6.12.10

fine settimana . i concerti di Sandro fresi \Iskeliu e Mauro Mibelli Eleonora Georgia Sale

IL 4  dicembre   a tempio   ho assistito a  due concerti  interessanti  e  di notevole spessore .Entrambi testimoniano  sia il coraggio d'artisti che pur non essendo profeti in  patria o rimanendo   qui in Sardegna di nicchia  di rimanere   e  continuare  a far musica  e  amore per la propria terra  evitando   la via del nord   ( o  come   nel caso del chitarrista  e maestro  di conservatorio  del 1 gruppo   di ritornare  e  non rimanere definitivamente    o nel continente  o all'estero)  .. sia  la contaminazione \ sincretismo culturale  e quindi  una  identità aperta della nostra  cultura  .
Essi  come  tutta  quella  musica  underground (  termine  inglese  abusato e stereotipato  con cui si definisce   tutta  quella musica   che  non ha mercato o visibilità sui  media    salvo casi eccezionali  vedi Caparezza e di Nathalie di Xfactor  edizione 2010 o fatti di cronaca eccezionali come quelli di cui sono    stati 99posse  e del mondo   ----  ne trovate  maggiori news  ne  collegamenti ipertestuali   in quanto   rischierei parlandone ulteriormente  d'andare   di finire   troppo  OT rispetto  a ciò di cui questo post  parla  --  , della  musica  indipendente  , delle indie  , delle posse, ecc )  trascurata  salvo l'isola\ la riserva     , ma  SIC   limitata con il contagocce ,    dal programma    di Demo  di radio Rai   sono  : <<  l’ennesima conferma di quanto andiamo scrivendo da tempo – e che cioè in Italia tutto ciò che non rientra nei canonici canali della presunta cultura ufficiale ('mainstream', si diceva una volta) non solo non è valorizzato come dovrebbe essere in un paese normale (almeno in nome del tanto retoricamente blaterato diritto all'informazione), ma è addirittura clinicamente, programmaticamente ignorato per effetto di un disegno voluto, di una strategia di disinformazione e analfabetismo (di ritorno) nazionale.
Non si spiegherebbe altrimenti il destino delle musiche di tradizione, la fatica titanica di quanti (sempre meno, per la verità) operano a diversi livelli in quello che è ormai un’iperbole un po' patetica definire “settore” (la sezione interviste del mio “Folk Geneticamente Modificato” è emblematica a questo proposito…), l’assenza di sostegno (finanziario, mass mediale, culturale, politico…) delle attività che girano intorno. Ma l’abbiamo già scritto altre volte e, francamente, cominciamo ad esserne nauseati… Infatti   sia  Fresi e ISKELIU >>  e    anche  l'altro duo  come potete leggere   nelle righe sotto <<  sono stati recentemente a suonare in Australia, invitati dall’Ambasciata Italiana. Un successo per altro annunciato già sulla carta, conoscendo la grande maestria e sensibilità dei musicisti coinvolti.
Il punto è che, come mi scrive amaramente Sandro, “tanto per non smentirci, ti invio un paio di articoli della stampa australiana sui nostri concerti a Sydney, Brisbane, Canberra e Melbourne.
Mentre la Abc, la SBS e persino Rai International ci hanno dedicato servizi, interviste e riprese del concerto, tornati nella nostra bella italietta e sardinietta non sono riuscito ad avere uno straccio di pezzo in cronaca”.
Nulla di nuovo sotto il sole, dunque. Dalle nostre parti a tenere banco nelle cronache la rappresentazione di un paese surreale, sovente patafisico, cui le persone pensanti non si capacitano di appartenere: pippi baudi, veline, rapimenti, intercettazioni telefoniche, morti bianche sul lavoro, famiglie camorriste di spacciatori... una discarica di schifezze immonde, maleodoranti per la coscienza civile di ognuno...
Ecco una spiegazione plausibile della crisi di identità di questa nostra ridanciana nazione (quindi della crisi di valori, di memoria condivisa, di senso sociale…): ci si sente ‘altro’ a vivere da queste parti, dal momento che la realtà si è resa irriconoscibile. Sempre di più, ineluttabilmente, non rappresenta più alcunché. >>  da http://www.lucaferrari.net/articoloperle.php?ID=51

Ma  ora   veniamo a noi

Il primo intitolato fra Musica  e leggenda

Tale  gruppo composto  da



Alessandro Deiana =chittarra e ilaud
Fabio de Leonardis = violoncello
Yanara Reyes Mc Donald = contrabasso
Tore Mannu = percussioni



Ed  aperto  a collaborazioni   ha  visto l'esordio   in tale  formazione   della  cantante   Laura Masala  ( foto a destra  )  la prima volta  che esordisce  in tale genere musicale  , e lo  fa  con il suo stile  professionale  visto  che non è nuova alla scena musicale Gallurese   in quanto   fa   serate da  sola    o con altri musicisti o con  il suo  gruppo  le acustiche  ( vedere  il reportage  dell'anno scorso  su faber   suoni e parole  cangianti 2009 che  trovate  nell'altro blog  ) . E Erika  Perantoni all'arpa  ( sarebbe  stato interessante   sentirla  con il resto del  gruppo , ma   forse non avevano avuto tempo di provare  ) un promettente   inizio visto  che sta  ancora  studiando lo strumento in questione   al conservatorio . Ne trovate qua sotto  un il video  della  sua esibizione  .










Un gruppo aperto alle collaborazioni esterne ed nazionali ed  internazionali  come  dimostra il disco  cd  , di cui  in questo concerto   sono  stati eseguiti eseguiti alcuni  brani   che vede la partecipazione di  shirin demma   (  artista Siciliana  ) e  Rosa temprano ( cantante  Spagnola  ) .La maestria  di Sandro fresi e del suo gruppo   sta  , come dimostra  sia a  sua  biogtrafia e il suo progetto : <<  Soffiano ancora sulla nostra terra echi trovadorici nelle ballate di origine corsa, sonorita' catalane negli antichi moduli a chitarra dei mutti e le arie dei celti nei passi dello scottish.Ma, come tutti i sardi, amiamo il suono continuo e sciamanico di benas e launeddas, la profondita' tribale dei nostri tamburi di pelle di capra e le audacie tonali di voci aspre e delicate, di miele e di granito che da tempo incerto abbiamo imparato a memoria, chiuse in un piccolo cerchio o spavaldamente solitarie.Da      qui parte il nostro viaggio musicale, sogno e curiosita', rispetto della tradizione ma anche esigenza e orgoglio 'di la janna abbalta', della porta aperta, da sempre, al benefico flusso dei suoni del mediterraneo.(...) partito alla ricerca degli archetipi espressivi sardi, ha sviluppato, agli inizi degli anni '80, una rilettura originale dei modi e dei repertori comunque rispettosa delle matrici. >>( dal sito del gruppo    http://www.iskeliu.com/ )e da  questo video  qui






 Da  qui   una ricerca prima  solitaria e pi  collettiva   tra i moduli polivocali e la riproposizione di antichi strumenti musicali della civiltà agropastorale caduti nell'oblio, è scaturito nel '97 il cd Iskeliu (prefazione di Fabrizio De Andre'), sintesi tra campionamento digitale del suono tradizionale e suono prodotto da strumenti acustici a cui sono seguiti gli album Speradifoli (2001) Zivula (2003) e Folas de Anglona (2005) e Elmusura ( 2010  prefazione   di Paolo Fresu  )  L'esigenza di riproporre dal vivo i brani di un repertorio che viaggia a ritroso nel tempo, in una sorta di arcaica contemporaneità', tra le sonorita' ancestrali della Sardegna centrale, quelle della Gallura di ascendenza corsa e catalane di Alghero, ha portato alla costituzione, complice la prorompente vocalita' di Paola Giua, di un team completamente acustico che poggia la sua forza espressiva nell'utilizzo di un set strumentale che attinge, oltre che dalla Sardegna, da tutto il bacino del mediterraneo.  non solo l'ultimo cd , ma  il loro  repertorio  dei lavori precedenti nel  recuperare in  chiave  antropologica   e " archeologica  "  e  rinnovare   le musiche  e i suoni della nostra  terra della tradizione agro pastorale del periodo  precedente a quella  del'ultimo degli ultimi due secoli  del millennio scorso  ormai  non più tradizionalmente perchè  troppo  modificata  d'essere  snaturata   visto l'abuso  mediatico  commerciale  che  viene fatto ) ottocentesca  cioè il medioevo e il rinascimento    e delle sue  influenze  mediterranee ( mediate  dall'influsso arabo , provenienti dalla vicina Corsica  e, dalla Provenza  e  da i dominatori \ conquistatori  Catalano\Aragonesi  prima  e poi spagnoli ) .Tutto ciò non solo  nei suoni  , ma  anche  nel0'uso degli strumenti  antichi come la  ghironda  , l'organetto diatonico,l'organetto portativo ( di cui no ricordo le particolarità tecniche  spiegate   dopo il concerto    dal maestro  Sandro )   e a fisarmonica , il tamburo di Gavoi  , ecc  .
gli altri due li trovate    prossimamente sul mio youtube  insieme ad altre  foto   degli eventi  sul mio  flicker

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 Il secondo concerto
 nel solito  locale  ( purtroppo è l'unico che  non si accontenta  di ciò che passo il convento e di musica  di Zanfaraglioli di ciocchi di  stagnali ,  slang  locale per  dire  musica  da quattro soldi e  da discoteca  o pseudo tale  come  o musica  con basi e  karaoke e  tutta  uguale senza  un ritmo  -- con questo senza  criminalizzare  nè chi l'ascolta o a  fà  , ne' il genere  nè tanto meno chi la  fa  o l'ascolta   ---    , ma  fa  musica  di tutti i generi  adatti a  tutti\e  e on solo ala massa ) i circolo privato endas l'osteria n mille  .
In esso  si sono esibiti durante la cena




  mi scuso per la qualità ,  ma l'atmosfera  era soffusa ed  a lume di candela. Le  foto ( le altre le  trovate  sempre  sul mio flicker  o sul mio album di  facebook ) sono uscite meglio perchè avevo il  flash

