo scappare via come sabbia tra pugni stretti. Quei pensieri mi davano forza per qualche secondo, qualche minuto, giusto il tempo di abbandonarsi a se stessi e immaginare dove si voleva essere e con chi. Io mi figuravo sempre di poter essere in una casa in campagna, grande, con molti animali e bambini, mio marito, che nel sogno non aveva una dimensione reale, anche se, ora, vedevo il volto di Paolo e poi, io, che scrivevo per vivere. Si, nel futuro mi vedevo scrittrice di romanzi gialli, con uno pseudonimo tipo “Evanescente”. -Ecco l’ultimo romanzo della scrittrice “Evanescente”….- suonava davvero bene. Fantasticavo vedendomi impegnata nel sociale, facoltosa, intelligente e amata e rispettata da tutti. Dopo giornate vuote, il piacere di quei pensieri serali mi davano una forza incredibile, una speranza fortissima e quasi non volevo addormentarmi, perché mi sareI svegliata nel mondo di giorno, dove i sognatori sono tutti emarginati e dove regna il profitto. Avrei potuto vendere sogni, così potevo far parte del mondo vero ma, nello stesso tempo, fantasticare. Ero una puttana ironica.
Luja
da Mauro Domenico Bufi 21 dicembre alle ore 11:05 il suo carretto carico di libri, frasi, parole, storie. In testa un buffo cappell...