 Mauro Mibelli ( foto a  sinistra  )  chitarrista classe 1960, ed Eleonora Georgia Sale 17 anni . Un concerto “Hundred and Four Strings” – Sulle corde delle emozioni . La musica è così, sfugge ai retaggi culturali, supera le limitazioni degli spazi, oltrepassa i muri e permette l’incontro fra diverse generazioni. Questo è avvenuto fra Mauro Mibelli, chitarrista classe 1960,ed Eleonora Georgia Sale, (  foto sotto al  centro  )   diciassette anni, suonatrice d'arpa 







Lui appartiene ad una famiglia di musicisti, il nonno Felicino ha fondato la banda musicale di Olbia, il papà Walter era un batterista jazz. Da piccolo, dice, “non ero bravo a giocare a pallone e quindi l'unico modo per non essere da meno rispetto ai miei coetanei era quello di suonare e così feci seguendo la passione di famiglia”. All’epoca in cui Bob Dylan era considerato il punto di riferimento di una generazione di artisti, creò il gruppo "Boghe Noa" e poi, nei primi anni ’80, i "Jazz Line". Fu di quel periodo un'indimenticabile esperienza musicale con Gianni Basso, sassofonista scomparso lo scorso anno, uno dei più grandi esponenti del jazz italiano che ha fatto parte di band di primo piano quali la Kenny Clarke/Francis Boland Big Band, la Maynard Ferguson Biga Band e la Thad Jones Biga Band, collaborazione con la grande cantante Andreana DEMONTIS Ha collaborato con Beppe Dettori (voce solista dei Tazenda e sperimentatore vocale), Antonio Galbiati (compositore musicale che ha scritto le musiche per Laura Pausini, Backstreet Boys, Placido Domingo), sono continui gli scambi di esperienze con Marino De Rosas (profeta olbiese della chitarra con accordatura aperta). Poi, alla fine degli anni '90, la creazione del gruppo "Pater Mediterraneo", altre importanti collaborazioni e la tentazione un anno fa, con la nascita della prima figlia Eva, di dedicarsi interamente alla famiglia. Ma l’incoraggiamento della compagna Maria Agostina e la prospettiva di una nuova stimolante esperienza musicale lo hanno fatto infine desistere dall’idea di abbandonare la musica per scegliere di incontrare "zio", come lo definisce lei, Eleonora e la sua arpa.
Lei Dedica i pomeriggi alla sua passione, al suo strumento, per sognare, per essere se stessa, per far vivere la sua anima. Studia alla scuola Civica di musica di Olbia, si perfeziona con insegnanti di alto livello ed ha conseguito il diploma al conservatorio di Sassari, da privatista, in teoria e solfeggio.





qui Mauro ha chiesto ai proprietari del locale d'accendere la  luce  grande e   quindi il video  è di qualità migliore

Ora  l’esperienza di Mauro l' aiuta ad acquisire tranquillità e sicurezza durante le loro esibizioni.
Ne concerto  c'è stato  u bellisimo  incontro fra le sonorità dell'arpa e quelle della chitarra. U genere  musicale di confine  e di contaminazione  . Infatti   Non si tratta di musica etnica, classica e né tanto meno di jazz, è un genere che sta dentro le regole ma l’improvvisazione rende viva la musica perché i brani non si suonano mai allo stesso modo.
Infatti  ho letto   da qualche parte  del loro  invito al Festival Emmas (Ethnic Meeting of Music and Arts in Sardinia) che si svolgerà a ridosso delle festività natalizie ad Olbia ed al quale i due artisti olbiesi parteciperanno, insieme ad artisti di caratura internazionale, scelti a rappresentare l’originalità della musica della nostra regione.
Due  bellissimi concerti   , grandissimi emozioni  che  hanno contribuito a rilassarmi e scacciare  via   sia  i dolori ala cervicale  ( aumentati perché , sempre  con a testa fra le nuvole ,  ho dimenticato la notte  prima  e  e poi tutto il girno di mettere il baite  )  sia  la confusione  e frustrazione   per essermi smanettato troppo  e con mezzi da  cui sto lottando per uscirne  (  vedere mie post  ne blog  gemello sulla porno dipendenza  )  , facendomi viaggiare  con la mente  e il pensiero  tra  Mediterraneo ed Irlanda  , oltre  che   nel mondo onirico  .


4.12.10

come sopravvivere al natale e alle festivitaII puntata le abbuffate

 Dopo  la prima puntata   dedicata  allo stress  di compere  e regali  o d'auguri   che trovate   o qui  o nel   blog gemello . Adesso un altro aspetto   che   sta diventando  , visto che il natale  si fa' in famiglia  , sempre  più pre   natalizio  almeno per  i gruppi d'amici e colleghi di lavoro o per  chi dovendo  ce,me nel caso d'amici  che   stanno  nel continente  che ne fanno due  uno  con i genitori di lei  o di lui   nella città  dove stanno e  un altro che può essere o prima o  dopo   con quelli che stanno al paese  o regione da cui provengono   . Quello  quello delle abbuffate 



Pranzi interminabili, cene che si protraggono fino a tarda notte, visite da parenti  specie quelli anziani  ed amici che ci offrono dolci e liquori a ripetizione: o che insistono perchè assaggiavamo questo e questo   , anche  con  il ricatto ( che  crea rimorsi inutili  e  sensi di colpa  frustranti  )  da  che  poi  lo si butta  ,  dai che  non sei cosi  grassoi ,  siamo a natale , dai ecc  .
Se il nostro palato festeggia, con l’arrivo delle festività natalizie, è la nostra linea a piangere, con il rischio di ritrovarsi ad iniziare il nuovo anno dovendo rifare l’intero guardaroba, e non entrando più nei nostri jeans  e  di chi  , come il caso del sottoscritto  ad essere  èreso  in giro ( anche benevolmente  )  da  familiari  amici  . Ed  poi  finite  le feste  ( o anche  durante  ) avere  i sensi di colpa  che lo poteranno a sfogarsi  nel cibo  o  nell'alcool , pur  sapendo  che questo   gli fa male ( alla cefalea  e  allo stomaco  )  anche se non arriva  all'autodistruzione   gli succedeva in passato .
Ma esiste qualche piccolo accorgimento che può salvare sia il piacere di stare insieme a tavola senza troppe rinunce sia la nostra silhouette. A suggerirci i trucchi per sopravvivere alle abbuffate natalizie mantendo la stessa taglia, è Juliette Kellow, dietologa americana, che collabora con il Daily Mirror. Innanzitutto, quando è il nostro turno di preparare cene per parenti ed amici, possiamo scegliere di cucinare sano, seguendo gli stessi criteri salutisti che adottiamo ( o almeno  si dovrebbe  )  durante il resto dell’anno, senza trincerarci dietro alle classiche scuse che “tanto è Natale“ o  è festa  .
Dopo le feste sarà difficile perdere i chili in più messi su così in fretta, soprattutto perché provengono da dolci e grassi saturi, molto più ardui da smaltire.
Ma vediamo come correre ai ripari seguendo alcune  regole del buon senso  suggerite anche   udite  , udite   dall''osservatorio Grana Padano ha diramato una sorta di vademecum contenente consigli di vario tipo per evitare di abbuffarsi a Natale mettendo a rischio la propria salute.
Basterebbe sostituire il vino bianco al soffritto, la ricotta alla panna, l'acqua agli alcolici e alle bevande gassate e gustare piatti più piccoli.
Sotto accusa gli stravizi del periodo alimentare, che fanno schizzare il rischio di infarti: cotechini, lasagne e panettoni non sono di per sè un pericolo, ma l'abuso concentrato in pochi mesi dell'anno non è una mano per il cuore.

Per ridurre l'assedio dei grassi a cuore arterie si può far ricorso ad   altre regole  che andrebbero seguite sempre  semplici regole, ovvero:


* Occhio agli spuntini e ai dolci fuori pasto: cioccolatini, salatini, e stuzzichini vari, consumati tra un pranzo e una cena.   addirittura lo stesso pane  a volte sono più deleteri per la linea del pasto stesso. E’ inutile trattenersi sulle dosi di pane e pasta se poi ci si butta con foga su panettoni e torroncini.
 * Al posto di patatine fritte e salsine ipercaloriche, come contorno offrite ai vostri ospiti crudités e verdure fresche: saranno un piacevole diversivo e offriranno un po’ di sollievo anche al nostro stomaco, facilitando la digestione.
 * Per insaporire i vostri piatti, utilizzate le spezie ( ovviamente tenendo presente    chi non le può mangiare  o evitare  per  problemi di stomaco  ) : daranno un tocco di esotismo e originalità alle vostre portate senza minare la linea come fanno olio, sale e burro.
* Mentre cucinate, evitate di provare ogni due minuti il sugo o la carne o tutto ciò che state preparandoe  soprattutto d'integrarlo con il pane   Si immettono un sacco di calorie senza accorgersene ancor prima di sedersi a tavola. Per resistere alla tentazione masticate una chewing-gum senza zucchero o bevete  acqua  o fate respiri profondi 
    * Non comprate troppi cioccolatini e dolci, ma solo lo stretto indispensabile. Tutti i dolciumi che restano nella dispensa a fine feste verranno comunque consumati, e indovinate da chi? Proprio da voi! Con la scusante che “è peccato gettarli via!”. E così a Pasqua corriamo il rischio di stare ancora a mangiare il pandoro avanzato! :-)
   * Se proprio dovete acquistare patatine e stuzzichini, comprate quelli dietetici, nessuno si accorgerà della differenza ( almeno che non si a  un esperto gastronomico  come ciccio di nonna papera  ) ! Lo stesso vale per lo yogurt, da utilizzare anche per fare delle torte semplici e gustose, optate per quello magro.
    * Per evitare di esagerare con i drink alcolici, ricchi di calorie, offritevi di guidare quando uscite con gli amici, o di riaccompagnare a casa qualche ospite: sarà un ottimo modo per resistere alla tentazione di bere troppo.
    * Fate sempre uno spuntino sano prima di recarvi ad una festa o ad una cena: arrivare affamati e buttarsi sul buffet è assolutamente da evitare se si vuole mantenere la linea.

*acquistare solo le quantità di alimenti natalizi strettamente necessarie e di consumare gli stessi solo nelle occasioni conviviali;non far mai mancare sulla tavola natalizia acqua, servendo le bevande solo a richiesta;
* utilizzare come base per il soffritto, vino bianco o brodo vegetale che consentono di limitare l'uso di olio e burro;
 * sostituire la panna con ricotta magra diluita in poco latte;
 * preferire le cotture al vapore o alla piastra a quelle tradizionali;
  *scegliere ricette che prevedano l'utilizzo di verdure nella loro preparazione ;
*servire un gelato al limone senza grassi al posto del sorbetto;
*limitare l'utilizzo del sale per insaporire i piatti cercando di esaltare il gusto con spezie ed erbe aromatiche;
  * mantenere in casa e negli ambienti di lavoro temperature non superiori ai 18-20 gradi;
*vestirsi a strati;
*spostarsi preferibilmente a piedi e preferire le scale al posto dell'ascensore. 
  * Evitate di stare sempre seduti: passeggiate in centro, all’aria aperta, o se siete chiusi in casa, proponete giochi che vi permettano di fare movimento: ballare,mimi di film di romanzi  , ecc  organizzare tornei alla Nintendo Wii e, se siete con il vostro partner, fate l’amore: è un ottimo modo per smaltire le calorie divertendosi e guadagnandoci anche in buon umore.

 Veiamo ora   a chi  , sic  , è a dieta  per  i chili di troppo o  per motivi di salute

Se nel caso  foste  a dieta  proprio in quel periodo   in cui   fra brindisi e cenoni ( parentali  , di  avoro  , damici  , ecc ) portano ad ingrassare un pò e a mettere su qualche chilo di troppo, potete seguire  la  dieta sotto riportata  . Ma  soprattutto non , l'invito   è direttomanche al sottoscritto , non ci colpevoizziamo  , perchè durante le feste non vale comunque la pena di rinunciare completamente  e  del tutto ai peccati di go­la nel periodo di Natale. Già  nel periodo di Natale tenere sotto stretto controllo la dieta è stressante, bisogna lot­tare contro noi stessi e contro amici e parenti che insistono per far assaggiare dolci e salati E’ quindi meglio lasciarsi un pò andare e adottare la strategia del “poco di tutto”: un assaggio di ogni cosa e, soprattutto, mai il bis durante i cenoni. E’ meglio quindi , come si diceva prima , assaggiare un pò di tutto ma non lasciarsi andare completamente: esagerando con i dolci e le pietanze ipercondite, spesso ricche di sale, facendo cosi il pieno di zuccheri e di sodio, entrambi favoriscono la ritenzione idrica, con il ri­sultato di accumulare due o tre chi­li, tra grasso e acqua, che pesano sulla bilancia e tirano i vestiti.
In realtà s’ ingrassa più facilmen­te nei lunghi mesi che ci separano dalle feste di Natale piuttosto che durante le feste: per accumulare 1 chilo di troppo bisogna sforare di ben 7000 calorie, eccedere di 1000 calorie ogni giorno per una settimana (quella delle feste) o di 2000 calorie in più per 3-4 giorni non è così semplice come sembra.
Ecco quindi una Dieta delle Feste per chi ama i dolci e non ri­nuncia al panettone: si può comunque arrivare alla Befana in forma senza troppe rinunce. Se ti piace il pandoro o il panettone, non in­ventarti un’ alternativa light: tagliatene piuttosto una fetta piccola e goditela. L’ im­portante è che ti limiti a uno sgarro al giorno. E se ti sei fatto prendere la ma­no, puoi sempre com­pensare con l’ attività fisica: per bruciare una fetta di panettone bastano 45 mi­nuti di sci di fondo a rit­mo moderato o una mez­z’ ora di camminata in sa­lita (un’ ora di camminata veloce in pianura).

LA DIETA DELLE FESTE DI NATALE PER CHI AMA I DOLCI: dimagrire con la dieta da 1400 calorie senza troppe rinunce


Con lo schema del menù settimanale di questa dieta da 1400 calorie al giorno è possibile perdere 2 chili senza rinunciare ai dolci.
SCHEMA MENù SETTIMANALE DIETA DA 1400 CALORIE AL GIORNO

TUTTI I GIORNI
COLAZIONE: tè verde con un cucchiaino di zucchero (circa 20 calorie), 2 fette biscottate con un cucchiaio di miele (circa 149 calorie) oppure 1 bicchiere di latte parzialmente scremato con tre cucchiai di muesli (circa 137 calorie)
SPUNTINO: 2 mandarini (circa 51 calorie)
MERENDA: 200 ml di spremuta di pompelmo (circa 39 calorie)
PANE: solo 50 grammi pane integrale al giorno (circa 112 calorie)
CONDIMENTI: consentiti al giorno solo 4 cucchiaini d’ olio extravergine d’ oliva (circa 180 calorie), 2 cucchiaini di parmigiano grattugiato (circa 39 calorie)

LUNEDì
PRANZO: spaghetti pomodoro e basilico con 70 grammi di pasta e 20 grammi di pomodoro (circa 285 calorie); 100 grammi di vitello (circa 107 calorie); 100 grammi di carote (circa 35 calorie)
CENA: minestrone di verdure con 30 grammi di riso e 200 grammi di verdure a scelta (circa 150 calorie); 50 grammi di prosciutto cotto sgrassato (circa 66 calorie); puoi concederti un calice di spumante moscato (circa 90 calorie) con due cantucci (circa 60 calorie)

MARTEDì
PRANZO: 70 grammi di riso basmati (circa 232 calorie) con 200 grammi di seppioline al pomodoro (circa 182 calorie); 200 grammi d’ insalata verde (circa 30 calorie)
CENA: passato di verdura a scelta con 20 grammi dì crostini (circa 100 calorie); 60 grammi di bresaola (circa 90 calorie); puoi concederti una fetta piccola di panettone (circa 200 calorie)

MERCOLEDì
PRANZO: 1 patata lessa (circa 170 calorie); 2 uova sode (circa 130 calorie); 200 grammi di verdure grigliate a scelta (circa 40 calorie)
CENA: pasta e fagioli con 30 grammi di pasta e 50 grammi di fagioli surgelati (circa 171 calorie); 200 grammi di sogliola al vapore o lessata (circa 166 calorie); 200 grammi di insalata (circa 30 calorie); puoi concederti 1 crème caramel (circa 136 calorie)

GIOVEDì
PRANZO: bruschetta con 50 grammi di pane tostato, 60 grammi di pomodoro, origano e basilico (circa 130 caLorie); 120 grammi di fesa di tacchino ai ferri (circa 130 calorie); 200 grammi di zucchine e palate al vapore o lessate (circa 96 calorie)
CENA: 80 grammi di prosciutto crudo sgrassato (circa 214 calorie); 200 grammi d’ insalata verde (circa 30 calorie); puoi concederti mezza fetta di pandoro alla crema (circa 200 calorie)

VENERDì
PRANZO: crema di piselli con 20 grammi di crostini di pane (circa 194 calorie); 150 grammi di carpaccio di pesce spada al limone (circa 187 calorie); 100 grammi di carote in insalata (circa 35 calorie)
CENA: omelette di 2 uova con 100 grammi di spinaci
(circa 161 calorie); 200 grammi di verdure a scelta al vapore o lessate (circa 40 calorie); puoi concederti 35 grammi di frutta secca mista (circa 195 calorie)

SABATO
PRANZO: carpaccio di manzo con 100 grammi di carne di manzo magra e 100 grammi di funghi porcini (circa 131 calorie); 200 grammi di peperoni saltati in padella (circa 62 calorie)
CENA: 200 grammi di baccalà grigliato e 2 pomodori cotti al forno con 20 grammi di pane grattugiato (circa 280 calorie); puoi concederti 70 grammi di torrone (circa 336 calorie)

DOMENICA
PRANZO: insalatona con 300 grammi di verdure miste a scelta (circa 60 calorie) e 120 grammi di pollo saltato in padella (circa 120 calorie)
CENA: 80 grammi di tortellini i di carne in brodo (circa 230 calorie); 200 grammi di verdure miste alla griglia (circa 40 calorie); puoi concederti una fetta grande di panettone (circa 360 calorie)


 no so che altro dire . nella prossima puntata  ricette per  i  vegetariani  e per  i vegani ( vegetariani estremi   come li chiamano alcune persone )

Al traguardo grazie alla forza di volontà sacrificio dedicato allallenatore malato di sla

L'esperienza di Dorando Pietri insegna. Il 24 luglio del 1908, ai Giochi Olimpici di Londra, il maratoneta emiliano passò alla storia con un epilogo tragico della gara che ancora oggi, a distanza di un secolo, fa commuovere nonostante le immagini in bianco e nero rovinate dal tempo.In quell'occasione il corridore italiano si presentò da solo nello stadio, ma, stremato dalla fatica, imboccò prima la corsia in senso opposto, poi cominciò a barcollare e cadde. Fu soccorso allora dai giudici di gara, impietositi.
La leggenda narra che tra loro ci fosse anche sir Arthur Conan Doyle, il "papà" del detective Sherlock Holmes. Pietri tagliò con immensa fatica il traguardo al primo posto, ma gli fu revocata la medaglia d'oro (assegnata ad Hayes) perché aveva ricevuto un aiuto fisico da esterni.
Così, ai giorni nostri, ci si ricorda di quel drammatico evento e ci si regola di conseguenza. IInfatti ci sono    atleti che fanno  gare  a limite  dele proprie possibilità   e  si va  avanti alla forza  doi volontà   ccome  dimostra questo  sito  http://cittadiariano.it/blog/ferriero/category/personaggi/  e  il film  momenti di gloria    e running-il-vincitore Ma  quel  che  è successo  in  una gara di corsa campestre negli Stati Uniti, Holland Reynolds, di 16 anni (  foto a destra  
estrapolata  tramite i mio cattura  schermata   dal video   intervista  preso da youtube    dell'emittente  Abc   che  trovate qui )  si è ritrovata coinvolta in una situazione simile. Avrebbe dovuto solamente tagliare il traguardo per poter consegnare a squadra e allenatore il trofeo della vittoria, ma a pochi metri dall’arrivo è stata colpita da un malore. Barcollando, si è accasciata al suolo, ma ecco che l'allenatore è intervenuto, accostandosi a lei (senza aiutarla)

per poterla  incitare a proseguire. come dimostra  sia il video  e la  foto   citati  prima  sia quest'altro pesa  da youtube



La forza di volontà e il desiderio di dedicare una vittoria a coach Jim Tracy, malato di Sla, hanno fatto il resto.Grazie  Holland   ce ne fossero di più persone cem te il mondo sarebbe migliore

3.12.10

come sopravvivere al natale e ale festivita' prima puntata

 La  classica stagione   di mezzo è ormai finita  ( anchs se in realtà  astronomicamente  dovrebbe essere il  23 di dicembre , ma con il clima impazzito   tutto è possibile )
è l'inverno  ormai iniziato

L'Autunno se ne va,
l'Inverno già se sente,
coe raffiche che fa
u vento de levante:
'e foje e renturcina,
je fa fa mulinélli,
'e piante de licina
cantanu có  l’ornélli:
cerasi, ruti e pera,
tignu de rusciu 'e fronne,
'a terra quann'a sera,
cou celu se confonne.
         Pierluigi Camilli 
Con esso  inizia il torpore, il letargo ,le serate  ( anche se non più come quelle  di una volta  quando  anziché i pc  portatili e la tv  c'erano storie , improvvisazioni letterarie  , e commento dei fatti del giorno  ) davanti al caminetto 
il mio camino
 

Inizia a sentirsi l'aria natalizia   che  è  in ogni uno di noi ( sottoscritto compresa  che  canta   canzone  natalizie compresa questa   che  trovate  sopra e soi mette  a fare  foto  , e  anzi  che studiare  va   a curiosare in negozio  dove la madre  insieme alle  commesse  allestisce  la  vetrina con le decorazioni natalizie  albero compreso  )  , e che ci fa  ritornare  bambini e sognare la pace nel mondo  almeno per  un giorno  , e  che  il potere  si un po'  umano almeno  nella notte   e nel giorno di natale   . E ci fa essere  a volte  più ipocriti che mai  più buoni  .
A segnalarcelo non è solo il calendario   ( foto a sinistra  ) ma  anche l, sic a  tv  con spot  alimentari ( panettoni e pandori )   di  buone feste delle  industrie alimentari  e non solo, e  di cine panettone    che di comico  hanno  ormai  solo  il titolo se ce l'hanno
Fortunatamente  i tg   non si sono ancora  buttati sui  " classici"  ( ed  ogni anno  uguali   sembra   che  le immagini sia  registrate    e tenute  in qualche  cassettop  per    riproporle  uguale  , le cambieranno ogni due tre ann  )    speciali e  servizi  su cosa  si amangia  su cosa  si regala , su dove si possano le vacanze   e sui come non ingrassare     e menate varie  che continueranno insieme  ai film stantii,triti e ritritti   e  a volte troppo zuccherosi e melensi    quasi stucchevoli  per tutte le feste .
Da  oggi Comincio i post natalizi con un qualcosa che è molto lontano dal mio modo di vivere le festività... La fuga dal Natale e lo stress correlato alle festività
Ecco qua sotto una guida semiseria   in parte  modificata  da me   ( qui  l'originale  )  presa dala rete   , come sopravvivere  a natale  e  alle feste .
 Il post è diviso in due parti: 5 consigli per la fuga vera e propria dal Natale e altri 5 per gestire al meglio il tour de force natalizio.

                        FUGA DAL NATALE

C'è chi il Natale proprio non lo sopporta. Per carità, ognuno è libero di vivere la propria vita come gli pare,ma  nessuno ha il coraggio di dirlo apertamente per  paura  d'infrangere  un tabù  buonista  e  d'eressero additato come  un guastatore della felicità altrui . Io con il natale  ho un rapporto d'amore  e odio e cerco di coglierne  ogni sfumatura  posso provare  a  consigliare metodi sicuri per lasciarsi alle spalle la festività più attesa dell'anno.

 Spegnete la televisione

 La televisione in questo periodo è tutta uno sfavillare di luci, suoni, giocattoli e pubblicità che vi ricordano quanto poco manchi al 25 Dicembre. Spegnetela. Non vi serve. C'è sempre Internet. Al massimo troverete qualche banner decorato o qualche blog fissato col Natale ( evitate   fb e simili  tra il 20\6   per   non sesere costretti a fare   o rispondere ad  auguri  anzi chiudete la bacheca  )   Film, news... Sul pc li potete avere comunque.Salvo che non abbiate  bambibni piccoli  e allora o  inventate storie  natalizie o  li fate vedere  la tv  a voi la scelta 
Spese 

Andate al supermarket durante la settimana e non il fine  settimana  ed evitatelo  il   20-24  Lasciate a casa i bambini e niente code, niente bambini che si fiondano sulle corsie dei giocattoli (moltiplicate per l'occasione), niente stress. I bambini "  scaricateli ai nonni  "
Decorazioni, panettoni, ecc...? Lasciateli perdere a meno che non abbiate  un negozio ed  un attività commerciale   e  dei bambini  al di sotto dei 16
    Uscite
Uscite poco  Meglio stare a casa a leggere un buon libro o  a  ciucculare   che vedere le cittàed  i paesi  invase da luminarie e sciami di persone che migrano da un negozio all'altro quandoi  i regali  si posso programamre  come  ho fatto io e faccio ogni anno   da  ottobre  \  novembre
 
Pranzi e cene  d'amici , parenti e lavoro

 Avvisate per tempo amici e parenti della vostra "allergia"  o che siete  a dieta
 Mettere subito in chiaro che non gradite inviti, regali o altre smancerie: eviterà a voi di dovervi giustificare un innumerevole quantità di volte e ai vostri amici e/o parenti di farvi regali o pensare a cosa vi piace mangiare
 Se potete andate in vacanza in un posto caldo Natale in costume da bagno non è Natale, nonostante in Australia possano pensare il contrario.

Veniamo ora a qualche consiglio per sopravvivere allo shopping compulsivo natalizio: parliamoci chiaro, è un po' un vizio di noi tutti\e  ( sottoscritto   compreso  )  piuttosto si azzerano i risparmi, ma il Natale lo si festeggia come si deve ma  si  rimane  al verde  

   1. Comprate prima i vostri regali  Se ordinate regali online il consiglio vale ancor di più: eviterete gli ingorghi dei corrieri e sarete sicuri che il vostro pacco arriverà per tempo.Io  li compro già da  ottobre\novembre  , perchèi pezzi dell'artiginato  dele botteghe del mondo\ commercio equo e solidale   sono in numero limitato  e unici
   2. Fate la spesa per a cena  o  il pranzo di Natale in anticipo.   Anche la spesa può essere fatta con largo anticipo. Troverete tutto  a prezzi decenti. C'è sempre il congelatore    Non fate shopping di sabato e domenica     Eviterete il delirio nei centri commerciali, il traffico e tutto il companatico: se potete fate gli acquisti dopo il lavoro, tanto ormai i centri commerciali rimangono aperti fino alle 21 o alle 22.
   4. Addobbi, carta regalo e chincaglierie varie? Comprateli all'IKEA  Costano mooooooolto meno di quanto costino nei vari centri commerciali. E magari all'ikea trovate anche qualche regalo utile come il cuscino per portatili.
   5. Occhio al portafogli Tenete un minimo di contabilità delle vostre spese. Riuscirete a capire dove è finita la vostra tredicesima (sempre che ne abbiate una)ù
   6)  riciclate doppioni a cui  il mercato ci sottopone  . Esempio io l'anno scorso   m'ero dovuto comprare  due volte   romanzo criminale  per  potermi vedere il film inversione integrale  . Ecco che allora  ho reso  dal cofanetto ( dvd  + libro il ibero  nuovo ed  intatto,l'ho confezionato   togliendo prezzo e  ditcura  non vendibile separatamente  da  questo dvd  , e   nel cofanetto   da tenere per me   ci ho messo il libro che avevo già  con l'autografo dell'autore  e  l'altro l'ho regalato  . Oggetti inutili che avete vinto a lotterie di feste di paese o  deoi comitati patronali \  classi  ( da  noi   vari comitati  per l'annio successivo s'organizzanoanche  facendo lotterie ) roischiando però  , a me   è successo  , che  ho regalato  l'oggetto   ( non ricordo cosa  )    che quella  persona  aveva regalato \ donato per  quella  lotteria  .
Regalate cd\ dvd  che  avete ricevuto in allegato o in omaggio con riviste  , o  di cui vi siete pentiti , mi è successo ,   perchè vi piaceva  una due canzoni  o attratti  da recensioni o pubblicità .
7) fate voi qualche oggetto se siete creativi

ed ecco altri siti al prossimo post  pre natalizio

concludo  suggerendo  altri Url in merito
http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Manuali:Sopravvivere_al_Natale
http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Manuali:Natale
http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Natale

Peso


Questo è Michael e io lo trovo bellissimo.

Non è retorica. Lo trovo bellissimo, angosciante, difficile, insopportabilmente umano.Suo padre ha chiesto di condividere la sua immagine oggi, nella Giornata internazionale della Disabilità. Lo faccio molto volentieri [per info e aiuti, qui].

Michael è umano perché greve, imprevisto, imprevedibile, diverso. Sì, diverso da tutte le nostre normalità in serie, amorfe o, al contrario, proteiformi: ma sempre dello stesso vuoto. Lui resta là, nella rozza fatica d'un rantolo, per conquistarsi il diritto di svelare quel pezzo di muro, quel soffitto inesplorato di cucina, per stupirsi.

Michael ricorda quanto siamo indifesi, quanto lo diventeremo, quanto lo siamo già nell'anima.

E per questo lo ringraziamo.

Broccu-Colt, sfida all'ultima pistola Il gadonese inventò l'arma a tamburo, l'americano la brevettò

 

Una storia  che mi riporta ala mia infanzia  fatta di film western  , ma  ancye di  fumetti  e serie animate  ad esse  collegate  ( come   quelle due   che trovate  sotto)    o di cui  avete   l'immagine del profilo del mo fb fino a qualche  giorno e che  ora  trovate in cima al post in questi due  blog  . Di quando si  giocava  con le  pistole e con i fucile  a piombini    e  si pulica insieme al nonno il fucili da caccia  o con i bossoli delle carutucce . E che adesso continua  con la lettura dei fumetti 






sull'unione sarda  d'oggi leggo   questa storia  che testimonia  come Spesso i  veri scopritori  o inventori  rimangono nell'ombra  ottengono successo post  mortem  ecco un  caso recente

 

 

Broccu-Colt, sfida all'ultima pistolaIl gadonese inventò l'arma a tamburo, l'americano la brevettò

 

 
LELLO CARAVANO

GADONI Tex Willer impugnò la sua Broccu... No, purtroppo quel fumetto non è mai stato disegnato, la storia era sul punto di imboccare la strada che porta al Gennargentu, ma poi è andata diversamente. Scherzi del destino. Quel genietto di Francesco Antonio Broccu da Gadoni, nato e cresciuto tra i boschi di castagni e noccioli, probabilmente arrivò primo alla clamorosa scoperta, ma mister Colt fu più veloce. Per dirla sempre con Tex - il ranger più famoso e amato delle strisce, nato dalla penna di Gianluigi Bonelli e dalla matita del sardo Aurelio Galleppini, il mitico Galep - l'americano sparò per primo, impallinando per la vita l'ingegnoso fabbro del paese sul Flumendosa e relegandolo nella lunga lista degli inventori beffati. Non fu un duello all'Ok Corral, ma una sfida a distanza, peraltro senza che l'uno sapesse dell'altro. Vinse il marinaio Samuel Colt, che fu più rapido a brevettare l'arma che avrebbe rivoluzionato l'Ottocento, la più famosa dell'epopea western: la pistola a tamburo.

QUIZ IN TV Per Broccu tante attestazioni di stima, menzioni postume nell'elenco degli inventori superati sul filo di lana (accanto al più illustre, Meucci, e il suo telefono, poi brevettato da Bell). Poi pagine e pagine di cronache di paese, una tesi di laurea, persino una ricerca degli alunni della scuola media. Anche un piccolo momento di gloria televisiva nei mesi scorsi, quando Carlo Conti nell'Eredità su Raiuno lo promosse materia da quiz: Come si chiama l'italiano che inventò la pistola a tamburo prima di Colt? Tziu Broccu, per l'appunto.
INGEGNOSE SCOPERTE Era l'anno di grazia 1833. Francesco Antonio, figlio di Battista e Angelica Poddi, aveva 37 anni. Casa e bottega a Coa 'e muru numero 10, cuore di Gadoni. Aveva già all'attivo piccole e ingegnose scoperte, un lungo elenco riportato dal parroco Raimondo Bonu nel secolo scorso, poi approfondito da Gabriele Ortu venti anni fa: un mulino a ruota verticale, un organo realizzato con comuni canne, una campana, un orologio a pendolo che aveva come quadrante il pannello della porta d'ingresso dell'abitazione con le lancette rivolte verso l'esterno. Ancora: una matracca che produceva un suono così forte da trasformarsi in un detto ancora in uso a Gadoni per indicare un suono assordante ( parit sa matracca de maistu Broccu ). Testimoniano le cronache del tempo: era un fabbro dal multiforme ingegno . Batti e ribatti (sul ferro), dalla fucina dell'artigiano cominciarono a spuntare le pistole, gli schioppi, come allora si chiamavano. Finché dalle mani dell'inventore prese forma un'arma che non si era mai vista: una pistola con sei (o quattro) cannette che giravano attorno a un perno per incastrarsi poi su una canna più lunga. Se non era ancora il tamburo, Broccu c'era andato vicinissimo. Per il piccolo genio gadonese arrivarono premi, riconoscimenti, denaro. Si dice che fosse stato invitato a Cagliari per dare una dimostrazione della sua scoperta a re Carlo Alberto senza però presentarsi. Susanna Secci, pronipote del maestro del ferro, ha dedicato alla scoperta un capitolo della sua tesi di laurea: «Dalle mie ricerche risulta che lo schioppo fu spedito nel 1833 in Continente per essere esaminato dal re, ma poi non se n'è saputo più niente».
SIMBOLO WESTERN Ma in quegli anni la storia delle invenzioni correva veloce. Tre anni dopo Broccu, Samuel Colt, marinaio in giro per il mondo, brevettò la sua pistola a tamburo. Era il 1836. L'epopea western aveva la sua arma, il suo simbolo.
Per il maestro ferraio un posto d'onore nella storia del suo paese. E da oggi, fino a domenica, anche una mostra che l'amministrazione comunale gli dedica nell'ambito di “Prendas de ierru”. Antonello Secci e Roberto Deidda, sindaco e vice, hanno fatto gli straordinari per recuperare il materiale sparso nelle case dei gadonesi. «Abbiamo organizzato una mostra battezzata “Armas”, nel palazzo comunale saranno esposte alcune pistole costruite da Broccu e altri antichi pezzi conservati nelle abitazioni del paese. Presto affideremo a qualcuno una ricerca, forse una borsa di studio, per ricostruire la sua figura», dice Secci.
PISTOLE IN MOSTRA La mostra proporrà la pistola a una canna ad avancarica con due cani esterni, forse la prima costruita dal fabbro che diventò armaiolo, custodita nella casa in via Umberto da Marcello Agus e Luisa Broccu, pronipote dell'inventore: «Ci è stata tramandata di generazione in generazione. Forgiata la canna, è stata realizzata tutta a mano». E ci sarà un altro pezzo forte, una pistola di alto pregio artigianale, forse simile all'arma a quattro canne che ha reso famoso Broccu. L'hanno messa a disposizione Pietro Bulla e Alma Cocco, un'altra pronipote del fabbro, che in questi giorni apriranno ai visitatori la bella Casa Floris, in centro, con una splendida cantina, dove allestiranno una mostra fotografica di Mimmo Caruso sul rito di Is Fraccheras, presenteranno la lavorazione del formaggio e del tappeto e un concerto (domenica) del coro Boghes de Gaudiu 'onu: «Broccu era diventato un finissimo artigiano - racconta Bulla - grazie alle sue invenzioni ebbe relazioni con tante persone al di fuori del mondo agropastorale. Dove sono finite le sue armi? Difficile dirlo. Il nonno di mia moglie raccontava di averle viste con i suoi occhi».

IL GIRO DEL MONDO Le invenzioni di maistu Broccu hanno fatto il giro dell'Isola e del mondo. Molte armi sono state segnalate ad Aritzo, Desulo, a Cagliari, si racconta che altri pezzi siano finiti negli Stati Uniti. Della pistola che pare gli abbia fruttato un premio di 300 franchi non è rimasta traccia. Piccolo di statura, mani forti e ingegno da vendere, un giorno a metà dell'Ottocento perse la memoria. Visse fino a 85 anni, morì nel 1882. Addio alle pistole, alle invenzioni che l'avevano reso famoso senza però farlo entrare nell'Olimpo dei geni. Gadoni lo celebra nella manifestazione Autunno in Barbagia. Tra i gioielli invernali, Prendas de ierru , il fabbro avrà un posto importante. Insieme con la miniera di Funtana Raminosa (dove si estraeva il rame per i bronzetti nuragici), Casa Floris, la suggestiva fiaccolata di Is Fraccheras, domenica all'imbrunire, con le grandi fascine di asfodelo che si accenderanno in un rito propiziatorio da non perdere. Ma anche con i prodotti tipici, sa coccoi 'e gerda, il pistoccu, i guanciali, le creme di frutta, i culurgionis fritti da gustare per strada, street food tutto gadonese. Senza dimenticare il Tacco in calcare, la foresta di Corongia, il pinnacolo di Su Campalini che si affaccia sul canyon scavato dal Flumendosa. Un paesaggio che fa tanto selvaggio West, ideale per ambientare le avventure a fumetti del ranger amico degli indiani. A Gadoni sorridono all'idea, però sarebbe stato bello leggere che il personaggio inventato da Bonelli e Galep, Tex Willer, impugnava una Broccu. E non una Colt.

                          caravano@unionesarda.it

I sogni di uomini e donne di Barbagia Due film di Columbu: “Visos” e “Storie brevi” su CagliariI sogni di uomini e donne di Barbagia Due film di Columbu: “Visos” e “Storie brevi” su CagliariI sogni di uomini e donne di Barbagia Due film di Columbu: “Visos” e “Storie brevi” su Cagliari

dal'unione sarda  d'oggi 3\12\2010


Se Arcipelaghi è, finora, l'unico lungometraggio di Giovanni Columbu, è anche vero che il suo curriculum è lungo e variegato, diviso fra documentari, docufiction, inchieste, corti, quasi tutti legati da un comune denominatore: la ricerca di uno sguardo originale, il tentativo di sperimentare, l'interesse a occuparsi di cose sarde. Fondamentate è stata la lunga militanza come regista programmista alla Rai, negli anni in cui (Ottanta, primi Novanta) la sede regionale per la Sardegna godeva di una autonomia di movimento, periodo indimenticabile di investimento culturale (idee, progetti, uomini e mezzi) che molto ha dato alla Sardegna. Quando poi Columbu ha lasciato la Rai per proseguire la sua avventura di autore in solitario, non è venuto meno ai suoi principi e alla sua poetica, realizzando con la casa di produzione da lui fondata, la Luches, altri corti, documentari, inchieste.
TALENTO E VERSATILITÀ Al primo periodo appartiene Visos , al secondo Storie brevi : entrambi saranno proposti in un unico dvd da domani in edicola con L'Unione Sarda (8,80 euro più il prezzo del quotidiano) nella collana “Registi di Sardegna”. Un'occasione per conoscere e apprezzare il talento e la versatilità di Columbu. Soprattutto con Visos , docufiction molto premiata, datata 1984, 42 minuti (ma esiste anche una versione più lunga) di straordinario interesse, poco vista e molto attesa non solo dai cinefili. Che cosa ha di così singolare? L'argomento innanzitutto: si parla dei sogni degli uomini e delle donne di Barbagia, si scava nell'inconscio dei pastori, della società rurale sarda. Rovesciando dunque il punto di vista che finora ha sempre caratterizzato l'immaginario sardo: ovvero la società pastorale è stata documentata nei suoi riti visibili, maschili e femminili, governare le pecore, arare la terra, preparare il pane, tessere la tela ma nessuno aveva provato a sfondare il muro dell'antropologico, dell'etnografico, del folclore per andare a frugare nei sogni della gente dell'interno, cioè di una comunità legata a una precisa condizione sociale e culturale.
SETTE SOGNI Visos raccoglie sette sogni (di cinque donne e di due uomini) e li ricostruisce sfruttando al meglio la vocazione onirica e psicanalitica del cinema: non ci sono pretese di spiegazioni, non c'è il classico lettino su cui far distendere il paziente ma una visualizzazione dei fantasmi dettati dalla fantasia e dall'inconscio. Sono gli stessi sognatori a raccontare e a mimare il loro sogno, con il regista che s'incarica di realizzarne la messa in scena.
FANTASMI Cosa sognano allora i protagonisti, reclutati fra i paesi di Ovodda, Ollolai, Gavoi, Orune? Nel primo una donna ricorda di essere tornata bambina, e di assistere alla preparazione del pane mentre alcune donne confezionano una piccola bambola di pasta, che sembra richiamare un oggetto da pratiche voodoo o legate ad una spiritualità superstiziosa. La piccola ad un certo punto si perde nel bosco, incontra due vecchi vestiti in costume, fugge pensando siano pantumos , ma subito viene sgridata dal nonno che, riportandola sul luogo dove ha visto i fantasmi pronuncia delle parole per farla guarire dalla paura.
SPECCHI Secondo sogno: una donna racconta di essersi guardata allo specchio ma di non aver visto nulla; lo specchio si è poi frantumato e neppure in uno dei piccoli pezzi la donna riesce a vedersi. Terzo sogno: un uomo ara la terra col suo giogo di buoi. Ma dalla terra escono rospi, un uccello pronuncia la parola “Candelè” e le teste dei buoi vengono inghiottite dall'acqua. Nel quarto sogno una donna si accorge di essere scalza in chiesa, lei cerca di nascondersi ma tutti i fedeli in chiesa bisbigliano e ghignano indicando la vergogna dei piedi nudi. Quinto sogno: una anziana donna su un ponte di legno traballante e sconnesso mentre sotto scorre un fiume vorticoso. Procede piano, si mette in ginocchio, chiede aiuto ma non c'è nessuno. Sesto sogno: un pastore trova un enorme serpente nel suo ovile, prima ne ha paura poi si avvicina e lo accarezza. Quando l'uomo si allontana, il serpente piange. Infine, il settimo sigillo onirico: ancora una anziana donna sogna il marito che le chiede di volare insieme. Lui la prende per mano e miracolosamente si librano nell'aria dominando il paesaggio verde sottostante.
SURREALISMO Sarebbero piaciuti a Luis Buñuel, questi sogni e anche il film, carico com'è di segni surrealisti, di provocazioni e sperimentalismi da avanguardie degli anni Venti. Muovendosi in un campo minato, Columbu riesce a miscelare varie tendenze, non solo dunque la matrice di una visionarietà dettata dall'inconscio ma anche il racconto orale, tipico della cultura sarda, con l'artificio della macchina cinema, a sua volta produttrice di sogni. Elemento, quest'ultimo, prontamente sconfessato dal regista stesso che non esita più volte a svelare la presenza della macchina da presa, inquadrando la troupe, o svelando il meccanismo dei trucchi, come accade nell'ultimo sogno in cui i due vecchietti volano. Anzi la prima immagine, dopo i titoli di testa è proprio quella della macchina da presa, con il regista che indica alla donna sognatrice di guardare verso la luce.
PICCOLO FANTASY Visos è certo un'opera sperimentale ma così affascinante che si guarda come un piccolo fantasy, dove la ricchezza visiva e la semplicità degli effetti speciali danno un risultato finale di assoluta originalità: una delle rarissime incursioni (con Ybris di Gavino Ledda, girato guarda caso proprio in quello stesso periodo) nella foresta di segni, segnali, avvisi, poco praticati dal cinema codificato e invece qui liberati da qualsiasi rappresentazione tradizionale.
IDENTITÀ Alcuni di questi sogni sono strettamente connessi con l'identità isolana, due appaiono più omologati a un immaginario comune. Ma quel che conta è come si possa affrontare un argomento così popolare e allo stesso tempo privato ma indecifrabile con leggerezza. È curioso notare, comunque, un particolare che colpì molto il regista durante la lavorazione: quando i sognatori raccontavano il loro sogno, gli altri intervenivano, correggendo il testo, come se fossero stati presenti al fatto, come se conoscessero quelle scene, in definitiva come se avessero fatto lo stesso sogno. Nessuna telepatia, in fondo questa coralità onirica era (è) possibile in luoghi dove il sentire della vita è condiviso sotto un'identica radice e identità.
PSICOANALISI Del fatto se ne occupò anche Cesare Musatti, grande studioso e divulgatore freudiano, nonché padre della psicoanalisi in Italia. Musatti riportò questa esperienza nel libro Chi ha paura del lupo cattivo (Editori Riuniti, 1987) e firmò anche la prefazione (“Le fonti comuni del pensiero fantastico”) al bel libro Visos (Ilisso, 1991) che raccoglie immagini, story board e riflessioni sul film fatte da Columbu. Scrive Musatti: «Ma si possono fare queste cose? Certo si può. Purché nel personaggio del sogno e nell'attore ci sia una concordante realtà interiore. In questo gruppo di persone, appartenenti ad una comunità particolare, con una mentalità molto schietta, non adulterata da modelli estranei, persiste un fondo comune».
ANTROPOLOGIA Parole importanti, che danno il giusto peso al lavoro di Columbu, che in una seconda versione, più lunga, presentava i sogni commentati dall'antropologo Bachisio Bandinu, il quale ne parla poi con acute osservazioni nel libro La maschera la donna lo specchio (Spirali, 2004), soffermandosi proprio sul sogno della donna e dello specchio in frantumi: occasione per parlare della metafora dell'accettazione di sé, dell'altro, della riconoscibilità della propria immagine, della frontalità dello sguardo che incute timore, della superficie liquida capace di metterci davanti alla percezione dei nostri dettagli corporei. Ecco, tutto questo non appaia come un appendice di elucubrazioni psicanalitiche: semplicemente Visos , stimolando riflessioni profonde, ha la forza con le armi del cinema di dialogare con ogni tipo di spettatore; e, pur nella sua atipicità, riesce a proporre un affascinante dialogo fantastico tra chi racconta e chi guarda.
MICROSTORIE Di segno completamente opposto è invece Storie brevi , datato 2005 ma costruito nell'arco di un paio di anni. Un lavoro che nasce su commissione - la richiesta del Comune di Cagliari di avere un documentario turistico sulla città - ma che si è trasformato in un curioso ibrido: anche questa è una docufiction ma è slegata dalla impostazione classica, ovvero immagini patinate, voce fuori campo, eccetera. Columbu ha proceduto per schegge; ha pensato che unendo le tessere più disparate alla fine si sarebbe potuto avere il mosaico di Cagliari. Così si è inventato delle microstorie, alcune quasi come una storiella, altre come documentazione, e ha inanellato con la telecamera luoghi, eventi e personaggi dela città, passando da avvenimenti famosi ad altri sconosciuti, mostrando il volto celebre e “cartolinesco” dei panorami, monumenti, chiese e quello misterioso e segreto di vicoli e cortili, mischiando gente conosciuta alla gente comune. In tutto 33 minuti (ma con altri 40 di extra) che non solo hanno un valore di promozione turistica ma raccontano anche l'anima antica e moderna del capoluogo della Sardegna. Evitando il già conosciuto, le informazioni storiche-geografiche ma lasciando che a parlare sia la suggestione delle immagini e dei luoghi. Come dire: un percorso inverso alle guide turistiche, in Storie brevi guardi e poi vai a scoprire la città. Per esempio il Bastione si “visita” attraverso un testimone d'eccezione, Paolo Fresu che prima al tavolino scribacchia su un pentagramma poi si alza, impugna la tromba e lascia evaporare alcune note dalla terrazza panoramica.
PAGANO E RELIGIOSO Si parte con una festa di popolo, un capodanno in piazza, (Largo Carlo Felice e via Roma piene come un uovo di gente che urla e brinda) e si chiude con un'altra festa di popolo, Sant'Efisio, stessi luoghi ma vestiti di partecipazione collettiva spirituale. Due estremi dello spirito cagliaritano, pagano e religioso; in mezzo il carnevale, il rito del Venerdì Santo, un concerto di campane, la posa dei quadri nella sacrestia, un festival degli aquiloni, la spiaggia e la Sella del Diavolo, le botteghe popolari e di antiquariato dei rioni di Marina e Castello, il birdwatching nello stagno di Molentargius. Tutti raccontati andando a cercare particolari rivelatori, usando in alcuni casi dei testimoni (dei bambini, una fotografa). Ma è soprattutto dalle clip dei frammenti di vita quotidiana (il postino, il ragazzo che consegna la spesa per le viuzze della Marina) e dalle stradine della vecchia Cagliari che emerge il ritratto privato di Cagliari, luoghi nei quali transitiamo senza renderci conto della bellezza e della storia che ci circonda.

SERGIO NAITZA

Dentro un mondo ricco di fantasia

Venerdì 03 dicembre 2010
Q uando la prima volta Columbu mi parlò dei sogni che aveva raccolto fra i pastori del Nuorese, per poco non mi venne un colpo. Ma come? Il sogno di una singola persona viene corretto da altri individui, i quali ne parlano come se anch'essi, contemporaneamente a quel primitivo narratore, avessero assistito - per proprio conto - alle stesse scene? Così da correggerne il testo, al modo come più testimoni presenti a un fatto, possono discuterne i particolari?
(…) Il fattore comune che consente appunto alle varie persone di disputare, non va ricercato nel singolo sogno, ma piuttosto nello stesso mondo onirico: riproducente una identica maniera, come a tutti, di pensare e di sentire le vicende della vita. Cosicché una volta inoltratesi in questo mondo onirico, era come se le persone, provenendo dal solido continente della realtà diurna, fossero sbarcate in un'isola primordiale: e là giunte si fossero incontrate, essendo in condizioni di discutere insieme sopra questa realtà notturna, sopra il mondo dei sogni.
(…) Ma si possono fare queste cose? Certo si può. Purché nel personaggio del sogno e nell'attore ci sia una concordante realtà interiore. In questo gruppo di persone, appartenenti ad una comunità particolare, con una mentalità molto schietta, non adulterata da modelli estranei, persiste un fondo comune. (…) Così, se pure non esiste un vero sognare collettivo, un sogno cioè che si presenti a più persone contemporaneamente, emerge però qualche cosa di corale.
(…) Columbu ha dunque fatto recitare i suoi personaggi. Egli stesso è un individuo poliedrico: psicologo e poeta, ma esperto anche in certe sue tecniche. Quelle della regia, del momtaggio fotografico, cinematogrefico e televisivo.
Sogno ancora: sogno dei sogni. Farsi raccontare i sogni, e poi farli recitare, ed anche riprenderli; e atrasmetterli quindi a un pubblico; fissando le tappe in fotografie che risultano molto belle, tanto da apparire quadri di un pittore finissimo. E far ancora circolare queste foto, così da riaprire altri cicli.
Sì, Columbu è proprio un abile giocoliere, con questo materiale da lui raccolto e costruito. E non si sa dove miri, e dove si debba fermare. Ti lascia in bilico. Ma in questo non fermarsi è ancora il sogno e la fantasia e la partecipazione al mondo dei pastori sardi. Quel mondo che egli stesso ha dentro. Giacché - pur con la sua tecnica e la sua bravura artistica - è nelle proprie radici uno di loro.
CESARE MUSATTI

sofferenza e soidarietà le storie di Cristina Succameli 6 anni e Claudia Cherchi 33 anni

 
Due  delle tante  storie  che  sembrerebbero assurde  se non fossero vere  .                                                                                                 Diverse  fra  loro  ma  unite dalla sofferenza  e dall'indifferenza di gente senza  scrupoli la seconda  ., del potere  e  de del mercato  che mandano a ramengo  anni e  anni di lotte per  uno stato sociale (  che ricordiamolo non vuole  dire solo carrozzoni ed  assistenzialismo  )  e  di come  anzichè piangersi addosso   si reagisce  usando  " l'arma  "  del fai da te   e  dea solidarietà  e di come  tali valori se insegnati   c nelle  scuole con dei corsi appositi  (  ai ragazzi ( ma anche  a genitori  ed ad insegnanti ) possano  dare  ulteriormente   i loro frutti  e  far  si che  fenomeni  come questo della prima  storia  non siano più soltanto eccezioni ma che diventino la regola  e consuetudine  .

 

Se  ho letto bene il giornae  in questione , causa   congiuntiviti , dovrebbe essere l'unione sarda  del  1  dicembre  2010 


La prima

ha  come luogo  la  scuola  elementare  ( o primaria  come si usa  dire oggi ) di Via Prati a Quartu Sant'Elena

 

Riconoscimento come alunna più altruista per la sua dedizione a una coetanea disabile buona come lei non c'è nessuno Cristina, sei anni, ha vinto il premio nazionale

Cristina Succameli è stata eletta Alunna più buona d'Italia dalla giuria del concorso organizzato dal console di Monaco a Trieste. La cerimonia di premiazione si terrà il 13 dicembre nella scuola elementare che frequenta, in via Prati.
È quartese la bambina più buona d'Italia. Cristina Succameli ha appena sei anni, eppure dimostra di sapere già che cosa sia giusto fare: nessuno le ha chiesto di accudire con tanta costanza una compagnetta di scuola, costretta su una sedia a rotelle dalla distrofia muscolare atrofica, e di aiutarla a sentirsi come tutti gli altri bambini. L'ha fatto senza pensarci, e per questo ha vinto il premio nazionale organizzato ogni anno da Aldo Pianciamore, console di Monaco a Trieste. 
 L'iniziativa - dedicata alla memoria di Hazel Marie Cole, la moglie scomparsa dell'organizzatore - ha lo scopo di diffondere tra i bambini il senso della solidarietà, dell'altruismo. Cristina sarà premiata il 13 dicembre, nel corso di una cerimonia che inizierà alle 15 nella scuola che frequenta in via Prati, diretta da Sara Sanna.
L'AMICIZIA                         «Questa bambina», spiega la docente Rita Fresu, «è una piccola pedagogista». La sua amicizia con la compagnetta è nata subito, alla scuola dell'infanzia. Sono sempre insieme anche ora, in prima elementare, e insieme fanno i compiti e le attività extracurricolari. Cristina, con la sua sensibilità, capisce ciò di cui ha bisogno la sua amica e le offre aiuto, con discrezione e gioia. «Il suo amore contribuisce a far sentire accettata l'altra bimba», spiega la madre Elisabetta Siddi, quarantatreenne: «Mio marito è disoccupato, io assisto gli anziani. Siamo fieri della bontà di nostra figlia Cristina. Quando lei e la sua amica si siedono in macchina, dopo le lezioni, si raccontano la mattinata appena trascorsa e scendono mano nella mano, per poi rientrare nelle loro case».
LE INSEGNANTI Il premio assegnerà a Cristina due piccole somme di denaro: una la riceverà subito, l'altra quando compirà diciotto anni. Ringrazia, la piccola, ma non si sofferma troppo su questo riconoscimento: per lei, passare tanto tempo assieme alla sua amica, è una cosa del tutto naturale. La scuola è invasa dalle loro foto: quelle di due amiche speciali, amate da tutti perché sanno rendere liete anche le difficoltà. «Le loro famiglie sono quasi diventate una sola e concentrano la loro opera educativa sulla solidarietà», continua Rita Fresu, che da trent'anni nel secondo circolo didattico si occupa di casi “difficili” assieme alle colleghe Maria Caterina Argiolas, Maria Grazia Cocco e Maria Antonietta Pes.
IL CONCORSO Il premio ha tre linee di azione: la prima è legata agli atti di bontà nelle scuole elementari e medie inferiori segnalate da presidi, direttori didattici o insegnanti, per la scelta degli alunni più buoni d'Italia. La seconda linea prevede aiuti economici per i giovani di Paesi poveri e la terza è dedicata a chi aiuta persone non autosufficienti.

BEATRICE SADDI

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La  seconda   è  una storia  avvenuta  ai danni  diuna biologa cagliaritana che vive a Auckland e che  soffre  di una  rara malattia  . Ora    sia  che  ,il pacco contenente   farmaci di vitale importanza   andato perso ,o sia  stato rubato come sembra  probabile è una storia dolorosa  da economia canaglia  e da cattiva burocrazia

L'odissea di una giovane, invalida civile, ad Auckland per un master all'Università: ogni giorno deve assumere un farmaco salvavita che le viene recapitato all'estero. Ma l'ultimo pacco si è perso in volo.

  IL pacco con le medicine salvavita si è perso in volo. Tra Cagliari e la Nuova Zelanda. Era destinato a una biologa cagliaritana, Claudia Cherchi, ad Auckland con una borsa di studio regionale per un International master all'Università. «Non posso rischiare di stare senza farmaci, qualcuno mi aiuti», è l'appello che la donna, 33 anni, invalida civile per una patologia cronica dall'età di 13 anni, lancia dall'altra parte del mondo.
IL GIALLO Dov'è finito il pacco? La donna ha ricostruito il suo percorso: «Spedito l'11 novembre da Cagliari tramite Poste italiane, servizio nel mio caso efficientissimo, sarebbe giunto a destinazione il 18. Ho seguito il suo tracciato su internet, Italia, Germania, Cina, Singapore e Nuova Zelanda: qui è arrivato, come conferma il tagliando in mio possesso, alle 10.58». Ma alle Poste neozelandesi non ne sanno nulla. «Nel loro data base non risulta il mio nominativo e continuano a chiedermi il “numero di tracciabilità” neozelandese che ovviamente non ho perché la spedizione è avvenuta dall'Italia». A questo punto non è infondato il sospetto che qualcuno l'abbia rubato, considerato il suo valore: mille euro. Tanto più dopo quel che è successo nella seconda spedizione: «Il mio pacco - racconta Claudia Cherchi - era stato bloccato dal responsabile del ministero della Salute neozelandese per possibile contrabbando di farmaci, visto che mancava la prescrizione di un medico neozelandese che confermasse la terapia. Da allora, rimasta 10 giorni senza medicine, ho provveduto a recuperare la documentazione mancante affinché tutto filasse liscio».
L'ANGOSCIA Ma tant'è: del pacco vagabondo non c'è traccia. «Le Poste sarde hanno fatto denuncia di smarrimento, ma io intanto sto terminando la scorta di medicine, impossibili da trovare qui perché usano altre molecole e non conoscono le corrispondenti alternative alle mie». Vani i tentativi fatti finora, anche quello all'ambasciata italiana. E cresce lo sconforto: «Ogni mese la mia famiglia si adopera affinché i farmaci arrivino regolarmente e in anticipo in modo che non resti scoperta dal trattamento. Non posso pensare che ad ogni spedizione correrò questo rischio. Per me, invalida civile all'83%, biologa senza lavoro, questa opportunità vale il mio futuro: se tornassi in Italia, oltrettutto, dovrei restituire i ventimila euro della borsa, impossibile con la mia pensione di 265 euro mensili. Tra due settimane finirò le scorte dei farmaci, chiedo aiuto a chi può dirmi cosa fare e a chi rivolgermi».

CARLA RAGGIO

2.12.10

lasciamo ikn pace monicelli e facciamo silenzio

Non soltanto i "puffi" del giornalismo e della politica, si sono avventati sul gesto di Monicelli trasformandolo chi in un inno all'eutanasia e chi un gesto vigliacco ed un offesa alla vita, strumentalizzandolo politicamente per esaltare o esecrare l'argomento del momento: Il fine vita.
Sandro Bugialli, due giorni fa, ha scritto un bellissimo articolo, non il solito coccodrillo pronto nel cassetto da mesi e mesi. Ha raccontato il Monicelli che ha conosciuto, l'uomo che stimava e ammirava e del quale rispetta l'ultima scelta.
Ha raccontato lo spirito dell'uomo, che è tutto raccolto in Amici miei e... qualcuno ci ha letto un invito al suicidio, un'arresa alla vita, una vigliaccata, quasi un'istigazione al suicidio.
L'uomo, la sua vita, le sue opere, il suo spirito, la sua volontà di non lasciarsi sconfiggere neppure dalla malattia, sono passate in secondo piano. Hanno usato il suo ultimo gesto sfruttandolo meschinamente e strumentalizzandolo ognuno per o contro il proprio credo.
Lo trovo nauseante.  Ed  proprio questa mia nausea  che mi ha spinto  a scrivere  per la seconda volta   ai ,termine che  abborro  pro lfe  , sia  a quelli dell schieramento opposto
Non c'è altro da dire. Tutti dovrebbero tacere e riguardarsi Amici miei. Forse comprenderebbero istituito la Giornata Nazionale degli Stati Vegetativi, facendola cadere proprio nel giorno della definitiva morte di Eluana Englaro. Così che quel 9 febbraio 2009 venga trasformato da affermazione dello stato di diritto, della democrazia, della laicità dello stato nella sacralizzazione della pro-vita da stato vegetativo.
Vi chiedo d'evitare come dice  sofri nell'articolo del 2  divcembre   2010   che trovate qui  o  qui oppure in png  sotto


 Fra  i tanti articoli   ccritici  contro  questa  strumentalizzazione   questo botta  e risposta  fra un lettore   e il giornaista  Giann Morandi   ( da non confondere  con il  cantante  ) di   http://club.quotidiano.net/

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(..) Il regista era una uomo malato che ha fatto una scelta come fanno purtroppo e non raramnemte malati che si trovano nella condizione di non avere più una speranza. In un caso come questo mi aspetterei il rispetto con il silenzio e non il clamore come fosse un bel gesto da imitare. O forse si vuole usare Monicelli per fare propaganda all’eutanasia? Dario Barone, Milano

SONO D’ACCORDO con lei, l’hanno buttata in politica, è diventata la polemichetta del giorno tra i banchi della Camera e il Tg 3 ci ha aggiunto il predicozzo per dire che il grande Monicelli è uguale al grande Fazio che parla di eutanasia. Nell’ascoltare il Presidente della Repubblica si è colto nella sobrietà del ricordo di Monicelli una condivisione dei valori ma allo stesso tempo una distanza siderale dalle argomentazioni degli ometti piccini e furbi che si sono intrufolati nel caso. Ometti sia di spettacolo che di politica che parlano di cose più grandi di loro. Qui conta solo il gesto, non la giustificazione dello stesso o la sua celebrazione. Chi vuol trasformare tutto in puntata di Annozero non ha capito nulla. La fine di Monicelli non è da imitare, è solo la scelta di un uomo, che si è preso la libertà di fare quel che altri ritengono un’offesa a Dio e altri ancora il doloroso ma inevitabile caso limite di chi rivendica una libertà senza contropartita. E non chiede di essere imitato.

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Ora  voi mi direte ma non se ne puo' liberamente parlare  ? certo  non si poteva rimanere in silenzio su questa morte annunciata, ma   non strumentalizzarla    ed  usarla   a proprio   scopo   .
Monicelli è stato un grande intellettuale ateo ed ha concluso la sua vita così in un momento di sconforto o  chi sà quale altro motivo  ,nei suoi film guardava la realtà con amarezza ed ironia.non si deve , come ripetevo prima , strumentalizzare il suo gesto,ma parlarne sì,perchè gli uomini vogliono capire il senso della vita e ancora non lo trovano.
Concludo con :

1) una  dmanda    continuo a chiedermi perché i bravi pro-life (quelli che gridano "assassino" al povero Beppino Englaro e rifiutano il funerale a Welby) non si preoccupano con lo stesso accanimento delle altre persone ammalata che, invece, vorrebbero vivere e non se lo possono permettere?   l
 2)  o so che  l'ho copiato da sito  di   una mia amica   compagna  di viaggio  quelo che saròà speriamo il più tardi possibile l mio testamento biologico

Credo in Dio

ma non in chi, nel nome di Dio, mi toglie la libertà di pensiero e la dignità.
Accetto dalla mano di Dio la vita e la morte, ma rifiuto chi vuole impormi come vivere e come morire.
So che la mia vita non mi appartiene, ma non voglio affidarla alla scienza o ad una religione.
Scelgo la compassione e la misericordia, e non solo quando convengono alle mie ideologie.
So che la sofferenza è spesso inevitabile, ma mi sgomenta chi, pur con buone intenzioni, condanna il prossimo a mali interminabili e senza senso
Credo che la vita sia relazione, attività, emozione, coscienza, volontà; e nessuna macchina potrà mai pensare, decidere, interagire per me.
Rifiuto ogni forma di vita artificiale, finta, inconsapevole e senza speranza.
Diffido di chi, in nome della vita, mi condanna ad una infinita agonia.
Ho orrore di chi - medico o sacerdote - vuole sperimentare sulla mia pelle il suo desiderio di onnipotenza.
Credo che la morte sia sacra quanto la vita, e che ognuno abbia il diritto di vivere e soprattutto di morire con dignità.
Chiedo che il mio corpo sia curato da vivo, e non  conservato quando è già cadavere.
Non conosco l'ora della mia morte, ma voglio che, quando sarà giunta, nessuno mi impedisca di tornare a Dio.
«Laudato si', mi' Signore,
per sora nostra morte corporale
da la quale nullo homo vivente
pò scappare»
                (Francesco d'Assisi)



 3 )   ed  ultimo  una provocazione   per " pro life "  ( lo so che abborro tale termine ma non so come definirli ) soprattutto quelli più estremisti  faccio questa  provocazione : <
 visto che 




Pena di morte, dossier sull'Italia: unico fornitore del farmaco per le iniezioni letali

 Potrebbe essere prodotto solo in Italia il farmaco usato nelle esecuzioni letali negli Usa. La Hospira spa, un'azienda farmaceutica con base a Liscate (Milano), sarebbe stata incaricata dalla casa madre americana, con base in Illinois, di produrre il Sodium Thiopental, noto come Pentotal, da destinare alle esecuzioni negli Usa. Lo denuncia il dossier "Commercio letale", presentato oggi da Nessuno tocchi Caino e da Reprieve, organizzazioni che si battono contro la pena di morte. Il Pentotal - si legge nel dossier - è il barbiturico presente in tutti i protocolli di iniezione letale negli Usa: in quelli con tre farmaci costituisce il primo passaggio e nei protocolli basati su un unico farmaco è proprio quello previsto.
 con questo  è tutto